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+The Project Gutenberg EBook of Nana a Milano, by Cletto Arrighi
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
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+
+Title: Nana a Milano
+
+Author: Cletto Arrighi
+
+Posting Date: January 17, 2013 [EBook #9302]
+Release Date: November, 2005
+First Posted: September 19, 2003
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK NANA A MILANO ***
+
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+
+Produced by Claudio Paganelli, Carlo Traverso, Charles
+Franks and the Distributed Proofreaders team. This book
+has been completed in cooperation with the Progetto Manuzio,
+http://www.liberliber.it We thank the "Biblioteca Sormani"
+di Milano that has provided the images.
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+NANÀ A MILANO
+
+PER
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+CLETTO ARRIGHI
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+______
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+EDIZIONE PRIMA
+____
+
+
+MILANO
+1880
+
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+
+
+
+ENTRATURA
+
+
+Gli svegliarini critici dei nostri giorni sono tanto scorbellati, che
+se l'autore d'un libro non ha la precauzione di spiegarsi un poco, su
+ciò che ha inteso di dire e di fare, va a rischio di sentirsene a dir
+delle belle.
+
+Per prima questione s'affaccia quella della scuola o del genere. Che
+ormai le panzane romantiche "fra il didascalico e il rompiscatole" a
+situazioni in sospeso, a caratteri tirati a pomice, e a personaggi
+tirati pe' capegli siano andate giù di moda e non piacciano più
+neppure ai ragazzi non ci sarà forse a negarlo altro barbassoro,
+fuorchè un professore famoso per un certo suo _grido_.
+
+Dunque, se voi signori, che state per leggere siete di quelli che nei
+racconti dei fatti contemporanei amano i _babau_ della sospensione
+romantica e si compiacciono di non tirare il fiato se non dopo
+d'essersi bene assicurati che il fratello del figlio, del nipote,
+della cognata, del protagonista è appunto il padre dello zio, del
+genero del cugino, dell'eroina, e vogliono che l'intreccio incominci,
+si complichi e si sciolga col finale trionfo di tutte quante le virtù
+e col suo bravo castigo di tutte quante le colpe, se voi, dico, avete
+di queste fisime felice notte.
+
+Oggidì, mi duole il dirlo, tutto va a rovescio di quella conclusione,
+giacchè le virtù che trionfano e le colpe che si castigano sono cose
+lasciate tutte all'altro mondo.
+
+Dunque _realismo_!
+
+E realismo vuol dire verità, vuol dire ricerca di ciò che veramente
+succede, sia pur doloroso e brutto; vivisezione, fisiologia
+palpitante, studia della vita quale essa si mostra, senza rispetti
+umani e senza reticenze.
+
+Chi scrive _Nanà a Milano_ ormai non ammette in arte che il realismo;
+giacchè egli segue il suo tempo e nelle cose dell'oggi vede appunto la
+inesorabile verità, che fattasi iconoclasta, abbatte dovunque le
+imagini della finzione romantica: il cattolicismo è distrutto dal
+libero pensiero, la bibbia è annientata dalla scienza, la filosofia è
+sconfitta del positivismo, la pittura dalla fotografia, la scultura
+dalla galvanoplastica, la musica dall'aritmetica. Vedete persino sul
+palcoscenico le illusioni che bastavano ai nonni come cedono il posto
+ai simulacri della realtà: ai gabinetti e ai salotti dipinti a
+prospettive ed a scorci si sostituirono dei gabinetti e dei salotti
+reali, per mezzo delle scene parapettate; alle cascate d'acqua fatte,
+una volta, di tela d'argento girante sul ròtolo, si sostituisce
+l'acqua vera, cadente dall'alto e spruzzante le gambe delle
+ballerine... che magari non sono _reali_ del tutto!
+
+Se non che è noto che ci sono due modi molto diversi di fare del
+realismo: c'è il realismo decente e c'è l'indecente. C'è il realismo
+decente nella forma, indecente nella sostanza, e c'è il realismo
+decente tanto nell'una che nell'altra. Tutta quanta la morale
+femminile della nostra società frolla e senza convinzioni molto fisse,
+risiede ormai nella decenza. In questa parola sta appunto anche
+l'avvenire della nuova scuola naturalista, tanto osteggiata da chi non
+l'ha ancora capita, e tanto compromessa da chi nella forma non ha
+saputo trovare il giusto mezzo fra la verità nuda e cruda e la
+desiderata decenza.
+
+Le trivialità, le bassezze, le turpitudini, le laidezze e le miserie
+umane--le quali in passato furono lasciate indietro da tutti i
+romantici, come cose da non svelarsi--devono essere portate in
+pubblico, chiarite, discusse, sviscerate una buona volta, perchè
+servano di leva al rimedio di ammaestramento, agli ingenui, di castigo
+e di flagello ai viziosi.
+
+Tutto sta dunque a saperle svelare con decenza.
+
+Emilio Zola, che è pur sempre decente _nella forma_, ci presentò in
+Nanà una donna che _nella sostanza_ non lo poteva essere del certo.
+Puttana sbracata, rotta ad ogni turpitudine, in un ambiente di cinismo
+e di depravazione, per conservarsi vera, e reale doveva riuscire per
+forza molto indecente.
+
+Ora se, partita da Parigi e capitata per caso a Milano sullo scorcio
+del 1869, la Nanà di Zola si fosse conservata tale e quale ce l'ha
+presentata il romanziere francese, io dal canto mio non avrei fatta
+certamente la fatica di ricominciarne la storia da lui lasciata a quel
+punto in sospeso.
+
+Non l'avrei fatto, ancorchè avessi potuto pensare che per quanto essa
+fosse rimasta la stessa sgualdrina, pure le differenze di ambiente, di
+influssi, di contorni di conoscenze dovevano dar luogo ad altrettante
+differenze di linee, di tinte, di chiaroscuri e di avvenimenti.
+
+Ma Nanà giunta a Milano non era più nè poteva essere più la stessa
+donna ch'ella era a Parigi. Io l'ho conosciuta nei pochi mesi che
+stette nella mia città, l'ho studiata e ho trovato che il mutamento
+avvenuto in lei era cosa degnissima di studio attento e profondo, e
+che il mondo milanese, che s'aggirava intorno a lei sarebbe stato un
+vero peccato mortale se lo si fosse trascurato e non si fosse pensato
+da alcuno a portarlo innanzi ai lettori fotografato e caldo in una
+fisiologia di costumi contemporanei.
+
+Quella _cocotte_ francese, sfinge non egiziana metteva tanta
+suddizione e pur tanta concupiscenza nel cuore di certi nostri giovani
+i quali colle dame e colle crestaie concittadine si mostravano
+audacissimi, e ha dato una tinta così speciale ai fatti; della vita
+milanese e ai caratteri delle persone colle quali ebbe a che fare, nei
+pochi mesi di sua residenza, che bisognerebbe essere proprio un
+balordo per non cavarne un libro interessante.
+
+In quanto a lei, chi avrebbe detto che nel nuovo ambiente milanese,
+dovesse apparire assai diversa da quello che ce l'ha descritta e
+tramandata lo Zola!
+
+Nessuna donna forse ebbe più di Nanà le doti che si attribuiscono al
+camaleonte; nessuna più di lei sapeva trasmutarsi da un giorno
+all'altro, e da abbietta cortigiana diventar magari una signora
+rispettata e superba.
+
+Ed ecco perchè a me è venuto il grillo di ripigliar da Zola istesso
+questa donna stranissima, che riuscì a miei occhi un tipo unico di
+figlia di Eva del nostro tempo, un problema di isterismo a freddo, una
+personificazione dello spirito scacciapensieri, una sintesi di
+puttanesimo rapace, un'epopea: di calcolato disinteresse, un campo
+aperto di capricci, di estri, di fantasie, di voglie, di brame, di
+vanità, di ambizioni, di vaneggiamenti, di simpatie, di antipatie, di
+libidini, di freddezze, di affetti, di passioni in continua
+contraddizione con sè stessi; anzi in continua ribellione fra loro, un
+tipo di avarizia, un mostro di prodigalità, un ecatombe di
+_toilettes_, un entusiasta del risparmiare, un apoteosi di
+poltroneria, un prodigio di attività, un iperbole di egoismo, un
+miracolo di buon cuore, una iena pazza di ferocia, un'incapace di
+veder soffrire una formica, una capace di ripetere con Brillat Savarin
+che in una tal salsa avrebbe mangiato volentieri suo padre!
+
+Un ultimo avvertimento, perchè io bramo sopratutto di essere sincero.
+
+Qualche lettore, in questo mio nuovo studio della vita milanese
+contemporanea, troverà delle scene che non gli giungeranno
+sconosciute. Un episodio infatti di _Nanà a Milano_ mi servì già a
+scrivere una commedia che ebbe lieto successo sul teatro milanese.
+Alcuni altri frammenti io pubblicai prima d'ora, in qualche giornale
+italiano e non riusciranno nuovissimi a chi per caso li avesse già
+letti in que' periodici. Io non saprei dir a questi signori se non che
+oggi li ritroveranno, se non foss'altro, sotto la loro vera luce e al
+loro posto preciso.
+
+Chi poi credesse di trovare in questo libro, un dramma giudiziario
+_con simulazione di parto_, che levò rumore grandissimo in questi
+giorni, si pulisca la bocca.
+
+CLETTO ARRIGHI.
+
+Milano, 20 giugno 1880.
+
+
+
+
+I.
+
+
+Nell'ottobre del 1866, moriva in Milano di pneumonite il vedovo conte
+Guglielmo O'Stiary dopo una fiera malattia di cinque giorni. Lasciava
+un milione al suo unico figlio Enrico, di passa vent'anni, col patto
+espresso nel testamento, ch'egli non potesse andar in possesso
+assoluto e dispotico della sostanza se non compiuti i ventiquattro,
+come portava la legge cho vigeva al tempo degli Austriaci.
+
+In caso che l'erede avesse voluto fare opposizione al testamento il
+severo babbo lo privava di tutto, e sostituiva nella eredità: _il
+Sacro Cuore di Gesù_.
+
+I titoli per diseredare suo figlio Enrico, secondo lui, non mancavano.
+Egli era fuggito dal collegio dei Barnabiti, adolescente ancora, per
+correre a combattere gli Austriaci con Garibaldi. Egli si mostrava
+irreligioso e liberale. Egli sarebbe riuscito, senza alcun dubbio,
+prodigo e dissoluto.
+
+Il conte Guglielmo O'Stiary discendeva da una famiglia irlandese molto
+cattolica, stabilitasi a Milano nel secolo decimosesto.
+
+Enrico O'Stiary ricevette la notizia della malattia mortale del babbo,
+quando questi era già spirato. La campagna contro gli Austriaci era
+finita. Chiese ed ottenne il congedo e partì, sperando di rivedere
+ancor vivo l'autore de' suoi giorni, che egli amava in cuor suo di
+grande e profondo affetto, malgrado la di lui severità piuttosto unica
+che rara. Quando giunse a Milano trovò che suo padre era già stato
+seppellito da una settimana.
+
+E intanto l'esecutore testamentario, don Ignazio Martelli, di lui zio
+materno, aveva già pensato in fretta ed in furia a praticare certe
+operazioni e certe riduzioni nell'appartamento, nella cucina e nella
+scuderia, dalle quali si riprometteva di aumentare il reddito del
+pupillo di una mezza dozzina di mille lire all'anno. Il conte padre,
+anche dopo la morte della contessa sua moglie, e la partenza di Enrico
+per il collegio, non aveva mutati d'un pelo l'ordine e l'ampiezza
+dell'aristocratica magione. Ma ora? Che cosa avrebbe dovuto farne
+l'Enrico di sedici stanze? "Troppa grazia a sant'Antonio!", Fece
+dunque appiccar all'imposta del portone il suo bravo cartello col _da
+affittarsi al presente_, e dopo sei ore ebbe, il piacere di vedere,
+come disse lui, _bruciato via_ l'appartamento e invaso da stranieri.
+
+La creatura, che si dava maggiore affanno in palazzo, era la
+guardarobiera: una vecchia che chiamavano _la balia_, che aveva
+allattato il conte Guglielmo e portato in braccio il contino. Oh il
+suo non era certo _l'affacendato ozio_ dei _Ritratti Umani!_ Con che
+amore la buona donna mise in ordine il quartierino, che il tutore
+spilorcio aveva lasciato al di lei caro Enrico! Con che cura gli
+preparò la biancheria e fece rimetterle cortine alle finestre e gli
+fornì dell'occorrente la teletta, e dispose qua e là nelle camere dei
+fiori appena colti.
+
+--Le pare, marchese, ch'egli sia alloggiato come un principino?--disse
+la signora Eugenia Martelli al marchese d'Arco, uscendo insieme dalle
+stanze destinate al giovine ereditiero.--Per dire la verità queste
+sono le camere migliori del vecchio appartamento. Che ne dici tu
+Elisa?
+
+La Elisa, una fanciulla di poco più che quindici anni, una rosa thea
+appena sbucciata, una bellezzina molto _distinta_, con occhioni e
+denti da sbalordire, rispose con una piccola smorfia, un _umh!_ che
+voleva come dire "per l'Enrico ci sarebbe voluto ben di più!"
+
+--Io sono certo però,--disse il marchese d'Arco,--che l'Enrico avrà
+gran dispiacere di vedere affittate così subito e a della gente
+ignota, le camere dove tien raccolte le memorie della sua infanzia....
+
+--Se sapesse quante volte ho detto anch'io questa cosa a mio marito!
+Non è vero Elisa?
+
+--Sì, certo; ma il babbo non vedeva che la necessità di cavare di più
+dal palazzo.
+
+--La casa de' suoi maggiori,--riprese con grande nobiltà il marchese
+d'Arco--va tenuta da conto e il lasciarla invadere dal primo che
+capita è un mancarle di riguardo.
+
+--Che vuole marchese? Lei sa bene che mio marito non le ha mai capite
+certe delicatezze.
+
+--Come!--domandò questa volta ingenuamente l'Elisa.--Il babbo non ha
+mai capite le delicatezze?
+
+--Zitta Elisa--disse la madre stringendo, nel suo il braccio di sua
+figlia. Poi di nuovo al marchese:
+
+--Del resto l'Enrico sarà, come si dice, in famiglia. Tra il suo
+quartierino il nostro non c'è di mezzo che l'anticamera e questa sala
+in comune.
+
+--E noi per far tutto questo tramestìo,--disse la Elisa mostrando un
+gran dispiacere nella voce--abbiam dovuto cambiare alloggio anche noi
+e andare verso il giardino.
+
+--Povera ragazza, guarda mò,--fece ridendo il marchese d'Arco--dover
+cambiare alloggio!
+
+--E non abbiamo tenuta neppur una straccia di finestra verso strada.
+
+--Ah capisco ora! Neppur una straccia di finestra verso strada!
+
+--Stare sul Corso e non poter andare al balcone, la mi concederà
+marchese che è una condanna.... Io non ho che il giardino da vedere.
+
+--Ma il giardino ha anch'esso i suoi meriti! replicò il marchese
+sorridendo.--Questa primavera vedrai a sbucciar i fiori, a spuntar
+l'erba, a fiorire i tulipani.
+
+--È vero,--sclamò la Elisa,--ma a me sarebbe piaciuto di più il poter
+vedere fiorir le rose in giardino....
+
+--E spuntar i tulipani sul Corso?--domandò ridendo il marchese.
+
+E, quasi per farsi perdonare la facezia un po' ardita, soggiunse
+subito:
+
+--Basta! Non vedo l'ora di abbracciarlo quel caro ragazzo!
+
+--Oh marchese!--sclamò la fanciulla.--Ora non è più tanto un ragazzo.
+Ha quasi ventun anni ora. Cinque più di me.
+
+--È vero! Sono tre anni ormai ch'io non lo vedo più.
+
+--E che ne dice marchese di quel barocco d'un testamento di suo
+padre?--domandò la signora Martelli.
+
+--Che vuole mai che le dica, cara signora? Quel povero conte Guglielmo
+era fatto così. Una testa debole, che non calcolava mai gli effetti
+delle sue azioni; pur di assecondare i moti dell'animo dispotico e
+pieno di ghiribizzi egli non badava a nulla.
+
+--Ah, lei lo deve sapere, che fu tanto amico della povera contessa!
+
+Il marchese mise un sospiro, e quasi per stornar l'attenzione da
+quella frase, ripigliò:
+
+--A che ora crede lei che potrà arrivare l'Enrico?
+
+--Io dico che sta per arrivare fra mezz'ora--sclamò la fanciulla.--Lo
+sento quì!--E posò la destra sul cuore.
+
+--Ma zitto Elisa!
+
+--La lasci dire. È così bella l'ingenuità a quindici anni.
+
+--E quattro mesi!--sclamò la Elisa.
+
+--Oh, ma non la creda poi tanto ingenua, sa?--fece ridendo la
+madre.--È un capetto, mah!
+
+--Senti Elisa? Tua madre dice che sei un capetto.... mah!
+
+--Miracolo che questa volta non abbia aggiunto anche l'ameno!
+
+Il marchese rideva.
+
+--Dunque io ripasserò stasera,--soggiunse egli--e se l'Enrico
+arrivasse prima, gli dica di venir subito da me a farsi vedere. _Sans
+adieux_. E tu Elisa ricordati di voler un po' di bene anche a questo
+povero vecchio che te ne vuol tanto!
+
+--Oh, anch'io, anch'io, caro marchese,--rispose con espansione sincera
+la fanciulla.
+
+--Ora andiamo a vestirci subito,--disse la madre quando il d'Arco fu
+uscito,--che non abbiamo tempo da perdere se non vogliamo salare la
+messa.
+
+* * * * *
+
+La Elisa era un capetto davvero.
+
+Un tipo di fanciulla più simpatica, più piccante, più piacente di lei
+non lo si potrebbe imaginare facilmente.
+
+Dove diamine la signora Eugenia ed il notaio Martelli fossero andati a
+pescar tanto spirito, per dare vita a quella loro creatura, è un
+mistero! La signora Eugenia era infatti una eccellente madre, una
+buonissima donnetta, una moglie irriprovevole, ma sgraziatamente
+peccava assai nel fisico; quanto al padre era sgraziato nel fisico e
+nel morale.
+
+La Elisa appariva come la perfetta antitesi de' suoi genitori. Sua
+madre era piuttosto piccola e tozza, Elisa era slanciata e svelta come
+un giunco odorato. Sua madre era scarsa d'ingegno; sua figlia un
+genietto. Suo padre era taccagno e di idee ristrette; la Elisa era una
+socialista spiegata senza sapere di esserlo. Forse di lei s'avrebbe
+potuto dire, come della maggior parte dei figli unici, ch'era un
+_enfant gatè_. La mamma, le aveva sempre voluto troppo bene, le aveva
+fatte buone le innumerevoli fantasie, l'aveva sempre accontentata in
+ogni capriccio e baciucchiata troppo. Ma le madri che amano assai non
+ci sentono da questo orecchio. Quanto non si è detto contro il
+soverchio amore di certe madri? Ai fanciulli esse parlano
+incessantemente e quasi esclusivamente del bel musino, del bel
+vestitino, delle belle scarpette, e li baciano tutto il santo giorno
+con tali frenesie di tenerezza, che spesso i bimbi ne scoppiano in
+pianto. Cari e santi baci quei delle madri! Ma non pensano desse che,
+a lungo andare, anche quei baci riescono fatali, giacchè stimolando
+senza posa nei bimbi la delicata innervazione, sviluppano in essi una,
+per quanto inavvertita, troppo precoce sensualità. Amorevole, ma
+fatale stupro materno, che già rende colpevole l'adolescenza prima che
+essa abbia cessato di esser innocente!
+
+Le madri romane si guardavano bene dall'insegnare la voluttà del bacio
+alle loro figliuoline. E quando alcuno lodava la bellezza d'una loro
+figlia in faccia a lei stessa, quelle madri nobilissime usavano di
+metter la punta del dito medio sulla lingua e di toccar con quella la
+guancia dell'adulata quasi a purgarla col materno amore da un
+maleficio straniero.
+
+La Elisa aveva tra le altre cose una voce che agiva voluttuosamente
+sulla corda sensibile dell'udito. Nessuno ha mai ascoltato le arpe
+eolie, ma chi ha sentita la voce di Elisa Martelli, giura che non la
+cambierebbe con quella di un'arpa eolia.
+
+E il sorriso?
+
+S'ha un bel dire, ma dinanzi al realismo della bellezza e della
+gioventù restano eterne e immutabili anche le ispirazioni romantiche,
+alle quali fummo allevati. Elisa quando rideva, rideva tutta, come
+disse il Dossi, e s'avrebbe detto che facesse una luce maggiore
+intorno a sè, giacchè, il di lei sorriso alleandosi al nitor dei denti
+e lampeggiando nelle pozzette delle guancie e raggiando fuori collo
+splendor degli occhi pareva davvero la circondasse di una gioiosa
+aureola, che è luce appunto e delle più lucenti!
+
+Queste doti, già s'intende, preziose per tutti erano difetti per
+quella lesina di suo padre. Egli avrebbe amato tanto una figlia
+belloccia sì... non dico! ma che avesse avuto il suo quietismo nel
+sangue, che andasse in cucina a sorvegliar la cuoca, che facesse tutti
+i rimendi alla biancheria e rivedesse i libretti della spesa. Ma non
+c'era verso, e la mamma su questo la difendeva a spada tratta e
+qualche volta la si permetteva di ricordare al marito una certa loro
+speranza, sorta si può dire il giorno stesso della nascita della
+bambina e nutrita religiosamente in famiglia:
+
+--Pensa poi che la Elisa deve essere contessa e milionaria!
+
+Era la frase sacramentale, che metteva ogni pace e ogni buon umore in
+quella casa.
+
+* * * * *
+
+Il contino arrivò, come aveva presentito la Elisa, mezz'ora dopo,
+mentre le donne erano a messa.
+
+Montò quattro a quattro i gradini dello scalone, che non aveva
+riveduto da circa tre anni e tirò il campanello all'uscio di casa sua.
+
+Il servitore che venne ad aprirgli non lo conosceva punto.
+
+--Chi cerca di grazia il signore?
+
+--Il notaio Martelli è in casa?--domandò Enrico con un mesto sorriso.
+
+--No signore,--rispose l'altro,--il signor cavaliere Martelli è
+uscito.
+
+Enrico si fece conoscere. Entrò, andò difilato alla camera dove era
+morto suo padre, e vi si rinchiuse. Poi mezz'ora dopo cogli occhi
+rossi di pianto, si fece portar nascosto in una carrozza al cimitero
+per visitare il luogo dov'era stato sepolto.
+
+Di ritorno a casa Enrico trovò il notaio Martelli suo tutore, che lo
+aspettava per abbracciarlo.
+
+Prima che questi tornasse a casa dal cimitero, il notaio avendo udito
+dal portiere, come il contino fosse arrivato, era salito frettoloso le
+scale, ed entrato in anticamera:
+
+--Dov'è dov'è questo ragazzo?--aveva sclamato, non pensando che il
+ragazzo s'era fatto ormai un uomo di quasi ventun'anni.
+
+--È andato al cimitero--gli rispose il servitore.
+
+--Ah, povero figliuolo!... È vero! Bravo, bravo!
+
+Così dicendo, attraversò l'anticamera ed entrò in uno studio attiguo,
+dove era solito stare qualche ora del giorno a sbrigare le faccende
+della tutela.
+
+--Dì un po'--ruppe a dir egli quando fu seduto allo scrittoio rivolto
+al Leopoldo--sei stato dal Saulino?
+
+--Sì, signor cavaliere.
+
+--Cosa ti disse?
+
+--Che verrà qui lui dopo pranzo.
+
+--E dal Sala?
+
+--Anche.
+
+--E quello che cosa ti rispose?
+
+--Mi disse che ora non ha voglia di comperare carrozze usate. Ma
+stamattina è stato qui un signore a vederle in rimessa e ha fatto
+un'offerta.
+
+--Quanto?
+
+--Mille lire.
+
+--Non c'è male. Si può cederle a questo prezzo, mi pare.
+
+--La scusi signor cavaliere se metto il naso anch'io in questa
+materia. È solo per avvertirla che lo _steage_ è quasi nuovo, perchè
+l'ha fatto fare l'anno scorso il signor conte e l'ha adoperato non più
+di otto volte in tutto l'anno.
+
+--Ebbene?
+
+--Ebbene dico che si potrebbe tenerlo, ora che è arrivato il signor
+contino. È un legno del buon genere.
+
+--Che cosa? Buon genere? Bagattelle! Quest'è una parola inventata
+adesso. A' miei tempi non si parlava punto del buon genere.
+
+"Sicuro. Quando regnava Carlo V" pensò tra sè il Leopoldo.
+
+--Io di carrozza non me ne intendo una maledetta--continuò il
+notaio--ma se questo _steage_ è quel demonio di un carrozzone coi
+sedili fin sull'imperiale come una diligenza....
+
+--Sì, sì, proprio quello!
+
+--Allora ti dico addirittura di mettere da parte il pensiero, perchè a
+trascinare quella macchina non ci vorranno meno di due cavalli....
+
+--Come due! La dica pur quattro.
+
+--Figuratevi! No, no, no, vendiamolo subito.
+
+--Lei signor cavaliere vorrebbe forse che il signor contino tenesse
+meno di quattro cavalli in scuderia?
+
+--Ma che quattro, ma che tre, ma che due!--sclamò il notaio
+vivamente.--Adesso so che è di gran moda un legnettino leggero da un
+cavallo solo. Tanto più per un giovinetto della sua età. Bagattelle,
+anche troppo!
+
+--La mi scusi don Ignazio--disse il palafreniere con voce
+insinuante--ma anche volendo tenere un cavallo solo da tiro ce ne
+vorrà sempre almeno uno di cambio e uno da sella.
+
+--Ma che cambio, ma che sella!--sclamò il notaio inviperito.--Il
+cambio è perfettamente inutile, perchè se quell'altro fa il suo
+servizio bene, il cambio resterebbe in stalla a mangiar fieno e biada
+a tradimento. E quanto a quello da sella si può _scusare_ con un
+cavallo a doppio uso.
+
+"Bazzica!" pensò il Leopoldo. "Come il curato di Cilavegna!"
+
+E non disse più nulla, giacchè cominciò a mulinare come qualmente per
+rubare la biada ad un cavallo solo non gli sarebbe più convenuto di
+star in quella casa,
+
+--Dunque?--domandò il notaio.
+
+--Ma ecco, se il signor cavaliere mi permette di parlare.
+
+--Te lo permetto.
+
+--Le faccio presente che se il cavallo a doppio uso si ammalasse....
+
+--Oh, allora poi, bagattelle, si va un po' anche a piedi... _pedibus
+calcantibus_.
+
+"Ah sicuro!" pensava fra sè quello scorbellato di Leopoldo, "un bel
+paio di scarpe nuove e avanti."
+
+--Io sono bene andato a piedi tutta la mia vita!--riprese il notaio.
+
+"E sì, che è un cavaliere!" pensava l'altro.
+
+--Se poi il mio signor pupillo non volesse proprio degnarsi di andar a
+piedi ci sono sempre dei buoni omnibus a dieci centesimi.
+
+"Ma sì, guarda me! Non ci pensavo. Ci sono questi omnibus?
+Adoperiamoli."
+
+--Qualche volta ci vado anch'io in omnibus; non però quando non ho
+fretta, perchè allora arrivo prima colle mie gambe.
+
+--Lei è il padrone!--conchiuse Leopoldo.--Faccia lei.
+
+--Sicuro che debbo far io--sclamò il notaio.--Anzi, ti avviso di non
+mettergli in testa all'Enrico delle fisime inutili. L'economia è la
+madre di tutte le virtù, e quando un solo cavallo può far il servizio
+di tre, non saprei come possa venir in testa ad un cristiano di
+tenerne tre invece di un solo. Questi cavalli a doppio uso ci sono o
+non ci sono? Saranno ben stati inventati per qualche cosa, io credo?
+Adesso chiama la balia, che mi deve dar la nota della spesa della
+guardaroba.
+
+* * * * *
+
+Chi era la balia?
+
+Poco prima che il notaio arrivasse a casa, una vecchia sbacando fuori
+da una scaletta interna, che metteva nelle cucine del palazzo, aveva
+sclamato tutta intenerita:
+
+--Oh, ch'io lo veda questo mio signor contino, ch'io lo stringa ancora
+una volta al seno prima di morire.
+
+Il palafreniere, che aveva condotto il padroncino nella camera del
+conte padre, pose l'indice attraverso le labbra e additando alla balia
+la stanza dove era entrato Enrico, aveva risposto:
+
+--È là dentro e non vuol essere disturbato. Piange.
+
+--Povero ragazzo!--sclamò la balia con amore.--Starò qui ad
+aspettarlo.
+
+Così detto si adagiò, trasse di tasca la corona e cominciò a
+biascicare orazioni.
+
+Ma il palafreniere non le lasciò il tempo di finire il _panem nostrum
+quotidianum_, che le domandò:
+
+--Voi balia che dovete esser vecchia di casa....
+
+--Altro che vecchia di casa!--interruppe questa.--Io sono nata nel
+castello dei conti O'Stiary, ed erano già sessantanove anni che ci
+stavo prima di venir giù a Milano. Io ho allattato il povero conte
+Guglielmo che è morto or ora; e sono stata la balia secca del contino
+Enrico.
+
+--Tanto meglio! Io volevo domandarvi conto di questo signor marchese,
+che è venuto un'ora fa a a vedere se il contino era arrivato.
+
+--Il marchese d'Arco?
+
+--Sicuro. Mi pare di aver capito ch'egli abbia un grande attacco pel
+giovinetto che deve arrivare, e m'è passato per la testa, così per
+dire a dire, che egli fosse stato l'amante della mamma.... Si sa bene!
+
+La balia levò lentamente la testa canuta, con un fiero rimprovero
+negli occhi:
+
+--Dica, signor Leopoldo; la si ricordi che non è di moda in questa
+casa il fare dei giudizii temerarii. La contessa Irene era una santa
+donna e il bene che il signor marchese le voleva era come quello che
+noi altri cristiani vogliamo alla Madonna.
+
+--Tanto peggio per lui!--rispose cinicamente il palafreniere.
+
+Leopoldo fece entrare la vecchia e don Ignazio stava per interrogarla,
+quando s'intese il campanello dell'uscio d'ingresso e poco stante
+comparve sulla soglia dello studio il giovinetto conte.
+
+Vedendo la balia, la quale si era voltata al rumor dell'uscio che
+s'apriva, Enrico le corse incontro, colle braccia tese e le saltò al
+collo.
+
+--Oh Teresa, la mia buona Teresa, quanto tempo che non t'ho
+abbracciata!
+
+Ma poi vedendo il suo tutore, che s'era levato dallo scrittoio e gli
+si avvicinava colle braccia protese, si staccò dalla balia e andò con
+premura verso di lui.
+
+--Scusami, caro zio, se il mio primo saluto fu per la Teresa, che mi
+ha veduto nascere e che mi ha portato tanto in braccio.
+
+La balia si asciugava col lembo del grembiale i luciconi.
+
+--È naturale, caro Enrico--disse il tutore--Guarda che l'hai perfino
+fatta piangere di consolazione.
+
+--La m'ha scusare--fece la balia, colla voce ancora fra le lagrime--ma
+non avrei potuto far di meno, e ora posso morire contenta. Avevo tanta
+paura di morire prima di poterla rivedere.
+
+--Ma ho da sentir di peggio?--disse Enrico alla vecchia.--Dammi subito
+del tu come mi hai sempre dato in castello.
+
+--Ah caro lei, adesso è impossibile signor conte. Adesso lei è un
+uomo.
+
+--No, no, non importa. Ti comando espressamente di trattarmi ancora
+come pel passato.
+
+Poi si volse al tutore.
+
+--Ma sicuro che mi sei diventato un uomo!--sclamò questi,--tu mi mangi
+la torta in capo ora. Bravo, bravo! Bene bene! E dimmi un poco. Hai
+già vedute le mie donne?
+
+--No,--rispose Enrico,--non mi ero ancora mosso dalla camera del
+povero babbo.
+
+--Sono andate a messa,--disse la balia.--La signorina Elisa non vede
+l'ora di vederla,--aggiunse ella sottovoce, mentre il notaio s'era
+voltato.
+
+--A proposito,--ripigliò questi--tu l'avrai già sentita la santa
+messa?
+
+--La messa? Ma no, a dirti la verità. Sono arrivato di buon mattino,
+ho viaggiato tutta notte... non saprei neanche dove avrei potuto
+averla sentita.
+
+--Bene, bene, per questa volta...! Oh, dimmi un poco, tu forse non
+avrai con te altri abiti che questi che hai indosso, non è vero? In
+ogni modo ti abbisogna un vestito di lutto.
+
+--Sicuro! Quando il colonnello mi disse che il babbo era moribondo e
+mi lasciò partire, fu tale la mia fretta che non ho neppure fatta la
+valigia della biancheria. Ora bisognerà provvedere subito a tutto,
+altrimenti non potrei uscir di casa.
+
+--Leopoldo,--disse il tutore al palafreniere,--andate ad avvisare il
+mio sarto che venga qui subito.
+
+--Il suo sarto?--domandò Leopoldo con ironia.--Il portinaio di
+casa...?
+
+--Ma sì, ma sì, il mio sarto,--replicò don Ignazio,--ci vuol tanto?
+Andate.
+
+Poi, rivolgendosi all'Enrico continuava:
+
+--Non è certamente uno dei primi sarti di Milano, ma è bravino e mi è
+tanto raccomandato dal preposto della parrocchia. E poi, è tanto
+discreto nei prezzi. Vedi quest'abito?--Così dicendo voltava al
+contino le spalle per mostrargli una palandra, verdolina sgualcita sui
+gomiti, che gli faceva delle pieghe da tutte le parti.--Mi sta
+abbastanza bene, n'è vero? Ebbene, indovina un po' quanto me lo ha
+messo fuori, compreso stoffa, fodere, bottoni, guarnizioni,
+spedizioni, tutto insomma?
+
+Enrico conosceva a un dipresso l'umore di suo zio e non fu sorpreso da
+quella domanda. Si die' a ridere; però rispose:
+
+--Caro il mio zio, non me ne intendo davvero,
+
+--Ma perchè ridi? Sono cose molto più serie di quello che tu imagini.
+Me lo ha fatto pagare ventinove franchi. E nota che l'ho già fatto
+voltare e rivoltare.
+
+Enrico era un po' sulle spine. Tutta questa roba gretta, spilorcia,
+sordida gli faceva provare una specie di angoscia nervosa. S'intese il
+campanello.
+
+--Saranno le mie donne,--disse il notaio.--Vedrai, vedrai anche la mia
+Elisa che hai lasciata colle vesti al ginocchio, come si è fatta
+grande e donna.
+
+Enrico arrossì. Il nome di Elisa gli aveva dato un tuffo nel sangue.
+
+Erano infatti la signora Eugenia Martelli e la Elisa che tornavano
+dalla messa.
+
+* * * * *
+
+Enrico ed Elisa, primi cugini per parte della madre, erano cresciuti
+insieme e si erano anche picchiati qualche garontolino giuocando a
+moscacieca nelle anticamere dell'avito palazzo. Enrico quasi non la
+riconosceva più, tanto s'era fatta grande, bella e vistosa uscendo
+dall'età ingrata.
+
+I saluti, le condoglianze, le frasi scambiate fra di loro son tutte
+cose che il lettore intelligente imagina da sè. Elisa negli occhi, nel
+sorriso, nel colorito del viso, bello e innocente, mostrava una
+felicità così sincera e grande, che non c'era da sbagliarsi. Povera
+fanciulla! Ella s'era avvezzata già da qualche tempo a considerare
+apertamente il contino come il suo amante, come il suo futuro sposo.
+Era una cosa quasi convenuta in famiglia. Sua madre e la balia glielo
+ripetevano spesso. La balia qualche volta, non ridendo, la chiamava
+contessina. La mente dell'Elisa, per non dir ancora il suo cuore, era
+piena dell'imagine di Enrico, bello, giovine, conte, simpatico, ricco.
+Perchè non l'avrebbe essa desiderato per marito?
+
+Del resto l'Elisa non ne sapeva nulla più in là!
+
+Dopo una mezz'ora di condoglianze, di domande, di risposte, di
+progetti, di spiegazioni la signora, Martelli fece all'Enrico
+l'ambasciata del marchese d'Arco.
+
+--Ci vado subito dal povero vecchio. Mi vuol sempre tanto bene?
+
+--Oh sì,--disse la Elisa,--come tutti, del resto.
+
+La madre diede a sua figlia uno sguardo significante.
+
+Di lì a poco la signora Martelli domandò a suo marito se aveva pensato
+di invitare l'Enrico a pranzo.
+
+--C'è anche Aldo Rubieri, che desidera di conoscerlo.
+
+--Non faceva però bisogno d'invitarlo,--rispose don Ignazio,--dove
+vuoi che vada a pranzare oggi se non è con noi?
+
+--Aldo Rubieri, il bravo scultore?--domandò Enrico.
+
+--Lui! Io gli faccio tutti i suoi affari,--rispose il notaio.
+
+--Oh! bravo, bravo, pranziamo insieme--aveva sclamato intanto l'Elisa
+battendo le palme una contro l'altra.
+
+Ma l'esplosione di gioia erasi troncata di botto perchè ella aveva
+incontrato di nuovo lo sguardo severo di sua madre.
+
+* * * * *
+
+--Non vuoi proprio dunque imparare a dissimulare un poco i tuoi
+sentimenti?--le diss'ella quando furono sole.
+
+--Ma che cosa ho fatto poi? Non m'hai detto tu stessa qualche volta
+che sono destinata ad essere la sua sposa?
+
+--Certo--disse la madre--ma se vuoi che egli prenda molta stima di te,
+è necessario....
+
+--Ch'io finga di non volergli bene?--interruppe l'Elisa.
+
+--Non dico questo.... Tu sei sempre estrema nelle tue frasi. E poi
+pensa che c'è tempo. Egli non ha che ventun'anni. Figurati quanti ne
+devono passare ancora prima ch'egli abbia l'età conveniente per
+sposarti.
+
+--Ah, non troppo poi!--sclamò l'Elisa con un adorabile atto di
+sorpresa--io ne ho quasi sedici, sai mamma, e fra quattro anni sarò
+già vecchia perchè ne avrò venti.
+
+--Oh!--sospirò la madre alzando gli occhi alla soffitta,--esse credono
+di esser già vecchie a venti anni!
+
+* * * * *
+
+Un lungo colloquio ebbe luogo più tardi fra il marchese d'Arco e il
+giovine conte, che era andato in quella stessa giornata a cercare di
+lui.
+
+--Tu sai come ti ha trattato tuo padre?--gli domandò il marchese
+fissando negli occhi il giovine con molta attenzione.
+
+Enrico piegò leggermente il capo sul petto e rispose:
+
+--Sì.
+
+--E quali sono le tue intenzioni in proposito?--domandò il marchese
+con una leggerissima emozione nella voce. Tu fra poco in faccia alla
+legge sarai maggiorenne.
+
+E il suo sguardo nelle pupille di Enrico raddoppiava d'intensità. Era
+ansioso.
+
+--Io voglio rispettare religiosamente la volontà di mio
+padre,--rispose il giovane alzando la testa con molta naturalezza.
+
+Il viso pallido del marchese, si illuminò; gli occhi gli si
+inumidirono. Allungò le braccia e attirò al petto il giovine conte,
+che non sapeva spiegarsi bene il perchè di tanta tenerezza.
+
+A lui pareva una cosa tanto naturale quella di rispettare l'ultima
+volontà di suo padre!
+
+"Bisogna dire--pensò fra sè--che la cosa a Milano non sia creduta
+molto facile."
+
+Anche il tutore il giorno dopo abbordò la questione del testamento.
+
+Don Ignazio, più ancora, del marchese, temeva che l'Enrico si
+ribellasse alla protratta maggior età e volesse tentare la lite, la
+quale aveva certamente assai probabilità di essere vinta, ma non la
+certezza. E s'ingannava!
+
+A lui pure l'Enrico dichiarò quello che il giorno prima aveva risposto
+al marchese, intendere cioè di rispettare il testamento, quantunque
+fosse persuaso che legalmente parlando quella clausola non avrebbe
+avuta una sanzione!
+
+Il cavaliere Martelli era fuori di sè per la gioia.
+
+--Che bravo figliolo! Chi l'avrebbe detto! Che bravo figliolo! Allora
+discorriamo un poco del tuo avvenire--soggiunse egli col suo miglior
+sorriso.
+
+Il ribollimento del suo dolore, fece scoppiar l'Enrico in nuovo
+pianto.
+
+--Via Enrico--disse il tutore tra l'ammirazione e il compatimento--non
+rammaricarti poi troppo colle tristi memorie. Tuo padre, come pure la
+tua povera mamma, erano due degne e sante creature che ti stanno
+guardando di lassù e che ti proteggeranno contro i pericoli della
+vita.
+
+--Son qua, se lo crede necessario,--disse il giovinetto.
+
+--Hai tu pensato qualche volta a quello che vorrai farne della tua
+vita?--cominciò a bruciapelo don Ignazio.
+
+--Quello che vorrò farne della mia vita?--ripetè Enrico---ma credo che
+farò anch'io nè più nè meno di quello che fanno tutti gli altri.
+
+--Gli altri, gli altri!--sclamò il tutore con una smorfia--chi
+sarebbero secondo te questi altri?
+
+Enrico fu un poco sorpreso di questa specie di interrogatorio, ma
+dissimulando rispose:
+
+--I miei amici d'infanzia, i giovani della mia età, i miei compagni di
+collegio... non saprei io... quelli che conoscerò in società... per
+esempio, mio cugino Lorenzo e Gigi Prato e Ferdinando Sappia che sono
+maggiori di me, ma che mi volevano tanto bene, e Alfonso Sant'Albano,
+che veniva sempre a trovarmi, con la sua mamma e con cui giuocavo...
+ti ricordi zio? precisamente in questo salotto, prima di andar in
+collegio....
+
+--Ascolta, caro il mio figliolo; questo già non è il momento di farti
+un predicozzo sui cattivi compagni, però....
+
+--Come!--interruppe Enrico--mio cugino Lorenzo e Gigi Prato e
+Santalbano sarebbero cattivi compagni?
+
+--Non dico questo... non faccio il nome a nessuno io... parlo in
+generale. Ti basti di sapere che acqua torbida non fa bel specchio.
+Qui a Milano ci sono dei giovani, così detti del buon genere, che
+buttano via il tempo, la salute e i quattrini in cavalli, in cene, in
+ball... in baldorie, in frascherie insomma, e che so io.
+
+--Io non ho davvero queste intenzioni--disse Enrico seriamente.--In
+collegio mi hanno insegnato che cosa si deve fare per diventare un
+uomo che possa far onore al proprio paese.
+
+--Tu mi consoli, caro Enrico--sclamò con giubilo don Ignazio.--Mi
+piace sentirti a parlare così dei Barnabiti!
+
+Enrico sorrise.
+
+--Dunque siamo intesi. Ora veniamo alla morale. Tu già non avrai più
+nessun danaro di quello che ti ho spedito per fare il viaggio.
+
+--Non solo non ne ho più di quello, ma siccome, fatto il conto
+all'ingrosso, quello che tu mi hai mandato non sarebbe stato
+sufficiente per venire fino a Milano....
+
+--Come! come! Ti sbagli,
+
+--Io non volevo farmi vedere a piangere e ho preso un cuppè tutto per
+me, caro zio. Tu mi hai mandato il denaro misurato per viaggiare nei
+secondi posti.
+
+--Io viaggio sempre nei secondi.
+
+--Io no; sempre nei primi. Mi feci dunque prestare duecento franchi da
+un compagno a cui bisogna li rimandi subito.
+
+--Cominciamo male!--disse il tutore grattandosi in capo.--Dunque non
+hai più neppur un centesimo?
+
+--Ma no, caro zio; l'ultima lira l'ho data al facchino, che portò le
+mie valigie sul legno, tanto è vero che il cocchiere l'ha pagato la
+portinaia a cui debbo un altro paio di franchi.
+
+--Ma caro Enrico, dovevi sapere che non si dà un franco al facchino
+della stazione.
+
+--Non avevo altro. Non potevo farmi dar indietro il resto in
+spiccioli.
+
+--Io ai facchini do sempre dieci centesimi e sono contentoni.
+
+--Sarà benissimo.
+
+--E poi che necessità di prendere un legno? C'è l'omnibus della
+stazione, che passa qui davanti alla porta.
+
+Enrico cominciava sul serio a inquietarsi.
+
+--Ti dicevo dunque--continuava il tutore--che per metterti nella
+società che conviene al tuo rango e alla tua educazione ci vuole un
+po' di denaro in tasca.
+
+--Lo credo io!
+
+--Però, tu non devi aver bisogno di molto. Qui hai il tuo
+bell'appartamento di sei camere. Hai la balia per la guardaroba e il
+palafreniere come cameriere e per la scuderia. Colazione, pranzo e
+vestiario tutto pagato. È un lusso asiatico. Veniamo dunque al
+concreto e fissiamo questa benedetta cifra dei minuti piaceri, che è
+lo scoglio più difficile da sorpassare coi pupilli. Quanto ti pare che
+ti dovrà abbisognare per le tue spese fuori di casa?
+
+--Caro zio, ti ripeto che non ne so nulla. Potrei dirti troppo, potrei
+dirti troppo poco. Mi fido nella tua esperienza.
+
+--Io sapevo che tu eri un bravo figliolo--sclamò il tutore tutto
+contento--noi andremo perfettamente d'accordo. Ebbene io avrei pensato
+che duemila franchi ti dovrebbero bastare....
+
+--Ma anche di troppo!--sclamò ingenuamente Enrico battendo palma a
+palma.--Duemila franchi al mese sono un assegno principesco!
+
+--Oh, Oh! Bagatelle! Come corri! Io m'intendevo dire duemila franchi
+all'anno.
+
+--Ah!--sclamò il giovine mortificato--allora mi sembrano ben pochi!
+
+--Perchè, diciamola qui fra noi; a che cosa ti devono servire questi
+benedetti denari fuori di casa? Ad essere buttati via in cose inutili,
+in cose da nulla, in sciocchezze, in frascherie. Un qualche capiler al
+caffè, quando tu voglia leggere i giornali, una qualche corsa in
+omnibus....
+
+--Una qualche scampagnata cogli amici....
+
+--Ah! le scampagnate, mio caro, costano troppo. E poi, adesso vedi, è
+diventato quasi inutile l'andar in campagna. Abbiamo il nostro bel
+giardino pubblico. Io ci vado spesso e talvolta mi par proprio di
+essere in Svizzera sulle Alpi.
+
+--Oh, diamine! Ma, e il teatro?
+
+--Se vorrai andar a teatro ti procurerò i biglietti pel
+Filodrammatico. Tutti i venerdì ci va anche mia moglie coll'Elisa.
+
+--Sì? coll'Elisa?--disse vivamente Enrico.--Volontieri ne
+approfitterò.
+
+--Io credo dunque che con duemila franchi all'anno, che sono per così
+dire sei franchi al giorno, tu potrai fare una bella figura in società
+e forse anche qualche risparmio.
+
+--Risparmio!--sclamò il giovine--perchè dovrei fare dei risparmi? Mi
+fu detto che io potrò disporre di circa ventimila franchi all'anno. Mi
+pare che tu zio ci pensi ora già abbastanza a fare per me dei
+risparmi. Duemila all'anno mi paiono pochi davvero!
+
+--Bene, facciamo cifra tonda: duecento franchi al mese--disse il
+tutore mordendosi le labbra.--Del resto, come dico, in casa troverai
+tutto ciò che ti sarà veramente necessario.
+
+--Basta così--disse Enrico che cominciava oltre al resto ad annoiarsi
+fieramente di quel dialogo.
+
+--E di cavalli ne sono rimasti in stalla?--domandò egli dopo breve
+pausa.
+
+--Oh, no--rispose il tutore--l'Elisa e mia moglie avrebbero ben voluto
+che li tenessi, ma io ho pensato che sarebbero rimasti in scuderia a
+mangiar fieno e biada a tradimento.
+
+--Il poney almeno m'avresti fatto proprio un gran regalo a
+conservarmelo, caro zio!
+
+--Ma sei un benedetto ragazzo--rispose il tutore--non capisci che il
+poney, come dici tu, è stato quello che mi ha compensato delle perdite
+che ho dovuto fare sulle quattro rozze da tiro.
+
+--Lo credo bene!
+
+--Ieri sono stato io stesso a vederne uno che par fatto apposta per
+te.
+
+--Tu zio, sei stato a veder un cavallo per me?--disse Enrico ridendo.
+
+--Sì, perchè?
+
+--È bello?
+
+--Sì, è bellino, ma quello che più importa si è che costa poco. Sono
+quasi certo di portarglielo via per un tozzo di pane.
+
+--A chi di grazia?
+
+--Ad un mio amico, che è uno dei primi sensali di zucchero e di cacao
+di Milano. E nota che è a doppio uso.
+
+--Chi, il sensale?
+
+--No, il cavallo. Egli lo monta e lo attacca alla carrettella.
+
+--Mi pare che sarà un po' difficile che lo possa montar io.
+
+--Ma perchè? Il mio amico lo montava tutti i dopo pranzo sul bastione,
+e bisognava vedere che brio. Adesso, povero diavolo, deve come aver
+sofferto delle disgrazie nel cacao, e gli tocca di vendere il cavallo
+per pagare i debiti.
+
+--Ma è impossibile!
+
+--Si può sapere il perchè?
+
+--Caro zio, un cavallo che costa un tozzo di pane o è una gran rozza
+di figura, oppure è tanto vizioso, che mi farà rompere l'osso del
+collo in meno di quella.
+
+--Tutt'altro invece. Vedi come sbagli--sclamò il tutore credendo aver
+trovata una gran ragione in contrario.--Quel mio amico non si è mai
+rotto l'osso del collo, quantunque siano già diciotto o vent'anni che
+lo monta.
+
+Enrico scoppiò in una grande risata. Il tutore capì d'aver detta
+senz'accorgersi una minchioneria.
+
+--Venti, e tre di puledro, ventitre per lo meno. Tu dunque zio
+vorresti darmi il cavallo dell'Apocalisse? Sarebbe più vecchio di me.
+Se lo montassi mancherei di rispetto al Luogo Pio Trivulzio!
+
+--Bene, bene insomma, al cavallo ci penseremo più tardi,--disse don
+Ignazio levandosi--Oggi siamo intesi; aspettami qui che ti porterò la
+prima quindicina dei minuti piaceri.
+
+--Cento franchi?
+
+--Cento franchi.
+
+--Basta! Io penso poi che se non mi basteranno tu zio non vorrai
+mostrarti crudele verso di me.
+
+--Crudele no, mio caro Enrico, ma neppur troppo corrente. Ricordati
+che c'è un limite a tutto e che il mio dovere di tutore e di esecutore
+testamentario è quello, non solo di conservarti intatta la sostanza,
+che tuo padre morendo ha affidata alle mie cure, ma anche di
+aumentarla; perchè devi pensare che, per uscire dalla minorità fissata
+da tuo padre nel testamento, ti mancano ancora quasi quattro anni.
+
+Con tale considerazione era terminato fra tutore e pupillo questo
+memorabile dialogo, il quale doveva essere, per così dire, la pietra
+fondamentale d'un edificio destinato a crollare e a cadere a terra in
+meno appunto di quattro anni.
+
+* * * * *
+
+Enrico O'Stiary s'era dato a fantasticare anche lui sul proprio
+avvenire, e, cosa non molto strana nella sua posizione, s'era sentito
+invaso, insieme a un certo desiderio di gloria artistica, giacchè egli
+adorava, la pittura, da una grande voglia di spendere, di brillare, di
+far la bella vita. L'avvenire? L'avvenire, pensava lui, come quello
+della maggior parte dei mortali, che non hanno una meta fissa e sicura
+o che non possedono la forza d'animo che serve a raggiungerla, è in
+balìa della fortuna; poteva dipendere dalla prima donna che avesse
+incontrata sul suo cammino, dalla prima amicizia che avesse stretta al
+club, dal primo avvenimento che gli fosse capitato sulle spalle.
+
+Il tutore dal canto suo non aveva già fatto, senza saperlo, il primo
+passo per riuscire alla di lui più deplorabile rovina finanziaria?
+
+Negandogli i mezzi di vivere dignitosamente nella società del suo
+rango, obbligandolo a far sicuramente dei debiti, fissandogli nella
+sua gretta ignoranza del mondo, i duecento franchi al mese, non gli
+apriva forse dal bel principio la strada al disastro?
+
+Qualche volta c'è da pensare volentieri che i Turchi non abbiano così
+gran torto di credere nel destino! La nostra sorte, la nostra
+felicità, la nostra vita pur anche, non è forse continuamente in balìa
+del caso? Se il tal dei tali fosse uscito dalla sua porta il tal
+giorno, del tale anno, soltanto cinque minuti più tardi, avrebbe forse
+incontrata alla svolta della via quella straniera, che lo colpì di
+botto, che si fermò a Milano per lui, ch'egli amò come un pazzo, che
+lo rovinò miseramente e che lo spinse al suicidio? Se quell'altro tal
+dei tali, invece di tirar dritto per un'altra via avesse dato ascolto
+all'amico, che lo pregava di svoltare con lui a sinistra e di
+accompagnarlo a casa, avrebbe forse trovato quei malandrini che lo
+accopparono quella famosa notte per rubargli il portafogli e
+l'orologio? E suo figlio, non orfano, sarebbe certo cresciuto un
+galantuomo, mentre oggi sta a Procida condannato a vent'anni di lavori
+forzati!
+
+Il primo amico in cui s'imbattè il conte Enrico O'Stiary, lo stesso
+giorno del suo arrivo a Milano, fu il Marchesino Ferdinando Sappia,
+che venne a cercarlo in casa.
+
+--Finalmente! Sai tu che sono ormai più di tre anni che non ci
+vediamo?--sclamò il Sappia contento di riabbracciare il suo giovine
+amico d'infanzia.
+
+--Come ti vedo volentieri,--disse a sua volta Enrico con uguale
+espansione.
+
+Qui il Sappia, vedendo che Enrico era ancora mezzo vestito da
+garibaldino, gli domandò se non pensava a mutar d'abito e a uscir di
+casa.
+
+--Certamente,--rispose Enrico,--sto aspettando che il sarto mi rechi
+il vestito nero.
+
+--E chi è mai di grazia il tuo sarto?--domandò il marchese, mentre
+arrovesciava indietro sull'omero con ineffabile garbo la rivolta del
+suo soprabito da mattino.
+
+--A dirti il vero non lo so bene ancora; ma credo non debba essere
+gran cosa perchè mi pare di aver udito, non ridere! che sia un
+portinaio.
+
+--Un portinaio!--sclamò il Sappia, balzando in piedi come preso da
+vero spavento.--Tu conte O'Stiary, discendente...
+
+--Bene lascia stare la genealogia!...
+
+--Vestito da un sarto portinaio come un diurnista del Municipio? Ma è
+un tradimento, un disonore, un abbominio!
+
+--Che importa? Tu sai che io sono un artista! Io non faccio conto di
+andar attilato come te.
+
+--Prandoni mio caro,--gridò il Sappia, continuando colla intonazione
+semienfatica con cui aveva incominciato.--Fuori di questo non c'è
+salute.
+
+Il Sappia era un di que' giovani, che quando parlano non ascoltano che
+sè stessi, e non rispondono mai direttamente all'interlocutore. Per
+essi l'obiezione, l'affermazione e la negazione di quegli con cui
+stanno a colloquio non esistono. Si capisce che essi non spezzano mai
+nella mente il filo delle proprie idee; talchè la parte
+abbondantissima che essi mettono nel dialogo finisce coll'essere un
+lungo soliloquio, nel quale non trova posto neppur l'ombra del
+sentimento altrui.
+
+--Che vuoi caro Nando--disse Enrico appena potè avere la parola--sono
+arrivato oggi stesso dopo essere stato per molti anni nei padri
+barnabiti e per molti mesi volontario in guerra. Sono ignorante come
+un pilastro di queste cose. Da quest'oggi, se vuoi, io mi metto sotto
+la tua direzione. Comincerò col licenziare il sarto portinaio.
+
+--Il tuo tutore--ripigliò il Sappia--sarà un bravissimo, notaio, ma
+non può avere pratica di mondo. Guai a te se io non arrivavo da
+Parigi.
+
+--Ah sei stato a Parigi?
+
+--Sono tornato l'altro giorno con Filippo Marliani che è fuggito via
+dalla Nanà, perchè temeva di pigliare una potente cotta. Anzi l'aveva
+già pigliata! Ma fu bravo e mi diede ascolto.
+
+--Nanà?--domandò Enrico curioso come un fanciullo, udendo quel nome
+muliebre esotico, e vedendo schiudersi con esso un inaspettato
+spiraglio del mondo delizioso d'amore a cui sognava.
+
+--Sì, un'attrice delle _Varietès_, una _cocotte_ in gran voga... una
+bellezza superlativa.
+
+--Ah una _cocotte_!--ripetè quasi macchinalmente Enrico.
+
+Il Sappia non fe' caso di quell'esclamazione e tirò via.
+
+--Guai ti dico se io non giungevo in tempo. Chissà come ti conciavano.
+E sopratutto non lasciarti abbindolare dalle stupide ragioni di chi ci
+dà del leggiero e dell'effeminato, perchè spendiamo qualche migliaio
+di lire più di loro nel vestirci, nel pettinarci, nell'andare
+eleganti. Mummie costoro! Il vestirsi bene per noi ricchi e nobili è
+un dovere nè più nè meno di quello del farci la barba tutti i giorni e
+del curvarci a raccogliere un ventaglio o una pezzuola sfuggiti di
+mano a una signora.
+
+Notisi che tutte queste cose, esposte dal Sappia con una grande
+volubilità, non erano che teorie; giacchè, quanto a lui, se lo poteva
+appena appena, schivava di curvarsi a terra per raccogliere il
+ventaglio di una signora.
+
+Enrico cominciava ad ascoltare il Sappia con quel sorriso a mezza
+strada fra l'ironia e la sazietà; un sorriso che voleva dire: sono
+anch'io perfettamente del tuo avviso; non c'era bisogno che tu ti
+sfiatassi a dirmi cose tanto note; sarebbe stato meglio che tu mi
+avessi risposto qualche cosa di meglio intorno a quella Nanà....
+
+Il Sappia, dopo un altro paio di tirate su quel gusto, trovando, che
+Enrico era presso a poco della sua statura, lo invitò a scender nel
+_brougham_ che teneva alla porta per andar da Prandoni a comandar
+l'abito di lutto. O'Stiary non se lo fece dir due volte e così
+uscirono insieme.
+
+Quando furono seduti l'uno accanto all'altro nel legno, Enrico disse:
+
+--Ora tu devi farmi un programma della mia vita. Come passi tu le ore
+della tua giornata? Ti diverti o ti annoi a Milano? È bella davvero
+questa vita milanese o c'è pericolo di stancarsene?
+
+--Non è certo tutto oro quel che luce;--rispose questa volta il
+Sappia, che trovava in quella domanda soddisfatto l'amor proprio.--Si
+stava meglio a Parigi! Però con un poco di buona volontà e con molti
+danari....
+
+"Ahi," pensò Enrico.
+
+--La giornata la si può passare abbastanza bene anche qui senza
+studiare e senza far della politica, come vorrebbero che facessimo noi
+giovani i parrucconi e i gazzettieri utopisti, che ci rinfacciano
+continuamente il dolce far niente. Povera gente! Essi non sanno che
+non c'è creatura la quale abbia maggior da fare d'un uomo che non fa
+niente! E la ragione è chiara; siccome la sola religione di costoro è
+l'interesse, siccome il solo idolo ch'essi adorano è il danaro, così
+sapendo che in questo paese non si può guadagnar danaro, che facendo
+l'avvocato o il notaio o il negoziante, essi non vedono che queste
+professioni. Del resto tu sei dilettante di pittura e questo basta già
+a darti il diploma di uomo che fa qualche cosa a questo mondo.
+
+--Tutto sta che io trovi il tempo di dipingere....
+
+--Tu discendi da un'antica prosapia irlandese, ed è naturale che i
+tuoi istinti siano più cavallereschi che artistici o letterarii.
+Ebbene quella tal genìa col pretesto che a Milano nell'aristocrazia ci
+furono dei Verri, dei Beccaria, dei Borromei, dei Taverna, dei Litta,
+dei che so io, vorrebbero che tutti noi fossimo scenziati e letterati
+e che invece di montare a cavallo, tirar di spada, far delle
+scarrozzate, amar le belle donne, e divertirci a cena avessimo a
+studiar tutto il giorno e tutta la notte. Non nego che la cosa in
+massima non sia eccellente, ma più per tutti gli altri che per noi.
+Noi abbiamo il dovere di non rubar il mestiere a chi lavora per
+vivere. Le tre sole carriere che ci convengano sono quella delle armi,
+quella della diplomazia e quella della chiesa. Ma se si può far a
+meno!... Capisci. Di diventar arcivescovo, per esempio, io non mi
+sento la foia.
+
+--Neppur io. Tu mi consoli--disse O'Stiary.
+
+--Intanto per questa sera tu sei sequestrato--continuò il
+Sappia.--Comincerò col presentarti alla mia amorosa.
+
+--Chi è?
+
+--Una bella ragazza, che non ha altro difetto che una piccola
+cicatrice in fronte. Le ho già parlato di te e desidera di conoscerti.
+
+--Desidera di conoscermi?--sclamò Enrico ridendo.--Sono dunque
+diventato già un personaggio in poche ore? Ma no, ti sono
+obbligato--riprese facendosi serio ad un tratto.
+
+L'imagine casta e nobilissima della sua Elisa gli si era affacciata a
+un tratto.
+
+--Capisco--ripigliò--che con una signorina di questo genere sarei
+ancora molto imbarazzato e temo di aver l'aria di un collegiale.
+
+--Fidati di me. La è una casa deliziosa. Non perchè gliel'abbia
+montata io... ma ella sa fare, parola d'onore. _Sans gêne_, come lei,
+che in illo tempore fu _barabbina_ la sua parte. Dopo cinque minuti ti
+parrà d'essere in casa tua. La si saluta, poi chi non ha voglia di
+farle la corte non pensa più nemmeno che essa esista. Tu ti sdrai,
+fumi, parli, leggi, ridi, sfogli degli albums e senti dire delle
+enormi sciocchezze e dei _calembours_ impossibili che sono anche
+quelli che fanno ridere di più.
+
+--E la ragazza è contenta che la si tratti così?
+
+--Contentissima. L'abbiamo lanciata noi?
+
+--Dimmi un po'.... E questa Nanà chi è?
+
+--Ah Nanà è un prodigio! È una parigina puro sangue! Bella come una
+leonessa, matta come una Baccante, calda, piena di spirito. Quel
+povero Marliani, s'io non lo strappavo da lei, ci lasciava la
+sostanza, la salute e le ossa.
+
+--E tu?--domandò il conte.
+
+--Oh, io non mi lascio pigliare!
+
+Non appena, nel cervello del marchesino Sappia, fu entrata l'idea, che
+parlando all'amico di quella _gran cocotte_ di Parigi, il proprio
+prestigio di uomo di mondo ne sarebbe ingrandito di cento palmi,
+cominciò a lodare e a magnificare Nanà in tutti i sensi. Da sballone
+d'ingegno, qual era, inventò su di lei cose inaudite e rare. Parlò
+delle di lei bellezze, del suo treno di casa, delle sue scuderie, del
+suo modo di ricevere, del suo appartamento. Cose tutte, tranne la
+prima, che egli non aveva mai vedute, nè conosciute, che per bocca di
+Marliani.
+
+--Imagina una testa--disse a Enrico--che avrebbe fatto delirare
+Tiepolo, Giorgione e Tiziano insieme; una testa coi capelli color del
+pomo d'oro pallido, quando è proprio d'oro, quel colore insomma che la
+scuola veneta prediligeva; capelli che quando glieli scioglievi,
+andavano giù fino a terra e la celavano tutta intorno intorno, tanto
+ne era il profluvio. Imagina tutto ciò che v'ha di più bianco e di
+splendido nei toni della carnagione, che, come puoi pensare dal color
+dei capelli, è pari a neve, rosata insieme e calda, con dei riflessi
+d'oro per la lanugine fulva che la ricopre. Imagina delle linee e
+delle curve sode e belle come non le hanno mai imaginate neppure gli
+scultori greci, che si crede abbiano dato il _non plus ultra_ della
+formosità femminile. Tutte queste bellezze di linee e di curve formano
+un vero incantesimo, caro il mio Enrico. In quanto al morale imagina
+una buona pasta di fanciulla, piena di cuore, di voglia di far
+all'amore, allegra, spensierata, alla mano, una vera bambina di
+diciannove anni, ma che conosce la scuola erotica come una parigina
+ch'ella è, e che sa mandarti in paradiso o in inferno a tua posta;
+imagina tutto questo, e avrai una pallida idea di quello che sia la
+Nanà di Parigi.
+
+Enrico ascoltava il Sappia con quel lieve sorriso adolescente che vuol
+dire un'infinità di cose gravi. In lui esprimeva anche quel non so
+qual pudore giovanile, che serve a far vibrare più viva nella fantasia
+quasi vergine le corde della curiosità voluttuosa.
+
+Enrico, per conto proprio, avrebbe continuato a parlare tutto il
+giorno di questa misteriosa e splendida Nanà.
+
+--Chi è che vi ha presentati a lei?--domandò infatti con voce tenue,
+quasi tentasse di non lasciar iscorgere al Sappia ch'egli si
+interessava enormemente in quel soggetto.
+
+A questa domanda il Sappia non rispose subito. Se egli avesse avuto
+voglia di dire la verità, avrebbe dovuto rispondere a Enrico che la
+Nanà, lui e Marliani, l'avevano conosciuta da madama Tricon. Avrebbe
+dovuto raccontare molto volgarmente, che la bella prima sera del loro
+arrivo a Parigi erano andati a teatro, e avendo veduta figurare, in
+una rivista, quella stupenda creatura, avevano domandato conto di lei,
+all'albergo. Che il cameriere aveva loro insegnato di rivolgersi a
+_madame Tricon_, dove, mediante una trentina di luigi, avrebbero
+potuto fare la di lei conoscenza.
+
+_Fi donc!_
+
+E avrebbe dovuto soggiungere, che la mattina dopo, da veri viaggiatori
+meneghini e sfaccendati che in paese straniero non vedono che donne e
+non pensano che alle donne, erano corsi, coi loro trenta luigi in
+tasca, da _madame Tricon_, proponendosi di tirare a sorte la primizia
+di Nanà. Avrebbe dovuto soggiungere che _madame Tricon_ si rallegrò
+immensamente di vederli, e fece loro una festa spietata, quando
+s'accorse che erano forestieri:
+
+"Perchè, diceva essa, la Nanà è felice d'essere richiesta da
+stranieri. Dei parigini essa non ne vuol più sapere. Sarebbe capace di
+morir di fame ormai, piuttosto che venire da me, se io non la
+assicurassi che chi la cerca non è francese. Voi siete spagnuoli, non
+è vero?
+
+"Italiani--aveva risposto il Sappia."
+
+E avrebbe dovuto ricordare che la Tricon, a quella notizia, aveva
+fatta una piccola smorfia, punto lusinghiera pel suo paese, e aveva
+subito domandato loro se tenevano in tasca i venticinque luigi
+necessarii; e che alla loro affermativa aveva soggiunto:
+
+"Debbo avvertirli però che ciascuno di loro due dovrà scegliere un
+giorno diverso dall'altro, giacchè Nanà non acconsente mai di posare
+due volte nella stessa giornata."
+
+Il lettore che avesse bisogno di maggiori schiarimenti sopra codesta
+_madame Tricon_ non avrebbe che a scorrere la _Nanà_ di Zola, laddove
+egli accenna di questa signora:
+
+"Zoe--la cameriera di Nanà--aveva veduta una ventina di volte madama
+Tricon venir in casa e parlare qualche minuto misteriosamente colla
+padrona; ma essa affettava di non conoscerla, e di ignorare
+completamente quali fossero i rapporti che esistessero fra questa
+donna e le signorine che pativano asciugaggine di tasche."
+
+La povera--dico povera nel senso cristiano--la povera Nanà quando
+aveva bisogno urgente di danaro ricorreva alla casa di madame Tricon.
+
+"_Va, va, ma fille!_--diceva essa fra sè--_ne compte que sur toi. Ton
+corps t'appartient, et il vaut mieux t'en servir que de subir un
+affront_."
+
+"_Et sans même appeller Zoè elles s'habillait fievreusement pour
+courir chez la Tricon. C'etait sa supréme ressource aux heures de gros
+embarras. Trés demandée toujours sollicitée par la vielle dame... elle
+ètait sûre de trouver là vincinq louis qui l'attendaient_."
+
+Ma tutto ciò, che sarebbe stata la pura e nuda verità, il marchese
+Sappia non poteva nè voleva più dirlo all'Enrico. Egli, per darsi del
+tono, si era già compromesso; s'era slanciato a dir mille bugie e
+mille invenzioni sul conto di Nanà. S'era ingolfato nelle regioni
+iperboliche di una splendida galanteria.
+
+Si guardò bene dunque di accennare neppur per ombra nè alla Tricon, nè
+ai venticinque luigi necessari, nè ad altre simili bagatelle; e invece
+impacchiuccò ad Enrico una risposta inventata come tutto il resto, e
+continuò a parlargli di presentazioni fatte sul palcoscenico, anzi nel
+di lei camerino, da un amico parigino, che aveva entratura nelle
+_coulisses_, poi di gite in campagna fatte insieme, e di serate al
+Mabille, e di cene, e di orgie in cui non c'era la benchè minima ombra
+di vero, ma che a lui pareva lo posassero in faccia ad Enrico su un
+piedestallo eccelso.
+
+Ciò che v'era poi di più piccante ancora in tutto questo, ciò che
+costituiva un fatto relativamente grave e ridicolo, si è che, lui,
+come lui, proprio lui, precisamente lui, codesta Nanà non l'aveva
+proprio mai toccata neppure colla punta del dito mignolo.
+
+I due giovinetti naturalmente, là dalla Tricon, avevano tirato le
+buschette. Se i lettori trovano questo fatto molto _choquant_ non so
+che farci. E d'altronde nel caso di Sappia e di Marliani tutti i
+lettori farebbero lo stesso.
+
+La sorte aveva favorito il Marliani.
+
+La Tricon allora aveva significato al Sappia, che egli avrebbe dovuto
+rassegnarsi ad aspettar un altro giorno le grazie di Nanà, perchè
+quella benedetta ragazza non avrebbe mai acconsentito a passar dalle
+braccia dell'uno in quelli dell'altro.
+
+Il Sappia, di malumore per questo sberleffo della fortuna, pure aveva
+aspettata Nanà là nel salotto della Tricon, per vederla arrivare, e
+sentir da lei quando fosse stata di comodo di concedergli il _rendez
+vous_ anche a lui. Essa era venuta infatti, tutta bella, fresca e
+voluttuosa; ma quand'egli aveva tentato di farsi promettere che il
+giorno dopo sarebbe ritornata per lui, Nanà aveva risposto:
+
+"No, caro signore, domani no. Restate voi a Parigi?"
+
+"Certamente, siamo arrivati ieri. Io ci starò finchè a voi piaccia di
+non essere crudele con me."
+
+"Allora vedremo, aveva risposto Nanà, la quale, come si sa, abborriva
+dal cedere per danaro, e lo faceva soltanto nei giorni di grande
+arsura.--Vi farò avvisare da madame Tricon, se vi piace. Ma non fatemi
+importunare troppo dalla vecchia, perchè altrimenti non mi avrete mai
+più!"
+
+Il Sappia ridendo si rassegnò ad aspettar il di lei capriccio. Aveva
+capito che con quella creatura non era il caso di ottener di più, nè
+colla preghiera, nè colle offerte.
+
+Per venti giorni egli s'era recato ogni mattina a trovare la Tricon,
+la quale dal canto suo andava un paio di volte la settimana a
+sollecitare la Nanà; sempre invano. Marliani intanto, senza dir nulla
+all'amico, c'era riuscito invece ad ottenere da lei un secondo
+_rendez-vous_, in tutt'altro luogo, e le aveva mandato una bagattella
+di braccialetto da cinquemila franchi, i quali se li era dovuti far
+mandar da Milano.
+
+La Nanà aveva trovato il Marliani molto simpatico e non s'era fatta
+pregare molto a concedergli una seconda visita. Quanto a lui, da buon
+amico, aveva tentato di dissuadere Nanà a dar ascolto al Sappia. Essa
+non glielo aveva promesso formalmente, ma glielo aveva lasciato
+sperare.
+
+Invece un bel giorno la Tricon mandò un bigliettino al marchese in cui
+gli significava che la Nanà sarebbe venuta a casa sua quel giorno per
+lui, ma che aveva messo per condizione il migliaio.
+
+Il marchese, contentone, aveva messo nel suo portamonete il biglietto
+da mille, e alle due ore era là tirato come uno stecco, ad aspettare
+la bella donna. La sua frègola era al colmo. Il Marliani gli aveva
+raccontate cose tali di Nanà che il marchesino ardeva, bruciava, e
+dopo un quarto d'ora aveva già indosso l'agonia.
+
+Passarono le due e mezzo, passarono le tre, le tre e un quarto e Nanà
+non compariva. Madama Tricon si esibì di andar ella stessa a vedere
+che cosa diamine fosse successo. Mezz'ora dopo tornò a contare che
+Nanà aveva litigato con Satin, e che non sarebbe venuta; che l'aveva
+mandata al diavolo lei, la sua casa, gli Italiani, il biglietto da
+mille e tutti quanti insieme.
+
+Il Sappia era dunque partito da Parigi senza poterla biblicamente
+conoscere. E siccome aveva conservato pel Marliani in fondo al cuore
+un po' di rabbietta, perchè egli potesse vantarsi d'averla trattata e
+lui no, giunto in patria gli aveva voltato l'occhio, e dall'arrivo non
+s'erano più ritrovati.
+
+Quanto al Marliani aveva seguíto a malincuore il Sappia. Quella fatale
+Nanà--quella _cocotte_ da venticinque luigi--lo aveva ammaliato. Le
+due o tre volte ch'essa s'era concessa a lui per riconoscenza del
+braccialetto, gli ballavano nella fantasia una ridda di tali memori
+voluttà, che capiva non l'avrebbero lasciato tranquillo per un bel
+pezzo.
+
+* * * * *
+
+La carrozza era giunta a casa di Sappia. Montati in camera, questi
+intraprese la metamorfosi di Enrico, vestendolo di nero; poi andarono
+dal cappellaio, poi dal Mosconi il calzolaio dei nobili, poi dal
+Prandoni.
+
+Enrico tornò a casa all'ora del desinare e pranzò colla Elisa, la
+quale di quando in quando, allorchè egli le sorrideva, alzava i suoi
+occhioni innocenti e belli in viso al garibaldino, mentre due altri
+sguardi, tutt'altro che indifferenti, andavano spesso a impetrare
+dalla vergine un amichevol occhiata, ch'ella quel giorno si ostinava
+di non conceder loro.
+
+Erano gli sguardi di un altro giovane invitato a pranzo, e che sedeva
+accanto alla signora Eugenia, uno scultore, che si era fatto conoscere
+favorevolmente nella Esposizione di quell'anno e che rispondeva al
+nome di Aldo Rubieri.
+
+Verso le otto e mezza il Sappia venne a riprendere Enrico per andar
+insieme dalla Luisa, alla quale il marchesino passava seicento franchi
+al mese. Essa abitava un elegante appartamento a primo piano in Via
+Solferino.
+
+* * * * *
+
+Chi era la Luisa?
+
+D'onde veniva?
+
+Come aveva conosciuto il Sappia?
+
+Nel nostro tempo, una ragazza di diciotto anni: come la Luisa, con
+discreto ingegno, molta malizia, una gran dose di concupiscenza in
+corpo, e punto quattrini, se fosse rimasta, quel che si dice, una
+fanciulla onorata lo avrebbe dovuto indubbiamente ai propri genitori.
+
+Non è certamente troppo difficile che anche da una famiglia di
+galantuomini sorta fuori una ragazzaccia che si butti via; ma sarebbe
+un vero miracolo se in una famiglia viziosa, disordinata e miserabile,
+ci fosse una creatura che sapesse conservarsi onesta.
+
+La Luisa era nata da un padre briccone e da una madre bigotta e quasi
+cretina. Suo padre faceva un mestiere proibito dal codice, e, quel
+ch'è peggio, lo faceva colla coscienza tranquilla di chi crede di non
+commettere azione disonesta. "Un mestiere come un altro" diceva lui.
+Egli, _sostraro_ fallito, s'era acconciato a diventare fabbricatore di
+falso coke, che vendeva a certi suoi antichi colleghi, ladri come lui,
+a non so quanti centesimi il chilogrammo.
+
+Il falso coke è composto di rottami di fabbrica, di vecchi mattoni, di
+calcinacci e di ciottoli fatti cuocere nella pece e simulanti il coke
+vero. Per certi venditori di carbone è comodissimo. Fa comparir un
+quintale di combustibile, ciò che, in sostanza, non è più di ottanta
+chilogrammi. Essi spacciano alle loro pratiche quattro quinti di coke
+e un quinto di falso coke fabbricato dal babbo della Luisa, e rubano,
+con un peso perfetto, il quinto sulla differenza. A Parigi questi e
+simili truffatori sono colti e pagano delle buone multe. A Milano
+finora nessuno ci ha mai badato, e le stufe a coke milanesi son tutte
+piene di mattoni e di calcinacci. I primi col dileguarsi della pece
+che li ricopre, diventano rossi dalla vergogna, i secondi bianchi
+dalla paura.
+
+Prima che giungesse per la Luisa l'età dei desiderî malfrenati e prima
+che il mal esempio paterno entrasse a guastarne l'indole, già
+discretamente perversa, la Luisa era un ciuffetto, ma non dava a
+pensare che sarebbe diventata la birba che diventò. Ella aveva qualche
+istinto buono; tant'è vero che aveva cominciato fin dai nove anni e
+senza addarsene, a trovarsi in flagrante contrasto con suo padre per
+causa di probità.
+
+Una sera--ell'aveva appunto nove anni, e andava come _piccina_ a
+scuola di stiratora--stavano raccolti nella lurida stanzaccia, che
+serviva di covile a tutti e tre, e il padre si mostrava lieto più del
+solito.
+
+--Che hai Gana?--domandò la madre.
+
+--Ho tirato su un bischero al prezzo--rispose il marito fregandosi le
+mani lorde.
+
+--Che prezzo?
+
+--Al mio uso carbone. Oggi ne ho venduta una partita a dieci centesimi
+al quintale più del solito. Ah, fu una gran bella invenzione la mia!
+
+--Babbo!--fece la Luisa.
+
+--Che vuoi, pettegola?
+
+--È vero che il tuo carbone fa peso ma non fa caldo?
+
+--Chi te l'ha detto, stupida marmotta, chi te l'ha detto?--gridò il
+Gana arrovvellato.--Quando i mattoni sono roventi fanno caldo
+anch'essi. Chi te l'ha detto?
+
+--Me l'ha detto la maestra--rispose la piccina.
+
+--Dirai alla tua maestra che la vada a pigliar....
+
+La frase, per quanto vera, non può essere ripetuta. Nessuna teoria al
+mondo potrà fare mai, che essa sia per diventare artisticamente e
+umanamente presentabile.
+
+Ma la Luisa ebbe allora il coraggio di replicar un'idea sentita da sua
+madre.
+
+--Anche la mamma dice, che questo è un rubare alla povera gente.
+
+Non l'avesse mai detto!
+
+Il Gana prese un bicchiere sulla tavola, e lo scagliò contro la bimba.
+Il bicchiere si spezzò sulla di lei fronte; uno zampillo di sangue
+spicciò da un arteria e andò a bagnar la faccia del feritore, che ne
+restò sconciamente intrisa.
+
+La madre svenne di spavento.
+
+Questo era stato il primo grave strapazzo, ma non l'ultimo. Quella
+bestia di un fabbricatore di coke batteva a sangue la Luisa tutte le
+volte che sentiva di aver torto. Così, imparando da suo padre, già a
+quattordici anni ella avrebbe potuto aspirare alla cerchia dove Dante
+condannò i violenti.
+
+Di lì a poco la Luisa s'era già concessa per semplice curiosità, senza
+lotta e senza amore, al primo scapestrato, che le aveva offerto un
+anellino e una cena al veglione. Costui veniva spesso dalla maestra
+stiratora a raccomandarle di dar l'amido più denso o meno azzurrino ai
+manichini e ai solini da collo. Un giorno regalò alla Luisa uno
+spillone d'acciaio in forma di stiletto per fermare il profluviante
+volume de' suoi capegli castagni. La Luisa aveva usato di quello
+stiletto per ferire malamente una compagna, di scuola, spintavi da
+subitaneo furore di gelosa picca. L'educazione paterna portava già i
+suoi frutti cruenti. Quella ferita, fatta in corpo scrofoloso e
+affetto da lue ereditaria, aveva tratto al sepolcro quella misera
+compagna, e la Luisa era stata condannata a due anni di carcere in
+grazia dell'età adolescente e della nessuna premeditazione.
+
+In carcere essa aveva compiuta la sua educazione di mariuola e quando
+ne uscì, ell'era in tutto il rigor del termine, una birba sconsacrata.
+
+* * * * *
+
+Immaginatevi ora una fanciulla di diciasette anni bella, poltrona,
+lasciva, scorbellata, che esce di prigione e che non vuole nè può
+tornare in casa paterna, dove non è rimasto che un babbo, ancora più
+briccone, più scioperato e più lascivo di lei. Sua madre, nel
+frattempo era morta; le anime buone, dicevano di crepacuore, le sue
+più intime amiche dicevano di catarro.
+
+Dal carcere, finita la pena, alla Luisa era toccato di andar difilato
+alla Questura; e più precisamente a quella sezione dell'ufficio, che
+provvede alla sanità pubblica e che ha l'incarico di sorvegliare la
+condotta delle fanciulle, che non avendo di che vivere, non pensano a
+mettersi un ditale sul pollice e un ago fra le dita. Là le venne
+domandato naturalmente, che cosa intendesse di fare della sua vita e
+in qual modo contasse provvedere alla propria esistenza?
+
+--Me lo dicano loro!--rispose la Luisa.--Io non lo so.
+
+--Noi non possiamo dir niente--rispose il delegato con un sorriso
+eloquente.--Noi siamo qui per sentire e non per insegnare. Non
+facciamo il maestro di scuola noi. Bisognerebbe però che prima di
+tutto tu ti trovassi un qualche galantuomo che venisse qui a
+rispondere per te. Allora saresti fuori immediatamente da tutti i
+fastidî.
+
+"Bravo--pensò la scorbellata--vuole dire ch'io mi faccia mantenere."
+
+--Ma dove vado a pescarlo, così sui due piedi, un galantuomo che
+voglia rispondere per una povera tosa che esce di prigione?
+
+--Prima di entrarci in prigione un amante lo avevi pure!--disse il
+delegato.
+
+--Ma ora non c'è più. Ha pensato bene di buttarsi nel tombone di San
+Marco, perchè era troppo contento d'esser venuto al mondo.
+
+--Cerca qualcun altro allora.
+
+--A questo c'avevo già pensato anch' io--riprese la Luisa--ma intanto,
+come faccio a vivere?
+
+--Ti sentiresti di poter tornare una buona figliola?
+
+--In che modo buona figliola?
+
+--Mettendoti ancora a lavorare!
+
+--Io sì--rispose la Luisa, mentendo; giacchè nel suo interno era g'ià
+scoppiato invece un _no_ risoluto e indiscutibile--Ma dov'è che potrei
+trovar da lavorare? Se me lo procurano loro lo piglio, se no, non
+saprei.
+
+--T'ho già detto, cara mia, che noi non facciamo di questi uffici. Non
+eri tu prima da una stiratora?
+
+--Oh, come lo sanno loro?
+
+--Noi si sa tutto. Tu eri già sul nostro libro prima di andar in
+prigione. Tu frequentavi le sale da ballo e qualche altro luogo anche
+peggio. Non è vero?
+
+"Ho capito"--pensò fra sè la Luisa.
+
+--Va a vedere se la tua antica maestra la ti volesse ripigliare. È una
+buona donna.
+
+--Io no, vede, e lei? Mi canzona? Dopo quello che è accaduto là in
+quella stanza?
+
+L'imagine della ferita, del sangue, delle grida e di tutto il
+trambusto ch'ella aveva suscitato il fatal giorno, le si affacciò con
+brusco assalto e impallidì.
+
+Il delegato capì e non insistette.
+
+--Vedi che cosa vuol dire a fare delle brutte azioni?
+
+--Ora quel che è stato è stato; la brutta azione me l'hanno anche
+fatta pagare carne salata, me l'hanno fatta.
+
+--Ricordati che sarai tenuta d'occhio dalle guardie.
+
+--Questo lo so senza che me lo dica. Se non ha altri moccoli, perch'io
+m'aiuti, posso fallare a morir di fame.
+
+--Cercati lavoro e non andar in volta di sera e ben poco anche di
+giorno. Capisci?
+
+--Già, e il lavoro verrà da sè stesso a cercarmi a casa mia, n'è vero,
+il lavoro? E intanto come farò a vivere?
+
+--Questo ti riguarda, _Arràngiati_.
+
+La Luisa continuava a far l'innocentina.
+
+--Cosa vuol dire _arràngiati_?
+
+--Non so nulla. Ma ricordati di non lasciarti trovar sola a scopar la
+strada, specialmente dopo il tramonto, se no le guardie ti
+arresteranno e ti condurranno qui da me.
+
+--Me l'ha già detto e ripetuto tre volte a quest'ora.
+
+E nella sua testa la Luisa aveva cominciato a mulinare al mezzo di far
+cascare il delegato in una frase scandalosa. Ella si sentiva in
+confuso, una gran voglia di far risaltare la così detta immoralità
+nella bocca di quell'impiegato dei Governo. Voleva che fosse proprio
+lui a dirle di pensare a vendersi senza tanti scrupoli, e a fare la
+sgualdrina.
+
+--Io le torno a domandare chi è intanto che mi darà da mangiare?
+
+--Oh!--scoppiò finalmente a dire il delegato che non sospettando non
+stava in guardia, ed era anche un po' ammaliato dal bel viso di
+lei--credi tu che io sia un imbecille, da venir qui a farmi la
+bambina, dopo essere stata due anni in prigione? Chi t'ha a dar da
+mangiare? Ma, il primo messere che abbia due occhi in capo, dieci lire
+al giorno da spendere... sacrr...--e qui giù una specie di bestemmia
+da regio impiegato--e a cui piaccia il bel sesso. E quando il messere
+sarà deciso a fare sicurtà per te, conducilo qui che io ti cancellerò
+subito dal libro.
+
+--Ora sono soddisfatta--sclamò la Luisa che c'era riuscita.--Basta
+così!
+
+Il delegato, che la guardava con compiacenza, s'accorse allora dal
+sorriso maligno di lei, ch'ella era persuasa d'aver riportata su di
+lui una piccola vittoria.
+
+Essa c'era riuscita!
+
+E infatti pensava lei a un dipresso: "È il direttore d'una sezione di
+Questura, è il rappresentante della morale pubblica, è l'ufficiale del
+governo italiano che m'ha detto di andar alla perdizione. Io farò il
+mestiere per obbedire al commissario. Se fosse altrimenti, egli
+penserebbe piuttosto a procurarmi del lavoro. Egli mi lascia in balìa
+di me stessa, e sa pure che io di lavoro nè posso, nè voglio trovarne,
+mentre egli sa che di messeri, anche senza il suo parere, ne troverò
+finchè sarò stufa."
+
+La Luisa, uscita di là, si mise dunque in cammino per obbedire al
+delegato. Essa dava ascolto alla legge, essa si uniformava ai
+regolamenti di Questura: _Non caste sed caute!_ Così che, se fosse
+anche stato il caso di dover fare il brutto mestiere contro voglia e
+contro coscienza--ciò che non era--la si sarebbe trovata come si dice
+colle spalle al muro. Se non che la coscienza e la voce dell'onore
+nella Luisa era un bel pezzo che tacevano. Anch'essa, come Nanà,
+quantunque in un grado molto più volgare e più perverso, non sentiva
+più in corpo che tre grandi inclinazioni molto serie e molto spiccate:
+quella di non lavorare, quella di far all'amore e quella di non morir
+di fame.
+
+E, quanto alla terza, via! non si saprebbe davvero da qual parte farsi
+per dare tutto il torto a lei sola. Il diritto non le può essere
+contestato!
+
+* * * * *
+
+Non aveva mossi un centinaio di passi fuor dall'ufficio di Sanità, eh'
+ella s'accorse d'essere pedinata. Non sapeva bene se erano due o tre,
+perchè non li vedeva e non si voltò indietro; ma se li sentiva, come
+per intuizione, nella schiena.
+
+Si fermò a guardare in una vetrina di modista per lasciarli passare e
+sapere almeno se erano gobbi o sciancati, giovani o vecchi. E volgendo
+il viso per guardarli, passati che furono, scorse dal canto della via,
+spuntare una donna, un'antica conoscenza, una certa sôra Marianna, la
+quale teneva sotto il braccio un enorme fardello e veniva un po'
+barcollando verso di lei, col sorriso che dava a vedere come l'avesse
+già ravvisata da lungi.
+
+Quando le fu d'accosto:
+
+--_Centini mundi!_--sclamò questa; la era una sua esclamazione
+particolare.--Finalmente che la possiam rivedere, la possiamo, questa
+nostra bellezza! Dove diamine la è stata tutto questo tempo?
+
+Sapeva la vecchia che la Luisa era appena uscita di prigione? Le aveva
+fatta la domanda con malizia e per umiliarla, oppure non ne sapeva
+nulla?
+
+La Luisa, a buon conto, fece la prima supposizione, e rispose non
+arrossendo e con una specie di impertinenza:
+
+--Sono stata a Parigi! E lei, dove va con quel fagotto?
+
+--Eh, sa bene! Le solite miserie. Vado a mettere in collegio un po' di
+roba, perchè è bene che impari anche lei a stare al mondo.
+
+In lingua il _bisticcio_ della Marianna non regge; in dialetto fece il
+suo immancabile effetto, e la Luisa ne sorrise malinconicamente.
+
+In dialetto, _monte_ e _mondo_, hanno lo stesso suono.
+
+--Anche lei!--disse la fanciulla.--Non c'è dunque che miseria a
+Milano?
+
+--Che vuole, cara Luisa! E lei?
+
+--Io? Io, come la mi vede, non so oggi come pranzare.
+
+--Possibile!--sclamò la signora Marianna coll'accento incredulo.--Una
+bella tosa pari sua? _Centini mundi!_ S'io fossi in lei, vorrei
+domandar se Milano è da vendere. Lei non ha a far altro che metter giù
+il suo bravo grembiale e star lì a veder i merli a fioccarvi dentro
+colle mani piene di bigliettoni bianchi, rossi e verdi.
+
+--Me lo disse poc'anzi anche il...
+
+Voleva dire il delegato, ma troncò la frase.
+
+La vecchia però aveva già mangiata la foglia.
+
+--Oh, diamine! Le toccò di andar laggiù?
+
+La Luisa si morse le labbra. Pel gusto di ponzare la sua piccola idea
+di ribellione ironica contro le incumbenze del delegato e contro la
+morale pubblica, essa aveva svelato il brutto segreto.
+
+--M'ha mandato a chiamare per sapere come faccio a vivere dopo il mio
+ritorno da Parigi, perchè ha saputo che vivo sola.
+
+--Io ne avrei uno che sarebbe un portento per lei--disse la vecchia
+strizzando l'occhiolino.
+
+--Di che cosa?--domandò la Luisa fingendo di non capire.
+
+--Un messere, _centini mundi!_ Chi vuol che sia?
+
+--Chi è desso?
+
+--È un banchiere.
+
+--Giovane?
+
+--Ecco--disse la Marianna--per giovine non è giovine di primo pelo, ma
+però è benissimo conservato, e ricco.
+
+--Quanti anni avrà, insomma?
+
+--Io non gli darei più di sessant'anni o sessantadue.
+
+--Oh, che strega!--sclamò la Luisa, scoppiando a ridere.--Mi parla di
+primo pelo! Non è nè di primo, nè di secondo!
+
+--È meglio anzi che sia un uomo posato... un uomo che ha già fatta la
+sua carovana.
+
+--Sì, sì, non dico, ma quanto al primo pelo... _màghero!_
+
+--È capace di farle una posizione.
+
+--Crede lei che vorrebbe rispondere per me là da quel caro direttore?
+
+--Questo poi non lo so, perchè è ammogliato.
+
+--Anche ammogliato!--sclamò la Luisa. Poi riprese:--Meglio allora!
+
+--Sicuro che è meglio. Dà minor fastidio. Lo si può tener in gambe,
+comprometterlo, levargliene quanti si vuole. E poi si è più libere di
+tenersi il candelliere e il capriccio; si ha sempre il coltello per
+il....
+
+--Bene, bene, queste cose le penso anch'io--interruppe la Luisa un po'
+duramente. Quella benedetta parola di coltello, poco o molto, la
+faceva sempre trasalire, anche quando era pronunciata in una figura
+rettorica.
+
+--Dove si potrebbe vederlo questo banchiere di... terzo pelo?
+
+--In casa mia, se vuole.
+
+--Lei sta ancora laggiù?
+
+--Sì, cara.
+
+--E quando?
+
+--Magari domani. Il tempo di avvisarlo.
+
+--A che ora?
+
+--A mezzogiorno.
+
+--Bene, domani a mezzogiorno sarò da lei.
+
+E si lasciarono.
+
+* * * * *
+
+La Luisa si spiccò di là, e vide sul canto della via che uno de' suoi
+pedinatori stava ad aspettarla.
+
+Quand'essa gli passò dinanzi, egli le fe' tanto di cappello. La Luisa
+rispose con un modesto chinar del capo. L'altro, che era appunto il
+marchesino Sappia, le si mise accanto.
+
+--Si potrebbe aver l'onore di sapere, bellissima creatura, dove siete
+diretta?
+
+--Lei è ben curioso!
+
+--Io faccio come il dottor Faust con Margherita, e vi domando il
+permesso di accompagnarvi a casa.
+
+--Non posso darglielo--rispose la Luisa, che, piena di appetito, aveva
+già messo l'occhio sul suo moscone per farsi pagare da pranzo.
+
+--Perchè non può darmelo?
+
+--Se io le ripetessi che lei è assolutamente troppo curioso, che cosa
+mi risponderebbe?
+
+--Che la curiosità è la madre della voglia di sapere.
+
+--Lei è forse uno di quelli che scrivono sui giornali?
+
+--No, no--rispose il Sappia ridendo.--Ma perchè questa domanda?
+
+--Perchè lei mi parla molto difficile. Che so io? Poc'anzi era il
+dottor Faust e Margherita, e ora è la madre della voglia....
+
+--Bene, parlerò più facile. Come avete nome?
+
+--Ho nome... ho nome Aquilina. Ma non permetto che mi si dia del voi.
+
+--Vi darò del lei. Aquilina, bel nome! Nome superbo, e portato da una
+donna adorabile.
+
+--Me l'hanno detto degli altri.
+
+--E se io desiderassi di fare la sua conoscenza, bellissima Aquilina,
+me ne darebbe lei il permesso?
+
+--Mi par bene che stiamo facendola....
+
+--Sì, ma io dico... una conoscenza un po' più intima... a quattrocchi.
+
+--Non si rifiuta mai la conoscenza d'una persona educata come lei.
+
+--In casa sua dunque non ci si può venir davvero?
+
+--Per ora no. In seguito non dico. Ora io vado a pranzo. Quest'oggi si
+potrebbe tutt'al più trovarsi alla stessa tavola a pranzo.
+
+--E se io la invitassi a pranzare con me fuori di Porta?
+
+--Dove, per esempio?
+
+--Non saprei.... All'Isola Bella.
+
+--No--rispose la Luisa--all'Isola Bella c'è troppa gente; piuttosto al
+Giardino d'Italia.
+
+--Allora ci possiamo andar subito. Sono ormai le quattro e mezza.
+
+--Come vuole.
+
+Il Sappia fece un gesto ad un cocchiere di vettura pubblica, che
+passava col legno vuoto. Vi montarono, e via pel Giardino d'Italia.
+
+Come si vede, la Luisa obbediva largamente al delegato. Essa coglieva
+due piccioni ad un favo.
+
+Aveva trovato un probabile messere e aveva azzeccato il pranzo di quel
+giorno.
+
+* * * * *
+
+--Sapete, bella Aquilina--disse il Sappia quando fu seduto a tavola
+colla Luisa al Giardino d'Italia--che voi assomigliate in un modo
+spaventevole ad un'amante che io ho avuto or ora a Parigi?
+
+--Davvero? Ciò mi rende orgogliosa!
+
+--Naturalmente voi non siete ancora a quel punto....
+
+--Oh, lo credo!
+
+--Quella era una _cocotte_ sì, ma una cocotte gran dama.
+
+--Ho capito!
+
+--Ha nome Teresa, ma tutti a Parigi la chiamano Nanà. Non ha meno di
+trentamila franchi al mese, ed è sempre in miseria.
+
+--Vuoi dire che li spendeva.
+
+--Sicuro!
+
+--Ah, in questo poi non vorrei assomigliarle.
+
+--Vediamo, Aquilina. Voi mi piacete in modo enorme. Ci sarebbe
+speranza di intenderci? Io non v'ho ancora detto il mio nome; sono il
+marchese Sappia. Io vorrei fare di voi una seconda Nanà.
+
+--Che non spende trentamila franchi al mese, però.
+
+--Ah, naturale! Tutto dev'essere in proporzione. Milano fa trecento
+mila abitanti coi Corpi Santi, Parigi ne fa un milione e mezzo; cinque
+volte tanto. A Milano, una fanciulla come voi può col quinto di
+trentamila franchi al mese, che sono sei mila far la signora come Nanà
+a Parigi.
+
+--Questo poi non credo. Sei mila franchi sono una miseria anche a
+Milano.
+
+--Ah, ah! Avete delle idee in grande, voi.
+
+--Voi ci tenete ad essere solo?
+
+--Perchè questa domanda?
+
+--Ponete che io sia già impegnata con un vecchio, che non vi potrebbe
+dare ombra di gelosia. Ponete che io sia qui con voi perchè mi siete
+simpatico....
+
+--Grazie, Aquilina. Non ne dubitavo
+
+--Io so bene che voi non vorreste che io fossi vostra amante _gratis_,
+n'è vero?
+
+--Neppur per sogno.
+
+--Se voi non avete difficoltà che il vecchio continui la mia
+relazione, voi diventerete il mio amante di cuore. Mi farete qualche
+regalo e tutto sarà detto.
+
+--Accettato.
+
+--Allora vi dirò che io non mi chiamo Aquilina, ma mi chiamo Luisa.
+
+E così era avvenuto il contratto del loro matrimonio morganatico.
+
+* * * * *
+
+Il marchesino uscì dalla casa di Luisa verso le nove del mattino del
+giorno dopo. A mezzodì in punto, la fanciulla montava le scale della
+Marianna.
+
+Il vecchio banchiere non si fece aspettare; dopo mezz'ora di
+conversazione, trovò che la Luisa era la creatura che pareva creata
+apposta pe' suoi fini reconditi; le fece delle discrete proposte, ed
+essa le accettò subito anche quelle, senza farsi pregare: giacchè
+l'appetito non c'era verso, che non ritornasse ogni mattina e ogni,
+sera a persuaderla che bisognata dar ascolto al delegato. Così in
+breve la scarcerata di fresco fu accasata come una signora, in mezzo a
+mobili propri, con due assegni mensili, che uniti ne facevano uno più
+grosso di quello d'un consigliere di Cassazione e che le venivano dal
+Sappia e dal banchiere, il primo dei quali era l'amante _en titre_,
+l'altro lo spunta-pesi segreto.
+
+Poco prima che Enrico O'Stiary giungesse a Milano, essa aveva finto di
+piantare in asso il vecchio banchiere, per farsi maggior merito presso
+il suo amante scoperto. Ma in fatti essa era legata al vecchio peggio
+di prima e da ben altri legami che non fossero i legami dell'amore.
+
+* * * * *
+
+--Buona sera, Nando--diss'ella al Sappia, che era entrato con Enrico
+O'Stiary.
+
+E intanto aveva diretta un'occhiata curiosa all'amico che stava dietro
+di lui un po' in disparte.
+
+--Buona sera, Gigia--rispose il marchesino, e volgendosi tosto verso
+il conte, ripigliò:
+
+--T'ho condotto il mio giovine amico, il conte O'Stiary, che farà in
+tua casa i primi passi al mal costume.
+
+Enrico strinse la mano che la Luisa gli porse; e l'indispensabile
+vermiglio, che accompagna quasi sempre il primo passo al malcostume,
+si pinse sulla fronte del giovinetto.
+
+La Luisa lo invitò a sederle accanto.
+
+--Spero bene--cominciò dessa--che Nando le avrà detto, che qui da me
+sono banditi i complimenti. Dunque la metta giù il suo cappello,
+giacchè il mio motto è _sans gêne_. Ma quasi mi scordavo di presentare
+a questi signori; il signor Silvestro Bonaventuri aiutante di... e il
+signor Paganino di Genova.
+
+I due nominati s'inchinarono. O'Stiary fece altrettanto.
+
+--Lei è uscito da poco dal collegio, non è vero?
+
+--Ora torna dal campo.
+
+--Dal campo!... A proposito--disse levandosi; ma disse quell'a
+proposito precisamente a sproposito, giacchè ciò che stava per metter
+fuori non c'entrava per nulla col campo--Cominciate a fare anche voi
+altri il vostro dovere qui su questa lista. Vi avviso che non voglio
+rovinarvi però. Non accetto meno di venti franchi, ma non accetto
+neppure più di cento franchi.
+
+--Così dicendo, la Luisa aveva levato da un tavolino una borsa, una
+lista, ed un _lapis_ che presentò colla bocca aperta al Bonaventuri.
+
+--Che cos'è?--domandò questi con aria un poco sorpresa.
+
+--Ho fatto voto, che tutti quelli che i quali metteranno il piede in
+questa sala, dal primo all'ultimo del mese, dovranno per una volta
+almeno aiutarmi a fare un'opera buona. È una colletta per una povera
+famiglia che muore di fame.
+
+--Volontieri--rispose il Bonaventuri.--Che cosa debbo fare?
+
+--Scrivere su questa lista il vostro riverito nome e cognome, colla
+cifra che intendete di mettere in questa borsa, per la mia
+irresponsabilità.
+
+E guardò con un bel sorriso in faccia a O'Stiary.
+
+--Spero la mi permetterà di avere anch'io questo piacere di far del
+bene in sua collaborazione--disse Enrico traendo di tasca il
+portamonete.
+
+--Veramente, per la bella prima volta!--sclamò ridendo la Luisa--è un
+po' da sfacciata!
+
+--Faremo dunque il male in mezzo--fece il Bonaventuri parlando
+forte.--Ecco i miei cinquanta franchi.
+
+--Ed ecco i miei--soggiunse il Paganino da Genova, mettendo i suoi
+cinque biglietti da dieci nella borsa.
+
+Il povero Enrico fa sopraffatto da uno sgomento indicibile. Egli aveva
+pensato in cuor suo di non dare che venti lire, e capiva che bisognava
+metterne cinquanta come gli altri, e temeva di non averli nel suo
+portamonete. Dei cento franchi della mezza mesata sborsatagli dal
+tutore, e che dovevano servirgli per quindici giorni, gli pareva di
+averne già spesi in guanti, in profumerie, in gingilli, in mancie e al
+caffè, una metà abbondante. Non sapeva bene quanto gli restasse nel
+portamonete, ma temeva d'essere a corto. Guardò trepidando in esso, e
+con lieta sorpresa vi trovò appunto i cinquanta franchi che parevano
+lì apposta contati. Non gli rimaneva più che un bigliettino sudicio da
+cinquanta centesimi, che rimase là unico e vergognoso, come una
+protesta contro la lèsina del tutore.
+
+--Ed ecco i miei--ripetè anche lui mettendo l'obolo nella borsa di
+Luisa, che lo ringraziò col suo più splendido sorriso.
+
+"Spero bene--pensò--che il tutore non mi vorrà mangiare se gli
+racconterò che ho dato cinquanta franchi a scopo di beneficenza--pensò
+Enrico, dopo che la Luisa lo ebbe ringraziato.--"Io non potevo dar
+meno di Paganino e di Bonaventuri, che devono essere meno ricchi di
+me."
+
+* * * * *
+
+Poco dopo entrarono nuovi visitatori. Erano il signor Ciambelli colla
+Romea, un fuseragnolo di donna, con due occhi discreti e una
+carnagione che arieggiava la porcellana colorata, per amor
+dell'intonaco ch'ella si praticava sul viso.
+
+Ciambelli, suo amante, un pancione nero come un croato, le aveva messa
+su una _buvette_, dove la Romea troneggiava dal suo banco, chiamando,
+col desio e colle occhiate lunghe, i passanti, che non volevano
+saperne di entrare nella di lei bottega a bevere l'amaro prima di
+andare a pranzo.
+
+La Romea era una sgualdrina come tante altre, ma la si teneva
+ingenuamente in conto di donna onesta, e parlava delle mantenute col
+disprezzo d'una principessa!
+
+Quanto la godevano per questa pretesa le sue poche pratiche!
+
+A un certo punto si parlò di far un piccolo taglio di macao. La Luisa
+sulle prime fece finta di opporsi, ma poi, vedendo che tutti erano del
+parere fece recar le carte e lasciò che giuocassero.
+
+Enrico, un po' per timidezza, un po' per innata ritrosia, ma
+sopratutto perchè non voleva far vedere d'essere corto a quattrini
+stava in disparte.
+
+Sappia gli andò vicino:
+
+--Non fai conto di giuocare tu?
+
+--Ma... non ho voglia.... Non sapevo che si giuocasse.... È meglio che
+stia a vedere...
+
+--Ti pare? Il più giovine della brigata, far la figura del più
+vecchio? Mi faresti sfigurare. Ricordati che questa sera comincia a
+formarsi la tua riputazione di gentiluomo e di uomo di mondo. Bisogna
+che tu provi un po' di tutto, in società, se vorrai starci bene, e se
+vorrai poter educare con cognizione di causa i figli che avrai dalla
+signorina Elisa.
+
+Enrico si fece tutto rosso in viso.
+
+--Che c'entra? Come sai? Chi t'ha detto?
+
+--Noi sappiamo tutto--sclamò con aria di mistero il marchesino.
+
+--Ma io ho ben poco danaro con me... non sapevo.
+
+--Se non è che questo ti servo subito. Figurati! E schiuso il
+portamonete ne trasse un biglietto da cinquecento e lo diede a Enrico
+dicendo:
+
+--Quando non ce n'è più, ce ne sarà ancora.
+
+Avrebbe potuto rifiutarsi ancora il nostro collegiale garibaldino?
+
+Andò al tavolo verde.
+
+* * * * *
+
+Dopo mezz'ora egli aveva perduto fino all'ultimo i suoi cinquecento
+franchi.
+
+La Romea gliene aveva beccati fuori la metà.
+
+Sappia gliene prestò subito altri mille.
+
+Il demonio del gioco lo aveva già preso alla strozza.
+
+A mezzanotte il disgraziato aveva perduto i mille e giocava già
+disperatamente sulla parola.
+
+Al tocco dopo mezzanotte il Sappia si levò dal tavoliere, e disse:
+
+--Mi pare ora di andarcene.
+
+--Facciamo i conti--gli disse Enrico che appena cessato l'incanto e
+l'emozione si trovò di aver indosso una febbre indiavolata.
+
+Fatti i conti trovarono di avere perduto fra tutt'e due seimila e
+trecentoventi franchi. Enrico ne doveva mille e cinquecento all'amico,
+mille e duecento a Silvestro Bonaventuri, e trecento alla Romea,
+
+Il povero giovinetto era così confuso di dover danaro perfino ad una
+donna, era così spaventato, così abbacinato dalla perdita, dal timore
+di non poter il giorno dopo farsi onore nelle ventiquatt'ore, dello
+spavento che il tutore e la Elisa venissero a sapere la sua scappata,
+che quasi quasi ne piangeva a calde lagrime.
+
+Il Sappia dovette scuoterlo più volte.
+
+--Ma domani come si fa? Pensa che debbo trecento franchi anche alla
+signora Romea.
+
+--Ci penso io--gli rispose l'amico.--Non seccarti. In ogni caso la
+Romea ne deve a me cinquecento da sei mesi, che non me li ha mai
+restituiti.
+
+Preso poi in disparte il Bonaventuri, che conosceva, per quel tanto
+che si conoscono certe persone:
+
+--Favorisca--gli disse--a indicarmi dove ella sta di casa.
+
+--Oh--sclamò il Bonaveuturi, come schermendosi--la si figuri; ha tutto
+il tempo; lei è padrone di tutta la mia sostanza...
+
+"Buono a sapersi" pensò il Sappia fra se.
+
+* * * * *
+
+Enrico quella notte non chiuse occhio e fece il più inviolabile
+proponimento di non giuocare mai più.
+
+Nella ingenua purezza della sua coscienza di vent'anni, egli sentiva
+di quel fatto un rimorso indicibile.
+
+A mattina andò dal tutore e gli spiattellò senza reticenze la sua
+avventura della sera innanzi.
+
+La fu una scena di inenarrabile delusione per lui, una tempesta di
+maggio, un finimondo.
+
+Il tutore gli fece una parrucca che non finiva più. Egli era un di
+quegli uomini che non crederebbero di far il loro dovere se non quando
+s'accorgono d'avere ben tormentata la loro vittima. Essi hanno nelle
+vene, io credo, un po' di sangue di Torquemada. Questo modo di
+educare, essi lo chiamano _saggezza_. E certo se facesse l'effetto di
+render saggio meriterebbe quel nome; ma siccome non ottengono invece
+che quello di seccare dovrebbe esser chiamato _seccatura_.
+
+Allo stringer dei nodi il tutore si rifiutò perfino di pagargli quel
+primo debito di giuoco.
+
+Enrico non sapeva più in che mondo si fosse. Corse a trovare il
+marchese d'Arco.
+
+Questi ascoltò in silenzio il racconto e le giustificazioni del
+giovinetto; poi senza dir motto si levò, andò al suo scrigno, ne
+abbassò l'imposta, tirò fuori un cassettino, ne trasse tre bei
+biglietti da lire mille e li porse al giovinetto dicendogli questa
+sola frase:
+
+--Ma cerca di non giuocare mai più se ti è possibile!
+
+Enrico da quel tratto restò assai più confuso che non lo fosse stato
+prima dalla lavata di capo e dalle smanie esagerate del suo tutore.
+
+--Oh, marchese, come è buono lei!--sclamò il giovine buttandosi al
+collo del vecchio e baciandolo sulle labbra.
+
+--Mi prometti sul tuo onore che non giuocherai più? ripigliò
+sorridendo di gioia e dopo un certo silenzio il marchese.
+
+--Sì, glielo prometto in parola d'onore e colla sicurezza di mantenere
+la mia promessa.
+
+--Tu devi sapere Enrico, che a' miei tempi ho giuocato molto anch'io.
+Allora il giuoco era di _bon ton_, non era proibito, lo si faceva in
+pubblico. Il governo straniero usava di questo mezzo per
+demoralizzarci, per distoglierci dalle idee di patria e di
+indipendenza. Vedi dunque che ti parlo con cognizione di causa. Fin
+d'allora mi capitava sempre, che perdendo, io pagava puntualmente
+entro le ventiquattr'ore il mio debito; ma se vincevo pochi lo
+pagavano a me.
+
+--Possibile?
+
+--Possibilissimo mio caro Enrico. Credilo pure; la gente che paga i
+debiti di giuoco non è a questo mondo che un decimo di quella che non
+li paga. Questa almeno è la statistica della mia dolorosa esperienza!
+Non so se gli altri saranno stati più fortunati di me nella loro vita.
+Ma è così! Ora capisci bene. Se tu quando perdi sei certo di dover
+pagare, e quando vinci sei certo di non essere pagato che dieci volte
+su cento... la cosa diventa molto seria. Sarebbe necessario perchè tu
+restassi almeno in pace che vincessi novantacinque volte su cento; il
+che assolutamente non è possibile avvenga. Hai fatto bene dunque a
+promettermi che non giuocherai più.
+
+E qui si mise a parlargli di tutt'altro.
+
+Il marchese artista nell'anima tempestava Enrico di domande sulla sua
+posizione, sulla pittura, sulle sue idee circa le due scuole, sulle
+sue speranze di farsi un nome, sull'avvenire sognato.
+
+Enrico s'accalorò in quel dialogo. Il marchese godeva enormemente a
+sentirlo parlare così modesto, così schietto, così sincero e così
+pieno di illusioni.
+
+--Ma non credi tu--gli disse a un certo punto--che il positivismo, il
+realismo e la democrazia abbiano a uccidere l'arte?
+
+--Ah, marchese, al contrario! L'esaltazione del popolo sarà
+l'esaltazione dell'arte.
+
+Il marchese crollava il capo sorridendo.
+
+--Ah, entusiaste!
+
+--Non lo crede lei?
+
+--Io no davvero,--rispondeva il marchese.--Il popolo, e per popolo
+m'intendo quella parte della popolazione d'un paese che si stacca
+dall'aristocrazia illuminata e dalla borghesia ricca e studiosa, il
+popolo non sente bisogno dell'arte, nè la capisce. Mancando
+assolutamente di sentimento estetico come vorresti tu ch'essa amasse
+il bello nelle sue manifestazioni?
+
+--Eppure se c'è un'esposizione di quadri e di statue vi accorre...!
+
+--Il popolo no, non se ne cura. La statistica della affluenza del
+pubblico alle esposizioni parla chiaro. In ogni modo anche i pochi che
+ci vanno non vi sono attirati dal bisogno di ammirare il bello, ma
+dalla curiosità di veder nei quadri dei fatti interessanti, allegri o
+pietosi. Il quadro sarà pessimo come arte, ma rappresenterà qualche
+fatto ben volgare, ben chiaro, che squadri al popolo? Sarà il
+prediletto da lui. Esso non s'accorgerà che artisticamente parlando il
+quadro è uno sgorbio, un abbominio. Il popolo non monta verso l'arte
+se non quando l'arte discende giù fino al volgo. E il naturalismo
+stesso, l'impressionalismo, di cui tu mio caro Enrico, ti dichiari
+seguace e cultore, non è forse l'arte che abdica in favore dei grossi
+istinti del volgo?
+
+Enrico era impaziente di andar a pagare i debiti fatti la sera prima.
+Erano i primi debiti di sua vita e gli rimordevano la coscienza. Diede
+dunque ragione al marchese e se ne andò ringraziandolo di nuovo con
+espansione.
+
+Prima di spiccarsi dal suo vecchio amico, questi aveva cavato da una
+cartella che stava sulla tavola un foglio di carta e accostando alla
+mano di Enrico il calamaio gli aveva detto:
+
+--Scrivimi qui la ricevuta e la promessa di non più giuocare.
+
+Enrico si dichiarò debitore delle tremila lire al marchese e promise
+nella ricevuta di restituirgliele quando fosse andato in possesso
+della propria sostanza.
+
+Della mesata insufficiente fissatagli dal tutore non si fiatò. Non si
+ricordò di parlarne.
+
+Il marchese non gli aveva neppur lasciato il tempo di spiegare la
+cosa, e quando Enrico s'era trovato esaudito, col danaro in mano,
+s'era scordato di entrar in quell'argomento.
+
+Enrico corse a casa di Sappia, a cui raccontò il rabbuffo e la
+crudeltà del tutore e il bel tratto del marchese d'Arco. Volle andar
+egli stesso nella bottega della Romea, a portarle i suoi trecento
+franchi, che gli bruciavan le dita e dovette spenderne un'altra
+quarantina di giunta, in bottiglie _di champagne_, ch'essa gli
+appioppò senza che lui, timido ancora, osasse di rifiutarle.
+
+Poi, con Sappia, ritornò a casa.
+
+--Parlerò io al tuo signor zio antidiluviano--aveva sclamato il Sappia
+quando Enrico gli aveva raccontato del fiero rabbuffo avutone.--Lui li
+chiama _minuti piaceri_? Altro che minuti! Impercettibili,
+microscopici... piaceri!
+
+Il notaio a stento acconsentì di portar l'assegno di Enrico da
+duecentocinquanta a trecento franchi al mese.
+
+--Domando io caro signor marchese--gli disse congedandolo, e colla più
+profonda convinzione di dir cosa sensata ed onesta--domando io come
+potrà mai arrivare a spendere più di otto franchi al giorno fuori di
+casa?
+
+--Nei mesi di trentun giorni e negli anni bisestili--disse il Sappia
+con una finissima ironia che il tutore si guardò bene dal notare--gli
+otto franchi al giorno sì può calcolare che diventino soltanto sette e
+novantadue centesimi.
+
+--Ho fatto un buco nell'acqua--diss'egli tornato che fu all'Enrico, il
+quale non s'aspettava nemmeno i cinquanta franchi d'aumento--Bisogna
+che tu faccia la lite al testamento di tuo padre, che ti ha voluto
+tener sotto a quel mastodente fino ai ventiquattr'anni; se no finirai,
+col rovinarti moralmente e materialmente, te lo dico io!
+
+--No--rispose Enrico.--Prima di tutto io non vorrei fare questa lite,
+neppure nel caso che non offendessi l'ultima volontà e la memoria di
+mio padre. In ogni modo, dato che il tribunale mi desse torto, io
+sarei perfettamente rovinato, giacchè avrei fatta opposizione; e tutta
+la sostanza andrebbe ai gesuiti che stanno aspettando al varco la
+preda, È meglio ch'io mi stia ai primi danni.
+
+* * * * *
+
+Così erano passati circa due anni, e a dispetto dei trecento franchi
+al mese, Enrico O'Stiary era diventato uno dei giovani più brillanti
+di Milano. Cavalcate, scarrozzate, scherma, cene, club, ballerine, e
+pur troppo di nuovo, il giuoco--nel quale era ricascato con vivo,
+quantunque inutile rammarico, con profondo, ma pur vano rimorso--erano
+le occupazioni delle sue giornate e delle sue notti. E la povera Elisa
+trascurata, infelice, ma orgogliosa nel suo dolore s'era fatta intanto
+donna.
+
+Il tutore non badava più all'Enrico.
+
+Disperava di cambiargli la testa. "Chiudeva un occhio per non
+inquietarsi" come diceva lui.
+
+Il marchese d'Arco dal canto suo, il quale vedeva il suo giovane amico
+far la vita del gentiluomo, e non s'era curato mai di sapere quale
+somma il tutore gli avesse fissato pei minuti piaceri, era ben lontano
+dall'idea ch'egli si stesse rovinando a bagno maria. Egli poi non
+sospettava che Enrico si fosse rimesso a giuocare. Gli sarebbe parso
+fargli uno sfregio pensando che un'O'Stiary avesse potuto mancare così
+alla parola d'onore.
+
+Quando si trovavano parlavano d'arte, di cavalli, di politica, e le
+miserie umane le lasciavano da parte.
+
+Enrico dal canto suo, si guardò bene dal ricorrere un'altra volta al
+marchese per denaro, e lo schivava come un rimorso. Il Sappia pensava
+largamente a tutto. Suo padre e sua madre gliene davano in una certa
+abbondanza, ed egli aveva un credito grande presso gli usurai! E anche
+lui--lo sciagurato--faceva delle orribili operazioni a babbo morto!
+
+Ma era venuto un bel giorno che anche il Sappia erasi trovato nella
+necessità di chiedere danaro ad Enrico.
+
+Il povero giovine gli avrebbe data la vita, ma non aveva che i suoi
+duecento franchi al mese.
+
+Risolse di farla finita col tutore; di parlargli fuor dei denti, di
+ottenere insomma quello a cui gli pareva di aver diritto.
+
+Ci pensò un paio d'ore, poi piuttosto che aver a fare con don Ignazio
+si aperse alla balia.
+
+La balia gli aveva detto di avere dodicimila lire alla Cassa di
+risparmio.
+
+Non lasciò che l'Enrico terminasse la frase; corse per quanto glielo
+permettevano i settantanni nella sua camera, e portò al contino le
+dodicimila lire in tre bei libretti puliti e fiammanti ch'era un
+piacere a vederli.
+
+--Ma no, non voglio, non voglio--diceva Enrico colle lagrime agli
+occhi.
+
+La balia alzò la destra, e con una specie di entusiasmo, sclamò:
+
+--Ma non è forse roba sua codesta? Quale uso più degno potrei fare di
+questo danaro... io che non ho più nessuno al mondo?
+
+* * * * *
+
+Pochi mesi dopo convenne di nuovo rivolgersi altrove.
+
+Il tutore, quand'ebbe messa da parte del tutto la speranza di vedere
+il conte far giudizio, pensando al giorno ormai vicino in cui gli
+sarebbe toccato rassegnargli la sostanza taglieggiata e forse perduta,
+intieramente aveva cominciato a cercarsi dattorno un altro sposo per
+la sua Elisa, che già aveva trascorso il diciottesimo anno.
+
+Egli comandò a sua moglie di far di tutto per disingannarla nel caso
+ch'ella nutrisse ancora qualche speranza di diventare la moglie del
+contino e si mise a sparlare a tavola del suo pupillo e a tentar di
+metterglielo in mala vista.
+
+Ma egli non pensava che dieci anni di pensieri e d'illusioni
+accarezzate non si distruggono in un giorno!
+
+L'uomo adatto, del resto non tardò a presentarglisi sotto la miglior
+luce del mondo. Era Aldo Rubieri--che s'era fatto un bel nome e una
+bella sostanza, e che quantunque artista, parve al babbo un modello di
+uomo serio e un marito esemplare.
+
+* * * * *
+
+Chi mai avrebbe detto a Enrico O'Stiary che quei cinquanta franchi da
+lui con lieto animo versati nella borsa di Luisa a titolo di
+beneficenza la sera d'un giorno d'autunno del 1866, dovessero essere
+il primo anello di una lunga e disastrosa catena di sagrificî, di
+spese, di perdite, di debiti, di rovesci, che lo dovevano condurre tre
+anni dopo, quando egli era lì lì per aver la piena disponibilità della
+propria sostanza, ad essere un uomo rovinato?
+
+Ma sopratutto chi gli avrebbe detto che la causa principale, la causa
+effettiva del suo rovescio, non doveva essere nè l'amico Sappia, non
+doveva essere la Luisa, non doveva essere il giuoco, ma piuttosto la
+gretta protervia del suo tutore, che aveva negato fin dal principio di
+fissargli quel tanto, che nella sua posizione era necessario?
+
+
+
+
+II.
+
+
+Aldo Rubieri, nel tempo che aveva molti debiti e poche commissioni,
+abitava fuori di una porta della città. Si era fatto corpisantino, e
+là nel sobborgo, teneva abitazione e studio. Pagava una miseria di
+affitto, e dalle sue finestre vedeva d'estate molto verde, e
+d'inverno, se fosse nevicato, molto bianco.
+
+Quando poi diventò poco meno di celebre, ed ebbe soddisfatti i suoi
+pazienti ed onesti creditori, egli si era talmente affezionato a
+quella residenza che non aveva più voluto venir in città, quantunque
+l'aria assai democratica, che tirava nel sobborgo non fosse quella
+delle sue convinzioni assai moderate.
+
+Comperò dunque la casetta, e in essa si creò il suo nido dell'arte e
+della vita.
+
+Lo studio, che solo conservò tal quale, era per lui popolato da tutte
+le imagini, da tutte le finzioni, da tutti i progetti della sua
+geniale fantasia; memorie imagini, finzioni che gli avevano
+procacciata l'ambíta fama e la invidiata agiatezza.
+
+Gli pareva che le vicende della sua vita abbastanza travagliata, gli
+dovessero sfumar via d'un tratto, se avesse mutato di casa e aveva
+giurato di finire in essa la sua fortunata carriera.
+
+La casetta, dall'umile apparenza, ma tutta leggiadra e artistica di
+dentro, era da vari anni visitata dagli stranieri. Aldo Rubieri aveva
+scritto a Bedeker di farne un cenno, nella sua nuova _Guida d'Italia_,
+e Bedeker infatti nel capitolo che riguardava Milano, parecchi anni or
+sono, vi aveva fatte due aggiunte: il vaporino illuminante in circolo
+la cupola della Galleria Vittorio Emanuele e lo studio di Aldo
+Rubieri.
+
+* * * * *
+
+Una piccola carovana, uscita dall'albergo Reale un dopo mezzodì di
+agosto del 1869 s'avviò allo studio di Aldo Rubieri. Per risparmio di
+ciceroni quella carovana era composta di elementi assai eterogenei. In
+testa camminava un Francese con quella noncurante serietà che
+caratterizza la gioventù della giovine Francia, più gloriosa ancora
+dopo i rovesci, uno di que' Francesi che in Italia stanno sull'occhio
+per non essere creduti, _brillanti a spasso_, e che non hanno difetti
+in fuori di quello di sprezzar troppo la roba straniera.
+
+Dopo lui scarpinavano, coi loro piedoni piatti, due rappresentanti
+della vecchia Albione, un _mister_ ed una _mistriss_.--Anch'essi non
+presentavano alcuno di que' tratti caratteristici e ormai diventati
+comunissimi, che si usa di attribuire molto volentieri agli Inglesi in
+viaggio. Non enormi guide sotto il braccio, non indecenti spolverine,
+non scarpaccie infangate ed eccessivamente lunghe. Di inglese essi non
+avevano neppur il colore dei capelli.
+
+Alla retroguardia seguivano altre quattro persone, di cui tre uomini e
+una donna. Costoro che avevano veduta la luce sulle sponde del Danubio
+erano invece biondissimi.
+
+Il Cicerone dell'albergo chiudeva la marcia.
+
+La zitellona tedesca poteva avere un trentatrè anni; più al di là che
+al di qua. A diciotto ella poteva essere stata una bella biondona. Suo
+padre e suo zio, mercanti di oggetti artistici, stavano disputandosi
+in dialetto viennese sul merito relativo degli scultori italiani, le
+cui statue era capitato loro qualche volta di comperare a Milano per
+cinque e di vendere a Vienna per cinquanta.
+
+La zitellona camminava in mezzo a loro due. Quello a destra, sosteneva
+che al giorno d'oggi non era possibile più il vendere che pattini e
+quadri di genere; l'altro, che due giorni prima aveva comperate
+parecchie tele di stile classico, negava che il realismo in arte
+potesse mai avere fortuna. Entrambi però erano d'avviso che lo stile
+austriaco non avesse confronti "quella maniera larga di dipingere in
+tinta gialla che fa credere tutta roba da museo anche i quadri di un
+anno" essi la ritenevano la miglior pittura che fosse al mondo.
+
+Si sa bene che ognuno ha il suo orgoglio nazionale!
+
+A un certo punto s'interpose il Cicerone. Era costui un personaggio
+autorevole in fatti di giudizî di pittura. Lo aveva lodato perfin il
+povero Rovani, che certo non abusava della lode. Era costui un Modello
+incanutito fra i cavalietti e gli scalpelli che adorava Aldo Rubieri
+fino alla esagerazione, di quell'amore entusiastico e un tantino
+irragionevole, di cui non sono capaci che i figli d'Italia:
+
+--Scusino, signori--diss'egli in tedesco--nessuno dei giovinetti che
+cominciano ora ad esporre promette di giungere alla grandezza di Aldo
+Rubieri.
+
+E nel pronunciare questo nome il suo occhio semispento brillò di un
+insolito guizzo di luce.
+
+--Da quanto tempo è diventato celebre il nostro bravo Aldo?--chiese
+uno dei due viennesi, il padre della zitellona.
+
+All'udire quella frase confidenziale il Cicerone ne fu quasi
+scandalizzato. Guardò l'austriaco con una inenarrabile occhiata di
+compatimento, e disse:
+
+--Conoscete forse _mein herr_, il grande scultore Aldo Rubieri?
+
+--Se lo conosciamo? Altro che!--rispose l'Austriaco, guardando a sua
+figlia che si fe' un poco ciliegia, e che sorrise misteriosamente.
+
+--Ed è perciò che vi domandavamo da quanti anni sia diventato celebre,
+giacchè noi sono ormai più di dieci anni che non l'abbiamo più veduto,
+e quando l'abbiamo conosciuto noi non lo era ancora.
+
+--Dal primo suo gruppo, che fu premiato dall'Accademia e venduto per
+quarantamila franchi--rispose il Cicerone.
+
+--Bella somma!--sclamò lo zio.
+
+--Un gruppo alto un metro--aggiunse il Cicerone.--Ma la sua fama il
+signor Aldo la deve ancora più al suo modo originale di trattare cogli
+eroi della democrazia che per altro. Le opere, si sa bene, finchè un
+artista è vivo, saranno sempre criticate; ma la indipendenza del suo
+carattere e il suo magnifico disinteresse faranno sempre sul popolo un
+grandissimo effetto. Egli è capace, se non gli garba il soggetto, di
+rifiutare una commissione, che gli frutterebbe molto danaro. Dopo
+l'immenso successo del suo ultimo gruppo, il generale Garibaldi gli
+ordinò, un gruppo di soggetto repubblicano che un Inglese gli avrebbe
+pagato cento mila lire. Credete voi che egli abbia accettata la
+commissione? Neppur per ombra. Io ero presente quando Aldo Rubieri
+rispose al messo di Garibaldi, che era venuto là in studio a portargli
+la ordinazione, credendo di fargli un grande onore:
+
+"Dite al generale, che cento mila lire per un gruppo alto un metro e
+mezzo è troppo! E che io non ho tempo per un simile lavoro."
+
+--Ciò è bello!--sclamò la zitellona.
+
+--Ciò è stupido!--disse il padre.
+
+--Ciò è assurdo!--osservò lo zio....
+
+--Un'altra volta, sarà una settimana, cacciò fuori dal suo studio un
+principe russo che voleva sforzare la porta per correr dietro alla
+signora Nanà.
+
+Al nome di Nanà, tre esclamazioni contemporanee uscirono dalle bocche
+austriache.
+
+--Ah!
+
+--Ih!
+
+--Oh!
+
+Il Cicerone, sorpreso, si arrestò di botto.
+
+--Chi è la signora Nanà?--fu prima a parlare la zitellona.
+
+--Chi è la signora Nanà?--disse quasi contemporaneamente, il padre.
+
+--Chi è la signora Nanà?--stava dicendo lo zio a sua volta; ma si
+tacque, udendo che la domanda veniva già fatta dagli altri due.
+
+--Nanà è la più bella donna del mondo--rispose enfaticamente il
+Cicerone.--Nanà è un'artista francese, che ora serve di modella per la
+_Venere contemporanea_.
+
+--Venere contemporanea?--sclamò Leopoldina--cosa vuol dire?
+
+--Vuol dire una _Venere decente_--rispose il Cicerone--una Venere non
+del tutto ignuda; una Venere della quale si vedano e si indovinino le
+forme divine in quelle parti decenti, che sono divinamente formate
+dalla natura e si dissimulino le parti che le donne del giorno d'oggi
+hanno meno belle, e che non si devono rappresentare.
+
+--In tal caso--osservò con un certo acume uno dei due Tedeschi--non
+arrivo a capire il perchè si parli di Venere, che viceversa è il nome
+di una Deità molto classica e interamente nuda.
+
+--È vero!--sclamò il Cicerone, colpito da questa osservazione.--Ma
+debbo dire che in caso l'errore è tutto mio. Io sono vecchio e non ho
+potuto ancora svestirmi totalmente dei pregiudizi classici. La statua
+del mio maestro sarà un'opera d'arte che protesti energicamente contro
+l'invasione moderna dell'impressionismo, del realismo e della
+sprezzatura esagerata nella divina arte scultoria, che deve essere
+liscia e finita e non brizzolata e rugosa come la robaccia della
+scuola nuova.
+
+I forestieri capivano e non capivano.
+
+Il Cicerone era come invaso da un santo sdegno.
+
+--Ma dunque--uscì finalmente a dire il padre--il signor Aldo crede
+ancora possibile una Venere, dopo tante che ce ne lasciò l'antichità?
+
+--Perchè no?--proruppe il Cicerone.--La bellezza non è forse eterna?
+La bellezza del nudo non tramonta mai!
+
+--È tanto bella?--domandò di nuovo la donna--questa signora Nanà?
+
+--Bella è, secondo me, una parola un poco insignificante per esprimere
+che cosa sia la signora Nanà. Essa è un portento.
+
+--Dicevate dunque--disse il padre austriaco, quasi volesse stornar il
+discorso dalle imagini troppo estetiche....
+
+--Io stavo dunque dicendo--ripigliò il Cicerone--che Aldo Rubieri è
+ancora più in voga pel suo carattere che pe' suoi lavori, e raccontavo
+che aveva cacciato fuor dallo studio il principe russo, mentre il
+giorno dopo aveva spalancata la porta del suo più segreto penetrale ad
+un povero pittorello di Roma, che viaggiava per istruzione col sacco
+in spalla; egli fece colazione con lui nel giardino incantato.
+
+--Ah, c'è anche un giardino incantato?--domandò la matura fanciulla
+spalancando gli occhi grigi.
+
+--Incantato, per modo di dire--rispose il Cicerone--ma è tanto più
+incantato dopo che lo frequenta la signora Nanà, giacchè, secondo me,
+un luogo dove regna e dove respira, foss'anche una mezz'ora al giorno,
+una creatura come la signora Nanà, quello diventa per forza un luogo
+incantevole.
+
+I sei occhi dei tre personaggi austriaci s'incontrarono.
+
+Parvero dire colla loro espressione desolata, il volgare "_siam
+fott... o regina!_"
+
+* * * * *
+
+--Continuate--ripetè il padre.
+
+--L'avere ricevuto così intimamente lo scolaro povero, dopo aver
+cacciato, senza complimenti, un principe arcimilionario, fece chiasso.
+Tanto più quando i giornali liberali, nemici di Aldo Rubieri,
+raccontarono che il supposto studente di pittura di Roma non era altro
+che un povero imbianchino di stanze. Allora egli fece una risposta che
+chiuse la bocca a tutti. Egli dimostrò come un imbianchino valga
+sempre più di certi giornalisti, per la ragione che questi,
+_sporcando_ della carta _bianca_, le toglievano ogni valore
+commerciale; mentre quello, _imbiancando_ pareti _sporche_, ridonava
+ad esse molto valore commerciale.
+
+Quando poi lo scolaro andò a scusarsi d'essere stato causa
+involontaria della polemica, egli lo consolò dicendogli: "Lasciate
+scrivere. Sono i pittori invidiosi, che ispirano i cattivi
+giornalisti. Ma io conosco degli imbianchini che valgono molto più di
+quei pittori. Giacchè gli imbianchini raggiungono sempre e bene il
+loro scopo, che è quello di pulire e render lieti i locali, mentre
+certi pittori, non solo non lo raggiungono mai, ma lo tradiscono e lo
+deturpano, sporcando delle candide tele. Del resto, che gran
+differenza c'è fra un pittore e un imbianchino? La sola, veramente
+grande, è che il pittore adopera un pennello a manico breve e la
+tavolozza, mentre voi altri adoperate il pennello a manico lungo e la
+secchia. L'ingegno solo fa la grande distinzione; ed io, fra un
+imbianchino d'ingegno e un pittore asino, scelgo subito l'imbianchino.
+
+--Parlateci ancora di questo giardino misterioso e incantato--disse la
+zitellona, crollando il caposorridente per le sortite del vecchio
+Cicerone.
+
+--Oh, molto misterioso!--sciamò questi alzando gli occhi al cielo.--Si
+può dire che dopo me non vi siano a Milano che tre persone, le quali
+abbiano avuto la immensa fortuna di spingere lo sguardo in quel
+sacrario dell'arte viva.
+
+--E voi siete del numero?
+
+--Io sono del numero--rispose il vecchio sollevando orgogliosamente la
+bella testa di Cristo invecchiato.
+
+--C'è speranza che noi, colla vostra autorità, e come amici vecchi di
+Aldo Rubieri, possiamo essere introdotti?
+
+--Voi, amici vecchi?--sclamò il Cicerone.
+
+--Non sapete forse che Aldo, quando aveva 20 anni, era a Vienna con
+suo padre?
+
+--Ah, è vero!--sclamò il Cicerone, portando la mano alla fronte.--Non
+mi ricordavo più che egli è figlio di un colonello di stato maggiore
+al servizio di casa d'Austria.
+
+--Dunque?
+
+--Dunque che cosa?
+
+--Potremo noi vedere il giardino incantato?
+
+--Oh, impossibile!
+
+--Potreste voi almeno descrivercelo?
+
+--Impossibile anche questo. Ho data la mia sacra parola d'onore al
+maestro, che non avrei tradito mai il segreto della sua dimora.
+
+I tre Viennesi tacquero e ciascuno si mise a mulinar a suo modo.
+
+Ma in quel punto erano arrivati dinanzi alla casetta di Aldo Rubieri,
+e s'arrestarono.
+
+* * * * *
+
+A Milano, come dovunque, ci sono delle abitazioni dove tutto va male,
+tutto dà noia, tutto vi sta a disagio; e ve n'ha delle altre, dove
+tutto gioisce, tutto dà piacere, tutto risplende.
+
+Entrando nelle prime, trovi un portinaio ciabattino, che vive in un
+bugigattolo buio ed infetto. Il tanfo vi è nauseante; sui gradini
+della scala vi si scivola; gli usci si direbbe si lamentino di dover
+girare sui cardini; le persiane, spalancate, si rinchiudono
+sgarbatamente in faccia; gli scarafaggi ed i topi sono padroni della
+cucina; i cimici, del letto; le faine, del solaio; le lumache e gli
+scorpioni della cantina; il pozzo dà l'acqua cattiva; un cane
+rinchiuso guaisce tutte le notti; un ragazzo caparbio vi strilla ogni
+mattina; un suonatore di tromba vi studia ogni mezzogiorno; delle
+casigliane pettegole vi si picchiano ad ogni calar della sera; il
+padron di casa usa mandar delle lettere insolenti; il ragioniere ha il
+fiato che ammorba... e via dicendo.
+
+Entrando nelle seconde, il cuore si allarga. Tutto vi spira l'ordine,
+la pulizia, la pace, il benessere. Si direbbe che queste case
+benedette furono costruite da operai intelligenti, e siano abitate da
+gente di buon gusto.
+
+Tale apparve ai viaggiatori la dimora di Aldo Rubieri.
+
+Appena giunte, la zitellona alzò la testa e s'imbattè in una scena
+graziosa.
+
+Sotto un portichetto, lieto di verdura in un angolo, una rondine aveva
+costruito il suo nido e giungeva volando alla pensile capannina, nel
+momento che i viaggiatori si arrestavano dinanzi alla porta della
+casa. Spaventata nel veder tanta gente, la rondine svolazzava
+trissando intorno al nido quasi volesse attirare a sè tutta
+l'attenzione di quegli stranieri per distrarla dai suoi cari implumi.
+
+La zitellona si fece malinconica. Forse un assalto di nostalgia
+l'aveva presa.
+
+Non c'è come la rondine per ridestar nel cuore la memoria della casa
+lontana.
+
+In quel punto un colpo di martello fece trasalire la Tedesca.
+
+Il Cicerone aveva picchiato alla porta chiusa col battente di bronzo.
+
+In una delle imposte si vedeva inchiodata una placca di terso ottone
+su cui stava scolpito un _Rubieri_, senz'altro.
+
+Doveva bastare!
+
+* * * * *
+
+Il Cicerone dato il colpo si volse a' suoi compagni e disse:
+
+--Ora ci toccherà forse di aspettare un quarto d'ora; ma guai se io
+rinnovassi il colpo; potremmo star qui due ore, che nessuno più
+verrebbe ad aprirci.
+
+--Perchè?
+
+--Perchè la signora Marietta pretende di non essere sorda, ma confessa
+di essere molto pigra.
+
+Questa volta però il fatto smentì il pronostico. La porta si schiuse
+poco stante, e una donna s'affacciò al varco, domandando:
+
+--Chi è?
+
+--Forestieri che desiderano di visitare lo studio e parlare al
+maestro--rispose il Cicerone.
+
+E lanciò alla donna un'occhiata espressiva che voleva dire: "Gente per
+bene, bisogna esser gentile."
+
+La donna aperse il battente, si ritrasse, e pronunciò il sacramentale:
+
+--Restino serviti.
+
+La carovana attraversò un atrio pompeiano, dove sul muro videro
+graffite delle figure bellissime di fanciulli ricciuti, di vergini con
+anfore in mano e di satiri con tirsi inghirlandati di pampini,
+saltellanti e festosi.
+
+Il Francese che fu il primo a vederle, ristette; e il Cicerone
+cominciò la sua spiegazione:
+
+--Questo atrio venne terminato soltanto l'altro giorno. Questo genere
+di pittura a chiaroscuri e con linee profonde comuni a Pompei, si
+chiama graffito. Questo pattino che vedono, è il ritratto del figlio
+della signora Nanà, sopra fotografia, giacchè il Louiset è rimasto a
+Parigi colla zia.
+
+Questo nome scosse nuovamente la zitellona e i due Ausriaci. Ma
+nessuno dei tre osò fare una domanda sul figlio della signora Nanà,
+che non era punto bello, ma che era maestrevolmente disegnato.
+
+Ammirato che l'ebbero, s'avviarono verso il viridario contornato di
+portici, precisamente come si usava nell'antica Roma. Una vaschetta di
+marmo bianco, con zampilli uscenti dal corno di faunetti di bronzo,
+sorgeva nel mezzo del giardinetto spandendo intorno una grata
+frescura.
+
+--Questo lo vedremo meglio dopo, uscendo per di là--disse il Cicerone
+svoltando a destra in coda alla signora Marietta, che aveva schiuso un
+uscio.
+
+Sulla soglia del quale gli stranieri lessero il classico _Salve_, poi
+entrarono.
+
+La scena mutava d'aspetto.
+
+Pompei cedeva il campo al più ferreo dei medî evî risuscitati.
+
+Come una di quelle dimore di Fata, che sorgono dal suolo nei sogni che
+seguono la lettura dei romanzi di Scott o della Radeliffe, così il
+salotto dove erano entrati gli stranieri parve ad essi la viva e reale
+imagine d'una stanza di antichissimo castello feudale.
+
+Il presente scomparve ai loro occhi come per incanto. Si guardarono
+l'un l'altro, quasi fossero sorpresi di trovarsi vestiti di panno e
+col cappello a tuba in mano. Una specie di estasi medioevale li
+invase, e provarono nell'anima un ridestarsi confuso di tutte le
+memorie romantiche della lontana gioventù. Parte a parte non c'era
+moltissimo da ammirare. Appiccicati alle pareti, non ricchi trofei di
+armi in simetria, come è l'uso comune delle odierne sale d'armi. Ma si
+sarebbe detto da una certa rastelliera e da certi cappucietti come
+dimenticati sul davanzale d'una finestra, che un falconiere fosse
+uscito di là poco prima, dopo aver addestrato il falco; si sarebbe
+detto che il giullare avesse lasciato su una sedia il suo berretto a
+sonagli; che l'armigero e il balestriere avessero deposta poco prima
+in un canto, uno la picca, l'altro la balestra; che la castellana
+passando, avesse profumato quell'aura cogli aromi che il marito
+crociato le aveva recati dall'oriente.
+
+Ciascuno di quei viaggiatori ebbe la propria impressione storica.
+
+Al Francese parve di respirar un'aria tutta pregna di effluvi
+merovingi.
+
+Alla zitellona sembrò di calpestar la polvere dei seguaci
+dell'interessante giovinetto svevo, venuto a morire in Italia sotto la
+mannaia di Carlo d'Angiò.
+
+Gli Inglesi credettero sentir un bisbiglio di voci dei guerrieri di
+Riccardo Cuor di Leone.
+
+Chi non provò nulla di tutto questo, furono i due Austriaci. Non
+avevano l'incornatura romantica loro!
+
+La carovana, ammirando in religioso silenzio, passò ed entrò in una
+seconda camera tutta parata di giallo, in stile moderno. Quelle
+fisonomie già pallide soffuse dal colore delle cortine e delle
+tappezzerie si fecero cadaveriche.
+
+L'artista aveva il capriccio di vedere sulle linee faciali de' suoi
+visitatori questo effetto di tinte, non già pel gusto di trovare il
+genere umano più brutto di quello che esso sia realmente, ma per
+studiare il cambiamento di linee, di toni e di riflessi, allorchè dal
+giallo i visitatori passavano allo scarlatto dell'attiguo salotto.
+
+--Si fermino qui un momento che io vado ad avvisare il maestro della
+loro venuta--disse Mattia il Cicerone, mentre la signora Marietta era
+scivolata fuori dalla camera da un uscio di fianco.
+
+* * * * *
+
+Mattia Corvino--tale era il nome del vecchio--s'accostò ad un uscio di
+contro a quello per cui era entrata la comitiva, piegò l'indice della
+mano destra con una specie di religioso raccoglimento e colla nocca
+picchiò un colpetto discreto, tendendo l'orecchio.
+
+Egli era compunto. Egli stava per comunicare coi due idoli del suo
+cuore, e l'atteggiamento della sua persona, pigliava un'apparenza di
+devozione.
+
+Nessuna risposta dal di dentro.
+
+Tornò a picchiare più forte, tornò ad origliare, e nulla ancora.
+
+Allora alzò con una certa soavità la mano alla maniglia dell'uscio, lo
+aperse e scomparve per esso, dicendo con voce flebile l'indispensabile:
+
+--È permesso?
+
+Mattia Corvino era entrato nel gabinetto di lettura di Aldo Rubieri.
+
+Lo scultore infatti non aveva soltanto uno studio, ma anche uno
+scrittoio. In faccia a qualche suo collega scapigliato Aldo aveva un
+gran torto quello di non odiare la coltura e la letteratura.
+
+La stanzina parata di rosso conteneva una bella libreria tutta piena
+di libri d'arte, di romanzi, e di poesie. Una magnifica
+scrivania--come non se ne vedono certo in casa dei
+letterati--_tronava_ in fondo al gabinetto di fianco alla finestra.
+Intorno intorno sulle pareti dei piccoli capolavori di pittura e di
+scultura.
+
+Questo nido della intelligenza gli aveva meritato da alcuni colleghi,
+il sopranome di _aristocratico_. Dico alcuni, che per fortuna si
+possono contar sulle dita; e non sono neanche da confondersi costoro,
+con quei molti, che detestano la letteratura soltanto in apparenza, e
+non tengono in casa nè libri, nè calamai, nè penne, ma conoscono i
+letterati e li ascoltano, e ne sono amici.
+
+La è piuttosto un'abitudine e una jattanza che un'antipatia; giacchè
+modesti e avidi di sapere, vivono talvolta cogli uomini di lettere e
+di scienza meglio e più a lungo che coi loro stessi colleghi.
+
+I pochi invece che davano dell'aristocratico a Rubieri nutrono un vero
+e alto disprezzo per tutto ciò che non è colore o scalpello; negano
+che l'arte abbia bisogno di coltura, giacchè per essi l'intenzione è
+tutto; chiamano imbrattacarte gli scrittori ed i critici, e
+disprezzano e odiano la letteratura e anche l'acqua, tanto per uso
+interno come per uso esterno.
+
+Aldo Rubieri che aveva fatto anche lui la sua carovana artistica ed
+era stato assai povero, per ispirito di reazione, aveva forse
+esagerato il tipo opposto. Appena uscito dalle angustie egli si era
+rifatto gentiluomo perfetto. Il cappello a tuba in capo, la cravatta
+nera, le mani guantate, spesso gli stivali lucidissimi; in casa poi
+aveva accomodato il suo studio letterario con infinita cura e lo aveva
+affidato alle sollecitudini, allo strofinone e al pennacchio della
+signora Marietta, che lo teneva lindo e splendido come un gioiello.
+
+--Non c'è--sclamò Mattia Corvino, dopo essersi guardato intorno.--Sarà
+dunque nello studio.
+
+E ristette un poco pensieroso.
+
+Mattia Corvino, lo sappiamo già, aveva per Aldo Rubieri e da pochi
+giorni per la signora Nanà, una di quelle adorazioni che in certe
+anime foggiate a bella posta, possono elevarsi fino al sagrificio
+della vita. Quando entrava in quelle camere egli si sentiva preso da
+un senso di altissima venerazione, come si dice che Mosè lo provasse
+sull'Orebbo, quando s'accorse che il suo piede stava per calcare il
+sacro suolo. Mattia era tale che se lo scultore glielo avesse
+permesso, si sarebbe volentieri cavate le scarpe per entrare là
+dentro.
+
+--Forse egli è là con quella tentazione di sant'Antonio--pensò Mattia
+prima di ricominciare sul nuovo uscio la stessa manovra di poco prima.
+
+Egli chiamava a suo modo Nanà: la tentazione di sant'Antonio.
+
+--Alla fine si decise e diè un altro picchietto sull'imposta.
+
+--Una voce maschia e sonora rispose di dentro:
+
+--Chi è?
+
+--Mattia--rispose il vecchio trattenendo il respiro.
+
+Un bisbiglio di voci, accompagnato da un melodioso e fresco scroscio
+di riso accompagnò la risposta del Cicerone.
+
+--È lei!--pensò.
+
+E dovette sedersi per l'emozione.
+
+--Dio fa ch'ella posi--continuò in cuor suo e che essa non abbia oggi
+il capriccio di considerarmi come un uomo di questo mondo.
+
+* * * * *
+
+Questa frase di Mattia giungerà forse oscura a qualcuno.
+
+Mattia Corvino s'era infiammato di Nanà come s'infiammano talvolta
+certi vecchi artisti dopo averla veduta a posare nuda nello studio del
+suo scultore.
+
+La artistica nudità femminile al giorno d'oggi ha perduto--per colpa
+de' gesuiti--tutta la famosa ingenuità del mondo antico. Noi non
+sappiamo più imaginarci un corpo di donna bella, quale pur fu creato
+da madre natura, senza dei sussulti peccatori. Le innocenti nudità
+sono un mito per noi.
+
+Nei boschi della Grecia le Driadi, e le Nereidi sulle rive del mare,
+noi non sappiamo più imaginarcele; come non sappiamo più vedere nè
+Veneri, nè Ninfe, negli studi dei nostri scultori. Le Driadi e le
+Nereidi del giorno d'oggi tutt'al più si chiamano _forosette_ e
+_bagnanti_ e osservano fior di regolamenti della scuola di nuoto e
+pagano fior di multe se li trasgrediscono. Quanto alle Ninfe e alle
+Veneri negli studi degli artisti oggidì si chiamano semplicemente
+_Modelle_.
+
+--Entra Mattia--disse la voce--dopo un breve silenzio, durante il
+quale il Corvino era stato ad aspettare origliando all'uscio,
+coll'ansia istessa con cui un imputato sta ascoltando il presidente
+che gli legge la sentenza di assoluzione.
+
+All'invito il vecchio sprigionò dal petto un sospirone, schiuse
+l'uscio ed entrò.
+
+* * * * *
+
+Lo spettacolo che s'offerse agli occhi di Mattia non era nuovo per lui
+ma era solenne.
+
+Nondimeno Nanà con un moto istintivo, aveva rilevato fino all'anca il
+lembo dell'arazzo che le stava a larghe pieghe posato sotto i piedi
+nudi, e aveva guardato placidamente, e come se nulla fosse, in viso a
+Mattia Corvino che entrava.
+
+È assioma che la mano, la quale pudicamente rialza o abbassa un velo,
+fa pensare assai più a ciò che essa vuol nascondere che al pudore che
+nasconde. Nondimeno se ciò paresse strano a qualche lettore, che si
+ricorda come Nanà quando a Parigi Labordette le aveva detto ch'ella
+avrebbe posato per la testa e per le spalle dinanzi allo scultore che
+doveva modellarle la _Notte_ pel suo nuovo letto avesse risposto:
+
+"_Je me fiche pas mal du sculpteur qui me prendra_." Se quel moto di
+pudore, ripeto, paresse strano al lettore io non saprei dargli torto,
+giacchè egli non conosce ancor nulla della piccola trasformazione
+morale che Nanà aveva subita nei pochi giorni di sua dimora a Milano.
+
+Nell'ambiente serio e sconosciuto nel quale s'era messa "la bonne
+fille" subiva un cambiamento ne' suoi istinti di donna, la quale non
+sarebbe apparsa tanto corrotta neppur a Parigi se il cinismo degli
+uomini non l'avesse resa tale.
+
+--Che c'è?--domandò Aldo Rubieri.
+
+Mattia distaccò a stento gli sguardi dal tesoro di formosità, che
+dall'anca in su gli si presentava di contro e rispose con voce
+commossa:
+
+--Forestieri... seccature che vorrebbero parlare con lei. Ecco il
+biglietto di visita d'una signora.
+
+Aldo lo prese:
+
+--Leopoldina Rickherwenzel!--sclamò con grandissimo stupore.--Chi
+vedo! Che fosse colei? A Milano? Possibile! Dimmi Mattia, che figura
+ha?
+
+--Bionda..., magra, alta....
+
+--È lei, è lei!
+
+--Che età?
+
+--Io le darei dai trenta ai trentaquattro anni....
+
+--È lei! Non c'è dubbio!
+
+--Dev'essere stata bella, da ragazza--aggiunse Mattia coll'aria d'un
+conoscitore.
+
+--Dovrò io riceverla?--pensava intanto lo scultore.
+
+--Chi è questa donna che cerca di voi?--domandò Nanà in discreto
+italiano.
+
+--Oh, una vecchia conoscenza di Vienna.
+
+--Una antica amante?
+
+--Pressapoco.
+
+E qui successe un poco di silenzio.
+
+--Se io vi pregassi di non ricevere questa vostra antica fiamma, cosa
+direste di me?--fece Nanà questa volta in francese.
+
+--Davvero?--sclamò Rubieri con una punta di ironia nella voce e nello
+sguardo.--Chi l'avrebbe detto!
+
+--Chi l'avrebbe detto?--ripeto Nanà.--Sapete che questo mi ha l'aria
+di una impertinenza?
+
+--No--rispose lo scultore--è semplicemente un'esclamazione.
+
+--Ebbene--ripigliò Nanà--senza tanti discorsi, ditemi francamente se
+mi fate o se non mi fate il sagrificio che vi chiedo.
+
+--È impossibile!
+
+--Perchè?
+
+--Ma perchè la sarebbe una specie di furfanteria se rifiutassi di
+rivedere una donna alla quale tra le altre cose ho promesso di
+sposarla e che è venuta a Milano, dopo dieci anni, per rivedermi.
+
+--Ma tanto più!--sclamò Nanà ridendo--Assolutamente mio caro Aldo, se
+voi la rivedete potete star certo che io non metterò più il piede in
+questo studio.
+
+Lo scultore fu colpito vivamente da questa uscita così perentoria di
+Nanà. La guardò con malcelato stupore. Poi le si accostò e le prese la
+mano.
+
+--Nanà--disse--spiegatevi allora. Questo vostro capriccio ha bisogno
+di un poco di luce.
+
+--Ecco gli uomini!--gridò Nanà sempre ridendo. I suoi denti, eran tali
+da non permetterle di parlare sul serio.--Non si può avere un
+suggerimento dei nervi senza che essi subito ci vogliano vedere un
+capriccio di... tutt'altra cosa.
+
+Rubieri vedendo di essere stato capito al di là di quello che
+supponeva e che desiderava, abbandonò la mano di Nanà e restò un
+pochino interdetto.
+
+Nanà continuò:
+
+--Voi non mi conoscete Aldo, che da otto giorni, e sta bene; se
+staremo insieme da buoni amici come spero per un pezzo vi toccherà di
+udirne e di vederne di quelle anche più strane e non per mia colpa, ve
+lo giuro. Persuadetevi di una cosa sola, ed è che in fondo io sono una
+buona figliuola, che non faccio apposta, che non è un partito preso il
+mio di sembrare qualche volta stravagante, ma è una cosa più forte di
+me stessa. Io vi sembrerò fors'anche una matta gloriosa. Chissà? M'han
+creata così. È la qualità del legno--proseguì in italiano--come diceva
+la Sarah, a Firenze. È la colpa del fattore, come diceva Bigio
+Diotallevi.
+
+--Dunque che cosa dovrò dire ai forestieri?--si permise di interrogare
+Mattia Corvino che, aspettava da cinque minuti la risposta.
+
+--Dì loro che se ne vadano pe' fatti loro--rispose Nanà.
+
+--No aspetta--interruppe Aldo. Poi voltosi alla donna,
+
+--Via non siate irragionevole. Vorreste che quegli Austriaci
+pensassero di me che son diventato un mascalzone?
+
+--Gli Austriaci pensino di voi, quello che loro più pare e piace, ma
+io non voglio che voi riceviate quella donna. Ve l'ho detto; non sono
+io che comando sono i miei nervi.
+
+--Bene bene--disse Aldo accostandosi a Mattia.--Dirai loro che io non
+posso riceverli.--E più sottovoce soggiunse--dille che andrò io al suo
+albergo domani.
+
+Nanà si lamentò di quella frase detta a bassa voce.
+
+--Ho capito. Gli avrete detto che tornino domani quand'io non ci sarò.
+
+--No--disse Aldo.
+
+--Che cosa gli avete detto dunque sottovoce?
+
+--Nulla.
+
+--Bugiardo. Nulla non è una risposta. Rubieri ascoltatemi--diss'ella
+seria--se io so che voi, mi avete disobbedita non mi vedete più nè
+viva, nè morta, e anche la Venere resterebbe a mezzo.
+
+--Ah questo è proprio assolutamente troppo.
+
+--Mi promettete di non andarla a trovare?
+
+--Ma che v'importa, Nanà, che v'importa?--domandava ansiosamente lo
+scultore che non giungeva ancor a spiegar a sè stesso quel fenomeno.
+
+--Nulla, ma non voglio. È un puntiglio. Voi dovete cedere. Io non sono
+avvezza a non veder cedere. Sono otto giorni che noi ci conosciamo. Se
+non cedete nei primi otto giorni, quand'è che vorreste cominciare? Me
+lo promettete?
+
+E fra sè pensava "_Ces fichus d'Italiens!_"
+
+--Bene ve lo prometto--disse Aldo per troncare il diverbio.
+
+In quella, Mattia rientrò.
+
+--Il signor conte sindaco è in salotto che avrebbe a dirle due parole.
+
+--Il sindaco benvenuto--sclamò Rubieri deponendo gli utensili del
+lavoro.--Per oggi basta Nanà. Ci rivedremo domani. Addio.
+
+E uscì.
+
+Dal canto suo, la dilettante di nudo, calzate sui piedini le pianelle,
+se ne andò a vestirsi dietro certi arazzi che formavano in un angolo
+l'appartamentino per le modelle.
+
+* * * * *
+
+Che cosa veniva a fare da Rubieri il conte sindaco? Chi era il conte
+sindaco?
+
+Egli era un ometto, così; nè bello, nè brutto, fra i cinquanta e i
+sessant'anni, grassottello e nello stesso tempo arzillo e svelto come
+un pesce; il che implica una certa contraddizione, che invece non
+esiste. O se la esiste, si può dire che questa contraddizione fisica
+sia appunto la caratteristica del nuovo personaggio.
+
+Tutto infatti, nel conte sindaco, sentiva di contraddizione lontano un
+miglio. Nato povero, era ricco; nato plebeo, era stato fatto conte;
+aveva degli istinti liberali ed era un gran conservatore; aveva dello
+spirito, ed era senatore; aveva sortito da natura le inclinazioni del
+_viveur_ e del _barzellettista_ e come senatore, banchiere, sindaco e
+conte, gli toccava di essere l'uomo più lavoratore e più serio
+dell'universo.
+
+A chi gli avesse fatta osservare quest'ultima contraddizione--e cioè,
+ch'egli fosse sortito da natura per essere piuttosto quello che i
+Francesi chiamano _un homme de loisir_ che un gran lavoratore--egli
+avrebbe recisamente negato, e gli avrebbe risposto che nessuno forse,
+a questo mondo, s'era meno divertito di lui, e nessuno poteva vantarsi
+di avere lavorato più di lui. E bisognava credergli. Ma è da notare
+che, prima la spinta della necessità, poi quella dell'interesse, poi
+l'ambizione, poi il dovere gli avevano messa indosso fin dalla
+puerizia un'abitudine di lavoro a tal segno, che fugando la nativa
+spensieratezza, era divenuta in lui una seconda natura e poteva esser
+tenuta da lui stesso in conto di vera inclinazione. Ma in fondo in
+fondo, no; perchè il nostro ometto era nato scansafatica, e questo lo
+si poteva arguire dalla sensualità e dalla voluttà ch'egli metteva in
+tutte le azioni, minori della sua vita. Quando parlava, per esempio e
+che poteva ridere di qualche sconsigliato consigliere del Municipio,
+egli godeva mezzo mondo. Mangiava poco, ma avrebbe dato dei punti a
+Brillat Savarin, come buon gustaio, anzi come buon gustatore. E fra le
+ballerine del palcoscenico del teatro della Scala come si sgranavano
+que' suoi occhietti verdognoli e arguti alla vista della grazia di
+Dio. Come era eloquente il suo sorriso, pur restando sempre un sorriso
+da sindaco, da conte, da banchiere e da senatore!
+
+Nella sua qualità di capo dell'amministrazione comunale, egli era
+indubbiamente tenuto come uno dei meno peggio d'Italia, così ricca di
+sindaci balordi. Dove diamine, lui, così poco istruito in gioventù e
+lontano dal mondo diplomatico, avesse attinta quella finezza moderna,
+quell'arte del barcamenare, quella dissimulazione preziosa, che sono
+indispensabili a chiunque si trovi nella di lui posizione, nessuno lo
+saprebbe dire. Egli non aveva avuto maestri di tali discipline. Pochi
+uomini possedevano come lui quella dote utilissima ai governanti, la
+quale consiste nel non dimostrare mai al prossimo nè troppa simpatia,
+nè troppa antipatia. Anche lui le provava talvolta fierissime in cuor
+suo, ma sapeva dissimularle così bene, sapeva reprimere con tanta
+disinvoltura i moti del proprio animo, sapeva far tacere così
+costantemente ogni eccitazione personale, sapeva dividere in così
+giusta misura le proprie inclinazioni e le proprie declinazioni, da
+meritarsi da ambe le partì il soprannome di sindaco _trampolino_, il
+quale sembra un'offesa, mentre è il brevetto della sua più grande
+imparzialità.
+
+Riusciva dunque difficile il dire se egli fosse un conservatore o un
+liberale.
+
+Egli non aveva preferenze pei due partiti, in cui--come in
+politica--si divideva il Municipio della sua città. Stando a cavallo,
+ei si serviva ora della opposizione dei conservatori, ora di quella
+dei _rompicolli_, a seconda ch'egli aveva bisogno di questa o di
+quella, e ne usciva sempre ilare e trionfante, ch'era un piacere a
+vederlo.
+
+* * * * *
+
+--Sono venuto io stesso--diss'egli a Rubieri, che si scusava di
+riceverlo in abito da lavoro--sono venuto io stesso a darle una buona
+notizia. Ella è nominato assessore, e io sono certo che ella
+accetterà.
+
+--Oh!--sclamò il Rubieri, fingendo una grande sorpresa.--Non si
+potrebbe dispensarmi?
+
+--No, no, tutti lo desiderano--rispose il sindaco.--C'è bisogno d'un
+artista in Consiglio.
+
+--La avverto caro signor sindaco che io sono corpisantino e che mi
+metterò nell'opposizione.
+
+--Non lo credo! Io non gliene darò mai l'appiglio. Io conosco il di
+lei criterio abbastanza, per sapere che invece noi andremo
+perfettamente d'accordo.
+
+--Se lei mi parla così a me tocca d'accettare--disse Aldo al sindaco
+stringendogli la mano.
+
+--Bravo! Così mi piace, senza tante smorfie. Del resto--soggiunse
+tosto--io non credo che lei avrebbe ugualmente la possibilità di farmi
+l'opposizione ancorchè si mettesse colla montagna. Io sono proprio
+stanco, e non per convenzionalismo, come si usa ormai di dirlo da
+tutti gli uomini, ma stanco di buono e vedrei di buon occhio un
+successore. Provino, provino quanto sia facile far il sindaco di
+Milano!
+
+Il dialogo tra il sindaco e Rubieri andò per le lunghe e divagò poi in
+cento argomenti.
+
+Ma noi crediamo di far bene ad arrestarci avendo riferito di esso
+quello che importa alla nostra storia.
+
+* * * * *
+
+Ora sarà bene che vediamo in che modo c'entrassero con Aldo Rubieri
+gli Austriaci che erano venuti a trovarlo prima del conte sindaco.
+
+Bisogna dunque sapere che il padre di Aldo Rubieri era stato
+colonnello di stato maggiore al servizio dell'Austria.
+
+Nel 1850, quando Aldo non aveva che dodici anni, ed era accasato con
+suo padre a Vienna, il rinnegato italiano godeva settemila fiorini
+annui come impiegato nel ministero della guerra.
+
+Suo padre aveva sposato una baronessa polacca. Si capisce facilmente
+quale potesse essere stata l'educazione politica e patriottica del
+giovinetto Aldo fino al 1859.
+
+Sua madre gli era morta in quell'età.
+
+Quand'egli cominciò a provar nel cuore il bisogno di voler bene a una
+creatura di diverso sesso, gli capitò di innamorarsi come si usa a 19
+anni, di una fanciulla di famiglia borghese, ch'egli aveva veduta per
+la prima volta al Prater.
+
+Una di quelle lunghe occhiate reciproche dalle quali i fisiologi
+dicono emani del fluido magnetico, era corsa fra loro; e due giorni
+dopo, mentre entrambi stavano credendo di udire la messa nella
+cattedrale, una seconda occhiata ancora più lunga e più reciproca
+aveva suggellato il loro amore.
+
+L'effetto di quello sguardo era stato decisivo per entrambi.
+
+Poco stante era cominciata la corrispondenza. In tre pagine di quelle
+proteste e di quei giuramenti senza fine, che scaturiscono tanto
+spontanei dalla punta di una penna di 19 anni, Aldo parlava alla sua
+Leopoldina di futuro matrimonio.
+
+Leopoldina aveva allora 21 anni, tre o quattro più del giovanetto.
+
+Pochi giorni dopo la signorina viennese e il figlio del rinnegato
+Italiano, s'abboccavano al passeggio e si giuravano anche a voce
+eterno amore.
+
+--Mio padre non mi permetterebbe certamente di sposarti ora;--disse
+Aldo--avrai tu pazienza di aspettare che io sia uscito di minor età?
+
+--Oh te lo giuro, Aldo--rispondeva la bionda figlia del Danubio,
+alzando i suoi occhi grigi e innamorati in viso del bell'Italiano.--Io
+non sarò che tua o della morte!
+
+* * * * *
+
+Quando fu soddisfatto, Aldo trovò di non avere più voglia di sposare
+la Leopoldina.
+
+Essa non gli era stata crudele; il matrimonio, ai desideri di Aldo,
+compariva superfluo.
+
+Ma quando il padre di Leopoldina s'accorse dello scapuccio di sua
+figlia, manovrò come manovrano tutti i padri viennesi in tale
+circostanza.
+
+Egli era un furbo matricolato. Capì che da quel giovinetto avrebbe
+potuto cavare, un giorno o l'altro, molto profitto e aveva lavorato a
+questo scopo.
+
+Il Rubieri s'era lasciato andare a firmare un atto di donazione alla
+figlia Leopoldina, nel caso che avesse mancato alla promessa di
+sposarla. Una bagatella di venti mila fiorini in testa al nascituro.
+
+Poco dopo venne il 1859. Aldo Rubieri non era certo da giovinetto,
+quel fino calcolatore, che coll'età e coll'esperienza s'era fatto poi;
+ma aveva fin d'allora l'istinto delle proprie convenienze. Egli
+sentiva tutta la umiliazione d'essere figlio di un rinnegato,
+sospetto, malveduto in paese straniero e nemico, senza avvenire
+possibile; sognava in nube la probabilità della riabilitazione. In
+questa idea l'amore di patria c'entrava fino a un certo punto; l'amore
+di sè stesso in gran parte. Egli andava pensando che se il figlio del
+generale italiano al servizio dell'Austria fosse disceso in Italia con
+grande fracasso ad arrolarsi, tutta Milano ne avrebbe parlato e la sua
+sorte sarebbe stata fatta senza grandi sforzi.
+
+La imprudente promessa di quella somma, strappatagli dal padre di
+Leopoldina in un momento di abberrazione, lo decise sempre più.
+
+Fece la risoluzione di lasciar Vienna, di abbandonare la Leopoldina e
+suo padre, e di venir in Italia per entrar volontario nelle regie
+truppe. Raccolse quanto più potè di danaro e un bel giorno partì
+nascostamente e venne a Milano; fece la campagna del 1859, poi mise
+studio di scultore e si fece nome.
+
+* * * * *
+
+Aldo Rubieri si ricordava benissimo di avere lasciato alla Leopoldina
+di Vienna quell'atto di donazione; temendone le conseguenze, andò a
+trovarla, mancando di parola a Nanà. Come fosse ricevuto cordialmente
+e gioiosamente si può imaginarlo.
+
+La prima cosa che Leopoldina gli confidò fu che il loro figlio era
+morto, e Rubieri tirò un lungo fiato.
+
+Quando la fase sentimentale del richiamo delle memorie fu cessata, e
+Rubieri si disponeva già a congedarsi, colla speranza che gli
+Austriaci avessero deposto ogni altro pensiero, il buon babbo,
+accostatoglisi colla grazia un po' grifagna che si direbbe tutti gli
+Austriaci abbiano ereditata dalla loro acquila bicipite, gli disse
+sottovoce col più tedesco dei sorrisi possibili:
+
+--Per l'affare poi che lei sa, e che riguarda mia figlia, potremo
+parlare più tardi... un'altra volta... n'è vero.
+
+--Che affare?--domandò Aldo Rubieri come uomo che caschi dalle nuvole.
+
+--Come! Ma la scrittura... di donazione... alla mia Leopoldina nel
+caso... che non fosse accaduto il suo matrimonio.
+
+--Ah, bene, bene--disse Aldo per pigliar tempo.--Più tardi, ci
+rivedremo.
+
+E s'accomiatò.
+
+Gli Austriaci lo aspettarono al domani, poi al posdomani, tre, otto
+giorni, finchè il padre risolvette di ritornare lui stesso in cerca di
+Rubieri.
+
+Naturalmente non fu ricevuto.
+
+Ma la sera istessa la signora Leopoldina ebbe una lettera nella quale
+il suo ex-innamorato le diceva chiaro e tondo come egli non volesse
+più essere importunato e le ricordava senza complimenti come in tutti
+i codici della terra esista la legge che dichiara non valida la
+promessa di matrimonio, nè di un qualsiasi indennizzo....
+
+I tre Austriaci, testardi come sono gli Austriaci quando hanno
+ragione, fissarono di spuntarla.
+
+Leopoldina avrebbe rinunciato. Ma il padre e lo zio erano feroci, e la
+persuadettero che si doveva ricorrere alla legge per farlo pagare per
+forza.
+
+Risolvettero di consultare un avvocato per sapere se l'atto fosse in
+piena regola e se con esso si potesse sperar di vincere una causa.
+
+L'albergatore indicò loro il primo avvocato che gli si parò alla
+mente.
+
+Ed essi andarono difilati dall'avvocato Delguasto.
+
+Quando furono sul pianerottolo dinanzi all'uscio il padre e lo zio
+ristettero per rifiatare e per consultarsi. Il primo poi stava per
+tirar il cordone del campanello, quando Leopoldina gli trattenne il
+braccio, additando ciò che stava, scritto sull'uscio:
+
+--Che c'è?--domandò il padre in tedesco.
+
+--_Avanti_--disse la zitellona, che sapeva un poco di
+italiano.--Avanti, vuol dire:
+
+Allora spinsero l'uscio ed entrarono.
+
+Nell'anticamera, seduto dinanzi ad una scrivania stava un giovinetto,
+dalla faccia di furfantello, che s'avrebbe detto fosse stato messo là
+dall'avvocato per schizzare la caricatura a tutti i clienti che
+entravano.
+
+Lo zio, vedendo quel piccolo Mefistofele, disse a suo fratello una
+frase in tedesco.
+
+Quello smaliziato d'uno scritturale, che stava col capo sullo
+scrittoio, intento, l'alzò repente, aggrottò le ciglia, e con un
+accento pieno di ironia e di insolenza, fingendo che quelle parole
+esotiche fossero state dirette a lui, disse:
+
+--Non potrebbero farmi la finezza di parlare in italiano?--disse--La
+sua lingua a Milano, signori belli, non è di moda. È antipatica.
+
+--Parlare noi molto malissimo--rispose il babbo, che non aveva capita
+la portata dell'insolenza di quel monello seduto allo scrittoio.
+
+--Non fa niente. Capirò lo stesso. Per quanti strafalcioni lei dica in
+italiano farà sempre più bel sentire che a parlarmi benissimo il suo
+tedesco.
+
+--Mia figlia parlare piccolo poco.
+
+--Tanto meglio. Allora ho l'onore di domandar alla signora a che cosa
+il signor avvocato dovrà aver la fortuna della loro visita?
+
+Non è da credere che Ernesto Cantis, galloppino dell'avvocato
+Delguasto, trattasse con tanta disinvoltura tutti i clienti del suo
+padrone. Guai a lui se così fosse stato. Ma egli aveva udito
+farlinzottare in tedesco, s'era accorto dall'aspetto che quei tre
+signori dovevano esserlo puro sangue, e non aveva potuto trattenersi
+dalla smania di mostrar loro la sua innata antipatia. Egli amava i
+Tedeschi in genere come... l'olio di ricino, e gli Austriaci in
+ispecie come il tartaro emetico.
+
+--Noi voler parlare con _herr_ avvocato--disse Leopoldina.
+
+--È impedito. Si accomodino pure.
+
+E senza dir altro, abbassò la testa sullo scrittoio e si rimise a
+scrivere.
+
+Ecco che cosa stava scrivendo Ernesto Cantis, mentre i tre Tedeschi si
+accomodavano per aspettare l'avvocato.
+
+
+
+"Signora.
+
+
+
+"Io credo che una donna non debba mai essere offesa nel sapere che c'è
+un uomo al quale il cuore batte per lei cento battute al minuto di più
+di quello che gli batteva prima di averla veduta. Ieri al teatro
+Milanese lei mi apparve per la seconda volta, e il fascino de' di lei
+occhi posati ne' miei fu tale che a costo di diventar ridicolo io non
+ho potuto trattenermi dal farglielo sapere. A me parve, sarà forse
+superbia, ma a me parve di non esserle riuscito antipatico. Lei ebbe
+la bontà di rivolgere verso di me spesse volte que' suoi occhi
+immensamente belli, ed io sono in un tale stato di esaltazione da non
+poterlo descrivere. Io non ho che vent'anni, e non sono ricco. Ma se
+malgrado ciò lei credesse che io non debba gettare lontano da me ogni
+più lontana speranza io la scongiuro me lo faccia capire questa sera o
+quella sera che a lei parrà tempo di vedermi il suo schiavo più
+affezionato e più fedele. Io sarò anche questa sera al Milanese e avrò
+nell'occhiello del mio abito un garofano. Quando la vedrò porterò il
+mio fazzoletto alla bocca, deh, faccia altrettanto per dimostrarmi che
+io non debbo disperare affatto.
+
+"ERNESTO CANTIS."
+
+
+
+Riletto il foglio, lo piegò accuratamente, lo mise in una busta su cui
+scrisse l'indirizzo di Nanà. Avvolse la lettera in un foglio di nitida
+carta, poi si alzò e andò ad una sedia su cui stava un manicotto di
+martora e, come se i tre stranieri non fossero stati, presenti a
+quell'operazione, vi infilò la sua letterina.
+
+Comparve l'avvocato accompagnando una signora fin sulla soglia
+dell'anticamera.
+
+Il giovane balzò all'uscio impallidendo visibilmente.
+
+La signora era Nanà, la quale aveva posato il suo manicotto su quella
+sedia poco prima di entrare nello studio.
+
+--A rivederla, dunque, caro Delguasto; noi siamo intesi--disse
+Nanà--poi volse il capo come cercando qualche cosa intorno.
+
+--Il suo manicotto è qui--disse il giovinetto precedendola all'uscio
+della anticamera.
+
+Nanà strinse la mano all'avvocato ed uscì. Ernesto, quand'ella gli
+ebbe volte le spalle, si fe' sentir a dire: che angelo!
+
+* * * * *
+
+--In che cosa posso servirli?--disse l'avvocato ai tre Austriaci, che
+s'erano levati in piedi duri come stoccafissi in estate...
+
+--Noi essere fenuti da voi per avere bisogno di vostri
+consigli--rispose Leopoldina.--Restino serviti.
+
+E li fece entrare nel suo studio.
+
+--Loro sono dunque venuti?--cominciò l'avvocato.
+
+--Ecco _herr_ avvocato.... Tocca parlare io, perchè mio padre e mio
+zio non conoscere italiano.
+
+--Dica pure... dica pure, tanto meglio!--sclamò con una punta di
+galanteria l'avvocato.
+
+--Lei dovere sapere che io avere un documento con promessa di
+donazione di un uomo che doveva sposare me, e che poi non ha sposato
+per sua colpa.
+
+--Una promessa di donazione?--ripetè l'avvocato.--In regola?
+
+--Noi credere essere perfettamente in regola.
+
+--Si può vederla?
+
+--Certamente. Ecco.
+
+--E la signora Leopoldina cavò di tasca una carta la quale, col lungo
+passar di mani in mani austriache, non si poteva dire del certo
+gareggiasse per candidezza colla neve caduta di fresco.
+
+L'avvocato gettò gli occhi su quel _pappiè_ e sclamò sorridendo:
+
+--Ma questo è in tedesco!
+
+--Lei, _herr_ avvocato, non conosce nostro bello linguaggio neanche in
+scrittura?
+
+--Io no, signora. Ne faccio senza, e non ho mai pensato ad impararlo.
+
+--Posso io tentare traduzioni!--domandò la zitellona.
+
+--Sicuro!
+
+Leopoldina cominciò:
+
+"In questo giorno, 6 novembre, dell'anno di grazia 1864, io
+sottoscritto, di mia piena e spontanea volontà, nè spinto da altri
+riguardi se non da quelli di una sincera affezione per la signorina
+Leopolda Ernesta Federica, la quale trovasi in istato interessante per
+mia colpa, prometto di farle donazione di fiorini trentamila, nel caso
+che giunto all'età di ventiquattro anni io non dovessi mantenere la
+parola data a lei di essere suo sposo.
+
+"Per fede
+
+"ALDO RUBIERI.
+
+"Vienna, 6 novembre, 1864."
+
+
+
+--Aldo Rubieri!--sclamò con una certa sorpresa l'avvocato.--Il nostro
+bravo scultore?
+
+--_Ya mein herr, ya_!--rispose il babbo che aveva capito _a lume di
+naso_.
+
+--Sarebbe ella compiacente di spiegarmi come e in quali circostanze
+sia avvenuta questa donazione?
+
+Leopoldina con molta fatica e con molto rossore cominciò a raccontare
+all'avvocato quello che noi già sappiamo.
+
+--E quanti anni aveva il signor Aldo Rubieri quando la fece?
+
+--Come italiano egli era maggiorenne o quasi.
+
+--Suo padre era italiano o austriaco?
+
+--Suo patre non aveva perduta sua nazionalità italiana, quando stare
+in Vienna colonello di Stato Maggiore.
+
+--Allora si può benissimo far causa--disse l'avvocato.
+
+--Essere noi fenuti per questo.
+
+--Hanno già parlato loro col signor Aldo Rubieri?
+
+--Sì, otto o dieci giorni fa.
+
+--E che cosa ha detto?
+
+--Detto nulla, ma avere scritto di non essere intenzionato mantenere
+suo promesso.
+
+E gli porse da leggere la lettera con cui Aldo si schermiva di pagare
+la somma promessa.
+
+--_Herr_ avvocato!--disse la zitellona--Credere lei che vinceremo?
+
+Negli occhi dell'uomo di legge passò un lampo d'ironia.
+
+--Sicuro che vinceremo. Sono loro pronti a fare le spese necessarie?
+
+--Quanto volere?
+
+--Il deposito da farsi subito è di tremila franchi non un quattrino di
+meno.
+
+I tre Austriaci si guardarono in viso esterefatti.
+
+--Tremila franchi! Senti? Più di mille fiorini soltanto di
+deposito?--sclamò in tedesco lo zio.
+
+--Non si può far a meno. La giustizia costa assai in Italia--osservò
+ridendo sotto i baffi l'avvocato che godeva di veder gli Austriaci in
+ansia.
+
+--Bene--disse il padre a Leopoldina--spiega all'avvocato che vogliamo
+avere il tempo di pensarci sopra.
+
+Ma poi ravvisandosi:
+
+--No. Prima domandagli quanto verrà poi a costare la causa finita.
+
+Leopoldina tradusse questa domanda all'avvocato.
+
+--Ma secondo che la si vinca o che la si perda. Vincendola può darsi
+ch'io riesca ad affibbiar le spese all'avversario. Può darsi anche che
+il tribunale dichiari di far a metà le spese. In caso contrario, sta
+il viceversa.
+
+--Domandagli ora--ripigliò il padre dopo che Leopoldina gli ebbe
+tradotta la risposta dell'avvocato--quanto ci potrebbe toccar di spese
+nel caso che vincessimo, ma che dovessimo pagare a metà.
+
+--Dai dieci a dodicimila franchi colle mie competenze--rispose
+l'avvocato con grande franchezza.
+
+--_Farflucter_!--sclamò lo zio, che aveva capita la cifra.--Pene,
+pene, allora gli comunicherai quello che ti dicevo--conchiuse il
+padre.
+
+--Come vogliono! Io sarò sempre ai loro comandi. Quando loro si
+saranno decisi, non avranno che a ritornare da me.
+
+E così s'accomiatarono.
+
+* * * * *
+
+Il giovinetto scritturale non s'alzò questa volta ad aprir loro gli
+usci come aveva fatto con Nanà.
+
+
+
+
+III.
+
+
+Sulla fine dell'ammirabile istoria naturale di quella sua Nanà,--della
+quale non amo credere esistano troppi esemplari nemmeno a
+Parigi--Emilio Zola racconta che arrivò un momento in cui la sua
+posizione a Parigi le divenne insoffribile. Sopraffatta dai fantasmi
+miserabili e cruenti della sua opera di ruina e di morte; trovando che
+il suo appartamento era divenuto troppo _idiota e troppo ristretto_,
+in urto col suo impresario, che la voleva troppo sfruttare, un bel
+giorno aveva venduto ogni cosa, ed era scomparsa senza dire me ne
+vado, neppure alle più intime amiche.
+
+Scomparve così segretamente, che a Parigi, durante parecchi mesi,
+nessuno potè dire con sicurezza dov'ella fosse andata a finire.
+
+"_Nanà_,--scrisse lo Zola--_brusquement disparut; un nouveau plongeon,
+une fugue, une envolèe dans des pays baroques_.
+
+"_Des mois se passèrent. On l'oubliait. Lorsque son nom, retenait
+parmi ces messieurs et ces dames, les plus étranges histoires
+circulaient; chacun donnait des reinseignements opposés et étonnants.
+Elle avait fait la conquête du viceroi d'Egypte, elle regnait au fond
+d'un palais.... Pas du tout! Elle s'était ruinée avec un grand Nègre,
+une sale passion qui la laissait sans une chemise. Quinze jours plus
+tard ce fut un étonnement; quelqu'un jurait l'avoir rencontrée en
+Russie. Une légende se formait; elle était la maîtresse d'un
+prince.... on parlait de ses diamants.
+
+"Maintenant on la nommait sérieusement, avec le respect réveur de
+cette fortune faite chez les barbares_.
+
+Come capita spesso in queste cose, tutto ciò che si diceva a Parigi di
+Nanà scomparsa, conteneva qualche poco di vero e conteneva assaissimo
+di falso.
+
+Ella non era andata al Cairo e non era ancora stata in Russia. Ella
+non regnava menomamente in fondo di un palazzo saraceno; ella non
+s'era innamorata pazzamente di un gran Negro, che l'avrebbe lasciata
+senza neppur una camicia.
+
+Era però vero all'incontro ch'ella s'era incapricciata di un grande
+biondo, incontrato a Montecarlo, dove s'era lasciata alleggerire un
+poco dei seicentomila franchi ricavati dalla vendita dei mobili fatta
+a Parigi.
+
+Sarebbe arduo assai l'affermare in quale giorno preciso Nanà sia
+entrata in Italia da Marsiglia, dov'ella era andata direttamente
+partendo da Parigi. A Marsiglia un giorno s'erano perdute le traccie
+di lei e la cronologia stessa non ci è venuta in soccorso. Nulla
+toglie adunque, che prima di comparire alle Cascine di Firenze, un bel
+giorno di maggio del 1869, ella avesse fatto davvero una corsa _nei
+paesi barocchi_, come disse lo Zola. Chi lo sa? Certo è che prima di
+entrare nella classica terra delle arti, della musica e dei fiori,
+ella aveva arrischiata come dicemmo una gita a Monaco, dove aveva
+trovato chi le aveva fatto mutare itinerario.
+
+E allora ella era stata presa da una grande curiosità di vedere questa
+Firenze e questa Milano di cui aveva inteso parlare qualche volta da
+suoi amici di Parigi, i quali non c'erano mai stati.
+
+L'indubitato si è che ai primi di maggio del 1869, Nanà arrivò sola a
+Firenze, dove si mise a spendere e a spandere come la moglie d'un
+nabab, seguendo certi nuovi capricci della sua vita sfrenata e
+avventurosa.
+
+Il soggiorno di Nanà a Firenze si lega strettamente ad uno dei periodi
+più funesti e più interessante dell'istoria sociale ed economica
+d'Italia. Esso non potrebbe essere tralasciato nella storia di Nanà,
+la quale prese una parte abbastanza viva nel guazzabuglio di
+quell'epoca, ancora oggi tutta piena di curiosi misteri per gli
+ingenui e per i moderati.
+
+* * * * *
+
+Certo non è nostra intenzione di rimestare politicamente il fango
+della Regia Cointeressata. Noi non scriviamo un periodo di storia
+contemporanea, ma siamo pur tenuti a dirne quel tanto che basti a quei
+lettori, a cui ora sorride la più bella età della vita ed erano allora
+spensierati adolescenti. Questi non possono avere idea di
+quell'incredibile avvenimento, sul quale con molta generosità i
+liberali hanno steso un velo pietoso di oblio. Esso servirà a mostrar
+chiaro come luce di sole una verità fin d'allora soffocata nel
+silenzio, negata con albagia anche oggi da chi l'ha negata allora, e
+nella quale la bellissima Nanà avrebbe potuto dire una parola molto
+persuadente.
+
+* * * * *
+
+Nei giorni in cui Nanà arrivava a Firenze un temporale si addensava
+mormoreggiando sull'orizzonte. Un vergognoso segreto--da pochi saputo
+e dissimulato gelosamente alle turbe--gettava gli animi, schiettamente
+innamorati del loro paese e della monarchia, nella sfiducia e nello
+schifo della vita pubblica.
+
+Si cominciava appena appena a dimenticare la strage di Mentana; i
+prudenti, gli addormentatori ripigliavano a cantare la nina nanna alle
+aspirazioni verso Roma e domandavano con una convinzione profonda e
+sincera che cosa ci avessero mai guadagnato quei poveri figliuoli, che
+erano rimasti sul campo sotto le palle dei _chassepots_ di Francia.
+
+Nanà francese adunque non giungeva certo a Firenze in buon punto, se
+ella fosse stata una donna portata a conoscere i rompicolli e i
+liberali. Fortunatamente per lei, mentre i rompicolli, feriti,
+perseguitati, nascosti scontavano la pena delle loro impazienze e
+della loro piccola fede nei mezzi morali, la mania degli affaristi e
+le orgie dell'agiotaggio erano al colmo. I giornali onesti in que'
+giorni non parlavano che di crisi, di carrozzini, di apostasie, di
+coscienze vendute, di tradimenti, di debiti non pagati, e di altre
+cose molto concludenti per la felicità e per la grandezza della
+patria.
+
+Il ministero era in quel tempo un sinedrio eteroclito e pazzo di
+personaggi spostati, ripugnanti fra loro ed assurdi; un cibreo, un
+baragozzo, una mascherata degna di giovedì grasso. Oggi ancora,
+chiunque con animo pacato si volge a giudicare quel ministero colla
+indifferenza filosofica di chi è sfuggito al danno e alla vergogna,
+non può far a meno che sentir nell'animo una grande amarezza mista a
+una compassione badiale. Quel ministero, di cui non si darà forse più
+l'eguale, era formato da un generale devoto a Santa Caterina, da un
+avvocato permanente, da un democratico rifatto, da un conte fallito,
+da un prodittatore di Garibaldi a spasso, da un impiegato della
+_Gresham_ e da un marinaio che ne sapeva di politica come un
+ippopotamo.
+
+A compiere la baraonda eterogenea s'era trovato perfino un _eterno
+bimbo_, il quale aveva accettato il portafogli di agricoltura e
+commercio da lui e da suoi amici, spesse volte dichiarato inutile e
+degno di abolizione.
+
+La ragione di tanto aborto stava in parecchie cause segrete e
+complesse, alcune d'ordine politico, altre d'ordine finanziario.
+
+Alle prime, ho già accennato; alle seconde vengo ora.
+
+Tre o quattro giorni dopo l'arrivo di Nanà a Firenze, ella, nella sua
+_vittoria_ a due cavalli, s'era incontrata alle Cascine col _phaeton_
+d'un personaggio, il quale, alla vista della _cocotte_ parigina, s'era
+levato a sedere curiosamente e l'aveva seguita collo sguardo fino a
+perdita di vista.
+
+La mattina seguente, a Nanà, che stava alla sua teletta, fu recato dal
+cameriere dell'albergo un biglietto di visita.
+
+Lesse: Il cav. Bonaventuri, con quel che segue.
+
+"C'è cascato!" pensò Nanà, e disse al cameriere di lasciar entrare la
+visita.
+
+Il cav. Bonaventuri era un aiutante... di alcova. È assolutamente
+inutile, che noi ripetiamo qui il dialogo che accadde fra Nanà e quel
+signore, nè le proposte e le accettazioni che ne seguirono sotto il
+suggello del più alto segreto.
+
+Il fatto è che il gran personaggio, dopo quindici giorni che conosceva
+Nanà, si trovò di essere più che mai in estremo bisogno di danaro.
+
+A chi si sarebbe egli rivolto se non al conte di Schifanoja, ministro
+delle finanze, che, come Marco Minghetti, aveva accettato il
+portafogli per ispirito di annegazione?
+
+L'incontro di Nanà alle Cascine aveva fatto traboccare nel personaggio
+la necessità di ottener una somma da un banchiere compiacente. E
+giacchè si doveva pensar al rimedio, si voleva che fosse radicale. Il
+bisogno era vecchio, ma Nanà gli dava l'ultima spinta; la domanda
+insistente cominciò a diventare un aculeo potente nelle costole del
+ministro delle finanze.
+
+Fu allora che il conte di Schifanoja venne autorizzato dalla Camera ad
+emettere in favore della Regia Cointeressata dei Tabacchi tante
+obbligazioni quante ne occorrevano, perchè entrassero nelle casse
+dello Stato cento ottanta milioni.
+
+Ora avvenne che lo Schifanoja ne emettesse invece per duecento sette
+milioni; e allora ci fu chi cominciò a domandare dove mai fossero
+andati a finire i milioni che crescevano.
+
+Nanà avrebbe saputo fin d'allora dirne qualche cosa.
+
+Di lì a qualche tempo avvenne un fatto che gettò nel pubblico italiano
+un nuovo lievito di curiosità e aumentò i misteri di quella nuova
+Elensi. Fu uno scandaloso e inesplicabile voltamento di giubba. Un
+onorevole, fra i più baldi campioni di democrazia, un pubblicista che
+aveva passata la sua vita a dir male di Dio e dei santi, della corte e
+dei cortigiani, del sistema monarchico e di chi ne fa le spese, a un
+tratto, senza una scusa al mondo, senza ragione apparente, senza un
+appiglio palese, si era dato piedi e mani legate in balìa dei
+conservatori e dai banchi di estrema sinistra era passato con armi e
+bagaglio a sedersi in quelli da lui per sì lungo tempo vituperati.
+
+Allora ci fu anche chi stette perplesso se più meritasse disprezzo il
+disertore o quei vigliacchi che lo accoglievano a braccia aperte dopo
+aver ricevuto da lui tanti schiaffi.
+
+Ma i conservatori facevano il loro mestiere; il disertore invece
+appariva tre volte infame. Della fede lungamente ed efficacemente
+espressa da parecchi anni in molti giornali egli aveva fatto getto in
+un giorno solo; e con una disinvoltura ineffabile aveva compiuto uno
+dei più spudorati voltafaccia di cui s'abbia mai avuto esempio negli
+annali dei Parlamenti di questo mondo.
+
+Costui era stato presentato a Nanà pochi giorni prima, e con lei aveva
+complottato molte cose.
+
+Quella incredibile apostasia trovò un mondo di commentatori e di
+detrattori. Chi la scusava erano i nuovi amici della giubba voltata.
+"Imparino i signori democratici--dicevano essi--a trattare come
+trattano i loro uomini di merito!"
+
+Ma tutta la gente onesta e senza ambizioni politiche provò per quel
+traditore uno sterminato disprezzo. Chiunque sa che cosa sia la nausea
+che nasce nel vedere, per esempio, degli ingordi invitati far a pugni
+per giungere a dare il sacco a un buffè, oppure nel veder un
+giovinetto povero ma aitante vivere alle spalle di una vecchia grima
+può farsi oggi un'idea del sentimento disgustoso die suscitò in Italia
+il voltafaccia di quel miserabile deputato.
+
+Il mistero aumentava. La coscienza pubblica protestava, ruggiva,
+cercava la luce. A Firenze già parecchi segnavano a dito Nanà colla
+quale qualche volta il deputato traditore si mostrava in pubblico. Si
+voleva sapere come potesse accadere che ella già rovinata dalla
+_roulette_ di Montecarlo pure spendesse dieci o dodici mila franchi al
+mese e il perchè, lui, il giubbarivolta, dopo avere per molti anni
+gridato contro il sistema di governo consorte e i carrozzini, si fosse
+di repente fatto sostenitore, oratore, paladino e complice di quelle
+brutte cose.
+
+Allora venne proposta alla Camera una inchiesta parlamentare.
+
+Veramente una inchiesta, fatta in mezzo a della gente, che a grande
+maggioranza non voleva saperne e che non dissimulava punto l'agonia in
+cui la si trovava a sentir menzionare quella fatale parola, che già
+una volta aveva macchiato in fronte il partito--non parve agli
+Italiani il mezzo più efficace per venir a capo di qualche cosa. Ma
+questa--si potrebbe ripetere col Manzoni--è una di quelle sottigliezze
+metafisiche a cui non si arriva facilmente.
+
+Si capiva già prima che l'inchiesta si aprisse che ben poco sugo se ne
+avrebbe potuto cavare. La maggioranza aveva interesse a conservare il
+buio, e avrebbe fatto ogni sforzo per salvare i ladri. Che i milioni
+di messer di Schifanoja mancassero al conto tutti lo sapevano; dove
+fossero andati a finire, molti lo sospettavano, ma ben pochi lo
+dicevano perchè si andava anche a rischio di farsi far un brutto tiro.
+E i giorni passarono, e Nanà aumentava il suo lusso, le sue stranezze
+e le sue prodigalità.
+
+Quanto alla giubba voltata, la sua condotta ormai interessava ben
+pochi. Era desso un voto comperato per far passare quel benedetto
+carrozzino della Regia cointeressata dei tabacchi? Chi non lo vedeva?
+Ma si diceva. Credete forse che l'inchiesta--ancorchè si
+faccia--metterà in sodo il mercato di quella coscienza? Neppur per
+sogno. I rei son tutti d'accordo e sono i più. Anche quelli che non
+son ladri davvero, non vorranno tradire i consorti che lo sono. Dove
+mai trovar delle prove? Non si lasciano fuori le prove di tali
+brutture. Tutt'al più ci saranno degli indizi; ma che cosa provano gli
+indizi per chi non li vuoi calcolare?
+
+Questi e altrettali erano i ragionamenti della gente liberale e
+disinteressata.
+
+Nondimeno gli amici della giubba voltata--che nomavasi il sor
+Civinini--fecero degli sforzi sovrumani perchè l'inchiesta non avesse
+luogo, perchè non si tentasse neppure di fare uno spiraglio di luce, e
+si mettesse tutto nel dimenticatoio. I Burgravi italiani hanno nel
+sangue quella stessa annegazione che fece dire alla vecchia guardia di
+Napoleone: "_la garde meurt mais elle ne se rend pas_."
+
+Ciò che essi fecero per scongiurare la vergogna dal capo della giubba
+voltata e da' suoi complici di cui si sussurravano i nomi alla sordina
+supera ogni umano credere. E con quanta annegazione si mettessero in
+questo còmpito, con quanto coraggio adempissero il loro vergognoso
+mandato, con quanto accanimento combattessero allo scopo di impedire
+si stenebrasse il laido mistero, basterà a capirlo quando si pensi,
+che allorchè ricacciati fin negli ultimi baluardi furono costretti ad
+accettar la inchiesta, perchè non accadesse di peggio, indovinate chi
+accettò di esserne il presidente?
+
+Incredibile a credersi!
+
+Incredibile a riferirsi!
+
+Fu l'onorevole che nella Camera parlò più di tutti per farla abortire,
+fu lo stesso avvocato ufficioso del voltacasacca, uno sfregiato
+napoletano; fu l'uomo che aveva dichiarato pubblicamente essere la
+inchiesta una pazzia, un delitto, un obbrobrio; fu colui che le aveva
+dato contro il voto di biasimo più fiero e più solenne.
+
+Nella storia parlamentare del mondo intero non crediamo che ci sia
+un'altra nota di infamia pari a codesta, che la _Consorteria_ non ebbe
+riguardo di lasciar scrivere sul libro nero delle sue brutture.
+
+L'incarico di nominare i commissarî della inchiesta era stato lasciato
+all'onorevole presidente della Camera. Dovere di imparzialità,
+rispetto di sè stesso, riguardo alla carica, deferenza verso i
+colleghi avrebbero imposto a costui di nominare a commissarî uomini
+indipendenti, spregiudicati, fuor di ogni sospetto e non coinvolti
+nella turpe lega!
+
+E sopratutto una volta decisa l'inchiesta, la imparzialità ed il buon
+senso gli avrebbero dovuto imporre il dovere di far sì che la fossa
+fatta al più presto possibile.
+
+Per ottemperare a questi due doveri, il presidente della Camera,
+avvocato Mari, nominò a commissarî dell'inchiesta quelli fra i
+deputati che si erano mostrati i più accaniti avversarî di essa, e
+perchè poi la venisse definita più prestamente, nominò due assenti e
+di ignota dimora.
+
+* * * * *
+
+Stavano così le cose quando si cominciò a spargere a Firenze la voce
+che due deputati, appartenenti alla camarilla degli affaristi, fossero
+stati colti colla mano nel sacco, dai democratici. Si parlava d'una
+certa lettera intercettata da questi, in cui ci era la confessione
+esplicita del furto di que' bricconi; si citavano certe frasi di essa,
+che se fossero state vere, pareva allora, avrebbero dovuto far
+sprofondare l'autore, il cognato, la Camera, il sistema
+costituzionale, la monarchia e tutti quanti.
+
+Ma siccome nessuno aveva veduta questa lettera di cui pochissimi
+parlavano segretamente, da tutti si cominciava a gridar: calunnia,
+calunnia.
+
+Quand'ecco un bel mattino un giornale coraggioso di Firenze rende di
+pubblica ragione quella lettera, e in tutta Italia si ripete una frase
+incredibile di essa: _facciamo quattrini colle immancabili
+speculazioni!_ e tutti i fogli liberali la commentano e lo scandalo si
+diffonde, si fa colossale, enorme, incredibile, e si chiede ad
+altissime grida che l'inchiesta parlamentare sia fatta immantinente.
+
+E qui cominciò per l'Italia una iliade di vergogne tali che la penna
+istessa par si sdegni dallo scriverle.
+
+Fu allora che Nanà intorno a cui la voce pubblica mormorava sempre più
+feroce, un bel giorno fu pregata di levarsi da Firenze e di cercare
+fortuna in altri lidi.
+
+* * * * *
+
+Essa arrivò dunque a Milano, da Firenze, quasi rovinata, un po'
+indisposta, un po' dimagrata, cogli occhi leggermente cerchiati, ma
+sempre bellissima, più bella forse che mai, giacchè quell'aria
+sofferente dava un nuovo risalto alla sua fisonomia e alla sua taglia,
+prima forse un po' troppo rotonda, troppo sensuale, troppo
+soddisfatta.
+
+Essa non era più la cortigiana di Parigi. Essa aveva modificati
+immensamente i suoi slanci, le sue voglie, le sue idee. S'era
+moralmente e fisicamente mutata nella nuova vita di Firenze. E non
+poteva essere altrimenti. Una frase di Zola fa chiaramente presentire
+questa trasformazione. Il grande realista, come se avesse presentito
+che un Italiano avrebbe risuscitato questa donna in un nuovo ambiente
+per ripresentarla vivente a' proprî lettori, dice espressamente che
+essa già fin da Parigi sognava una vita diversa, qualche cosa di
+nuovo, qualche cosa di meglio.
+
+"_Elle revait quelque chose de mieux._"
+
+Ma questo meglio l'aveva dessa ben definito nella sua testa, o non era
+piuttosto che un'aspirazione vaga, un desiderio indistinto?
+
+Aveva dessa un progetto già pronto prima della sua partenza da Parigi
+nel suo cervello da _enfant gatè_, oppure ella si cullava in un nuovo
+sogno dorato colla arditezza sovrana di una donna che conosce la sua
+potente irresistibilità?
+
+Eccola nel_ coupè_ tutta sola, che la porta da Firenze a Milano.
+
+"Anche questa illusione è svanita--pensava. Oh, i grandi della terra
+come sono instabili nelle loro simpatie! Non pensiamoci più."
+
+Allora la sua fantasia tornò a Parigi e alla vita di pochi mesi prima.
+
+"Addio, mio bel Parigi! Forse ti rivedrò presto! Per ora resta dove
+sei, maledetta città!"
+
+Fa questo un affettuoso _addio alla patria_, come disse il Manzoni.
+
+Ella si trovava sola, finalmente; cosa che non le era quasi mai
+capitato di sua vita. Sola, coll'amica più cara del suo cuore, sola
+colla creatura più idolatrata che avesse al mondo: sola con sè stessa.
+
+La felicità che provò nelle prime ore del suo viaggio fu schietta e
+piena di sconosciuti incanti. Essa rideva forte da sè, come un
+fanciullo, mandava dei piccoli gridi di gioia, si agitava sul sedile e
+correva ora di qua, ora di là agli sportelli, si fregava le mani
+convulsivamente e stirava la persona, socchiudendo gli occhi con
+voluttà, come se le fosse capitata una grande fortuna.
+
+Ed era stata, si può dire invece, messa alla porta da chi ella credeva
+di aver soggiogato per sempre!
+
+Chi l'avrebbe capita in quel punto? Eppure ella tripudiava di sentirsi
+libera, d'essere uscita da una nuova pozzanghera, di non avere più
+intorno a sè della gente antipatica.
+
+Si riadagiò nel canto del vagone cogli occhi fissati nel nulla, e
+cominciò a pensare... a pensare...
+
+A che cosa?
+
+Alla vita a cui andava incontro a Milano. All'ignoto.
+
+La fantasticheria durò parecchie ore, e fu feconda di un'idea
+nuovissima in lei, insospettata sino allora, incredibile, che la colpì
+a un tratto, come una rivelazione dall'alto.
+
+Quand'essa si trovò sola, come uno schifo abbandonato in mezzo
+all'Oceano, quando il cinismo e la depravazione di Parigi e della
+provvisoria italiana ebbero cessato di agire come un influsso sui di
+lei nervi, sui di lei appetiti, sulle di lei passioni; quando non
+avendo più occasione di confidarsi agli adoratori, alle amiche, ai
+lenoni, fu obbligata di rientrar in sè stessa, di ascoltarsi, di
+frugare nei ripostigli più segreti del suo cuore inesplorato, ella
+sentì con non poca sorpresa sorgere in cuore un desiderio, un'idea,
+che fino allora le era sempre sembrata molto barocca ed assurda, ed
+alla quale aveva date tante volte la baia quand'erano gli altri che
+gliela proponevano.
+
+Il lettore ha capito.
+
+Le offerte di matrimonio fattele tante volte a Parigi ora portavano il
+loro postumo frutto.
+
+Nanà era stata assalita ad un tratto dalle idee di _faire une fin_, di
+maritarsi con qualche ricco milanese, per vivere tranquilla e
+riabilitata agli occhi del mondo. Poco a poco quest'idea, che le era
+entrata in testa senza saper d'onde le fosse venuta, la invadeva tutta
+e faceva un cammino enorme nel suo cervello e l'avviluppava tutta in
+una specie di felicità, di cui non aveva gustato mai fino allora
+neppur il sospetto.
+
+"Sì--pensava--io voglio, tornando a Parigi, che si dica, ecco la
+signora contessa di... quel che sarà, oppure, ecco la principessa di
+San... qualche cosa. Quel mio povero Mufe come sarà dannato quando lo
+saprà. E Satin dunque? E tutte quelle _bougresses_ di mie amiche, come
+creperanno di gelosia e di rabbia quando mi vedranno sdraiata in un
+_landau_ a fianco di mio marito, e sullo sportello tanto di blasone
+vero ed autentico!
+
+A questi pensieri, in cui splendeva la bontà cristiana di quel cuore
+di donna parigina, ella sentì dei fremiti di felicità inarrivabile.
+
+Poi fa assalita da un certo scoraggiamento.
+
+"Maritata! Ma e poi?--pensava--Se mio marito fosse geloso? Se esigesse
+che io mi conservassi casta e tutta per lui?
+
+Nanà si conosceva. Ella sapeva bene che di quando la sua natura
+ardente, le sue lubriche tendenze, i suoi capricci di donna dissoluta,
+avrebbero preso il sopravvento e le avrebbero fatto commettere dei
+famosi scarti.
+
+Ma allora promise di cuore a sè stessa di essere se non casta almeno
+cauta, nè più nè meno di un buon curato di campagna. E dopo questa
+specie di giuramento si trovò la coscienza soddisfatta, incantata di
+sè stessa e circondata da una gioia viva e di buon augurio.
+
+* * * * *
+
+Poco dopo tornava in campo qualche dubbio.
+
+"Ma troverò a Milano l'uomo che mi conviene ora che sono io a
+desiderarlo? Egli vorrà conoscere il mio passato... vorrà sapere...
+scrutare. E se qui in questa capital morale d'Italia, come ho sentito
+dire, non trovassi nessuno che s'innamorasse di me al punto da farmi
+la proposta, che laggiù a Parigi tutti mi ripetevano?..."
+
+Stette a pensare mestamente; poi soggiunse parlando fra sè ad alta
+voce:
+
+"E me la fecero tanto seriamente, che si uccisero quand'io negai! È
+orribile! Bisogna che io vendichi l'ombra di quel povero Giorgio, che
+mi amava in quel modo! È impossibile che io non faccia il solito
+effetto su... codesti Milanesi... per quanto m'abbiano detto che sono
+seri egoisti e scorbellati. Noi vedremo."
+
+Quel _nous verrons_ fu una specie di sfida alla gioventù dorata di
+Milano. I moti di modestia che talvolta sorgevano in Nanà finivano
+sempre con una sfida all'insensibilità mascolina. Ella si trovava
+tosto assai stupida e assai stupita di avere potuto concepire un
+dubbio sulla propria irresistibilità e mostrava immantinenti la nuova
+certezza nelle proprie forze conquistatrici, con un sorriso
+leggiadriasimo, in cui c'entrava però un poco d'amarezza e una gran
+dose di fatuità. Ella aveva sempre--e a ragione--una grandissima stima
+delle proprie attrattive e della flessibilità prodigiosa de' suoi
+mezzi uccellatori; ella si rammentava quante volte a Parigi degli
+uomini seri che pur conoscevano la sua origine bassa, e le sue pazzie
+sfrenate, e la sua vita vergognosa, si erano rotolati a' suoi piedi
+supplicanti, a mani giunte, per chiederle la mano di sposa... e si
+teneva certa di far il suo partito a Milano.
+
+L'idea di accasarsi nobilmente, la speranza di poter entrare nel gran
+mondo, il pensiero di trattar al tu per tu le dame che l'avevano tanto
+disprezzata, la soggiogavano. Le difficoltà stesse ch'ella prevedeva
+dovessero insorgere per giungere alla stretta dei nodi, aguzzavano
+smisuratamente quel suo nuovo desiderio e gli davano una spinta
+poderosa. Ella stessa si maravigliava, a certi punti, di trovarsi così
+salda in un proposito e di scoprire ancora in sè stessa, tanto lievito
+di volontà, di speranza e di entusiasmo.
+
+* * * * *
+
+Giunta a Milano di notte, Nanà senza aver pensato a farsi dare a
+Firenze una indicazione di albergo, disse al cocchiere del calesse di
+condurla al primo _hôtel_, al più _chic_!
+
+--E i bauli?--domandò questi.
+
+--Li manderemo a prender domani! Sono dieciotto!
+
+Il cocchiere naturalmente la condusse all'albergo della _Ville_.
+
+Ora avvenne che seduti agli ultimi due tavolini del caffè dell'Europa,
+verso la porta dell'albergo, si trovassero in quel punto Enrico
+O'Stiary e il marchese Sappia, che eran usciti in quel punto dalla
+Luisa e pigliavano un _grog_. Un po' discosto da loro Ernesto Cantis,
+il giovane di avvocato, beveva una birra.
+
+O'Stiary e Cantis videro prima passar dinanzi nel calesse Nanà, poi
+videro il legno arrestarsi lì accanto all'albergo. Il conte mandò una
+piccola esclamazione, che fè volger il capo al Sappia. Ma il Sappia,
+lì per lì, non ravvisò nella bella viaggiatrice la donna, che tre anni
+prima egli aveva con tanta ansia aspettata invano per tanto tempo,
+dalla Tricon! Il Sappia aveva la luce delle lanterne negli occhi e non
+poteva veder bene nelle tenebre. Ma O'Stiary e Cantis, che la luce
+l'avevano a ridosso, scorsero abbastanza per restarne molto colpiti
+entrambi. Era l'effetto che faceva sempre Nanà a chi la vedeva per la
+prima volta.
+
+Fu allora che Nanà per discendere dal legno mentre allungava sulla
+predella il suo piedino, quale a Milano se ne vedono di rado, scoccò
+senz'accorgersi un'occhiata curiosa, che parve assassina, e scomparve
+nella porta della _Ville_ accompagnata dal guarda portone che era
+venuto ad aprirle lo sportello.
+
+Cantis balzato in piedi era andato dinanzi alla porta dell'albergo e
+aveva accompagnata Nanà fin sotto il portico, collo sguardo; e gli era
+parso, al poverino, di vedere che la bellissima sconosciuta si fosse
+voltata indietro quasi a salutarlo di nuovo prima di montar le scale.
+
+Quella notte aveva creduto bene non di dormire un solo minuto.
+
+Una ventina di giorni dopo, il Cantis aveva riveduta Nanà al teatro
+Milanese.
+
+Figuratevi come restasse poi quando il giorno appresso la vide venir
+dal suo avvocato.
+
+Egli le aveva scritta la lettera famosa!
+
+Anche Enrico era rimasto assai colpito della bellezza della
+sconosciuta viaggiatrice e il giorno dopo era ritornato alla _Ville_ a
+chiederne notizia; aveva saputo il di lei vero nome e cognome e
+l'aveva riveduta al balcone dell'albergo più bella e più elegante che
+mai.
+
+* * * * *
+
+Lo credereste?
+
+Dopo pochi giorni di residenza a Milano, Nanà si accorse senza grande
+maraviglia, d'essere già desiderata alla follia e contemporaneamente
+da nove persone molto diverse fra loro di età e di condizione: dal
+pubescente liceista al vecchio libertino di sessant'anni, dal signor
+conte di _vieille roche_, al galloppino dell'albergo che le serviva il
+pranzo, dal banchiere milionario al parrucchiere che la pettinava ogni
+mattina.
+
+Nove dichiarazioni, delle quali otto in iscritto, ed una col mezzo
+d'un paraninfo e tutte nello stesso giorno, e in venerdì, era proprio
+la prima volta che le capitavano!
+
+A Parigi non le era mai successa una cosa simile.
+
+"_C'est l'embarras des richesses_" pensò Nanà.
+
+Essa non potè a meno di riderne.
+
+Tanto più che in ciascuna di esse Nanà scoprì un certo non so che, da
+doverle trovare eccessivamente strane. Quelle nove proteste di amore,
+o piuttosto di desiderio, che per combinazione le giungevano in frotta
+come una volata di passeri, e in venerdì per giunta, erano tutte
+impregnate dalla più deplorabile _fatuità_.
+
+Ella si accorgeva che quei nove individui nutrivano già in cuor loro
+una grande speranza di essere corrisposti e subito; dalla loro
+protesta d'amore trapelava una certa persuasione di esserle già molto
+simpatici. Nessuno naturalmente le aveva scritto o detto o lasciato
+capire chiaramente una tanta immodestia, ma la trapelava, ed essa la
+subodorava in tutti. Quei nove--non uno eccettuato--alludevano o
+parlavano chiaramente di una certa sua maniera di guardarli... di una
+certa sua occhiata assassina... ah, quell'occhiata! Mio Dio! chi non
+darebbe la vita per una simile occhiata?
+
+Nanà aveva un bel rammentarsi le proprie occhiate non giungeva a
+raccappezzarne una sola che avesse voluto dire qualche cosa di serio.
+In sostanza però, ella doveva persuadersi che que' suoi nove adoratori
+credevano tutti di essere stati quasi invitati, accalappiati,
+fulminati da una di lei occhiata.
+
+Ed essa sapeva di non averne data neppure una sola da cui spirasse, o
+che potesse ispirare la benchè minima simpatia.
+
+Questo fenomeno a dir vero non era la prima volta che capitava a Nanà.
+
+Ma sopra nove persone, in un colpo solo, le pareva proprio un po'
+troppo!
+
+"Bisogna dire che a Milano le donne abbiano lo sguardo delle Arpie
+quando fissano gli uomini" pensò Nanà.
+
+Le sventure passate, il rimorso e la superstizione le avevano messo
+nella guardatura e nel muovere delle pupille una particolarità degna
+di attenzione. Que' suoi occhi, più grandi del vero, a prima vista
+parevano supplicanti e desiosi.
+
+Voi credevate in buona fede che ella vi avesse fissato in quel modo,
+perchè la vi trovasse bello o piacente, perchè la vi desiderasse,
+perchè forse... oh Dio! già segretamente la fosse presa delle vostre
+fattezze. E allora mille fuochi e speranze avvampavano o scattavano
+nel vostro interno. Avvampavano se avevate il temperamento sulfureo,
+scattavano se lo avevate fatto a molla.
+
+Ebbene?
+
+Quand'essa distaccava da voi lentamente le sue pupille, se voi eravate
+filosofo, se nello sguardo altrui sapevate discernere il vero
+sentimento che lo ispirava, vi sareste accorto che ella, non che
+fissarvi, nè desiderarvi, nè amarvi già in segreto, non la vi aveva
+nemmanco notato, non la si era neppure accorta di voi, non la vi aveva
+veduto passare che tampoco.
+
+Nanà non aveva sguardi che vedessero davvero, se non per le cose che
+appetiva o per le persone che odiava.
+
+Non parlo di quelle che essa amava, per una ragione semplicissima.
+
+Che ella, come non aveva amato mai davvero, così non amava nessuno
+ancora.
+
+Fontan lo aveva subito più che amato. Era stato piuttosto un bestiale
+istinto che una pena di cuore la sua.
+
+All'oggetto desiderato o alla persona odiata nessuna creatura al mondo
+sapeva guardare meglio di Nanà. Ma gli indifferenti? Essa non li
+vedeva. I suoi occhi difficilmente si occupavano del mondo esteriore,
+se non per raccogliere alla sfuggita e all'ingrosso i taciti omaggi
+dei passanti. L'orgasmo continuo e febbrile della sua ambizione non le
+permetteva di discernere se non quello che premeva a' suoi istinti
+felini di donna e alla sua smisurata vanità.
+
+Nanà ormai guardava più spesso all'indentro di sè stessa che non al di
+fuori. Le imagini sanguinose, i fantasmi della sua vita passata non
+erano scomparsi mai dalla sua fantasia. Essa portava con sè la catena
+d'un rimorso non vivo, nè salutare certamente, ma molesto e perenne.
+Talchè giammai quella sua plastica bellezza era stata così pericolosa
+e più procace!
+
+* * * * *
+
+Una delle otto lettere d'amore noi la conosciamo già. Nanà l'aveva
+trovata nel manicotto uscendo dall'avvocato Delguasto, dov'era andata
+a consulto, per una certa coda di processo ch'è inutile richiamare in
+questo punto.
+
+Nanà ebbe un bel domandare a sè stessa come mai quella lettera avesse
+potuto capitare nel suo manicotto, e non trovò la risposta. Ella non
+s'era nemmeno accorta di Ernesto Cantis, non l'aveva veduto, o per
+meglio dire, non l'aveva osservato. E lui credeva, il povero ragazzo,
+ch'ella nutrisse già per lui una segreta simpatia!
+
+
+
+
+IV.
+
+
+In casa Martelli la conversazione, tanto più se presente don Ignazio,
+era la cosa più gaia e più spiritosa che si possa imaginare. E,
+sopratutto, libera assai. Bastava infatti, che non si parlasse in
+alcun modo di donne, nè di romanzi, nè di santa Chiesa; bastava non si
+parlasse male nè del sistema di governo, nè dei preti, nè dei
+carabinieri, nè della Banca nazionale, nè della _Perseveranza_;
+bastava non si parlasse bene nè dei repubblicani, nè di Garibaldi, nè
+di Vittor Hugo, del resto si era perfettamente liberi di ragionar di
+tutto, e d'altre cose ancora.
+
+La Elisa era la sola a cui suo padre, volere o non volere, aveva
+dovuto fare qualche concessione. Non c'era stato verso di farle dire,
+nè di farle tacere molte cose che certa gente seria crede si debbano
+dire o si debbano tacere, dalle fanciulle bene educate. Essa--che pur
+toccava ormai i 18 anni--parlava sempre con una verginità di
+impressioni e con una schiettezza di frasi, che talvolta rasentavano
+la crudità, anche per sua madre, che era pure infatuata di lei. Questa
+non rifiniva mai di dirle che ella era troppo franca. Non c'era verso.
+Il di lui modo di esprimersi, quantunque scevro di malizia o di
+ironia, era sempre così vivo e così sentito, che gli amici di casa,
+gente avvezza a tutte le ipocrisie, a tutte le smorzature, a tutte le
+_banalità_ delle solite conversazioni, ne restavano scossi e
+abbagliati. Perfino Aldo Rubieri, che era pur un artista di vaglia,
+non approvava sempre certe uscite della Elisa, quantunque ammirasse in
+lei l'ingegno originale e coraggioso, che gliele suggeriva. Suo padre,
+non pargliamone! Suo padre, in cuor suo, deplorava di avere
+contribuito a dar in luce una pazzarella di quel carattere, dal quale,
+secondo lui, un marito non avrebbe cavato nulla di buono.
+
+"Figuratevi!--pensava--alludendo all'antico progetto--Testa falsa lei,
+testa falsa lui. No, no, no; cento volte no!
+
+Non c'erano che l'Enrico e il marchese d'Arco, i quali la capissero
+pel suo verso e l'applaudissero. Essi davano sempre ragione alla
+Elisa, il che talvolta faceva arrabbiare il notaio fino
+all'escandescenza. Sua madre taceva e ne gioiva in segreto.
+
+Spieghiamoci bene però anche su questo punto. S'intende acqua e non
+tempesta! Quella facoltà molto decisa di dir sempre le cose schiette e
+senza smorzature, non escludeva però nella Luisa un'altra facoltà,
+senza della quale essa avrebbe potuto qualche volta sembrar una scema
+in faccia a chi non l'apprezzava. Essa aveva molta schiettezza in
+cuore, ma aveva pur anche molto criterio e molta finezza in cervello,
+e sapeva a suo tempo e quando le conveniva, metter in pratica tutte le
+graziose astuzie della diplomazia femminile.
+
+Giacchè altra cosa è saper simulare e altra cosa è saper dissimulare.
+La Elisa, incapace di simulazione, era forse a tempo e luogo maestra
+di dissimulazione. Tanto è vero che se le avesser dato un segreto da
+serbare, si sarebbe lasciata uccidere prima di svelarlo. Tutte le
+arti, le grazie, le disinvolture, le furberie, le moinerie, le
+capestrerie che il cuore detta istintivamente alle ragazze d'ingegno,
+essa le possedeva per istinto. Poche fanciulle, pur senza scuola
+materna e senza buon esempio in casa, sapevano acconciarsi
+stupendamente, mostrar, senza farsi scorgere, il piede e la mano
+bellissimi, muovere il ventaglio, dar il colpetto di mano allo
+strascico della veste, guardar in viso agli uomini con un sorriso
+modesto, alzarsi e sedersi, comparire e scomparire, quanto lei.
+
+Il fatto è che a dieciott'anni l'Elisa era considerata da tutti come
+la testa più forte della famiglia. L'era una idea codesta che stava
+nell'aria. La si capiva chiaramente senza che nessuno l'avesse mai
+notata o lasciata supporre.
+
+Se qualcuno, a tavola o seduto in circolo, diceva qualche cosa
+d'insolito o di bello, guardava in faccia alla Elisa. Il sorriso di
+lei era il premio certissimo al buon senso o allo spirito spiegato.
+Ella, dal canto suo, senza far mostra di accorgersi d'essere stata
+consultata o preferita, dava uno sguardo repentino a sua madre, e se
+questa non le diceva col cipiglio di tacere, si era certi di udirla
+esprimere la sua opinione talvolta perfino tagliente e frizzante, come
+quella di un piccolo Tayllerand in gonnella. Alcuni allora ridevano e
+commentavano l'arguzia della fanciulla; altri tacevano, come
+sopraffatti, e si trovavano quasi a disagio nel nuovo ambiente, che
+l'idea spiritosa dell'Elisa aveva formato intorno ad essi. Un leggero,
+un lontano, un vago sospetto li prendeva: quello di poter sembrare per
+avventura un pochino imbecilli in faccia a lei.
+
+Un giorno, tra gli altri, il babbo notaio ricevette la lettera d'un
+pretendente alla mano di lei; un giovinetto della buona società, un
+conoscente di casa che da più mesi faceva una corte tacita e modesta
+alla fanciulla, senza aver avuto da lei la benchè minima lusinga.
+
+Costui aveva sentito dire che ogni idea di matrimonio fra l'Elisa e il
+conte Enrico O'Stiary era andata in fumo. La dote e le speranze in
+fieri avevangli dunque dato il coraggio di chiedere la mano della
+vergine bellezza.
+
+La lettera giunse dopo pranzo, mentre don Ignazio, colle due donne e
+il marchese d'Arco, stavano aspettando il caffè nel salotto. Il
+notaio, dopo aver letto il foglio, lo depose sulla tavola con un'aria
+fra il serio e il soddisfatto, ed espose ai presenti l'inaspettata
+domanda.
+
+--Diamine!--sclamò la madre.--Non si usa, mi pare, a domandar la mano
+di una fanciulla per lettera. Si manda un amico a far la proposta.
+
+--Non ne avrà!--osservò la Elisa.
+
+--C'è della gente che, temendo il rifiuto, non ama che altri lo
+sappiano--osservò il marchese.
+
+La Elisa intanto aveva messo, da lontano, lo sguardo sulla lettera,
+quasi per indovinare chi potesse essere quel pover'uomo, che veniva a
+chiederla in moglie, e aveva veduto in testa di quella lettera una
+cosa che l'aveva fatta sorridere; e foggiò subito in testa la risposta
+che avrebbe data a suo padre, se fosse stata interrogata sulla sua
+intenzione. In mancanza di un'arma gentilizia, lo scrivente usava dei
+fogli di carta, che portavano per cifra un ferro di cavallo.
+
+--Che ne dici tu. Elisa?--le domandò suo padre.
+
+--Ma, io dico la verità--rispose coll'accento più umile che potè
+trovare nella voce armoniosa la fanciulla--io non mi sento voglia di
+sposare un maniscalco.
+
+Il babbo, il marchese e la signora Eugenia ruppero a ridere
+saporitamente. Supposero che ella credesse sul serio che quella
+lettera col ferro di cavallo venisse da un maniscalco.
+
+La disingannarono....
+
+Elisa li lasciò dire.
+
+--Ma--riprese ella, che sapeva benissimo il fatto suo--perchè dunque
+questo signore mette in testa delle sue lettere quell'insegna di
+maniscalco?
+
+--È la moda del giorno--disse la madre.
+
+--L'insegna dei maniscalchi non è così. È un ferro contornato da
+un'aureola di chiodi--osservò il marchese.
+
+--E questa invece che cosa esprime?--domandò la Elisa.
+
+--È un mezzo qualunque per esprimere la propria passione pei
+cavalli--soggiunse il marchese.
+
+--Ah, se è così--disse la Elisa--io temerei ch'egli dovesse amare più
+i cavalli di sua moglie.
+
+Quel motto del maniscalco fece il giro delle conversazioni milanesi.
+Per qualche tempo i cartolai che tenevano della carta da lettera col
+ferro di cavallo per cifra, stupirono di non vedersene più cercata da
+nessuno.
+
+Oggi la voga ripiglia.
+
+Fortunati cartolai!
+
+* * * * *
+
+Fra le convinzioni più ferme di Elisa, quella che sovrastava a tutte,
+la dominante, la sovrana, la inespugnabile nel suo cuore, era quella
+di non poter essere felice al mondo che unita al suo Enrico. L'affetto
+della impubere si era mutato, nei tre anni, in sentimento gagliardo
+ora ch'ella s'era fatta donna. Già fin da bambina, del resto,
+quand'essa aveva inteso per la prima volta il grido di Roma o Morte,
+si ricordava che per associazione di idee nella sua testolina era
+risuonato un altro grido consimile, essa aveva balbettato in cuor suo:
+Enrico o morte.
+
+La Elisa aveva anch'essa, come _Madame Aubray_, le sue idee, innate od
+acquisite, poco importa. Diversamente della maggior parte delle nostre
+fanciulle di buona famiglia, dacchè aveva cominciato a pensare al
+mistero della vita, non era rimasta indifferente agli innumerevoli
+quesiti, che le si presentavano alla curiosità della mente. Voleva
+saper tutto continuamente e tormentava sua madre, che talvolta, messa
+tra l'uscio e il muro, le rispondeva frottole da non dirsi. Quanto più
+essa la pregava di non farle certe domande, tanto più la Elisa si
+sentiva presa dalla smania di fargliene un sacco. Su molti punti,
+specialmente del mistero immenso, essa dubitava ancora; era scettica,
+non incredula; su altri, essa si era formata un'opinione tutta propria
+ed incrollabile. In fondo, ell'era socialista senza saperlo. Nè quelle
+sue verginali certezze erano frutto di lunghi pensamenti fra sè stessa
+o di ragionamenti con altri; erano intuizioni lucide, portate dal buon
+senso e dal criterio, che la inducevano a pensare certi veri
+nobilissimi, da nessuno rivelati, ma dai quali le pareva che non si
+sarebbe scostata, ancorchè le avessero inflitto il martirio.
+
+Fanciulle siffatte sono rare a Milano. Non tanto quanto si potrebbe
+credere, ma rare.
+
+Certo, e forse a ragione, si dice che un'Eulalia romana, al giorno
+d'oggi, non sia più possibile. Pure la Elisa era proprio della stoffa
+di Eulalia romana. Eulalia, sapete bene, fattasi cristiana a sedici
+anni, quando fu accusata e trascinata dinanzi al pretore, avrebbe
+potuto avere salva la vita, soltanto che avesse consentito a metter un
+granello d'incenso sul tripode, che ardeva dinanzi all'abiurato idolo
+pagano. Ella era così giovinetta e così bella, che il pretore,
+estasiato, avrebbe voluto, forse a suo malcosto, salvarla. Egli le
+offerse lo scampo. Eulalia diede uno schiaffo all'idolo, sputò in
+faccia al pretore e fu mandata alla croce, il patibolo dei cristiani.
+
+La Elisa teneva di questa tempra diamantina. Per una di quelle
+inesplicabili contraddizioni femminili, che formano la disperazione
+dei fisiologi, ella era timidissima e arrossiva tutta e quasi tremava
+se si trattava di mettersi in vista, di presentarsi in un salone a
+spalle nude, vestita da ballo, o di entrare in un caffè affollato di
+gente, che al suo apparire spalancavano gli occhi e la mangiavano
+cogli sguardi, sussurrandosi all'orecchio le ammirazioni desiose e le
+frasi procaci. Ma se si trattava di un pericolo serio, fosse pur stato
+imminente e misterioso, dinanzi al quale tanti uomini smarriscono il
+sangue freddo, ella si mostrava calma ed intrepida.
+
+Suo padre le aveva severamente proibito--non se ne parla--di leggere
+romanzi.
+
+--Neppure i _Promessi Sposi_ e il _Marco Visconti_?--aveva domandato
+lei.
+
+--No, neppur quelli!
+
+Questa proibizione le aveva messo indosso una smania cocentissima di
+leggerne assai più di quello che ne avrebbe letti naturalmente, se suo
+padre non avesse parlato. Enrico era il di lei complice, che le
+forniva nascostamente il pasto desiato. Nondimeno spesso la Elisa
+trovava molto noiosi i romanzi troppo morali che Enrico le portava.
+Egli era assai puritano in questo; aveva escluso tutti i moderni
+realisti, e, de' vecchi, anche il Balzac.
+
+Una sera l'Elisa mostrò a Enrico desiderio di leggere l'_Assommoir_ di
+Zola.
+
+Enrico si rifiutò di portarglielo.
+
+--Ho già fatto troppo--disse--a concederti l'altro giorno: _L'homme
+qui rit_.
+
+--Gran che!--sclamò la Elisa.
+
+E la terribile fanciulla si mise a sparlare di Vittor Hugo.
+
+Enrico la pregò di non farsi sentire da altri. Era come dire a un
+usignuolo di non cantar in primavera.
+
+--Avrò torto--diceva la Elisa al conte--ma a me Vittor Hugo qualche
+volta fa l'effetto di un uomo che sia lì lì per diventar pazzo. Il
+marchese mi disse un giorno che questo è il carattere del genio. Sarà!
+lo sfido a non ridere qualche volta di certe frasi di Vittor Hugo. Per
+esempio mi ricordo questa:
+
+"Un profondo rumore soffiava nella regione inaccessibile."
+
+Se invece di essere Vittor Hugo che ha scritto questa frase fossi io,
+a quest'ora mi avrebbero condotta al manicomio. Un profondo rumore che
+soffia? E nella regione inaccessibile? Ma cosa vuol dire? La si
+capisce così a occhio e croce; ma è genio codesto? Il genio, mi pare a
+me, dovrebbe consistere nel dir chiaramente le cose più difficili ad
+essere pensate da altri, non nel paccucchiare delle frasi con delle
+parole assurde. Il Rubieri per spiegarmi la cosa mi diceva che i
+romanzi di Vittor Hugo vogliono essere tutti poemi cosmici, e che egli
+crede in buona fede di essere il nuovo Cristo delle miserie umane; ma
+se è così egli è un Cristo che ritiene i suoi discepoli e i suoi
+lettori altrettanti _badaux_, che lo devono capire a lume di naso.
+
+* * * * *
+
+La Elisa a dicianove anni era dunque riuscita una piccola enciclopedia
+ambulante. Si guardava bene dal farne sfoggio, ma lo era. Tutte le
+arti graziose essa le aveva imparate con una rapidità sorprendente,
+quantunque sentisse che tutto questo attiraglio di cognizioni
+superflue non le avrebbe servito a nulla nei suoi rapporti col giovane
+al quale la si era votata.
+
+Quanto agli altri che cosa importava a lei di comparire più o meno
+istrutta?
+
+Sciaguratamente l'Enrico diceva di amarla, ma non l'apprezzava. Egli
+era freddo, preoccupato, distratto, sviato. Egli era altrove co' suoi
+pensieri, co' suoi desideri, coll'anima, e pur troppo spesso anche col
+corpo. Elisa capiva tutto questo, e ne soffriva, pur dissimulando con
+dignità il suo dolore. L'allegria del conte quand'era con lei era
+forzata. Le sue stesse espansioni, i ricordi, le tenerezze erano tutte
+superficiali. Si capiva che dopo un'ora che era stato con lei il
+giovinetto cominciava a trovarsi sulle spine, e desideroso di prender
+il volo. Altre passioni, altre illusioni lo chiamavano altrove.
+
+Egli aveva veduta Nanà.
+
+La Elisa ne era mortificatissima; ma non lasciava trapelar nulla
+neppur a sua madre.
+
+Al marchese una volta aveva lasciato capire qualche cosa del suo
+cordoglio. Ne era stata consolata con una frase francese: "_Il faut
+que jeunesse se passe_."
+
+* * * * *
+
+Stavano dunque radunati nel salotto attiguo alla sala da pranzo il
+notaio, le due donne e il marchese, che era venuto come il solito,
+verso le otto a far la sua visita per trovarsi fra gli amici di casa e
+per vedere l'Enrico.
+
+Il babbo schiacciava un sonnellino.
+
+Il marchese parlava colle due donne di cose indifferenti. Elisa era
+distratta.
+
+La Elisa quel giorno s'era levata con un grande progetto in testa. Un
+progetto che le si era presentato come un'enormità, ma che sentiva
+esser diventato necessario. Lo aveva pensato la notte dopo avere
+sparso sul vergine origliere alquante lagrime di dolore, al solo
+pensiero di trovarsi obbligata a metterlo in pratica, l'aveva covato
+tutto il giorno, l'aveva rifiutato e riaccettato venti volte.
+
+Il progetto era di mostrarsi molto gentile con Aldo Rubieri, per
+vedere se Enrico se ne risentisse, per scuotere quella mortale
+indifferenza in cui egli era immerso e che la faceva morire di segreto
+cordoglio; per suscitare insomma nel suo amante un poco di gelosia.
+Ella sapeva bene che questa piccola commedia le sarebbe costato un
+grandissimo sforzo. Fingere? Lei? Eppure non le rimaneva altra
+speranza che quella. Se l'Enrico si fosse mostrato insensibile anche a
+quel tratto, ella sarebbe andata a farsi suora di carità.
+
+È lecito pensare che lo sforzo del far un po' la civettuola con Aldo
+Rubieri non fosse poi tanto sovrumano, neppure per lei.
+
+Aldo non era un uomo ordinario; ed era bello, forse più bello del
+conte.
+
+E poi la donna ha in sè un istinto di civetteria così spontaneo, che
+nulla nulla se ne immischi il bisogno o se ne presenti il pretesto,
+essa lo mette in opera quasi senza addarsene, forse suo malgrado. C'è
+nella donna come un fuoco sacro, che non si spegne mai, ed è quello
+sopratutto di piacere a tutti, per piacere di più ad un solo.
+
+Quando Aldo si presentò--prima del conte--la Elisa stava passeggiando
+al braccio del marchese il quale era beato anche lui di sentire il
+braccio della giovinetta che doveva formare la felicità del suo
+Enrico, pesare sul suo.
+
+Ella gli stava parlando appunto del conte.
+
+Il marchese a dir vero--uomo di studio che aveva il capo ne' suoi
+incurabili e nelle sue medaglie--non sapeva nulla della vita di
+Enrico. Questi per coprire ai di lui occhi i suoi errori, gli aveva
+restituiti dopo pochi mesi i tremila franchi che il marchese gli aveva
+prestati, dicendogli una piccola bugia per giunta.
+
+Vedendo dunque entrare lo scultore, la Elisa premette sul braccio del
+marchese e gli fece fare una mezza girivolta.
+
+--Come va la vostra _Venere contemporanea_? domandò a Rubieri
+andandogli incontro.
+
+--La creta o la creatura?--domandò Rubieri.
+
+--Ma la creta!--rispose la Elisa--di una modella che non conosco io
+non mi curo certamente.
+
+Ella non sapeva la povera Elisa, che a quella modella di cui non si
+voleva curare, il suo Enrico aveva scritta una lettera di fuoco.
+
+Ella non sapeva d'essere tradita per colei.
+
+--La creta è quasi diventata una creatura--rispose Aldo Rubieri.--Ne
+sono contento.
+
+Egli andò poi a salutare donna Eugenia e il notaio che s'era messo a
+leggere il _Corriere della Sera_, crollando spesso il capo, e
+dichiarando che alla fine del trimestre avrebbe lasciato
+l'abbonamento, perchè quel foglio da qualche tempo tirava al liberale.
+
+Aldo ritornò verso la Elisa che lo aspettava. Ella lo fece sedere
+accanto, per domandargli se era vero ciò che le aveva contato la
+mattina suo padre...
+
+--Cioè?
+
+Che il sindaco gli avesse annunciata la sua nomina ad assessore
+municipale.
+
+Aldo annuì. La Elisa sostenne la conversazione variata, saltellante,
+frivola fino al momento in cui dal campanello capì che chi entrava era
+il suo Enrico.
+
+Allora ell'ebbe un movimento sublime di civetteria; disse tutt'a un
+tratto a Rubieri:
+
+--Lei non s'è neppur accorta che quest'oggi io ho cambiata
+pettinatura.
+
+--Altro che me ne sono accorto--rispondeva Rubieri mentre il conte si
+presentava sulla soglia dell'uscio della sala.
+
+--Come la mi trova dunque? Le piaccio così?
+
+--Ah, Elisa, lei è adorabile ancora più del solito--rispose Aldo che
+volgeva le spalle all'uscio e non poteva accorgersi che Enrico era
+entrato.
+
+Infatti la Elisa quella mattina s'era fatta tagliar i capelli alla
+Vallière, sulla fronte, e stava superbamente bene.
+
+Aldo se n'era accorto, ma la fanciulla lo aveva talmente coperto di
+domande nel frattempo che egli non aveva avuto neppur l'agio di
+muoverle un complimento.
+
+Ora trovandosi così interrogato con voce più viva del solito aveva
+risposto:
+
+--Oh, Elisa, lei è adorabile più del solito.
+
+Era tutto quello che la fanciulla potesse desiderare. Mentre l'Aldo
+diceva questa frase Enrico gli passava rasente e la udiva. La Elisa
+non guardò in viso al conte. Finse di essere tutta intenta a quello
+che le diceva Rubieri.
+
+Il conte passò fingendo di non udire le parole di costui. La Elisa ne
+fu piccata in modo che raddoppiò i graziosi atteggiamenti in faccia
+allo scultore, e la più glaciale indifferenza pel suo adorato.
+
+Era la prima volta che a Rubieri succedesse di veder una cosa simile.
+Enrico, salutata la madre e il notaio, venne a stringer la mano a
+Elisa e ad Aldo Rubieri.
+
+--Buona sera, Enrico--disse la Elisa sorridente disinvolta.
+
+Poi senz'altro si volse a parlare di nuovo allo scultore, che nel
+frattempo aveva corrisposto alla stretta di mano di Enrico.
+
+Il quale, per non aver l'aria di ascoltare il colloquio fra la Elisa e
+Aldo, si ritrasse colpito dal nuovissimo contegno della fanciulla. Il
+marchese in quella lo abbordò parlandogli di cose indifferenti. Egli
+lo ascoltava e gli rispondeva macchinalmente, ma colla coda
+dell'occhio andava spiando le mosse di Elisa che proseguiva con
+Rubieri la sua piccola manovra da figlia di Eva.
+
+Ella si accorse di avere destato in Enrico qualche cosa di insolito,
+senza mai far mostra di accorgersi di lui; ma pur strisciando, collo
+sguardo girante, sullo sguardo del conte, s'accorse ch'egli la
+studiava ed era sorpreso. Essa continuò ripromettendosi il trionfo
+finale.
+
+Ma per quella sera non vi fu spiegazione alcuna fra loro.
+
+
+
+
+V.
+
+
+La sera dopo al teatro Milanese si dava una rappresentazione mista in
+dialetto ed in francese.
+
+La nascente compagnia ambrosiana lasciava il posto ad una _troupe
+française_ che pigliava possesso di quel palcoscenico. L'impresario
+aveva combinato per le ultime serate delle recite internazionali metà
+di dilettanti milanesi metà di comici francesi.
+
+Per _lever de rideau_ la Giannella recitava una farsa del Duroni, a
+cui faceva seguito una commedia in due atti di Scribe _jouèe par
+madame Blanche et par monsieur Babil_.
+
+La sala allora non era com'è adesso. Non c'erano palchi. Una loggia
+sostenuta da colonne aggettava in mezzo della parete dicontro al
+palcoscenico e accoglieva un centinaio di spettatori.
+
+Quella sera non ce n'erano più di venti sparsi quà e là al parapetto.
+
+Verso le nove e mezzo Nanà fece il suo ingresso in quella loggia
+accompagnata da un'amica e da un cavaliere.
+
+Il sipario era calato.
+
+Le sedie al parapetto erano occupate tutte. Ma, vedendo la donna
+bella, un signore s'alzò e le cedette il suo posto. L'amica e
+l'accompagnatore si sedettero dietro a lei in seconda fila.
+
+Nanà depose il suo binoccolo sul parapetto dinanzi a sè, strisciò una
+lunga e rapida occhiata in platea, un'occhiata che parve indifferente
+a tutti e quasi sprezzante, ma colla quale essa vide od intuì ad uno
+ad uno al loro posto almeno una mezza dozzina de' suoi molti
+adoratori; assaporò con immenso giubilo il fremito e il mormorio che
+la sua apparizione produsse nella sala, poi si volse indietro a dire
+alla sfuggita una parola all'amica.
+
+La donna che l'accompagnava non era nè bella nè brutta; e quando Nanà
+le parlò si mise a ridere forte. Tutti si volsero a guardarla.
+
+Poco dopo Nanà pigliò in mano il binoccolo e cominciò la rassegna in
+platea.
+
+Ernesto Cantis, il giovinetto commesso d'avvocato col suo bravo
+garofano all'occhiello dell'abito stava di fianco addossato al muro e
+guardava Nanà a bocca aperta. Essa lo trovò _tout bonnement absurde_.
+
+Si alzava il sipario.
+
+Nell'angolo a sinistra c'era Filippo Marliani, il solo che Nanà
+conoscesse. Seduti, ma colla faccia rivolta a lei Nanà indovinò altri
+quattro patiti. Erano Enrico O'Stiary, Bianconi, Salis e Parma a lei
+ignoti. Ciascuno di costoro aveva un proprio contegno particolare. Uno
+guardava troppo, l'altro guardava di rado; Enrico fingeva di non
+averla ancora veduta. Dei quattro che stavano nelle sedie, fra cui
+appunto il nostro Enrico, uno si volgeva a riderle in viso ogni volta
+che la commedia ne porgeva il pretesto; l'altro le mandava un'occhiata
+languidissima, un terzo si dimenava sulla sedia, ma non si volgeva
+mai.
+
+Nanà che li aveva già squadrati tutti non badava a nessuno.
+
+Il solo, come dissi, che Nanà si ricordava benissimo di avere
+conosciuto era Filippo Marliani. Il lettore ne sa già qualche cosa. Il
+Marliani aveva fatta la conoscenza di Nanà a Parigi dalla Tricon, poi
+l'aveva amata fuor della casa infame per qualche giorno, finchè il suo
+compagno di viaggio il marchesino Sappia era riuscito a strapparlo da
+Parigi.
+
+Era stata una conoscenza così affrettata e superficiale, che nè il
+Marliani avrebbe saputo che cosa pensare di Nanà, nè essa di lui.
+
+Il Marliani quello stesso giorno, vedutala passare in _brougham_ s'era
+informato dal cocchiere del luogo di sua dimora e le aveva scritto una
+delle otto lettere famose. Essa gli aveva risposto su un biglietto di
+visita:
+
+"Questa sera al Milanese, venite a trovarmi."
+
+Durante il secondo intermezzo Marliani montò sulla loggia. Il signore
+che aveva accompagnato le due donne in teatro gli cedette la sua sedia
+e discese. Nanà ricevette il Marliani con moltissima espansione, un
+poco perchè aveva a chiedergli un gran favore e un poco pel gusto di
+far rabbia agli altri cinque adoratori, che spalancarono gli occhi
+invidiando il Marliani.
+
+Essa lo presentò alla sua amica; dopo dieci minuti di discorsi molto
+indifferenti Filippo accostò la faccia a quella di Nanà e le scoccò
+questa domanda.
+
+--Non si può dunque venir in casa tua?
+
+--No--rispose Nanà--ti dirò poi.
+
+--E che cosa dici della mia lettera?
+
+Nanà lasciò scappare una di quelle sue risate sonore, che fece volgere
+il capo a tutto il teatro.
+
+--Perchè ridi?
+
+--Perchè insieme alla tua ne ho ricevuto altre sette.
+
+--Sette!
+
+--Sette?
+
+--Chi sono?
+
+--Ah, se tu volessi farmi dire tutti que' nomi, saresti bravo. Mi
+ricordo di quello di un solo: del conte Enrico O'Stiary. Lo conosci?
+
+--Di vista,--rispose Marliani,--eccolo là.
+
+--L'avrei giurato che era lui--sclamò Nanà.
+
+--E dimmi un po', chi è quel signore che ti accompagna, che era qui
+poc'anzi?
+
+--Oh, _sans consequence_! È il cugino del mio albergatore; l'ho
+pregato io stessa di accompagnarci.
+
+--Ti fa la corte?
+
+--Ma neppur per ombra.
+
+--E mi risponderai alla lettera?
+
+--Perchè no? Dove stai? Debbo parlarti.
+
+Marliani cavò un biglietto di visita, sul quale, in calce, stava
+l'indirizzo.
+
+--Debbo parlarti di cose serie. Ma guai a te se tu dici qualcosa sul
+conto mio... sai. A Parigi tu non mi hai conosciuta.
+
+--Mi credi un mascalzone?
+
+Nanà fu rassicurata. Allora cominciò gradatamente ad alzar la voce,
+parlando di tutt'altro e volgendo la parola anche all'amica che le
+sedeva accanto.
+
+* * * * *
+
+--Oggi ho fatto conoscenza con _madame Blanche_, che è alloggiata nel
+mio albergo.--disse Nanà.--Fu lei che m'indusse a venir qui stasera.
+
+--È piuttosto brava--disse Marliani tanto per dir qualche cosa.
+
+--Anzi--soggiunse Nanà levandosi; giacchè in lei la risoluzione era sempre
+contemporanea all'idea che le scattava in testa e non usava mettere fra
+l'azione e il pensiero il benchè minimo intervallo.--Voglio andar sul
+palco a trovarla. Accompagnami.
+
+Nanà dava assai facilmente del tu a' suoi amici. Chi non sapeva nulla
+di questo vezzo, aveva talvolta delle sorprese singolari. Capitava di
+doversi domandare se ella avesse tanti amanti o tanti fratelli, o
+tanti cugini quanti si trovavano in una sala in cui ci fossero, per
+esempio, una trentina di giovinotti.
+
+A ventinove di essi, essa dava del tu, con magnifica disinvoltura.
+
+--Mi lasci qui sola?--disse la signora Fanny.
+
+--Vieni anche tu.
+
+Nanà diè il braccio a Marliani, e si mossero verso il palcoscenico.
+
+Sul palco trovarono per prima la Giannella, a cui un collega burlone
+stava dando a intendere che quella mattina una donna aveva partorito,
+uno dopo l'altro, dieci figli tutti maschi e tutti vivi.
+
+A tale notizia, la Giannella aveva spalancati i suoi occhi grigi e
+aveva sclamato:
+
+--Tu mi sgonfii!
+
+--Ma no; è un fenomeno rarissimo, ma non è la prima volta che succede.
+
+--Fino a quattro, l'ho già sentito dire anch'io... ma dieci poi... mi
+par troppo.
+
+--Eppure è un fatto!
+
+--Oh, guarda mo', povera disgraziata!--sclamò allora la Gianella, che
+s'era data subito a credere al barzellettatore.--Ed è viva ancora?
+
+--Altro che viva! Si dice anzi che ieri, dopo soli tre giorni, sia
+andata dal Cabrino a ballare.
+
+Un barlume di sospetto che il suo compagno d'arte si burlasse di lei,
+passò negli occhi sorridenti della Gianella.
+
+--Per bacco! Dieci? Saranno ben piccini.
+
+--Ma che!--rispose l'altro colla più imperturbabile serietà--sono
+tutti grossi, al contrario, come bimbi di un mese.
+
+--Ma bisogna dire allora che essa sia una gran macchina di donna.
+
+--Lei? Non è più grossa di te.
+
+La Giannella portò le due mani sul grembo, come per assicurarsi che in
+esso non ci avrebbero potuto stare dieci marmocchi.
+
+In quel punto gli astanti che non potevano più reggere, scoppiarono in
+una fragorosa unanime risata.
+
+--Ah! Voleva ben dir io!--sclamò la buona Giannella, guardandosi
+intorno ramminchionita e sorridente.--Che cosa ne so io? Se ne sentono
+tanti adesso di _felòmeni_!
+
+* * * * *
+
+Nanà e i suoi due compagni s'erano fermati presso la Giannella e
+avevano udito quel singolare diverbio: "Ma è la _Tatan Nenè_ sputata"
+pensò Nanà.
+
+In questo il direttore le si accostò:
+
+--Vorrei parlare a madama Blanche--disse quello.
+
+Il direttore le additò il camerino e ve l'accompagnò.
+
+Nel camerino di madama Blanche Nanà trovò Aldo Rubieri e il marchese
+Sappia, i quali avendola veduta andar sul palcoscenico dalla parte di
+destra, l'avevano preceduta dall'altro ingresso a sinistra.
+
+Aldo Rubieri e Sappia non si conoscevano; madama Blanche li aveva
+presentati uno all'altro.
+
+--Di nome è un pezzo ch'ella è conosciuta da me--gli disse il
+marchese.
+
+--Posso dire anch'io che il di lei nome non mi è nuovo. Ell'è grande
+amico di un mio amico, il conte O'Stiary.
+
+--Di Enrico? Ma sì, diavolo! L'ho lasciato appunto in platea.
+
+Nanà entrò.
+
+Dopo gli abbracci, i saluti, le congratulazioni colla artista
+cominciarono i complimenti da parte di Sappia e di Rubieri che madama
+Blanche le presentò.
+
+Questi da vero artista, che ha il diritto di rilevare più che altri,
+le bellezze formose nella donna, scoccò a Nanà un complimento così
+plastico, che questa ne restò colpita ed estatica.
+
+Allora ella gli parlò subito del desiderio di avere da lui un ritratto
+in marmo. Gli domandò il permesso di andar il giorno dopo a visitare
+il suo studio.
+
+Quanto al marchesino Sappia egli era così commosso dalla vicinanza di
+Nanà che balbettava, e per mostrar disinvoltura faceva invece la corte
+a madama Blanche.
+
+Madama Blanche, che aveva mangiata subito la foglia, accettava quella
+corte di ripiego con molta ironía. Ella si era messa allo specchio e
+truccandosi faceva mostra di non sentir le lodi che Rubieri profondeva
+a Nanà, perchè quelle lodi... fatte a un'altra, nel suo camerino, la
+seccavano enormemente.
+
+Finalmente il Sappia interpellato da Nanà dovette volgersi anche a
+lei. E allora si capì perfettamente che quelle due creature, le quali
+pareva proprio si vedessero per la prima volta, s'erano conosciute
+altrove... di sfuggita, misteriosamente, da un gran pezzo forse, ma
+s'erano già vedute in qualche altro luogo di questo mondo.
+
+Una frase di Nanà tolse ogni dubbio a Rubieri e a madama Blanche.
+
+--Voi siete sempre un gentiluomo, non è vero?--domandò Nanà a Sappia,
+accomiatandosi e stringendogli la mano molto inglesamente. A cui
+Sappia aveva risposto:
+
+--Ne potete dubitare? Non temete nulla da me.
+
+* * * * *
+
+Nanà quando fu nello studio dello scultore fu presa dalla sua solita
+smania di far valere la sua immensa bellezza plastica. A Rubieri era
+bastato uno sguardo per accorgersi di essa e non avrebbe potuto
+desiderar di meglio che di averla per modella. Ma naturalmente non
+osava. Fu Nanà che gli disse essere pronta a lasciarsi far il ritratto
+ignuda, e allora Rubieri per idealizzare l'opera sua aveva trovato
+un'idea che gli era parsa luminosa, e che Nanà aveva accettata con
+entusiasmo.
+
+--Io farò di voi la Venere contemporanea.
+
+E così s'era fatto. In meno di quindici giorni, dal blocco informe di
+creta, era già sortita come un giorno dalle spume del mare somigliante
+e stupenda la statua-ritratto della Nanà.
+
+
+
+
+VI.
+
+
+Filippo Marliani abitava in una camera di venticinque lire al mese in
+via Solferino.
+
+Era una stanza che pareva creata apposta per designare il carattere e
+l'ingegno di chi l'abitava. Per quanto preoccupato, per quanto al
+verde, per quanto disgraziato un uomo di buon gusto, non può vivere in
+certe camere mobiliate milanesi, ancorchè gentile ne sia la padrona
+che la rigoverna soffice il letto e a buon mercato la pigione. C'è in
+molt'uomini un sentimento delicato, ombroso, superiore ad ogni idea di
+risparmio, inavvertito spesso, ma sempre vigile e tiranno per conto
+proprio, il quale si ribella continuamente all'aspetto delle cose
+volgari o anche soltanto sgraziate e brutte.
+
+Filippo Marliani, che era pure quel che si dice un bel giovane, e che
+era stato anche ricco, aveva il difetto di essere assolutamente privo
+di ogni idea estetica, non sognava che a questo mondo esistesse il
+sentir fine, non aveva alcuna nozione nè innata nè acquisita del buon
+gusto.
+
+Filippo, da parecchi mesi, trovavasi in una terribile crisi
+finanziaria. Aveva fatte delle perdite grosse al giuoco, e s'era
+ridotto in quella camera da venticinque lire al mese, dopo d'aver
+venduto a poco a poco tutto ciò che teneva di bello e di ricco nel suo
+antico quartierino da scapolo agiato.
+
+* * * * *
+
+Il giorno dopo della sera che Filippo rivide Nanà a teatro--era un
+sabato--si trovava possessore dell'ultimo, unico, estremo suo
+biglietto da mille lire; con ottocento di esse doveva soddisfare a un
+debito di giuoco rimastogli della sera innanzi, col resto tentare per
+l'ultima volta la sorte. Se questa gli fosse stata avversa si sarebbe
+fatto saltar le cervella. Lo aveva fissato e gli pareva di aver il
+coraggio di non mancare al proposito.
+
+L'incontro di Nanà a Milano era un fatto che doveva influire
+grandemente su questo progetto. Egli non si accorse di desiderare
+ancora ardentemente quella donna. La miseria è tal cosa che tronca
+ogni desiderio superfluo. La galanteria all'aspetto di questa si
+spaventa e fugge.
+
+Nanà s'era accorta ch'egli doveva essere in miseria. Le donne in
+questo hanno un fiuto straordinario. Essa che lo aveva conosciuto a
+Parigi soltanto tre anni prima splendido e prodigo, vestito assai
+bene, lindo, profumato, aveva capito a prima vista la differenza.
+
+* * * * *
+
+Era di poco battuto il tocco quando Nanà entrò nella camera di
+Filippo. Essa entrò sorridendo e mostrando fra le labbra le sue
+mirabili due fila di denti, coll'aria trionfante di una donna la quale
+sa di render all'uomo che essa va a trovare uno degli onori più grandi
+che creatura umana possa fare ad un suo simile.
+
+Ma dato un rapidissimo sguardo intorno in quella camera di Filippo
+fece una smorfia colle labbra e cogli occhi, nella quale si sarebbe
+veduto chiaramente un senso spiegatissimo di delusione e di disgusto.
+
+Filippo voltava le spalle all'uscio pel quale Nanà era entrata, e
+stava tutto assorto, sotto ad una finestra, in una operazione
+discretamente eteroclita.
+
+L'aspetto di quella camera aveva dato di botto sui nervi a Nanà.
+Eppure la era una stanzetta ordinata, pulita, ammodo. La stiratrice
+che era venuta poco prima a recar a Filippo la sua scarsa biancheria
+della settimana non rifiniva di lodarla. Ella trovava che ci si
+sarebbe stati bene anche in due. Non un filo fuori di posto; non una
+macchia, non uno sdrucito.
+
+Ma agli occhi di Nanà c'era del superfluo che guastava ogni cosa.
+
+Sulle pareti, per esempio, in cornici di finto ebano stavano appese
+quattro stampe rappresentanti quattro episodi del vecchio testamento:
+abbominî di disegno, di composizione e di colorito. E Filippo non se
+n'era mai accorto!
+
+C'era un caminetto. A chiudere la bocca di quel caminetto c'era un
+paracamino. Uno sciagurato imbianchino sulla carta di quel telaio
+aveva dipinto un paesaggio al cader del sole così obbrobrioso, da far
+venire in uggia la campagna ed il cader del sole.
+
+E Filippo non se n'era mai accorto.
+
+Sul piano del caminetto Nanà scorse tre oggetti nefandi. Al posto del
+pèndolo, una grossa scatola col coperchio tutto incrostato di
+conchiglie terrestri e fluviatili, e, da una parte e dall'altra, due
+vasi barocchi con dei fiori di velo, sotto la loro brava campana di
+vetro colla rispettiva ciniglia verdesporco, che ne cingeva la base
+sul piedestallo di legno dorato.
+
+Quei quadri, quel paracamino, quella scatola colle conchiglie e quei
+vasi erano certo la parte caratteristica, dirò così, di quella
+ignobile stanza, ma non erano ancora tutto. Intorno intorno Nanà, con
+quell'ammirabile rapidità di sguardo ch'ella possedeva quando voleva
+vedere, pari alla supina inerzia ond'era presa quando non le importava
+nulla di sapere, ebbe un'altra impressione molesta; quella che alla
+Francese si direbbe _choquante_.
+
+Fu la presenza di un oggetto preparato su una sedia a piè del letto,
+accanto ad una camicia di bucato: un bel paio cioè di bretelle
+ricamate.
+
+Le bretelle all'imaginazione delle donne rappresentano la vecchiaia
+dell'uomo che le porta. Eppure quelle bretelle di Filippo erano
+bellissime per quanto logore e macchiate dal sudore. Erano un avanzo
+dei giorni agiati e felici. Si capiva lontano un miglio che dovevano
+essere state un dono di qualche umile e molto borghese amante. Le
+liste maggiori erano minutamente ricamate in seta con leggiadro
+lavoro. Esse facevano capo da una parte e dall'altra a degli anelli,
+da cui si biforcavano i minori straccali di pelle liscia, che
+terminavano cogli occhielli, i coniugi legittimi dei rispettivi
+bottoni dei pantaloni.
+
+* * * * *
+
+Filippo stava, come fu detto, colle spalle rivolte all'uscio
+d'ingresso, intento in un'operazione alquanto misteriosa. Teneva
+piegata la testa e lavorava attento a due mani intorno ad un oggetto
+che Nanà non poteva discernere.
+
+Nanà, accortasi che egli non l'aveva udita entrare, tossì.
+
+Filippo si volse come sgomento, e vedendo la bella donna lì sul
+limitare, arrossì tutto e portò le due mani dietro la schiena.
+
+Non ci riuscì a nascondere il proprio delitto. Nanà aveva già veduto,
+aveva capito tutto ed era scoppiata in un irrefrenabile riso.
+
+Filippo nella destra teneva una forbice inditata, e nella sinistra un
+solino da collo inamidato, al quale stava facendo la barba.
+
+Il far la barba ai solini da collo che perdono la bava dall'orlo, è
+un'operazione che le stiratore non si attentano di fare per loro
+conto, e che spetta a que' poveri diavoli, i quali non pensano a
+provvedere dei solini nuovi, quando i vecchi sono logori. Certo è che
+codesta operazione è fra le più gelose della vita, tanto che chi è
+costretto di farla, si lascia vedere il meno possibile che può e tanto
+meno poi da una donna, e tanto meno poi da una donna bellissima, alla
+quale già altra volta si è protestato ardentissimo amore.
+
+Nanà trattenne l'ilarità, che mortificava Filippo e fu la prima ad
+aprir bocca, e senza il più piccolo preambolo gli disse a bruciapelo:
+
+--Cosa diamine è successo di te? Sei dunque rovinato?
+
+--Perchè?--balbettò Filippo.
+
+--Ma lo si capisce. Sei venuto a stare in una camera, dove io non ci
+starei nemmeno dipinta, e ti tocca, a quel che sembra, di refilare i
+tuoi colli per poter uscire.
+
+Filippo non rispose.
+
+--Dunque non mi dici nulla a vedere che io mi sono incomodata per
+te?--diss'ella che si era seduta frattanto nell'unica sedia a
+braccioli che fosse nella camera.
+
+E sdraiandosi in essa Nanà non aveva mancato, come al solito, di
+scoprire per un buon palmo, con un colpetto di mano, la stupenda gamba
+a Marliani già nota.
+
+Filippo non aveva buon gusto; ma contava, prima di tutto, soli
+ventisei anni, possedeva una salute di ferro e una concupiscenza
+d'oro. Il suo temperamento sanguigno, irritabilissimo al solletico del
+senso, era già stato scosso potentemente al primo incontro degli
+occhioni di Nanà; Potete figurarvi cosa ne nacque alla vista del piede
+e della calza di seta ond'era coperta la gamba della donna già amata
+alla follia....
+
+Lasciò cadere a terra solino e forbice, si avventò per così dire
+contro Nanà, con un moto di caldissima tenerezza, e fece per
+stringerla al seno.
+
+--Un momento!--sclamò Nanà ritraendosi colla sedia; la quale avendo le
+rotelle scivolò indietro un bel tratto. Filippo che s'era curvato
+innanzi, perdette l'equilibrio e stette quasi per stramazzare al
+suolo. Lo scappuccio che egli fece mancandogli il centro di gravità fu
+così comico che Nanà dovette malgrado dar fuori in un'altra grande
+risata.
+
+Nè faceva bisogno d'essere una _cocotte_ parigina per questo!
+
+Filippo questa volta era mortificato sul serio.
+
+Nanà godeva immensamente in cuor suo di riuscir con così poco a
+mortificare un pover'uomo! Anzi parendole venuto il tratto per
+aumentar la dose di quella confusione, si volse, prese in mano gli
+sciagurati straccali, che stavan sul dossale della sedia e
+presentandoli a Filippo:
+
+--Tu dunque--disse--ti sei messo a tirar su i pantaloni con queste
+carrucole?
+
+A Filippo s'affacciò per risposta e per giustificazione una bugia.
+
+--Li usai per montar a cavallo--voleva dirle.
+
+Ma pensò che Nanà se ne intendeva e che nei bei tempi andati l'aveva
+veduto vestirsi una volta per montar a cavallo, senza bisogno di quei
+tiranti. S'accontentò di rispondere:
+
+--Il sarto m'ha fatto i calzoni troppo larghi.
+
+Per poco ancora stettero in silenzio. Filippo divorava cogli occhi
+Nanà, che guardava altrove e diceva fra sè: che grullo!
+
+--E dunque?--ricominciò Nanà.
+
+--Dunque, che cosa?
+
+--Non mi conti nulla?
+
+--Io nulla.
+
+--Sei in collera?
+
+--No, ma capisci bene.
+
+--Che cos'è che debbo capire?
+
+--Io avrei voluto abbracciarti e farti un bacio e tu ti ritiri, che
+quasi mi facevi cadere e poi invece mi domandi se tiro su i calzoni
+colle carrucole.
+
+--Mi piace tanto a veder gli uomini arrabbiare!
+
+--Ancora?
+
+Se Filippo non avesse avuto in corpo quell'orgogliuzzo da dozzina,
+quel ticchio permalosamente goffo, che è pure la caratteristica di
+tanti bei giovani di Milano e di altri luoghi, in questo punto avrebbe
+trionfato immediatamente.
+
+Ho detto che in fatto di sensualismo Nanà non aveva ritegni.
+Contraddizione costante anche in questo. Essa era a momenti una donna
+fredda come marmo o magari, a momenti, la più sfrenata baccante della
+terra. Da madre natura ella pareva creata indubbiamente e mollemente
+lasciva; i suoi occhi e le sue rotondità troppo chiaramente parlavano;
+non si poteva pigliar abbaglio.
+
+Quel giorno, dopo tanto erotico digiuno, ella sarebbe stata in gran
+vena di pazzie; e se Filippo avesse saputo fare, ella sarebbe tornata
+sua amante d'un giorno, con entusiasmo, malgrado la manifesta arsura
+di lui.
+
+Povero Filippo Marliani!
+
+Egli non s'accorse di essere un uomo perduto. Il presentimento non gli
+disse che fra il suo suscitato ardentissimo desiderio e la pur
+evidente condiscenza di Nanà, due elementi che sarebbero stati lì lì
+per intendersi tanto bene, si era elevato un ostacolo insormontabile
+nella mente e per ciò nei sensi di lei: il sentimento del ridicolo.
+Gli è in questo senso che i Francesi dicono che il ridicolo uccide.
+
+Egli non vedeva in quel punto che la difficoltà di rompere di nuovo il
+ghiaccio.
+
+Ebbe una sciagurata ispirazione.
+
+Si mosse verso l'uscio.
+
+--Che fai?--gli domandò Nanà.
+
+--Chiudo l'uscio--rispose Filippo con un sorriso tra l'ebete, il
+compiacente e il fatuo.
+
+--A chiave?
+
+--Sicuro a chiave.
+
+--Non voglio.
+
+--Perchè?
+
+--Perchè m'hanno veduta entrare e non voglio si dica che fui chiusa
+dentro a chiave con te. E poi del resto sai, debbo andarmene subito.
+
+--Che cosa sei venuta qui a fare allora se vuoi andartene subito?
+
+--Oh bella! Prima per domandarti un parere per un'idea che m'è venuta,
+cioè per una proposta che mi fu fatta da un impresario, che vorrebbe
+ch'io diventassi artista... poi per raccomandarti di non parlar di me
+a nessuno... poi....
+
+--Poi che cosa?
+
+--Poi per vedere se tu mi potevi prestare un migliaio di franchi.
+
+Filippo si sentì come fulminato. Ma non si tradì.
+
+--E se io potessi prestartelo il migliaio di franchi che faresti tu
+per me?--disse con voce leggermente tremula di emozione.
+
+--Nulla... cioè ti ringrazierei.
+
+--In che modo?
+
+--Colla bocca.
+
+--Null'altro?
+
+--Null'altro.
+
+--Perchè?
+
+--Perchè--rispose Nanà--non vorrei che tu credessi ch'io voglia
+ripagarti del favore che mi faresti.
+
+--Neppur un bacio?
+
+--No. Un mio bacio o non deve valer denaro o deve valere dei milioni.
+
+--Poumh?
+
+Filippo dalle sortite di Nanà era continuamente disorientato. Quello
+spirito pieno d'ordine, abitudinario, limitato e timido non capiva le
+eccentricità di Nanà. Lo facevano ammutolire.
+
+Allora quello sventurato, che teneva nel portamonete il danaro, col
+quale doveva pagare nelle ventiquattro ore il suo debito di giuoco
+della notte prima, trasse di tasca il portamonete e fece atto di
+cavarne il biglietto da mille.
+
+--No--disse Nanà alzando la mano verso di lui.--Ora non li voglio più.
+
+--Perchè non li vuoi più?--domandò con crescente esterefazione
+Filippo.
+
+--Sei sfortunato oggi--sclamò Nanà sorgendo in piedi e ridendo un poco
+sforzata.--Se tu mi avessi dati que' mille franchi senza dir parola,
+se invece di pensare al compenso tu mi avessi fatto vedere che non
+pensavi ad altro che a rendermi un servizio, puoi star sicuro che....
+Capisci bene; tu mi conosci già! Così me ne vado. Addio.
+
+Filippo mise in tasca il portamonete.
+
+Lo sguardo con cui Nanà accompagnò quella ritirata nelle tasche,
+mentre stava per volgere le spalle al giovane, fu una piccola iliade
+di ironia e di disprezzo.
+
+--Nanà, fermati--le disse Filippo prendendole una mano.
+
+Ella si volse.
+
+--Io non ci capisco un bel nulla, di questi tuoi capricci.
+
+--Lo so bene che non capisci nulla. Se tu li avessi capiti, non ci
+saremmo annoiati l'uno dell'altro in soli otto giorni... ti ricordi, a
+Parigi. Oppure a quest'ora io sarei già stata tua di nuovo.
+
+--Ammetterai però d'esser un grande originale!
+
+--Sarà benissimo!
+
+Filippo le recinse la vita colle braccia, e Nanà le lasciò fare. La
+mossa, il gesto del giovane erano stati fatti abbastanza bene, e ciò
+era bastato perchè Nanà non se ne fosse schermita. Filippo curvò la
+testa sulla guancia di Nanà, la baciò ardentemente poi le disse in
+orecchio:
+
+--Che cosa dovrei fare per ridiventarti simpatico?
+
+Nanà ruppe a ridere. Filippo, abbassando lo sguardo sul seno turgido e
+semicoperto della voluttuosa creatura si sentì nelle vene un fenomeno,
+come se in esse fosse corso, non del sangue, ma della lava
+incandescente.
+
+--Che cosa dovresti fare per diventarmi simpatico?--rispose Nanà
+svincolandosi da lui.--È più facile ch'io ti dica quello che non
+dovresti fare. Vedi, Filippo, per me il cedere non è questione come
+per tante altre, nè di tempo, nè di fatti, nè di gratitudine, nè di
+compassione. A me gli uomini sono simpatici o sono antipatici a prima
+vista. Dopo due minuti che li ho veduti o che li ho intesi a parlare,
+io potrei dirti: di questo non sarò mai l'amante, di quello lo sarei
+stata in tre ore, s'egli mi avesse voluta.
+
+--Ma tu di me lo fosti già una volta!
+
+--Appunto perchè allora mi apparisti amabile.
+
+--Ed oggi no?
+
+--No.
+
+--Perchè?
+
+Nanà, parlando girandolava per la camera ed era giunta dinanzi al
+camino.
+
+--Ecco, per esempio--diss'ella alzando il coperchio della scatola
+fatta di lumachine e di conchigliette--ecco qua. A me sarebbe
+impossibile l'innamorarmi di un uomo, il quale tiene in casa sua di
+queste porcherie.
+
+--Che ne so io? C'era, l'ho lasciata e la mi serve.
+
+Nella scatola, Nanà vide delle fotografie. Ne levò una, la guardò con
+un sorriso pieno di ironia, poi domandò:
+
+--Chi è questa?
+
+--È la mia amorosa--rispose Filippo con un'alzata d'ingegno.
+
+--Davvero? Te ne faccio i miei complimenti. È molto bella.
+
+--Ti pare?
+
+--C'è mai pericolo che essa mi trovi qui?
+
+--No. Essa non viene qui. Vado io da lei.
+
+--Perchè non me l'hai detto subito che avevi un'amante di questa
+forza?
+
+--Perchè essa ama me, ma io non amo lei.
+
+--Chi ami tu?
+
+--Lo sai bene.
+
+--Vorresti darmi ad intendere che tu sei innamorato ancora di me?
+
+--Ora che ti ho riveduta, sono certo di esserlo, perchè tu sei sempre
+per me la più bella donna dell'universo.
+
+Nanà vibrò al giovine uno di que' suoi sguardi ben intenzionati, che
+avrebbero avuto la potenza di far rizzare i capelli in capo a un
+morto.
+
+Filippo spasimava.
+
+--Nanà, sii buona--le disse egli; e prendendole le mani se la attirò
+sul petto, la recinse col braccio, le disse all'orecchio parecchie
+frasi insensate e senza sintassi, ma che volevano dir tutte
+chiaramente la stessa cosa.
+
+Nanà lasciava fare e udiva con voluttà quel vaniloquio.
+
+Ad un tratto sclamò:
+
+--Mi hai detto che essa è innamorata di te?
+
+--Molto.
+
+--E soffrirebbe se tu la dovessi lasciare?
+
+--Credo che ne soffrirebbe assai.
+
+--Vuoi tu lasciarla per amor mio?
+
+--Me lo domandi?--rispose come gemendo lo sciagurato Filippo.
+
+--Me lo giuri?
+
+--Te lo giuro.
+
+--Che pegno, che sicurtà mi puoi dare che lo farai?
+
+--Quella che tu vorrai impormi.
+
+--Se io esigessi che tu non l'avessi a vedere mai più?
+
+--Obbedirei.
+
+--Se io volessi che tu stracciassi in mille pezzi questo suo ritratto?
+
+--Ecco--disse Marliani facendo il ritratto in pezzi.
+
+--Se io volessi che tu gettassi dalla finestra queste lumachine?
+
+--Ecco.
+
+E afferrata la scatola Marliani aperse le imposte, diè un'occhiata di
+sotto nel cortile e vi scaraventò la scatola.
+
+--Se io esigessi che tu non avessi più mai a portar le bretelle?
+
+--Ecco!
+
+E Marliani, raccolte le forbici che stavano a terra, e presi in mano i
+tiranti, li tagliuzzò in varî pezzi.
+
+--Sei contenta?
+
+--Sì.
+
+--Vuoi altro?
+
+--No. Adesso che sono persuasa, va pure a chiudere l'uscio a chiave.
+
+* * * * *
+
+La mattina seguente al bel primo svegliarsi si affacciarono alla mente
+di Filippo Marliani due imagini e due idee importantissime, di cui
+l'una voluttuosamente splendida, l'altra sgarbatamente molesta.
+
+La prima era Nanà. Quella donna che tutti desideravano, che aveva
+prodotta nella gioventù dorata di Milano una insolita effervescenza,
+per posseder la quale molti avrebbero dato, se non la vita, gran parte
+dei loro averi, era ridivenuta senza farlo basire, la sua amorosa.
+
+La seconda idea, che attraversava e che smorzava quella superba gioia
+era la ripetizione di un fastidio e di un rimorso che già egli aveva
+risentito il dì prima, non appena Nanà lo aveva lasciato solo nella
+sua cameretta. Era prodotta da due fatti egualmente gravi e umilianti:
+quello di trovarsi senza più il becco d'un quattrino indosso, e quello
+di non aver potuto pagare nelle ventiquattr'ore il debito di giuoco di
+ottocento franchi, contratto la notte dianzi.
+
+Egli, infatti, di nascosto di Nanà, la quale--credeva.--non avrebbe
+voluto più accettare il suo dono le aveva scivolato nel portamonete il
+suo ultimo biglietto da mille franchi, che avrebbe dovuto servire a
+quell'ufficio indispensabile per chi voglia comparire ancora in una
+sala di giucco.
+
+E si trovava perfettamente al verde. E--ciò che non è indifferente a
+notarsi--non teneva più in casa neppur un filo con cui far danaro.
+L'abbiamo veduto fare la barba ai solini da collo sfilacciati. Segno
+di grande arsura!
+
+Se non che l'anima umana è così avida di felicità e si sottrae così
+volentieri al dolore e all'umiliazione, che sulle prime il pensiero di
+Filippo figgendosi ardentemente nell'imagine di Nanà gli fe' riprovare
+soltanto la gioia e l'estasi vivissima d'averla ancora posseduta.
+
+--Nanà, mia Nanà, bella Nanà terribile--andava egli dicendo mentre si
+vestiva; e non si saziava di ripetere quel nome come per tener
+occupata la mente e ributtar indietro le idee importune.--Che
+splendida creatura! Che occhi, che capelli, che denti, che profumo di
+donna sana! Ma l'orgasmo erotico durò poco.
+
+Bisognava pensar all'avvenire, e provvedere alla vita. Quell'ultimo
+biglietto da mille, che avrebbe dovuto servire, per tre quarti a pagar
+un debito di giucco, e pel resto ad essere arrischiato, e a produrre
+chissà che _risorsa_, sfumato in quel modo gli toglieva la speranza di
+potere la sera tentare di nuovo la sorte. Ad ogni modo in bisca egli
+non ci sarebbe andato che di sera. Ma intanto? I due piccoli problemi
+della giornata: la colazione ed il pranzo, come si risolveranno?
+
+"Potrei--cominciò passando in rassegna i mezzi leciti--potrei andar in
+cerca d'un amico e farmi invitare da lui dicendo di avere dimenticato
+a casa il portamonete. O potrei anche fingere al _restaurant_ di
+averlo lasciato a casa. Ma questo stratagemma andrà bene un paio di
+volte! E poi? Chi me ne darà?
+
+Erano però i due espedienti più ragionevoli pel momento; risolse di
+metter in pratica l'uno o l'altro a seconda del caso, e uscì.
+
+Non trovando l'amico da cui farsi invitare fece colazione come il
+solito al suo caffè, ordinò al cameriere di fargli il conto, poi
+frugando in tasca colla più gran disinvoltura del mondo, finse d'aver
+lasciati a casa dei biglietti da mille, che ci avrebbero dovuto esser
+dentro, e si levò tutto turbato per paura che... la donna che
+rigoverna la camera... non si sa mai!...
+
+--Si figuri!--gli aveva già detto il cameriere, prima ch'ei fingesse
+quelle smanie.--Pagherà domani!
+
+Anche quel pagherà domani fece a Filippo un effetto singolare...
+
+"Chi è che mi insegna come si fa a guadagnar danaro?"--pensava
+avviandosi senza saper dove.--Domani se non pesco danaro non potrò
+neppur tornar qui a far colazione. Gli amici li ho già gonfiati tutti.
+Non c'è più da cavarne nulla. È terribile!"
+
+La farsa del portamonete lasciato a casa fu ripetuto da lui per il
+pranzo in altro luogo.
+
+Ma venne il vero punto tòpico, anche per Filippo Marliani; quello cioè
+di non poter più passare dinanzi a certi caffè nè a certe trattorie
+per non farsi vedere, e di non saper più quale albergo scegliere
+ancora da mistificare.
+
+Per capir bene questa situazione in tutta la sua verità, in tutti i
+suoi spaventevoli particolari, in tutti i suoi segreti inesplorati, è
+necessario saper bene che cosa voglia dire patir la fame per mancanza
+fin di un paio di soldi da comperarsi almeno del pane.
+
+E si badi! A questa fame, per mancanza di pane, non vanno soggetti che
+gli uomini della condizione di Filippo Marliani, a cui è vietato il
+guadagnar sia pure due soldi. Il miserabile, che vuol lavorare, non sa
+che cosa sia. Se non trova da guadagnar i due soldi, stende magari la
+mano all'elemosina e li raccatta. Marliani no. Per capir bene, ripeto,
+questa situazione, è necessario l'essere andato qualche volta a letto
+verso il tramonto, quando la fame più assaetta lo stomaco, a tentar di
+dormire per non provar gli spasimi e l'umiliazione. È necessario
+sapere qual grado di carattere e di probità abbisogni ad un uomo che
+veste di panno per affrontare e cacciare indietro le idee invadenti,
+che fanno ressa e rivolta in faccia al senso morale, protestando
+rabbioso contro la ingiustizia distributiva, contro il sistema
+sociale, contro tutto ciò che i politici chiamano l'ordine stabilito.
+
+Filippo Marliani però non pensava che del suo trovarsi in
+quell'orrendo disagio aveva colpa lui stesso.
+
+Amava meglio prendersela contro l'ordine stabilito.
+
+Camminando alla ventura delle ore intere, resistendo all'idea di andar
+a trovare Nanà, alla quale non voleva presentarsi a mani e a tasche
+vuote, egli andava facendo, senz'accorgersi, una quantità di
+ragionamenti nuovi e di piccole operazioni strane, inusate, senza
+senso comune. Era capace di tener dei quarti d'ora gli occhi a terra,
+sperando di trovare sul cammino un biglietto da mille, smarrito da
+qualche banchiere distratto, o un brillante uscito fuori da un
+orecchino di donna, o una borsetta piena d'oro, perduta da qualche
+inglese in viaggio. E in quel momento l'idea dell'obbligo di portar
+queste cose al Municipio, non gli era nemmeno apparsa in ombra. Nella
+sua testa non sbucciavano che idee malsane, come in un campo sterile e
+dimenticato non germogliano che male erbaccie. Disperando a un tratto
+di trovare pe' sassi qualche oggetto di valore, alzò gli occhi a caso
+e si trovò accanto alla vetrina di un cambiavalute. Si fermò di botto
+ed ebbe anche la stupidità di credere che questo fosse un buon
+augurio. Là dinanzi, cogli occhi intenti sulle monete d'oro e sui
+biglietti di banca sciorinati nell'interno della vetrina, il povero
+affamato sentì svilupparsi nel capo dei miasmi di cupidigia morbosa, e
+nel pugno una smania di sferrar un colpo nella lastra di vetro. Cose
+tutte che non aveva mai provate di sua vita. "Se si potesse far un
+buco senza che nessuno se ne accorgesse? Lì c'è appunto un biglietto
+da mille. Andrei a pranzo, poi stasera pagherei il debito, poi cogli
+altri dugento... chissà!"
+
+Guardossi intorno come trasognato. Rinsavì; ebbe vergogna de' proprî
+pensieri; odiò quelle tentazioni; pure il suo sguardo, tra lo
+spaventato e il suppligante, pareva dire ancora: Chi mi dà un
+biglietto da mille?
+
+Si staccò da quella vetrina--già, per la intenzione, ladro!--proseguì
+il suo cammino sempre intontito e in preda al più desolante
+scoraggiamento. La fame aumentava. Intorno a' suoi pensieri
+scattavano, ondeggiando come in nebbia opaca, delle fantasticherie di
+delitto e di rapina. A un certo punto fece anche improvvisa comparsa
+l'idea del suicidio, ed ei l'accolse di fronte come un ospite che non
+si attende, ma che fa piacere a vederlo.
+
+"No--diss'egli dopo averci pensato su qualche poco--sono sempre in
+tempo per questo."
+
+"E Nanà?"
+
+Questo nome ch'egli aveva dimenticato dacchè il pùngolo della fame era
+incominciato e il suo amor proprio era stato messo a così dura prova
+dalla necessità di fingere parecchie volte la scena del portamonete
+dimenticato--in tre o quattro _restaurants_ dov'era conosciuto--gli
+portò al cuore un'angoscia intollerabile.
+
+"Ah, bisogna uscirne a ogni costo--pensò.--Io non posso lasciare Nanà.
+Essa mi abbisogna più che il pane da sfamarmi. Non vivo così! È troppo
+tormento! È necessario ch'io abbia molto danaro. Essa non mi ama al
+punto da volermi gratuitamente, per me solo. Essa fu mia ancora...
+senza interesse... è vero. Ma chissà... per temperamento forse. Ma non
+vorrei io stesso!"
+
+La risultante di tale ragionamento fu questa frase:
+
+"È necessario aver danaro."
+
+E fra tutte le mariuolerie di cui potesse avere in testa un'idea, andò
+cercandone qualcuna da metter subito in pratica.
+
+Tutt'a un tratto un'idea luminosa lo colpì. Gli tornarono in mente
+certe parole misteriose che aveva udite per caso, alcuni mesi prima...
+da un certo tale... parole a cui allora non aveva posto la più piccola
+attenzione e che ora gli comparivano, come ad un brick che naufraga,
+l'ancora di salvezza. Fu per lui un momento d'immenso sollievo; la
+speranza, la meretrice dell'anima, illuminò il suo volto che era
+divenuto a poco a poco emaciato, e senza pensarci sopra più che tanto,
+s'avviò.
+
+* * * * *
+
+"Chissà che non sia in tempo io stesso a pigliar quel posto"--diceva
+fra sè.--"Il signor Giacomino me ne saprà dire qualche cosa."
+
+Andò difilato in piazza del Duomo. Là cercò l'omnibus per Porta
+Garibaldi, e tutto infervorato nella sua idea, senza pensare che non
+teneva in tasca neppur il becco d'un quattrino, vi si cacciò dentro.
+
+L'omnibus si mosse e il conduttore gli stese la mano per avere il
+prezzo della corsa. Fu allora che Marliani si ricordò di non aver
+danaro. Ma avvezzo ormai a fingere quella manovra del portamonete,
+mise bravamente la mano destra nella tasca interna dell'abito, poi
+frugò di qua, frugò di là, fingendo una crescente inquietudine, e finì
+collo sclamare:
+
+--Cristo! M'han rubato il portafogli!
+
+--Màghero allora!--disse il conduttore dell'omnibus.
+
+--Sicuro. O me l'han rubato o l'ho lasciato in... quella bottega....
+Oh povero me!
+
+--Scenda, scenda... non importa. Pagherà un'altra volta.
+
+Filippo non se lo fece dire due volte. Discese, fe' mostra di rifar la
+strada verso quella bottega, poi, quando l'omnibus fu scomparso,
+svoltò di nuovo verso Porta Garibaldi.
+
+Giunto a un centinaio di passi oltre il teatro Fossati, entrò in una
+bottega di parrucchiere--che oggi non c'è più--e ad un figuro di
+vecchietto che stava là seduto su uno sgabello col sedile a vite, ad
+aspettare forse qualche pratica, disse:
+
+--Lei è il signor Giovannino, non è vero?
+
+--Per servirla. Vuol fare la barba?
+
+--No, per ora. La faremo dopo, in caso. Io sono venuto da lei per
+vedere se.... Si ricorda lei di avermi veduto, sarà un paio di mesi,
+col signor Silvestre Bonaventuri?
+
+--Mi ricordo. Lei è il signor Filippo Marliani.
+
+--Bravo! Allora ella disse al mio amico che non gli era ancora
+riuscito di trovare un giovine un po' educato e vestito bene, che
+volesse assumersi quell'incarico, ancorchè avesse offerto cinquecento
+franchi al mese.... Si ricorda?
+
+--Altro che ricordarmi.
+
+--Ebbene, l'ha trovato?--domandò il Marliani col cuore in sospeso;
+giacchè quella risposta poteva forse decidere della sua vita.
+
+--No--rispose il signor Giovannino.--Tutti hanno paura di cader in
+trappola.
+
+--Si può sapere di che si tratta? Se si tratta di avere del coraggio,
+sono qua.
+
+Il signor Giovannino espose la faccenda a Marliani. Questi domandò se
+si poteva parlare coi signori che proponevano l'affare.
+
+--Sicuro che si può. Me ne parlarono giusto anche stamattina. La
+signora Bibiana sopratutti è scaldata e vorrebbe trovare un giovine
+come dice lei, che sarebbe certo di far fortuna.
+
+--Chi è la signora Bibiana?
+
+--È quella che ha il morto. Una vedovona, che ce ne voglion tre di noi
+per abbracciarla.
+
+--Potrei parlare a questi signori?
+
+--Lei? È pronto lei ad accettare?
+
+--Sì--rispose secco il Marliani.
+
+--È giusto l'ora che son riuniti in bottega--soggiunse il
+parrucchiere.
+
+--Andiamoci allora.
+
+--Andiamo pure. Cecco, dove sei?
+
+Cecco uscì dalla retro-bottega.
+
+--Io vado un momento con questo signore, e torno subito.
+
+Così detto, uscì seguito da Marliani.
+
+Dati una ventina di passi parlando fra loro sottovoce, il parrucchiere
+svoltò dentro in una bottega da rigattiere.
+
+Una donnicciuola che se ne stava ebetamente seduta in un canto di
+quella uggiosa camera all'avvicinarsi dei due sconosciuti allungò il
+collo e ravvisato il signor Giovannino tornò a raggomitolarsi nella
+sua cretina immobilità.
+
+Il parrucchiere si avvicinò ad un uscio a due battenti socchiusi, che
+s'apriva nella parte di faccia all'entrata e che metteva in una
+tetanzuccia o retrobottega e fe' cenno a Marliani di fermarsi.
+
+Mise l'occhio allo spiraglio e pronunciò a voce melliflua:
+
+--È permesso?
+
+--Avanti--s'intese rispondere una voce secca; e sgarbata dal didentro.
+
+Il vecchietto si volse al suo compagno gli fè cenno di venir innanzi e
+schiuse l'uscio.
+
+Nella stanza dove erano per entrare il parrucchiere e Filippo Marliani
+stavano raccolte tre persone due uomini e una donna.
+
+Gli uomini erano entrambi in quell'età che non è giovinezza ma che non
+si potrebbe ancor dire maturità.
+
+La donna nei quarant'anni, che vestiva con volgare eleganza e mostrava
+un viso campagnuolo e rubicondo da farla giudicare per una fittavola o
+per la moglie d'un pizzicagnolo, era la signora Bibiana.
+
+Quelle persone se ne stavano sedute in silenzio a ridosso della luce
+che entrava da due finestre a vetri smerigliati, a destra e a sinistra
+d'un altro uscio, che metteva nel cortile. In tal modo i tratti del
+loro viso restavano in ombra mentre essi avevano il destro di vedere
+perfettamente rischiarato il volto di chi fosse venuto a parlar con
+loro. Facevano come certe donne sul tramonto che vogliono nascondere
+le grinze ai loro visitatori.
+
+--Venga avanti signor Giovannino--disse un di coloro al parrucchiere,
+che aveva domandato licenza di entrare.
+
+Questi si fermò accanto all'uscio lasciando il passo a Filippo
+Marliani.
+
+Gli occhi dei radunati si fissarono curiosamente; nelle sembianze del
+giovane sconosciuto.
+
+--La chiuda l'uscio--disse la signora Bibiana al signor Giovannino.--E
+lei--ripigliò volgendosi a Filippo con un sorriso--la tenga pure il
+suo cappello in capo e s'accomodi.
+
+--Comodissimo--rispose questi sedendosi sulla prima sedia che si trovò
+d'accanto.
+
+In questa il parrucchiere domandò licenza di andarsene, ma venne
+trattenuto dalla donna.
+
+--Che fretta! Stia qui un pò anche lei a sentire. Poi voltasi al
+Marliani:
+
+--Lei sarà già informato spero della cosa.
+
+--Gli ho spiegato io l'affare all'ingrosso--rispose il signor
+Giovannino.--Egli è pronto a firmare il contratto basta che entro
+domani gli sieno sborsate due mila lire.
+
+--Andiamo adagio--sclamò uno dei tre uomini levando la mano verso il
+vecchio--una cosa per volta e senza alzar la voce che nessuno qui è
+sordo.
+
+La donna volgendosi allora al giovine riprese.
+
+--Capirà anche lei... signor... signor?
+
+--Marliani--rispose questi.
+
+--Signor Marliani, che prima di stringere un contratto importante come
+questo, bisogna conoscersi un poco, perchè dove c'è da obbligarsi in
+faccia ai terzi; le cautele dei galantuomi non sono mai bastanti.
+
+--Troppo giusto--disse Marliani piegando il capo in segno di
+assentimento. Ma i suoi occhi si socchiusero nello stesso tempo con
+una espressione di ironica malizia.
+
+Quel sorriso non isfuggì all'occhio della donna la quale dissimulando
+riprese.
+
+--Dica dunque lei le sue intenzioni su quello che già le comunicò il
+signor Giovannino.
+
+--Il signor Giovannino mi propose di entrare come socio e col mio nome
+in una ditta commerciale senza esposizione da parte mia di alcun
+capitale--rispose Marliani.
+
+--Va bene--rispose la signora Bibiana.--I signori che lei vede qui
+riuniti sarebbero appunto i soci fondatori di una casa in pannine, di
+cui ella assumerebbe la gerenza alle condizioni che forse già conosce.
+
+--Le condizioni sarebbero di firmare col mio nome le cambiali della
+ditta.
+
+--Primo.
+
+--Nel caso di fallimento ch'io sia pronto a subire tutte le
+conseguenze conservando il massimo segreto sugli affari della casa.
+
+--Va bene.
+
+--Che in caso fosse necessario per salvare la ditta di far in prigione
+l'anno ed il giorno, io debbo esser pronto a prestarmi, e nel caso
+invece che la ditta credesse meglio, ch'io sia pronto a fuggire.
+
+Il giovine si fermò per avere un segno di assentimento. Le tre persone
+che gli stavano di contro erano immobili come cariatidi.
+
+--Non credo si esigano da me altri sacrifizi--rispose il giovine con
+una espressione di mal celata amarezza.
+
+Uno dei due uomini che non aveva ancora aperta bocca, alla nuova
+intonazione con cui il Marliani aveva pronunciate le ultime parole gli
+ficcò in viso gli occhi e disse:
+
+--Non sono sagrifizî codesti; sono condizioni naturalissime in
+chiunque si assume obblighi di questa specie. Non c'è nulla che sia
+fuori del consueto, anzi non faceva neppur bisogno di parlarne,
+giacchè poi si spera di non aver bisogno di fallire o di andar in
+prigione o di scappare.
+
+--Ho voluto enumerarli!--rispose il Marliani per mostrare a loro
+signori che io conosco le eventualità a cui posso andare incontro
+mettendomi in questo affare e per togliere loro il sospetto che io
+possa essere un novizio o un guastamestiere.
+
+--Ora parliamo delle condizioni in favore--disse la signora
+Bibiana.--Il signor Giovannino ha parlato di due mila lire subito.
+
+--Mi sono indispensabili.
+
+--Due mila lire è una bella somma--sclamò uno dei tre--ci vorrebbe una
+piccola garanzia.
+
+Marliani si alzò in piedi.
+
+--Cari signori--disse--se avessi una garanzia non sarei venuto a
+esporre il mio nome ai pericoli d'una gerenza commerciale di cui non
+dovrò tenere la cassa, nè avere neppure una piccola parte
+nell'amministrazione. Se avessi una garanzia andrei a levar i denari
+al dieci o al dodici per cento dal primo onesto banchiere che passa in
+strada, e il signor Giovannino non sarebbe venuto ad offrirmi di fare
+il prestanome.
+
+--Lei s'inganna--rispose la signora Bibiana con voce insinuante.--Io
+le dirò che prima di tutto non è vero che lei dovrà servire soltanto
+di prestanome perchè invece dovrà trattare in persona con me gli
+affari della ditta, far qualche viaggio e avere la sua brava parte di
+utili nei dividendi.
+
+--Se ce ne saranno--osservò uno dei tre.
+
+--Sicuro già, se ce ne saranno!--sclamò la donna stizzosamente.--In
+secondo luogo lei s'inganna se al giorno d'oggi crede di poter trovar
+danaro al dieci o al dodici per cento, a mena che non porga la
+garanzia di un proprietario.
+
+--Vedo insomma che lor signori non sono disposti a sborsarmi le
+duemila lire di cui ho bisogno--disse il Marliani.
+
+--Caro signore--rispose la donna sempre più dolce.--Il commercio è
+arenato. Per vivere col decoro che porterà la di lei posizione di
+rappresentante la ditta Marliani e C. bisognerà che noi le fissiamo
+anche una bella mesata. Vede bene che farle oggi una anticipazione di
+due mila lire ci sarebbe impossibile.
+
+--Di quanto sarebbe questa mesata?--domandò il Marliani.--Di trecento
+franchi--rispose la donna. Marliani si alzò e mosse un passo verso la
+porta lisciando il pelo del suo cappello a tuba e disse:
+
+--Siccome i patti non sono quelli che m'aveva lasciato sperare il
+signor Giovannino, che mi parlò di cinquecento franchi al mese, così
+mi duole di non poter accettare, e mi tocca di rivolgermi ad altre
+offerte.
+
+--A un'altra volta--rispose uno dei due uomini.--E nel caso che la
+ditta si risolvesse a fare maggiori sacrifizî il signor Giovannino lo
+avviserà.
+
+Marliani uscì lasciando l'uscio socchiuso.
+
+* * * * *
+
+Si capiva che la signora Bibiana era desolata.
+
+Un bel giovine di quella fatta!
+
+--La chiuda quell'uscio, Giovannino--disse ella. Poi voltasi ai
+compagni proruppe:--Non bisogna lasciarlo scappare. Sembra fatto a
+posta pel nostro affare.
+
+--Ritornerà. Scommettiamo che ritorna da sè senza mandarlo a chiamare?
+
+--Ora una notizia--riprese la signora Bibiana. Sapete che in casa
+O'Stiary ci ho messo il Giacomo come palafreniere. Egli mi ha dato
+nuove informazioni sullo stato delle sostanze del conte Enrico suo
+padrone, che ha firmata ieri un'altra cambiale di diecimila a fine
+novembre.
+
+--Sono buone queste notizie?
+
+--Eccellenti. I fondi valgono circa mezzo milione, il palazzo
+trecentomila, la rendita altri duecentomila. Con Bonaventuri a
+tutt'oggi è compromesso per quattrocentomila franchi, dei quali fatto
+il calcolo, gliene avremo sborsati a dir molto duecento. Egli ha poi
+perduto molto al giuoco dalla Luisa! È sfortunato! In casa della Luisa
+de' suoi danari ne saranno rimasti per circa cinquantamila. A noi di
+questi è toccata la metà, dunque bisogna detrarla dai duecento mila.
+Restano centosettantacinquemila. Sono dunque duecento venticinquemila
+lire nette in tre anni! Faccio il calcolo che in un paio d'anni
+ancora, lavorando con prudenza e con disinvoltura potremo portargli
+via il milione netto come il pomo di Tell.
+
+--Tanto meglio.
+
+--Ecco dunque il da farsi per domani. Lei Giovannino la cerchi di
+rivedere il signor Marliani e di indurlo ad accettare la
+rappresentanza della ditta. Gli dica che ci ha persuasi di portare la
+cifra della mesata a quattrocento. Gli dica anche che per garanzia
+della sua riputazione commerciale la ditta è pronta a depositare
+presso la Banca nazionale o presso la Banca Spagliardi una trentina di
+mila lire. Lei, signor Bonaventuri--continuò volgendosi ad uno dei due
+seduti--domani andrà a combinar l'affare con questa signora francese,
+che chiede cinquemila franchi a tre mesi. Si faccia mostrare le gioie,
+e se può cerchi di far il pegno. Lei, signor Paolino--ripigliò la
+signora Bibiana volgendosi all'altro, un uomo sui trentacinque anni,
+anche lui bene in arnese, con anelli di brillanti al dito mignolo e un
+catenone d'oro al farsetto--lei, stasera, come siamo intesi, andrà in
+conversazione dalla Luisa, dove so che ci deve essere anche il conte
+O'Stiary e comincerà a parlare della vincita fatta in Borsa dal
+Marliani, e della sua intenzione di mettersi in commercio. Per ora non
+ho altro a dire. Io debbo andarmene. A domani qui, verso le due.
+
+* * * * *
+
+Al domani il signor Giovannino andò a trovare il Marliani che si
+lasciò persuadere a tornar nel luogo infetto.
+
+La signora Bibiana, facendogli già l'occhio pio, trasse di tasca un
+foglio e cominciò a leggerlo sottovoce al giovane e a' suoi compagni.
+Era il contratto per la fondazione della società di commercio sotto la
+ditta Marliani e C.
+
+Poi mise sul tavolo un biglietto da mille e una cambiale che il
+Marliani firmò.
+
+Furono fatte poche parole.
+
+Quando anche l'atto fu approvato e sottoscritto colla più grande
+serietà, come se fosse il più regolare e santo contratto del mondo, il
+signore dai brillanti in dito riprese la parola.
+
+--Andremo poi dal notaio per le altre formalità di legge. Prima però
+la permetta che le esponga qualche cosa. Lei non è un ragazzo e deve
+avere una certa pratica di mondo; sapere perciò che le parole sono
+parole e i fatti sono fatti. Noi facciamo sagrifizio di lire mille e
+le presentiamo inoltre un avvenire. Naturalmente la cambiale è in
+nostre mani e sarà rinnovata alla scadenza fino a che a lei non
+piaccia di pagarla... e basta così.
+
+Marliani strinse le labbra.
+
+--Dal canto suo lei dovrà informarsi alle nostre istruzioni. Prima di
+tutto ella dovrà sempre andar vestito all'ultima moda, come si
+conviene al gerente della ditta Marliani e C., che avrà depositato un
+capitale di trentamila lire presso la Banca. In secondo luogo è
+necessario che ella cominci a mettersi in buona vista presso i
+negozianti e presso i banchieri; e che non dia menomamente a supporre
+di conoscerci e di essere nostro socio, giacchè siccome, glielo dico
+francamente, noi tutti qui, qual più, qual meno siamo rimasti sotto a
+delle disgrazie, così è bene che alla Camera di Commercio e in piazza
+non si sospettino legami fra noi.
+
+--Ma--osservò Marliani--il contratto sottoscritto poc'anzi non deve
+essere noto?
+
+--No signore; questo sarà un contratto _inter nos_ per garantire i
+nostri reciproci diritti e doveri in caso di contestazioni che
+speriamo non abbiano a sorgere mai. Per la Camera di Commercio v'è
+un'altra modula a cui penseremo più tardi; del resto lei deve
+persuadersi che adesso per fare e per ottenere tutto a questo mondo
+non c'è che l'apparenza. Per l'apparenza dunque le ripeto, ella ha
+bisogno di vestirai molto bene, di frequentare le migliori società, e
+se è possibile, di farsi credere conte, o per lo meno nobile. Marliani
+è un bel nome. Faccia stampare dei biglietti di visita colla corona di
+conte. Conte... il suo nome di battesimo è?
+
+--Filippo.
+
+--Conte Filippo Marliani andrebbe a maraviglia.
+
+--Le faccio osservare che io sono già molto conosciuto a Milano.
+
+--Bene, abbandoniamo la contea e lasciamo supporre che lei abbia fatta
+una vincita in lotto.
+
+--Ma io non mi presterò mai a gabbare il mondo così--disse il
+Marliani.
+
+--Lei non deve che lasciarlo credere--saltò su la Bibiana.--Ci
+penseremo noi a propalare la notizia come si deve. Lei non dovrà far
+altro che dissimulare e non dire di no. Questo è facile.
+
+--Manco male!--biascicò il Marliani che di transazione in transazione
+si lasciava persuadere a diventar un fior di briccone.
+
+--Fra quindici giorni esporremo la ditta al pubblico e cominceremo gli
+affari. Intanto dirameremo al commercio le circolari e scriveremo le
+lettere firmate da lei a tutti i corrispondenti. Il locale della ditta
+è già preso. È in via Valpetrosa. Se crede adesso possiamo andarvi
+insieme a vederlo.
+
+Su questo invito della signora Bibiana la congrega si sciolse e
+Marliani, colla grassona, entrarono in un _brougham_ e a cortine
+calate si fecero portar in via Valpetrosa. Esaminato il locale, il
+Marliani corse difilato a pagar il suo debito di giuoco col biglietto
+da mille, per avere il quale aveva venduta la coscienza di galantuomo.
+
+
+
+
+VII.
+
+
+Fra le otto dichiarazioni d'amore, ricevute da Nanà quel tale venerdì,
+non ce ne furono che due fortunate e degne di risposta: quella del
+Marliani e quella del conte Enrico O' Stiary.
+
+A lui Nanà rispose così:
+
+ "_Signore,_
+
+ "Voi desiderate essermi presentato? Io straniera, libera di me stessa,
+ venuta in questa vostra bella Italia per dimorarvi forse a lungo,
+ trovandovi un'aria confacente alla mia salute e al mio appetito, sul
+ punto di rimettermi al teatro, avrei cattiva grazia se rifiutassi
+ l'onore di fare la vostra conoscenza.
+
+ "Avendo stabilito adunque di riunire in casa mia i signori ai quali
+ fui raccomandata e che ebbi il bene di conoscere in questi giorni di
+ mia residenza in Milano, vi esprimo il piacere, signor conte, che
+ avrei di vedervi da me a pranzo domani, sabato, alle sei e mezza, nel
+ mio nuovo alloggio di Via Rastrelli.
+
+ "TERESA."
+
+* * * * *
+
+Fu uno de' non meno strani capricci da _cocotte_ parigina codesto, di
+vedere riuniti a tavola tutti i suoi adoratori di Milano.--Anzi ella
+spinse il capriccio fino a trovar modo di averci presente anche uno
+dei non presentabili, il cameriere dell'albergo, che l'aveva servita a
+tavola ne' primi giorni, il quale, come già dissi, le aveva
+confessato, che se ella gli avesse comandato di buttarsi giù dalla
+finestra, le avrebbe obbedito sull'istante. Lo volle presente anche
+lui, e lo chiese in prestito all'albergatore per servire la tavola.
+
+Nanà si riprometteva da quello spettacolo un gran divertimento tutto
+intimo. S'imaginava che nessuno di quegli otto o dieci signori sapesse
+dell'amore dell'altro, e godeva di vedere che muso si sarebbero fatto
+reciprocamente. Si ricordava della famosa cena data a Parigi, per
+festeggiare il successo delle _Varietès_, e contando sulle dita
+gl'innamorati presenti allora, trovò che a Milano erano aumentati di
+numero.
+
+Il pretesto per quell'invito era trovato. Ella voleva posarsi come
+artista della Compagnia Blanche et Babil. Dopo pranzo, ella avrebbe
+cantati dei _couplets_ e avrebbe fatta una scena a monologo per
+mostrar al direttore della Compagnia francese, che ella non era
+un'oca, come pur qualcuno insolente le aveva detto a Parigi.
+
+Era dunque necessario un pubblico.
+
+Quale pubblico migliore di coloro che le avevano già protestato
+ammirazione ed amore?
+
+Il difficile era d'invitare i quattro spasimanti che non conosceva
+ancora. Ella non voleva disseminare in Milano i _poulets_. Le
+convenienze del resto non erano il forte di Nanà. Ad un'artista, dopo
+tutto, le eccentricità stanno così bene! Quanto più ella avesse fatte
+le cose fuor delle regole, tanto più ell'era certa di farsi della
+_rèclame_.
+
+"Incaricherò quelli che conosco già, di invitare i quattro che non
+conosco ancora" pensò dessa. Dirò che un redattore del _Figaro_ ed
+altri miei amici di Parigi mi hanno dato delle lettere di
+raccomandazione presso questi signori; che a me secca di andarli a
+trovare, ma che desiderando pure di essere a loro raccomandata, per
+non far torto a' miei amici di Parigi, li invito a pranzo. Così
+raggiungo il mio scopo e faccio buona figura."
+
+Andò ella stessa ad invitare _madame Blanche_. Questa le domandò:
+
+--Ci saranno altre signore?
+
+--Finora non potrei dirvi altra signora che la mia padrona di casa...
+una vedova coll'amante--rispose Nanà.--Io non conosco altre donne a
+Milano. Voi ne conoscete?
+
+--Se volete, vi presenterò la prima amorosa e la _grande coquette
+prémièr rôle_.
+
+Nanà accettò e invitò a pranzo anche la prima amorosa e la _grande
+coquette prémièr rôle_.
+
+* * * * *
+
+Aldo Rubieri e Sappia, a cui s'indirizzò pe' primi, si schermirono di
+fare degli inviti per lei. Essi non conoscevano nessuno dei quattro
+signori che Nanà aveva loro nominati.
+
+Allora ella mise tutto sulle spalle di Marliani, che quantunque le
+avesse lasciato credere d'aver fatta una grossa vincita in Borsa e che
+era comparso da Nanà vestito a nuovo ed elegante come nei giorni di
+abbondanza--era stato messo un poco da parte.
+
+--Saremo in tanti uomini quante donne?--domandò il Marliani, che
+soffriva fremendo la nuova freddezza di Nanà.
+
+--Non mi pare. Mancano ancora due donne.
+
+--Ci penso io.
+
+--Ma quali donne, di grazia?
+
+--Non saranno principesse del sangue... ma via, _demi-monde_ più o
+meno legittimo.
+
+--E con chi verranno?
+
+--Con me.
+
+--Chi saranno?
+
+--La Romea, che è libera perchè fu lasciata appunto la settimana
+scorsa dal suo Tizio; è una donna divisa dal marito, che ha una
+_buvette_ molto _chic_ sul Corso... e la signora Marco Polo.
+
+--Mi fido?
+
+--Fidati.
+
+--Sono belle? Perchè io di brutte non ne voglio.
+
+--Sono belle.
+
+--Più di me?
+
+--_Farçeuse!_
+
+"Il mio divertimento così sarà completo--pensò Nanà.--Esse non
+sapranno magari parlar il francese e diranno spropositi da cavallo. Io
+godrò di vedere queste bellezze milanesi trascurate in un canto per
+me. In ogni caso, esse mi serviranno di rifugio quando fossi troppo
+assediata o stufa dei complimenti degli uomini."
+
+* * * * *
+
+Alle sei e mezzo Enrico arrivò e trovò già molte persone radunate in
+sala.
+
+Alle sette gli invitati erano a tavola. Nanà aveva fatto il suo dovere
+di padrona di casa con un garbo perfetto. Si avrebbe detto che ella
+fosse stata allevata nel palazzo dell'Eliseo. Nessuno degli invitati
+certo--tranne il Marliani ed il Sappia--che però non l'avevan detto ad
+anima viva, avrebbe imaginato che quella Francese, la quale sapeva
+ricevere in quel modo, fosse stata un'allieva di _madame Tricon_.
+
+Da una parte della tavola oblunga Nanà stava seduta in mezzo a
+O'Stiary ed a Sappia; a sinistra del marchesino c'era la Giannella che
+mangiava a quattro palmenti; poi veniva _monsieur_ Babil, il direttore
+della Compagnia francese--poi la Luisa, amante del Sappia,--Marliani e
+madama Bianche.
+
+Dall'altra parte, a destra del conte Enrico, sedeva la Romea, più
+imbellettata, infarinata e stupida che mai--quindi il Bonaventuri
+aiutante, la padrona della casa,--il conte di _vieille roche_--poi la
+_coquette première rôle_--poi Ernesto Cantis, lo scrivano
+dell'avvocato Delguasto,--la prima amorosa--e finalmente il banchiere
+Strunzinweill, di Francoforte sul Meno, che compiva il giro accanto a
+madama Bianche.
+
+* * * * *
+
+In tutto sedici persone, otto uomini e otto donne.
+
+Il cameriere dell'albergo che serviva la tavola, gettando spesso degli
+sguardi inquieti sotto di essa, tentava di scoprire il segreto lavorìo
+de' piedi di O'Stiary e di Sappia, e andava con ansia affannosa
+cercando di indovinare quale fosse fra quegli invitati il preferito da
+Nanà. Ma essa era impenetrabile; rideva con tutti e faceva bella ciera
+a tutti nello stesso modo.
+
+Degli altri convitati nessuno sarebbe stato in grado di far quello
+studio del cameriere. Ciascuno era così occupato di sè stesso, così
+attento a dissimulare agli occhi di tutti gli altri, tranne che a
+quelli di Nanà, la propria cotta, che non aveva tempo di fare delle
+osservazioni fisiologiche sugli altri.
+
+La grande faccenda per essi era di non lasciarsi scorgere preoccupati,
+e di cercar tutti i mezzi per comparire spigliati e brillanti in
+faccia a Nanà.
+
+Enrico O'Stiary solo era serio e riservato. Egli non aveva ancora
+diretto un complimento a Nanà nè alcuna allusione alla propria
+lettera.
+
+--Voi, conte, siete anche pittore, non è vero?--domandò Nanà ad Enrico
+sulla fine del pranzo, mentre girando la manovella a vite sgretolava
+nel _casse-noisettes_ i gusci delle noci di cui era ghiottissima.
+
+--Dilettante?
+
+--Sì, signora.
+
+--Di figura?
+
+--Di tutto. Studio la figura e studio il paesaggio. Amo però la figura
+assai più del paesaggio.
+
+--Sapete che Rubieri mi fa il ritratto?
+
+--Altro che, e l'ho veduto.
+
+--Come vi pare?
+
+--Stupendo! Fortunato Rubieri!
+
+"Finalmente!"--pensò Nanà.
+
+E domandò come un'ingenua:
+
+--Perchè fortunato?
+
+--Perchè egli ha trovato da ispirarsi ad un corpo di donna come oggidì
+non se ne vedono quasi più... a Milano.
+
+Egli si arrestò; ma Nanà questa volta non gli porse la replica. Voleva
+vederlo venir a lei con qualche frase sentita, espressiva, infuocata,
+e non ci riusciva.
+
+Sappia poco dopo si interpose, parlando di tutt'altro, e Nanà restò
+colla sua voglia in corpo.
+
+* * * * *
+
+Poco dopo un immenso scoppio di riso si fece intendere dall'altra
+parte della tavola.
+
+Bonaventuri stava dando ad intendere un'enorme frottola alla
+Giannella, che era cascata, come sempre, nella ragna.
+
+Il Cantis poco prima aveva per caso nominati i volontarî di un anno.
+
+--Volontarî di un anno?--aveva chiesto la Giannella a bocca
+piena--Possibile? Già volontarî a un solo anno?
+
+Tutti avevano capito che essa stava per fare una delle sue solite
+confusioni famose.
+
+--Sicuro! sicuro!--sclamò Bonaventuri, prima che altri pensasse a
+disingannarla.--È una trovata di Marco Minghetti, ministro di
+agricoltura e commercio. Ora abbiamo dei volontarî di un anno di
+fanteria e di cavalleria.
+
+--Faccia piacere!--sclamò la Giannella.
+
+--Ma come, non lo sa? Tutti gli Italiani devon esser soldati, d'ora
+innanzi, appena usciti dalle braccia della balia.
+
+--È possibile?--ripetè la Giannella.
+
+--Così è; il nostro Governo vuole che tutti gli Italiani imparino gli
+esercizi dal giorno che sanno reggersi in piedi. Si chiamano i
+volontarî di un anno per questo.
+
+La povera Giannella in fondo non aveva tutti i torti di capir male il
+senso di quella frase. Essa è sbagliata di pianta. Infatti per
+esprimere quella idea la logica e la sintassi insegnerebbero a dire
+_volontarî per un anno_, e non _volontarî di un anno_.
+
+--Il vostro bambino che età ha?--le domandò serio serio il
+Bonaventuri.
+
+--Nove mesi.
+
+--Bene, fra tre mesi egli entrerà nel volontariato.
+
+--Chi me l'avrebbe detto!--sclamò la Giannella guardandosi sospettosa
+intorno e parendole di vedere sulle faccie degli astanti un sorrisetto
+tra carne e pelle... che tradiva la burla.
+
+--Ma che cosa gli insegnano poi?--domandò perplessa.
+
+--Gli insegnano la manovra, la tattica, e....
+
+--Anche la balistica--aggiunse Sappia.
+
+--Ma mi faccia piacere!
+
+--Come! Voi dunque non sapevate che c'erano i volontarî d'un anno?
+
+--Sì, li ho sentiti a _luminare_, ma non credevo poi che dovessero
+cominciar la manova a quell'età. Credevo che non la fosse altro che
+una iscrizione che facesse il Governo... per sapere poi... e che so
+io?
+
+--Eppure è così come io ve lo dico, cara Giannella. S'è veduto che
+cominciando a istruire militarmente i bambini appena che sono spoppati
+diventano poi eccellenti coscritti.
+
+Uno degli astanti non potè più reggere a star serio e tutti
+scoppiarono nella risata.
+
+La Giannella, avvezza a queste cose, alzò le spalle, mescè un bel
+bicchiere di vino e se lo trangugiò in un fiato in santa pace.
+
+* * * * *
+
+Allora la conversazione si fece generale, varia, moltiforme,
+intrecciata, da un capo all'altro della tavola. E le frasi, e i motti
+e gli scherzi venivano mandati e rimandati nel frastuono come il
+sughero pennuto colle racchette nel giucco del volante.
+
+--Si dice infatti che Gounod voglia scimmiottare List ma non ci credo.
+
+--Io conosco Gounod--sclamava Nanà--e vi so dire ch'egli è un
+libertino di prima forza, altro che prete.
+
+Correva in que' giorni la voce che l'autore del Faust volesse farsi
+uomo di chiesa.
+
+--Ma certo--rispondeva dall'altro lato il giovine di avvocato--che la
+causa Nunziante Antonelli farà un grande scandalo....
+
+--Certe donne--sclamava a sua volta il Bonaventuri, parlando alla
+Romea--sono come le costolette. Quanto più le si battono tanto più
+diventano tenere.
+
+--Stenterello spera bene nel contatore--si udiva uscir la voce fessa
+di un altro, che ciarlava col conte _vielle roche_.--Ne ha comperati
+mille in Francia e centoventi lire, mentre poteva averli qui in Italia
+a settanta.
+
+Costui dava il sopranome di Stenterello al ministro Cambrai-Digny, che
+teneva allora il portafogli delle finanze.
+
+--Oh la donna indovina se è amata assai prima che glielo si dica!
+
+Questo aforismo era uscito dalle labbra della prima amorosa che
+parlava col banchiere Strunzinweill.
+
+--Ma che genio, che genio! Lo ha fatto vedere or ora nello
+_Spiritismo_ se ha genio. Egli deve accontentarsi di scrivere degli
+idilli... d'un atto e non tentar la grande drammatica.
+
+--Eh già! Talvolta chi sa far delle conquiste colle madamine fa poi
+delle tòpiche colle grandame.
+
+--Io ho in bottega del famoso Marsala Ingham--strillava la Romea che
+pensava a far la _reclamé _alla sua _buvette_.
+
+--Ora che la valigia delle Indie passerà per Brindisi noi saremo
+salvi.
+
+--Eppure--gridò Bonaventuri, già leggermente brillo--l'anno scorso a
+Montecarlo io coll'ultimo scudo, ho guadagnato otto mila franchi!
+
+A questo punto Nanà si levò e tutti passarono nella sala a bevere il
+caffè.
+
+* * * * *
+
+Que' signori avrebbero desiderato allora di mettersi un poco accanto a
+Nanà; ma tranne due arrischiati e positivi, il conte di _vieille
+roche_ e Bonaventuri che la stringevano ai panni, gli altri quasi per
+timore di farsi scorgere troppo premurosi le stavano lontani. Da noi
+questa specie di spavento semi-fanciullesco è per così dire
+contagioso, tantochè lo subivano in quel punto perfino il Sappia e il
+banchiere di Francoforte che non erano poi novellini.
+
+Anzi vi fu un momento in cui Nanà stupì di essere lasciata sola. Ella
+vedeva bene che gli occhi dei suoi adoratori, le erano continuamente
+tutti addosso e strisciavano continuamente su di lei, sfuggevoli,
+furtivi, come pavidi di essere colti in flagrante dagli altri. Ma
+tutti facevano il disinvolto; ella dal canto suo aveva un gran da fare
+a non mostrare predilezione per nessuno e a lasciar supporre a
+ciascuno di potersi credere il preferito.
+
+Intanto però cominciava a provare un principio di dispetto che quel
+solo, ch'ella preferiva davvero, non si curasse di lei.
+
+Enrico infatti s'era seduto in un angolo della sala, aveva acceso un
+avana e fingeva di stare guardando attentamente un album di
+fotografie. In sostanza spiava anch'egli Nanà.
+
+A un certo punto questa s'attaccò al braccio di Sappia e lo condusse
+nella strombatura d'una finestra.
+
+--Ascoltate--gli disse.--L'altra sera in teatro non potevo dirvi
+chiaramente quello che mi preme di dirvi ora. Voi, per mia sventura,
+mi avete conosciuta a Parigi in un luogo dove, Dio mi è testimonio, io
+c'era andata due o tre sole volte... per ragioni che se le sapeste mi
+compatireste assai...
+
+--Lo credo--disse il Sappia con una certa convinzione.
+
+--Mi giurate voi marchese che sarete abbastanza gentiluomo, per non
+dir a nessuno, almeno finchè starò in Milano, che voi mi avete
+conosciuta in quel luogo?
+
+--Io ve l'ho già promesso una volta ed ora vi ripeto se volete il
+giuramento.
+
+--Mi basta e vi ringrazio,--disse Nanà stendendogli la mano.--Voi
+avrete sempre in me una amica devota.
+
+E stava per staccarsi da lui; ma il Sappia la trattenne.
+
+--Ricordatevi però che fra i presenti io non ero solo a quel convegno,
+e che non fui nemmeno il fortunato.
+
+--Lo so. Volete parlare di Marliani?
+
+--Sicuro.
+
+--Egli non dirà nulla. Me ne ha dato anche lui la parola d'onore. Egli
+mi ama ancora.
+
+--Ora ditemi almeno che cosa posso io sperare da voi?
+
+--Niente e tutto--rispose Nanà col suo più incantevole sorriso.
+
+--Spiegatevi.
+
+--Vi dirò; io non sono più la donna che voi avete conosciuta a Parigi,
+in un momento di crisi terribile. Io sono assai migliore. Sono
+diventata immensamente difficile e _rangée_. Ora è necessario
+conquistarmi per possedermi; sappiate conquistarmi e chissà ch'io non
+diventi la vostra amante.
+
+--Ah!--sclamò il Sappia spiegando nella frase che stava per dire, un
+lato caratteristico dell'indole meneghina.--Volete farmi fare tanta
+fatica?
+
+--Ma no! Voi siete uno dei giovani più simpatici e più ammodo ch'io
+abbia conosciuti. Non dovreste far tanta fatica! Vi basta? A
+rivederci. Non vorrei che la vostra Luisa si insospettisse di me.
+
+E si allontanò.
+
+* * * * *
+
+Mezzo minuto dopo la Luisa domandava a Sappia.
+
+--Che cosa ti ha detto quell'antipatica pettegola?
+
+--La mi ha detto, che il direttore le ha offerto mille franchi al mese
+per le parti di _grande coquette_. E la mi domandava se doveva
+accettare.
+
+--E tu?
+
+--Io le ho detto di accettare.
+
+* * * * *
+
+Spiccatasi da Sappia, Nanà, s'incontrò in Ernesto Cantis, che la stava
+aspettando al varco con aria sorridente ma coll'agonia nel cuore.
+
+Quel colloquio serrato e segreto col marchesino, avevano destate nel
+petto del povero giovinetto certe furie della gelosia che non aveva
+ancora provate in sua vita.
+
+Era fatto così!
+
+--Caro signor Cantis, che cosa mi contate di bello?--domandò Nanà.
+
+--Che io muoio d'amore per voi--s'arrischiò di balbettare il
+giovinetto.
+
+--Lo so, lo vedo.
+
+--E null'altro?
+
+--Ma che cosa vorreste vi rispondessi, mio Dio!--rispose Nanà
+sottovoce.--Io ci tengo che voi abbiate di me una buona opinione. Io
+sento che verrà forse un giorno in cui io potrò essere infelice, e
+voglio farmi dei veri amici, i quali abbiano per me dell'affezione
+calma e della stima. Se io vi dessi delle speranze, e che poi non
+dovessi esaudirle, mi farei un nemico di voi. È meglio che ci fermiamo
+qui.
+
+E s'allontanò anche da lui.
+
+--Oh Nanà!--sclamò il giovinetto vedendola staccarsi così presto. E
+disse quel Nanà come un uomo che s'annega e che cerca soccorso alla
+sponda.
+
+Nanà comprese quello spasimo, e sorrise fra sè, beata. Essa lo
+considerava come un piccolo tributo dovutole, e ne godeva. L'idolo,
+sotto al cui naso si brucia tutto il giorno dell'incenso, ne
+sentirebbe forse ancora il profumo, per quanto avesse narici per
+sentirlo? Ormai ell'era troppo avvezza a vedere uomini agonizzanti di
+amore a' suoi piedi.
+
+"Tutti fanno lo stesso a Milano come a Parigi!--pensa Nanà--Sarei
+quasi per desiderare che Enrico facesse diverso del solito! S'io
+giungessi a farmi sposare da lui a furia di amor vero, di amor
+sincero, che mi facesse redenta a' miei occhi... ed anche a' suoi,
+quando venisse a sapere il mio passato?
+
+* * * * *
+
+Qualcuno in quel mentre si fece udire a parlare di Garibaldi e della
+guerra sui monti.
+
+Nanà sapeva che Enrico vi aveva preso parte.
+
+--Sì, sì--gridò. E tutti udendo la voce di lei tacquero come per
+incanto.--Conte raccontateci qualche aneddoto della guerra. A me
+piacciono le storie di guerra.
+
+Enrico si schermiva. Il Sappia si alzò a magnificare un certo aneddoto
+dei piedi gelati, che secondo lui era una bellezza.
+
+Non si è mai traditi tanto bene, come da' proprî amici.
+
+--Ha un aneddoto che è delizioso--gridò il Sappia...--Racconta Enrico
+l'aneddoto dei piedi gelati.
+
+--Sì, sì, vogliamo i piedi gelati--si gridò da ogni parte.
+
+O'Stiary s'arrese.
+
+--La cosa è semplicissima--disse.--Eravamo in distaccamento avanzato
+in cima a una montagna tutta coperta di neve. Faceva un freddo da
+lupi, e io lo pativo tanto ai piedi da veder le stelle anche di
+giorno. Non c'era nè bevere acquavite o rhum, nè portar doppie calze
+di lana, nè camminare e saltare, io li avevo sempre gelati. Un giorno
+mi lamentavo di questo incomodo con un vecchio garibaldino d'un altro
+battaglione, un povero diavolo, contadino di origine, che mi aveva
+reso qualche servigio, ma non mi conosceva più che tanto. Lo vedo
+spalancar gli occhi e dirmi:
+
+"Ma diavolo! Perchè non l'ha detto prima a me?
+
+"Che! Voi avreste un rimedio contro il freddo a' piedi? gli domandai
+io.
+
+"Altro che! mi risponde. Un vero tocchesana, un rimedio infallibile,
+caro camerata.
+
+Io lo invitai a parlare. E lui cominciava:
+
+"La si figuri che io appena venuto a far il volontario, specialmente
+d'inverno, pativo anch'io un tal freddo ai piedi, che.....
+
+Io lo interrompevo spingendolo alla conclusione, e lui invece:
+
+"Un poco di pazienza, mi diceva; bisogna prima che io vi faccia la
+storia del rimedio.
+
+"No, non m'importa di sapere la storia; vorrei la pratica, replicavo
+io, ma non c'era verso. Da vero contadino zuccone, lui voleva andare
+per le lunghe.
+
+"Dicono l'acquavite. sì, l'acquavite non dico. Se se ne ha, è buona
+anch'essa, ma quand'è passata fuori, lascia i piedi più freddi di
+prima.
+
+"E dunque?" chiedevo io.
+
+"Dunque invece io l'ho trovato il vero rimedio.
+
+"Su dunque. Che cosa avete fatto?
+
+"Una cosa di nulla, a pensarci sopra. Eppure è eccellente. Bisogna
+sapere prima di tutto, che io prima non avevo mai usato di portare le
+calze....
+
+"Sì. Ebbene?
+
+"Dal giorno che misi un paio di calze di cotone sotto alle scarpe, il
+freddo è passato come per incanto. Provate, camerata, e vedrete."
+
+L'aneddoto era buono e si rise. Allora Nanà si mise a magnificare il
+modo di raccontare del conte, e tutti o quasi tutti si diedero a
+raccontar il loro piccolo aneddoto. Fu una confusione da non dirsi.
+Tutti raccontavano e nessuno ascoltava.
+
+* * * * *
+
+--Come mi trovate?--non potè trattenersi dal dire, a Enrico, Nanà,
+dopo d'essersi congratulata con lui della sua storiella.
+
+--Io vi trovo degna di Vandick e di Tiziano. Nanà gli domandò chi
+fosse Tiziano.
+
+E dopo:
+
+--Io, partendo da Parigi, avevo idea di far questo viaggio in Italia,
+paese dell'arte, specialmente nella speranza di trovar un pittore che
+mi sapesse ritrarre come dico io....
+
+L'invito era troppo diretto per non accoglierlo.
+
+--Volete, Nanà, che io mi provi a dipingere questa vostra magnifica
+testolina?
+
+--Provarvi in che modo?--domandò Nanà. E volgendosi repente a un
+invitato che s'era messo al pianoforte e vi traeva degli accordi, gli
+gridò:
+
+--Ma volete finirla voi?
+
+--Io vi propongo di farvi il ritratto, mezza figura, nel mio piccolo
+studio.
+
+L'emozione di Enrico, mentre faceva a Nanà questa proposta, era
+grandissima. Egli sembrava di marmo, tanto s'era fatto pallido ed
+immobile aspettando la risposta di Nanà. La sua voce era tremolante.
+
+Nanà sorridendo, cogli occhi abbassati, che si sarebbero fin detti
+modesti in quel punto, faceva saltar sul palmo la nappetta d'un
+cuscino che le stava accanto. E non rispondeva. Essa cominciava a
+trionfare e assaporava con voluttà il piacere della vittoria.
+
+Enrico ripetè:
+
+--Non volete?
+
+Nanà gli stese la mano, e rispose:
+
+--Ci si può riflettere.
+
+E lo piantò là, perchè... forse... qualcuno l'aveva chiamata.
+
+Nessuno assolutamente l'aveva chiamata.
+
+* * * * *
+
+Tutti però segretamente la reclamavano. La conversazione, dove non era
+lei, languiva. Non per quello che ci mettesse lei, ma per quello
+ch'essa, senza volerlo, ispirava agli altri.
+
+Un ah! generale fra gli uomini l'accolse dunque quand'ella si staccò
+da Enrico e venne a sedere fra la Romea e la _grande coquette prémièr
+rôle_.
+
+Allora la conversazione si rifece generale.
+
+--L'assenza dell'oggetto che si ama--sclamò Bonaventuri che non faceva
+segreti delle sue ammirazioni per Nanà--l'assenza dell'oggetto amato
+fa lo stesso effetto del vento sulle fiamme: spegne le fiamme deboli e
+aumenta le forti.
+
+--Che filosofo!
+
+--Non sono io. È Larochefoucauld.
+
+--Voleva ben dir io!
+
+--Che cos'è l'adulterio? Ne ho letta una definizione nuova non so
+dove... aspettate... Non mi ricordo. L'adulterio è una bancarotta
+fraudolenta della moglie a cui il marito resta sotto col proprio
+capitale. Va bene?
+
+--Sì, e poi?
+
+--Soltanto che invece di essere disonorato chi ha fatto fallimento
+resta disonorato chi ci resta sotto.
+
+* * * * *
+
+Verso le undici venne il _thè_.
+
+Nanà aveva dichiarato a' suoi amici che avrebbe recitata la sua scena
+e cantati i _couplets_ dopo il _thè_, per tenerli tutti riuniti fino
+ad ora tarda.
+
+Nel porgere la tazza ad Enrico gli disse sotto voce:
+
+--Ora mi vedrete nel mio costumino di Parigi, pettinata alla greca; e
+se mi direte che ho proprio una testa artistica forse... forse mi
+deciderò a venire da voi.
+
+Di lì a poco Nanà entrò nel suo penetral più sacro a travestirsi.
+
+Comparve mezz'ora dopo in un delizioso costumino di fantasia che
+faceva risaltar in modo mirabile le forme opime.
+
+Un applauso entusiastico l'accolse. Battevan palma a palma anche le
+donne, che pur fremevano di rabbia nel loro interno.
+
+Nanà era così innamorata di sè e degli applausi che non s'accorgeva o
+non pensava al dolore che essa procacciava alle proprie amiche, alle
+quali toccava assistere a' di lei trionfi intimi.
+
+Nessuna donna è più nemica di colei che si mostra seducente e adorata
+in sua presenza.
+
+Guardate in una festa da ballo, dove compaia a un tratto qualche
+astro, e vedrete le occhiate bieche, e gli sguardi di traverso, in
+tutte le altre donne che prima comparivano sciolte, sorridenti e
+felici.
+
+La Romea, per esempio, che si sapeva tanto diseredata di curve,
+arrabbiò come una dannata al mostrarsi di quella maravigliosa figlia
+di Eva, sfolgorante di gioventù e di bellezza, e si sentì presa a un
+tratto da un'immensa voglia di piangere. Fu la sola che non ebbe
+l'ipocrisia di battere le mani. Ben inteso che le altre fingevano di
+battere; ma accostavano adagino palma a palma per non aumentar il
+fracasso.
+
+* * * * *
+
+Gli uomini invece pareva volessero impazzire di gioia e di
+ammirazione. E avevano perfettamente ragione. Chi non si scuote
+all'idea della bellezza artistica è un ciuco. Inebbriati da quella
+apparizione essi perdevano perfino la misura delle manifestazioni
+decenti e scordavano appunto che in mezzo a loro stavano sette
+infelici creature, che sorridendo si mordevano le labbra a sangue e
+soffrivano per quegli omaggi e per quei gridi, come se ricevessero in
+viso le più mortali ingiurie.
+
+Ma è così.
+
+Certi giovinetti non sanno dissimulare e mentire se non precisamente
+quando farebbero invece assai meglio a dire la verità.
+
+Un "zitto, silenzio, basta" s'elevò da ogni parte quando Nanà fè'
+cenno che avrebbe incominciata la scena.
+
+Ella si mise dunque a recitare abbastanza male un monologo che la si
+era fatta scrivere per un'occasione consimile, tutto pieno di motti a
+due tagli e di idee lascive.
+
+Gli spettatori, tranne O'Stiary, giubilavano. Le donne facevano mostra
+qualche volta di scandolezzarsi onde aver il diritto di dire poi di
+Nanà cose oscene, per ringraziarla del pranzo.
+
+Quel monologo era una birbonata qualunque, intermezzato da _couplets_,
+che Marliani accompagnava al piano.
+
+Gli applausi scoppiavano fragorosi, pazzi, ad ogni _refrain_.
+
+E le donne intanto sussurravano sottovoce agli uomini di condurle a
+casa. Una aveva l'emicrania, l'altra male al petto. La Romea
+protestava mal di denti.
+
+Non c'erano, che la buona Giannella e la signora Fanny, che avessero
+pigliato il loro partito e che lodassero schiettamente l'artista e la
+donna bella.
+
+Appena ebbe finito l'ultimo _couplet_, Nanà fuggì via con un fare
+modesto ed infantile, che piacque immensamente agli uomini, e che fece
+sempre più bestemmiar le donne, in petto. Marliani tentò da balordo di
+seguirla verso la stanza da letto, ma Nanà gli chiuse bravamente
+l'uscio in faccia.
+
+Questo tratto sollevò una salva sterminata di nuovi applausi, e un
+ridere saporito e grasso in tutti quanti.
+
+--Che ne dite?--domandò Nanà a Enrico tornando nel salotto vestita
+come dianzi.
+
+--Voi siete adorabile, e io vi amo come un pazzo--disse Enrico.
+
+Nanà trasse un lungo e tacito respiro dal petto.
+
+--Verrete voi nel mio studio?
+
+--Domani alle due aspettatemi.
+
+
+
+
+VIII.
+
+
+Lo studio di Enrico era piccino e modesto, un vero studio da
+dilettante di buon gusto; ma quanta luce e quanta bella roba in esso!
+Il sole vi entrava a larghe ondate, rischiarandolo tutto in modo
+uniforme e ricercando gli àngoli più riposti, dove il conte aveva
+collocati due capolavori della scuola moderna, due Meissonnier che gli
+erano costati ventimila franchi.
+
+* * * * *
+
+Il ritratto di Nanà stava sul cavalletto.
+
+Fate conto che siano passati dieci o dodici giorni da quello del
+pranzo di Nanà. Il di lei ritratto era a buon porto, e molto riuscito.
+L'amore aveva fatto far miracoli al pennello di Enrico.
+
+Ma che sorta d'amore era il suo? Non amava egli già la sua Elisa?
+
+Ahimè!
+
+Quella sera che Enrico aveva veduta Nanà, per la prima volta, scender
+dal _brougahm_ sotto i raggi del lampione del caffè dell'Europa ed
+entrare nella porta dell'_Hôtel de la Ville_ aveva dovuto accorgersi
+che il sentimento casto, tranquillo, soave e profondo ch'ei provava
+per la cara vergine compagna della sua infanzia non era ciò ch'egli
+aveva imaginato dover essere l'amore. Il cuore egli se l'era pur
+sentito battere con forza anche la prima volta che aveva riveduta la
+sua Elisa di ritorno dal campo nel 1866--ve ne ricorderete. La bella
+creatura era stata certo il pensiero costante de' suoi anni giovanili
+anche in mezzo alle sue scappate da figliuol prodigo... Ma ora non
+c'era paragone. Al cospetto di Elisa una dolcezza sovrana, una
+confidenza, una tenerezza priva di desiderî e purissima, una
+ammirazione della bella persona e del dolce e onesto sguardo, per così
+dire, lo ispiravano. Al vedere Nanà un tuffo violento nel sangue, un
+calor subitaneo in tutte le membra, una foga di desideri e di voluttà
+lo invadevano tutto.
+
+Pure egli con Nanà dissimulava assai bene quel delirio de' sensi.
+Nessun diplomatico avrebbe saputo vantarsi di coprire con più lieta
+disinvoltura i moti interni dell'anima e del sangue, dinanzi alla
+terribile francese. Sulle prime anzi ebbe qualche rimorso di tradire
+la cara fanciulla a cui da tanto tempo s'era promesso. Poi a poco a
+poco, senz'accorgesene stuzzicando Nanà quella riserva per lei tanto
+rara ed insolita, il di lui voto sincero di non tradire la Elisa
+sfumava, sfumava e il suo avvicinarsi a Nanà pigliava ogni giorno un
+andamento più deciso.
+
+* * * * *
+
+Egli subiva il fascino del desiderio di quella donna magnetica, e la
+Elisa onesta, pura, più bella, più giovine, più fresca, più geniale,
+ma riservata a lui, soltanto col consenso del sindaco, scompariva a
+poco a poco a' suoi occhi di ventiquattro anni.
+
+La Nanà si era informata della relazione che esisteva fra Enrico e la
+signorina Elisa Martelli, e gliene aveva parlato e la si era messa sul
+serio e sul contegnoso. Anzi aveva sgridato severamente l'Enrico
+perchè avesse pensato di scrivere a lei una lettera d'amore.
+
+Enrico aveva troppo cuore e troppo carattere per dire a Nanà ch'egli
+non amava la Elisa.
+
+Era questo che Nanà voleva udire da lui.
+
+E non la ci riusciva.
+
+* * * * *
+
+Tutt'a un tratto Nanà che stava posando, scoccò al suo pittore questa
+domanda a bruciapelo.
+
+--Se voi non foste già impegnato con quella bella signorina, che mi è
+tanto simpatica e che finirete a sposare... mi sposereste me?
+
+La domanda era audace.
+
+Enrico non rispose subito, sorrise e pigliò una scorciatoia:
+
+--Bisogna che io sappia prima se voi dal canto vostro sareste pronta a
+sposar me.
+
+--Io no davvero--rispose Nanà sforzandosi di ridere,
+
+--Si può saperne il perchè?--domandò Enrico che nascondeva a stento un
+crepuscolo di picca.
+
+--Perchè io non vorrei sposare un artista.
+
+--Il solito pregiudizio! Del resto io non sono artista; sono un
+dilettante.
+
+--Ma peggio! È segno che voi non lo fate per mestiere ma per passione.
+Siccome io vorrei essere idolatrata da mio marito e regnare unico
+pensiero della sua mente, esigerei che egli dedicasse a me tutte le
+sue giornate, e non soffrirei ch'egli tenesse l'arte come seconda
+amante, o fors'anche come prima.
+
+--Ah, se è così, è bello!
+
+--Non vi pare? Un artista non può amare una donna per lei stessa. Gli
+artisti hanno l'amorosa anteriore alla moglie e della quale alla
+moglie non è permesso neppure di essere gelosa, ma che li assorbe, li
+esalta, li accontenta e li distoglie da noi donne, peggio che se fosse
+una rivale in carne ed ossa.
+
+--Ma e gli affari allora?--osservò il conte--gli uomini d'affari non
+sono forse continuamente e peggio di noi colla testa e col cuore,
+nelle loro speculazioni?
+
+--Colla testa e col fegato forse--rispose Nanà,--col cuore no. L'uomo
+d'affari quando è chiusa la borsa o il banco non è più uomo d'affari.
+Voi altri artisti, no. Voi altri restate continuamente artisti in
+città ed in campagna, di giorno e di notte, d'inverno e d'estate.
+
+--Dunque voi Nanà sareste gelosa della mia tavolozza?
+
+--Non della tavolozza ma di ciò che ferve nella vostra testa, di
+quell'ideale che sta in voi e che è più potente delle mie grazie e del
+mio cuore.
+
+Enrico naturalmente depose la tavolozza e come attirato verso Nanà
+fece due passi verso di lei e si fermò a guardarla in estasi.
+
+Essa era la calamita.
+
+Egli il ferro.
+
+Nanà s'accorse che il suo pittore ricominciava a perdere la calma
+impostasi dacchè gli aveva detto sapere ch'egli amava la Elisa. E
+volendo gettare un poco di acqua su quella fiamma che si riaccendeva
+sotto la cenere, per avere il gusto di ravvivarla più tardi:
+
+--Del resto--disse--una volta che io fossi maritata non penserei più a
+nulla, non vorrei avere più nessuna responsabilità... giacchè è questa
+sopratutto che mi pesa; starei sdraiata tutto il giorno a leggere o a
+dormire. Lui dovrebbe pensare continuamente a volermi bene, a
+soddisfare i miei capricci, alla casa e ai figli se ne venissero....
+
+Enrico s'era accostato a lei, e ridendo diceva:
+
+--Non sarebbe un marito, allora sarebbe un intendente, un ragioniere.
+
+--Ah, no, perchè poi io mi lascerei amare, vezzeggiare, importunare,
+adorare, malmenare tutto il giorno da mio marito se gli piacesse di
+stare molto con me.
+
+Così dicendo Nanà, colla più fredda disinvoltura della terra allungò
+le braccia verso il suo pittore, posò la sua bella testolina sulle
+spalle di Enrico con una specie di infantile ingenuità, e ne ricinse
+la vita stringendoselo al seno, ridendo.
+
+Tutto ciò fu fatto colla più grande noncuranza, come la cosa più
+naturale del mondo.
+
+Enrico per la prima volta in otto giorni piegò la faccia per farle un
+bacio.
+
+--No--disse Nanà sciogliendosi e tentando di coprirsi in fretta come
+donna che sorte da un sogno e che è pigliata da un subitaneo
+pudore.--Enrico, non facciamo confusioni! Restiamo amici, restiamo
+quello che dobbiamo essere.
+
+Per quanto un uomo abbia accortezza o esperienza in fatto di donne,
+per quanto in teoria egli sappia di quali istinti siano dotate certe
+creature--il cui trionfo, la cui voluttà suprema è quella di
+assassinare gli uomini e di spingerli al parossismo del desiderio,
+anche senz'ombra di progetti rapaci o ambiziosi, ma proprio soltanto
+pel gusto di soggiogare--sembra destino che in causa propria, nel
+momento critico, quest'uomo perda il sangue freddo, la coscienza e la
+_sinderesi_, vale a dire quel presentimento che avvisa segretamente
+come quella donna non spieghi le proprie arti per affetto e per
+passione, ma per una innata ambizione di far delle vittime umane e per
+smisurato amor proprio.
+
+I sensi, in un giovane di ventiquattro anni, sano, forte, ben
+costituito--come lo era Enrico--hanno quasi sempre un predominio
+fatale sulla ragione la quale dovrebbe essere invece--oh, chi non lo
+sa?--la regina e la sovrana del corpo umano. La natura, del resto,
+creando gli uomini e le donne così foggiate sapeva bene lei che cosa
+si faceva. Io credo--e non so se altri lo abbiano creduto prima di
+me--che se non esistesse il fenomeno dell'assalto sensuale contro cui
+non vale nè ragione, nè morale, nè timore della pena possibile, nè
+religione, nè nulla--a quest'ora il mondo sarebbe rimasto quasi
+spopolato.
+
+Ormai non sono più che i bigotti e i regnanti che fanno legittimamente
+all'amore per dovere o per calcolo.
+
+--Restiamo amici--aveva detto Nanà.--Non guastiamo il nostro bello
+idillio artistico con dei desiderî che siano precisamente come quelli
+di tutto il mondo. E poi che vale? Io credo di averlo già un amante, e
+mi sento ispirata a non tradirlo almeno per ora.
+
+--Chi è?--domandò Enrico che era tornato al suo cavalletto affettando
+molta freddezza nella voce.
+
+--Volete proprio saperlo?
+
+--Lo bramo.
+
+--È Filippo Marliani.
+
+--Ah!
+
+--Lui!
+
+--E ne siete innamorata?
+
+--Oh, no, povero Filippo. Non merita punto!
+
+--Come potete dire allora che egli sia il vostro amante?
+
+--Amante vuol dire: _uomo che ama_, ch'io sappia, e non _uomo che è
+amato_. Egli mi ama, ne sono certa, e io amo lui, ma non ne sono
+innamorata.
+
+--E questo basta per voi?
+
+--Finchè io non mi possa innamorare d'un uomo alla mia volta mi deve
+bastare, per forza! Che ho a farci io?
+
+--Credete voi di potervi riuscire ad amarlo questo signor Marliani?
+
+--Neppur per sogno. Manca di due o tre qualità indispensabili...
+
+--È ricco?
+
+--Era ricco. Ora è povero.
+
+--E voi siete ricca?
+
+--Lo era. Oggi sono ricca... di debiti.
+
+--E che cosa pensate dunque di fare della vostra vita?
+
+--Non lo so.
+
+--Non ci pensate?
+
+--No. Confido nella mia stella. Diventerò artista drammatica.
+
+--Ma che idee avete?
+
+--Idee!--sclamò Nanà ridendo.--Mi domanda che idee ho!--proseguì come
+parlando a sè stessa. Facciamo una cosa, Enrico, mettetevi ne' miei
+panni, nella mia posizione. Sareste capace di fare questa specie di
+astrazione?
+
+--Altro che.
+
+--Ditemi ora che idee avreste voi se foste me stessa? Sentiamo. Fatemi
+il vostro programma.
+
+Enrico si trovò dinanzi a un problema, al quale aveva pensato qualche
+volta senza trovarci uno scioglimento onesto.
+
+--M'avete detto che questo signor Marliani non potrebbe pensare a...
+ai casi vostri?--diss'egli schivando così di rispondere direttamente
+alle domande di Nanà.
+
+--No. Egli è completamente rovinato. Ma vedete che non avete saputo
+farmi il programma!
+
+--Quanto abbisogna a voi per vivere, come sarebbe il vostro desiderio?
+
+--Se mi chiedete quanto mi abbisogna per vivere vi potrei rispondere
+che, amando, mi basterebbero tre franchi al giorno; se mi domandate
+quanto mi abbisogna per vivere secondo il mio gusto ora che sono
+annoiata e indifferente, pur troppo vi risponderei che, secondo le mie
+abitudini, non mi basterebbe un milione all'anno.
+
+--Se però un galantuomo vi facesse delle proposte serie, le
+ascoltereste voi?
+
+--Secondo.
+
+--Se il galantuomo fosse come me, per esempio?
+
+--Allora no.
+
+--Perchè?
+
+--Prima, perchè non vorrei che la signorina Elisa dovesse odiarmi. E
+poi perchè non vorrei rovinarvi.
+
+--Che importa a voi in caso che io mi rovini?
+
+Nanà non rispose; s'accontentò di alzar le spalle con una smorfietta,
+che poteva essere interpretata in mille sensi.
+
+Poteva voler dire: sicuro che a me non m'importa nulla, come poteva
+voler dire benissimo: mi importa più di quel che pensate! Poteva voler
+dire: che domanda strana! Come poteva benissimo voler dire: hai
+indovinato!
+
+Astuzia innata di questa sfinge del secolo decimonono.
+
+* * * * *
+
+Mezz'ora dopo Enrico entrava come un turbine nella camera da letto del
+suo amico Sappia che si destava in quel punto e gli diceva:
+
+--Ho bisogno di dieci mila franchi.
+
+--Che cosa vuoi farne?
+
+--Ho paura di essere proprio innamorato.
+
+--Innamorato? Ah, capisco! Hai bisogno di dieci mila franchi per farti
+passar l'amore?
+
+--Non per farle un prestito indispensabile...
+
+--Si potrebbe sapere chi è?
+
+--Indovina.
+
+--Non saprei!
+
+--È Nanà.
+
+--Nanà!--gridò il Sappia balzando a sedere sul letto.
+
+--Se non trovo dieci mila franchi per questa sera mi faccio saltar le
+cervella.
+
+--Quand'è così ascolta. Vedrò se mi è possibile di trovare ancora
+danaro e te lo presterò. Ma sulla mia sola firma ormai non ho più
+speranza di trovarne. A mio padre nè a mia madre già non posso più
+ricorrere. Li ho stancati troppo. Ti saprò dire qualche cosa stasera
+al _club_.
+
+--Ma stasera è già troppo tardi. Se io mi presento a Nanà senza una
+risposta certa, prima di sera sono rovinato. Gliel'ho promesso.
+
+--Che ti gira di promettere un prestito senza la certezza di poterlo
+fare?
+
+--Speravo che tu ne avessi o me li potessi trovar subito.
+
+* * * * *
+
+Sappia si levò, fece attaccare e andarono in cerca di Bonaventuri, il
+quale, se il lettore si ricorda, aveva offerto i suoi servigi a Sappia
+fin da quella sera, che s'eran trovati in casa della Luisa, dove
+Enrico aveva fatto il primo passo al malcostume.
+
+Il Bonaventuri infatti, dal canto suo aveva già fatto prestare più di
+duecentomila franchi ai due figli di famiglia, e regolarmente alla
+scadenza rinnovava i loro effetti, sui quali s'accumulava lo
+spaventevole anatocismo.
+
+Di questi, più di centomila li aveva mangiati Enrico O'Stiary.
+
+Questi centomila franchi in due anni e mezzo erano diventati
+circa duecentomila, e alle nuove scadenze toccavano quasi i
+centocinquantamila. E non erano che la metà de' suoi debiti.
+
+Il Bonaventuri faceva credere ai due giovani di essere compromesso
+fieramente anche lui da quelle scadenze, alle quali poneva la girata
+per puro favore. Oh, egli era un gentiluomo! Faceva tutto per la
+grande simpatia che nutriva per que' due poveri giovani, che gli avari
+parenti tenevano tanto a stecchetto. E si fidava tanto di loro! E
+sapeva dar loro di quando in quando dei così buoni consigli. E si
+spaventava di quando in quando con tanta cordialità nel veder
+ingrossare spaventosamente le somme del loro debito! E si rammaricava
+con tanta pietà che il padre di O'Stiary avesse messa quella maledetta
+clausola nel suo testamento. E domandava loro con tanta premura
+notizie della salute del babbo marchese e del tutore notaio quando li
+incontrava dalla Luisa!
+
+--Aver ancora danaro dalle solite sorgenti--diss'egli a Sappia--è
+impossibile. Bisognerà che tentiamo nuovi mezzi.
+
+--Ne conosce lei?
+
+--Io no, ma ho un amico che se ne intende, quantunque da poco in
+commercio.
+
+--Andiamo subito da questo suo amico--disse O'Stiary.
+
+--Per farle vedere la mia buona volontà ci andremo oggi.
+
+--Come si chiama?
+
+--Si chiama Marliani, ed ha lo studio in Valpetrosa.
+
+--Oh, diamine!--sclamò il Sappia.--Che fosse mai Filippo Marliani?
+
+--Filippo appunto. Quello che era a pranzo dalla signora Nanà...!
+
+--Sì, sì. È lui! Come mai s'è dato a vendere pannine?
+
+--Lui non vende. Lui è direttore della ragion sociale.
+
+--Allora siamo a casa!--sclamò il Sappia tutto allegro.
+
+--Ora non è che mezzogiorno--disse O'Stiary.--Troviamoci alle due in
+qualche luogo.
+
+--Dove?
+
+--Dica lei.
+
+--Dalla Romea?
+
+--Va bene. Dalla Romea.
+
+E si lasciarono.
+
+
+
+
+IX.
+
+
+Fra le segrete nemiche di Nanà, la più invidiosa, la più astiosa, la
+più caina di tutte era la bella acquavitaia.
+
+Dal giorno del pranzo era partita dalla casa di Nanà con un odio
+intenso e furibondo. Esecrava cordialmente quella Francese che era
+tanto più bella di lei.
+
+Quand'essa vedeva passare Nanà dinanzi la sua bottega, si sentiva
+pigliare la gola da una specie di stringimento nervoso. Lo confessava
+ingenuamente ella stessa; e allora non poteva tenersi dall'uscire in
+qualche frase molto meno spiritosa dei liquidi che teneva negli
+scaffali della bottega.
+
+Ella, come si sa, rispondeva al poco dolce nome di Romea, che è il
+femminile dell'amante di _Giulietta_.
+
+C'è a Milano un proverbio che dice: _offellee fà el to mestee_.
+L'offellaia o l'offellaio, che tralascia di far offelle, per darsi ad
+altra occupazione, pare destinato a non far fortuna. La Romea non
+aveva voluto dar ascolto al proverbio e s'era messa in capo di
+arricchire, vendendo acquavite _chic_ ed altri _gèneri_; ma non
+riusciva ad accozzar la cena col desinare.
+
+Tranne che nel naso, sporgente a triangolo appuntato, come il fiocco
+d'un bastimento, la Romea dai capelli alle spalle era una bella
+creatura; chiome, occhi, bocca, orecchie, denti, mento, colla sua
+brava fossetta, tutti belli. Ma il resto, dal collo in giù, non valeva
+nulla: un bastone da scopa abbigliato, senza grazie, nè risalti, nè
+curve, sia dinanzi che di dietro, che di fianco. Mani discrete, piedi
+ignobili.
+
+Peccato che il viso fosse, come dissi, guastato da un mòccolo, che si
+spingeva troppo in fuori e che pisciava un tantino in bocca. Veduta di
+profilo, infatti, la Romea appariva proprio grandemente antipatica.
+Quand'ella era di malumore poi--e lo era otto giorni alla
+settimana--compariva disgustosa addirittura. Le rughe che partono dai
+lobi del naso e scendono giù da una parte e dall'altra della bocca le
+si disegnavano profonde sulle guancie, e il labbro inferiore
+arrovesciato e floscio le spenzolava allora sulla bazza; gli occhi
+stessi, che nei giorni rari di lietezza--se le capitava, per esempio,
+di vendere una ventina di bottiglie o di far cento lire di
+banco--sfolgoravano come due stelle, quand'era dannata, parevano due
+grandi buchi da scaldaletto.
+
+Una certa consolazione le veniva dal credersi affascinante e piena di
+spirito. Questa doppia certezza le usciva fin dai pori ad ogni dieci
+frasi. Se nessuno glielo diceva, lo diceva lei. Nessuno dei suoi pochi
+avventori si dava la pena di disingannarla. Anzi, forse senza
+pensarci, facevano di tutto per tenerla nella sua beata illusione; e,
+qual più qual meno, in cuor loro tutti la godevano.
+
+Ella s'arrabbiava, di vedere, che con tante splendide doti gli affari
+in bottega non andassero _una maladetta_! Le pareva impossibile che
+tutta Milano non corresse a bevere l'amaro da lei, per ammirarla
+almeno una volta al giorno e accender l'appetito. Strabiliava! E per
+vendicarsene si ricattava sui pochi, e distribuiva loro la sua merce a
+gran risparmio, calcava la penna sui prezzi e rompeva loro
+continuamente le scatole, perchè comprassero delle bottiglie di cui
+non avevano bisogno.
+
+Romea presentava una particolarità molto singolare. Essa era estrema
+tanto nel biasimo, come nella lode, e mutava repentinamente questi due
+termini con una volubilità, che faceva rider assai alle sue spalle gli
+avventori.
+
+Per cinque, sei, otto mesi ella era capace di portare alle stelle il
+tale. Egli era per lei un gentiluomo perfetto, pieno d'ingegno,
+affabile, largo, prudente, saggio. A un tratto lo dipingeva come il
+più ladro e il più briccone uomo di questa terra. La poverina non
+s'accorgeva, che chi la sentiva a parlare così aveva più memoria di
+lei, e sorrideva di pietà, dandole segretamente della scimunita. La
+vanità ingenita le faceva credere in buona fede che tutte quelle sue
+nuove calunnie, nate in un'ora, dovessero trovare orecchie indulgenti,
+ed essere prese per oro da trenta carati, e cancellar d'un tratto la
+stima sincera ch'essa aveva dimostrata per sì lungo tempo verso il
+calunniato.
+
+Col giovane di bottega poi ella era feroce.
+
+Nel momento in cui il signor Bonaventuri entrava in bottega per
+trovarsi al fissato appuntamento, la Romea stava appunto apostrofando
+il fattorino colla sua solita buona grazia, perchè aveva rotto un
+bicchiere.
+
+Il povero giovincello, entrato in bottega da soli due giorni--giacchè
+la Romea aveva l'abilità di mutare cinque o sei giovani la
+settimana--era lì tutto mortificato sotto la gragnuola di ingiurie,
+che quel cherubino di donna gli scagliava dal banco.
+
+--Asino, marmotta, imbecille.... Coi bei guadagni che si fanno! Credi
+tu che io vada a rubarli i cristalli e arrotati per giunta? Due
+franchi _fra i quali_ andati al diavolo anche stamattina. Ma te li
+farò pagare. Oh se te li terrò giù!
+
+Il Bonaventuri si siedette.
+
+--Signor Bonaventuri!--disse Romea col suo sorriso stereotipo.--Beato
+chi lo può vedere. Come va?
+
+--Bene, grazie--rispose secco il Bonaventuri. Poi, al giovane che era
+lì lì per piangere.
+
+--Dammi un Fernet senza Seltz.... Che cos'hai che mi sembri Longino
+peccatore?
+
+Quindi, senza aspettare la risposta, di nuovo alla Romea:
+
+--O'Stiary è stato qui?
+
+--Sì--rispose la donna--e mi disse infatti che doveva trovarsi con lei
+per un certo non so che, e una cosa e un'altra, e che sarebbe tornato
+fra un'ora. Può stare a momenti. A proposito... debbo mandarle a casa
+una dozzina di bottiglie di _champagne_?
+
+--Balorda, chiaccherina!--pensò fra sè Silvestro Bonaventuri. Quanto
+alle bottiglie, non diede risposta.
+
+Il Bonaventuri aveva indosso quella specie di cascaggine e di
+svogliatezza, che deve significare un mondo di belle cose sottintese.
+Non ci sono che gl'ingenui, i quali non ne capiscano la forza e la
+portata! Egli aveva una faccia perfettamente insignificante, floscia,
+avvizzita, sbasita, tra il giallognolo ed il livido, e la teneva così
+con gran cura tutto l'anno. Guai se alcuno avesse potuto sospettare di
+lui che la notte dianzi egli fosse andato a casa a dormire come un
+bravo figliuolo non ubbriaco, o non fosse uscito da poco da un'orgia,
+da una bisca o da un bordello. La sua ambizione era tutta lì!
+
+--Ehi--gli disse la Romea--è passata poc'anzi di qua la Nanà, con
+quella sua andatura da gonfianùgoli, ma non ha guardato dentro. Era
+accompagnata _fra i quali_ da un giovinotto biondo, che parava
+_venezievole_. Uno nuovo!
+
+Bonaventuri alzò le spalle e disse brutalmente:
+
+--Che me ne frega a me?
+
+La Romea scoppiò a ridere, di quel suo riso amarognolo e forzato, il
+quale, a dir vero, faceva contrasto colla bellezza delle sue labbra e
+dei suoi denti smaglianti.
+
+--Lei fa il disinvolto--ripigliò--ma noi sappiamo tutto.
+
+--Che cosa sapete?--domandò colla sua voce spenta il Bonaventuri,
+cercando di farsi credere annoiato.
+
+--Che lei è innamorato morto della Nanà.
+
+Silvestro alzò le spalle.
+
+Il fattorino intanto gli aveva recato dinanzi il vassoio col bicchiere
+del Fernet e aveva mesciuto.
+
+La Romea, quando il fattorino tornò verso il banco, gli scoccò a
+bruciapelo un'occhiata furtiva e furibonda, una vera occhiata
+antropofaga.
+
+Il giovine capì d'aver commesso un altro sproposito e da buon ragazzo
+che vuol istruirsi, accostò la faccia a quella della padrona, la quale
+sottovoce gli susurrò:
+
+--Asino, marmotta, imbecille, tu ne versi sempre troppo per venti
+centesimi. T'ho detto due dita, due dita, due dita, non più!
+
+Silvestro intanto aveva cavato di tasca un libretto di memorie e s'era
+messo a far delle annotazioni, come per indurre la Romea a tacere.
+
+Ma ell'era come una mosca cavallina. Non s'accorgeva di riuscire
+tediosa. Nella sua candida convinzione, che ogni sua parola tornasse
+gradita a chi l'ascoltava, e fors'anche nella necessità in cui era
+continuamente di ammazzar la noia sterminata e il rovello che la
+rodevano, procurando di importunare gli altri con proprio sollievo,
+continuava:
+
+--Tutti lo dicono del resto, e anche il Salis _fra i quali_ poc'anzi
+me lo ripeteva. E io, non ci volevo credere, perchè stento a
+persuadermi che lei, che è così fino conoscitore di donne, voglia
+perdersi con quella civetta.
+
+Il Bonaventuri continuava a fare degli sgorbi inutili sul suo
+taccuino, e di quando in quando alzava la testa, apriva la bocca e
+fissava il soffitto come un uomo che cerchi un'ispirazione o tenti di
+raccappezzare un'idea che gli sfugge.
+
+La Romea continuava:
+
+--Io non dico che la Nanà sia brutta, giacchè, per dire a dire, brutta
+non lo è; ma non è neanche bella, come la vorrebbero fare; e poi
+quando si è passati i trentacinque.
+
+--Tre e quattro sette e nove fanno sedici--disse il Bonaventuri ad
+alta voce; e sul libretto infatti disegnò un _sedici_, che riuscì più
+rotondo di quello della Romea.
+
+--E poi una donna che si butta via in quel modo! È proprio vero che
+per far fortuna bisognerebbe far così, mentre noi povere donne oneste
+_fra i quali_ le tireremo sempre verdi _in sæcula sæculorum_...
+
+--Il tutto diviso per tre, dà precisamente otto franchi e sessanta
+centesimi a testa--sclamò Silvestro, fingendosi contento, come se
+avesse sciolto un problema di calcolo sublime.
+
+--Se ne contano di belle in questi giorni di quella signora. La
+storiella della paraninfa, già la conoscerà. Eppoi il fattorino del
+negozio là di contro, che è stato qui a prendere una bottiglia di
+Seltz, mi disse _fra i quali_ che il giovine del calzolaio lì in
+faccia aveva saputo dal suo padrone, al quale lo aveva raccontato una
+sua pratica, che era andata a comandargli due stivali da caccia, che
+il suo parrucchiere gli aveva raccontato di aver inteso dal cuoco di
+casa A... che il cocchiere gli aveva detto, come qualmente un suo
+amico, che è nell'Anonima degli omnibus, avesse dovuto stare a
+cassetta del legno sei ore di fila e di notte, con dieci gradi di
+freddo nel cortile d'un palazzo, ad aspettare la signora Nanà, che era
+andata a un _rendez vous_... mi capisce.
+
+Silvestro questa volta si volse alla Romea e le disse con fine ironia:
+
+--Se vede il fattorino a cui il giovine di calzolaio ha raccontato ciò
+che ha udito dal padrone a cui l'ha raccontato il signore degli
+stivali, che l'ha udito dal parrucchiere, a cui l'ha raccontato il
+cuoco di casa A..., che l'ha udito dall'amico del cocchiere
+dell'Anonima... se lo vede, gli dica che io me ne congratulo proprio
+tanto tanto!
+
+In questa O'Stiary e Sappia entrarono.
+
+--Due Marsala Ingham--disse il Sappia prima di salutare gli astanti.
+
+--Non quello, non quello, stupido, idiota, mamalucco imbecille--gridò,
+con una faccia da Arpia, la buona Romea al giovane che aveva dato mano
+ai bicchieri troppo grandi per servire il nuovo arrivato.--T'ho già
+detto che i bicchieri pel Marsala sono quelli là più piccoli. Impara
+una volta.
+
+Bevuto il Marsala i due giovani uscirono con Bonaventuri.
+
+* * * * *
+
+Nello studio della ditta F. Marliani e C. v'erano due persone ad
+aspettar l'amico Ciliegia colle vittime. Marliani il prestanome, erasi
+sdraiato nella sua poltrona, dinanzi allo scrittoio, colla sua brava
+penna d'oca infilata sull'orecchio,--per darsi l'aria di un
+conservatore che stenta ad accettare le novità--e in capo una callotta
+di velluto turchino ricamata intorno intorno a _ghiande_ d'oro, a dir
+la verità poco lusinghiere, quantunque emblemi appropriati alla
+_porca_ professione del gabbamondo.
+
+Lei, la sôra Bibiana, in piedi, daccanto alla scrivania, un po'
+curvata innanzi, teneva le due mani sul bracciuolo del seggiolone,
+dove stava il suo _Alfonso_, e lo covava amorosamente co' suoi
+occhietti grigi e tanto quanto cisposi.
+
+La callotta gliel'aveva regalata lei; e gliel'aveva ricamata lei,
+colle sue manaccie grasse, la procace gallinona; e gliel'aveva imposta
+lei sul capo, per levar a Filippo quella sua aria da scapato, tanto
+adorabile a quattr'occhi, ma troppo biricchina in istudio, giacchè la
+stonava maledettamente colla gravità della sua nuova posizione
+commerciale. Infatti non è a dirsi come quella callotta
+rinvecchignisse il bel giovane, che aveva ispirato pochi giorni prima
+il capriccio--cavolo riscaldato--alla orgogliosa Nanà.
+
+La signora Bibiana era superba di quella sua pensata, a doppio uso:
+
+--Sembri proprio un banchiere così!--gli aveva detto acconciandogli in
+testa quella berretta senza tesa.--Che importa a me che tu sembri meno
+giovane e meno bello, quando siamo in istudio? Anzi, a me piace
+questo. Così le donne, che vengono qui per affari, non ti troveranno
+troppo seducente. Per me sarai sempre giovane e bello abbastanza! Ah
+se mi vorrai proprio bene, vedrai, vedrai!
+
+Erano nei primi giorni d'una illegittima luna di miele.
+
+* * * * *
+
+Lo sciagurato Marliani--dacchè s'era venduto corpo ed anima alla
+_Società segreta dell'arte di fallire_--era disceso poco a poco la
+scala della più abbietta degradazione.
+
+La vergogna di sembrare agli occhi di Nanà un povero diavolo era stata
+la prima spinta, la spinta immediata. Nanà, coll'esserglisi concessa
+di nuovo, coll'avergli rifatto entrare in corpo mille incendi e mille
+illusioni aveva segnata la di lui rovina morale.
+
+Dopo quel capriccio famoso, Nanà, _choquée_, come diceva ella stessa,
+dall'aspetto triviale della camera di Filippo, _choquée_ di averlo
+trovato a far la barba ai solini da collo, non aveva più voluto
+tornare da lui e se lo teneva buono ed amico in casa, soltanto per la
+paura ch'egli svelasse ad O'Stiary la vergogna di madama Tricon.
+
+Il Marliani, che s'era venduto alla ditta briccona, appunto per avere
+i mezzi di non comparire miserabile in faccia alla sua rinnovata
+conquista, trovandosi messo da parte, arse di indicibile gelosia e fu
+preso dalla smania di arricchire, per aver il mezzo di ricomprare a
+furia d'oro la francese _cocotte_. Capiva che Nanà lo disprezzava
+perchè lo aveva trovato decaduto e povero; e poi si rodeva pensando a
+quel migliaio di franchi, che le aveva fatto accettare di buon cuore,
+e quasi per forza. Se avesse saputo! E provava una mortificazione
+cupa, un'amarezza profonda, un cordoglio, da cui tentava di sottrarsi
+accarezzando le illusioni e fissando l'illuminello dei guadagni
+grossi, che la signora Bibiana gli faceva balenare dinanzi agli occhi
+della fantasia.
+
+La gallinona, tutta piena di erotici grilli, aveva messo il desïo su
+di lui fin dal bel primo momento ch'egli s'era presentato alla
+_Società dell'arte del fallire_.
+
+"Ah se potessi conquistarlo" pensava la vecchia matta, tutta in
+frègola, alla vista dello spigliato e robusto giovinotto, che veniva a
+mettersi sotto la sua protezione. "Infine io non ho che quarantasette
+anni! Se è vero quello che ho letto non so dove che ci fu una volta
+una certa _Ninos de l'Enclou_--lei storpiava così quel nome
+storico--la quale c'è riuscita a innamorare un abatino a sessant'anni,
+per dio, non potrò arrivarci io, che non ho ancora tocchi i
+cinquanta?"
+
+Ella era andata dunque tutti i giorni allo studio in via Valpetrosa.
+
+Per tre giorni di seguito, entrando in punta di piedi, come era suo
+costume, facendo segno al fattorino di non far rumore, aveva trovato
+il suo nuovo gerente, che, colla testa nelle mani e i gomiti
+appoggiati sullo scrittoio, piangeva sommessamente a lagrime roventi e
+aveva fiutato subito in quel pianto un cordoglio d'amore....
+
+"Ah! come sono vili gli uomini!"
+
+Se il Marliani avesse pianto per lei c'è da scommettere che non
+l'avrebbe trovato tanto vile. Ma piangere per un'altra donna?
+
+Curiosa, come una vedova che tiene il pizzicore in corpo, essa volle
+ad ogni costo sapere il segreto di quel dolore.
+
+Il Marliani si fece pregare un poco ma poi le aprì il cuore. La
+signora Bibiana si intenerì, lo compassionò, decise di consolarlo.
+
+La compassione è sorella carnale dell'amore. Povero giovane! Egli
+aveva tanto bisogno di essere consolato. E poi con quello schianto in
+cuore come avrebbe potuto attendere alle faccende della ditta? Gli
+affari della società sarebbero andati a fascio se lei non pensava a
+strappargli dal petto quell'infelice passione. L'azienda birbona ne
+avrebbe sofferto chi sà che danno, s'ella non provvedeva a medicare
+quell'anima ferita.
+
+Dopo tutto era anche un dovere di buona cristiana il suo! Un'opera
+pia!
+
+La signora Bibiana fece dunque capire un bel giorno, al Marliani, che
+se si fosse lasciato consolare ne avrebbe avuto vantaggi enormi....
+
+E lui, canaglia, si lasciò consolare.
+
+Ormai una più una meno che monta? Egli si considerava già come un
+furfante, dal giorno che aveva sottoscritto il sudicio contratto. Non
+poteva avere più ritegni. Le cose a mezzo a questo mondo non le si
+fanno che quando si tratta di far del bene; ma una volta che si è nel
+brago, a che vale conservare dei riguardi? Le azioni turpi sono come
+le ciliegie: una dopo l'altra si va senz'accorgersi in fondo al
+paniere.
+
+* * * * *
+
+Mezz'ora prima, adunque, che arrivassero allo studio i due nobili
+amici col signor Bonaventuri, la vedova procace, incocciata fino a'
+capelli nell'amore del suo drudo, era con lui a strano colloquio nello
+studio della ditta.
+
+Strano, perchè un miscuglio così fatto, composto di sentimentalismi e
+di truffe, di voluttà e di cento per cento, di fantasie lubriche e di
+cambiali in scadenza, di baci e di usura, di proteste d'amore e di
+protesti cambiarî chi non ne abbia mai udito uno simile, non
+giungerebbe a farsene un'idea.
+
+--Sei un biricchino--diceva la gallinona, vezzeggiando il suo Fiffo,
+che se ne stava sdraiato dissimulando a stento l'interno disgusto.--Io
+vorrei guarda, avere un trono d'oro per metterti su te a regnare e me
+d'accanto.
+
+--M'accontenterei anche d'un trono d'argento--disse filosoficamente il
+Marliani.
+
+--A proposito cosa c'è di nuovo dell'affare delle posate?
+
+--Non d'oro nè d'argento quelle!
+
+--Dico bene, di _cristophle_. Le hanno accettate?
+
+--Altro che.
+
+--Oh racconta perchè non ne so nulla.... Ma prima fammi un altro
+bacio... ma lungo... come tu li sai fare tanto bene... anima mia.
+
+Dato il bacio, non tanto lungo quanto quell'altra sconcia lo avrebbe
+voluto, il Marliani rispose:
+
+--Come sai erano di cristophle, ma così belle e così pesanti che si
+poteva benissimo farle passare per d'argento. Il Bonaventuri ne fece
+bollare una e la portò al Monte. Il perito, il nostro amico, gliela
+stimò il quadruplo del suo valore di costo. Allora il Bonaventuri le
+fece bollar tutte e ne cavò due mila franchi. A lui erano costate
+cinquecento.
+
+--Che boia!--sclamò tutta ilare la signora Bibiana.--Spero bene che
+avrà messo il guadagno in conto sociale! Ma tu poi mi vorrai proprio
+sempre bene? Non pensi più, n'è vero, a quell'altra?
+
+--No, no,--rispose il Marliani.--Non sei tu quella che farà la mia
+fortuna? Oggi credo che il banchiere acconsentirà che mi siano fissati
+questi cento franchi di più al mese.
+
+--Ci penso io! E se lui non lo volesse, la tua Bibò sai che li caverà
+di propria saccoccia. Te lo giuro sulla memoria de' miei quattro figli
+che sono tutti morti.
+
+--Cara!
+
+--E oggi chi si aspetta?
+
+--Il marchese Sappia e il conte O'Stiary.
+
+--Ci cascano ancora?
+
+--Un'ora fa il Bonaventuri mi ha mandato ad avvisare che sarebbe
+venuto qui con loro alle due.
+
+--Mi raccomando. Bisogna scorticarli come rane, questi aristocratici.
+Ma io non so il perchè stamattina ti voglio più bene del solito. Cioè
+forse lo so...
+
+E qui la signora Bibiana cercò di farsi rossa in viso con una smorfia
+pudibonda.
+
+--Ah, sei un gran biricchino, ve', quando ti ci metti!
+
+E gli diede una vezzosa spalmatina sulla guancia poi vi tenne la mano
+a carezze.
+
+Il Marliani sarebbe apparso nauseato a tutti coloro, che lo avessero
+veduto in quel punto, tranne che alla vecchia birbona.
+
+--Bibò, Bibò, basta--diss'egli.
+
+--Come basta? Non sei tu forse il mio Fiffo? Non ti piacciono dunque
+le carezze della tua Bibò?
+
+--Sì... mi piacciono ma a suo tempo. Ora possono entrare i merli e se
+ci pigliano in frègola addio serietà di affari.
+
+--Si tratta ancora d'un prestito?
+
+--Credo.
+
+--Spero bene che il Bonaventuri si ricorderà che deve far finta di non
+conoscerci?
+
+--Diamine! Quello è volpe vecchia che ne può insegnare a tutti noi.
+
+--E stanotte...? Quanto ridere! Ne ho ancora il solletico qui allo
+stomaco, te lo assicuro. Sei un gran mostro, ve'! Ah sei un gran
+mostro!
+
+S'udì nel cortile un rumore di passi.
+
+--Sono loro!
+
+--Qua un bacio in fretta--disse la signora Bibiana--e poi serî!
+
+Il Marliani diè il bacio poi si mise la penna fra le dita e finse di
+scrivere.
+
+* * * * *
+
+Entrò il facchino.
+
+--Tre signori che vogliono parlare con lei--disse a Marliani.
+
+--Chi sono?
+
+--Uno glielo posso dire: è il signor Bonaventuri, perchè lo conosco;
+gli altri due non so.
+
+--Falli entrare.
+
+Poi finse di essere tutto assorto nel far delle cifre.
+
+La grossa Bibò sedette in disparte.
+
+Bonaventuri entrò. Lo sguardo ch'egli diede al Marliani e alla signora
+Bibiana, sarebbe stato invidiato da un antico aruspice di Delfo.
+
+Il ladro uomo ricompose tosto il ghigno.
+
+--Oh, caro Ferdinando--disse Marliani alzandosi da sedere.--E anche
+lei mi par di conoscerlo--disse Marliani--ma quello stupido di un
+facchino non è mai capace di dir un nome giusto, e a dir la verità...
+
+Il marchese aveva stretta la mano a Marliani confidenzialmente.
+
+--Io sono Silvestro Bonaventuri--rispose l'altro cavandosi i guanti, e
+questi sono il signor marchese Sappia che lei conosce, come vedo, e il
+signor conte O'Stiary. Ma dico, non disturbiamo forse?--soggiunse
+tosto volgendosi a Bibò, che stava là seduta in un canto.
+
+--La s'imagini!--rispose la signora Bibiana--Io aveva finita la mia
+faccenda e stava rifiatando un minuto, perchè non ho potuto agguantar
+l'_omnibus_, e m'è toccato di far la strada a _piedibus calcantibus_
+dal borgo fin quaggiù. Ma ora son riposata e me ne torno pacifica e
+mollifica nella mia pace della campagna beata e ridente.
+
+I tre sopravvenuti la lasciarono passare, e Bonaventuri, come se
+proprio non l'avesse mai veduta, mandandogli dietro uno sguardo
+desioso, sclamò:
+
+--È un bel pezzo di Marcantonio!
+
+--S'accomodino!
+
+* * * * *
+
+Cominciò il Bonaventuri:
+
+--Io vengo a nome del signor Carcanetti che lei conosce.
+
+Carcanetti era un nome qualunque, un nome inventato.
+
+--Carcanetti mi comunicò che lei un giorno gli ebbe a dire che se
+aveva bisogno del danaro per qualche suo amico solido, si rivolgesse
+pure a lei che avrebbe trovato il modo di procurarglielo.
+
+Il Marliani alzò la mano al labbro inferiore, lo strinse fra il
+pollice e l'indice, e stette a pensare come un uomo che caschi dalle
+nuvole.
+
+--Non mi ricordo--rispose.
+
+"Ahimè!"--sclamò in cuor suo l'ingenuo O'Stiary.
+
+"Farà il prezioso"--pensò invece il Sappia che aveva maggior
+esperienza di mondo.
+
+E si sbagliavano tutti e due.
+
+--Non mi ricordo bene in quall'epoca io possa avergli detto questo al
+Carcanetti--ripigliò il Marliani con un fare naturalissimo--giacchè
+oggi non solo è cosa molto difficile il trovar danaro su cambiali ai
+prezzi commerciali, ma si può dire che è difficilissimo di trovarne
+anche volendo assoggettarsi a grossi premî ed usure. Dopo che si
+cominciò a parlare di quella benedetta proposta di legge per
+l'abolizione dell'arresto personale nessuno più si fida a prestar
+danaro se non sopra buona e solida ipoteca. Io stesso, che pur non
+faccio mai di questi affari, e che sono a capo di una ditta
+solidissima, pure avendo avuto bisogno, per un capriccio di levar una
+somma a prestito per tre giorni, ho dovuto pagare un interesse
+favoloso.
+
+--Vale a dire?
+
+--Per mille franchi mi hanno trattenuto, in tre giorni, cento franchi.
+È vero che in commercio tre giorni e un mese contano lo stesso. In
+ogni modo è sempre un interesse enorme. È il dieci per cento al mese.
+
+--Qui si tratterebbe di un'operazione di tutta fiducia. Il mio amico è
+troppo onesto, troppo gentiluomo per cercare a chichessia un centesimo
+senza la sicurezza.
+
+--Oh signore!...
+
+--... morale e materiale....
+
+--Non ne dubito!
+
+--... della restituzione....
+
+--Può imaginarsi!
+
+--... alla scadenza.
+
+--Non se ne parli! Il signore è inutile domandarlo, è maggiorenne, non
+è vero?--domandò Marliani rivolto al conte O'Stiary.
+
+--Ho ventitre anni e dieci mesi--rispose Enrico--Non debbo tacere però
+che io non andrò in pieno godimento della mia sostanza che a
+ventiquattro anni compiuti, e che ho dei debiti.
+
+--Non ci sono dunque che due mesi da aspettare!--sclamò il
+Marliani.--Quanto ai debiti, chi non ne ha al giorno d'oggi? Ma se
+nella sostanza c'è un largo sufficiente, i debiti non contano. Si sa
+bene. _Il faut que jeunesse se passe_!
+
+--Benissimo!--disse Sappia.
+
+--Dunque allora questa sera io potrò darle una risposta; tenterò,
+parlerò, vedrò il mezzo migliore. Di quale somma avrebbe bisogno?
+
+--Diecimila franchi.
+
+--Bene, le saprò dire l'esito. Non garantisco nulla ma stasera le dirò
+francamente quali furono le mie pratiche e sarò molto onorato di poter
+riuscire. E se riesco poi--continuò diretto a O'Stiary--chissà che non
+venga da lei a chiederle un favore.
+
+--Ben volentieri--rispose Enrico che senza sapere il perchè si trovava
+in un disagio ineffabile.
+
+Quest'ultimi periodi infatti erano stati detti in piedi.
+
+Marliani stese la mano al marchesino Sappia a cui disse: _Ciao_, poi
+al contino che inchinò e così si lasciarono.
+
+Appena usciti si schiuse pian piano l'usciolo di contro a quello per
+cui se n'erano andati i due giovinetti e ne uscì la faccia da luna
+piena della signora Bibiana, che rideva come una donna in gallovia.
+Essa venne ad abbracciare il Marliani dicendogli:
+
+--Sei un gran birichino. Ti sei portato da negoziante provetto e
+consumato. Se il diavolo non ci mette la coda, in poco tempo la
+sostanza del conte O'Stiary, deve essere tutta nostra!
+
+* * * * *
+
+--Ora che si fa?--domandò Marliani alla Bibò.--S'hanno a dare questi
+dieci mila franchi o non s'hanno a dare?
+
+--Tu che ne dici? Sai che io faccio quello che vuoi?
+
+--Ebbene allora bisogna darli.
+
+--Pensa Filippo che siamo già sotto di molto.
+
+--Non importa. Fidati di me. Ho bisogno di far buona figura.
+
+--Sì, sì,--disse Bibò.--E poi egli è pronto a qualunque sacrificio? Se
+dice così gli è segno che gli fanno assai bisogno. Se gli fanno di
+bisogno noi col fargli il prestito gli facciamo uno di quei servizi
+che si chiamano _impagabili_. Non è vero? Forse gli salviamo
+l'onore... Forse la vita! Chi lo sa? Se quelli che ci danno
+dell'usuraio ragionassero così vedrebbero che noi siamo i salvatori
+dell'umanità. Siamo forse noi che andiamo a cercare i figli di
+famiglia? O sono essi che vengono a cercar noi. Mettiamo forse loro le
+pistole alla gola? No. Essi contrattano liberamente. Oh perchè mai
+s'avrà a far pagare poniamo cento mila franchi per puro capriccio, un
+brillante che non serve a nulla e non s'avrà a far pagar caro un
+servizio in contanti, che può salvar l'onore e la vita?
+
+Alla signora Bibiana codesti argomenti in difesa dell'usura parevan
+sempre nuovi di zecca, ogni volta che li ripeteva. E Dio sa quante
+volte li aveva già ripetuti di sua vita.
+
+Marliani la lasciò sfogare un poco poi la arrestò, e da uomo pratico
+tornò alla sua domanda.
+
+--Dunque mi fai far buona figura? Te ne ringrazio.
+
+--Caro! Questo e altro--disse Bibò intenerita. E scoccò un bacione al
+suo bel giovane.
+
+--Vediamo ora le condizioni.
+
+--Il solito! Ormai di firma Sappia e O'Stiary ne abbiamo in portafogli
+per circa duecento mila. E so che altri ne tengono altrettante. Con
+queste faranno duecento mila e venti. E ricordati Filippo e che se
+questa imprudenza enormissima fu da me commessa, è stato tutto per
+amor tuo. Io non era mai stata avvezza a prestare a un solo più di
+cinquanta mila franchi.
+
+--Ma quando ti dico che sono sicuri.
+
+--Lo voglio credere, ed è perciò che non mi faccio pregare neppure
+questa volta. Ma dico per dire. Se morisse?
+
+--Pensa che sulle duecento mila firmate, in fin dei conti tu non ne
+hai versate più di ottantamila.
+
+--Questo si sa! Un interdetto, deve ben pagare più degli altri.
+
+* * * * *
+
+Dal canto loro il Sappia e l'O'Stiary usciti dallo studio della ditta
+Marliani e C. si rallegrarono fra loro d'aver trovato l'amico divenuto
+uomo serio tanto ben disposto per loro. Erano pieni di speranze, e il
+cento per cento di interesse, che Marliani aveva lasciato loro
+intravedere, non dava ad essi il menomo disturbo. Animi felici! A un
+dipresso, nella bontà istintiva del loro cuore giovinetto essi
+ragionavano a loro danno, cogli stessi argomenti della signora
+Bibiana.
+
+--Non il cento per cento--sclamava Enrico--ma il mille per cento io
+sarei pronto a pagare per avere quel danaro da presentare a Nanà
+questa sera. Per me è questione di vita o di morte. Che vale il danaro
+se non rappresenta appunto il valore dei nostri desideri?
+
+Si dica quel si vuole, la è logica anche codesta; logica pericolosa,
+ruinosa, da scavezzacollo, da uomo passionato, ma logica. Persuadere
+un giovane di ventiquattr'anni, generoso, ardente desioso, innamorato
+che il prender a interesse del danaro al cento per cento è una
+grulleria, una bestialità economica, una ridicolaggine di cui s'avrà
+certo a pentire più tardi, è cosa tanto vana, come sarebbe per esempio
+il mettersi a persuader i pesci a vivere fuori dell'acqua, dove noi ci
+si annega, mentre loro ci stanno a lor agio, dove anzi non possono a
+meno di stare per vivere.
+
+Pei giovani il danaro non è--parlo in generale--che il mezzo per
+soddisfare i bisogni del cuore, i capricci della mente, le necessità
+dei sensi, delle passioni. Quanto più troveranno ostacoli, non
+naturali, non fatali a soddisfar queste loro passioni tanto più
+s'aumenterà in essi la smania di soddisfarle. _Nititur in vetitum_.
+L'idea del dissesto finanziario, della povertà, della rovina, non
+entra in cervelli giovani privi di esperienza e di vivere di mondo.
+L'economia è una parola che ha senso soltanto per coloro che
+guadagnano il danaro a stento.
+
+Se i tutori ed i padri pensassero a queste verità forse le pazzie dei
+figli sarebbero meno frequenti.
+
+Il fatto è che la stessa sera Enrico potè annunciare a Nanà che fra
+tre giorni avrebbe avuti i diecimila franchi.
+
+* * * * *
+
+Dal giorno che Enrico O'Stiary portò a Nanà i diecimila franchi, che
+dovevano dare un altro strappo alla sua sostanza, quelle due belle
+creature si videro tutti i giorni. Rotto il ghiaccio essi entrarono
+nel secondo stadio dell'amore... sentimentale. Enrico non aveva il
+coraggio di esigere di più da quella donna, che gli appariva armata di
+virtù come l'antica Minerva. E forse se avesse anche saputo chi ella
+era sarebbe stato troppo tardi lo stesso. La sua fantasia, l'amor
+proprio, i nervi, i muscoli il sangue erano troppo invasi dal
+magnetico di quella donna per concedergli di desistere dall'immenso
+desio. Ogni volta che egli montava le scale di Nanà giurava di
+riuscire a conquistarla; dinanzi a lei si trovava di aver il cuore di
+coniglio, il cervello di ghiaccio e la lingua mozza. Tutte le ragioni,
+le preghiere, le astuzie pensate, come quelle del povero Renzo in
+presenza dell'Azzeccagarbugli sfumavano. Non sapeva più che cosa
+dirle, da dove incominciare, come pigliarla. Pativa suggezione della
+Parigina!
+
+Ell'era incantevolmente graziosa con lui; lo riceveva con vera e
+schietta gioia; non lo lasciava partire s'egli accennava di volersene
+andar più presto del solito. Ma se egli arrischiava un gesto, una
+frase di desiderio, una preghiera o non faceva mostra di capirli, o li
+vietava cogli occhi, colla mano, col broncio, o si sottraeva alle sue
+carezze.
+
+Nanà manovrava con lui con una tattica degna d'un generale di genio.
+Ella aveva fissato di sposare Enrico, mescendo l'utile al dolce;
+sposare un giovane che le piaceva e diventare contessa. Conosceva
+troppo la regola più elementare della civetteria femminile, per la
+quale avviene che gli amanti stiano legati assai più col rifiutarsi
+che col concedersi. E la sua continenza era cosa tanto insolita in lei
+che ne andava orgogliosa.
+
+Enrico sentiva d'essere stretto nelle spire d'un adorabile serpente e
+non sapeva levarsene. Già cento volte Nanà aveva letto negli occhi di
+Enrico il poema delle sue sofferenze fisiche e morali, e ne gioiva.
+C'era in questa gioia di Nanà un piccolo sentimento di vendetta. Ella
+faceva pagar cari al giovane innamorato il tentativo di sottrarsi al
+suo fascino, spiegato da lui nella prima sera, quand'essa, non aveva
+potuto cavargli una sola dichiarazione, e aveva dovuto ella stessa
+fare i primi approcci.
+
+
+
+
+X.
+
+
+Siamo in villa, sul lago di Como. Potevano essere le otto d'un bel
+giorno di settembre. Il notaio faceva il suo solito sonnetto del dopo
+pranzo. La signora Eugenia era salita a trovare la cameriera, che
+s'era messa a letto con un febbrone. Elisa era uscita sul terrazzo,
+che dava sul lago, e stava là colle braccia a gomitello sul davanzale
+a guardar nel vuoto con quell'abbandono un po' languido e sconfortato
+di chi soffre un cordoglio che vuolsi dissimulato a tutti e che nella
+solitudine si fa sentire con raddoppiata amarezza.
+
+Povera fanciulla!
+
+Sua madre aveva già tentato qualche volta di dissuaderla dal pensare
+ancora a quello scapigliato di Enrico, ed essa faceva di tutto per
+compiacere a sua madre e non ci riusciva. Chè anzi, il martello
+dell'amor proprio offeso, e il disinganno, e il contrasto
+raddoppiavano nel suo animo il dolore e la desolazione.
+
+Stava così volgendo nella sua testolina i mesti progetti
+dell'avvenire, pur non disperando ancora del tutto, quando le parve
+udire dietro di sè il passo di Enrico.
+
+Essa lo distingueva bene fra tutti quanti.
+
+Enrico, il giorno prima, aveva portato a Nanà i diecimila franchi
+avuti dalla ditta Marliani e C., e Nanà li aveva accettati; ma era
+stata con lui più fiera che mai. Uscendo da lei, era stato preso per
+reazione da una specie di rimorso, da una resipiscenza amorosa per la
+sua bella Elisa; aveva giurato di star lontano per qualche giorno da
+Nanà ed era venuto alla villa Martelli per riveder la fanciulla come
+se sperasse in quel dolce e onesto sguardo trovare la consolazione al
+disinganno de' sensi.
+
+Le giunse a ridosso credendo di non essere stato udito, e ristette ad
+ammirarla; e in quel punto sentì il suo amore per lei moltiplicato dal
+dispetto e dal tormento che Nanà gli aveva fatto durare il dì prima;
+le si mise accanto.
+
+Essa alzò lentamente le pupille addolorate in viso ad Enrico sorrise e
+la sua fisonomia fu come illuminata da un raggio di gioia divina.
+Stese la mano al giovine, e gli disse:
+
+--Sei qui, Enrico? Oh, non ti aspettavo più.
+
+Enrico vide negli occhi della fanciulla brillar due lagrime, preziosi
+gioielli dell'immeritato tesoro di tenerezza, ch'egli aveva racchiuso
+in quell'anima innamorata.
+
+--Che hai Elisa?... Tu sei malinconica--le disse Enrico mettendosi con
+lei al davanzale.
+
+--Ti pare?--sclamò sorridendo la fanciulla con molta dignità.
+
+--La balia ieri sera mi parlò di te.
+
+--Che cosa la ti disse?
+
+--Che tu credi che io non ti ami più.
+
+--È vero.--domandò Elisa.
+
+--Ebbene, ti giuro di no--riprese con accento sincero il
+conte.--Credilo, Elisa, io ti giuro che sento di non voler bene
+davvero che a te sola.
+
+Elisa sospirò, ma non disse parola.
+
+--Però, siccome non sono capace di fingere con te, mia buona Elisa, ti
+dirò tutto. Forse sì, sono andato a rischio di cadere nei lacci di una
+donna... una donna che non vale un tuo capello... ma per puro
+capriccio, vedi, non per cuore. Ma quando ti vedo, quando sento la tua
+voce, quando guardo nei tuoi occhi tanto belli e sinceri, mi par
+impossibile di avere avuto un pensiero per un'altra donna.
+
+--Ah! dunque non mi sono ingannata--disse la Elisa.--Qualche cosa c'è
+per cui io non debba più sperare...?
+
+--No, te lo giuro--interruppe Enrico--non c'è nulla. Tu mi credi, n'è
+vero Elisa? Tu lo senti che io sono sincero, e che non ti voglio bene
+proprio di cuore che a te sola....
+
+--Ebbene sì, ti credo--rispose la fanciulla con infinita
+grazia--perchè guai a te se poi tu m'ingannassi. Sarebbe come
+ingannare un bambino. Io non so nulla di ciò che voi pensiate, nè che
+proviate per certe donne... ma so che tu mi fai soffrire.
+
+Queste parole furono dette dalla vergine, con una ineffabile
+espansione.
+
+--Ah, se anche tuo padre non fosse l'uomo che egli è--sclamò Enrico
+quasi per scusarsi--se non fosse lui che mi sforzò a far la vita che
+faccio.
+
+--Oh, ma perchè?
+
+--Perchè io sento di essere indipendente e superbo, ed egli mi trattò
+sempre come un fanciullo, e non come un uomo di ventiquattro anni che
+fra poco sarà padrone del proprio avere. Lui crede che io debba
+pensare come lui, far la vita che fa lui, avere le sue abitudini, le
+sue idee, le sue spilorcerie. Egli mi ha fino rimproverato un giorno,
+perchè avevo fatto un'elemosina. È insoffribile. Non è degno d'essere
+tuo padre.
+
+--Ah, Enrico, non dire così!
+
+--È vero, Elisa, scusami--sclamò il conte ridendo.--Ma tu, sarai per
+me la più cara creatura di questo mondo. Fin da quando avevo dieci
+anni e tu non ne avevi che cinque, il primo pensiero d'amore che passò
+nella mia testa fu per te. Io sento di essere tuo e che nessuna donna
+potrà prendere il tuo posto qui nel mio cuore.
+
+--Allora giurami--disse la Elisa--che non la vedrai più questa donna.
+
+--Ebbene, te lo giuro--rispose Enrico sincero. Ma poi soggiunse:
+
+--Ti giuro che ci andrò ben di rado e che non le dirò mai più nulla
+che ti possa dar ombra.
+
+--Ah no, tu non devi vederla mai più.
+
+--Ma, mia cara, farei una figura molto ridicola co' miei amici.... Si
+direbbe ch'ella mi ha messo alla porta. Tu non vuoi, Elisa, ch'io
+diventi ridicolo.
+
+--No, ma io vorrei che tu mi promettessi almeno di non vederla più da
+solo a sola.
+
+--Ebbene, questo te lo posso promettere--rispose Enrico.
+
+In questo s'intese la voce vibrata e severa di donna Eugenia che
+chiamava: Elisa.
+
+E la madre comparve sulla soglia della terrazza.
+
+--T'ho pur detto tante volte--ripigliò--che sulla terrazza non amo che
+tu ci stia di sera, se non con tua madre; speravo che tu m'avessi a
+obbedire.
+
+Rientrarono tutti e tre in sala, dove il notaio stava russando ancora
+placidamente nel suo seggiolone.
+
+Quella serata fu piena, pe' due giovani amanti, di misteriose
+dolcezze, mentre una noia feroce regnava in quella sala, che a poco a
+poco s'era andata popolando di visite. Erano i villeggianti dei
+contorni che venivano, come al solito, a passar la sera in casa
+Martelli. La Elisa, prima suonava qualche pezzo sul piano, poi si
+giuocava a _mercante in fiera_, fin verso le undici.
+
+Donna Elena aveva già dato ordine al servitore di far preparare per il
+conte una delle camere dei forestieri in una casina attigua alla
+villa.
+
+--Spero che ti fermerai un po' di giorni--aveva domandato il notaio al
+conte.
+
+--Non posso--gli aveva risposto Enrico--sono venuto a far una visita
+alla sfuggita. Ma ho sul cavalletto un ritratto che non voglio lasciar
+prosciugare.
+
+Il giorno dopo infatti Enrico salutava i suoi ospiti e partiva. E in
+viaggio sentiva lievemente, gradatamente andarsene in fumo la promessa
+data alla Elisa ad ogni chilometro che si scostava da lei e che si
+avvicinava a Nanà.
+
+
+
+
+XI.
+
+
+La storia della lotta fra la passione d'Enrico e la calcolata
+freddezza di Nanà--è inutile dissimularlo--non potrebbe essere cosa
+nuova, per la ragione che essa dura fin dal primo giorno, in cui la
+mistica coppia, imaginata dalla Bibbia, sentì il primo palpito, che
+doveva perpetuar nel mondo la razza umana. Essa durerà pei secoli dei
+secoli, e sempre uguale, finchè su questa pallottola abitata ci sarà
+un seno di femmina, che palpitando rifiuti e un petto di maschio che
+sbuffando, desideri.
+
+Era dunque, come tutte queste battaglie d'amore, combattuta ad armi
+assai disuguali; perchè egli amava ed essa calcolava; perchè egli
+pativa ed essa godeva.
+
+Quel ruolo di donna onesta non è a dirsi come qualche volta pesasse
+anche a Nanà. Ella amava di quando in quando lasciar intravedere al
+suo amante di quali pazze delizie, di quali frenesie lo avrebbe
+inebbriato s'egli avesse saputo meritare o carpire i di lei favori.
+Allora Enrico, infiammato, delirante, furioso si faceva più ardito, ed
+ella lo lasciava arrivar fino all'estremo punto, poi lo arrestava
+negando, con un sangue freddo e una costanza, che avrebbero fatto
+onore a Penelope e a Lucrezia romana.
+
+--No, Enrico, no--gli diceva fingendo di soffrire ella stessa--io non
+potrei essere l'amante di un uomo che è già promesso ad altra
+donna.--Io voglio che tu non mi disprezzi, nè che tu rida di me co'
+tuoi amici....
+
+Enrico protestava....
+
+--Io non potrei essere tua che diventando tua moglie. Devi scegliere o
+me o lei.
+
+La prima volta che Nanà diede così il fuoco alla bomba, Enrico restò
+interdetto.
+
+--Mia moglie?--sclamò.
+
+E per due minuti non aggiunse altro.
+
+Nanà si guardava le unghie e taceva anch'essa.
+
+* * * * *
+
+--Ti ricordi, Nanà--riprese Enrico con calma--d'avermi detto un giorno
+che non avresti sposato mai un artista?
+
+--Mi ricordo--rispose ella ridendo--ma allora io non ti conoscevo come
+ti conosco adesso e non sapevo che tu mi avessi amata così. Oggi io,
+pigliandoti, sposerei un uomo che sono certa non ha per me soltanto un
+capriccio, ma un sentimento sincero e profondo.
+
+--Ma io ti volevo molto bene fin d'allora, perchè credo d'essermi
+invaghito di te fin dal primo momento che i miei occhi hanno
+incontrato i tuoi.
+
+--Sempre la stessa cosa!--sclamò volubilmente Nanà.
+
+
+
+"Da quel dì che t'ho veduta
+
+Bella come un primo amore"
+
+
+
+E come se scordasse sull'istante che in quel punto Eurico le stava
+parlando appassionatamente d'amore, ella si mise sul _tabourè_ del
+piano e cominciò a cantare la cavatina di Verdi.
+
+Enrico restò come atterrato. Egli non conosceva ancora quella donna.
+Se Nanà, quando le era cascato in mente di trarre dai tasti del piano
+la cavatina di _Carlo V_, si fosse trattenuta e ne avrebbe fatta una
+piccola malattia. È isterismo, dicono i medici. Chi non lo sa?
+
+Quand'ebbe toccati dei tasti, rinchiuse il piano e tornò presso
+Enrico, che era rimasto lì abbacinato, credendo ch'ella si burlasse di
+lui.
+
+--Dunque, che ne dici?--gli domandò.
+
+--Sei decisa a non vedere in me altra stoffa d'uomo, che quella di cui
+si fanno fuori i mariti?
+
+--Decisa.
+
+--Mi concederai, Nanà, che la cosa è poco lusinghiera per me.
+
+--Hai torto. Tu calunnii la mia scelta. A Parigi, se io avessi voluto
+essere cento volte contessa, duchessa, principessa lo avrei potuto.
+Come pure se volessi avere un amante, potrei sceglierne qui a Milano
+mille più ricchi di te. Ma come sposo, non ci sei che tu, Enrico, a'
+miei occhi che mi possa far felice. E poi assolutamente io non vorrei
+per amante un uomo che è già sposo di un'altra. O me, o lei.
+
+--Mi concederai che la è una determinazione gravissima quella che mi
+cerchi--disse Enrico, che schivava sempre di alludere alla Elisa.
+
+--Non lo nego. Ma per me essa è meno grave che decidermi ad una
+relazione intima quale la vorresti tu... Come mio marito io avrei
+interesse a non rovinarti e a non disonorarti; come amante forse non
+meriteresti da me questi riguardi. Vedi che ti parlo schietto!
+
+---E se io acconsentissi e ti promettessi di sposarti?--ripigliò
+Enrico--saresti tu pronta a raccontarmi il tuo passato?
+
+--Certamente--rispose Nanà franca come una torre.
+
+--E chi dovrà essere il primo a promettere?
+
+--Tu.
+
+--E perchè non tu, piuttosto?
+
+--Perchè sarebbe perfettamente inutile, che io raccontassi la storia
+della mia vita ad un uomo, che non dovesse poi essere nulla per me.
+
+--Puoi tu giurarmi fin d'ora che il tuo passato non ha nulla, che sia
+indegno di un gentiluomo il quale promettesse di darti il suo nome?
+
+Nanà non arrossì ma non rispose subito. Chiamò a raccolta in un attimo
+tutte le facoltà della simulazione e della dissimulazione, poi disse
+con calore:
+
+--Tu sai bene, Enrico, che io sono un'artista da teatro, e non una
+vestale.
+
+--Questo non conta! Io non parlo di errori, parlo di macchie
+indelebili. Una volta che tu fossi divenuta la contessa O'Stiary
+nessuno avrebbe più il diritto di richiamare il tuo passato, tranne
+nel caso che fosse un passato infame. Ciò che io ti domando si è se la
+tua mano possa mettersi nella mia senza tremare che un giorno o
+l'altro un uomo abbia il diritto di dirti una di quelle frasi che io
+non potrei lavare che a prezzo della vita dell'uno o dell'altro.
+
+Nanà lo ascoltava cogli occhi fissati ne' suoi. Ella ripetè la sua
+scusa.
+
+--Già ti dissi che non fui maritata e che ho un figlio. Il mio povero
+Louiset non ha mai conosciuto suo padre. Fu un errore di giovinezza.
+Se nondimeno tu hai il coraggio di farmi tua moglie, ti giuro che
+diventerò il modello delle spose, giacchè ho conosciuto il mondo e
+sono certa di poterti assicurare su quel punto. Se non accetti,
+Enrico, sarà meglio che non ci rivediamo. Io ti restituirò, a suo
+tempo, la somma che mi hai favorita... E tal sia di noi.
+
+Enrico la interruppe con un gesto...
+
+--Sarà meglio che non ci vediamo più--proseguì Nanà--giacchè la nostra
+situazione diventerebbe assurda e pericolosa per entrambi.
+
+Per quanto il giovine fosse appassionato non aveva perduto però fin
+l'ultimo lume della ragione e della prudenza. Forse l'imagine
+sofferente e bella della Elisa vegliava ancora per lui in un cantuccio
+del suo cuore.
+
+Si diede a passeggiare pensieroso.
+
+--Dunque?--domandò Nanà poco dopo.
+
+--Se io dovessi promettere, crederesti tu alla mia parola?
+
+--Come a Dio!--rispose Nanà con entusiasmo non finto.
+
+Questa frase diè coraggio ad Enrico. Prese le due mani di Nanà, la
+attirò a sè e le disse:
+
+--Mi vuoi tu un po'di bene?
+
+--Come al miglior amico che io mi abbia--rispose la donna.
+
+Enrico la strinse sul petto. Ella si sciolse, scivolando fuori
+dell'abbraccio, e dicendo in francese:
+
+--_Voyons! Pas de bêtises!_
+
+* * * * *
+
+La frase fu crudele per Enrico.
+
+Prese il cappello e uscì.
+
+Nanà non lo richiamò.
+
+Ella si conosceva. Temeva che il subitaneo bollor del sangue non le
+facesse perdere il frutto della sua lunga resistenza.
+
+Ma Enrico era troppo leale e troppo inesperto per una simile donna.
+
+Del resto, cogli ardimenti della fantasia Nanà aveva risolto il
+problema di restare casta, con Enrico, pur non soffrendo. Ella non
+avrebbe potuto resistere altrimenti. Trovava il suo amante così
+timido, così riguardoso e così bello, che anche con tutta la potenza
+del calcolo di cui si era armata, ella era sicura che non avrebbe
+saputo sempre trovare la virtù della resistenza, se la fantasia,
+avvezza a ben altro, non le avesse prestato spontaneamente collo
+sfogo, il suo aiuto. Quando Enrico, al colmo della passione le
+ricingeva la vita e la copriva di insaziabili baci, ella si
+abbandonava per un istante alle voluttà di quell'adorazione e gemeva
+come donna a cui pel soverchio piacere sta per mancare la vita; poi si
+scioglieva a un tratto da lui, sicura ormai di non cedere. Era
+l'abbominazione d'una depravazione parigina, che, se Dio vuole, non è
+ancora comune fra le nostre donne!
+
+* * * * *
+
+Questo giuoco andava da più settimane, quando avvenne un caso che
+diede una grande rinfiammata alla passione di Enrico.
+
+Nanà in quel tempo stava con lui buona parte del giorno. Essa andava
+al di lui studio al mattino e vi stava fino alle due. Al dopo pranzo
+Enrico tornava da lei fino a mezzanotte e ne partiva congedato sempre,
+e sempre più appassionato.
+
+Ma appena partito lui, un ombra d'uomo, che si spiccava da un angolo
+buio, dov'era stato a vedetta, scivolava lungo il muro della casa
+d'onde era uscito il sofferente giovine, lo seguiva da lungi per un
+tratto e quando lo vedeva bene avviato, e s'era assicurato che non
+pensava a spiare, tornava rapido, metteva la chiave nella toppa dello
+sportello di Nanà e spariva in esso.
+
+Quell'ombra, che alla luce appariva essere quella del marchesino
+Sappia, l'intimo amico di Enrico, usciva poi da quello sportello,
+verso le cinque del mattino.
+
+Enrico non aveva pensato ancora di essere geloso. Un'idea fissa lo
+consolava dei rifiuti costanti di quella donna, ch'egli amava ormai
+alla follia; un'idea che l'amor proprio gli faceva sembrare
+eminentemente logica e chiara. Se Nanà era tanto riservata con lui,
+come avrebbe potuto egli accogliere il sospetto ch'ella non lo fosse
+con tutti?
+
+Alle necessità della sua vita dispendiosa egli ci aveva già pensato
+assai. Era pronto a rinnovar la dose appena Nanà gli avesse lasciato
+intendere di non aver più danaro, e glielo aveva detto esplicitamente.
+Non le doveva mancar nulla! Perchè lo avrebbe essa tradito? A che
+scopo?
+
+* * * * *
+
+Una sera Nanà gli disse:
+
+--Domani non posso venire allo studio.
+
+--Perchè?
+
+--È arrivata da Parigi una mia amica. Debbo passar la giornata con
+lei.
+
+--Chi è?
+
+--_Madame Monrichard_--rispose Nanà molto franca.
+
+--Dove stà?
+
+--Non so bene--disse la donna con un poco di impazienza.--Domani verrà
+qui e mi farò dire dov'è discesa ad alloggiare.
+
+--A che ora verrà domani da te?
+
+--Non lo so. Potrà venire prima di mezzo giorno e forse potrà venir
+dopo. È però necessario ch'io l'aspetti in casa.
+
+--Bene, verrò io da te all'ora che tu avresti dovuto venir da me.
+
+Nanà restò un poco perplessa, poi disse:
+
+--No, non voglio che tu la veda.
+
+--Perchè?
+
+--Perchè è molto bella.
+
+--Che idea!
+
+--Ho paura che la ti piaccia più di me.
+
+--Non c'è pericolo. Via!
+
+--No, non voglio assolutamente.
+
+* * * * *
+
+La mattina dopo Enrico entrava alle dieci nell'andito della porta di
+Nanà, e il portinaio gli andava incontro porgendogli una lettera.
+
+Aveva le cifre di Nanà e diceva:
+
+
+
+"Caro Enrico"
+
+"Madame Monrichard è venuta alle otto e mezza e mi ha condotto con lei
+in campagna a godere gli ultimi giorni di autunno. Non torneremo a
+Milano che a notte. Amami. A rivederci domani al tuo studio."
+
+"LA TUA NANÀ."
+
+
+
+--A che ora è uscita stamattina la signora?--domandò Enrico scevro
+ancora da vero sospetto, ma col cuore molestato da un vago
+presentimento di sciagura...
+
+--È uscita alle nove con una signora.
+
+--Bella molto?
+
+--Oh no, tutt'altro; brutta e vecchia.
+
+--"Brutta e vecchia!"--sclamò fra sè Enrico il quale si ricordava che
+Nanà il giorno prima gli aveva detto _madame_ Monrichard essere
+giovine e bella.
+
+--È andata in campagna n'è vero?
+
+--Non so. Non m'ha detto nulla.
+
+--Com'era vestita?
+
+--Come al solito, di nero.
+
+--Grazie--rispose Enrico, e uscì turbato.
+
+Era quello il primo attacco di gelosia che risentisse di sua vita.
+
+Ora come assicurarsi? Come avere le traccie di lei? Dove rincorrerla?
+Dove sperare di trovarla?
+
+Ricorse anche lui al solito mezzo comune, antico, volgare, come i
+sospetti negli innamorati e la cupidigia nelle cameriere, ma sicuro
+sempre, per quanto sfruttato da secoli.
+
+Tornò indietro, levò dal portamonete un biglietto da dieci lire, lo
+pose in mano al portinaio, che si guardò bene dal ritirarla senza di
+esso, e gli disse:--Stasera quand'essa torna a casa ne avrete il
+doppio se mi saprete dire da chi è accompagnata e se verrete ad
+avvisarmene subito. E gli diè l'indirizzo.
+
+--Signor conte illustrissimo--sclamò il portinaio cavando il berretto
+fino a terra--lei sarà servita.
+
+"Guadagnar trenta lire, solo per accontentare un capriccio di
+innocente curiosità ad un bel giovane... non c'è male" pensava il
+portinaio. "A Milano queste cose si vedono di rado."
+
+Verso la mezzanotte Enrico si vide comparir dinanzi, nel luogo fissato
+al convegno, il valentuomo sorridente, che gli narrò come avesse avuta
+la pazienza di stare dalle nove fino allora ad aspettar nella via il
+_brougham_, che doveva portar a casa la signora Nanà.
+
+--Ebbene? Con chi tornò?
+
+--È arrivata in un _brougham_, accompagnata da un signore, che è
+rimasto nel legno. Essa discese, senza farsi aiutare da lui, si volse
+gli disse _À revoir_, entrò in casa; e il _brougham_ partì di
+galloppo.
+
+A Enrico si aprivano gli occhi. Nanà lo tradiva.
+
+Diede al portinaio i venti franchi promessi, dicendogli:
+
+--Va bene. State attento che ne guadagnerete degli altri.
+
+E lo congedò con un gesto severo.
+
+Il povero giovane, non sapeva ancora per prova che cosa fosse gelosia.
+Non imaginava di quali morsi orrendi sia capace questo egoismo esimio,
+questo desiderio violento di conservare tutta per sè la donna che si
+ama e di impedire che altri ce la possano togliere. La Elisa, la
+vergine bella e pudica, scelta dal suo cuore adolescente, della quale
+egli aveva creduto per un pezzo d'essere innamorato, non gli aveva
+fatto provar mai neppure l'ombra di quell'uragano, di quella
+disperazione, che sentiva in quel punto sorgere nel cuore, e pigliarvi
+delle proporzioni rapide e spaventose. La Elisa non gli aveva fatto
+provare tutt'al più che una leggera puntura dell'amor proprio, quel
+giorno ch'ella s'era data a civettare con Aldo Rubieri, per tentar di
+smoverlo dalle freddezze, che a sua volta le davano tanto dolore! E si
+ricordò di quella leggera velleità di gelosia, e la paragonò allo
+spasimo atroce di quel momento in cui il portinaio, che pensava di
+poter guadagnare i venti franchi, era venuto sorridente e lieto a
+raccontargli il tradimento della sua donna.
+
+Passata la botta però, cominciò il dubbio che in simili casi, è, per
+così dire, di prammatica. La gelosia invero non esiste che allo stato
+di dubbio. Se fosse certezza non sarebbe più gelosia. La gelosia
+spinge la creatura alla ricerca della propria disgrazia, e finchè v'ha
+ricerca, v'ha dubbio. Quando la certezza è entrata, la disperazione o
+la guarigione sono vicine.
+
+Enrico, adunque, cominciò a dubitare e a cercare tutte le ragioni
+plausibili per scusare Nanà e per non crederla rea. Perchè, perchè lo
+avrebbe tradito? E non trovava risposta al perchè? Era invece così
+facile il trovarla, s'egli avesse conosciuto Nanà o avesse avuto
+soltanto una maggiore esperienza dell'animo femminile.
+
+Come al solito, dunque il paravento dell'orgoglio gli celò i molti
+perchè, dai quali una donna della tempra di Nanà può essere spinta a
+tradir un'amante, ch'ella abbia scelto a marito, e decise di aspettar
+a condannarla dopo di averla bene interrogata.
+
+La notte gli portò consiglio. Aspettò di piè fermo Nanà nel suo
+studio, cercando di nascondere sotto una calma completa la sua immensa
+emozione.
+
+Nanà alle dieci fece la sua comparsa più bella e più lieta che mai.
+Egli l'accolse, come il solito, andandole incontro e stendendole le
+due mani; Nanà gli presentò la fronte da baciare.
+
+Ella s'accorse ch'egli era pallido come un cadavere.
+
+Egli invece fece mostra di non accorgersi del moto gentile di Nanà, e
+la fece sedere:
+
+--Dunque ti sei divertita?
+
+--Quando?--domandò la donna col suo sorriso più sincero.
+
+--Ieri in campagna.
+
+--Ah sì, moltissimo.
+
+--A che ora sei tornata a Milano?
+
+--Coll'ultima corsa.
+
+--E chi è che ti accompagnò a casa?
+
+--Monrichard.
+
+--Il marito della tua amica?
+
+--Precisamente.
+
+Poco mancò che Enrico non mandasse un grido di gioia e non si curvasse
+ad abbracciare Nanà e a dimandarle scusa de' suoi sospetti. Tutto si
+spiegava perfettamente. Egli era stato geloso d'una vana ombra. Come
+mai non aveva pensato prima che quell'uomo che aveva accompagnata a
+casa la sua Nanà, era, doveva essere, il signor Monrichard? Rise fra
+sè di aver sofferto tanto!
+
+La sua gioia però doveva durar poco. Tutt'a un tratto si ricordò che
+la portinaia, il giorno prima, gli aveva detto che Nanà quella mattina
+era uscita di casa con una vecchia.
+
+Allora le domandò.
+
+--Ieri mattina a che ora è venuta a prenderti questa bellezza che tu
+non vuoi che io conosca?
+
+Nanà ebbe dal canto suo un sospetto. Quell'interrogatorio di Enrico,
+quel suo fare un po' diverso dal solito, non la lasciava tranquilla.
+
+--Son venuti a prendermi alle nove--rispose stando a cavallo sulle
+frasi.
+
+--E sei uscita con lei?
+
+Nanà non rispose subito. Il suo sospetto s'accresceva.
+
+--Ma perchè mi fai tante domande quest'oggi?--gli domandò.
+
+--Perchè mi interesso de' fatti tuoi--rispose Enrico colla voce più
+indifferente, che gli fu possibile di trovare in gola.
+
+Egli fingeva d'essere tutto intento a preparare la tavolozza.
+
+--Dunque?
+
+--Dunque che cosa?--domandò Nanà.
+
+--T'ho pregata di dirmi se fu _madame_ Monrichard che venne a
+prenderti.
+
+--E con chi t'imagini che io sia uscita di casa?--sclamò Nanà
+levandosi.
+
+--Io non imagino nulla. Domando.
+
+--Ebbene no. Uscii con sua madre che è venuta a prendermi in vece sua.
+
+Enrico fu nuovamente sul punto di saltar al collo di Nanà. Ma ebbe
+vergogna di confessarsi reo, e non gliene disse nulla.
+
+E quel giorno passò senz'altri incidenti.
+
+Nell'animo di Enrico però era rimasto un lievito di inquietudine vaga,
+un'intuizione dell'inganno, un presentimento di sventura, che non lo
+lasciavano quieto.
+
+Tornò dal portinaio della casa di Nanà:
+
+--Questi sono quaranta franchi--disse.--Io ho bisogno di sapere chi
+viene a trovare la signora quando io non ci sono.
+
+--Se me l'avesse domandato prima glielo avrei già detto--rispose il
+portinaio.
+
+--Parla dunque?
+
+--Quando lei è partito, verso mezzanotte viene un signore che ha la
+chiave. Io sono a letto, ma lo sento entrare e montar piano, piano.
+
+--Possibile;--sclamò Enrico.--Ch'ella sia così imprudente?
+
+--Ella spera che io non glielo dica; ma lei è più generoso della
+signora, dunque....
+
+--Ah, dunque la signora vi ha fatto dei regali per comperare il vostro
+silenzio?
+
+--Oh, no, signore--rispose il portinaio--perchè poi io sono un
+galantuomo, e se la signora mi avesse pagato per tacere, io avrei
+taciuto. Mi ha fatto un regalo sì, ma un'inezia, e non mi ha detto
+nulla di tacere, perchè essa spera forse che io non senta a entrare
+l'amico Ciliegia.
+
+--E voi siete certo che egli va da Nanà?
+
+--Può figurarsi! Dopo due o tre sere che l'avevo sentito a entrare, mi
+sono preparato giù dal letto a piè scalzi, e pian pianino sono uscito
+fuori e ho veduto che andava al primo piano.
+
+--Ma a che ora viene egli?
+
+--Un quarto d'ora dopo che lei è partito.
+
+--Non sareste capace di dirmi chi è?
+
+--Credo di saperne il nome.
+
+--Ed è?
+
+--È il signor Aldo Rubieri--rispose il portinaio confondendo un nome
+con un altro.
+
+Forse a bella posta?
+
+Chi lo sa!
+
+--Aldo Rubieri;--sciamò Enrico volgendo il dorso al portinaio e
+andandosene senza dirgli crepa:--"Lo avrei giurato!"--pensava.--"Ah!
+giustizia di Dio, egli dunque mi ha vilmente ingannato quand'io l'ho
+scongiurato di dirmi se fra lui e lei erano passate delle intimità?...
+E d'altronde?... Non ebbe il coraggio di posare nuda dinanzi a lui?
+Non ci sono che le modelle o le amanti che posino nude. Ma modella non
+è. Dunque! Stupido, idiota che fui finora a non capirlo."
+
+Enrico a quel punto si sentì assalito da una violentissima smania di
+piangere; e per soffocare l'esplosione del dolore che lo soffocava e
+per non farsi scorgere per la via coi lucciconi, che nessuna forza
+umana è valida a trattenere quando il cordoglio è al colmo, si cacciò
+in un _brougham_, disse al cocchiere:
+
+--Va a casa del marchese Sappia.
+
+E gli indicò la via calando le cortine.
+
+* * * * *
+
+Ferdinando Sappia era in casa.
+
+Enrico fece irruzione nella sua camera allo stesso modo e peggio di
+quel giorno ch'era andato da lui a chiedergli diecimila franchi da
+prestare a Nanà.
+
+Vedendolo entrare pallido, cogli occhi rossi, sottosopra, convulso, il
+marchese, che in quel punto stava studiando sulla carta geografica un
+certo suo progettato viaggio in Europa, si volse, mise le due mani sui
+fianchi e stette ad aspettare che Enrico si spiegasse.
+
+Enrico si lasciò cadere, un po' drammaticamente, ma pur senza aria di
+posare, in una sedia e taceva.
+
+--Cosa c'è?--domandò il Sappia.
+
+--Nanà è una gran p....!--sclamò Enrico.
+
+Il Sappia capì che si trattava forse di lui stesso e si armò di
+dissimulazione.
+
+L'autore dei _Promessi Sposi_ scrisse che: l'uomo onesto in faccia al
+malvagio piace generalmente imaginarselo con la fronte alta, con lo
+sguardo sicuro, col petto rilevato, con lo scilinguàgnolo bene
+sciolto.
+
+Il marchese Sappia non era un malvagio, ma sentiva, da quella frase
+appassionata di Enrico, di avere verso di lui tutto il torto che un
+amico può confessare a sè stesso di avere in faccia all'amico tradito.
+
+Sciaguratamente, in questa nostra vita contemporanea, la morale
+amorosa ha create tali e tante leggi in contrasto flagrante fra di
+loro, che il raccappezzarne una assoluta e fissa nel caso di Sappia
+sarebbe opera superiore ad ogni filosofico criterio.
+
+Sappia _tradiva_ davvero l'amico? Non faceva egli quello
+che--volgarmente--chiamasi _il suo mestiere_ di uomo elegante? Non
+aveva egli un diritto su Nanà, anteriore a quello di Enrico? Poteva
+egli in coscienza credersi reo di lesa amicizia? Avrebbe egli avuto il
+dovere di raccontare ad Enrico il perchè ed il come Nanà fosse stata
+obbligata a riceverlo lui, di notte, mentre s'era mostrata sempre
+restìa e inflessibilmente, se non casta, cauta, con lui?
+
+Tutte queste domande si erano affollate nel cervello di Sappia nel
+breve spazio di tempo, che scorse fra l'esclamazione di Enrico e
+quella che egli fu obbligato di rispondergli, per non metterlo in
+sospetto.
+
+--Te l'avevo pur detto di guardarti!--sclamò Sappia.--Ora spiegati.
+
+Enrico gli raccontò tutto sinceramente.
+
+--Ma chi è costui che va da lei di notte?--domandò il Sappia con finta
+indifferenza.--Il portinaio ti ha detto chi sia?
+
+--Sì--rispose Enrico--è lo scultore.
+
+--Lo scultore?
+
+--Aldo Rubieri!
+
+Il marchese tirò dai precordi un gran fiato; egli intanto si sentì
+sollevato da un bel peso. La tempesta che vedeva scatenarsi sul
+proprio capo, si scioglieva in sereno per andar a devastare il campo
+del vicino. E il primissimo moto del suo egoismo fu di lietezza.
+
+Ma il secondo, repentissimo, nel suo animo fu di sorpresa e di rabbia.
+L'amor proprio pigliò tosto il sopravvento. Così subitaneo, a dir
+vero, che si confuse col primo e gli fece sclamare con accento
+sincero:
+
+--Dici vero? Aldo Rubieri? Ah, canaglia! Non lo sapevo!
+
+Enrico scambiò l'interesse, che la voce, lo sguardo e il gesto del
+marchese gli dimostravano come una commiserazione per la propria
+sventura, e rispose ingenuamente:
+
+--Ti pare? Tu che sai tutto di me; dimmi che nome merita Nanà? Dillo
+che nome merita quella donna infame?
+
+A questo punto la chimica--per modo di dire--amorosa di que' due amici
+diventava assai complessa e confusa. Enrico si credeva di fronte ad un
+amico senza colpa. Il marchese che non aveva "il buono testimonio
+della propria coscienza, nè il sentimento della giustizia della
+propria causa" era rimasto leggermente imbarazzato e silenzioso.
+
+O'Stiary proseguiva:
+
+--Tu che ne dici? Che cosa mi resta a fare? Levarmela dalla mente ora
+è impossibile! Non avrei mai creduto che una donna potesse rendermi
+così vile e stupido! Lo riconosco.... Ma è più forte di me, è più
+forte della mia volontà! Oramai non posso più far senza di lei.
+
+--Non c'è che un viaggio!--disse Sappia--Va via... va a Parigi. Vengo
+anch'io.
+
+--Impossibile! Ci ho pensato. Ma ritornerei dopo tre giorni. Che cosa
+vorresti facessi in viaggio se ella mi ha come... ammaliato?
+
+--Capisco, capisco!--ripetè il Sappia sopra pensiero.--Ma sai bene,
+Enrico, in queste cose non si possono dare consigli. Io non ho mai
+provato che cosa sia questo tormento. La mia Luisa io non l'amo
+abbastanza per esserne geloso.
+
+E stettero silenziosi entrambi per un cinque minuti.
+
+La conclusione fu che il Sappia non diede altro consiglio ad Enrico e
+che Enrico si accontentò per quel giorno d'essersi sfogato coll'amico
+traditore.
+
+Così, e non altrimenti, corre ai giorni nostri la _vita vera_. E chi
+desideroso di non trovarla tanto sconclusionata e smorta volesse
+caldeggiarla e idealizzarla, per seguire i dettami di chi odia la
+pretta verità, correrebbe rischio di dipingere una società di
+fantasia, mille e mille altre volte descritta dai maestri del passato,
+ma sterile poi e vuota di ammaestramenti ai filosofi socialisti.
+
+
+
+
+XII.
+
+
+Nanà riceveva in casa gli amici ai venerdì; quel giorno era appunto di
+venerdì, Enrico decise di non lasciarsi vedere. Gli seccava di
+mostrarsi presso di lei in faccia a Rubieri, a Sappia, a Marliani, a
+Salis, a Bianconi, che forse sapevano del suo attaccamento per Nanà, e
+avrebbero indovinato il suo spasimo. Egli era furente contro Aldo
+Rubieri e gli dava in cuor suo del traditore, dell'ipocrita e del
+paltoniere. Giurava non volerlo più salutare.
+
+Quella sera da Nanà c'era un dramma nell'aria.
+
+Nanà era sdraiata nel suo seggiolone e guardava spesso alle lancette
+del pendolo. Erano già le dieci ed Enrico non era comparso ancora. Già
+due o tre volte Marliani e Sappia le avevano notato questo ritardo.
+C'erano quella sera dalla Nanà oltre i due nominati, la signora Fanny,
+la padrona di casa, la Luisa, Bonaventuri e Cantis. I Francesi erano
+partiti da Milano. Marliani s'era seduto accanto a Nanà e le parlava
+sottovoce. Essa non lo udiva; pensava al conte.
+
+--Mi risponderai una volta?--disse alla fine il giovine molto
+duramente.
+
+Nanà ne fu scossa e si rizzò sulla vita. Guardò Marliani come donna
+che si desti da un sogno e:
+
+--_Fiche moi la paix_!--gli disse; e tornò a sdraiarsi.
+
+--Ascolta Nanà--proseguì Marliani sottovoce.--Così non la può andare.
+O tu mi dici che il conte non è nulla per te ed io ti credo, guarda,
+sulla parola e ti domando perdono delle insolenze che ti dissi ieri; o
+tu persisti a trattarmi così, e allora io ti ripeto che sei la più
+infame delle sgualdrine che io abbia conosciuto, e ti giuro che la
+prima volta che lo trovo, lo provoco e mi batto con lui all'ultimo
+sangue; ma prima gli dico il bel mestiere che facevi a Parigi... bada.
+
+--Oh?--sclamò Nanà; e scoppiò in una risata, perchè gli altri non
+s'accorgessero che la tempesta ruggiva. Ma poi pensò che bisognava
+tener buono il Marliani e riprese:--Tu sei troppo gentiluomo per fare
+una simile vigliaccheria.
+
+--Bada Nanà a non scherzare col fuoco. Tu non sai quello che mi fai
+soffrire. Non farti insultare daccapo.
+
+--Ma _crè nom de_... che siano proprio tutti continuamente uguali
+questi signori uomini?--sclamò Nanà quasi parlando a sè stessa.--Io
+credevo venendo in Italia di trovare tutt'altra cosa di quello che
+avevo trovato a Parigi.... M'accorgo che alla lunga valevano ancora
+meglio i miei compatrioti!
+
+--Io voglio una risposta--insisteva Marliani.--Io ti ho avvisata; la
+colpa di ciò che accadrà sarà tutta tua Nanà se non mi rispondi.
+
+--Che cosa vuoi che ti risponda, vediamo, maleducato che sei!
+
+--Se tu ami il conte O'Stiary.
+
+--Io non amo nessuno.
+
+--Ma egli è innamorato di te.
+
+--Bella novità! Chi è dei presenti, che non è innamorato di me?
+
+--Tu vuoi sposarlo.
+
+--Chi lo dice?
+
+--Me lo ha detto il Sappia.
+
+--Il Sappia è un asino--disse Nanà senza curarsi di mitigare
+l'epiteto, che le venne spontaneo sulle labbra.
+
+--Perchè dunque mi tratti così? Perchè mi hai lusingato di nuovo per
+farmi soffire così?
+
+--Com'è che ti tratto?--domandò Nanà.--Tu vorresti dunque che io fossi
+continuamente nelle tue braccia? Tu non vuoi assolutamente ammettere
+che ho fissato di mutare la mia vita? Siete dunque voi che
+continuamente vi opponete a che una donna possa diventare onesta? T'ho
+io forse detto qualche volta d'essere innamorata di te? E se io non
+sono innamorata con quale diritto pretendi tu che io resti eternamente
+la tua amante?
+
+--Qui non c'entra il diritto!--disse Marliani.--In amore so benissimo
+che non esistono diritti. I diritti non esistono che nel matrimonio.
+Ebbene! vuoi tu sposarmi Nanà? Io sono pronto.
+
+--Ma dunque siamo proprio daccapo come laggiù?--gridò Nanà ridendo e
+facendosi udire da tutti perchè si credesse che il loro dialogo fosse
+leggiero e insignificante.
+
+La Luisa, che stava civettando con Salis, volse il capo e domandò:
+
+--Dove laggiù?
+
+--A Parigi--rispose Nanà.--Figuratevi che il signor Marliani mi stava
+offrendo il suo cuore e la sua mano...
+
+Marliani si levò ridendo, sdegnato e andò a suonar una _polka_ al
+pianoforte.
+
+Così, signori, così e non altrimenti, si esplica e si mostra la vita
+contemporanea. Regina, sovrana, arbitra, dea d'ogni cosa, al giorno
+d'oggi, è la santa dissimulazione, giacchè il peggior delitto di cui
+si possa macchiare un giovine odierno è quello di farsi vedere
+innamorato d'una donna... Ciò che nel medio evo era dovere d'ogni uomo
+bennato ciò che costituiva la vita de' cavalieri e dei trovatori oggi
+è diventato ridicolaggine.
+
+Che cosa volete capir bene de' fatti suoi quando vedete un uomo che
+ha--come dicono gl'_idealisti_--la morte nel cuore andar a sedersi
+dinanzi a un pianoforte a suonar una _polka_ allegra di Marco Sala o
+di Strauss, come l'uomo più spensierato della terra?
+
+* * * * *
+
+Enrico O'Stiary entrò in quel punto.
+
+Egli non aveva potuto tenere la risoluzione di non andar quella sera
+da Nanà.
+
+S'era lasciato portare di transazione in transazione dinanzi alla
+porta di lei, aveva montate quelle scale maledette, era entrato
+protestando sempre, ma trascinato, suo malgrado, da una vera _forza
+irresistibile_, arcana, fatale.
+
+Un oh! sincero e prolungato, lo accolse. Egli era simpatico a tutti,
+tranne che a Marliani, il quale lo esecrava. La Luisa gli corse
+incontro e lo presentò alla società come un figliuol prodigo, che fa
+ritorno alla magione.
+
+Questa alzata d'ingegno della Luisa non è a dire come dispiacesse
+all'Enrico, segretamente. Ma bisognava sopratutto avere del contegno.
+E lo ebbe.
+
+Nanà e Sappia furono i soli ad accorgersi che sotto a quel fare in
+apparenza ilare e disinvolto covava più fiera la tempesta che mai. Gli
+altri non capirono nulla.
+
+Enrico strinse la mano a Nanà dicendole buona sera, senza tradire la
+benchè minima emozione, poi si confuse ai crocchi circostanti.
+
+Allora il Marliani si staccò dal pianoforte, andò vicino a Nanà e le
+disse sottovoce:
+
+--O tu questa notte mi ricevi o io vado a provocarlo, ti avviso.
+
+--No, non posso.
+
+--Qualunque cosa avvenga Nanà, ricordati che la colpa è tutta tua.
+
+--Bene, finiscila, non seccarmi.
+
+Essa non credeva che Marliani avesse coraggio.
+
+* * * * *
+
+Questi si levò pallido, zuffolando a sordino. Nei momenti più
+terribili, nelle crisi più tormentose del cuore, Marliani zuffolava a
+sordino, col muso in fuori.
+
+Si avviò verso O'Stiary.
+
+Nanà si volse repentinamente dall'altra parte dove stava Cantis, il
+giovinetto d'avvocato, che immemore d'ogni altra cosa che della
+propria adorazione concupiscente, stava là a covare cogli occhi il
+profilo di Nanà e il profluvio de' suoi capelli d'oro, e l'alabastrina
+morbidezza di quella sua pelle indemoniata, e il dolce avvallarsi del
+seno scoperto fin quasi ai capezzoli, tutte cose che mettevano nelle
+vene degli uomini, che l'avvicinavano così strepitosi fremiti.
+
+Essa gli disse:
+
+--Ernesto, avete voi coraggio per amor mio?
+
+--Oh, lo sapete bene, Nanà--rispose l'adolescente con immensa
+convinzione.--Io sono pronto a dar anche la vita per voi.
+
+--Marliani poc'anzi mi ha insultata. Io voglio essere vendicata, ma
+sull'istante. Andate là, provocatelo, fatelo uscire con voi dalla
+sala... Ma fate presto.... Sarete poi contento di me.
+
+Cantis s'alzò come invasato dal furore di Marte. Si slanciò presso
+Marliani, che stava d'accanto ad O'Stiary, e andava battendo colla
+sinistra un guanto sulla palma della mano opposta. O'Stiary stava
+colle spalle a lui rivolte, parlando colla Luisa e fingendo
+disinvoltura.
+
+--Caro signor Marliani--disse il giovinetto--avrei a dirle due parole.
+
+--A me?--sclamò il Marliani volgendosi di mala voglia a chi veniva
+così in mal punto a interrompere il suo divisamento.
+
+--Sì, a lei, a lei, se le accomoda--rispose forte il Cantis, in modo
+da essere inteso da tutti.--Oggi in studio m'è capitato di vedere il
+di lei riverito nome come gerente della ditta Marliani e
+Compagni--proseguì il giovinetto--e vorrei per suo bene metterla
+sull'avviso di certe cose, che devono interessarla assai.
+
+--Ma che cosa c'entra ora?
+
+--C'entra molto. Anzi, se non le è di disturbo, la prego di uscire con
+me.
+
+--Uscire? Perchè uscire?
+
+--Perchè non vorrei far uno scandalo qui fra questi signori, che hanno
+il diritto di non seccarsi per una nostra questione personale. Mi
+capirà che non è questo il luogo per certe spiegazioni! La prego di
+uscire con me.
+
+--Ah!--sclamò il Marliani.--Vedo che lei ha delle idee!--Davvero però
+che questo è un bel caso.
+
+Così dicendo diede una squadrata a lui e una squadrata ad Enrico, che
+aveva voltata la faccia verso di lui e stava ad ascoltare quel
+diverbio senza capire nè sospettare di nulla.
+
+--È davvero un bel caso! parola d'onore!--ripigliò Marliani
+amaramente--sono a' suoi comandi.
+
+E s'incamminò verso l'uscio, seguito da Ernesto Cantis. Schiuse
+l'imposta e mentre stava per oltrepassare la soglia dell'uscio gli
+venne un'idea. Si volse e sclamò guardando ferocemente a Nanà:
+
+--Oh, ma forse ho sbagliato a dirlo un caso. Ma riderà bene chi riderà
+l'ultimo.
+
+* * * * *
+
+--Cos'è stato?
+
+--È pazzo?
+
+--Che mosca l'ha punto?
+
+--Quel _pivello_ però ha un certo _chic_ di buona compagnia!
+
+--Si vede che è una vecchia ruggine!
+
+--Amerei sapere cosa va a succedere.
+
+--Bisognerebbe tenerli d'occhio...
+
+--Non la può finir liscia.
+
+Queste e altrettanti frasi uscirono dagli astanti appena quei due
+furono usciti.
+
+La sola Nanà sapeva tutto ma pregò tutti di star al suo posto. Gli
+altri si perdevano in false congetture.
+
+Nessuno dunque si mosse per tener d'occhio i due contendenti. E dopo
+cinque minuti tutti li avevano già scordati.
+
+--Che cos'hai stasera, Enrico, che non mi dirigi la parola?--disse
+Nanà al conte.
+
+--Non t'ho diretta la parola--rispose il conte coi denti stretti come
+un Inglese, lasciandone scivolar fuori le sillabe staccate e
+sibilanti, tanto era l'emozione da cui si sentiva preso--perchè avrei
+avuto voglia di ucciderti. Ora sono più calmo e ti parlo.
+
+--Uccidermi? Perchè?
+
+--Perchè tu sei la più infame prostituta, la più spudorata sgualdrina,
+che io abbia mai conosciuta di mia vita--rispose freddamente O'Stiary.
+
+* * * * *
+
+Nanà impallidì; si volse a cercare colla mano la spalliera d'una sedia
+e si lasciò cadere in essa come stanca.
+
+Era, in cinque minuti, il secondo sanguinoso insulto, ch'essa riceveva
+sul viso. Ciò che bolliva nella sua anima di _cocotte_ francese, basta
+accennarlo per farlo capire.
+
+--Perchè mi dici queste ingiurie?--balbettò.--Che cosa ti ho fatto?
+
+--Che cosa mi hai fatto? Tu hai tanta fronte di domandarmelo? Chi è
+che è uscito anche stamattina all'alba da queste camere?
+
+--Nessuno--rispose franca Nanà.
+
+E questa volta diceva il vero.
+
+--Sei bugiarda. Io so tutto.
+
+--Che cosa sai?
+
+--So che madama Monrichard è una invenzione, so che non sei partita da
+Milano, so che non sei tornata a casa ieri sera col marito di questa
+tua pretesa amica, so insomma che Aldo Rubieri sta con te tutte le
+notti, mentre tu mi fai soffrire per comparire onesta e per riuscir a
+sposarmi.
+
+--Se tutto questo che hai detto fosse un amasso di menzogne e di
+calunnie?--disse Nanà--che nome meriteresti tu?
+
+--Se tu sei capace di provarmi che io mi sono ingannato mi assoggetto
+a qualunque sagrificio. Ma subito.
+
+--Subito in che modo?
+
+--Mettiti il cappello e andiamo insieme a trovare madama Monrichard
+con suo marito e sua madre.
+
+--Ah, questo, per esempio, è impossibile--rispose Nanà sforzandosi di
+ridere.--Vorresti ch'io lasciassi qui gli amici? E poi io te l'ho già
+detto, non voglio che tu la conosca la Monrichard. È un puntiglio!...
+Pensa pure tutto quello che vuoi di me e non seccarmi oltre.
+
+Su questo _ultimatum_ stettero un minuto in silenzio.
+
+--Enrico--disse Nanà ad un tratto--vuoi tu avere la prova la più certa
+che io non penso che a te solo, che non ho altri intorno a me, che non
+desidero altro che di poter essere tua?
+
+--Parla.
+
+--Partiamo da Milano, conducimi in fondo della terra, su una montagna
+dove nessuno sappia che viviamo, senza lasciar a Milano traccie di
+noi, senza che alcuno possa venir a seccarci. Sarai persuaso allora? E
+per farti vedere che io non ci ho interesse ma che ti amo non voglio
+neppure che tu mi dia la tua parola d'onore, che prima di esigere che
+io sia tua, mi sposerai... Ma almeno saprò che anche tu sei lontano
+dalla tua Elisa.
+
+Nanà non gli aveva mai parlato così.
+
+Enrico fu vinto. Lo spasimo che aveva durato fino allora lo aveva reso
+debole come un vigliacco: non diversamente il torturato dai frati
+domenicani riusciva dopo il tormento degli stivaletti o dopo lo
+strazio delle tanaglie roventi a dichiararsi reo d'un delitto
+imaginario.
+
+La felicità che gli pioveva a un tratto sul cuore dalle parole di Nanà
+era troppo viva, perchè egli ponesse indugio ad accettare la proposta
+di quella donna, che lo aveva ammaliato e che si dava anima e corpo in
+suo potere. Come avrebbe ella potuto resistergli ancora, una volta,
+che fossero insieme notte e giorno fuori di Milano?
+
+La vittoria, finalmente, la sospirata, la agognata vittoria era certa!
+
+In quel momento il desiderio lunghissimo e intenso, l'idea della
+conquista e del trionfo non gli lasciarono discernere neppur in ombra
+tutto quello che v'era di estremamente grave in una fuga da Milano
+colla famosa Nanà.
+
+E d'altronde ci avesse anche pensato come avrebbe potuto ritirarsi?
+Non ne avrebbe avuto nè la forza, nè la volontà.
+
+Acconsentì. In cinque minuti s'intesero e fissarono il punto della
+partenza. Doveva essere pel domani. Enrico non doveva dir ad anima
+viva che stava per andarsene da Milano. Avrebbero poi preso in affitto
+una qualche villetta romita in Isvizzera, e là sarebbero vissuti
+felici come due colombi nel nido.
+
+In questo suonò la mezzanotte al pendolo sul piano del camino.
+
+Sappia s'alzò e venne a stringere la mano a Nanà per congedarsi,
+dicendole sottovoce:
+
+--Fra mezz'ora?
+
+--Impossibile! Non venire--gli sussurrò Nanà.--A domani; ti dirò poi.
+
+Tutti s'erano levati e si congedarono l'un dietro all'altro.
+
+* * * * *
+
+Nanà era sul punto di riuscir nell'intento. Ma pensava esserle duopo
+di usare molta cautela, per scongiurare il pericolo d'essere sfatata
+da' suoi furibondi adoratori, i quali avrebbero potuto scoprir il suo
+nido d'amore e mettere in guardia Enrico contro di lei.
+
+Quanto ai documenti che sarebbero venuti da Parigi, i documenti
+necessarî al matrimonio, ella aveva già disposto le cose in modo da
+riuscire per bene.
+
+Gli amici, che essa temeva sopratutti, erano il Marliani ed il Sappia,
+che conoscevano il di lei turpe passato.
+
+Era indispensabile disporre in modo le cose che essi non potessero
+parlare, non dovessero tradirla.
+
+La mattina stessa del giorno anteriore alla partenza ella andò da
+Marliani in via Valpetrosa.
+
+Vedendola entrare, il giovinetto si strappò di testa la callotta di
+Bibò, balzò in piedi e mosse incontro alla bella donna, aggrottando le
+sopracciglia, ma beato in cuor suo.
+
+--Tu sarai sorpreso--disse Nanà--di vedermi qui da te, n'è vero?
+
+--Non ti dissimulo....
+
+--Vengo, prima di tutto, a vedere cosa è successo iera sera con
+Cantis.
+
+--È pazzo quel fanciullo o l'hai aizzato tu stessa contro di me?
+
+--Perchè vorresti ch'io lo avessi aizzato contro di te?
+
+--Per salvare il tuo amante dalla mia vendetta.
+
+--Ma che amante!--disse Nanà sedendosi.--E dunque com'è finita.
+
+--Gli ho mandati i padrini e li aspetto fra poco.
+
+--Io non voglio che vi battiate.
+
+--Vedremo. Non ti posso dir nulla.
+
+--Io sono venuta a salutarti perchè parto.
+
+--Parti? Per dove?
+
+--Per Vienna.
+
+--Col principe?
+
+--Quale principe?
+
+--Il Kuvasoff.
+
+--Che c'entro io col Kuvasoff.
+
+--Via Nanà, non farmi l'innocentina.
+
+--Io ti dico che non parto col principe.
+
+--Con chi dunque?
+
+--Parto con un banchiere ricchissimo... che ha promesso di sposarmi.
+
+--E il conte O'Stiary.
+
+--Lo pianto qui.
+
+--Davvero?
+
+--Non posso partir con due.
+
+--Poverino!
+
+--Lo compiangi?
+
+--È tanto innamorato. Ma però fai benone.
+
+--Ti pare?
+
+--Benone ti dico. Non avresti potuto continuare un mese con lui.
+
+--Perchè?--domandò Nanà con voce molto indifferente.
+
+--Perchè ormai egli è spiantato... peggio di me.
+
+--Spiantato?
+
+--Spiantatissimo.
+
+--Da quando in qua?--domandò Nanà guardandosi le unghie.
+
+--Dacchè cominciò a far debiti.
+
+--Ha dunque molti debiti quel povero ragazzo?
+
+--Ne ha per circa settecento mila franchi.
+
+--È impossibile! Mi avrebbe mentito allora quando mi parlava del
+testamento di suo padre.
+
+--Domandalo al marchese Sappia, domandalo a Aldo Rubieri che lo sanno
+meglio di me.
+
+--Non ha egli ereditato da suo padre più di un milione?
+
+--Cosa c'entra? Un piccolo, un miserabile milione, che egli sciupò in
+poco più di tre anni.
+
+--Sarà molto dunque se riuscirà a conservare duecento o trecentomila
+franchi in tutto e per tutto?
+
+--Ma neanche. A poter disporre dell'eredità gli manca ancora un mese a
+dir molto. Pagati gli interessi e i debiti plateali egli resterà nudo
+come il giorno che è venuto al mondo.
+
+"Avrei fatto un bell'affare, sposandolo" pensò Nanà in cuor suo.
+
+Ma poi riflettè:
+
+"Non sarà vero nulla! Costui parla per gelosia."
+
+--Bene,--diss'ella--queste cose già a me poco importano. Io non sono
+venuta da te per questo come puoi imaginarti. Sono venuta da te,
+portata da un piccolo rimorso a chiederti un servizio.
+
+--Di danaro?--domandò sollecito il Marliani, colla voce in cui si
+sentiva il disinganno.
+
+Nanà pensò di lasciar credere per poco al Marliani ch'essa volesse
+chiedergli danaro, per vedere poi accolta con migliore garbo la sua
+preghiera, quando gli avesse detto che non si trattava punto di
+chiedergli un prestito.
+
+--Danaro! danaro!--diss'ella--sempre questo maledetto danaro!
+
+E si fermò a guardare Marliani nel bianco degli occhi.
+
+* * * * *
+
+--Ebbene, parla--disse il giovine--in ciò che posso.
+
+Nanà, vedendo le buone disposizioni di Marliani, fu lì lì per
+chiedergliene subito davvero. Ma poi pensando d'aver qualche cosa di
+più interessante pel capo, ripigliò ridendo:
+
+--No, non voglio avere ancora danaro da te, se non me lo sarò
+meritato. Dopo se potrai darmi un paio di mille franchi, mi farai gran
+piacere. Sappi dunque che io potrò giovarti assai se mi vorrai
+obbedire... Vedi che in caso tu non mi daresti che la senseria.
+
+--In fondo sei una gran buona fanciulla!--disse Marliani che
+cominciava a intenerirsi.
+
+--Io non voglio lasciare di me brutta memoria in questa città, che mi
+è stata tanto gentile e simpatica. Noi forse non ci vedremo mai più;
+ma ho bisogno di partire col cuore in pace e sono venuta come vedi, a
+congedarmi. Vuoi tu che ci lasciamo in pace?
+
+--Come si fa a negarti una cosa simile?--sclamò il meneghino, che
+s'inteneriva sempre più.
+
+--Eppure io so che tu stavi preparando una vendetta.
+
+--Sì..., ti confesserò che io avevo stabilito di scrivere a O'Stiary
+per metterlo in guardia contro di te e per raccontargli il tuo
+passato, come del resto, te l'ho minacciato ieri sera.
+
+--Vedi dunque che ho fatto bene a venire da te. Io non so quando
+partirò, ma nel frattempo tu puoi figurarti quanto io ci tenga che i
+miei amici non sappiano nulla di brutto sul conto mio. Noi dunque
+dobbiamo tornare amici, almeno fino alla mia partenza. Poi ci
+scriveremo... È così bello sapere che si hanno qua e là dei cuori che
+pensano a noi, che ci vogliono bene. Accetti?
+
+--T'ho già detto, Nanà, t'ho già detto che a te nulla si nega--rispose
+il giovine che sentiva a sfumar dall'animo dolce ogni risentimento
+verso quella strega di bellezza.
+
+--Ebbene, ascolta un mio progetto su di te. Dal giorno che ti seppi in
+cattiva posizione, io ho pensato di far qualche cosa a tuo vantaggio.
+Vedi che io ho cuore. Avrei trovato il modo di farti qui in Milano una
+buona posizione.
+
+--Tu?
+
+--L'uomo col quale debbo partire--disse Nanà--tiene qui a Milano
+moltissimi interessi bancarî e commerciali. Io ho il potere di farti
+nominare suo rappresentante. Si tratta per te di otto o diecimila
+franchi di guadagno all'anno.
+
+Marliani stentava a credere alle proprie orecchie. "Possibile che
+Nanà--Nanà egoista, Nanà spensierata, Nanà prodiga, Nanà alienissima
+dagli affari,--fosse così buona e così provvida per lui?"
+
+--Tu mi colmi--disse egli prendendo una mano della bella e
+baciucchiandogliela con passione. Stasera ti porterò i due mila
+franchi.
+
+Ah, se la Bibò fosse entrata in quel momento!
+
+I baci di Marliani erano espressivi al punto da scrocchiare sulla
+pelle di Nanà come la frusta d'un postiglione _in grazia divina_.
+
+--Ascolta dunque--ripigliò Nanà ritirando dolcemente le mani da quelle
+di Marliani.--Io non posso metterti in relazione qui a Milano con lui,
+perchè egli non vuol essere conosciuto. Ma ti fidi di me?
+
+--Come non fidarmi?
+
+--Vieni a trovarmi dopo pranzo, ma non dopo le otto. Saremo soli e
+discorreremo. Ti dirò tutto quello che avrò ottenuto per te dal mio
+nuovo... grande industriale.
+
+--Come ringraziarti?
+
+--Non voglio ringraziamenti; voglio soltanto essere tua amica e star
+certa che tu non mi vuoi far del male.
+
+Nanà si era levata in piedi e aveva stesa la destra a Marliani per
+congedarsi.
+
+--Non ne dubitare, angelo mio--disse Marliani ricominciando a
+imprimere un'altra sonora dose di baci sulla di lei mano.
+
+E fu in questo punto e sulla frase: "non dubitarne, angelo mio" che
+Bibò fece la sua tacita comparsa dalla fatal porticina di fronte alla
+scrivania.
+
+Nanà aveva già voltate le spalle a quell'usciolo e non vide Bibò.
+Soltanto che, udì il Marliani, il quale, tutt'a un tratto, cambiando
+perfino il tono di voce, soggiungeva:
+
+--Questi baci fatti così, e quella frase "angelo mio" detta da lei in
+tal modo, sono certo faranno crollare il teatro sotto gli applausi.
+
+Essa si volse indietro come per dirgli: "ma cosa diamine mi vai
+farneticando ora?" vide Bibò, terribile, colle mani sui fianchi, la
+faccia scarlatta, le furie nello sguardo capì tutto e non potè a meno
+che scoppiare in una omerica risata, dicendo a Marliani: addio, addio!
+
+Bibò diè un passo innanzi. Nanà uscì fuori in fretta si cacciò nel suo
+_brougham_ e disparve ridendo sempre.
+
+Bibò e Fiffo fecero una _lite impiccata_ e tale, che se ne ricordano
+ancora oggi i casigliani.
+
+Il lettore se la imagini.
+
+* * * * *
+
+--"Uno è a posto!" pensò Nanà. Ora al marchese Sappia. Da lui saprò se
+è vero che Enrico è rovinato... In tal caso mi attacco definitivamente
+al principe; lo obbligo a dividersi da sua moglie e vado in Russia con
+lui.
+
+Il marchese Ferdinando Sappia aveva le sue entrate notturne da Nanà al
+martedì e al sabbato. Questo fatto urterà i nervi e il senso morale di
+ogni persona ben nata; urtò anche i miei. Ma ne ha colpa forse il
+romanziero se certe donne sono proprio così fatte?
+
+Se le adulate, se nascondete _il vero _su di esse, dov'è la morale?
+
+Il Sappia era uno dei tre a cui la cortigiana parigina impartiva i
+suoi favori--lei credeva in gran segreto,--per soddisfare a' imperiosi
+bisogni di donna afrodisiaca, e al suo bilancio eternamente in
+_deficit_, come quello del regno d'Italia; malgrado che a rimpinzarlo
+ci avessero già pensato in quattro: Marliani, O'Stiary, Sappia e
+Kuvasoff.
+
+Quanto al principe Kuvasoff, era ammogliato ad una mongola, brutta e
+gelosa come una gatta in aprile, e teneva un appartamentino per gli
+appuntamenti con Nanà in una nota via.
+
+* * * * *
+
+Dinanzi alla porta di casa Sappia, Nanà scese dal _brougham_, entrò
+dal portinaio e lo pregò di avvertire il marchese che una signora
+aveva urgente bisogno di parlargli.
+
+Il marchese padre e la marchesa madre erano in campagna.
+
+Sappia discese. Essa lo pregò di accompagnarla sin da Rubieri e
+rientrarono entrambi in carrozza.
+
+--Che cosa c'è di nuovo?
+
+--Io credevo--disse Nanà--che tu fossi un gentiluomo e temo di dovermi
+disingannare.
+
+--Mi farai piacere a spiegarti.
+
+--Ti avevo pregato di non dire al tuo amico O'Stiary in qual luogo a
+Parigi tu mi avessi incontrata.
+
+--Ebbene?
+
+--Non è che a me importi del conte O'Stiary o di chiunque altri di
+questa terra; ma gli è soltanto che mi dispiace di trovar in te un
+uomo che dice di amarmi e che non ha saputo mantener il segreto.
+
+--Enrico ti ha forse detto di aver saputo di madama Tricon?
+
+--No, ma se lo sa non puoi essere stato che tu a dirglielo.
+
+--Se lo sa non può essere stato che Marliani. Io non potevo dirglielo,
+neppur volendo, giacchè quando gli parlai di te gli ho inventate cose
+tali che ora avrei fatto la figura d'un bugiardo e d'un _blagueur_, se
+avessi dovuto dirgli la verità.
+
+Da questa confessione del Sappia Nanà fu pienamente rassicurata.
+
+--Ebbene ti credo. L'avrà saputo da Marliani. Oh del resto ormai poco
+m'importa, giacchè devi sapere, mio caro, che io sono obbligata di
+partire da Milano.
+
+--Tu parti?--sclamò il Sappia leggermente commosso da questa notizia.
+
+--Tu non sai ancora un segreto della mia vita, che ho sempre taciuto a
+tutti.
+
+--Ed è?
+
+--Io sono maritata.
+
+--Tu?
+
+--E amo mio marito.
+
+--Tu?
+
+--Mio marito mi richiama a sè in Francia e mi perdona il mio passato.
+
+--Dov'è ora questo tuo marito?
+
+--A Parigi.
+
+--E tu fai conto di tornar a Parigi?
+
+--Sì--rispose Nanà mestamente.
+
+--È molto tempo che sei maritata?
+
+--Due anni.
+
+--Dunque quando io ti vidi a Parigi non lo eri ancora?
+
+--No.
+
+--Tuo marito è ricco o povero?
+
+--È povero.
+
+--E tu vuoi tornargli insieme?
+
+--Si. Egli riconosce e addotta il mio Louiset.
+
+--E lo ami?
+
+--Sì.
+
+--E quando partirai?
+
+--Non lo so. Aspetto ch'egli mi telegrafi il giorno.
+
+--E di Enrico, del mio povero conte, che ne fai tu?
+
+--Lo lascio.
+
+--Egli ne morrà.
+
+--Oh non si muore più adesso per queste cose--sclamò Nanà.--Egli
+sposerà la sua Elisa.
+
+--Ahimè!--disse il Sappia.--Io temo che anche quel suo matrimonio sia
+andato a monte.
+
+--Perchè?
+
+--Perchè Enrico è rovinato. E tu certo non puoi vantarti di non
+esserci entrata in buona parte.
+
+--Ma è dunque vero, che è rovinato quel povero Enrico?--sclamò Nanà
+con voce compassionevole.
+
+E fra sè pensava intanto "Ah il mio _petit crev_ stai fresco ora."
+
+--Non gli resterà tanto da tenersi un cavallo.
+
+--Io non ne ho colpa. Io non gli ho mai chiesto danaro. I regali già
+non si possono rifiutare.
+
+--Oh del resto--notò il Sappia--ti permetto di non avere rimorsi. Egli
+era già quasi rovinato prima che tu venissi a Milano.
+
+"Assolutamente--pensò Nanà fra sè--se lo sposassi ora che posso essere
+certa che egli è rovinato, sarei una gran baggea. Bisognerà pensare ad
+altro."
+
+--Senti un pò--disse Sappia.--Se io ti accompagnassi a Parigi? Che ne
+pensi?
+
+--Impossibile.
+
+--Perchè impossibile?
+
+--Perchè mio marito verrà a levarmi di qui.
+
+Il Sappia si strinse nelle spalle. Che cosa gli restava a dirle di
+più? Egli non era l'uomo da far delle pazzie per Nanà. Anzi ond'essere
+vero sempre, fino alla feccia, c'è da confessare che tra i pensieri
+del marchese scattò spontanea e pronta questa frase che fa onore alla
+di lui saggezza: "Meglio così! Tanti risparmiati!"
+
+La confessione però, di quell'amore per un marito qualunque, gli
+giungeva così nuova ed eteroclita, che ne dubitò. Si propose di
+sorvegliare Nanà e di scoprire l'arcano, che doveva covare sotto
+l'apparente sincerità della _cocotte_.
+
+* * * * *
+
+Erano giunti a casa di Aldo Rubieri.
+
+--A rivederci questa sera--disse Nanà.--A proposito, sai che ieri sera
+Enrico non è venuto da me?
+
+--Tiene il broncio?
+
+--Sicuro.
+
+* * * * *
+
+Il Sappia tornò col _brougham_ a casa. Nanà trasse di tasca una
+piccola chiave, fè il giro dietro la casetta di Rubieri e per una
+porticina seminascosta dietro l'edera entrò nel guardino.
+
+* * * * *
+
+Gignous avrebbe delirato di gioia, vedendolo.
+
+Parlo del giardino di Aldo Rubieri, che Mattia Corvino chiamava con
+innocente iperbole il _giardino incantato_.
+
+Era vasto. Ma quantunque chiuso fra quattro mura, sembrava sterminato
+intorno intorno. I muri erano tutti coperti di edera folta, e dinanzi
+ai muri, stavano piantate tre filari di pini delle Alpi.
+
+Nell'edera, Aldo aveva saputo praticare certi effetti di luce, di
+chiaroscuri e di sfondi, da farli scambiare fra le macchie più
+avanzate, per cannocchiali di una foresta folta, che contornasse
+tutt'all'ingiro il giardino.
+
+Un'illusione ottica maravigliosa.
+
+Certo era quello il più bello e il più fresco giardino di Milano.
+D'onde mai il Rubieri fosse andato a tirare l'acqua perennemente
+zampillante dalle tre fontane e formante la vaga cascatella, tra il
+tufo e i sempreverdi, nessuno lo sapeva, tranne Nanà, la signora
+Marietta e il Cicerone. Il fatto è che v'era una delizia di frescura e
+di verde ammirabile.
+
+Nanà aveva dichiarato che ci sarebbe vissuta volentieri tutta la vita.
+Rubieri aveva accolta quella dichiarazione come un complimento al suo
+buon gusto e null'altro.
+
+* * * * *
+
+--Sei qui, mia splendida bellezza?--disse Aldo vedendola entrare nello
+studio.
+
+--Sono qui, e per l'ultima volta. Dopodomani parto--rispose Nanà.
+
+--Dove vai?
+
+--A Napoli.
+
+--A far che?
+
+--A recitare. Sono scritturata a mille franchi al mese.
+
+--Tu?
+
+--Io.
+
+--Ma chi è quell'impresario balordo, che ha il coraggio di darti mille
+franchi al mese?
+
+--Come siete sempre grossolano con me, caro Aldo!--disse Nanà.
+
+--Ah, tu sai bene che io non faccio complimenti neppur alle donne
+belle.
+
+Il Rubieri fin dal primo giorno s'era avvezzo a non subire il fascino
+sensuale di Nanà. Egli considerava la sua modella come una bellissima
+creazione dal solo punto di vista dell'arte. Tutte le moine e le
+seduzioni di lei, non erano riuscite a smuoverlo dalla sua sovrana
+indifferenza.
+
+Egli aveva altro pel capo.
+
+La trattava come un fanciullo, e Nanà sentiva di lui un poco di
+soggezione. Era tutto il rovescio di quello che accadeva cogli altri
+adoratori, i quali invece avevano suddizione di lei.
+
+Talvolta Rubieri le parlava seriamente come da padre. Egli amava di
+comparire ai di lei occhi un uomo serio. Oltre che, era portato a
+questo dal suo carattere, pensava che parlando in francese di cose
+serie, egli avrebbe fatto miglior figura.
+
+Pei _calembours_ egli non ci aveva l'incornatura.
+
+Nanà trovava un gusto nuovo a questa, per lei, grandissima novità. Se
+a Parigi qualcuno le avesse detto una cosa simile, gli avrebbe dato
+dell'idiota. Ella si sentiva come riabilitata ai propri occhi, finchè
+stava con Rubieri e ascoltava senza noia il suo Fidia. Spesso, ella si
+maravigliava d'essere capace di udire senza sbadigli certe tirate, che
+era avvezza a considerare come solenni pedanterie. Ma il segreto di
+questa nuova attenzione lo si comprende pensando che ella aveva ormai
+uno scopo serio nella sua vita.
+
+--Nanà, ascolta--disse Rubieri sedendosi vicino a lei--io ho bisogno
+di sapere da te se il conte O'Stiary ti accompagnerà a Napoli.
+
+Nanà guardò sorpresa in faccia a Rubieri.
+
+--Perchè mi hai fatta questa domanda?
+
+--Perchè ci ho il mio grande interesse a fartela.
+
+--Si può sapere questo interesse?
+
+--Non c'è nulla che mi vieti di dirtelo. Tu sai che Enrico era
+promesso sposo della signorina Elisa Martelli.
+
+--Ebbene?
+
+--Da qualche tempo questo matrimonio pericolava assai, perchè Enrico
+pensava tanto alla bella Elisa come io penso alla regina di Golconda.
+
+--Lo so.
+
+--Ma se tu riesci a condurlo via con te, gli è come dire che andrebbe
+proprio a monte del tutto e definitivamente.
+
+--Ah, ho capito; e allora tu, n'è vero, ti faresti sotto?
+
+--Perchè no? È una delle più belle fanciulle di Milano.
+
+--Con trecentomila lire di dote.
+
+--Non dico di no.
+
+--E se io ci riuscissi a fare questo colpo, quale sarebbe la mia
+ricompensa?
+
+--Proponi.
+
+--Ma prima di tutto è necessario che io sappia in quali acque si trova
+oggi il conte. È vero che è rovinato?
+
+--Non del tutto, ma quasi.
+
+--Capirai Aldo, che il fuggire con un uomo rovinato, di cui non si sia
+pazzamente innamorata, non è proprio l'ideale del saper vivere.
+
+--A me basterebbe che tu me lo tenessi lontano un mese. Per questo
+mese io penserei a te.
+
+--Io non mi fido.
+
+--E se ti sborsassi il danaro prima di partire?
+
+--Allora sì.
+
+--Ti bastano duemila franchi?
+
+--Peuh! Facciamo tre.
+
+Aldo si alzò, e andava difilato allo scrigno, quando un dubbio lo fece
+arrestare:
+
+--Tu non ti fidavi di me. Dovrò io fidarmi di te?
+
+--Se non ti fidi tralascia--disse Nanà.
+
+--Non potresti dirmi qualche cosa che mi affidasse che tu saprai
+davvero trascinarti dietro il giovinetto?
+
+A Nanà venne un'idea splendida.
+
+--Io l'ho il mezzo.
+
+--Quale?
+
+--Gli scrivo un biglietto qui; egli mi risponderà che è pronto a
+fuggire con me, e tu lo leggerai pel primo.
+
+--Se tu sei così brava ti snocciolo subito uno sull'altro i tre
+biglietti da mille.
+
+--Dammi da scrivere.
+
+Aldo la condusse nel gabinetto da studio.
+
+Nanà scrisse:
+
+
+
+"Mio adorato Enrico,
+
+"M'è nato il dubbio che tu abbia mutato di parere. Assicurami subito
+che tu sarai pronto questa sera, per l'ultima corsa di Arona, a
+partire con me. È necessario che non ci vediamo prima di quell'ora per
+non dare sospetti. Alle dieci io ti aspetto in casa. Sarò pronta. A
+rivederci. Rispondimi subito.
+
+"Tua NANÀ."
+
+
+
+Un'ora dopo il Mattia Corvino, che era stato mandato a portare il
+biglietto al conte O'Stiary, recava la risposta:
+
+
+
+"Mia Nanà,
+
+"Non dubitare. Alle dieci di questa sera io sarò da te e partiremo
+insieme. Io ho già salutato Milano forse per sempre. Ciò che però non
+ti ho ancora detto a voce te lo dico in questo estremo momento. Io non
+sono più ricco e a te povera Nanà toccherà forse di avere delle
+privazioni per vivere con me. È un dovere imprescindibile che mi
+spinge ora a farti questa confessione. Mi ami tu abbastanza malgrado
+ciò? Me lo dirai domani sera lungi da Milano, quando sarai finalmente
+nelle mie braccia.
+
+"Tuo ENRICO."
+
+
+
+--Che ne dici?--domandò Nanà trionfante. Rubieri era pensieroso.
+
+--A che pensi?
+
+--Penso che voi due vi eravate già intesi di fuggire stasera insieme.
+
+--Può darsi!
+
+--Senza le mie tremila lire, dunque?
+
+--Ero venuta per chiedertele ugualmente.
+
+--E se io te le avessi negate?
+
+--Saresti stato padronissimo. Ma ora mi pare che mancheresti di
+delicatezza.
+
+--Ho scherzato. Volevo vedere come la pigliavi.
+
+Aldo andò allo scrigno portò a Nanà i tremila franchi, ch'ella ripose
+con grandissima indifferenza e con un semplice _merci_ nel
+portamonete.
+
+Poi dato uno sguardo all'orologio e col pretesto delle mille faccende
+che le restavano da sbrigare per poter partire, s'accomiatò.
+
+* * * * *
+
+"Queste le tengo," pensò Nanà, rincantucciata nel _brougham_, che la
+portava alla palazzina del principe Kuvasoff; e andava palpando e
+ripalpando il portamonete con immenso giubilo.
+
+* * * * *
+
+Il principe Kuvasoff aveva i suoi erotici colloqui con Nanà
+nell'appartamentino della casa in cui trovasi oggi la _Cronaca
+Grigia_. Essa aveva due uscite. Il principe entrava da una parte, Nanà
+dall'altra; e quando si lasciavano, Nanà usciva dalla parte per cui il
+principe era venuto e viceversa. In tal modo essi avevano sventate le
+ricerche assidue della principessa, la quale teneva due spie sulle
+traccie di suo marito e non aveva potuto saper nulla ancora di quel
+convegno.
+
+--Mio caro principe--disse Nanà--che arrivata prima di lui stava
+sdraiata su un'ottomana ad aspettarlo fumando una sigaretta--oggi
+grandi novità. C'è chi si è incaricato di rapirmi a voi.
+
+--Ah dev'essere un grande uomo di forza costui!--sclamò il principe
+sedendosi vicino a Nanà e cingendole la vita col braccio.
+
+--Egli mi ama come un pazzo--disse Nanà.
+
+--Ed io dunque vi amo forse come un saggio?
+
+--Vediamo dunque. Che cosa sareste pronto a fare voi per me ond'io non
+accetti le proposte di quell'altro?
+
+--Tutto quello che vuoi.
+
+--Sareste pronto principe a dividervi dalla principessa e a condurmi
+in Russia con voi, come mi avete detto altre volte?
+
+--Sempre. Io già da un pezzo, lo sai, rumino l'idea di liberarmi da
+quell'arpia.
+
+--Allora birba chi manca. Toccate.
+
+Il principe diè la mano a Nanà.
+
+--Quando partiamo?
+
+--Anche stanotte se vuoi.
+
+--Sta bene. Io sono pronta.
+
+--Ma non converrà partire insieme.
+
+--È vero partiamo da soli e troviamoci in un'altra città.
+
+--Dove per esempio?
+
+--A Venezia. È sulla strada per andar in Russia.
+
+Furono presi tutti gli accordi più necessari, e il principe le diede
+cento napoleoni d'oro per le spese del viaggio da Milano a Venezia.
+
+E Nanà li mise insieme ai tremila franchi di Rubieri.
+
+Il resto del colloquio andò poi co' suoi fiocchi; ma noi è meglio che
+lo lasciamo nell'ombra.
+
+* * * * *
+
+Il giorno dopo tutta Milano,--voglio dire la tutta Milano settembrina,
+che ha tempo e voglia di occuparsi dei fatti altrui--parlava della
+sparizione di Nanà e di quella contemporanea del conte Enrico
+O'Stiary.
+
+Quanto al principe Kuvasoff egli si fece veder al Corso in _coupè_
+allato di sua moglie, e non lasciò Milano per Venezia che il giorno
+dopo.
+
+Ma che cosa era capitato ad Enrico O'Stiary?
+
+Due ore prima di quella fissata alla partenza con Nanà egli era andato
+da lei, e aveva trovato dal portinaio questo biglietto:
+
+
+
+"Caro Enrico,
+
+"Siamo sorvegliati. È impossibile andar via insieme. Io deludo lo
+spionaggio di chi potrebbe impedirmi di partire con te e parto subito.
+Mi troverai a Torino al Feder, a meno che non mi tocchi di continuare
+il viaggio fino a Macon.
+
+"A rivederci.
+
+"TUA NANÀ."
+
+
+
+Enrico questa volta non ebbe sospetti gravi; ma sentì una specie di
+maraviglia disgustosa, che ci fosse taluno il quale potesse impedire
+la partenza di Nanà. La sua mente corse tosto a Aldo Rubieri, ch'egli
+credeva suo fortunato rivale, e fu lì lì per andare da lui a
+chiedergli una spiegazione. Ma consultato l'orologio capì che non
+aveva tempo da perdere; mandò Aldo al diavolo in cuor suo, e
+giubilando al pensiero che fra poche ore si sarebbe trovato al fianco
+della donna adorata, si fece condurre alla stazione dove pranzò;
+quindi partì per Torino.
+
+* * * * *
+
+Chi domandasse poi il perchè Nanà si fosse divertita a far anche
+quest'ultima burla crudele ad Enrico mostrerebbe di non conoscere di
+quali capricci sia fecondo l'isterismo d'una _cocotte parigina_.
+
+
+
+
+XIII.
+
+
+Suonavano le nove e mezza di mattino al campanile del villaggio sul
+Lario, che sorgeva a un tiro di pistola dalla villa del notaio
+Martelli.
+
+Egli stava in giardino a potar i suoi fiori, quando il domestico gli
+annunciò una visita sbarcata poco prima dal vapore.
+
+--Sarà quel capo scarico d'un mio pupillo, mi imagino--disse don
+Ignazio.
+
+--No signore. È il signor Aldo Rubieri.
+
+--Ah, tanto meglio!--sclamò il notaio; e deposta la forbice gli corse
+incontro tutto lieto.
+
+--Benvenuto, benvenuto--cominciò a gridar da lungi, alzando le due
+braccia come un telegrafo--Che buon vento?
+
+--Lei non m'aspettava?
+
+--Ma sì, certo che l'aspettavamo tutti--disse il notaio.--Però
+credevamo che lei venisse colla seconda corsa.
+
+--Ho dormito a Como. Ecco perchè sono qui così presto. Ieri sera ho
+perduto l'ultimo vapore e non ho avuto il coraggio di fare questo
+tratto in barca.
+
+--Sfido io! Le donne poltrone sono ancora a letto... o tutt'al più
+alla _toilette_. Non sanno godere la campagna quelle pettegole.
+
+--Oh, del resto non sono che le nove.
+
+--Bravo, bravo!--sclamò don Ignazio entrando nel salotto e mettendosi
+a sedere.--Oh, giacchè siamo soli, parliamo dunque un poco seriamente
+dei nostri affari. Il suo amico che mi fece l'onore di domandarmi in
+di lei nome la mano della mia Elisa, le avrà portata la mia risposta.
+
+--Ed io sono venuto incoraggiato appunto da quella risposta--disse
+Rubieri.
+
+--Lei può imaginarsi se io non sarei felice. Ma le dirò la verità, noi
+non abbiamo ancora avuto occasione di parlarne alla Elisa.
+
+--È naturale! L'amico mi portò la lieta notizia soltanto ieri mattina,
+ed io due ore dopo partivo da Milano.
+
+--Mi ascolti, caro Rubieri--disse il notaio invitando lo scultore a
+seder dinanzi a sè.--Lei sa che da qualche tempo io vagheggio l'idea
+di ottenere dalla Giunta municipale quella tal concessione di cui le
+ho parlato e che deve far più ricca d'assai mia figlia che lei mi fa
+l'onore di chiedermi in isposa. Mia figlia è unica, e naturalmente...
+Lei è assessore e mi dicono che può tutto presso il conte sindaco.
+
+--Oh questo è una esagerazione--sclamò Rubieri.
+
+--Sì sì, m'hanno assicurato che il sindaco la stima assai, e fa tutto
+quello che lei gli suggerisce.
+
+--Non negherò che il conte sindaco abbia una certa deferenza per
+me--rispose Aldo--ma da questa al far tutto ciò che io desidero ci
+corre. E poi c'è il Consiglio.
+
+--Ma lei appartiene alla maggioranza....
+
+--Questo è vero! Se il sindaco vuole, del Consiglio ce ne infischiamo.
+
+--Dunque una mano lava l'altra. Io le do mia figlia e lei mi fa
+ottenere la concessione.
+
+--Mi spiacerebbe che la signorina Elisa sapesse che....
+
+--La Elisa non deve saper nulla delle nostre faccende--disse il
+padre.--Siamo intesi?
+
+--Ma dal canto mio--rispose Aldo--lei può imaginarsi se non mi metterò
+colle mani e coi piedi perchè questa concessione le sia data... se non
+che....
+
+--Non è certo di ottenerla?
+
+--Come lei, caro don Ignazio, non è certo di ottenere il consenso di
+sua figlia.
+
+--Eh l'otterremo, non la dubiti, l'otterremo--sclamò il notaio
+scotendo il capo con un sorriso fra il malizioso e il soddisfatto.--La
+Elisa è una testolina sì, che ha le sue idee, non dico, ma che non mi
+ha mai disobbedito finora; e credo non vorrà cominciare dal momento
+che io le proporrò un giovinotto come lei, un uomo celebre, assessore
+municipale....
+
+--Basta basta, don Ignazio, non la mi faccia arrossire ora. Piuttosto
+le dirò..., caro cavaliere... le esporrò un mio dubbio..., ch'ella
+potrà distruggere o avvalorare secondo la verità. Io, come lei può ben
+pensare, non vorrei per tutto l'oro del mondo ottenere da sua figlia
+un consenso che potesse per avventura essere un po' forzato. Io non
+sono in confidenza colla signorina Elisa e non so come ella stia di
+cuore. So però, come tutti gli amici di casa, ch'ella ebbe sempre una
+grande inclinazione per il suo compagno d'infanzia....
+
+--Vedo dove ella tende--disse don Ignazio--e le risponderò
+francamente. La Elisa infatti aveva un certo attaccamento per il conte
+Enrico, mio pupillo, ed io e mia moglie certamente saremmo stati
+felici di vederla diventare contessa, se quel balordo di un giovinotto
+non avesse distrutto, colla sua condotta impossibile, ogni nostra
+speranza.
+
+--Sta bene--riprese il Rubieri--e non sarò io certo che mi lamenterò
+di questo fatto. Soltanto che... lei sa bene... le fanciulle talvolta
+amano più gli scavezzacolli che i giovani ordinati e prudenti.
+
+--Oh io spero poi che la mia Elisa sia ormai persuasa che io non le
+darei giammai il consenso di sposare il conte.
+
+--Lo credo--disse Rubieri--ma ciò non mi dice ancora ch'essa non ne
+sia sempre innamorata.
+
+Il padre a questa uscita di Rubieri stette muto, ma col capo alzato,
+collo sguardo fisso e col labbro infuori, pareva chiaramente dicesse:
+
+"Chi va mai a sapere ciò che si cela nel cuore di una fanciulla?
+Questo toccherà a lei!"
+
+--Certo che--riprese Aldo--quando la signorina Elisa saprà quello che
+è accaduto ieri sera del nostro Enrico...
+
+--Che cos'è accaduto?
+
+--Vedo che lei non sa nulla... e da un lato mi dispiace di dover
+essere proprio io il uuncio di nuova disgrazia.
+
+--Cosa diamine gli è capitato? Forse ha perduto qualche altra somma al
+giuoco?
+
+--Peggio.
+
+--Peggio di perdere al giuoco?--domandò con sorpresa don Ignazio--La
+dica, la dica.
+
+--È partito da Milano con quella sua...
+
+--Ah quella donnaccia francese... forse... la di lei modella?
+
+--Precisamente.
+
+Don Ignazio si gettò sul cordone di un campanello e al servo che
+comparve sulla soglia dell'uscio disse:
+
+--La signora è levata?
+
+--Donna Eugenia... sissignore.
+
+--Ditele che venga giù subito, che c'è qui il signor Rubieri.
+
+Poi voltosi a questi:
+
+--Ella è ben certa che sia proprio partito con lei?
+
+--Certissimo.
+
+--Essa ha nome Nanà, n'è vero?
+
+--Nanà appunto.
+
+--Ah, che testa, che testa!--gridò don Ignazio giungendo le mani in
+atto di maraviglia.--Ma già fu sempre uno scapestrato! Si poteva
+aspettar da lui questo e altro.
+
+Donna Eugenia comparve, e le fu raccontata la cosa.
+
+Ella se ne mostrò altrettanto addolorata quanto suo marito pareva ne
+giubilasse.
+
+--Ormai--sclamò egli--spero bene che la ragazza sarà persuasa e
+convinta, e non avrà più ragione da opporci. Tocca a te ora, cara
+Eugenia, a informarla.
+
+La signora Eugenia protestò che non ne aveva il coraggio.
+
+Ella avrebbe passato il lago a nuoto più volentieri che dar all'Elisa
+quel brutto colpo.
+
+Povera donna come sei ammiranda nel tuo materno imbarazzo!
+
+Ella si era prestata spesso a far quello che suo marito le
+raccomandava di fare, cioè dissuadere la fanciulla dal voler bene
+all'Enrico.
+
+La Elisa dal canto suo non aveva mai aperto a sua madre l'animo
+proprio ferito nel vedersi trascurata dal suo giovine amante.
+
+Regnava tra madre e figlia una specie di delicatezza, una suggezione
+riguardosa su questo argomento. Entrambe temevano di farsi
+reciprocamente un dispiacere, e ne tacevano.
+
+"Oh, non c'è argomento--pensava la madre--che valga a distruggere
+l'impero di dieci anni di sogni e d'illusioni d'amore."
+
+Ma volere o non volere bisognava spiegarsi. Bisognava aprir gli occhi
+alla innocente creatura e raccontarle finalmente la fuga di
+quell'ingrato.
+
+* * * * *
+
+--Ascolta Elisa...--incominciò--io capisco che tu pensi ancora... Ed
+io t'avrei a dire una cosa molto seria quest'oggi. Ti imagini tu,
+cara, di che cosa io ti voglia... dire?
+
+--Me lo imagino--rispose la fanciulla con un sorriso tra la speranza e
+la malinconia.
+
+--Dimmelo allora.
+
+--Io spero che tu mi voglia parlare di Enrico.
+
+La signora Martelli attirò sua figlia al seno e la baciò
+passionatamente.
+
+--Oh, perchè piangi?--sclamò Elisa vedendo i lucciconi negli occhi di
+sua madre.
+
+--Ascolta Elisa. Se tu dovessi persuaderti che il conte O'Stiary non è
+degno di te?
+
+--Tu me lo hai fatto capire altre volte--disse la fanciulla--ma io non
+voglio crederlo ancora. Egli è pieno di cuore e di onore. Che
+cos'avrebbe fatto per non essere più degno di me?
+
+--S'egli ti avesse miseramente ingannata, dicendoti che ti amava,
+mentre....
+
+La Elisa si rizzò in piedi come se una molla potente l'avesse sospinta
+in alto, e portò istintivamente le due mani sui polsi.
+
+--Mamma, per carità!
+
+--Lo dicevo io--sclamò sua madre spaventata.--No, anima mia, non far
+così. Elisa... chissà che non sia una calunnia... quetati.
+
+La fanciulla si era rimessa tosto.
+
+--Ah!--disse con un gran sospiro--non è dunque una cosa certa? E
+difatti è impossibile! Io sento che egli non ama che me. Ne sono
+sicura. Io lo so ch'egli ha conosciuto un'altra donna. So tutto... ma!
+
+"Oh molte altre donne" pensò fra sè la madre.
+
+--Ma egli non ci ha voluto bene a quella... Me lo confessò lui stesso.
+Fu una sorpresa, un capriccio, che so io?
+
+La signora Eugenia ascoltava sua figlia con una specie di sgomento.
+Essa non aveva calcolato la portata del colpo che era obbligata di
+darle. Essa non credeva che sua figlia fosse capace di tanto affetto.
+
+--Ma--ricominciò la povera donna--se invece ci fosse in lui qualche
+cosa di molto serio? Se egli ti dovesse dare la prova certa del suo
+tradimento?
+
+--La prova?--sclamò la Elisa sorpresa. Quale prova? Che cosa ha fatto?
+Oh, finchè egli stesso non me lo dica colla sua bocca, che ha cessato
+di volermi bene a me sola, io non crederò a nessuno.
+
+--E s'egli non potesse più dirtelo?
+
+--Oh mamma!--gridò la Elisa sopraffatta da queste strane
+parole.--Perchè? Che cosa gli è accaduto? Per pietà mamma.
+
+--No, non spaventarti così, cuor mio! Oh Elisa la mia Elisa, sia
+buona, non far soffrire in questo modo la tua povera mamma... sia
+ragionevole.
+
+--Ma sei tu mamma che mi fai soffrir me!--disse la fanciulla.--Oh
+parla, ti scongiuro.
+
+--Credi tu che se non fosse necessario io non t'avrei risparmiato
+questo dolore?
+
+--Ebbene, parla mamma, ti ascolto; vedi, sono ragionevole, parla, sono
+buona....
+
+E fu allora che la madre le narrò la fuga scandalosa di Enrico con
+Nanà.
+
+* * * * *
+
+Elisa che stava in piedi si sedette, pallida molto. A sua madre che la
+fissava ansiosamente, sembrava di vederla come a trasformarsi. Non una
+esclamazione, non un lamento, non una lagrima.
+
+--Quando successe questo?--domandò la fanciulla con voce ferma.
+
+--Ieri l'altro. Fu Rubieri stesso che venne a dircelo.
+
+--È cosa certa? Rubieri non potrebbe essersi ingannato?
+
+--Ah, pur troppo no; diede tutti i particolari.
+
+E la madre baciò con passione la Elisa.
+
+Allora la povera fanciulla fu presa dall'accoramento; il gruppo del
+dolore si sciolse, e scoppiò in lagrime.
+
+--Oh mamma, bisogna che tu mi guidi, se no non so che cosa accadrà di
+me--diceva la povera fanciulla singhiozzando.
+
+Così dicendo, ella stringeva convulsivamente le mani di donna Eugenia
+e le portava alle labbra per baciarle, come un bimbo che domanda
+scusa.
+
+--Io lo amo mamma, io lo amo il mio Enrico. Mi pareva che egli fosse
+così sincero. Io non vivevo che per lui!
+
+--Elisa, fatti animo--le disse donna Eugenia--bisogna che tu impieghi
+ogni mezzo per dimenticarlo. Tu sei troppo esaltata, figlia mia. Oh,
+credi tu forse che io non ti comprenda? Credi tu forse che anch'io....
+
+Si arrestò. Un'emozione profonda scuoteva suo malgrado quell'anima,
+che pareva a tutti impassibile e fredda. Un segreto di amore stava per
+cader dalle labbra della matrona; erano forse più di vent'anni che il
+suo cuore si era chiuso alla idea d'amare un'altra creatura che non
+fosse la sua Elisa; il dolore di sua figlia aveva risvegliato nel suo
+cuore la lontana rimembranza. Una tempesta assai terribile doveva
+avere durato quel cuore, che da tanto tempo scordava di avere
+sofferto, se la nuova passione di sua figlia vi aveva saputo ridestare
+tanto eco di dolore e di compianto.
+
+La madre accolse la sua creatura nel braccio destro; colla mano
+sinistra le fece appoggiare la testolina sul proprio seno. E le sue
+lagrime di madre cadevano sulla bionda testolina di quel suo angelo
+sconsolato, e il dolore di entrambe, pur tanto diverso, si confondeva
+là su quel seno in un solo dolore.
+
+
+
+
+XIV.
+
+
+L'anima appassionata ha le sue rivoluzioni come la storia dei popoli.
+Lo spirito sotto l'aculeo dei tormenti morali si trasforma a poco a
+poco, accogliendo consigli e propositi dianzi sconosciuti.
+
+Elisa all'annuncio della partenza di Enrico con Nanà, sentì d'essere
+stata scossa nel più profondo di tutte le sue convinzioni. Ogni
+sentimento ne fu stravolto. L'amore così confidente e puro, la
+speranza che le freddezze di Enrico fossero passaggere, quella stessa
+sua verginale indifferenza intorno al motivo sensuale, che allontanava
+da lei il suo giovine amante, e la stima immensa che essa gli
+conservava pur sempre, malgrado tutto, furono rovinati in un punto
+solo nel di lei cuore. Non le restava più dubbio. Enrico le aveva
+mentito.
+
+Come fosse violento lo strazio della povera fanciulla, che pure, per
+istinto di orgoglio e per delicatezza verso sua madre, lo comprimeva
+dentro di sè, sarà chiaro a coloro che avranno capito bene quale fosse
+il carattere di Elisa. Forse ad altri parrebbe esagerazione. Essa non
+aveva neppure come le anime credenti un rifugio al dolore nella
+preghiera. Enrico le aveva insegnato che la preghiera verso lassù è un
+non senso, perchè nessuno nel cielo imaginario dei credenti può star
+ad ascoltare le querimonie degli afflitti, ed essa gli aveva creduto.
+La poverina sentiva dentro di sè qualche cosa che moriva. Essa
+comprendeva che forse, ancorchè Enrico fosse tornato a lei subito, non
+lo avrebbe più amato come prima, non gli avrebbe più creduto, non si
+sarebbe più, come moglie, data a lui con trasporto.
+
+Elisa non aveva precisamente le nozioni, che danno lo schifo alle
+donne sapute, che sdegnano di accogliere un uomo che esce colle labbra
+roride dei baci d'altra donna. Ma capiva quasi per intuizione questo
+vero, e si disperava di sentire in cuore che il suo amore, così bello,
+era stato spezzato forse per sempre. Nondimeno, di quando in quando,
+in Elisa ardeva una fiamma intensa di sentimento, che si esaltava e
+che si ostinava a non voler credere il suo Enrico un traditore. La sua
+voce era tanto sincera quand'egli le aveva detto di amarla lei sola!
+Ella non l'odiava ancora. Essa voleva riudire le sue espressioni,
+avere da lui una spiegazione di quella sua mancanza di fede, essere da
+lui convinta che aveva mutato. E allora si sarebbe decisa sulla
+propria sorte.
+
+Verso la metà d'ottobre, la famiglia Martelli ritornò a Milano. Di
+Enrico nessuna notizia.
+
+Un giovedì, nel salotto stavano radunate quattro persone; era una
+brutta giornata, piovosa e buia. La signora Martelli, la Elisa presso
+al camino, parlavano fra loro sottovoce. Il marchese d'Arco in piedi
+addossato al focolare colle mani raccolte dietro la schiena, tacendo
+pensava. Egli era arrivato da poco e non aveva ancora parlato; don
+Ignazio passeggiava borbottando in su ed in giù.
+
+--Mancherebbe anche questa--sclamò egli a un tratto--che mi facesse
+aspettare questo brigante d'un sor Marliani.
+
+E diede un'occhiata al pendolo confrontandolo col proprio orologio.
+
+--Tre e mezza--disse--e io gli aveva dato appuntamento alle tre.
+
+--Si potrebbe sapere--domandò il marchese--quale sia il suo progetto,
+don Ignazio?
+
+--Proporgli la transazione del cinquanta percento.
+
+--Posso mettere anch'io una parola?--soggiunse donna Eugenia.
+
+--Sì, la dica lei--sclamò il marchese--che sono certo non potrà essere
+che per bene.
+
+--Volevo dire a mio marito che la transazione col... con quell'uomo
+che verrà tra poco è impossibile.
+
+--Perchè impossibile?--sclamò don Ignazio fermandosi sulle gambe
+aperte.--Chi lo dice? Io ne ho messi al dovere di quelli peggiori del
+signor Marliani, io.
+
+--Non parlo di costui--rispose la signora Eugenia con dolcezza--io
+parlo del tuo pupillo, il quale mi ha dichiarato molte volte di voler
+pagare i suoi debiti fino all'ultimo centesimo.
+
+--Quand'è che ha dichiarato questo?
+
+--Molte volte.
+
+--Ma è matto da legare--gridava questi.--Egli vorrebbe fare anche
+quest' ultima castroneria per giunta?
+
+--Caro il mio cavaliere--disse il marchese con quella sua pacatezza
+aristocratica, che non si smentiva mai.--A me pare che le sue donne
+abbiano perfettamente ragione.
+
+--Ma va bene! Anche lei adesso, insieme alle donne. Tutti addosso a
+me. La casa abbrucia, diamoci il fuoco. C'è da perderne la testa!
+
+--Andiamo, andiamo--osservò il marchese ridendo non la si riscaldi per
+così poco.
+
+--È vero o non è vero, che queste cambiali furono da lui firmate,
+mentre non aveva ancora il diritto di firmarle, secondo il testamento
+di suo padre?
+
+--E così?--domandò il marchese.
+
+--Come, e così? Vuol dire che la sua firma vale quanto quella d'un
+minorenne o d'un interdetto, che per legge non valgono nulla.
+
+--Ma che c'entra qui la legge, caro cavaliere? Dall'avere ventitre
+anni e trecentosessantaquattro giorni, all'averne ventitre e
+trecentosessantacinque, che è come a dire ventiquattro, non scorre che
+un giorno, anzi, che dico, un'ora, un minuto. E vorrebbe lei che un
+uomo d'onore credesse di non essere un minuto prima quello che la
+legge gli concede di essere un minuto dopo?
+
+--Oh, caro marchese--ribattè il notaio--le chiacchere son chiacchere e
+i danari son danari. Io sono un uomo positivo, io. Io guardo in faccia
+alla legge, alla maestà della legge, e non vado a cercare cinque ruote
+in un carro.
+
+--La legge, caro cavaliere, è stata fatta per coloro che non ne hanno
+un'altra assai più bella e più forte a questo posto--rispose con molta
+nobiltà il marchese, ponendo una mano sulla sinistra del petto.--I
+galantuomini a Milano e dovunque hanno una legge che vale più di tutti
+i Codici di questa terra, e più di qualunque timore dell'altro mondo e
+che si chiama il punto d'onore.
+
+--Sì, il punto d'onore non lo nego è una bella cosa,--disse don
+Ignazio.--Ma se questi briganti di strozzini si accontentano di
+pigliar la metà dovremo dar loro il tutto?
+
+--Si accontentano è un modo di dire. Ma la questione non è lì. Non
+sono gli usurai che devono essere contenti, è l'Enrico.
+
+--Dunque egli dovrà proprio esser rovinato di rami e di radici?
+Venduto che sia il podere e questa casa all'Enrico non restano più di
+trenta o quaranta mila lire.
+
+--C'è stato un re di Francia--disse il marchese--che dopo la battaglia
+di Pavia ebbe a dire: tutto è perduto fuor che l'onore.
+
+--Oh ma l'Enrico non è re di Francia e noi non siamo a Pavia--sclamò
+il notaio con un certo disprezzo.--Se a Milano si saprà che O'Stiary
+ha pagato fino all'ultimo centesimo mentre avrebbe potuto farne di
+meno faranno tutto quanti una figura di cioccolattiere.
+
+* * * * *
+
+Nel frattempo la povera Elisa, restava là presso sua madre immobile,
+incerta e senza parola.
+
+Quando udì da suo padre il nome del suo Enrico sentì il dolore
+sgrupparsi nel petto e si mise a lagrimare sommessa.
+
+Sua madre se ne accorse.
+
+--Non far così Elisa--le disse sottovoce--tu finirai coll'ammalarti,
+cara la mia figliuola, se continui ad accorarti in questo modo.
+
+--Oh, magari mi ammalassi, che almeno non sentirei più nulla, non
+vedrei più nulla, non mi direbbero più nulla. Io non desidero che di
+morire.
+
+--Ma che cosa dici Elisa? Non far così dunque, te ne scongiuro.
+
+--Che cosa mi resta a fare a me a questo mondo?
+
+--Oh, ti resta di voler bene a me, che morirei subito se tu mi avessi
+a mancare. Vorresti tu forse far morire tua madre?
+
+--Oh, no, mamma--rispose la Elisa abbracciandola con affetto.--Ebbene,
+io mi farò suora.
+
+--Ma che suora?--sclamò don Ignazio che aveva colta a volo la frase di
+sua figlia.--Ho da sentir di peggio? Non si usa più adesso ad andar
+monaca. Non troveresti neppur il monastero.
+
+--Oh, non è vero! Mi sono già informata.
+
+--Bella risorsa! Suora di carità! La prima carità comincia da casa
+sua. Non mancherebbe altro che di dover perdere l'unica figlia per
+quel bel mobile d'un signor conte.
+
+Il babbo, sbirciava la sua figliuola, come chi sente compassione, e
+pur non vorrebbe mostrarla.
+
+--Ma chi doveva andar a pensare una cosa simile?--ripigliò--Anch'io
+dico il vero m'ero lusingato che tu saresti diventata la signora
+contessa, e che poi colla vostra influenza avrei potuto... basta,
+castelli in aria!... tutte cose andate a monte.... Ma io lo so di chi
+è la colpa.
+
+E così dicendo strisciò un'occhiata rapida sul marchese e sua moglie.
+
+--Lo dici forse per me?--domandò questa.
+
+--No, lo dico per me!
+
+--Scusa, ma avresti torto.
+
+--Lo dico per te, lo dico per il marchese, e lo dico perfino per
+quella vecchia minchiona d'una balia, che andò a prestargli i danari
+che aveva messi da parte. Tutti quanti contro di me. Pareva fossi io
+quello che gettava i danari dalla finestra.
+
+Il marchese s'accontentò di sorridere e di crollare il capo.
+
+La signora Eugenia invece non stette zitta:
+
+--No, no, per te non c'è questo pericolo! Io non ti dicevo altro se
+non che non bisognava lasciarlo andar in mano degli strozzini.
+
+--Brava! Perchè non dici addirittura che sono stato io a metterlo in
+mano degli strozzini?
+
+--Già è inutile parlare con te--disse come rassegnata la signora
+Eugenia.--Io dico soltanto che se tu l'avessi preso colle buone quando
+è venuto la prima volta a contarti quello che gli era capitato, e se
+tu gli avessi pagati i primi debiti egli avessi...
+
+--Brava, benone! I primi debiti erano debiti di giuoco.--Chi gli ha
+detto di pagarli?
+
+--Oh ma che dici?
+
+--La legge non li contempla--proseguì il notaio imperterrito.
+
+--Tu sei riuscito perfino a rimproverarlo perchè faceva delle
+carità--disse la signora Eugenia.
+
+--Sicuro, e me ne vanto! E lui, che crede di essere un liberale,
+dovrebbe sapere che i suoi filosofi, i suoi progressisti, dicono che
+la carità fatta in quel modo è una cattiva cosa, perchè fomenta l'ozio
+che è il padre dei vizi. Non sono io che ha inventata questa
+dottrina... E poi se il far la carità è una soddisfazione dell'amor
+proprio che si prova, bisogna saper fare un sagrifizio e privarsene!
+
+Entrò il servo recando una lettera.
+
+Era Aldo Rubieri che annunciava al notaio di aver parlato al sindaco
+per quella tal concessione, e d'esser pieno di buone speranze. La
+lettera terminava pregando il padre a volergli dire qualche cosa circa
+la risoluzione della signorina Elisa a suo riguardo.
+
+"Proviamo un poco" pensò il notaio avvicinandosi alla fanciulla.
+
+E cominciò:
+
+--Senti un poco, Ida. Tu sai che il signor Rubieri, già da qualche
+tempo aspetta che tu gli dica che non lo rifiuti per sposo.
+
+La Elisa ebbe come un sobbalzo.
+
+--Non te lo dico--continuò suo padre--per forzare la tua volontà; ma
+siccome egli amerebbe sapere da te qualche cosa in proposito, mi volgo
+a te.
+
+"Se accettassi?"--pensava intanto la Elisa.--"Ah, Enrico credeva forse
+di non esserci che lui a questo mondo?"
+
+--Ormai--continuava suo padre--hai avuto tempo abbastanza di pensarci
+sopra, e questa volta se tu persisti a non volerne sapere sarà certo
+l'ultima volta che egli rinnoverà la domanda.
+
+"Potrei vendicarmi in questo modo"--continuava nella sua testolina la
+fanciulla.--"Potrei fargli vedere che ci sono degli altri che mi
+cercano e che mi amano."
+
+--Che ne dici? Tu sai che sarebbe un eccellente partito.
+
+--Ebbene sì, babbo--disse a un tratto la Elisa balzando in piedi.--Lo
+accetto.
+
+"È piena di talento!"--pensò il babbo dal canto suo.
+
+La madre invece le susurrava sottovoce:
+
+--Ah, Elisa, non precipitare, pensaci sopra.
+
+--Ecco là!--sclamò stizzosamente il notaio.--Appena a sua figlia viene
+una buona ispirazione lei fa di tutto per cacciargliela indietro.
+
+--Guarda quello che fai--ripetè donna Eugenia.--Guarda a non pentirti
+più tardi.
+
+--Oh, mamma, basta che io possa uscire da questa posizione orribile,
+ti giuro, sono pronta a qualunque sagrificio. Io non voglio che
+l'Enrico creda che io mi dispero per lui. Ormai l'ho atteso
+abbastanza.
+
+--Brava! Che fermezza! Tutta suo padre!
+
+--Sarebbe dunque più un puntiglio che altro?--le domandò sua madre.
+
+--Ma lascia fare a lei una buona volta, o benedetta donna!--gridò il
+padre.
+
+Poi rivoltosi alla Elisa:
+
+--Tu sei disposta?
+
+--Sono decisa.
+
+--Per carità, Ignazio, non precipitare....
+
+--Oh, che donna! Ha più giudizio lei che tu. Si potrebbe desiderare
+forse un migliore partito? È un artista, è vero, ma che artista!
+Bell'uomo! Ricco... assessore municipale....
+
+--Va bene; ma non fa bisogno di rispondergli subito.
+
+--Ebbene, faremo così--disse don Ignazio.--Lo inviterò a pranzo e
+intanto la Elisa avrà tempo di decidersi; e in fin di tavola gli
+parlerò io, secondo che ella avrà deciso.
+
+--E poi se...?
+
+--Oh Dio, e poi e poi, se la Elisa non vorrà assolutamente lo avremo
+invitato a pranzo per... pulirgli la bocca...
+
+--No, sono decisa--ripetè la fanciulla.--È necessario ch'io esca da
+questo stato umiliante.
+
+--Va benissimo--sclamò il padre.--Tu, Eugenia, pensa a mandarlo ad
+invitare a pranzo.
+
+Entrò in questo il servo ed annunciò il signor Marliani.
+
+--S'è degnato, se Dio vuole!--sclamò don Ignazio.--Fallo entrare lì
+nel gabinetto e digli che vengo subito.
+
+* * * * *
+
+--Io l'ho mandata a chiamare--disse poi quando l'ebbe raggiunto--per
+vedere di aggiustarci per le cambiali del mio pupillo il conte
+O'Stiary.
+
+--Lei è il procuratore della signora Bibiana Martorelli, n'è vero?
+
+--Per servirla.
+
+--Io spero che anche lei sarà del mio parere, che sia necessario
+trovare un mezzo di non lasciare che si venda la possessione e questa
+casa.
+
+--Ma io credo--osservò il Marliani--che tanto una che l'altra siano
+già state vendute stamattina.
+
+--So ben ch'ella mi burla. Io, tutore del conte dovrei saperlo prima
+di chiunque.
+
+--Il conte O'Stiary è tornato a Milano oggi stesso, e da due giorni ha
+compiti i ventiquattro anni.
+
+--Tutto questo lo so benissimo, ma le assicuro che la vendita delle
+sue proprietà non può essere stata fatta senza che io ne sappia nulla,
+e spero che lei sarà d'avviso che al giorno d'oggi chi vende si rovina
+e chi compera non sa mai neppur lui di aver fatto un buon affare.
+Dunque la creditrice sarà più contenta di vedersi pagata alla scadenza
+con uno sconto regolare, ma con moneta più o meno sonante.
+
+--Ah, certo. Meno seccature.
+
+--Allora non ci resta che fissare d'amore e d'accordo la cifra del
+debito del conte per poter ritirare tutte le sue cambiali.
+
+--Eccola--disse il Marliani--e cavato di tasca il portafogli rimise a
+don Ignazio una carta su cui c'era la distinta delle scadenze del
+figliuol prodigo.
+
+Don Ignazio ne fu spaventato. E sapeva che Marliani non era il solo
+creditore.
+
+--Cosa facciamo?--domandò egli dopo alquante geremiadi, che trovarono
+un impassibile ascoltatore nel Marliani.
+
+--Come dice?--sclamò egli allungando il collo e fingendo di non aver
+capita la domanda del notaio.
+
+--Dico che qui bisogna tagliare, tagliare e accontentarsi.
+
+--Ah, non credo che la mia cliente ci voglia sentire da questo
+orecchio. Ella non può assolutamente rinunciare ai proprii diritti.
+
+--Ah, quando lei parla di diritti--sclamò il notaio riscaldandosi--io
+le farò memoria che le cambiali del conte sono valevoli quanto quelle
+di un minorenne.
+
+--Domando scusa--ribattè freddamente il Marliani.--Noi sapevamo, del
+resto, che il conte, minorenne o maggiorenne che fosse, non avrebbe
+fatto disonore alla propria firma.
+
+--Qui non si tratta di onore o di disonore--gridò il notaio--si tratta
+di diritto, e io ho la legge per me e potrei, volendo, rifiutarmi di
+pagare.
+
+--La scusi, non la si riscaldi. Le osservo che oggi il conte è uscito
+dall'interdetto e lei non è più suo tutore.
+
+--Ma lei non pensa che io ho il mezzo di far causa e di vincerla
+sicuramente?
+
+--Mi dorrebbe assai per il signor marchese Sappia, il quale è garante,
+e a cui toccherebbe di pagare lo stesso. Del resto lei sa bene che noi
+potremmo in caso intaccare il signor conte di truffa, giacchè avrebbe
+tacciuto di essere interdetto.
+
+--Ah, malandrini!--gridò il notaio.--Intaccarlo di truffa dopo di
+averlo così ridotto alla perdizione?
+
+L'accento e la sprezzante espressione del gesto che accompagnarono
+quella frase furono tali che Marliani balzò in piedi:
+
+--Ehi, dico, signor notaio stimatissimo, la stia nei termini, o
+ch'io.... Le ripeto che non si vuol perdere un centesimo, e basta
+così.
+
+--Ah canaglia--mormorò fra i denti don Ignazio.--E fu preso da un
+accesso di rabbia.--Io non so chi mi tenga.... Vada fuori, vada fuori
+subito da questo luogo se non vuol ch'io faccia uno sproposito...
+fuori, fuori...
+
+Così dicendo, rovesciando una sedia, quasi per salvar sè stesso dal
+commetterlo davvero, uscì dalla sala maledicendo gli usurai, il
+pupillo, le cambiali e un poco anche il proprio carattere tanto
+opposto alla sua professione.
+
+* * * * *
+
+La Elisa, intanto che suo padre usciva infuriato da un uscio, entrava
+in quel gabinetto dall'altro colla balia, che aveva trovata in
+anticamera, e che udendo la voce stizzosa e alta del notaio, accorreva
+per sapere che cosa fosse accaduto. Ambedue intesero le ultime
+ingiurie.
+
+Trovarono il Marliani lì ritto in piedi colla testa un po' reclinata
+verso l'uscio d'onde era sparito don Ignazio, come un uomo che mastica
+fra sè una ingiuria segreta.
+
+--Mio padre forse l'ha offeso--disse la Elisa a occhi bassi.--Io sono
+sua figlia e sono quì pronta a domandarle scusa per lui, se ella vorrà
+promettermi....
+
+--Prometterle che cosa?--domandò il Marliani un poco sorpreso e molto
+lusingato dalle parole di quella soave bellezza.
+
+--Lei è venuto per aggiustare la faccenda del signor conte O'Stiary
+mio cugino, non è vero?
+
+--Per servirla.
+
+--Ebbene io le prometto che lei non perderà niente e sarà pagato fino
+all'ultimo centesimo. Mia zia mi ha lasciato trecentomila lire e io
+sono anche pronta a cederle a lei, se lei mi promette di non far del
+male a... mio cugino....
+
+"Ho capito!" pensò fra sè Marliani. "Qui c'è da trafficare il soldo."
+
+Poi soggiunse.
+
+--Lei però la mi pare ben giovine.
+
+--Ho diciott'anni.
+
+--Bella età!--sclamò il Marliani.--Ma più bella assai per lei che per
+me.
+
+--In che modo?
+
+--Vede. Per essere padrone di disporre del fatto proprio le mancano
+ancora tre anni.
+
+--Lo so--rispose la Elisa stringendosi alla balia come per chiederle
+aiuto e consiglio...--Lo so. Ma per esempio, se io potessi ottenere il
+consenso di chi dovesse diventare mio marito... mi pare.
+
+In questo, Enrico O'Stiary, era comparso sull'uscio aperto non veduto
+da alcuno, e si era fermato ritto sulla soglia.
+
+--È necessario allora di provvedere molto presto--disse il
+Marliani--giacchè domani scade la cambiale più grossa, e il creditore,
+se non fosse pagato, sarebbe costretto di fare i suoi passi.
+
+--Domani io credo che si potrà trovare chi si assume di pagarla--disse
+Elisa.
+
+Enrico mosse un passo innanzi.
+
+Tutti e tre gli altri si volsero a lui.
+
+--Non fa bisogno che lei si rivolga a questa signorina per essere
+pagato--disse Enrico con un gesto di disprezzo a Marliani.--I miei
+fondi e questa casa furono venduti questa mattina istessa ad un
+procuratore di una persona da nominarsi, e lei sarà pagato fin
+all'ultima lira. E non ho più altro da dirle.
+
+--Signor conte non ne dubitavo--disse Marliani.--Servo suo.
+
+Ed uscì.
+
+* * * * *
+
+Elisa teneva le palpebre abbassate. Aveva presa una mano della balia e
+la teneva stretta nella sua col braccio teso in giù. Pareva di marmo
+se la vita non si fosse rivelata dall'affannoso movimento del seno
+verginale.
+
+La vecchia tremava e teneva i suoi piccoli occhi pieni di amore
+fissati nelle sembianze del suo Enrico.
+
+--Ho udito--disse questi senza muoversi dal suo posto--quello che tu
+buona Elisa avresti voluto fare per me. Permettimi di ringraziartene e
+di domandarti perdono per quello che è passato.
+
+E stette commosso ad aspettare che la fanciulla gli rispondesse una
+parola, facesse un atto, gli alzasse gli occhi in fronte.
+
+Questa non disse che:
+
+--La mamma è di là. Debbo andare da lei.
+
+E fece atto di muoversi.
+
+La balia, quasi senza volerlo, la trattenne.
+
+--No--disse Enrico andando a lei e prendendole la mano che restava
+libera--per carità Elisa una parola sola di perdono, che non mi lasci
+partire così disperato. Fra poche ore io andrò a Firenze dove penso di
+arrolarmi nell'esercito. Forse non ci vedremo mai più. Ma per carità,
+non lasciarmi andar via così.
+
+--Che cosa importa a te del mio perdono?--disse Elisa con un'aria di
+risoluzione tranquilla, ma con una voce in cui si sentivano le
+lagrime.--Sono forse io ancora qualche cosa per te? Va a cercare il
+perdono a quella donna che ha più diritto di me di concederlo.
+
+--Elisa ti supplico, non parlami di quella donna. Io non so più che
+ella esista, te lo giuro. sì, lo confesso, fui un miserabile; ma ti
+giuro ancora per tutto ciò che ho di più sacro che io non l'ho amata
+mai. Ora lo sento con sicurezza....
+
+--Oh, me l'avevi già detto un'altra volta!--sclamò Elisa.--E
+invece....
+
+--È vero, ma quando ti dico che se mi guardo indietro ho vergogna di
+me stesso! E voi altre due potrete dire d'essere le sole a questo
+mondo che hanno potuto sentire da me parole simili. Io che non ho mai
+chiesto perdono neppur a mia madre. Si è vero. Io non so quel che sia
+accaduto di me. Ero pazzo! Era orgoglio! Ah, se credessi agli
+incantesimi, direi che la mi aveva stregato. Io la odiavo e pur non
+potevo staccarmi da lei. Elisa perdonami. Non ti chiedo più. Perchè
+dovrei ingannarti, ora che debbo partire per espiare i miei errori?
+Capisco che mi son reso indegno di te e non ti chiedo di più del
+perdono. Non ho più il diritto di dirti che io non amo, che non ho mai
+amata altra donna fuori di te. Oh, non lasciarmi partire in collera
+Elisa. E tu balia, pregala anche tu dunque....
+
+--Ma perchè ora la vuol tornar via da Milano?--sclamò la buona vecchia
+scoppiando in lagrime.
+
+--Povera balia! Oh vedo che tu mi vuoi più bene di lei. Che cosa
+vorresti tu che io facessi ancora a Milano? Vorresti forse che mi
+fermassi per vederla forse diventare la moglie d'un altro? Non vedi
+che la mi odia?
+
+--Ah Enrico!--sclamò la Elisa con un gran sospiro.
+
+--Mi perdoni?--domandò Enrico ansiosamente.
+
+--No--rispose la fanciulla con un filo di voce--ormai io non ho più
+nulla a perdonarti. Io sono promessa ad altri.
+
+--Addio. Tu non mi vedrai più. E se accadrà del male, ricordati Elisa,
+ora sarà per colpa tua.
+
+Enrico si volse, e sull'uscio incontrò don Ignazio che entrava.
+
+* * * * *
+
+Mentre questo colloquio accadeva nel gabinetto il domestico era
+rientrato in sala dove stavano donna Eugenia e il marchese d'Arco e le
+aveva detto sottovoce:
+
+--C'è qui fuori un signore e una signora che domandano di parlare a
+lei.
+
+--Chi sono?
+
+--Sono forastieri; parlano fra loro in tedesco.
+
+--Bene falli entrare.
+
+--Chi mai saranno?--domandò il marchese.
+
+--Ma; ora vedremo!
+
+Poco stante, duri come stoccafissi, con un'aria fra la compunzione e
+la dignità, facevano il loro poco solenne ingresso nella sala il
+signor Rikherwenzel e sua figlia Leopoldina, di Vienna.
+
+"Cosa vorranno mai da me questi signori" sì domandò fra sè donna
+Eugenia, mentre il marchese dopo averli salutati con un cenno di testa
+si disponeva ad andarsene.
+
+--No, la si fermi--le disse la signora Eugenia sottovoce.
+
+--Siniora--disse Leopoldina--lei deve scusare nostra venuta da lei.
+Noi venire per affare di suo e nostro vantaggio molto importante.
+
+--Ah!--sclamò donna Eugenia--forse mi vogliono parlar in segreto?
+
+--Oh no, siniora. Il siniore può benissimo ascoltare non essendoci
+niente di segreto.
+
+--Tanto meglio. E a chi ho l'onore di parlare?--domandò la padrona di
+casa facendo ai due forestieri un cenno perchè si accomodassero.
+
+--Questo è mio padre Leopoldo Rikherwenzel che non parla bella lingua
+italiana e io sono sua figlia Leopoldina.
+
+Al marchese che si era messo a studiarli passò negli occhi un lampo
+umoristico.
+
+"Se quello è suo padre--pensò--questa sarà probabilmente sua figlia."
+
+--S'accomodino--disse donna Eugenia.
+
+--Noi essere venuti--ripigliò la Leopoldina--per scongiurare una
+sventura in questa casa. Noi avere saputo sua figlia essere promessa
+sposa al signor scultore Aldo Rubieri, non è vero?
+
+La signora Eugenia inarcò le sopracciglia e non rispose subito.
+
+"Cosa mai possono entrarci costoro nei fatti nostri?" pensò.
+
+Ma poi rispose subito:
+
+--A dire la verità nulla è combinato ancora, perchè egli non ha avuto
+ancora il nostro consenso.
+
+--Pene, tanto meglio per tutti allora--sclamò la Leopoldina sorridendo
+come una scimmia--perchè noi poter mostrare documenti per provare che
+sinior Aldo Rubieri non può sposare sua figlia.
+
+--Documenti!--sclamò un poco sorpresa donna Elena.
+
+--Sissignora. Lei deve sapere che sinior Aldo è mio promesso sposo da
+dieci anni e che io ho amato sempre sempre lui e che ho aspettato
+sempre lui, e lui non poter mancare a suo promesso senza molto
+sagrificio di danaro per contratto in carto pollato, e anche per sua
+parola d'onore.
+
+Così dicendo l'austriaca zitellona sporgeva alla signora Eugenia la
+lettera colla quale il Rubieri s'era impegnato a pagare quella somma,
+come è già noto ai lettori.
+
+--Io non leggo il tedesco--disse la signora Eugenia dopo aver dato uno
+sguardo su quella lettera.--Ma non monta. Tant'è che la mi dica di che
+si tratta e in che cosa possa entrarci io, madre della Elisa.
+
+--Lei sapere certamente--disse la Leopoldina--che sinior Rubieri è
+figlio di un generale austriaco al servizio di nostri Kaiser
+Ferdinando e Franz Joseph.
+
+--Certo che lo so--rispose donna Eugenia.--Ed è anzi un vanto della
+vita di suo figlio l'esser fuggito dalla famiglia per venir a battersi
+co' suoi compatrioti.
+
+Leopoldina leggermente imbarazzata a questo punto raccontò il resto
+della storia e terminò dicendo:
+
+--Noi in tribunale siamo decisi di fare grosso scandalo perchè avere
+trovato finalmente bravo avvocato che farà la nostra causa senza fare
+spendere a noi troppi danari, e abbiamo pensato di venire a prevenire
+la siniora per suo regolamento.
+
+Donna Eugenia a questo punto stava in forse tra il ridere e lo star
+seria. L'eteroclito stile dell'austriaca fanciulla le consigliava
+l'ilarità, ma la storiella a carico dell'uomo che ambiva alla mano
+della sua Elisa l'aveva un po' turbata.
+
+Ringraziò la signora Leopoldina delle sue buone intenzioni e soggiunse
+che avrebbe comunicate quelle notizie a suo marito, il quale avrebbe
+presa quella determinazione che fosse del caso. Li congedò con quella
+cortesia fredda e cerimoniosa che è più eloquente talvolta di
+un'insolenza e che a buon intenditore vuol dire: mi facciano però la
+finezza di non venirmi più fra i piedi.
+
+In fondo però la madre provava una segreta contentezza. Ella non s'era
+ancora persuasa che la sua Elisa non dovesse diventare la contessa
+O'Stiary. E quando aperse l'animo al marchese su questo punto trovò in
+lui un certo sorriso e un assentimento che le fu di buonissimo
+augurio.
+
+--Andiamo dunque a vedere che cosa ne dice mio marito--fece ella dando
+il braccio al marchese.
+
+E s'avviarono verso il gabinetto.
+
+* * * * *
+
+--Io non ho più nulla a perdonarti.--Aveva detto la Elisa al
+conte.--Io sono promessa ad altri.
+
+--Addio--le aveva risposto Enrico--e se accadrà del male ricordati
+Elisa che sarà per tua colpa.
+
+In questo don Ignazio era comparso.
+
+Egli era ancora un poco acceso in volto per la collera di dianzi.
+
+--Come, è qui lei?--disse fermandosi e dando un'occhiata severa alla
+Elisa e alla balia.
+
+--Sì, zio--rispose Enrico rimettendosi--non ho voluto andare al mio
+destino prima di venire a salutarvi tutti in casa.
+
+--E... dove fai conto di tornare, se è lecito?--domandò il notaio con
+voce ironica e quasi stizzosa.
+
+La risposta di Enrico fu interrotta appunto dal comparire di donna
+Eugenia e del marchese d'Arco.
+
+Enrico salutò affettuosamente la signora poi mosse incontro al
+marchese e gli strinse la mano.
+
+--Ah testolina, testolina!--disse questi metà severo metà
+sorridente.--Sentiamo un poco che cosa fai conto di fare dunque?
+
+--Sì, vediamo questi progetti fioriti--soggiunse don Ignazio.
+
+--Sono semplicissimi. Io partirò questa sera per Firenze dove mi
+arrolerò come volontario in qualche reggimento. Ho delle
+raccomandazioni pel ministro della guerra; sono già stato tenuto abile
+al servizio tre anni sono, e spero mi accetterà. Il mio amico Sappia è
+incaricato di venir da te, caro zio, per aggiustare tutte le mie
+faccende.
+
+--E dire che gli ho già pagato il cambio!--sclamò il notaio.--Tu
+vorresti dunque andar a far il soldato semplice?
+
+--Certo. Non potrei pretendere di più per ora.
+
+--Bel mestiere! Mangiar nella gamella e scopar i cessi.
+
+--Far il soldato per il proprio paese--rispose Enrico--è l'unico
+mestiere che convenga a chi ha fatta la vita che ho fatto io finora.
+
+--Eppure--riprese don Ignazio--se tu promettessi di far proprio
+giudizio una buona volta, ci sarebbe ancora la speranza di accomodare
+i tuoi imbrogli salvandoti parte di sostanza. Io mi impegnerei di
+risparmiare un centinaio e più di mille lire.
+
+--Via, non parlarne, caro zio--rispose Enrico con dolcezza.--Ho detto
+poc'anzi all'usuraio che i creditori saranno pagati tutti fino
+all'ultimo centesimo. Io rispetto troppo la mia firma.
+
+--Insomma non c'è verso di fargli mettere il capo a partito--borbottò
+il notaio ponendosi a sedere come sfiduciato.--È una testa falsa... e
+addio patria!
+
+Mentre don Ignazio pronunciava questo giudizio sul suo pupillo il
+marchese d'Arco, che come il suo solito non aveva ancora aperto bocca,
+avvicinatosi a Enrico e messogli una mano sulla spalla gli diceva:
+
+--Bravo Enrico. Hai fatto il tuo dovere d'uomo d'onore e questo deve
+essere sempre dinanzi ad ogni cosa.
+
+--Ma sì, ma bravo, ma benone!--sclamava il notaio dimenandosi ne'
+panni.
+
+--Cara zia--disse Enrico a donna Eugenia prendendole una mano--io ti
+ringrazio ancora di tutte le bontà che avesti per me e spero mi
+perdonerai se per causa mia hai dovute subir delle... seccature....
+
+--Oh caro Enrico... io vorrei soltanto vederti un po' a posto.
+
+Enrico si valse alla Elisa.
+
+--Addio Elisa... e ricordati qualche volta del tuo compagno
+d'infanzia....
+
+E siccome sentiva venir un fiume di lagrime agli occhi si volse alla
+balia.
+
+--E anche tu, povera balia, addio e perdona se qualche volta....
+
+Non potè proseguire. Si sentiva strozzare dal pianto. Stava per fuggir
+via.
+
+--Enrico vieni qua--disse il marchese.--Io sono il tuo padrino e ora
+voglio mettere di esser tuo padre. Se tuo padre fosse qui... forse non
+sarebbe accaduto ciò che è accaduto... ma in caso ti direbbe: sì, va a
+far il soldato pel tuo paese, giacchè quella scuola di abnegazioni e
+di sagrifici la ti farà diventare un uomo come si deve. Ma io non ho
+il coraggio di lasciarti partire così; e poi non posso neanche vedere
+quella cara fanciulla e quella povera vecchia piangere in quel modo...
+e poi... e poi, ti dico la santa verità, non vorrei io stesso....
+
+E per non piangere tentò di ridere.
+
+--La ringrazio marchese di queste buone parole--disse Enrico
+stringendogli affettuosamente la mano.--Ma ora tutto è impossibile;
+non potrei più stare a Milano lo stesso....
+
+--Andiamo dunque lei, don Ignazio, signor burbero benefico, faccia la
+pace col suo pupillo e gli perdoni ogni cosa. Siamo stati giovani
+anche noi... che diavolo!
+
+--Oh per il male che ha fatto a me--rispose don Ignazio tirando una
+presa di tabacco--io gli ho già bell'è perdonato. Mi duole soltanto
+che ora sia troppo tardi in quanto _alla morale_, e che il mio perdono
+non gli possa più fare nè caldo nè freddo a quest'ora.
+
+--La guardi quella sua povera Elisa com'è addolorata--riprese
+sottovoce il marchese.
+
+--La Elisa? Ah so bene poi che la mi burla, caro marchese--ripigliò
+don Ignazio levandosi.--No, no, no. Ha voluto lui essere uno
+spiantato? Tal sia di lui! Io non potrei in coscienza rompere il collo
+a mia figlia col pretesto che si vogliono bene. Il mal d'amore passa
+in fretta, ma i matrimoni sono eterni.
+
+--Vediamo, vediamo--ripigliò il marchese tirando don Ignazio in
+disparte.--Bisogna che non lo lasciamo andar a soldato. Io non voglio.
+Mi secca di vederlo partire.
+
+--Faccia lei! Trovi lei il mezzo. Che cosa vuol mai che io le dica?
+Io, se anche lei m'avesse lasciato fare, m'impegnavo di salvargli una
+parte di sostanza. Non ha voluto? Peggio per lui! E non fu anche lei a
+lodarlo?
+
+--Enrico--ripigliò il marchese volgendosi al giovine--prometti tu sul
+tuo onore di far giudizio, di non metter mai più il piede in una bisca
+e di essere degno insomma della Elisa?
+
+--Ma che cosa dice, marchese, che cosa dice?--sclamò il notaio con la
+voce d'un uomo che è risoluto a farsi intendere seriamente.--Lei dice
+delle cose impossibili; a questa cosa non c'è più da pensarci e da un
+pezzo. Sono suo padre o non sono suo padre? Benedetto uomo! Vuol dir
+tutto lui!
+
+--Non dubitare, caro zio--disse l'Enrico con dolcezza malinconica.--Tu
+sei esaudito lo stesso. Capisco anch'io che ora non potrei più
+accettare quello che avrebbe dovuto essere la mia... quello che dice
+il marchese. Spero di riuscire a farmi onore e a cercarmi una
+posizione indipendente e degna di un gentiluomo.... E allora... se la
+Elisa mi avrà perdonato... se non avrà sposato un altr'uomo....
+
+--Ah questo è un altro paio di maniche!--sclamò don Ignazio.
+
+--Quanto a lei, marchese--ripigliò il giovine conte volgendosi al
+d'Arco--la mi permetta di ringraziarla, delle sue buone parole. Oh io
+sento che la Elisa sarebbe stata la sola donna al mondo che avrebbe
+potuto farmi felice, ma non ho saputo meritarmela ed è giusto che
+succeda ciò che deve succedere. Adesso non potrei, dovessi morire di
+dolore, aspirare a lei....
+
+--Naturalmente!--osservò don Ignazio.
+
+--Non vorrei si dicesse che dopo avere sprecato in tre anni tutto il
+mio avere sono andato ad attaccare il cappello in casa di mia moglie.
+
+--Oh per questo sarebbe il minor male!--sclamò don Ignazio.
+
+--Ho piacere di sentirti a parlare così--disse allora il marchese
+alzandosi, d'ond'era seduto, con una specie di risoluzione di buon
+augurio.
+
+La Elisa, che con le gote irrigate di lagrime stava stretta a sua
+madre, alzò gli occhi roridi in faccia al marchese, e vide sulla di
+lui fisonomia uno di que' buoni sorrisi arguti, che il d'Arco
+possedeva quando stava per dire qualche cosa di molto bello e di molto
+buono.
+
+--Dunque allora se non è che questo--disse egli con voce posata e
+chiara--dovete sapere cari miei, che quella persona da nominarsi, la
+quale ha trattato questa mattina la compera della possessione di
+Enrico e di questo palazzo, sono proprio io. Io non potevo permettere
+naturalmente, che la casa O'Stiary e la campagna, dove passai tanti
+bei giorni de' miei anni giovanili, andasse in mano di _cani e
+boriani_. La somma fu già rimessa al marchese Sappia, che è garante
+anche pei debiti di Enrico, e che penserà a pagare ogni cosa. Io sono
+dunque il nuovo proprietario e credo di aver fatto un discreto
+contratto. Siccome però io sono solo al mondo e non so davvero che
+farne del superfluo, così tu, Enrico, mi permetterai di dirti, che
+tanto la tenuta quanto questa casa, sono ancora cosa tua.
+
+--Ah, questo è troppo, marchese!--sclamò Enrico.
+
+E rimase interdetto, e non pensò di buttarglisi al collo, come avrebbe
+fatto chiunque altri, che non avesse avuto il di lui orgoglio nelle
+vene.
+
+Il marchese era, lo sappiamo già, un vero filosofo, e non si lasciava
+mai influenzare dall'amor proprio.
+
+Anche quella titubanza dignitosa, anzi superba, di Enrico, gli
+piacque; egli non s'adontò che il giovine conte fosse restìo ad
+accettare la sua donazione. Gli si avvicinò e gli disse:
+
+--Sei tutto tuo padre! Ma pensa che la Elisa ti ama....
+
+E additò la cara fanciulla che stava presso donna Eugenia.
+
+I di lei occhi, maravigliati, pieni di riconoscenza, intenti, inondati
+da una gioia che non lasciava più luogo a dubbio, stavano fissi in
+quelli del marchese.
+
+Ella si spiccò da sua madre, si slanciò con subitaneo moto verso di
+lui, gli prese la mano e sclamò:
+
+--Ah, come l'adoro lei, marchese. Come è buono! E questo valse
+all'Enrico come cento perdoni.
+
+* * * * *
+
+Io ho fiducia che il lettore mi dispensi volentieri dal riferire la
+storia retrospettiva del viaggetto affannoso di Enrico verso Parigi,
+in cerca di Nanà, che viaggiava invece verso la Piccola Russia, col
+principe Kuvaloff; come pure che egli non desideri ch'io gli debba
+descrivere la delusione di Rubieri, quando venne a pranzo e si trovò
+_pulita la bocca_. Nè come sia andata a finir la faccenda--che restò
+incruentissima del resto--fra Marliani e Cantis--nè a raccontargli del
+fallimento della Romea, inezie tutte che facilmente si sciolgono
+coll'imaginazione.
+
+* * * * *
+
+Quanto a Nanà, non stette più di un mese col principe Kuvaloff.
+Quand'egli cominciò a trattarla a furia di _knout_, essa cercò in Kiew
+un suo compatriota parrucchiere, che tornava in occidente, e si fece
+rapire da lui.
+
+* * * * *
+
+La sua fine è nota.
+
+Zola ci racconta, che essa morì di vaiuolo al _Grand Hôtel_ a Parigi,
+in quei giorni in cui i Francesi, ebbri di certezze gloriose, che
+dovevano mutarsi in disastri incredibili, passavano in folla sui
+_boulevards_ gridando in cadenza: _à Berlin, à Berlin!_
+
+* * * * *
+
+Molti lettori hanno il difetto di venir qui in fondo a cercare come
+vada a finire la panzana.
+
+Qui panzana vera non c'è stata. In ogni modo mi permettano di non
+accontentare questa loro illegittima curiosità.
+
+La contessa O'Stiary è oggi viva ancora? È dessa felice? È infelice?
+
+Chi lo sa?
+
+Mettiamo ch'ella sia infelice.
+
+L'è questa un'ipotesi che sbaglia di rado.
+
+Un ultima preghiera al lettore: Se non l'ha ancora letta, legga
+l'_Entratura_. Mi farà un gran piacere.
+
+
+
+FINE
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of Nana a Milano, by Cletto Arrighi
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK NANA A MILANO ***
+
+***** This file should be named 9302-8.txt or 9302-8.zip *****
+This and all associated files of various formats will be found in:
+ http://www.gutenberg.org/9/3/0/9302/
+
+Produced by Claudio Paganelli, Carlo Traverso, Charles
+Franks and the Distributed Proofreaders team. This book
+has been completed in cooperation with the Progetto Manuzio,
+http://www.liberliber.it We thank the "Biblioteca Sormani"
+di Milano that has provided the images.
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+
+Updated editions will replace the previous one--the old editions
+will be renamed.
+
+Creating the works from public domain print editions means that no
+one owns a United States copyright in these works, so the Foundation
+(and you!) can copy and distribute it in the United States without
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+set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to
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+Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you
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+subject to the trademark license, especially commercial
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+*** START: FULL LICENSE ***
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+THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE
+PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK
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+ address specified in Section 4, "Information about donations to
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+ License. You must require such a user to return or
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+that arise directly or indirectly from any of the following which you do
+or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
+work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
+Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.
+
+
+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
+electronic works in formats readable by the widest variety of computers
+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation information page at www.gutenberg.org
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
+
+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at 809
+North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887. Email
+contact links and up to date contact information can be found at the
+Foundation's web site and official page at www.gutenberg.org/contact
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
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+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
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+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit www.gutenberg.org/donate
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
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+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: www.gutenberg.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart was the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For forty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
+ www.gutenberg.org
+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
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+This eBook, including all associated images, markup, improvements,
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+the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org.
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+this eBook outside of the United States should confirm copyright
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+The Project Gutenberg EBook of Nana a Milano, by Cletto Arrighi
+
+Copyright laws are changing all over the world. Be sure to check the
+copyright laws for your country before downloading or redistributing
+this or any other Project Gutenberg eBook.
+
+This header should be the first thing seen when viewing this Project
+Gutenberg file. Please do not remove it. Do not change or edit the
+header without written permission.
+
+Please read the "legal small print," and other information about the
+eBook and Project Gutenberg at the bottom of this file. Included is
+important information about your specific rights and restrictions in
+how the file may be used. You can also find out about how to make a
+donation to Project Gutenberg, and how to get involved.
+
+
+**Welcome To The World of Free Plain Vanilla Electronic Texts**
+
+**eBooks Readable By Both Humans and By Computers, Since 1971**
+
+*****These eBooks Were Prepared By Thousands of Volunteers!*****
+
+
+Title: Nana a Milano
+
+Author: Cletto Arrighi
+
+Release Date: November, 2005 [EBook #9302]
+[This file was first posted on September 19, 2003]
+
+Edition: 10
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: US-ASCII
+
+*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK, NANA A MILANO ***
+
+
+
+
+
+
+
+
+Claudio Paganelli, Carlo Traverso, Charles Franks and the Distributed
+Proofreaders team.
+
+This book has been completed in cooperation with the Progetto Manuzio,
+http://www.liberliber.it
+
+We thank the "Biblioteca Sormani" di Milano that has provided the images.
+
+
+
+
+
+
+NANA A MILANO
+
+PER
+
+CLETTO ARRIGHI
+
+______
+
+EDIZIONE PRIMA
+____
+
+
+MILANO
+1880
+
+
+
+
+
+ENTRATURA
+
+
+Gli svegliarini critici dei nostri giorni sono tanto scorbellati, che
+se l'autore d'un libro non ha la precauzione di spiegarsi un poco, su
+cio che ha inteso di dire e di fare, va a rischio di sentirsene a dir
+delle belle.
+
+Per prima questione s'affaccia quella della scuola o del genere. Che
+ormai le panzane romantiche "fra il didascalico e il rompiscatole" a
+situazioni in sospeso, a caratteri tirati a pomice, e a personaggi
+tirati pe' capegli siano andate giu di moda e non piacciano piu
+neppure ai ragazzi non ci sara forse a negarlo altro barbassoro,
+fuorche un professore famoso per un certo suo _grido_.
+
+Dunque, se voi signori, che state per leggere siete di quelli che nei
+racconti dei fatti contemporanei amano i _babau_ della sospensione
+romantica e si compiacciono di non tirare il fiato se non dopo
+d'essersi bene assicurati che il fratello del figlio, del nipote,
+della cognata, del protagonista e appunto il padre dello zio, del
+genero del cugino, dell'eroina, e vogliono che l'intreccio incominci,
+si complichi e si sciolga col finale trionfo di tutte quante le virtu
+e col suo bravo castigo di tutte quante le colpe, se voi, dico, avete
+di queste fisime felice notte.
+
+Oggidi, mi duole il dirlo, tutto va a rovescio di quella conclusione,
+giacche le virtu che trionfano e le colpe che si castigano sono cose
+lasciate tutte all'altro mondo.
+
+Dunque _realismo_!
+
+E realismo vuol dire verita, vuol dire ricerca di cio che veramente
+succede, sia pur doloroso e brutto; vivisezione, fisiologia
+palpitante, studia della vita quale essa si mostra, senza rispetti
+umani e senza reticenze.
+
+Chi scrive _Nana a Milano_ ormai non ammette in arte che il realismo;
+giacche egli segue il suo tempo e nelle cose dell'oggi vede appunto la
+inesorabile verita, che fattasi iconoclasta, abbatte dovunque le
+imagini della finzione romantica: il cattolicismo e distrutto dal
+libero pensiero, la bibbia e annientata dalla scienza, la filosofia e
+sconfitta del positivismo, la pittura dalla fotografia, la scultura
+dalla galvanoplastica, la musica dall'aritmetica. Vedete persino sul
+palcoscenico le illusioni che bastavano ai nonni come cedono il posto
+ai simulacri della realta: ai gabinetti e ai salotti dipinti a
+prospettive ed a scorci si sostituirono dei gabinetti e dei salotti
+reali, per mezzo delle scene parapettate; alle cascate d'acqua fatte,
+una volta, di tela d'argento girante sul rotolo, si sostituisce
+l'acqua vera, cadente dall'alto e spruzzante le gambe delle
+ballerine... che magari non sono _reali_ del tutto!
+
+Se non che e noto che ci sono due modi molto diversi di fare del
+realismo: c'e il realismo decente e c'e l'indecente. C'e il realismo
+decente nella forma, indecente nella sostanza, e c'e il realismo
+decente tanto nell'una che nell'altra. Tutta quanta la morale
+femminile della nostra societa frolla e senza convinzioni molto fisse,
+risiede ormai nella decenza. In questa parola sta appunto anche
+l'avvenire della nuova scuola naturalista, tanto osteggiata da chi non
+l'ha ancora capita, e tanto compromessa da chi nella forma non ha
+saputo trovare il giusto mezzo fra la verita nuda e cruda e la
+desiderata decenza.
+
+Le trivialita, le bassezze, le turpitudini, le laidezze e le miserie
+umane--le quali in passato furono lasciate indietro da tutti i
+romantici, come cose da non svelarsi--devono essere portate in
+pubblico, chiarite, discusse, sviscerate una buona volta, perche
+servano di leva al rimedio di ammaestramento, agli ingenui, di castigo
+e di flagello ai viziosi.
+
+Tutto sta dunque a saperle svelare con decenza.
+
+Emilio Zola, che e pur sempre decente _nella forma_, ci presento in
+Nana una donna che _nella sostanza_ non lo poteva essere del certo.
+Puttana sbracata, rotta ad ogni turpitudine, in un ambiente di cinismo
+e di depravazione, per conservarsi vera, e reale doveva riuscire per
+forza molto indecente.
+
+Ora se, partita da Parigi e capitata per caso a Milano sullo scorcio
+del 1869, la Nana di Zola si fosse conservata tale e quale ce l'ha
+presentata il romanziere francese, io dal canto mio non avrei fatta
+certamente la fatica di ricominciarne la storia da lui lasciata a quel
+punto in sospeso.
+
+Non l'avrei fatto, ancorche avessi potuto pensare che per quanto essa
+fosse rimasta la stessa sgualdrina, pure le differenze di ambiente, di
+influssi, di contorni di conoscenze dovevano dar luogo ad altrettante
+differenze di linee, di tinte, di chiaroscuri e di avvenimenti.
+
+Ma Nana giunta a Milano non era piu ne poteva essere piu la stessa
+donna ch'ella era a Parigi. Io l'ho conosciuta nei pochi mesi che
+stette nella mia citta, l'ho studiata e ho trovato che il mutamento
+avvenuto in lei era cosa degnissima di studio attento e profondo, e
+che il mondo milanese, che s'aggirava intorno a lei sarebbe stato un
+vero peccato mortale se lo si fosse trascurato e non si fosse pensato
+da alcuno a portarlo innanzi ai lettori fotografato e caldo in una
+fisiologia di costumi contemporanei.
+
+Quella _cocotte_ francese, sfinge non egiziana metteva tanta
+suddizione e pur tanta concupiscenza nel cuore di certi nostri giovani
+i quali colle dame e colle crestaie concittadine si mostravano
+audacissimi, e ha dato una tinta cosi speciale ai fatti; della vita
+milanese e ai caratteri delle persone colle quali ebbe a che fare, nei
+pochi mesi di sua residenza, che bisognerebbe essere proprio un
+balordo per non cavarne un libro interessante.
+
+In quanto a lei, chi avrebbe detto che nel nuovo ambiente milanese,
+dovesse apparire assai diversa da quello che ce l'ha descritta e
+tramandata lo Zola!
+
+Nessuna donna forse ebbe piu di Nana le doti che si attribuiscono al
+camaleonte; nessuna piu di lei sapeva trasmutarsi da un giorno
+all'altro, e da abbietta cortigiana diventar magari una signora
+rispettata e superba.
+
+Ed ecco perche a me e venuto il grillo di ripigliar da Zola istesso
+questa donna stranissima, che riusci a miei occhi un tipo unico di
+figlia di Eva del nostro tempo, un problema di isterismo a freddo, una
+personificazione dello spirito scacciapensieri, una sintesi di
+puttanesimo rapace, un'epopea: di calcolato disinteresse, un campo
+aperto di capricci, di estri, di fantasie, di voglie, di brame, di
+vanita, di ambizioni, di vaneggiamenti, di simpatie, di antipatie, di
+libidini, di freddezze, di affetti, di passioni in continua
+contraddizione con se stessi; anzi in continua ribellione fra loro, un
+tipo di avarizia, un mostro di prodigalita, un ecatombe di
+_toilettes_, un entusiasta del risparmiare, un apoteosi di
+poltroneria, un prodigio di attivita, un iperbole di egoismo, un
+miracolo di buon cuore, una iena pazza di ferocia, un'incapace di
+veder soffrire una formica, una capace di ripetere con Brillat Savarin
+che in una tal salsa avrebbe mangiato volentieri suo padre!
+
+Un ultimo avvertimento, perche io bramo sopratutto di essere sincero.
+
+Qualche lettore, in questo mio nuovo studio della vita milanese
+contemporanea, trovera delle scene che non gli giungeranno
+sconosciute. Un episodio infatti di _Nana a Milano_ mi servi gia a
+scrivere una commedia che ebbe lieto successo sul teatro milanese.
+Alcuni altri frammenti io pubblicai prima d'ora, in qualche giornale
+italiano e non riusciranno nuovissimi a chi per caso li avesse gia
+letti in que' periodici. Io non saprei dir a questi signori se non che
+oggi li ritroveranno, se non foss'altro, sotto la loro vera luce e al
+loro posto preciso.
+
+Chi poi credesse di trovare in questo libro, un dramma giudiziario
+_con simulazione di parto_, che levo rumore grandissimo in questi
+giorni, si pulisca la bocca.
+
+CLETTO ARRIGHI.
+
+Milano, 20 giugno 1880.
+
+
+
+
+I.
+
+
+Nell'ottobre del 1866, moriva in Milano di pneumonite il vedovo conte
+Guglielmo O'Stiary dopo una fiera malattia di cinque giorni. Lasciava
+un milione al suo unico figlio Enrico, di passa vent'anni, col patto
+espresso nel testamento, ch'egli non potesse andar in possesso
+assoluto e dispotico della sostanza se non compiuti i ventiquattro,
+come portava la legge cho vigeva al tempo degli Austriaci.
+
+In caso che l'erede avesse voluto fare opposizione al testamento il
+severo babbo lo privava di tutto, e sostituiva nella eredita: _il
+Sacro Cuore di Gesu_.
+
+I titoli per diseredare suo figlio Enrico, secondo lui, non mancavano.
+Egli era fuggito dal collegio dei Barnabiti, adolescente ancora, per
+correre a combattere gli Austriaci con Garibaldi. Egli si mostrava
+irreligioso e liberale. Egli sarebbe riuscito, senza alcun dubbio,
+prodigo e dissoluto.
+
+Il conte Guglielmo O'Stiary discendeva da una famiglia irlandese molto
+cattolica, stabilitasi a Milano nel secolo decimosesto.
+
+Enrico O'Stiary ricevette la notizia della malattia mortale del babbo,
+quando questi era gia spirato. La campagna contro gli Austriaci era
+finita. Chiese ed ottenne il congedo e parti, sperando di rivedere
+ancor vivo l'autore de' suoi giorni, che egli amava in cuor suo di
+grande e profondo affetto, malgrado la di lui severita piuttosto unica
+che rara. Quando giunse a Milano trovo che suo padre era gia stato
+seppellito da una settimana.
+
+E intanto l'esecutore testamentario, don Ignazio Martelli, di lui zio
+materno, aveva gia pensato in fretta ed in furia a praticare certe
+operazioni e certe riduzioni nell'appartamento, nella cucina e nella
+scuderia, dalle quali si riprometteva di aumentare il reddito del
+pupillo di una mezza dozzina di mille lire all'anno. Il conte padre,
+anche dopo la morte della contessa sua moglie, e la partenza di Enrico
+per il collegio, non aveva mutati d'un pelo l'ordine e l'ampiezza
+dell'aristocratica magione. Ma ora? Che cosa avrebbe dovuto farne
+l'Enrico di sedici stanze? "Troppa grazia a sant'Antonio!", Fece
+dunque appiccar all'imposta del portone il suo bravo cartello col _da
+affittarsi al presente_, e dopo sei ore ebbe, il piacere di vedere,
+come disse lui, _bruciato via_ l'appartamento e invaso da stranieri.
+
+La creatura, che si dava maggiore affanno in palazzo, era la
+guardarobiera: una vecchia che chiamavano _la balia_, che aveva
+allattato il conte Guglielmo e portato in braccio il contino. Oh il
+suo non era certo _l'affacendato ozio_ dei _Ritratti Umani!_ Con che
+amore la buona donna mise in ordine il quartierino, che il tutore
+spilorcio aveva lasciato al di lei caro Enrico! Con che cura gli
+preparo la biancheria e fece rimetterle cortine alle finestre e gli
+forni dell'occorrente la teletta, e dispose qua e la nelle camere dei
+fiori appena colti.
+
+--Le pare, marchese, ch'egli sia alloggiato come un principino?--disse
+la signora Eugenia Martelli al marchese d'Arco, uscendo insieme dalle
+stanze destinate al giovine ereditiero.--Per dire la verita queste
+sono le camere migliori del vecchio appartamento. Che ne dici tu
+Elisa?
+
+La Elisa, una fanciulla di poco piu che quindici anni, una rosa thea
+appena sbucciata, una bellezzina molto _distinta_, con occhioni e
+denti da sbalordire, rispose con una piccola smorfia, un _umh!_ che
+voleva come dire "per l'Enrico ci sarebbe voluto ben di piu!"
+
+--Io sono certo pero,--disse il marchese d'Arco,--che l'Enrico avra
+gran dispiacere di vedere affittate cosi subito e a della gente
+ignota, le camere dove tien raccolte le memorie della sua infanzia....
+
+--Se sapesse quante volte ho detto anch'io questa cosa a mio marito!
+Non e vero Elisa?
+
+--Si, certo; ma il babbo non vedeva che la necessita di cavare di piu
+dal palazzo.
+
+--La casa de' suoi maggiori,--riprese con grande nobilta il marchese
+d'Arco--va tenuta da conto e il lasciarla invadere dal primo che
+capita e un mancarle di riguardo.
+
+--Che vuole marchese? Lei sa bene che mio marito non le ha mai capite
+certe delicatezze.
+
+--Come!--domando questa volta ingenuamente l'Elisa.--Il babbo non ha
+mai capite le delicatezze?
+
+--Zitta Elisa--disse la madre stringendo, nel suo il braccio di sua
+figlia. Poi di nuovo al marchese:
+
+--Del resto l'Enrico sara, come si dice, in famiglia. Tra il suo
+quartierino il nostro non c'e di mezzo che l'anticamera e questa sala
+in comune.
+
+--E noi per far tutto questo tramestio,--disse la Elisa mostrando un
+gran dispiacere nella voce--abbiam dovuto cambiare alloggio anche noi
+e andare verso il giardino.
+
+--Povera ragazza, guarda mo,--fece ridendo il marchese d'Arco--dover
+cambiare alloggio!
+
+--E non abbiamo tenuta neppur una straccia di finestra verso strada.
+
+--Ah capisco ora! Neppur una straccia di finestra verso strada!
+
+--Stare sul Corso e non poter andare al balcone, la mi concedera
+marchese che e una condanna.... Io non ho che il giardino da vedere.
+
+--Ma il giardino ha anch'esso i suoi meriti! replico il marchese
+sorridendo.--Questa primavera vedrai a sbucciar i fiori, a spuntar
+l'erba, a fiorire i tulipani.
+
+--E vero,--sclamo la Elisa,--ma a me sarebbe piaciuto di piu il poter
+vedere fiorir le rose in giardino....
+
+--E spuntar i tulipani sul Corso?--domando ridendo il marchese.
+
+E, quasi per farsi perdonare la facezia un po' ardita, soggiunse
+subito:
+
+--Basta! Non vedo l'ora di abbracciarlo quel caro ragazzo!
+
+--Oh marchese!--sclamo la fanciulla.--Ora non e piu tanto un ragazzo.
+Ha quasi ventun anni ora. Cinque piu di me.
+
+--E vero! Sono tre anni ormai ch'io non lo vedo piu.
+
+--E che ne dice marchese di quel barocco d'un testamento di suo
+padre?--domando la signora Martelli.
+
+--Che vuole mai che le dica, cara signora? Quel povero conte Guglielmo
+era fatto cosi. Una testa debole, che non calcolava mai gli effetti
+delle sue azioni; pur di assecondare i moti dell'animo dispotico e
+pieno di ghiribizzi egli non badava a nulla.
+
+--Ah, lei lo deve sapere, che fu tanto amico della povera contessa!
+
+Il marchese mise un sospiro, e quasi per stornar l'attenzione da
+quella frase, ripiglio:
+
+--A che ora crede lei che potra arrivare l'Enrico?
+
+--Io dico che sta per arrivare fra mezz'ora--sclamo la fanciulla.--Lo
+sento qui!--E poso la destra sul cuore.
+
+--Ma zitto Elisa!
+
+--La lasci dire. E cosi bella l'ingenuita a quindici anni.
+
+--E quattro mesi!--sclamo la Elisa.
+
+--Oh, ma non la creda poi tanto ingenua, sa?--fece ridendo la
+madre.--E un capetto, mah!
+
+--Senti Elisa? Tua madre dice che sei un capetto.... mah!
+
+--Miracolo che questa volta non abbia aggiunto anche l'ameno!
+
+Il marchese rideva.
+
+--Dunque io ripassero stasera,--soggiunse egli--e se l'Enrico
+arrivasse prima, gli dica di venir subito da me a farsi vedere. _Sans
+adieux_. E tu Elisa ricordati di voler un po' di bene anche a questo
+povero vecchio che te ne vuol tanto!
+
+--Oh, anch'io, anch'io, caro marchese,--rispose con espansione sincera
+la fanciulla.
+
+--Ora andiamo a vestirci subito,--disse la madre quando il d'Arco fu
+uscito,--che non abbiamo tempo da perdere se non vogliamo salare la
+messa.
+
+* * * * *
+
+La Elisa era un capetto davvero.
+
+Un tipo di fanciulla piu simpatica, piu piccante, piu piacente di lei
+non lo si potrebbe imaginare facilmente.
+
+Dove diamine la signora Eugenia ed il notaio Martelli fossero andati a
+pescar tanto spirito, per dare vita a quella loro creatura, e un
+mistero! La signora Eugenia era infatti una eccellente madre, una
+buonissima donnetta, una moglie irriprovevole, ma sgraziatamente
+peccava assai nel fisico; quanto al padre era sgraziato nel fisico e
+nel morale.
+
+La Elisa appariva come la perfetta antitesi de' suoi genitori. Sua
+madre era piuttosto piccola e tozza, Elisa era slanciata e svelta come
+un giunco odorato. Sua madre era scarsa d'ingegno; sua figlia un
+genietto. Suo padre era taccagno e di idee ristrette; la Elisa era una
+socialista spiegata senza sapere di esserlo. Forse di lei s'avrebbe
+potuto dire, come della maggior parte dei figli unici, ch'era un
+_enfant gate_. La mamma, le aveva sempre voluto troppo bene, le aveva
+fatte buone le innumerevoli fantasie, l'aveva sempre accontentata in
+ogni capriccio e baciucchiata troppo. Ma le madri che amano assai non
+ci sentono da questo orecchio. Quanto non si e detto contro il
+soverchio amore di certe madri? Ai fanciulli esse parlano
+incessantemente e quasi esclusivamente del bel musino, del bel
+vestitino, delle belle scarpette, e li baciano tutto il santo giorno
+con tali frenesie di tenerezza, che spesso i bimbi ne scoppiano in
+pianto. Cari e santi baci quei delle madri! Ma non pensano desse che,
+a lungo andare, anche quei baci riescono fatali, giacche stimolando
+senza posa nei bimbi la delicata innervazione, sviluppano in essi una,
+per quanto inavvertita, troppo precoce sensualita. Amorevole, ma
+fatale stupro materno, che gia rende colpevole l'adolescenza prima che
+essa abbia cessato di esser innocente!
+
+Le madri romane si guardavano bene dall'insegnare la volutta del bacio
+alle loro figliuoline. E quando alcuno lodava la bellezza d'una loro
+figlia in faccia a lei stessa, quelle madri nobilissime usavano di
+metter la punta del dito medio sulla lingua e di toccar con quella la
+guancia dell'adulata quasi a purgarla col materno amore da un
+maleficio straniero.
+
+La Elisa aveva tra le altre cose una voce che agiva voluttuosamente
+sulla corda sensibile dell'udito. Nessuno ha mai ascoltato le arpe
+eolie, ma chi ha sentita la voce di Elisa Martelli, giura che non la
+cambierebbe con quella di un'arpa eolia.
+
+E il sorriso?
+
+S'ha un bel dire, ma dinanzi al realismo della bellezza e della
+gioventu restano eterne e immutabili anche le ispirazioni romantiche,
+alle quali fummo allevati. Elisa quando rideva, rideva tutta, come
+disse il Dossi, e s'avrebbe detto che facesse una luce maggiore
+intorno a se, giacche, il di lei sorriso alleandosi al nitor dei denti
+e lampeggiando nelle pozzette delle guancie e raggiando fuori collo
+splendor degli occhi pareva davvero la circondasse di una gioiosa
+aureola, che e luce appunto e delle piu lucenti!
+
+Queste doti, gia s'intende, preziose per tutti erano difetti per
+quella lesina di suo padre. Egli avrebbe amato tanto una figlia
+belloccia si... non dico! ma che avesse avuto il suo quietismo nel
+sangue, che andasse in cucina a sorvegliar la cuoca, che facesse tutti
+i rimendi alla biancheria e rivedesse i libretti della spesa. Ma non
+c'era verso, e la mamma su questo la difendeva a spada tratta e
+qualche volta la si permetteva di ricordare al marito una certa loro
+speranza, sorta si puo dire il giorno stesso della nascita della
+bambina e nutrita religiosamente in famiglia:
+
+--Pensa poi che la Elisa deve essere contessa e milionaria!
+
+Era la frase sacramentale, che metteva ogni pace e ogni buon umore in
+quella casa.
+
+* * * * *
+
+Il contino arrivo, come aveva presentito la Elisa, mezz'ora dopo,
+mentre le donne erano a messa.
+
+Monto quattro a quattro i gradini dello scalone, che non aveva
+riveduto da circa tre anni e tiro il campanello all'uscio di casa sua.
+
+Il servitore che venne ad aprirgli non lo conosceva punto.
+
+--Chi cerca di grazia il signore?
+
+--Il notaio Martelli e in casa?--domando Enrico con un mesto sorriso.
+
+--No signore,--rispose l'altro,--il signor cavaliere Martelli e
+uscito.
+
+Enrico si fece conoscere. Entro, ando difilato alla camera dove era
+morto suo padre, e vi si rinchiuse. Poi mezz'ora dopo cogli occhi
+rossi di pianto, si fece portar nascosto in una carrozza al cimitero
+per visitare il luogo dov'era stato sepolto.
+
+Di ritorno a casa Enrico trovo il notaio Martelli suo tutore, che lo
+aspettava per abbracciarlo.
+
+Prima che questi tornasse a casa dal cimitero, il notaio avendo udito
+dal portiere, come il contino fosse arrivato, era salito frettoloso le
+scale, ed entrato in anticamera:
+
+--Dov'e dov'e questo ragazzo?--aveva sclamato, non pensando che il
+ragazzo s'era fatto ormai un uomo di quasi ventun'anni.
+
+--E andato al cimitero--gli rispose il servitore.
+
+--Ah, povero figliuolo!... E vero! Bravo, bravo!
+
+Cosi dicendo, attraverso l'anticamera ed entro in uno studio attiguo,
+dove era solito stare qualche ora del giorno a sbrigare le faccende
+della tutela.
+
+--Di un po'--ruppe a dir egli quando fu seduto allo scrittoio rivolto
+al Leopoldo--sei stato dal Saulino?
+
+--Si, signor cavaliere.
+
+--Cosa ti disse?
+
+--Che verra qui lui dopo pranzo.
+
+--E dal Sala?
+
+--Anche.
+
+--E quello che cosa ti rispose?
+
+--Mi disse che ora non ha voglia di comperare carrozze usate. Ma
+stamattina e stato qui un signore a vederle in rimessa e ha fatto
+un'offerta.
+
+--Quanto?
+
+--Mille lire.
+
+--Non c'e male. Si puo cederle a questo prezzo, mi pare.
+
+--La scusi signor cavaliere se metto il naso anch'io in questa
+materia. E solo per avvertirla che lo _steage_ e quasi nuovo, perche
+l'ha fatto fare l'anno scorso il signor conte e l'ha adoperato non piu
+di otto volte in tutto l'anno.
+
+--Ebbene?
+
+--Ebbene dico che si potrebbe tenerlo, ora che e arrivato il signor
+contino. E un legno del buon genere.
+
+--Che cosa? Buon genere? Bagattelle! Quest'e una parola inventata
+adesso. A' miei tempi non si parlava punto del buon genere.
+
+"Sicuro. Quando regnava Carlo V" penso tra se il Leopoldo.
+
+--Io di carrozza non me ne intendo una maledetta--continuo il
+notaio--ma se questo _steage_ e quel demonio di un carrozzone coi
+sedili fin sull'imperiale come una diligenza....
+
+--Si, si, proprio quello!
+
+--Allora ti dico addirittura di mettere da parte il pensiero, perche a
+trascinare quella macchina non ci vorranno meno di due cavalli....
+
+--Come due! La dica pur quattro.
+
+--Figuratevi! No, no, no, vendiamolo subito.
+
+--Lei signor cavaliere vorrebbe forse che il signor contino tenesse
+meno di quattro cavalli in scuderia?
+
+--Ma che quattro, ma che tre, ma che due!--sclamo il notaio
+vivamente.--Adesso so che e di gran moda un legnettino leggero da un
+cavallo solo. Tanto piu per un giovinetto della sua eta. Bagattelle,
+anche troppo!
+
+--La mi scusi don Ignazio--disse il palafreniere con voce
+insinuante--ma anche volendo tenere un cavallo solo da tiro ce ne
+vorra sempre almeno uno di cambio e uno da sella.
+
+--Ma che cambio, ma che sella!--sclamo il notaio inviperito.--Il
+cambio e perfettamente inutile, perche se quell'altro fa il suo
+servizio bene, il cambio resterebbe in stalla a mangiar fieno e biada
+a tradimento. E quanto a quello da sella si puo _scusare_ con un
+cavallo a doppio uso.
+
+"Bazzica!" penso il Leopoldo. "Come il curato di Cilavegna!"
+
+E non disse piu nulla, giacche comincio a mulinare come qualmente per
+rubare la biada ad un cavallo solo non gli sarebbe piu convenuto di
+star in quella casa,
+
+--Dunque?--domando il notaio.
+
+--Ma ecco, se il signor cavaliere mi permette di parlare.
+
+--Te lo permetto.
+
+--Le faccio presente che se il cavallo a doppio uso si ammalasse....
+
+--Oh, allora poi, bagattelle, si va un po' anche a piedi... _pedibus
+calcantibus_.
+
+"Ah sicuro!" pensava fra se quello scorbellato di Leopoldo, "un bel
+paio di scarpe nuove e avanti."
+
+--Io sono bene andato a piedi tutta la mia vita!--riprese il notaio.
+
+"E si, che e un cavaliere!" pensava l'altro.
+
+--Se poi il mio signor pupillo non volesse proprio degnarsi di andar a
+piedi ci sono sempre dei buoni omnibus a dieci centesimi.
+
+"Ma si, guarda me! Non ci pensavo. Ci sono questi omnibus?
+Adoperiamoli."
+
+--Qualche volta ci vado anch'io in omnibus; non pero quando non ho
+fretta, perche allora arrivo prima colle mie gambe.
+
+--Lei e il padrone!--conchiuse Leopoldo.--Faccia lei.
+
+--Sicuro che debbo far io--sclamo il notaio.--Anzi, ti avviso di non
+mettergli in testa all'Enrico delle fisime inutili. L'economia e la
+madre di tutte le virtu, e quando un solo cavallo puo far il servizio
+di tre, non saprei come possa venir in testa ad un cristiano di
+tenerne tre invece di un solo. Questi cavalli a doppio uso ci sono o
+non ci sono? Saranno ben stati inventati per qualche cosa, io credo?
+Adesso chiama la balia, che mi deve dar la nota della spesa della
+guardaroba.
+
+* * * * *
+
+Chi era la balia?
+
+Poco prima che il notaio arrivasse a casa, una vecchia sbacando fuori
+da una scaletta interna, che metteva nelle cucine del palazzo, aveva
+sclamato tutta intenerita:
+
+--Oh, ch'io lo veda questo mio signor contino, ch'io lo stringa ancora
+una volta al seno prima di morire.
+
+Il palafreniere, che aveva condotto il padroncino nella camera del
+conte padre, pose l'indice attraverso le labbra e additando alla balia
+la stanza dove era entrato Enrico, aveva risposto:
+
+--E la dentro e non vuol essere disturbato. Piange.
+
+--Povero ragazzo!--sclamo la balia con amore.--Staro qui ad
+aspettarlo.
+
+Cosi detto si adagio, trasse di tasca la corona e comincio a
+biascicare orazioni.
+
+Ma il palafreniere non le lascio il tempo di finire il _panem nostrum
+quotidianum_, che le domando:
+
+--Voi balia che dovete esser vecchia di casa....
+
+--Altro che vecchia di casa!--interruppe questa.--Io sono nata nel
+castello dei conti O'Stiary, ed erano gia sessantanove anni che ci
+stavo prima di venir giu a Milano. Io ho allattato il povero conte
+Guglielmo che e morto or ora; e sono stata la balia secca del contino
+Enrico.
+
+--Tanto meglio! Io volevo domandarvi conto di questo signor marchese,
+che e venuto un'ora fa a a vedere se il contino era arrivato.
+
+--Il marchese d'Arco?
+
+--Sicuro. Mi pare di aver capito ch'egli abbia un grande attacco pel
+giovinetto che deve arrivare, e m'e passato per la testa, cosi per
+dire a dire, che egli fosse stato l'amante della mamma.... Si sa bene!
+
+La balia levo lentamente la testa canuta, con un fiero rimprovero
+negli occhi:
+
+--Dica, signor Leopoldo; la si ricordi che non e di moda in questa
+casa il fare dei giudizii temerarii. La contessa Irene era una santa
+donna e il bene che il signor marchese le voleva era come quello che
+noi altri cristiani vogliamo alla Madonna.
+
+--Tanto peggio per lui!--rispose cinicamente il palafreniere.
+
+Leopoldo fece entrare la vecchia e don Ignazio stava per interrogarla,
+quando s'intese il campanello dell'uscio d'ingresso e poco stante
+comparve sulla soglia dello studio il giovinetto conte.
+
+Vedendo la balia, la quale si era voltata al rumor dell'uscio che
+s'apriva, Enrico le corse incontro, colle braccia tese e le salto al
+collo.
+
+--Oh Teresa, la mia buona Teresa, quanto tempo che non t'ho
+abbracciata!
+
+Ma poi vedendo il suo tutore, che s'era levato dallo scrittoio e gli
+si avvicinava colle braccia protese, si stacco dalla balia e ando con
+premura verso di lui.
+
+--Scusami, caro zio, se il mio primo saluto fu per la Teresa, che mi
+ha veduto nascere e che mi ha portato tanto in braccio.
+
+La balia si asciugava col lembo del grembiale i luciconi.
+
+--E naturale, caro Enrico--disse il tutore--Guarda che l'hai perfino
+fatta piangere di consolazione.
+
+--La m'ha scusare--fece la balia, colla voce ancora fra le lagrime--ma
+non avrei potuto far di meno, e ora posso morire contenta. Avevo tanta
+paura di morire prima di poterla rivedere.
+
+--Ma ho da sentir di peggio?--disse Enrico alla vecchia.--Dammi subito
+del tu come mi hai sempre dato in castello.
+
+--Ah caro lei, adesso e impossibile signor conte. Adesso lei e un
+uomo.
+
+--No, no, non importa. Ti comando espressamente di trattarmi ancora
+come pel passato.
+
+Poi si volse al tutore.
+
+--Ma sicuro che mi sei diventato un uomo!--sclamo questi,--tu mi mangi
+la torta in capo ora. Bravo, bravo! Bene bene! E dimmi un poco. Hai
+gia vedute le mie donne?
+
+--No,--rispose Enrico,--non mi ero ancora mosso dalla camera del
+povero babbo.
+
+--Sono andate a messa,--disse la balia.--La signorina Elisa non vede
+l'ora di vederla,--aggiunse ella sottovoce, mentre il notaio s'era
+voltato.
+
+--A proposito,--ripiglio questi--tu l'avrai gia sentita la santa
+messa?
+
+--La messa? Ma no, a dirti la verita. Sono arrivato di buon mattino,
+ho viaggiato tutta notte... non saprei neanche dove avrei potuto
+averla sentita.
+
+--Bene, bene, per questa volta...! Oh, dimmi un poco, tu forse non
+avrai con te altri abiti che questi che hai indosso, non e vero? In
+ogni modo ti abbisogna un vestito di lutto.
+
+--Sicuro! Quando il colonnello mi disse che il babbo era moribondo e
+mi lascio partire, fu tale la mia fretta che non ho neppure fatta la
+valigia della biancheria. Ora bisognera provvedere subito a tutto,
+altrimenti non potrei uscir di casa.
+
+--Leopoldo,--disse il tutore al palafreniere,--andate ad avvisare il
+mio sarto che venga qui subito.
+
+--Il suo sarto?--domando Leopoldo con ironia.--Il portinaio di
+casa...?
+
+--Ma si, ma si, il mio sarto,--replico don Ignazio,--ci vuol tanto?
+Andate.
+
+Poi, rivolgendosi all'Enrico continuava:
+
+--Non e certamente uno dei primi sarti di Milano, ma e bravino e mi e
+tanto raccomandato dal preposto della parrocchia. E poi, e tanto
+discreto nei prezzi. Vedi quest'abito?--Cosi dicendo voltava al
+contino le spalle per mostrargli una palandra, verdolina sgualcita sui
+gomiti, che gli faceva delle pieghe da tutte le parti.--Mi sta
+abbastanza bene, n'e vero? Ebbene, indovina un po' quanto me lo ha
+messo fuori, compreso stoffa, fodere, bottoni, guarnizioni,
+spedizioni, tutto insomma?
+
+Enrico conosceva a un dipresso l'umore di suo zio e non fu sorpreso da
+quella domanda. Si die' a ridere; pero rispose:
+
+--Caro il mio zio, non me ne intendo davvero,
+
+--Ma perche ridi? Sono cose molto piu serie di quello che tu imagini.
+Me lo ha fatto pagare ventinove franchi. E nota che l'ho gia fatto
+voltare e rivoltare.
+
+Enrico era un po' sulle spine. Tutta questa roba gretta, spilorcia,
+sordida gli faceva provare una specie di angoscia nervosa. S'intese il
+campanello.
+
+--Saranno le mie donne,--disse il notaio.--Vedrai, vedrai anche la mia
+Elisa che hai lasciata colle vesti al ginocchio, come si e fatta
+grande e donna.
+
+Enrico arrossi. Il nome di Elisa gli aveva dato un tuffo nel sangue.
+
+Erano infatti la signora Eugenia Martelli e la Elisa che tornavano
+dalla messa.
+
+* * * * *
+
+Enrico ed Elisa, primi cugini per parte della madre, erano cresciuti
+insieme e si erano anche picchiati qualche garontolino giuocando a
+moscacieca nelle anticamere dell'avito palazzo. Enrico quasi non la
+riconosceva piu, tanto s'era fatta grande, bella e vistosa uscendo
+dall'eta ingrata.
+
+I saluti, le condoglianze, le frasi scambiate fra di loro son tutte
+cose che il lettore intelligente imagina da se. Elisa negli occhi, nel
+sorriso, nel colorito del viso, bello e innocente, mostrava una
+felicita cosi sincera e grande, che non c'era da sbagliarsi. Povera
+fanciulla! Ella s'era avvezzata gia da qualche tempo a considerare
+apertamente il contino come il suo amante, come il suo futuro sposo.
+Era una cosa quasi convenuta in famiglia. Sua madre e la balia glielo
+ripetevano spesso. La balia qualche volta, non ridendo, la chiamava
+contessina. La mente dell'Elisa, per non dir ancora il suo cuore, era
+piena dell'imagine di Enrico, bello, giovine, conte, simpatico, ricco.
+Perche non l'avrebbe essa desiderato per marito?
+
+Del resto l'Elisa non ne sapeva nulla piu in la!
+
+Dopo una mezz'ora di condoglianze, di domande, di risposte, di
+progetti, di spiegazioni la signora, Martelli fece all'Enrico
+l'ambasciata del marchese d'Arco.
+
+--Ci vado subito dal povero vecchio. Mi vuol sempre tanto bene?
+
+--Oh si,--disse la Elisa,--come tutti, del resto.
+
+La madre diede a sua figlia uno sguardo significante.
+
+Di li a poco la signora Martelli domando a suo marito se aveva pensato
+di invitare l'Enrico a pranzo.
+
+--C'e anche Aldo Rubieri, che desidera di conoscerlo.
+
+--Non faceva pero bisogno d'invitarlo,--rispose don Ignazio,--dove
+vuoi che vada a pranzare oggi se non e con noi?
+
+--Aldo Rubieri, il bravo scultore?--domando Enrico.
+
+--Lui! Io gli faccio tutti i suoi affari,--rispose il notaio.
+
+--Oh! bravo, bravo, pranziamo insieme--aveva sclamato intanto l'Elisa
+battendo le palme una contro l'altra.
+
+Ma l'esplosione di gioia erasi troncata di botto perche ella aveva
+incontrato di nuovo lo sguardo severo di sua madre.
+
+* * * * *
+
+--Non vuoi proprio dunque imparare a dissimulare un poco i tuoi
+sentimenti?--le diss'ella quando furono sole.
+
+--Ma che cosa ho fatto poi? Non m'hai detto tu stessa qualche volta
+che sono destinata ad essere la sua sposa?
+
+--Certo--disse la madre--ma se vuoi che egli prenda molta stima di te,
+e necessario....
+
+--Ch'io finga di non volergli bene?--interruppe l'Elisa.
+
+--Non dico questo.... Tu sei sempre estrema nelle tue frasi. E poi
+pensa che c'e tempo. Egli non ha che ventun'anni. Figurati quanti ne
+devono passare ancora prima ch'egli abbia l'eta conveniente per
+sposarti.
+
+--Ah, non troppo poi!--sclamo l'Elisa con un adorabile atto di
+sorpresa--io ne ho quasi sedici, sai mamma, e fra quattro anni saro
+gia vecchia perche ne avro venti.
+
+--Oh!--sospiro la madre alzando gli occhi alla soffitta,--esse credono
+di esser gia vecchie a venti anni!
+
+* * * * *
+
+Un lungo colloquio ebbe luogo piu tardi fra il marchese d'Arco e il
+giovine conte, che era andato in quella stessa giornata a cercare di
+lui.
+
+--Tu sai come ti ha trattato tuo padre?--gli domando il marchese
+fissando negli occhi il giovine con molta attenzione.
+
+Enrico piego leggermente il capo sul petto e rispose:
+
+--Si.
+
+--E quali sono le tue intenzioni in proposito?--domando il marchese
+con una leggerissima emozione nella voce. Tu fra poco in faccia alla
+legge sarai maggiorenne.
+
+E il suo sguardo nelle pupille di Enrico raddoppiava d'intensita. Era
+ansioso.
+
+--Io voglio rispettare religiosamente la volonta di mio
+padre,--rispose il giovane alzando la testa con molta naturalezza.
+
+Il viso pallido del marchese, si illumino; gli occhi gli si
+inumidirono. Allungo le braccia e attiro al petto il giovine conte,
+che non sapeva spiegarsi bene il perche di tanta tenerezza.
+
+A lui pareva una cosa tanto naturale quella di rispettare l'ultima
+volonta di suo padre!
+
+"Bisogna dire--penso fra se--che la cosa a Milano non sia creduta
+molto facile."
+
+Anche il tutore il giorno dopo abbordo la questione del testamento.
+
+Don Ignazio, piu ancora, del marchese, temeva che l'Enrico si
+ribellasse alla protratta maggior eta e volesse tentare la lite, la
+quale aveva certamente assai probabilita di essere vinta, ma non la
+certezza. E s'ingannava!
+
+A lui pure l'Enrico dichiaro quello che il giorno prima aveva risposto
+al marchese, intendere cioe di rispettare il testamento, quantunque
+fosse persuaso che legalmente parlando quella clausola non avrebbe
+avuta una sanzione!
+
+Il cavaliere Martelli era fuori di se per la gioia.
+
+--Che bravo figliolo! Chi l'avrebbe detto! Che bravo figliolo! Allora
+discorriamo un poco del tuo avvenire--soggiunse egli col suo miglior
+sorriso.
+
+Il ribollimento del suo dolore, fece scoppiar l'Enrico in nuovo
+pianto.
+
+--Via Enrico--disse il tutore tra l'ammirazione e il compatimento--non
+rammaricarti poi troppo colle tristi memorie. Tuo padre, come pure la
+tua povera mamma, erano due degne e sante creature che ti stanno
+guardando di lassu e che ti proteggeranno contro i pericoli della
+vita.
+
+--Son qua, se lo crede necessario,--disse il giovinetto.
+
+--Hai tu pensato qualche volta a quello che vorrai farne della tua
+vita?--comincio a bruciapelo don Ignazio.
+
+--Quello che vorro farne della mia vita?--ripete Enrico---ma credo che
+faro anch'io ne piu ne meno di quello che fanno tutti gli altri.
+
+--Gli altri, gli altri!--sclamo il tutore con una smorfia--chi
+sarebbero secondo te questi altri?
+
+Enrico fu un poco sorpreso di questa specie di interrogatorio, ma
+dissimulando rispose:
+
+--I miei amici d'infanzia, i giovani della mia eta, i miei compagni di
+collegio... non saprei io... quelli che conoscero in societa... per
+esempio, mio cugino Lorenzo e Gigi Prato e Ferdinando Sappia che sono
+maggiori di me, ma che mi volevano tanto bene, e Alfonso Sant'Albano,
+che veniva sempre a trovarmi, con la sua mamma e con cui giuocavo...
+ti ricordi zio? precisamente in questo salotto, prima di andar in
+collegio....
+
+--Ascolta, caro il mio figliolo; questo gia non e il momento di farti
+un predicozzo sui cattivi compagni, pero....
+
+--Come!--interruppe Enrico--mio cugino Lorenzo e Gigi Prato e
+Santalbano sarebbero cattivi compagni?
+
+--Non dico questo... non faccio il nome a nessuno io... parlo in
+generale. Ti basti di sapere che acqua torbida non fa bel specchio.
+Qui a Milano ci sono dei giovani, cosi detti del buon genere, che
+buttano via il tempo, la salute e i quattrini in cavalli, in cene, in
+ball... in baldorie, in frascherie insomma, e che so io.
+
+--Io non ho davvero queste intenzioni--disse Enrico seriamente.--In
+collegio mi hanno insegnato che cosa si deve fare per diventare un
+uomo che possa far onore al proprio paese.
+
+--Tu mi consoli, caro Enrico--sclamo con giubilo don Ignazio.--Mi
+piace sentirti a parlare cosi dei Barnabiti!
+
+Enrico sorrise.
+
+--Dunque siamo intesi. Ora veniamo alla morale. Tu gia non avrai piu
+nessun danaro di quello che ti ho spedito per fare il viaggio.
+
+--Non solo non ne ho piu di quello, ma siccome, fatto il conto
+all'ingrosso, quello che tu mi hai mandato non sarebbe stato
+sufficiente per venire fino a Milano....
+
+--Come! come! Ti sbagli,
+
+--Io non volevo farmi vedere a piangere e ho preso un cuppe tutto per
+me, caro zio. Tu mi hai mandato il denaro misurato per viaggiare nei
+secondi posti.
+
+--Io viaggio sempre nei secondi.
+
+--Io no; sempre nei primi. Mi feci dunque prestare duecento franchi da
+un compagno a cui bisogna li rimandi subito.
+
+--Cominciamo male!--disse il tutore grattandosi in capo.--Dunque non
+hai piu neppur un centesimo?
+
+--Ma no, caro zio; l'ultima lira l'ho data al facchino, che porto le
+mie valigie sul legno, tanto e vero che il cocchiere l'ha pagato la
+portinaia a cui debbo un altro paio di franchi.
+
+--Ma caro Enrico, dovevi sapere che non si da un franco al facchino
+della stazione.
+
+--Non avevo altro. Non potevo farmi dar indietro il resto in
+spiccioli.
+
+--Io ai facchini do sempre dieci centesimi e sono contentoni.
+
+--Sara benissimo.
+
+--E poi che necessita di prendere un legno? C'e l'omnibus della
+stazione, che passa qui davanti alla porta.
+
+Enrico cominciava sul serio a inquietarsi.
+
+--Ti dicevo dunque--continuava il tutore--che per metterti nella
+societa che conviene al tuo rango e alla tua educazione ci vuole un
+po' di denaro in tasca.
+
+--Lo credo io!
+
+--Pero, tu non devi aver bisogno di molto. Qui hai il tuo
+bell'appartamento di sei camere. Hai la balia per la guardaroba e il
+palafreniere come cameriere e per la scuderia. Colazione, pranzo e
+vestiario tutto pagato. E un lusso asiatico. Veniamo dunque al
+concreto e fissiamo questa benedetta cifra dei minuti piaceri, che e
+lo scoglio piu difficile da sorpassare coi pupilli. Quanto ti pare che
+ti dovra abbisognare per le tue spese fuori di casa?
+
+--Caro zio, ti ripeto che non ne so nulla. Potrei dirti troppo, potrei
+dirti troppo poco. Mi fido nella tua esperienza.
+
+--Io sapevo che tu eri un bravo figliolo--sclamo il tutore tutto
+contento--noi andremo perfettamente d'accordo. Ebbene io avrei pensato
+che duemila franchi ti dovrebbero bastare....
+
+--Ma anche di troppo!--sclamo ingenuamente Enrico battendo palma a
+palma.--Duemila franchi al mese sono un assegno principesco!
+
+--Oh, Oh! Bagatelle! Come corri! Io m'intendevo dire duemila franchi
+all'anno.
+
+--Ah!--sclamo il giovine mortificato--allora mi sembrano ben pochi!
+
+--Perche, diciamola qui fra noi; a che cosa ti devono servire questi
+benedetti denari fuori di casa? Ad essere buttati via in cose inutili,
+in cose da nulla, in sciocchezze, in frascherie. Un qualche capiler al
+caffe, quando tu voglia leggere i giornali, una qualche corsa in
+omnibus....
+
+--Una qualche scampagnata cogli amici....
+
+--Ah! le scampagnate, mio caro, costano troppo. E poi, adesso vedi, e
+diventato quasi inutile l'andar in campagna. Abbiamo il nostro bel
+giardino pubblico. Io ci vado spesso e talvolta mi par proprio di
+essere in Svizzera sulle Alpi.
+
+--Oh, diamine! Ma, e il teatro?
+
+--Se vorrai andar a teatro ti procurero i biglietti pel
+Filodrammatico. Tutti i venerdi ci va anche mia moglie coll'Elisa.
+
+--Si? coll'Elisa?--disse vivamente Enrico.--Volontieri ne
+approfittero.
+
+--Io credo dunque che con duemila franchi all'anno, che sono per cosi
+dire sei franchi al giorno, tu potrai fare una bella figura in societa
+e forse anche qualche risparmio.
+
+--Risparmio!--sclamo il giovine--perche dovrei fare dei risparmi? Mi
+fu detto che io potro disporre di circa ventimila franchi all'anno. Mi
+pare che tu zio ci pensi ora gia abbastanza a fare per me dei
+risparmi. Duemila all'anno mi paiono pochi davvero!
+
+--Bene, facciamo cifra tonda: duecento franchi al mese--disse il
+tutore mordendosi le labbra.--Del resto, come dico, in casa troverai
+tutto cio che ti sara veramente necessario.
+
+--Basta cosi--disse Enrico che cominciava oltre al resto ad annoiarsi
+fieramente di quel dialogo.
+
+--E di cavalli ne sono rimasti in stalla?--domando egli dopo breve
+pausa.
+
+--Oh, no--rispose il tutore--l'Elisa e mia moglie avrebbero ben voluto
+che li tenessi, ma io ho pensato che sarebbero rimasti in scuderia a
+mangiar fieno e biada a tradimento.
+
+--Il poney almeno m'avresti fatto proprio un gran regalo a
+conservarmelo, caro zio!
+
+--Ma sei un benedetto ragazzo--rispose il tutore--non capisci che il
+poney, come dici tu, e stato quello che mi ha compensato delle perdite
+che ho dovuto fare sulle quattro rozze da tiro.
+
+--Lo credo bene!
+
+--Ieri sono stato io stesso a vederne uno che par fatto apposta per
+te.
+
+--Tu zio, sei stato a veder un cavallo per me?--disse Enrico ridendo.
+
+--Si, perche?
+
+--E bello?
+
+--Si, e bellino, ma quello che piu importa si e che costa poco. Sono
+quasi certo di portarglielo via per un tozzo di pane.
+
+--A chi di grazia?
+
+--Ad un mio amico, che e uno dei primi sensali di zucchero e di cacao
+di Milano. E nota che e a doppio uso.
+
+--Chi, il sensale?
+
+--No, il cavallo. Egli lo monta e lo attacca alla carrettella.
+
+--Mi pare che sara un po' difficile che lo possa montar io.
+
+--Ma perche? Il mio amico lo montava tutti i dopo pranzo sul bastione,
+e bisognava vedere che brio. Adesso, povero diavolo, deve come aver
+sofferto delle disgrazie nel cacao, e gli tocca di vendere il cavallo
+per pagare i debiti.
+
+--Ma e impossibile!
+
+--Si puo sapere il perche?
+
+--Caro zio, un cavallo che costa un tozzo di pane o e una gran rozza
+di figura, oppure e tanto vizioso, che mi fara rompere l'osso del
+collo in meno di quella.
+
+--Tutt'altro invece. Vedi come sbagli--sclamo il tutore credendo aver
+trovata una gran ragione in contrario.--Quel mio amico non si e mai
+rotto l'osso del collo, quantunque siano gia diciotto o vent'anni che
+lo monta.
+
+Enrico scoppio in una grande risata. Il tutore capi d'aver detta
+senz'accorgersi una minchioneria.
+
+--Venti, e tre di puledro, ventitre per lo meno. Tu dunque zio
+vorresti darmi il cavallo dell'Apocalisse? Sarebbe piu vecchio di me.
+Se lo montassi mancherei di rispetto al Luogo Pio Trivulzio!
+
+--Bene, bene insomma, al cavallo ci penseremo piu tardi,--disse don
+Ignazio levandosi--Oggi siamo intesi; aspettami qui che ti portero la
+prima quindicina dei minuti piaceri.
+
+--Cento franchi?
+
+--Cento franchi.
+
+--Basta! Io penso poi che se non mi basteranno tu zio non vorrai
+mostrarti crudele verso di me.
+
+--Crudele no, mio caro Enrico, ma neppur troppo corrente. Ricordati
+che c'e un limite a tutto e che il mio dovere di tutore e di esecutore
+testamentario e quello, non solo di conservarti intatta la sostanza,
+che tuo padre morendo ha affidata alle mie cure, ma anche di
+aumentarla; perche devi pensare che, per uscire dalla minorita fissata
+da tuo padre nel testamento, ti mancano ancora quasi quattro anni.
+
+Con tale considerazione era terminato fra tutore e pupillo questo
+memorabile dialogo, il quale doveva essere, per cosi dire, la pietra
+fondamentale d'un edificio destinato a crollare e a cadere a terra in
+meno appunto di quattro anni.
+
+* * * * *
+
+Enrico O'Stiary s'era dato a fantasticare anche lui sul proprio
+avvenire, e, cosa non molto strana nella sua posizione, s'era sentito
+invaso, insieme a un certo desiderio di gloria artistica, giacche egli
+adorava, la pittura, da una grande voglia di spendere, di brillare, di
+far la bella vita. L'avvenire? L'avvenire, pensava lui, come quello
+della maggior parte dei mortali, che non hanno una meta fissa e sicura
+o che non possedono la forza d'animo che serve a raggiungerla, e in
+balia della fortuna; poteva dipendere dalla prima donna che avesse
+incontrata sul suo cammino, dalla prima amicizia che avesse stretta al
+club, dal primo avvenimento che gli fosse capitato sulle spalle.
+
+Il tutore dal canto suo non aveva gia fatto, senza saperlo, il primo
+passo per riuscire alla di lui piu deplorabile rovina finanziaria?
+
+Negandogli i mezzi di vivere dignitosamente nella societa del suo
+rango, obbligandolo a far sicuramente dei debiti, fissandogli nella
+sua gretta ignoranza del mondo, i duecento franchi al mese, non gli
+apriva forse dal bel principio la strada al disastro?
+
+Qualche volta c'e da pensare volentieri che i Turchi non abbiano cosi
+gran torto di credere nel destino! La nostra sorte, la nostra
+felicita, la nostra vita pur anche, non e forse continuamente in balia
+del caso? Se il tal dei tali fosse uscito dalla sua porta il tal
+giorno, del tale anno, soltanto cinque minuti piu tardi, avrebbe forse
+incontrata alla svolta della via quella straniera, che lo colpi di
+botto, che si fermo a Milano per lui, ch'egli amo come un pazzo, che
+lo rovino miseramente e che lo spinse al suicidio? Se quell'altro tal
+dei tali, invece di tirar dritto per un'altra via avesse dato ascolto
+all'amico, che lo pregava di svoltare con lui a sinistra e di
+accompagnarlo a casa, avrebbe forse trovato quei malandrini che lo
+accopparono quella famosa notte per rubargli il portafogli e
+l'orologio? E suo figlio, non orfano, sarebbe certo cresciuto un
+galantuomo, mentre oggi sta a Procida condannato a vent'anni di lavori
+forzati!
+
+Il primo amico in cui s'imbatte il conte Enrico O'Stiary, lo stesso
+giorno del suo arrivo a Milano, fu il Marchesino Ferdinando Sappia,
+che venne a cercarlo in casa.
+
+--Finalmente! Sai tu che sono ormai piu di tre anni che non ci
+vediamo?--sclamo il Sappia contento di riabbracciare il suo giovine
+amico d'infanzia.
+
+--Come ti vedo volentieri,--disse a sua volta Enrico con uguale
+espansione.
+
+Qui il Sappia, vedendo che Enrico era ancora mezzo vestito da
+garibaldino, gli domando se non pensava a mutar d'abito e a uscir di
+casa.
+
+--Certamente,--rispose Enrico,--sto aspettando che il sarto mi rechi
+il vestito nero.
+
+--E chi e mai di grazia il tuo sarto?--domando il marchese, mentre
+arrovesciava indietro sull'omero con ineffabile garbo la rivolta del
+suo soprabito da mattino.
+
+--A dirti il vero non lo so bene ancora; ma credo non debba essere
+gran cosa perche mi pare di aver udito, non ridere! che sia un
+portinaio.
+
+--Un portinaio!--sclamo il Sappia, balzando in piedi come preso da
+vero spavento.--Tu conte O'Stiary, discendente...
+
+--Bene lascia stare la genealogia!...
+
+--Vestito da un sarto portinaio come un diurnista del Municipio? Ma e
+un tradimento, un disonore, un abbominio!
+
+--Che importa? Tu sai che io sono un artista! Io non faccio conto di
+andar attilato come te.
+
+--Prandoni mio caro,--grido il Sappia, continuando colla intonazione
+semienfatica con cui aveva incominciato.--Fuori di questo non c'e
+salute.
+
+Il Sappia era un di que' giovani, che quando parlano non ascoltano che
+se stessi, e non rispondono mai direttamente all'interlocutore. Per
+essi l'obiezione, l'affermazione e la negazione di quegli con cui
+stanno a colloquio non esistono. Si capisce che essi non spezzano mai
+nella mente il filo delle proprie idee; talche la parte
+abbondantissima che essi mettono nel dialogo finisce coll'essere un
+lungo soliloquio, nel quale non trova posto neppur l'ombra del
+sentimento altrui.
+
+--Che vuoi caro Nando--disse Enrico appena pote avere la parola--sono
+arrivato oggi stesso dopo essere stato per molti anni nei padri
+barnabiti e per molti mesi volontario in guerra. Sono ignorante come
+un pilastro di queste cose. Da quest'oggi, se vuoi, io mi metto sotto
+la tua direzione. Comincero col licenziare il sarto portinaio.
+
+--Il tuo tutore--ripiglio il Sappia--sara un bravissimo, notaio, ma
+non puo avere pratica di mondo. Guai a te se io non arrivavo da
+Parigi.
+
+--Ah sei stato a Parigi?
+
+--Sono tornato l'altro giorno con Filippo Marliani che e fuggito via
+dalla Nana, perche temeva di pigliare una potente cotta. Anzi l'aveva
+gia pigliata! Ma fu bravo e mi diede ascolto.
+
+--Nana?--domando Enrico curioso come un fanciullo, udendo quel nome
+muliebre esotico, e vedendo schiudersi con esso un inaspettato
+spiraglio del mondo delizioso d'amore a cui sognava.
+
+--Si, un'attrice delle _Varietes_, una _cocotte_ in gran voga... una
+bellezza superlativa.
+
+--Ah una _cocotte_!--ripete quasi macchinalmente Enrico.
+
+Il Sappia non fe' caso di quell'esclamazione e tiro via.
+
+--Guai ti dico se io non giungevo in tempo. Chissa come ti conciavano.
+E sopratutto non lasciarti abbindolare dalle stupide ragioni di chi ci
+da del leggiero e dell'effeminato, perche spendiamo qualche migliaio
+di lire piu di loro nel vestirci, nel pettinarci, nell'andare
+eleganti. Mummie costoro! Il vestirsi bene per noi ricchi e nobili e
+un dovere ne piu ne meno di quello del farci la barba tutti i giorni e
+del curvarci a raccogliere un ventaglio o una pezzuola sfuggiti di
+mano a una signora.
+
+Notisi che tutte queste cose, esposte dal Sappia con una grande
+volubilita, non erano che teorie; giacche, quanto a lui, se lo poteva
+appena appena, schivava di curvarsi a terra per raccogliere il
+ventaglio di una signora.
+
+Enrico cominciava ad ascoltare il Sappia con quel sorriso a mezza
+strada fra l'ironia e la sazieta; un sorriso che voleva dire: sono
+anch'io perfettamente del tuo avviso; non c'era bisogno che tu ti
+sfiatassi a dirmi cose tanto note; sarebbe stato meglio che tu mi
+avessi risposto qualche cosa di meglio intorno a quella Nana....
+
+Il Sappia, dopo un altro paio di tirate su quel gusto, trovando, che
+Enrico era presso a poco della sua statura, lo invito a scender nel
+_brougham_ che teneva alla porta per andar da Prandoni a comandar
+l'abito di lutto. O'Stiary non se lo fece dir due volte e cosi
+uscirono insieme.
+
+Quando furono seduti l'uno accanto all'altro nel legno, Enrico disse:
+
+--Ora tu devi farmi un programma della mia vita. Come passi tu le ore
+della tua giornata? Ti diverti o ti annoi a Milano? E bella davvero
+questa vita milanese o c'e pericolo di stancarsene?
+
+--Non e certo tutto oro quel che luce;--rispose questa volta il
+Sappia, che trovava in quella domanda soddisfatto l'amor proprio.--Si
+stava meglio a Parigi! Pero con un poco di buona volonta e con molti
+danari....
+
+"Ahi," penso Enrico.
+
+--La giornata la si puo passare abbastanza bene anche qui senza
+studiare e senza far della politica, come vorrebbero che facessimo noi
+giovani i parrucconi e i gazzettieri utopisti, che ci rinfacciano
+continuamente il dolce far niente. Povera gente! Essi non sanno che
+non c'e creatura la quale abbia maggior da fare d'un uomo che non fa
+niente! E la ragione e chiara; siccome la sola religione di costoro e
+l'interesse, siccome il solo idolo ch'essi adorano e il danaro, cosi
+sapendo che in questo paese non si puo guadagnar danaro, che facendo
+l'avvocato o il notaio o il negoziante, essi non vedono che queste
+professioni. Del resto tu sei dilettante di pittura e questo basta gia
+a darti il diploma di uomo che fa qualche cosa a questo mondo.
+
+--Tutto sta che io trovi il tempo di dipingere....
+
+--Tu discendi da un'antica prosapia irlandese, ed e naturale che i
+tuoi istinti siano piu cavallereschi che artistici o letterarii.
+Ebbene quella tal genia col pretesto che a Milano nell'aristocrazia ci
+furono dei Verri, dei Beccaria, dei Borromei, dei Taverna, dei Litta,
+dei che so io, vorrebbero che tutti noi fossimo scenziati e letterati
+e che invece di montare a cavallo, tirar di spada, far delle
+scarrozzate, amar le belle donne, e divertirci a cena avessimo a
+studiar tutto il giorno e tutta la notte. Non nego che la cosa in
+massima non sia eccellente, ma piu per tutti gli altri che per noi.
+Noi abbiamo il dovere di non rubar il mestiere a chi lavora per
+vivere. Le tre sole carriere che ci convengano sono quella delle armi,
+quella della diplomazia e quella della chiesa. Ma se si puo far a
+meno!... Capisci. Di diventar arcivescovo, per esempio, io non mi
+sento la foia.
+
+--Neppur io. Tu mi consoli--disse O'Stiary.
+
+--Intanto per questa sera tu sei sequestrato--continuo il
+Sappia.--Comincero col presentarti alla mia amorosa.
+
+--Chi e?
+
+--Una bella ragazza, che non ha altro difetto che una piccola
+cicatrice in fronte. Le ho gia parlato di te e desidera di conoscerti.
+
+--Desidera di conoscermi?--sclamo Enrico ridendo.--Sono dunque
+diventato gia un personaggio in poche ore? Ma no, ti sono
+obbligato--riprese facendosi serio ad un tratto.
+
+L'imagine casta e nobilissima della sua Elisa gli si era affacciata a
+un tratto.
+
+--Capisco--ripiglio--che con una signorina di questo genere sarei
+ancora molto imbarazzato e temo di aver l'aria di un collegiale.
+
+--Fidati di me. La e una casa deliziosa. Non perche gliel'abbia
+montata io... ma ella sa fare, parola d'onore. _Sans gene_, come lei,
+che in illo tempore fu _barabbina_ la sua parte. Dopo cinque minuti ti
+parra d'essere in casa tua. La si saluta, poi chi non ha voglia di
+farle la corte non pensa piu nemmeno che essa esista. Tu ti sdrai,
+fumi, parli, leggi, ridi, sfogli degli albums e senti dire delle
+enormi sciocchezze e dei _calembours_ impossibili che sono anche
+quelli che fanno ridere di piu.
+
+--E la ragazza e contenta che la si tratti cosi?
+
+--Contentissima. L'abbiamo lanciata noi?
+
+--Dimmi un po'.... E questa Nana chi e?
+
+--Ah Nana e un prodigio! E una parigina puro sangue! Bella come una
+leonessa, matta come una Baccante, calda, piena di spirito. Quel
+povero Marliani, s'io non lo strappavo da lei, ci lasciava la
+sostanza, la salute e le ossa.
+
+--E tu?--domando il conte.
+
+--Oh, io non mi lascio pigliare!
+
+Non appena, nel cervello del marchesino Sappia, fu entrata l'idea, che
+parlando all'amico di quella _gran cocotte_ di Parigi, il proprio
+prestigio di uomo di mondo ne sarebbe ingrandito di cento palmi,
+comincio a lodare e a magnificare Nana in tutti i sensi. Da sballone
+d'ingegno, qual era, invento su di lei cose inaudite e rare. Parlo
+delle di lei bellezze, del suo treno di casa, delle sue scuderie, del
+suo modo di ricevere, del suo appartamento. Cose tutte, tranne la
+prima, che egli non aveva mai vedute, ne conosciute, che per bocca di
+Marliani.
+
+--Imagina una testa--disse a Enrico--che avrebbe fatto delirare
+Tiepolo, Giorgione e Tiziano insieme; una testa coi capelli color del
+pomo d'oro pallido, quando e proprio d'oro, quel colore insomma che la
+scuola veneta prediligeva; capelli che quando glieli scioglievi,
+andavano giu fino a terra e la celavano tutta intorno intorno, tanto
+ne era il profluvio. Imagina tutto cio che v'ha di piu bianco e di
+splendido nei toni della carnagione, che, come puoi pensare dal color
+dei capelli, e pari a neve, rosata insieme e calda, con dei riflessi
+d'oro per la lanugine fulva che la ricopre. Imagina delle linee e
+delle curve sode e belle come non le hanno mai imaginate neppure gli
+scultori greci, che si crede abbiano dato il _non plus ultra_ della
+formosita femminile. Tutte queste bellezze di linee e di curve formano
+un vero incantesimo, caro il mio Enrico. In quanto al morale imagina
+una buona pasta di fanciulla, piena di cuore, di voglia di far
+all'amore, allegra, spensierata, alla mano, una vera bambina di
+diciannove anni, ma che conosce la scuola erotica come una parigina
+ch'ella e, e che sa mandarti in paradiso o in inferno a tua posta;
+imagina tutto questo, e avrai una pallida idea di quello che sia la
+Nana di Parigi.
+
+Enrico ascoltava il Sappia con quel lieve sorriso adolescente che vuol
+dire un'infinita di cose gravi. In lui esprimeva anche quel non so
+qual pudore giovanile, che serve a far vibrare piu viva nella fantasia
+quasi vergine le corde della curiosita voluttuosa.
+
+Enrico, per conto proprio, avrebbe continuato a parlare tutto il
+giorno di questa misteriosa e splendida Nana.
+
+--Chi e che vi ha presentati a lei?--domando infatti con voce tenue,
+quasi tentasse di non lasciar iscorgere al Sappia ch'egli si
+interessava enormemente in quel soggetto.
+
+A questa domanda il Sappia non rispose subito. Se egli avesse avuto
+voglia di dire la verita, avrebbe dovuto rispondere a Enrico che la
+Nana, lui e Marliani, l'avevano conosciuta da madama Tricon. Avrebbe
+dovuto raccontare molto volgarmente, che la bella prima sera del loro
+arrivo a Parigi erano andati a teatro, e avendo veduta figurare, in
+una rivista, quella stupenda creatura, avevano domandato conto di lei,
+all'albergo. Che il cameriere aveva loro insegnato di rivolgersi a
+_madame Tricon_, dove, mediante una trentina di luigi, avrebbero
+potuto fare la di lei conoscenza.
+
+_Fi donc!_
+
+E avrebbe dovuto soggiungere, che la mattina dopo, da veri viaggiatori
+meneghini e sfaccendati che in paese straniero non vedono che donne e
+non pensano che alle donne, erano corsi, coi loro trenta luigi in
+tasca, da _madame Tricon_, proponendosi di tirare a sorte la primizia
+di Nana. Avrebbe dovuto soggiungere che _madame Tricon_ si rallegro
+immensamente di vederli, e fece loro una festa spietata, quando
+s'accorse che erano forestieri:
+
+"Perche, diceva essa, la Nana e felice d'essere richiesta da
+stranieri. Dei parigini essa non ne vuol piu sapere. Sarebbe capace di
+morir di fame ormai, piuttosto che venire da me, se io non la
+assicurassi che chi la cerca non e francese. Voi siete spagnuoli, non
+e vero?
+
+"Italiani--aveva risposto il Sappia."
+
+E avrebbe dovuto ricordare che la Tricon, a quella notizia, aveva
+fatta una piccola smorfia, punto lusinghiera pel suo paese, e aveva
+subito domandato loro se tenevano in tasca i venticinque luigi
+necessarii; e che alla loro affermativa aveva soggiunto:
+
+"Debbo avvertirli pero che ciascuno di loro due dovra scegliere un
+giorno diverso dall'altro, giacche Nana non acconsente mai di posare
+due volte nella stessa giornata."
+
+Il lettore che avesse bisogno di maggiori schiarimenti sopra codesta
+_madame Tricon_ non avrebbe che a scorrere la _Nana_ di Zola, laddove
+egli accenna di questa signora:
+
+"Zoe--la cameriera di Nana--aveva veduta una ventina di volte madama
+Tricon venir in casa e parlare qualche minuto misteriosamente colla
+padrona; ma essa affettava di non conoscerla, e di ignorare
+completamente quali fossero i rapporti che esistessero fra questa
+donna e le signorine che pativano asciugaggine di tasche."
+
+La povera--dico povera nel senso cristiano--la povera Nana quando
+aveva bisogno urgente di danaro ricorreva alla casa di madame Tricon.
+
+"_Va, va, ma fille!_--diceva essa fra se--_ne compte que sur toi. Ton
+corps t'appartient, et il vaut mieux t'en servir que de subir un
+affront_."
+
+"_Et sans meme appeller Zoe elles s'habillait fievreusement pour
+courir chez la Tricon. C'etait sa supreme ressource aux heures de gros
+embarras. Tres demandee toujours sollicitee par la vielle dame... elle
+etait sure de trouver la vincinq louis qui l'attendaient_."
+
+Ma tutto cio, che sarebbe stata la pura e nuda verita, il marchese
+Sappia non poteva ne voleva piu dirlo all'Enrico. Egli, per darsi del
+tono, si era gia compromesso; s'era slanciato a dir mille bugie e
+mille invenzioni sul conto di Nana. S'era ingolfato nelle regioni
+iperboliche di una splendida galanteria.
+
+Si guardo bene dunque di accennare neppur per ombra ne alla Tricon, ne
+ai venticinque luigi necessari, ne ad altre simili bagatelle; e invece
+impacchiucco ad Enrico una risposta inventata come tutto il resto, e
+continuo a parlargli di presentazioni fatte sul palcoscenico, anzi nel
+di lei camerino, da un amico parigino, che aveva entratura nelle
+_coulisses_, poi di gite in campagna fatte insieme, e di serate al
+Mabille, e di cene, e di orgie in cui non c'era la benche minima ombra
+di vero, ma che a lui pareva lo posassero in faccia ad Enrico su un
+piedestallo eccelso.
+
+Cio che v'era poi di piu piccante ancora in tutto questo, cio che
+costituiva un fatto relativamente grave e ridicolo, si e che, lui,
+come lui, proprio lui, precisamente lui, codesta Nana non l'aveva
+proprio mai toccata neppure colla punta del dito mignolo.
+
+I due giovinetti naturalmente, la dalla Tricon, avevano tirato le
+buschette. Se i lettori trovano questo fatto molto _choquant_ non so
+che farci. E d'altronde nel caso di Sappia e di Marliani tutti i
+lettori farebbero lo stesso.
+
+La sorte aveva favorito il Marliani.
+
+La Tricon allora aveva significato al Sappia, che egli avrebbe dovuto
+rassegnarsi ad aspettar un altro giorno le grazie di Nana, perche
+quella benedetta ragazza non avrebbe mai acconsentito a passar dalle
+braccia dell'uno in quelli dell'altro.
+
+Il Sappia, di malumore per questo sberleffo della fortuna, pure aveva
+aspettata Nana la nel salotto della Tricon, per vederla arrivare, e
+sentir da lei quando fosse stata di comodo di concedergli il _rendez
+vous_ anche a lui. Essa era venuta infatti, tutta bella, fresca e
+voluttuosa; ma quand'egli aveva tentato di farsi promettere che il
+giorno dopo sarebbe ritornata per lui, Nana aveva risposto:
+
+"No, caro signore, domani no. Restate voi a Parigi?"
+
+"Certamente, siamo arrivati ieri. Io ci staro finche a voi piaccia di
+non essere crudele con me."
+
+"Allora vedremo, aveva risposto Nana, la quale, come si sa, abborriva
+dal cedere per danaro, e lo faceva soltanto nei giorni di grande
+arsura.--Vi faro avvisare da madame Tricon, se vi piace. Ma non fatemi
+importunare troppo dalla vecchia, perche altrimenti non mi avrete mai
+piu!"
+
+Il Sappia ridendo si rassegno ad aspettar il di lei capriccio. Aveva
+capito che con quella creatura non era il caso di ottener di piu, ne
+colla preghiera, ne colle offerte.
+
+Per venti giorni egli s'era recato ogni mattina a trovare la Tricon,
+la quale dal canto suo andava un paio di volte la settimana a
+sollecitare la Nana; sempre invano. Marliani intanto, senza dir nulla
+all'amico, c'era riuscito invece ad ottenere da lei un secondo
+_rendez-vous_, in tutt'altro luogo, e le aveva mandato una bagattella
+di braccialetto da cinquemila franchi, i quali se li era dovuti far
+mandar da Milano.
+
+La Nana aveva trovato il Marliani molto simpatico e non s'era fatta
+pregare molto a concedergli una seconda visita. Quanto a lui, da buon
+amico, aveva tentato di dissuadere Nana a dar ascolto al Sappia. Essa
+non glielo aveva promesso formalmente, ma glielo aveva lasciato
+sperare.
+
+Invece un bel giorno la Tricon mando un bigliettino al marchese in cui
+gli significava che la Nana sarebbe venuta a casa sua quel giorno per
+lui, ma che aveva messo per condizione il migliaio.
+
+Il marchese, contentone, aveva messo nel suo portamonete il biglietto
+da mille, e alle due ore era la tirato come uno stecco, ad aspettare
+la bella donna. La sua fregola era al colmo. Il Marliani gli aveva
+raccontate cose tali di Nana che il marchesino ardeva, bruciava, e
+dopo un quarto d'ora aveva gia indosso l'agonia.
+
+Passarono le due e mezzo, passarono le tre, le tre e un quarto e Nana
+non compariva. Madama Tricon si esibi di andar ella stessa a vedere
+che cosa diamine fosse successo. Mezz'ora dopo torno a contare che
+Nana aveva litigato con Satin, e che non sarebbe venuta; che l'aveva
+mandata al diavolo lei, la sua casa, gli Italiani, il biglietto da
+mille e tutti quanti insieme.
+
+Il Sappia era dunque partito da Parigi senza poterla biblicamente
+conoscere. E siccome aveva conservato pel Marliani in fondo al cuore
+un po' di rabbietta, perche egli potesse vantarsi d'averla trattata e
+lui no, giunto in patria gli aveva voltato l'occhio, e dall'arrivo non
+s'erano piu ritrovati.
+
+Quanto al Marliani aveva seguito a malincuore il Sappia. Quella fatale
+Nana--quella _cocotte_ da venticinque luigi--lo aveva ammaliato. Le
+due o tre volte ch'essa s'era concessa a lui per riconoscenza del
+braccialetto, gli ballavano nella fantasia una ridda di tali memori
+volutta, che capiva non l'avrebbero lasciato tranquillo per un bel
+pezzo.
+
+* * * * *
+
+La carrozza era giunta a casa di Sappia. Montati in camera, questi
+intraprese la metamorfosi di Enrico, vestendolo di nero; poi andarono
+dal cappellaio, poi dal Mosconi il calzolaio dei nobili, poi dal
+Prandoni.
+
+Enrico torno a casa all'ora del desinare e pranzo colla Elisa, la
+quale di quando in quando, allorche egli le sorrideva, alzava i suoi
+occhioni innocenti e belli in viso al garibaldino, mentre due altri
+sguardi, tutt'altro che indifferenti, andavano spesso a impetrare
+dalla vergine un amichevol occhiata, ch'ella quel giorno si ostinava
+di non conceder loro.
+
+Erano gli sguardi di un altro giovane invitato a pranzo, e che sedeva
+accanto alla signora Eugenia, uno scultore, che si era fatto conoscere
+favorevolmente nella Esposizione di quell'anno e che rispondeva al
+nome di Aldo Rubieri.
+
+Verso le otto e mezza il Sappia venne a riprendere Enrico per andar
+insieme dalla Luisa, alla quale il marchesino passava seicento franchi
+al mese. Essa abitava un elegante appartamento a primo piano in Via
+Solferino.
+
+* * * * *
+
+Chi era la Luisa?
+
+D'onde veniva?
+
+Come aveva conosciuto il Sappia?
+
+Nel nostro tempo, una ragazza di diciotto anni: come la Luisa, con
+discreto ingegno, molta malizia, una gran dose di concupiscenza in
+corpo, e punto quattrini, se fosse rimasta, quel che si dice, una
+fanciulla onorata lo avrebbe dovuto indubbiamente ai propri genitori.
+
+Non e certamente troppo difficile che anche da una famiglia di
+galantuomini sorta fuori una ragazzaccia che si butti via; ma sarebbe
+un vero miracolo se in una famiglia viziosa, disordinata e miserabile,
+ci fosse una creatura che sapesse conservarsi onesta.
+
+La Luisa era nata da un padre briccone e da una madre bigotta e quasi
+cretina. Suo padre faceva un mestiere proibito dal codice, e, quel
+ch'e peggio, lo faceva colla coscienza tranquilla di chi crede di non
+commettere azione disonesta. "Un mestiere come un altro" diceva lui.
+Egli, _sostraro_ fallito, s'era acconciato a diventare fabbricatore di
+falso coke, che vendeva a certi suoi antichi colleghi, ladri come lui,
+a non so quanti centesimi il chilogrammo.
+
+Il falso coke e composto di rottami di fabbrica, di vecchi mattoni, di
+calcinacci e di ciottoli fatti cuocere nella pece e simulanti il coke
+vero. Per certi venditori di carbone e comodissimo. Fa comparir un
+quintale di combustibile, cio che, in sostanza, non e piu di ottanta
+chilogrammi. Essi spacciano alle loro pratiche quattro quinti di coke
+e un quinto di falso coke fabbricato dal babbo della Luisa, e rubano,
+con un peso perfetto, il quinto sulla differenza. A Parigi questi e
+simili truffatori sono colti e pagano delle buone multe. A Milano
+finora nessuno ci ha mai badato, e le stufe a coke milanesi son tutte
+piene di mattoni e di calcinacci. I primi col dileguarsi della pece
+che li ricopre, diventano rossi dalla vergogna, i secondi bianchi
+dalla paura.
+
+Prima che giungesse per la Luisa l'eta dei desideri malfrenati e prima
+che il mal esempio paterno entrasse a guastarne l'indole, gia
+discretamente perversa, la Luisa era un ciuffetto, ma non dava a
+pensare che sarebbe diventata la birba che divento. Ella aveva qualche
+istinto buono; tant'e vero che aveva cominciato fin dai nove anni e
+senza addarsene, a trovarsi in flagrante contrasto con suo padre per
+causa di probita.
+
+Una sera--ell'aveva appunto nove anni, e andava come _piccina_ a
+scuola di stiratora--stavano raccolti nella lurida stanzaccia, che
+serviva di covile a tutti e tre, e il padre si mostrava lieto piu del
+solito.
+
+--Che hai Gana?--domando la madre.
+
+--Ho tirato su un bischero al prezzo--rispose il marito fregandosi le
+mani lorde.
+
+--Che prezzo?
+
+--Al mio uso carbone. Oggi ne ho venduta una partita a dieci centesimi
+al quintale piu del solito. Ah, fu una gran bella invenzione la mia!
+
+--Babbo!--fece la Luisa.
+
+--Che vuoi, pettegola?
+
+--E vero che il tuo carbone fa peso ma non fa caldo?
+
+--Chi te l'ha detto, stupida marmotta, chi te l'ha detto?--grido il
+Gana arrovvellato.--Quando i mattoni sono roventi fanno caldo
+anch'essi. Chi te l'ha detto?
+
+--Me l'ha detto la maestra--rispose la piccina.
+
+--Dirai alla tua maestra che la vada a pigliar....
+
+La frase, per quanto vera, non puo essere ripetuta. Nessuna teoria al
+mondo potra fare mai, che essa sia per diventare artisticamente e
+umanamente presentabile.
+
+Ma la Luisa ebbe allora il coraggio di replicar un'idea sentita da sua
+madre.
+
+--Anche la mamma dice, che questo e un rubare alla povera gente.
+
+Non l'avesse mai detto!
+
+Il Gana prese un bicchiere sulla tavola, e lo scaglio contro la bimba.
+Il bicchiere si spezzo sulla di lei fronte; uno zampillo di sangue
+spiccio da un arteria e ando a bagnar la faccia del feritore, che ne
+resto sconciamente intrisa.
+
+La madre svenne di spavento.
+
+Questo era stato il primo grave strapazzo, ma non l'ultimo. Quella
+bestia di un fabbricatore di coke batteva a sangue la Luisa tutte le
+volte che sentiva di aver torto. Cosi, imparando da suo padre, gia a
+quattordici anni ella avrebbe potuto aspirare alla cerchia dove Dante
+condanno i violenti.
+
+Di li a poco la Luisa s'era gia concessa per semplice curiosita, senza
+lotta e senza amore, al primo scapestrato, che le aveva offerto un
+anellino e una cena al veglione. Costui veniva spesso dalla maestra
+stiratora a raccomandarle di dar l'amido piu denso o meno azzurrino ai
+manichini e ai solini da collo. Un giorno regalo alla Luisa uno
+spillone d'acciaio in forma di stiletto per fermare il profluviante
+volume de' suoi capegli castagni. La Luisa aveva usato di quello
+stiletto per ferire malamente una compagna, di scuola, spintavi da
+subitaneo furore di gelosa picca. L'educazione paterna portava gia i
+suoi frutti cruenti. Quella ferita, fatta in corpo scrofoloso e
+affetto da lue ereditaria, aveva tratto al sepolcro quella misera
+compagna, e la Luisa era stata condannata a due anni di carcere in
+grazia dell'eta adolescente e della nessuna premeditazione.
+
+In carcere essa aveva compiuta la sua educazione di mariuola e quando
+ne usci, ell'era in tutto il rigor del termine, una birba sconsacrata.
+
+* * * * *
+
+Immaginatevi ora una fanciulla di diciasette anni bella, poltrona,
+lasciva, scorbellata, che esce di prigione e che non vuole ne puo
+tornare in casa paterna, dove non e rimasto che un babbo, ancora piu
+briccone, piu scioperato e piu lascivo di lei. Sua madre, nel
+frattempo era morta; le anime buone, dicevano di crepacuore, le sue
+piu intime amiche dicevano di catarro.
+
+Dal carcere, finita la pena, alla Luisa era toccato di andar difilato
+alla Questura; e piu precisamente a quella sezione dell'ufficio, che
+provvede alla sanita pubblica e che ha l'incarico di sorvegliare la
+condotta delle fanciulle, che non avendo di che vivere, non pensano a
+mettersi un ditale sul pollice e un ago fra le dita. La le venne
+domandato naturalmente, che cosa intendesse di fare della sua vita e
+in qual modo contasse provvedere alla propria esistenza?
+
+--Me lo dicano loro!--rispose la Luisa.--Io non lo so.
+
+--Noi non possiamo dir niente--rispose il delegato con un sorriso
+eloquente.--Noi siamo qui per sentire e non per insegnare. Non
+facciamo il maestro di scuola noi. Bisognerebbe pero che prima di
+tutto tu ti trovassi un qualche galantuomo che venisse qui a
+rispondere per te. Allora saresti fuori immediatamente da tutti i
+fastidi.
+
+"Bravo--penso la scorbellata--vuole dire ch'io mi faccia mantenere."
+
+--Ma dove vado a pescarlo, cosi sui due piedi, un galantuomo che
+voglia rispondere per una povera tosa che esce di prigione?
+
+--Prima di entrarci in prigione un amante lo avevi pure!--disse il
+delegato.
+
+--Ma ora non c'e piu. Ha pensato bene di buttarsi nel tombone di San
+Marco, perche era troppo contento d'esser venuto al mondo.
+
+--Cerca qualcun altro allora.
+
+--A questo c'avevo gia pensato anch' io--riprese la Luisa--ma intanto,
+come faccio a vivere?
+
+--Ti sentiresti di poter tornare una buona figliola?
+
+--In che modo buona figliola?
+
+--Mettendoti ancora a lavorare!
+
+--Io si--rispose la Luisa, mentendo; giacche nel suo interno era g'ia
+scoppiato invece un _no_ risoluto e indiscutibile--Ma dov'e che potrei
+trovar da lavorare? Se me lo procurano loro lo piglio, se no, non
+saprei.
+
+--T'ho gia detto, cara mia, che noi non facciamo di questi uffici. Non
+eri tu prima da una stiratora?
+
+--Oh, come lo sanno loro?
+
+--Noi si sa tutto. Tu eri gia sul nostro libro prima di andar in
+prigione. Tu frequentavi le sale da ballo e qualche altro luogo anche
+peggio. Non e vero?
+
+"Ho capito"--penso fra se la Luisa.
+
+--Va a vedere se la tua antica maestra la ti volesse ripigliare. E una
+buona donna.
+
+--Io no, vede, e lei? Mi canzona? Dopo quello che e accaduto la in
+quella stanza?
+
+L'imagine della ferita, del sangue, delle grida e di tutto il
+trambusto ch'ella aveva suscitato il fatal giorno, le si affaccio con
+brusco assalto e impallidi.
+
+Il delegato capi e non insistette.
+
+--Vedi che cosa vuol dire a fare delle brutte azioni?
+
+--Ora quel che e stato e stato; la brutta azione me l'hanno anche
+fatta pagare carne salata, me l'hanno fatta.
+
+--Ricordati che sarai tenuta d'occhio dalle guardie.
+
+--Questo lo so senza che me lo dica. Se non ha altri moccoli, perch'io
+m'aiuti, posso fallare a morir di fame.
+
+--Cercati lavoro e non andar in volta di sera e ben poco anche di
+giorno. Capisci?
+
+--Gia, e il lavoro verra da se stesso a cercarmi a casa mia, n'e vero,
+il lavoro? E intanto come faro a vivere?
+
+--Questo ti riguarda, _Arrangiati_.
+
+La Luisa continuava a far l'innocentina.
+
+--Cosa vuol dire _arrangiati_?
+
+--Non so nulla. Ma ricordati di non lasciarti trovar sola a scopar la
+strada, specialmente dopo il tramonto, se no le guardie ti
+arresteranno e ti condurranno qui da me.
+
+--Me l'ha gia detto e ripetuto tre volte a quest'ora.
+
+E nella sua testa la Luisa aveva cominciato a mulinare al mezzo di far
+cascare il delegato in una frase scandalosa. Ella si sentiva in
+confuso, una gran voglia di far risaltare la cosi detta immoralita
+nella bocca di quell'impiegato dei Governo. Voleva che fosse proprio
+lui a dirle di pensare a vendersi senza tanti scrupoli, e a fare la
+sgualdrina.
+
+--Io le torno a domandare chi e intanto che mi dara da mangiare?
+
+--Oh!--scoppio finalmente a dire il delegato che non sospettando non
+stava in guardia, ed era anche un po' ammaliato dal bel viso di
+lei--credi tu che io sia un imbecille, da venir qui a farmi la
+bambina, dopo essere stata due anni in prigione? Chi t'ha a dar da
+mangiare? Ma, il primo messere che abbia due occhi in capo, dieci lire
+al giorno da spendere... sacrr...--e qui giu una specie di bestemmia
+da regio impiegato--e a cui piaccia il bel sesso. E quando il messere
+sara deciso a fare sicurta per te, conducilo qui che io ti cancellero
+subito dal libro.
+
+--Ora sono soddisfatta--sclamo la Luisa che c'era riuscita.--Basta
+cosi!
+
+Il delegato, che la guardava con compiacenza, s'accorse allora dal
+sorriso maligno di lei, ch'ella era persuasa d'aver riportata su di
+lui una piccola vittoria.
+
+Essa c'era riuscita!
+
+E infatti pensava lei a un dipresso: "E il direttore d'una sezione di
+Questura, e il rappresentante della morale pubblica, e l'ufficiale del
+governo italiano che m'ha detto di andar alla perdizione. Io faro il
+mestiere per obbedire al commissario. Se fosse altrimenti, egli
+penserebbe piuttosto a procurarmi del lavoro. Egli mi lascia in balia
+di me stessa, e sa pure che io di lavoro ne posso, ne voglio trovarne,
+mentre egli sa che di messeri, anche senza il suo parere, ne trovero
+finche saro stufa."
+
+La Luisa, uscita di la, si mise dunque in cammino per obbedire al
+delegato. Essa dava ascolto alla legge, essa si uniformava ai
+regolamenti di Questura: _Non caste sed caute!_ Cosi che, se fosse
+anche stato il caso di dover fare il brutto mestiere contro voglia e
+contro coscienza--cio che non era--la si sarebbe trovata come si dice
+colle spalle al muro. Se non che la coscienza e la voce dell'onore
+nella Luisa era un bel pezzo che tacevano. Anch'essa, come Nana,
+quantunque in un grado molto piu volgare e piu perverso, non sentiva
+piu in corpo che tre grandi inclinazioni molto serie e molto spiccate:
+quella di non lavorare, quella di far all'amore e quella di non morir
+di fame.
+
+E, quanto alla terza, via! non si saprebbe davvero da qual parte farsi
+per dare tutto il torto a lei sola. Il diritto non le puo essere
+contestato!
+
+* * * * *
+
+Non aveva mossi un centinaio di passi fuor dall'ufficio di Sanita, eh'
+ella s'accorse d'essere pedinata. Non sapeva bene se erano due o tre,
+perche non li vedeva e non si volto indietro; ma se li sentiva, come
+per intuizione, nella schiena.
+
+Si fermo a guardare in una vetrina di modista per lasciarli passare e
+sapere almeno se erano gobbi o sciancati, giovani o vecchi. E volgendo
+il viso per guardarli, passati che furono, scorse dal canto della via,
+spuntare una donna, un'antica conoscenza, una certa sora Marianna, la
+quale teneva sotto il braccio un enorme fardello e veniva un po'
+barcollando verso di lei, col sorriso che dava a vedere come l'avesse
+gia ravvisata da lungi.
+
+Quando le fu d'accosto:
+
+--_Centini mundi!_--sclamo questa; la era una sua esclamazione
+particolare.--Finalmente che la possiam rivedere, la possiamo, questa
+nostra bellezza! Dove diamine la e stata tutto questo tempo?
+
+Sapeva la vecchia che la Luisa era appena uscita di prigione? Le aveva
+fatta la domanda con malizia e per umiliarla, oppure non ne sapeva
+nulla?
+
+La Luisa, a buon conto, fece la prima supposizione, e rispose non
+arrossendo e con una specie di impertinenza:
+
+--Sono stata a Parigi! E lei, dove va con quel fagotto?
+
+--Eh, sa bene! Le solite miserie. Vado a mettere in collegio un po' di
+roba, perche e bene che impari anche lei a stare al mondo.
+
+In lingua il _bisticcio_ della Marianna non regge; in dialetto fece il
+suo immancabile effetto, e la Luisa ne sorrise malinconicamente.
+
+In dialetto, _monte_ e _mondo_, hanno lo stesso suono.
+
+--Anche lei!--disse la fanciulla.--Non c'e dunque che miseria a
+Milano?
+
+--Che vuole, cara Luisa! E lei?
+
+--Io? Io, come la mi vede, non so oggi come pranzare.
+
+--Possibile!--sclamo la signora Marianna coll'accento incredulo.--Una
+bella tosa pari sua? _Centini mundi!_ S'io fossi in lei, vorrei
+domandar se Milano e da vendere. Lei non ha a far altro che metter giu
+il suo bravo grembiale e star li a veder i merli a fioccarvi dentro
+colle mani piene di bigliettoni bianchi, rossi e verdi.
+
+--Me lo disse poc'anzi anche il...
+
+Voleva dire il delegato, ma tronco la frase.
+
+La vecchia pero aveva gia mangiata la foglia.
+
+--Oh, diamine! Le tocco di andar laggiu?
+
+La Luisa si morse le labbra. Pel gusto di ponzare la sua piccola idea
+di ribellione ironica contro le incumbenze del delegato e contro la
+morale pubblica, essa aveva svelato il brutto segreto.
+
+--M'ha mandato a chiamare per sapere come faccio a vivere dopo il mio
+ritorno da Parigi, perche ha saputo che vivo sola.
+
+--Io ne avrei uno che sarebbe un portento per lei--disse la vecchia
+strizzando l'occhiolino.
+
+--Di che cosa?--domando la Luisa fingendo di non capire.
+
+--Un messere, _centini mundi!_ Chi vuol che sia?
+
+--Chi e desso?
+
+--E un banchiere.
+
+--Giovane?
+
+--Ecco--disse la Marianna--per giovine non e giovine di primo pelo, ma
+pero e benissimo conservato, e ricco.
+
+--Quanti anni avra, insomma?
+
+--Io non gli darei piu di sessant'anni o sessantadue.
+
+--Oh, che strega!--sclamo la Luisa, scoppiando a ridere.--Mi parla di
+primo pelo! Non e ne di primo, ne di secondo!
+
+--E meglio anzi che sia un uomo posato... un uomo che ha gia fatta la
+sua carovana.
+
+--Si, si, non dico, ma quanto al primo pelo... _maghero!_
+
+--E capace di farle una posizione.
+
+--Crede lei che vorrebbe rispondere per me la da quel caro direttore?
+
+--Questo poi non lo so, perche e ammogliato.
+
+--Anche ammogliato!--sclamo la Luisa. Poi riprese:--Meglio allora!
+
+--Sicuro che e meglio. Da minor fastidio. Lo si puo tener in gambe,
+comprometterlo, levargliene quanti si vuole. E poi si e piu libere di
+tenersi il candelliere e il capriccio; si ha sempre il coltello per
+il....
+
+--Bene, bene, queste cose le penso anch'io--interruppe la Luisa un po'
+duramente. Quella benedetta parola di coltello, poco o molto, la
+faceva sempre trasalire, anche quando era pronunciata in una figura
+rettorica.
+
+--Dove si potrebbe vederlo questo banchiere di... terzo pelo?
+
+--In casa mia, se vuole.
+
+--Lei sta ancora laggiu?
+
+--Si, cara.
+
+--E quando?
+
+--Magari domani. Il tempo di avvisarlo.
+
+--A che ora?
+
+--A mezzogiorno.
+
+--Bene, domani a mezzogiorno saro da lei.
+
+E si lasciarono.
+
+* * * * *
+
+La Luisa si spicco di la, e vide sul canto della via che uno de' suoi
+pedinatori stava ad aspettarla.
+
+Quand'essa gli passo dinanzi, egli le fe' tanto di cappello. La Luisa
+rispose con un modesto chinar del capo. L'altro, che era appunto il
+marchesino Sappia, le si mise accanto.
+
+--Si potrebbe aver l'onore di sapere, bellissima creatura, dove siete
+diretta?
+
+--Lei e ben curioso!
+
+--Io faccio come il dottor Faust con Margherita, e vi domando il
+permesso di accompagnarvi a casa.
+
+--Non posso darglielo--rispose la Luisa, che, piena di appetito, aveva
+gia messo l'occhio sul suo moscone per farsi pagare da pranzo.
+
+--Perche non puo darmelo?
+
+--Se io le ripetessi che lei e assolutamente troppo curioso, che cosa
+mi risponderebbe?
+
+--Che la curiosita e la madre della voglia di sapere.
+
+--Lei e forse uno di quelli che scrivono sui giornali?
+
+--No, no--rispose il Sappia ridendo.--Ma perche questa domanda?
+
+--Perche lei mi parla molto difficile. Che so io? Poc'anzi era il
+dottor Faust e Margherita, e ora e la madre della voglia....
+
+--Bene, parlero piu facile. Come avete nome?
+
+--Ho nome... ho nome Aquilina. Ma non permetto che mi si dia del voi.
+
+--Vi daro del lei. Aquilina, bel nome! Nome superbo, e portato da una
+donna adorabile.
+
+--Me l'hanno detto degli altri.
+
+--E se io desiderassi di fare la sua conoscenza, bellissima Aquilina,
+me ne darebbe lei il permesso?
+
+--Mi par bene che stiamo facendola....
+
+--Si, ma io dico... una conoscenza un po' piu intima... a quattrocchi.
+
+--Non si rifiuta mai la conoscenza d'una persona educata come lei.
+
+--In casa sua dunque non ci si puo venir davvero?
+
+--Per ora no. In seguito non dico. Ora io vado a pranzo. Quest'oggi si
+potrebbe tutt'al piu trovarsi alla stessa tavola a pranzo.
+
+--E se io la invitassi a pranzare con me fuori di Porta?
+
+--Dove, per esempio?
+
+--Non saprei.... All'Isola Bella.
+
+--No--rispose la Luisa--all'Isola Bella c'e troppa gente; piuttosto al
+Giardino d'Italia.
+
+--Allora ci possiamo andar subito. Sono ormai le quattro e mezza.
+
+--Come vuole.
+
+Il Sappia fece un gesto ad un cocchiere di vettura pubblica, che
+passava col legno vuoto. Vi montarono, e via pel Giardino d'Italia.
+
+Come si vede, la Luisa obbediva largamente al delegato. Essa coglieva
+due piccioni ad un favo.
+
+Aveva trovato un probabile messere e aveva azzeccato il pranzo di quel
+giorno.
+
+* * * * *
+
+--Sapete, bella Aquilina--disse il Sappia quando fu seduto a tavola
+colla Luisa al Giardino d'Italia--che voi assomigliate in un modo
+spaventevole ad un'amante che io ho avuto or ora a Parigi?
+
+--Davvero? Cio mi rende orgogliosa!
+
+--Naturalmente voi non siete ancora a quel punto....
+
+--Oh, lo credo!
+
+--Quella era una _cocotte_ si, ma una cocotte gran dama.
+
+--Ho capito!
+
+--Ha nome Teresa, ma tutti a Parigi la chiamano Nana. Non ha meno di
+trentamila franchi al mese, ed e sempre in miseria.
+
+--Vuoi dire che li spendeva.
+
+--Sicuro!
+
+--Ah, in questo poi non vorrei assomigliarle.
+
+--Vediamo, Aquilina. Voi mi piacete in modo enorme. Ci sarebbe
+speranza di intenderci? Io non v'ho ancora detto il mio nome; sono il
+marchese Sappia. Io vorrei fare di voi una seconda Nana.
+
+--Che non spende trentamila franchi al mese, pero.
+
+--Ah, naturale! Tutto dev'essere in proporzione. Milano fa trecento
+mila abitanti coi Corpi Santi, Parigi ne fa un milione e mezzo; cinque
+volte tanto. A Milano, una fanciulla come voi puo col quinto di
+trentamila franchi al mese, che sono sei mila far la signora come Nana
+a Parigi.
+
+--Questo poi non credo. Sei mila franchi sono una miseria anche a
+Milano.
+
+--Ah, ah! Avete delle idee in grande, voi.
+
+--Voi ci tenete ad essere solo?
+
+--Perche questa domanda?
+
+--Ponete che io sia gia impegnata con un vecchio, che non vi potrebbe
+dare ombra di gelosia. Ponete che io sia qui con voi perche mi siete
+simpatico....
+
+--Grazie, Aquilina. Non ne dubitavo
+
+--Io so bene che voi non vorreste che io fossi vostra amante _gratis_,
+n'e vero?
+
+--Neppur per sogno.
+
+--Se voi non avete difficolta che il vecchio continui la mia
+relazione, voi diventerete il mio amante di cuore. Mi farete qualche
+regalo e tutto sara detto.
+
+--Accettato.
+
+--Allora vi diro che io non mi chiamo Aquilina, ma mi chiamo Luisa.
+
+E cosi era avvenuto il contratto del loro matrimonio morganatico.
+
+* * * * *
+
+Il marchesino usci dalla casa di Luisa verso le nove del mattino del
+giorno dopo. A mezzodi in punto, la fanciulla montava le scale della
+Marianna.
+
+Il vecchio banchiere non si fece aspettare; dopo mezz'ora di
+conversazione, trovo che la Luisa era la creatura che pareva creata
+apposta pe' suoi fini reconditi; le fece delle discrete proposte, ed
+essa le accetto subito anche quelle, senza farsi pregare: giacche
+l'appetito non c'era verso, che non ritornasse ogni mattina e ogni,
+sera a persuaderla che bisognata dar ascolto al delegato. Cosi in
+breve la scarcerata di fresco fu accasata come una signora, in mezzo a
+mobili propri, con due assegni mensili, che uniti ne facevano uno piu
+grosso di quello d'un consigliere di Cassazione e che le venivano dal
+Sappia e dal banchiere, il primo dei quali era l'amante _en titre_,
+l'altro lo spunta-pesi segreto.
+
+Poco prima che Enrico O'Stiary giungesse a Milano, essa aveva finto di
+piantare in asso il vecchio banchiere, per farsi maggior merito presso
+il suo amante scoperto. Ma in fatti essa era legata al vecchio peggio
+di prima e da ben altri legami che non fossero i legami dell'amore.
+
+* * * * *
+
+--Buona sera, Nando--diss'ella al Sappia, che era entrato con Enrico
+O'Stiary.
+
+E intanto aveva diretta un'occhiata curiosa all'amico che stava dietro
+di lui un po' in disparte.
+
+--Buona sera, Gigia--rispose il marchesino, e volgendosi tosto verso
+il conte, ripiglio:
+
+--T'ho condotto il mio giovine amico, il conte O'Stiary, che fara in
+tua casa i primi passi al mal costume.
+
+Enrico strinse la mano che la Luisa gli porse; e l'indispensabile
+vermiglio, che accompagna quasi sempre il primo passo al malcostume,
+si pinse sulla fronte del giovinetto.
+
+La Luisa lo invito a sederle accanto.
+
+--Spero bene--comincio dessa--che Nando le avra detto, che qui da me
+sono banditi i complimenti. Dunque la metta giu il suo cappello,
+giacche il mio motto e _sans gene_. Ma quasi mi scordavo di presentare
+a questi signori; il signor Silvestro Bonaventuri aiutante di... e il
+signor Paganino di Genova.
+
+I due nominati s'inchinarono. O'Stiary fece altrettanto.
+
+--Lei e uscito da poco dal collegio, non e vero?
+
+--Ora torna dal campo.
+
+--Dal campo!... A proposito--disse levandosi; ma disse quell'a
+proposito precisamente a sproposito, giacche cio che stava per metter
+fuori non c'entrava per nulla col campo--Cominciate a fare anche voi
+altri il vostro dovere qui su questa lista. Vi avviso che non voglio
+rovinarvi pero. Non accetto meno di venti franchi, ma non accetto
+neppure piu di cento franchi.
+
+--Cosi dicendo, la Luisa aveva levato da un tavolino una borsa, una
+lista, ed un _lapis_ che presento colla bocca aperta al Bonaventuri.
+
+--Che cos'e?--domando questi con aria un poco sorpresa.
+
+--Ho fatto voto, che tutti quelli che i quali metteranno il piede in
+questa sala, dal primo all'ultimo del mese, dovranno per una volta
+almeno aiutarmi a fare un'opera buona. E una colletta per una povera
+famiglia che muore di fame.
+
+--Volontieri--rispose il Bonaventuri.--Che cosa debbo fare?
+
+--Scrivere su questa lista il vostro riverito nome e cognome, colla
+cifra che intendete di mettere in questa borsa, per la mia
+irresponsabilita.
+
+E guardo con un bel sorriso in faccia a O'Stiary.
+
+--Spero la mi permettera di avere anch'io questo piacere di far del
+bene in sua collaborazione--disse Enrico traendo di tasca il
+portamonete.
+
+--Veramente, per la bella prima volta!--sclamo ridendo la Luisa--e un
+po' da sfacciata!
+
+--Faremo dunque il male in mezzo--fece il Bonaventuri parlando
+forte.--Ecco i miei cinquanta franchi.
+
+--Ed ecco i miei--soggiunse il Paganino da Genova, mettendo i suoi
+cinque biglietti da dieci nella borsa.
+
+Il povero Enrico fa sopraffatto da uno sgomento indicibile. Egli aveva
+pensato in cuor suo di non dare che venti lire, e capiva che bisognava
+metterne cinquanta come gli altri, e temeva di non averli nel suo
+portamonete. Dei cento franchi della mezza mesata sborsatagli dal
+tutore, e che dovevano servirgli per quindici giorni, gli pareva di
+averne gia spesi in guanti, in profumerie, in gingilli, in mancie e al
+caffe, una meta abbondante. Non sapeva bene quanto gli restasse nel
+portamonete, ma temeva d'essere a corto. Guardo trepidando in esso, e
+con lieta sorpresa vi trovo appunto i cinquanta franchi che parevano
+li apposta contati. Non gli rimaneva piu che un bigliettino sudicio da
+cinquanta centesimi, che rimase la unico e vergognoso, come una
+protesta contro la lesina del tutore.
+
+--Ed ecco i miei--ripete anche lui mettendo l'obolo nella borsa di
+Luisa, che lo ringrazio col suo piu splendido sorriso.
+
+"Spero bene--penso--che il tutore non mi vorra mangiare se gli
+raccontero che ho dato cinquanta franchi a scopo di beneficenza--penso
+Enrico, dopo che la Luisa lo ebbe ringraziato.--"Io non potevo dar
+meno di Paganino e di Bonaventuri, che devono essere meno ricchi di
+me."
+
+* * * * *
+
+Poco dopo entrarono nuovi visitatori. Erano il signor Ciambelli colla
+Romea, un fuseragnolo di donna, con due occhi discreti e una
+carnagione che arieggiava la porcellana colorata, per amor
+dell'intonaco ch'ella si praticava sul viso.
+
+Ciambelli, suo amante, un pancione nero come un croato, le aveva messa
+su una _buvette_, dove la Romea troneggiava dal suo banco, chiamando,
+col desio e colle occhiate lunghe, i passanti, che non volevano
+saperne di entrare nella di lei bottega a bevere l'amaro prima di
+andare a pranzo.
+
+La Romea era una sgualdrina come tante altre, ma la si teneva
+ingenuamente in conto di donna onesta, e parlava delle mantenute col
+disprezzo d'una principessa!
+
+Quanto la godevano per questa pretesa le sue poche pratiche!
+
+A un certo punto si parlo di far un piccolo taglio di macao. La Luisa
+sulle prime fece finta di opporsi, ma poi, vedendo che tutti erano del
+parere fece recar le carte e lascio che giuocassero.
+
+Enrico, un po' per timidezza, un po' per innata ritrosia, ma
+sopratutto perche non voleva far vedere d'essere corto a quattrini
+stava in disparte.
+
+Sappia gli ando vicino:
+
+--Non fai conto di giuocare tu?
+
+--Ma... non ho voglia.... Non sapevo che si giuocasse.... E meglio che
+stia a vedere...
+
+--Ti pare? Il piu giovine della brigata, far la figura del piu
+vecchio? Mi faresti sfigurare. Ricordati che questa sera comincia a
+formarsi la tua riputazione di gentiluomo e di uomo di mondo. Bisogna
+che tu provi un po' di tutto, in societa, se vorrai starci bene, e se
+vorrai poter educare con cognizione di causa i figli che avrai dalla
+signorina Elisa.
+
+Enrico si fece tutto rosso in viso.
+
+--Che c'entra? Come sai? Chi t'ha detto?
+
+--Noi sappiamo tutto--sclamo con aria di mistero il marchesino.
+
+--Ma io ho ben poco danaro con me... non sapevo.
+
+--Se non e che questo ti servo subito. Figurati! E schiuso il
+portamonete ne trasse un biglietto da cinquecento e lo diede a Enrico
+dicendo:
+
+--Quando non ce n'e piu, ce ne sara ancora.
+
+Avrebbe potuto rifiutarsi ancora il nostro collegiale garibaldino?
+
+Ando al tavolo verde.
+
+* * * * *
+
+Dopo mezz'ora egli aveva perduto fino all'ultimo i suoi cinquecento
+franchi.
+
+La Romea gliene aveva beccati fuori la meta.
+
+Sappia gliene presto subito altri mille.
+
+Il demonio del gioco lo aveva gia preso alla strozza.
+
+A mezzanotte il disgraziato aveva perduto i mille e giocava gia
+disperatamente sulla parola.
+
+Al tocco dopo mezzanotte il Sappia si levo dal tavoliere, e disse:
+
+--Mi pare ora di andarcene.
+
+--Facciamo i conti--gli disse Enrico che appena cessato l'incanto e
+l'emozione si trovo di aver indosso una febbre indiavolata.
+
+Fatti i conti trovarono di avere perduto fra tutt'e due seimila e
+trecentoventi franchi. Enrico ne doveva mille e cinquecento all'amico,
+mille e duecento a Silvestro Bonaventuri, e trecento alla Romea,
+
+Il povero giovinetto era cosi confuso di dover danaro perfino ad una
+donna, era cosi spaventato, cosi abbacinato dalla perdita, dal timore
+di non poter il giorno dopo farsi onore nelle ventiquatt'ore, dello
+spavento che il tutore e la Elisa venissero a sapere la sua scappata,
+che quasi quasi ne piangeva a calde lagrime.
+
+Il Sappia dovette scuoterlo piu volte.
+
+--Ma domani come si fa? Pensa che debbo trecento franchi anche alla
+signora Romea.
+
+--Ci penso io--gli rispose l'amico.--Non seccarti. In ogni caso la
+Romea ne deve a me cinquecento da sei mesi, che non me li ha mai
+restituiti.
+
+Preso poi in disparte il Bonaventuri, che conosceva, per quel tanto
+che si conoscono certe persone:
+
+--Favorisca--gli disse--a indicarmi dove ella sta di casa.
+
+--Oh--sclamo il Bonaveuturi, come schermendosi--la si figuri; ha tutto
+il tempo; lei e padrone di tutta la mia sostanza...
+
+"Buono a sapersi" penso il Sappia fra se.
+
+* * * * *
+
+Enrico quella notte non chiuse occhio e fece il piu inviolabile
+proponimento di non giuocare mai piu.
+
+Nella ingenua purezza della sua coscienza di vent'anni, egli sentiva
+di quel fatto un rimorso indicibile.
+
+A mattina ando dal tutore e gli spiattello senza reticenze la sua
+avventura della sera innanzi.
+
+La fu una scena di inenarrabile delusione per lui, una tempesta di
+maggio, un finimondo.
+
+Il tutore gli fece una parrucca che non finiva piu. Egli era un di
+quegli uomini che non crederebbero di far il loro dovere se non quando
+s'accorgono d'avere ben tormentata la loro vittima. Essi hanno nelle
+vene, io credo, un po' di sangue di Torquemada. Questo modo di
+educare, essi lo chiamano _saggezza_. E certo se facesse l'effetto di
+render saggio meriterebbe quel nome; ma siccome non ottengono invece
+che quello di seccare dovrebbe esser chiamato _seccatura_.
+
+Allo stringer dei nodi il tutore si rifiuto perfino di pagargli quel
+primo debito di giuoco.
+
+Enrico non sapeva piu in che mondo si fosse. Corse a trovare il
+marchese d'Arco.
+
+Questi ascolto in silenzio il racconto e le giustificazioni del
+giovinetto; poi senza dir motto si levo, ando al suo scrigno, ne
+abbasso l'imposta, tiro fuori un cassettino, ne trasse tre bei
+biglietti da lire mille e li porse al giovinetto dicendogli questa
+sola frase:
+
+--Ma cerca di non giuocare mai piu se ti e possibile!
+
+Enrico da quel tratto resto assai piu confuso che non lo fosse stato
+prima dalla lavata di capo e dalle smanie esagerate del suo tutore.
+
+--Oh, marchese, come e buono lei!--sclamo il giovine buttandosi al
+collo del vecchio e baciandolo sulle labbra.
+
+--Mi prometti sul tuo onore che non giuocherai piu? ripiglio
+sorridendo di gioia e dopo un certo silenzio il marchese.
+
+--Si, glielo prometto in parola d'onore e colla sicurezza di mantenere
+la mia promessa.
+
+--Tu devi sapere Enrico, che a' miei tempi ho giuocato molto anch'io.
+Allora il giuoco era di _bon ton_, non era proibito, lo si faceva in
+pubblico. Il governo straniero usava di questo mezzo per
+demoralizzarci, per distoglierci dalle idee di patria e di
+indipendenza. Vedi dunque che ti parlo con cognizione di causa. Fin
+d'allora mi capitava sempre, che perdendo, io pagava puntualmente
+entro le ventiquattr'ore il mio debito; ma se vincevo pochi lo
+pagavano a me.
+
+--Possibile?
+
+--Possibilissimo mio caro Enrico. Credilo pure; la gente che paga i
+debiti di giuoco non e a questo mondo che un decimo di quella che non
+li paga. Questa almeno e la statistica della mia dolorosa esperienza!
+Non so se gli altri saranno stati piu fortunati di me nella loro vita.
+Ma e cosi! Ora capisci bene. Se tu quando perdi sei certo di dover
+pagare, e quando vinci sei certo di non essere pagato che dieci volte
+su cento... la cosa diventa molto seria. Sarebbe necessario perche tu
+restassi almeno in pace che vincessi novantacinque volte su cento; il
+che assolutamente non e possibile avvenga. Hai fatto bene dunque a
+promettermi che non giuocherai piu.
+
+E qui si mise a parlargli di tutt'altro.
+
+Il marchese artista nell'anima tempestava Enrico di domande sulla sua
+posizione, sulla pittura, sulle sue idee circa le due scuole, sulle
+sue speranze di farsi un nome, sull'avvenire sognato.
+
+Enrico s'accaloro in quel dialogo. Il marchese godeva enormemente a
+sentirlo parlare cosi modesto, cosi schietto, cosi sincero e cosi
+pieno di illusioni.
+
+--Ma non credi tu--gli disse a un certo punto--che il positivismo, il
+realismo e la democrazia abbiano a uccidere l'arte?
+
+--Ah, marchese, al contrario! L'esaltazione del popolo sara
+l'esaltazione dell'arte.
+
+Il marchese crollava il capo sorridendo.
+
+--Ah, entusiaste!
+
+--Non lo crede lei?
+
+--Io no davvero,--rispondeva il marchese.--Il popolo, e per popolo
+m'intendo quella parte della popolazione d'un paese che si stacca
+dall'aristocrazia illuminata e dalla borghesia ricca e studiosa, il
+popolo non sente bisogno dell'arte, ne la capisce. Mancando
+assolutamente di sentimento estetico come vorresti tu ch'essa amasse
+il bello nelle sue manifestazioni?
+
+--Eppure se c'e un'esposizione di quadri e di statue vi accorre...!
+
+--Il popolo no, non se ne cura. La statistica della affluenza del
+pubblico alle esposizioni parla chiaro. In ogni modo anche i pochi che
+ci vanno non vi sono attirati dal bisogno di ammirare il bello, ma
+dalla curiosita di veder nei quadri dei fatti interessanti, allegri o
+pietosi. Il quadro sara pessimo come arte, ma rappresentera qualche
+fatto ben volgare, ben chiaro, che squadri al popolo? Sara il
+prediletto da lui. Esso non s'accorgera che artisticamente parlando il
+quadro e uno sgorbio, un abbominio. Il popolo non monta verso l'arte
+se non quando l'arte discende giu fino al volgo. E il naturalismo
+stesso, l'impressionalismo, di cui tu mio caro Enrico, ti dichiari
+seguace e cultore, non e forse l'arte che abdica in favore dei grossi
+istinti del volgo?
+
+Enrico era impaziente di andar a pagare i debiti fatti la sera prima.
+Erano i primi debiti di sua vita e gli rimordevano la coscienza. Diede
+dunque ragione al marchese e se ne ando ringraziandolo di nuovo con
+espansione.
+
+Prima di spiccarsi dal suo vecchio amico, questi aveva cavato da una
+cartella che stava sulla tavola un foglio di carta e accostando alla
+mano di Enrico il calamaio gli aveva detto:
+
+--Scrivimi qui la ricevuta e la promessa di non piu giuocare.
+
+Enrico si dichiaro debitore delle tremila lire al marchese e promise
+nella ricevuta di restituirgliele quando fosse andato in possesso
+della propria sostanza.
+
+Della mesata insufficiente fissatagli dal tutore non si fiato. Non si
+ricordo di parlarne.
+
+Il marchese non gli aveva neppur lasciato il tempo di spiegare la
+cosa, e quando Enrico s'era trovato esaudito, col danaro in mano,
+s'era scordato di entrar in quell'argomento.
+
+Enrico corse a casa di Sappia, a cui racconto il rabbuffo e la
+crudelta del tutore e il bel tratto del marchese d'Arco. Volle andar
+egli stesso nella bottega della Romea, a portarle i suoi trecento
+franchi, che gli bruciavan le dita e dovette spenderne un'altra
+quarantina di giunta, in bottiglie _di champagne_, ch'essa gli
+appioppo senza che lui, timido ancora, osasse di rifiutarle.
+
+Poi, con Sappia, ritorno a casa.
+
+--Parlero io al tuo signor zio antidiluviano--aveva sclamato il Sappia
+quando Enrico gli aveva raccontato del fiero rabbuffo avutone.--Lui li
+chiama _minuti piaceri_? Altro che minuti! Impercettibili,
+microscopici... piaceri!
+
+Il notaio a stento acconsenti di portar l'assegno di Enrico da
+duecentocinquanta a trecento franchi al mese.
+
+--Domando io caro signor marchese--gli disse congedandolo, e colla piu
+profonda convinzione di dir cosa sensata ed onesta--domando io come
+potra mai arrivare a spendere piu di otto franchi al giorno fuori di
+casa?
+
+--Nei mesi di trentun giorni e negli anni bisestili--disse il Sappia
+con una finissima ironia che il tutore si guardo bene dal notare--gli
+otto franchi al giorno si puo calcolare che diventino soltanto sette e
+novantadue centesimi.
+
+--Ho fatto un buco nell'acqua--diss'egli tornato che fu all'Enrico, il
+quale non s'aspettava nemmeno i cinquanta franchi d'aumento--Bisogna
+che tu faccia la lite al testamento di tuo padre, che ti ha voluto
+tener sotto a quel mastodente fino ai ventiquattr'anni; se no finirai,
+col rovinarti moralmente e materialmente, te lo dico io!
+
+--No--rispose Enrico.--Prima di tutto io non vorrei fare questa lite,
+neppure nel caso che non offendessi l'ultima volonta e la memoria di
+mio padre. In ogni modo, dato che il tribunale mi desse torto, io
+sarei perfettamente rovinato, giacche avrei fatta opposizione; e tutta
+la sostanza andrebbe ai gesuiti che stanno aspettando al varco la
+preda, E meglio ch'io mi stia ai primi danni.
+
+* * * * *
+
+Cosi erano passati circa due anni, e a dispetto dei trecento franchi
+al mese, Enrico O'Stiary era diventato uno dei giovani piu brillanti
+di Milano. Cavalcate, scarrozzate, scherma, cene, club, ballerine, e
+pur troppo di nuovo, il giuoco--nel quale era ricascato con vivo,
+quantunque inutile rammarico, con profondo, ma pur vano rimorso--erano
+le occupazioni delle sue giornate e delle sue notti. E la povera Elisa
+trascurata, infelice, ma orgogliosa nel suo dolore s'era fatta intanto
+donna.
+
+Il tutore non badava piu all'Enrico.
+
+Disperava di cambiargli la testa. "Chiudeva un occhio per non
+inquietarsi" come diceva lui.
+
+Il marchese d'Arco dal canto suo, il quale vedeva il suo giovane amico
+far la vita del gentiluomo, e non s'era curato mai di sapere quale
+somma il tutore gli avesse fissato pei minuti piaceri, era ben lontano
+dall'idea ch'egli si stesse rovinando a bagno maria. Egli poi non
+sospettava che Enrico si fosse rimesso a giuocare. Gli sarebbe parso
+fargli uno sfregio pensando che un'O'Stiary avesse potuto mancare cosi
+alla parola d'onore.
+
+Quando si trovavano parlavano d'arte, di cavalli, di politica, e le
+miserie umane le lasciavano da parte.
+
+Enrico dal canto suo, si guardo bene dal ricorrere un'altra volta al
+marchese per denaro, e lo schivava come un rimorso. Il Sappia pensava
+largamente a tutto. Suo padre e sua madre gliene davano in una certa
+abbondanza, ed egli aveva un credito grande presso gli usurai! E anche
+lui--lo sciagurato--faceva delle orribili operazioni a babbo morto!
+
+Ma era venuto un bel giorno che anche il Sappia erasi trovato nella
+necessita di chiedere danaro ad Enrico.
+
+Il povero giovine gli avrebbe data la vita, ma non aveva che i suoi
+duecento franchi al mese.
+
+Risolse di farla finita col tutore; di parlargli fuor dei denti, di
+ottenere insomma quello a cui gli pareva di aver diritto.
+
+Ci penso un paio d'ore, poi piuttosto che aver a fare con don Ignazio
+si aperse alla balia.
+
+La balia gli aveva detto di avere dodicimila lire alla Cassa di
+risparmio.
+
+Non lascio che l'Enrico terminasse la frase; corse per quanto glielo
+permettevano i settantanni nella sua camera, e porto al contino le
+dodicimila lire in tre bei libretti puliti e fiammanti ch'era un
+piacere a vederli.
+
+--Ma no, non voglio, non voglio--diceva Enrico colle lagrime agli
+occhi.
+
+La balia alzo la destra, e con una specie di entusiasmo, sclamo:
+
+--Ma non e forse roba sua codesta? Quale uso piu degno potrei fare di
+questo danaro... io che non ho piu nessuno al mondo?
+
+* * * * *
+
+Pochi mesi dopo convenne di nuovo rivolgersi altrove.
+
+Il tutore, quand'ebbe messa da parte del tutto la speranza di vedere
+il conte far giudizio, pensando al giorno ormai vicino in cui gli
+sarebbe toccato rassegnargli la sostanza taglieggiata e forse perduta,
+intieramente aveva cominciato a cercarsi dattorno un altro sposo per
+la sua Elisa, che gia aveva trascorso il diciottesimo anno.
+
+Egli comando a sua moglie di far di tutto per disingannarla nel caso
+ch'ella nutrisse ancora qualche speranza di diventare la moglie del
+contino e si mise a sparlare a tavola del suo pupillo e a tentar di
+metterglielo in mala vista.
+
+Ma egli non pensava che dieci anni di pensieri e d'illusioni
+accarezzate non si distruggono in un giorno!
+
+L'uomo adatto, del resto non tardo a presentarglisi sotto la miglior
+luce del mondo. Era Aldo Rubieri--che s'era fatto un bel nome e una
+bella sostanza, e che quantunque artista, parve al babbo un modello di
+uomo serio e un marito esemplare.
+
+* * * * *
+
+Chi mai avrebbe detto a Enrico O'Stiary che quei cinquanta franchi da
+lui con lieto animo versati nella borsa di Luisa a titolo di
+beneficenza la sera d'un giorno d'autunno del 1866, dovessero essere
+il primo anello di una lunga e disastrosa catena di sagrifici, di
+spese, di perdite, di debiti, di rovesci, che lo dovevano condurre tre
+anni dopo, quando egli era li li per aver la piena disponibilita della
+propria sostanza, ad essere un uomo rovinato?
+
+Ma sopratutto chi gli avrebbe detto che la causa principale, la causa
+effettiva del suo rovescio, non doveva essere ne l'amico Sappia, non
+doveva essere la Luisa, non doveva essere il giuoco, ma piuttosto la
+gretta protervia del suo tutore, che aveva negato fin dal principio di
+fissargli quel tanto, che nella sua posizione era necessario?
+
+
+
+
+II.
+
+
+Aldo Rubieri, nel tempo che aveva molti debiti e poche commissioni,
+abitava fuori di una porta della citta. Si era fatto corpisantino, e
+la nel sobborgo, teneva abitazione e studio. Pagava una miseria di
+affitto, e dalle sue finestre vedeva d'estate molto verde, e
+d'inverno, se fosse nevicato, molto bianco.
+
+Quando poi divento poco meno di celebre, ed ebbe soddisfatti i suoi
+pazienti ed onesti creditori, egli si era talmente affezionato a
+quella residenza che non aveva piu voluto venir in citta, quantunque
+l'aria assai democratica, che tirava nel sobborgo non fosse quella
+delle sue convinzioni assai moderate.
+
+Compero dunque la casetta, e in essa si creo il suo nido dell'arte e
+della vita.
+
+Lo studio, che solo conservo tal quale, era per lui popolato da tutte
+le imagini, da tutte le finzioni, da tutti i progetti della sua
+geniale fantasia; memorie imagini, finzioni che gli avevano
+procacciata l'ambita fama e la invidiata agiatezza.
+
+Gli pareva che le vicende della sua vita abbastanza travagliata, gli
+dovessero sfumar via d'un tratto, se avesse mutato di casa e aveva
+giurato di finire in essa la sua fortunata carriera.
+
+La casetta, dall'umile apparenza, ma tutta leggiadra e artistica di
+dentro, era da vari anni visitata dagli stranieri. Aldo Rubieri aveva
+scritto a Bedeker di farne un cenno, nella sua nuova _Guida d'Italia_,
+e Bedeker infatti nel capitolo che riguardava Milano, parecchi anni or
+sono, vi aveva fatte due aggiunte: il vaporino illuminante in circolo
+la cupola della Galleria Vittorio Emanuele e lo studio di Aldo
+Rubieri.
+
+* * * * *
+
+Una piccola carovana, uscita dall'albergo Reale un dopo mezzodi di
+agosto del 1869 s'avvio allo studio di Aldo Rubieri. Per risparmio di
+ciceroni quella carovana era composta di elementi assai eterogenei. In
+testa camminava un Francese con quella noncurante serieta che
+caratterizza la gioventu della giovine Francia, piu gloriosa ancora
+dopo i rovesci, uno di que' Francesi che in Italia stanno sull'occhio
+per non essere creduti, _brillanti a spasso_, e che non hanno difetti
+in fuori di quello di sprezzar troppo la roba straniera.
+
+Dopo lui scarpinavano, coi loro piedoni piatti, due rappresentanti
+della vecchia Albione, un _mister_ ed una _mistriss_.--Anch'essi non
+presentavano alcuno di que' tratti caratteristici e ormai diventati
+comunissimi, che si usa di attribuire molto volentieri agli Inglesi in
+viaggio. Non enormi guide sotto il braccio, non indecenti spolverine,
+non scarpaccie infangate ed eccessivamente lunghe. Di inglese essi non
+avevano neppur il colore dei capelli.
+
+Alla retroguardia seguivano altre quattro persone, di cui tre uomini e
+una donna. Costoro che avevano veduta la luce sulle sponde del Danubio
+erano invece biondissimi.
+
+Il Cicerone dell'albergo chiudeva la marcia.
+
+La zitellona tedesca poteva avere un trentatre anni; piu al di la che
+al di qua. A diciotto ella poteva essere stata una bella biondona. Suo
+padre e suo zio, mercanti di oggetti artistici, stavano disputandosi
+in dialetto viennese sul merito relativo degli scultori italiani, le
+cui statue era capitato loro qualche volta di comperare a Milano per
+cinque e di vendere a Vienna per cinquanta.
+
+La zitellona camminava in mezzo a loro due. Quello a destra, sosteneva
+che al giorno d'oggi non era possibile piu il vendere che pattini e
+quadri di genere; l'altro, che due giorni prima aveva comperate
+parecchie tele di stile classico, negava che il realismo in arte
+potesse mai avere fortuna. Entrambi pero erano d'avviso che lo stile
+austriaco non avesse confronti "quella maniera larga di dipingere in
+tinta gialla che fa credere tutta roba da museo anche i quadri di un
+anno" essi la ritenevano la miglior pittura che fosse al mondo.
+
+Si sa bene che ognuno ha il suo orgoglio nazionale!
+
+A un certo punto s'interpose il Cicerone. Era costui un personaggio
+autorevole in fatti di giudizi di pittura. Lo aveva lodato perfin il
+povero Rovani, che certo non abusava della lode. Era costui un Modello
+incanutito fra i cavalietti e gli scalpelli che adorava Aldo Rubieri
+fino alla esagerazione, di quell'amore entusiastico e un tantino
+irragionevole, di cui non sono capaci che i figli d'Italia:
+
+--Scusino, signori--diss'egli in tedesco--nessuno dei giovinetti che
+cominciano ora ad esporre promette di giungere alla grandezza di Aldo
+Rubieri.
+
+E nel pronunciare questo nome il suo occhio semispento brillo di un
+insolito guizzo di luce.
+
+--Da quanto tempo e diventato celebre il nostro bravo Aldo?--chiese
+uno dei due viennesi, il padre della zitellona.
+
+All'udire quella frase confidenziale il Cicerone ne fu quasi
+scandalizzato. Guardo l'austriaco con una inenarrabile occhiata di
+compatimento, e disse:
+
+--Conoscete forse _mein herr_, il grande scultore Aldo Rubieri?
+
+--Se lo conosciamo? Altro che!--rispose l'Austriaco, guardando a sua
+figlia che si fe' un poco ciliegia, e che sorrise misteriosamente.
+
+--Ed e percio che vi domandavamo da quanti anni sia diventato celebre,
+giacche noi sono ormai piu di dieci anni che non l'abbiamo piu veduto,
+e quando l'abbiamo conosciuto noi non lo era ancora.
+
+--Dal primo suo gruppo, che fu premiato dall'Accademia e venduto per
+quarantamila franchi--rispose il Cicerone.
+
+--Bella somma!--sclamo lo zio.
+
+--Un gruppo alto un metro--aggiunse il Cicerone.--Ma la sua fama il
+signor Aldo la deve ancora piu al suo modo originale di trattare cogli
+eroi della democrazia che per altro. Le opere, si sa bene, finche un
+artista e vivo, saranno sempre criticate; ma la indipendenza del suo
+carattere e il suo magnifico disinteresse faranno sempre sul popolo un
+grandissimo effetto. Egli e capace, se non gli garba il soggetto, di
+rifiutare una commissione, che gli frutterebbe molto danaro. Dopo
+l'immenso successo del suo ultimo gruppo, il generale Garibaldi gli
+ordino, un gruppo di soggetto repubblicano che un Inglese gli avrebbe
+pagato cento mila lire. Credete voi che egli abbia accettata la
+commissione? Neppur per ombra. Io ero presente quando Aldo Rubieri
+rispose al messo di Garibaldi, che era venuto la in studio a portargli
+la ordinazione, credendo di fargli un grande onore:
+
+"Dite al generale, che cento mila lire per un gruppo alto un metro e
+mezzo e troppo! E che io non ho tempo per un simile lavoro."
+
+--Cio e bello!--sclamo la zitellona.
+
+--Cio e stupido!--disse il padre.
+
+--Cio e assurdo!--osservo lo zio....
+
+--Un'altra volta, sara una settimana, caccio fuori dal suo studio un
+principe russo che voleva sforzare la porta per correr dietro alla
+signora Nana.
+
+Al nome di Nana, tre esclamazioni contemporanee uscirono dalle bocche
+austriache.
+
+--Ah!
+
+--Ih!
+
+--Oh!
+
+Il Cicerone, sorpreso, si arresto di botto.
+
+--Chi e la signora Nana?--fu prima a parlare la zitellona.
+
+--Chi e la signora Nana?--disse quasi contemporaneamente, il padre.
+
+--Chi e la signora Nana?--stava dicendo lo zio a sua volta; ma si
+tacque, udendo che la domanda veniva gia fatta dagli altri due.
+
+--Nana e la piu bella donna del mondo--rispose enfaticamente il
+Cicerone.--Nana e un'artista francese, che ora serve di modella per la
+_Venere contemporanea_.
+
+--Venere contemporanea?--sclamo Leopoldina--cosa vuol dire?
+
+--Vuol dire una _Venere decente_--rispose il Cicerone--una Venere non
+del tutto ignuda; una Venere della quale si vedano e si indovinino le
+forme divine in quelle parti decenti, che sono divinamente formate
+dalla natura e si dissimulino le parti che le donne del giorno d'oggi
+hanno meno belle, e che non si devono rappresentare.
+
+--In tal caso--osservo con un certo acume uno dei due Tedeschi--non
+arrivo a capire il perche si parli di Venere, che viceversa e il nome
+di una Deita molto classica e interamente nuda.
+
+--E vero!--sclamo il Cicerone, colpito da questa osservazione.--Ma
+debbo dire che in caso l'errore e tutto mio. Io sono vecchio e non ho
+potuto ancora svestirmi totalmente dei pregiudizi classici. La statua
+del mio maestro sara un'opera d'arte che protesti energicamente contro
+l'invasione moderna dell'impressionismo, del realismo e della
+sprezzatura esagerata nella divina arte scultoria, che deve essere
+liscia e finita e non brizzolata e rugosa come la robaccia della
+scuola nuova.
+
+I forestieri capivano e non capivano.
+
+Il Cicerone era come invaso da un santo sdegno.
+
+--Ma dunque--usci finalmente a dire il padre--il signor Aldo crede
+ancora possibile una Venere, dopo tante che ce ne lascio l'antichita?
+
+--Perche no?--proruppe il Cicerone.--La bellezza non e forse eterna?
+La bellezza del nudo non tramonta mai!
+
+--E tanto bella?--domando di nuovo la donna--questa signora Nana?
+
+--Bella e, secondo me, una parola un poco insignificante per esprimere
+che cosa sia la signora Nana. Essa e un portento.
+
+--Dicevate dunque--disse il padre austriaco, quasi volesse stornar il
+discorso dalle imagini troppo estetiche....
+
+--Io stavo dunque dicendo--ripiglio il Cicerone--che Aldo Rubieri e
+ancora piu in voga pel suo carattere che pe' suoi lavori, e raccontavo
+che aveva cacciato fuor dallo studio il principe russo, mentre il
+giorno dopo aveva spalancata la porta del suo piu segreto penetrale ad
+un povero pittorello di Roma, che viaggiava per istruzione col sacco
+in spalla; egli fece colazione con lui nel giardino incantato.
+
+--Ah, c'e anche un giardino incantato?--domando la matura fanciulla
+spalancando gli occhi grigi.
+
+--Incantato, per modo di dire--rispose il Cicerone--ma e tanto piu
+incantato dopo che lo frequenta la signora Nana, giacche, secondo me,
+un luogo dove regna e dove respira, foss'anche una mezz'ora al giorno,
+una creatura come la signora Nana, quello diventa per forza un luogo
+incantevole.
+
+I sei occhi dei tre personaggi austriaci s'incontrarono.
+
+Parvero dire colla loro espressione desolata, il volgare "_siam
+fott... o regina!_"
+
+* * * * *
+
+--Continuate--ripete il padre.
+
+--L'avere ricevuto cosi intimamente lo scolaro povero, dopo aver
+cacciato, senza complimenti, un principe arcimilionario, fece chiasso.
+Tanto piu quando i giornali liberali, nemici di Aldo Rubieri,
+raccontarono che il supposto studente di pittura di Roma non era altro
+che un povero imbianchino di stanze. Allora egli fece una risposta che
+chiuse la bocca a tutti. Egli dimostro come un imbianchino valga
+sempre piu di certi giornalisti, per la ragione che questi,
+_sporcando_ della carta _bianca_, le toglievano ogni valore
+commerciale; mentre quello, _imbiancando_ pareti _sporche_, ridonava
+ad esse molto valore commerciale.
+
+Quando poi lo scolaro ando a scusarsi d'essere stato causa
+involontaria della polemica, egli lo consolo dicendogli: "Lasciate
+scrivere. Sono i pittori invidiosi, che ispirano i cattivi
+giornalisti. Ma io conosco degli imbianchini che valgono molto piu di
+quei pittori. Giacche gli imbianchini raggiungono sempre e bene il
+loro scopo, che e quello di pulire e render lieti i locali, mentre
+certi pittori, non solo non lo raggiungono mai, ma lo tradiscono e lo
+deturpano, sporcando delle candide tele. Del resto, che gran
+differenza c'e fra un pittore e un imbianchino? La sola, veramente
+grande, e che il pittore adopera un pennello a manico breve e la
+tavolozza, mentre voi altri adoperate il pennello a manico lungo e la
+secchia. L'ingegno solo fa la grande distinzione; ed io, fra un
+imbianchino d'ingegno e un pittore asino, scelgo subito l'imbianchino.
+
+--Parlateci ancora di questo giardino misterioso e incantato--disse la
+zitellona, crollando il caposorridente per le sortite del vecchio
+Cicerone.
+
+--Oh, molto misterioso!--sciamo questi alzando gli occhi al cielo.--Si
+puo dire che dopo me non vi siano a Milano che tre persone, le quali
+abbiano avuto la immensa fortuna di spingere lo sguardo in quel
+sacrario dell'arte viva.
+
+--E voi siete del numero?
+
+--Io sono del numero--rispose il vecchio sollevando orgogliosamente la
+bella testa di Cristo invecchiato.
+
+--C'e speranza che noi, colla vostra autorita, e come amici vecchi di
+Aldo Rubieri, possiamo essere introdotti?
+
+--Voi, amici vecchi?--sclamo il Cicerone.
+
+--Non sapete forse che Aldo, quando aveva 20 anni, era a Vienna con
+suo padre?
+
+--Ah, e vero!--sclamo il Cicerone, portando la mano alla fronte.--Non
+mi ricordavo piu che egli e figlio di un colonello di stato maggiore
+al servizio di casa d'Austria.
+
+--Dunque?
+
+--Dunque che cosa?
+
+--Potremo noi vedere il giardino incantato?
+
+--Oh, impossibile!
+
+--Potreste voi almeno descrivercelo?
+
+--Impossibile anche questo. Ho data la mia sacra parola d'onore al
+maestro, che non avrei tradito mai il segreto della sua dimora.
+
+I tre Viennesi tacquero e ciascuno si mise a mulinar a suo modo.
+
+Ma in quel punto erano arrivati dinanzi alla casetta di Aldo Rubieri,
+e s'arrestarono.
+
+* * * * *
+
+A Milano, come dovunque, ci sono delle abitazioni dove tutto va male,
+tutto da noia, tutto vi sta a disagio; e ve n'ha delle altre, dove
+tutto gioisce, tutto da piacere, tutto risplende.
+
+Entrando nelle prime, trovi un portinaio ciabattino, che vive in un
+bugigattolo buio ed infetto. Il tanfo vi e nauseante; sui gradini
+della scala vi si scivola; gli usci si direbbe si lamentino di dover
+girare sui cardini; le persiane, spalancate, si rinchiudono
+sgarbatamente in faccia; gli scarafaggi ed i topi sono padroni della
+cucina; i cimici, del letto; le faine, del solaio; le lumache e gli
+scorpioni della cantina; il pozzo da l'acqua cattiva; un cane
+rinchiuso guaisce tutte le notti; un ragazzo caparbio vi strilla ogni
+mattina; un suonatore di tromba vi studia ogni mezzogiorno; delle
+casigliane pettegole vi si picchiano ad ogni calar della sera; il
+padron di casa usa mandar delle lettere insolenti; il ragioniere ha il
+fiato che ammorba... e via dicendo.
+
+Entrando nelle seconde, il cuore si allarga. Tutto vi spira l'ordine,
+la pulizia, la pace, il benessere. Si direbbe che queste case
+benedette furono costruite da operai intelligenti, e siano abitate da
+gente di buon gusto.
+
+Tale apparve ai viaggiatori la dimora di Aldo Rubieri.
+
+Appena giunte, la zitellona alzo la testa e s'imbatte in una scena
+graziosa.
+
+Sotto un portichetto, lieto di verdura in un angolo, una rondine aveva
+costruito il suo nido e giungeva volando alla pensile capannina, nel
+momento che i viaggiatori si arrestavano dinanzi alla porta della
+casa. Spaventata nel veder tanta gente, la rondine svolazzava
+trissando intorno al nido quasi volesse attirare a se tutta
+l'attenzione di quegli stranieri per distrarla dai suoi cari implumi.
+
+La zitellona si fece malinconica. Forse un assalto di nostalgia
+l'aveva presa.
+
+Non c'e come la rondine per ridestar nel cuore la memoria della casa
+lontana.
+
+In quel punto un colpo di martello fece trasalire la Tedesca.
+
+Il Cicerone aveva picchiato alla porta chiusa col battente di bronzo.
+
+In una delle imposte si vedeva inchiodata una placca di terso ottone
+su cui stava scolpito un _Rubieri_, senz'altro.
+
+Doveva bastare!
+
+* * * * *
+
+Il Cicerone dato il colpo si volse a' suoi compagni e disse:
+
+--Ora ci tocchera forse di aspettare un quarto d'ora; ma guai se io
+rinnovassi il colpo; potremmo star qui due ore, che nessuno piu
+verrebbe ad aprirci.
+
+--Perche?
+
+--Perche la signora Marietta pretende di non essere sorda, ma confessa
+di essere molto pigra.
+
+Questa volta pero il fatto smenti il pronostico. La porta si schiuse
+poco stante, e una donna s'affaccio al varco, domandando:
+
+--Chi e?
+
+--Forestieri che desiderano di visitare lo studio e parlare al
+maestro--rispose il Cicerone.
+
+E lancio alla donna un'occhiata espressiva che voleva dire: "Gente per
+bene, bisogna esser gentile."
+
+La donna aperse il battente, si ritrasse, e pronuncio il sacramentale:
+
+--Restino serviti.
+
+La carovana attraverso un atrio pompeiano, dove sul muro videro
+graffite delle figure bellissime di fanciulli ricciuti, di vergini con
+anfore in mano e di satiri con tirsi inghirlandati di pampini,
+saltellanti e festosi.
+
+Il Francese che fu il primo a vederle, ristette; e il Cicerone
+comincio la sua spiegazione:
+
+--Questo atrio venne terminato soltanto l'altro giorno. Questo genere
+di pittura a chiaroscuri e con linee profonde comuni a Pompei, si
+chiama graffito. Questo pattino che vedono, e il ritratto del figlio
+della signora Nana, sopra fotografia, giacche il Louiset e rimasto a
+Parigi colla zia.
+
+Questo nome scosse nuovamente la zitellona e i due Ausriaci. Ma
+nessuno dei tre oso fare una domanda sul figlio della signora Nana,
+che non era punto bello, ma che era maestrevolmente disegnato.
+
+Ammirato che l'ebbero, s'avviarono verso il viridario contornato di
+portici, precisamente come si usava nell'antica Roma. Una vaschetta di
+marmo bianco, con zampilli uscenti dal corno di faunetti di bronzo,
+sorgeva nel mezzo del giardinetto spandendo intorno una grata
+frescura.
+
+--Questo lo vedremo meglio dopo, uscendo per di la--disse il Cicerone
+svoltando a destra in coda alla signora Marietta, che aveva schiuso un
+uscio.
+
+Sulla soglia del quale gli stranieri lessero il classico _Salve_, poi
+entrarono.
+
+La scena mutava d'aspetto.
+
+Pompei cedeva il campo al piu ferreo dei medi evi risuscitati.
+
+Come una di quelle dimore di Fata, che sorgono dal suolo nei sogni che
+seguono la lettura dei romanzi di Scott o della Radeliffe, cosi il
+salotto dove erano entrati gli stranieri parve ad essi la viva e reale
+imagine d'una stanza di antichissimo castello feudale.
+
+Il presente scomparve ai loro occhi come per incanto. Si guardarono
+l'un l'altro, quasi fossero sorpresi di trovarsi vestiti di panno e
+col cappello a tuba in mano. Una specie di estasi medioevale li
+invase, e provarono nell'anima un ridestarsi confuso di tutte le
+memorie romantiche della lontana gioventu. Parte a parte non c'era
+moltissimo da ammirare. Appiccicati alle pareti, non ricchi trofei di
+armi in simetria, come e l'uso comune delle odierne sale d'armi. Ma si
+sarebbe detto da una certa rastelliera e da certi cappucietti come
+dimenticati sul davanzale d'una finestra, che un falconiere fosse
+uscito di la poco prima, dopo aver addestrato il falco; si sarebbe
+detto che il giullare avesse lasciato su una sedia il suo berretto a
+sonagli; che l'armigero e il balestriere avessero deposta poco prima
+in un canto, uno la picca, l'altro la balestra; che la castellana
+passando, avesse profumato quell'aura cogli aromi che il marito
+crociato le aveva recati dall'oriente.
+
+Ciascuno di quei viaggiatori ebbe la propria impressione storica.
+
+Al Francese parve di respirar un'aria tutta pregna di effluvi
+merovingi.
+
+Alla zitellona sembro di calpestar la polvere dei seguaci
+dell'interessante giovinetto svevo, venuto a morire in Italia sotto la
+mannaia di Carlo d'Angio.
+
+Gli Inglesi credettero sentir un bisbiglio di voci dei guerrieri di
+Riccardo Cuor di Leone.
+
+Chi non provo nulla di tutto questo, furono i due Austriaci. Non
+avevano l'incornatura romantica loro!
+
+La carovana, ammirando in religioso silenzio, passo ed entro in una
+seconda camera tutta parata di giallo, in stile moderno. Quelle
+fisonomie gia pallide soffuse dal colore delle cortine e delle
+tappezzerie si fecero cadaveriche.
+
+L'artista aveva il capriccio di vedere sulle linee faciali de' suoi
+visitatori questo effetto di tinte, non gia pel gusto di trovare il
+genere umano piu brutto di quello che esso sia realmente, ma per
+studiare il cambiamento di linee, di toni e di riflessi, allorche dal
+giallo i visitatori passavano allo scarlatto dell'attiguo salotto.
+
+--Si fermino qui un momento che io vado ad avvisare il maestro della
+loro venuta--disse Mattia il Cicerone, mentre la signora Marietta era
+scivolata fuori dalla camera da un uscio di fianco.
+
+* * * * *
+
+Mattia Corvino--tale era il nome del vecchio--s'accosto ad un uscio di
+contro a quello per cui era entrata la comitiva, piego l'indice della
+mano destra con una specie di religioso raccoglimento e colla nocca
+picchio un colpetto discreto, tendendo l'orecchio.
+
+Egli era compunto. Egli stava per comunicare coi due idoli del suo
+cuore, e l'atteggiamento della sua persona, pigliava un'apparenza di
+devozione.
+
+Nessuna risposta dal di dentro.
+
+Torno a picchiare piu forte, torno ad origliare, e nulla ancora.
+
+Allora alzo con una certa soavita la mano alla maniglia dell'uscio, lo
+aperse e scomparve per esso, dicendo con voce flebile l'indispensabile:
+
+--E permesso?
+
+Mattia Corvino era entrato nel gabinetto di lettura di Aldo Rubieri.
+
+Lo scultore infatti non aveva soltanto uno studio, ma anche uno
+scrittoio. In faccia a qualche suo collega scapigliato Aldo aveva un
+gran torto quello di non odiare la coltura e la letteratura.
+
+La stanzina parata di rosso conteneva una bella libreria tutta piena
+di libri d'arte, di romanzi, e di poesie. Una magnifica
+scrivania--come non se ne vedono certo in casa dei
+letterati--_tronava_ in fondo al gabinetto di fianco alla finestra.
+Intorno intorno sulle pareti dei piccoli capolavori di pittura e di
+scultura.
+
+Questo nido della intelligenza gli aveva meritato da alcuni colleghi,
+il sopranome di _aristocratico_. Dico alcuni, che per fortuna si
+possono contar sulle dita; e non sono neanche da confondersi costoro,
+con quei molti, che detestano la letteratura soltanto in apparenza, e
+non tengono in casa ne libri, ne calamai, ne penne, ma conoscono i
+letterati e li ascoltano, e ne sono amici.
+
+La e piuttosto un'abitudine e una jattanza che un'antipatia; giacche
+modesti e avidi di sapere, vivono talvolta cogli uomini di lettere e
+di scienza meglio e piu a lungo che coi loro stessi colleghi.
+
+I pochi invece che davano dell'aristocratico a Rubieri nutrono un vero
+e alto disprezzo per tutto cio che non e colore o scalpello; negano
+che l'arte abbia bisogno di coltura, giacche per essi l'intenzione e
+tutto; chiamano imbrattacarte gli scrittori ed i critici, e
+disprezzano e odiano la letteratura e anche l'acqua, tanto per uso
+interno come per uso esterno.
+
+Aldo Rubieri che aveva fatto anche lui la sua carovana artistica ed
+era stato assai povero, per ispirito di reazione, aveva forse
+esagerato il tipo opposto. Appena uscito dalle angustie egli si era
+rifatto gentiluomo perfetto. Il cappello a tuba in capo, la cravatta
+nera, le mani guantate, spesso gli stivali lucidissimi; in casa poi
+aveva accomodato il suo studio letterario con infinita cura e lo aveva
+affidato alle sollecitudini, allo strofinone e al pennacchio della
+signora Marietta, che lo teneva lindo e splendido come un gioiello.
+
+--Non c'e--sclamo Mattia Corvino, dopo essersi guardato intorno.--Sara
+dunque nello studio.
+
+E ristette un poco pensieroso.
+
+Mattia Corvino, lo sappiamo gia, aveva per Aldo Rubieri e da pochi
+giorni per la signora Nana, una di quelle adorazioni che in certe
+anime foggiate a bella posta, possono elevarsi fino al sagrificio
+della vita. Quando entrava in quelle camere egli si sentiva preso da
+un senso di altissima venerazione, come si dice che Mose lo provasse
+sull'Orebbo, quando s'accorse che il suo piede stava per calcare il
+sacro suolo. Mattia era tale che se lo scultore glielo avesse
+permesso, si sarebbe volentieri cavate le scarpe per entrare la
+dentro.
+
+--Forse egli e la con quella tentazione di sant'Antonio--penso Mattia
+prima di ricominciare sul nuovo uscio la stessa manovra di poco prima.
+
+Egli chiamava a suo modo Nana: la tentazione di sant'Antonio.
+
+--Alla fine si decise e die un altro picchietto sull'imposta.
+
+--Una voce maschia e sonora rispose di dentro:
+
+--Chi e?
+
+--Mattia--rispose il vecchio trattenendo il respiro.
+
+Un bisbiglio di voci, accompagnato da un melodioso e fresco scroscio
+di riso accompagno la risposta del Cicerone.
+
+--E lei!--penso.
+
+E dovette sedersi per l'emozione.
+
+--Dio fa ch'ella posi--continuo in cuor suo e che essa non abbia oggi
+il capriccio di considerarmi come un uomo di questo mondo.
+
+* * * * *
+
+Questa frase di Mattia giungera forse oscura a qualcuno.
+
+Mattia Corvino s'era infiammato di Nana come s'infiammano talvolta
+certi vecchi artisti dopo averla veduta a posare nuda nello studio del
+suo scultore.
+
+La artistica nudita femminile al giorno d'oggi ha perduto--per colpa
+de' gesuiti--tutta la famosa ingenuita del mondo antico. Noi non
+sappiamo piu imaginarci un corpo di donna bella, quale pur fu creato
+da madre natura, senza dei sussulti peccatori. Le innocenti nudita
+sono un mito per noi.
+
+Nei boschi della Grecia le Driadi, e le Nereidi sulle rive del mare,
+noi non sappiamo piu imaginarcele; come non sappiamo piu vedere ne
+Veneri, ne Ninfe, negli studi dei nostri scultori. Le Driadi e le
+Nereidi del giorno d'oggi tutt'al piu si chiamano _forosette_ e
+_bagnanti_ e osservano fior di regolamenti della scuola di nuoto e
+pagano fior di multe se li trasgrediscono. Quanto alle Ninfe e alle
+Veneri negli studi degli artisti oggidi si chiamano semplicemente
+_Modelle_.
+
+--Entra Mattia--disse la voce--dopo un breve silenzio, durante il
+quale il Corvino era stato ad aspettare origliando all'uscio,
+coll'ansia istessa con cui un imputato sta ascoltando il presidente
+che gli legge la sentenza di assoluzione.
+
+All'invito il vecchio sprigiono dal petto un sospirone, schiuse
+l'uscio ed entro.
+
+* * * * *
+
+Lo spettacolo che s'offerse agli occhi di Mattia non era nuovo per lui
+ma era solenne.
+
+Nondimeno Nana con un moto istintivo, aveva rilevato fino all'anca il
+lembo dell'arazzo che le stava a larghe pieghe posato sotto i piedi
+nudi, e aveva guardato placidamente, e come se nulla fosse, in viso a
+Mattia Corvino che entrava.
+
+E assioma che la mano, la quale pudicamente rialza o abbassa un velo,
+fa pensare assai piu a cio che essa vuol nascondere che al pudore che
+nasconde. Nondimeno se cio paresse strano a qualche lettore, che si
+ricorda come Nana quando a Parigi Labordette le aveva detto ch'ella
+avrebbe posato per la testa e per le spalle dinanzi allo scultore che
+doveva modellarle la _Notte_ pel suo nuovo letto avesse risposto:
+
+"_Je me fiche pas mal du sculpteur qui me prendra_." Se quel moto di
+pudore, ripeto, paresse strano al lettore io non saprei dargli torto,
+giacche egli non conosce ancor nulla della piccola trasformazione
+morale che Nana aveva subita nei pochi giorni di sua dimora a Milano.
+
+Nell'ambiente serio e sconosciuto nel quale s'era messa "la bonne
+fille" subiva un cambiamento ne' suoi istinti di donna, la quale non
+sarebbe apparsa tanto corrotta neppur a Parigi se il cinismo degli
+uomini non l'avesse resa tale.
+
+--Che c'e?--domando Aldo Rubieri.
+
+Mattia distacco a stento gli sguardi dal tesoro di formosita, che
+dall'anca in su gli si presentava di contro e rispose con voce
+commossa:
+
+--Forestieri... seccature che vorrebbero parlare con lei. Ecco il
+biglietto di visita d'una signora.
+
+Aldo lo prese:
+
+--Leopoldina Rickherwenzel!--sclamo con grandissimo stupore.--Chi
+vedo! Che fosse colei? A Milano? Possibile! Dimmi Mattia, che figura
+ha?
+
+--Bionda..., magra, alta....
+
+--E lei, e lei!
+
+--Che eta?
+
+--Io le darei dai trenta ai trentaquattro anni....
+
+--E lei! Non c'e dubbio!
+
+--Dev'essere stata bella, da ragazza--aggiunse Mattia coll'aria d'un
+conoscitore.
+
+--Dovro io riceverla?--pensava intanto lo scultore.
+
+--Chi e questa donna che cerca di voi?--domando Nana in discreto
+italiano.
+
+--Oh, una vecchia conoscenza di Vienna.
+
+--Una antica amante?
+
+--Pressapoco.
+
+E qui successe un poco di silenzio.
+
+--Se io vi pregassi di non ricevere questa vostra antica fiamma, cosa
+direste di me?--fece Nana questa volta in francese.
+
+--Davvero?--sclamo Rubieri con una punta di ironia nella voce e nello
+sguardo.--Chi l'avrebbe detto!
+
+--Chi l'avrebbe detto?--ripeto Nana.--Sapete che questo mi ha l'aria
+di una impertinenza?
+
+--No--rispose lo scultore--e semplicemente un'esclamazione.
+
+--Ebbene--ripiglio Nana--senza tanti discorsi, ditemi francamente se
+mi fate o se non mi fate il sagrificio che vi chiedo.
+
+--E impossibile!
+
+--Perche?
+
+--Ma perche la sarebbe una specie di furfanteria se rifiutassi di
+rivedere una donna alla quale tra le altre cose ho promesso di
+sposarla e che e venuta a Milano, dopo dieci anni, per rivedermi.
+
+--Ma tanto piu!--sclamo Nana ridendo--Assolutamente mio caro Aldo, se
+voi la rivedete potete star certo che io non mettero piu il piede in
+questo studio.
+
+Lo scultore fu colpito vivamente da questa uscita cosi perentoria di
+Nana. La guardo con malcelato stupore. Poi le si accosto e le prese la
+mano.
+
+--Nana--disse--spiegatevi allora. Questo vostro capriccio ha bisogno
+di un poco di luce.
+
+--Ecco gli uomini!--grido Nana sempre ridendo. I suoi denti, eran tali
+da non permetterle di parlare sul serio.--Non si puo avere un
+suggerimento dei nervi senza che essi subito ci vogliano vedere un
+capriccio di... tutt'altra cosa.
+
+Rubieri vedendo di essere stato capito al di la di quello che
+supponeva e che desiderava, abbandono la mano di Nana e resto un
+pochino interdetto.
+
+Nana continuo:
+
+--Voi non mi conoscete Aldo, che da otto giorni, e sta bene; se
+staremo insieme da buoni amici come spero per un pezzo vi tocchera di
+udirne e di vederne di quelle anche piu strane e non per mia colpa, ve
+lo giuro. Persuadetevi di una cosa sola, ed e che in fondo io sono una
+buona figliuola, che non faccio apposta, che non e un partito preso il
+mio di sembrare qualche volta stravagante, ma e una cosa piu forte di
+me stessa. Io vi sembrero fors'anche una matta gloriosa. Chissa? M'han
+creata cosi. E la qualita del legno--prosegui in italiano--come diceva
+la Sarah, a Firenze. E la colpa del fattore, come diceva Bigio
+Diotallevi.
+
+--Dunque che cosa dovro dire ai forestieri?--si permise di interrogare
+Mattia Corvino che, aspettava da cinque minuti la risposta.
+
+--Di loro che se ne vadano pe' fatti loro--rispose Nana.
+
+--No aspetta--interruppe Aldo. Poi voltosi alla donna,
+
+--Via non siate irragionevole. Vorreste che quegli Austriaci
+pensassero di me che son diventato un mascalzone?
+
+--Gli Austriaci pensino di voi, quello che loro piu pare e piace, ma
+io non voglio che voi riceviate quella donna. Ve l'ho detto; non sono
+io che comando sono i miei nervi.
+
+--Bene bene--disse Aldo accostandosi a Mattia.--Dirai loro che io non
+posso riceverli.--E piu sottovoce soggiunse--dille che andro io al suo
+albergo domani.
+
+Nana si lamento di quella frase detta a bassa voce.
+
+--Ho capito. Gli avrete detto che tornino domani quand'io non ci saro.
+
+--No--disse Aldo.
+
+--Che cosa gli avete detto dunque sottovoce?
+
+--Nulla.
+
+--Bugiardo. Nulla non e una risposta. Rubieri ascoltatemi--diss'ella
+seria--se io so che voi, mi avete disobbedita non mi vedete piu ne
+viva, ne morta, e anche la Venere resterebbe a mezzo.
+
+--Ah questo e proprio assolutamente troppo.
+
+--Mi promettete di non andarla a trovare?
+
+--Ma che v'importa, Nana, che v'importa?--domandava ansiosamente lo
+scultore che non giungeva ancor a spiegar a se stesso quel fenomeno.
+
+--Nulla, ma non voglio. E un puntiglio. Voi dovete cedere. Io non sono
+avvezza a non veder cedere. Sono otto giorni che noi ci conosciamo. Se
+non cedete nei primi otto giorni, quand'e che vorreste cominciare? Me
+lo promettete?
+
+E fra se pensava "_Ces fichus d'Italiens!_"
+
+--Bene ve lo prometto--disse Aldo per troncare il diverbio.
+
+In quella, Mattia rientro.
+
+--Il signor conte sindaco e in salotto che avrebbe a dirle due parole.
+
+--Il sindaco benvenuto--sclamo Rubieri deponendo gli utensili del
+lavoro.--Per oggi basta Nana. Ci rivedremo domani. Addio.
+
+E usci.
+
+Dal canto suo, la dilettante di nudo, calzate sui piedini le pianelle,
+se ne ando a vestirsi dietro certi arazzi che formavano in un angolo
+l'appartamentino per le modelle.
+
+* * * * *
+
+Che cosa veniva a fare da Rubieri il conte sindaco? Chi era il conte
+sindaco?
+
+Egli era un ometto, cosi; ne bello, ne brutto, fra i cinquanta e i
+sessant'anni, grassottello e nello stesso tempo arzillo e svelto come
+un pesce; il che implica una certa contraddizione, che invece non
+esiste. O se la esiste, si puo dire che questa contraddizione fisica
+sia appunto la caratteristica del nuovo personaggio.
+
+Tutto infatti, nel conte sindaco, sentiva di contraddizione lontano un
+miglio. Nato povero, era ricco; nato plebeo, era stato fatto conte;
+aveva degli istinti liberali ed era un gran conservatore; aveva dello
+spirito, ed era senatore; aveva sortito da natura le inclinazioni del
+_viveur_ e del _barzellettista_ e come senatore, banchiere, sindaco e
+conte, gli toccava di essere l'uomo piu lavoratore e piu serio
+dell'universo.
+
+A chi gli avesse fatta osservare quest'ultima contraddizione--e cioe,
+ch'egli fosse sortito da natura per essere piuttosto quello che i
+Francesi chiamano _un homme de loisir_ che un gran lavoratore--egli
+avrebbe recisamente negato, e gli avrebbe risposto che nessuno forse,
+a questo mondo, s'era meno divertito di lui, e nessuno poteva vantarsi
+di avere lavorato piu di lui. E bisognava credergli. Ma e da notare
+che, prima la spinta della necessita, poi quella dell'interesse, poi
+l'ambizione, poi il dovere gli avevano messa indosso fin dalla
+puerizia un'abitudine di lavoro a tal segno, che fugando la nativa
+spensieratezza, era divenuta in lui una seconda natura e poteva esser
+tenuta da lui stesso in conto di vera inclinazione. Ma in fondo in
+fondo, no; perche il nostro ometto era nato scansafatica, e questo lo
+si poteva arguire dalla sensualita e dalla volutta ch'egli metteva in
+tutte le azioni, minori della sua vita. Quando parlava, per esempio e
+che poteva ridere di qualche sconsigliato consigliere del Municipio,
+egli godeva mezzo mondo. Mangiava poco, ma avrebbe dato dei punti a
+Brillat Savarin, come buon gustaio, anzi come buon gustatore. E fra le
+ballerine del palcoscenico del teatro della Scala come si sgranavano
+que' suoi occhietti verdognoli e arguti alla vista della grazia di
+Dio. Come era eloquente il suo sorriso, pur restando sempre un sorriso
+da sindaco, da conte, da banchiere e da senatore!
+
+Nella sua qualita di capo dell'amministrazione comunale, egli era
+indubbiamente tenuto come uno dei meno peggio d'Italia, cosi ricca di
+sindaci balordi. Dove diamine, lui, cosi poco istruito in gioventu e
+lontano dal mondo diplomatico, avesse attinta quella finezza moderna,
+quell'arte del barcamenare, quella dissimulazione preziosa, che sono
+indispensabili a chiunque si trovi nella di lui posizione, nessuno lo
+saprebbe dire. Egli non aveva avuto maestri di tali discipline. Pochi
+uomini possedevano come lui quella dote utilissima ai governanti, la
+quale consiste nel non dimostrare mai al prossimo ne troppa simpatia,
+ne troppa antipatia. Anche lui le provava talvolta fierissime in cuor
+suo, ma sapeva dissimularle cosi bene, sapeva reprimere con tanta
+disinvoltura i moti del proprio animo, sapeva far tacere cosi
+costantemente ogni eccitazione personale, sapeva dividere in cosi
+giusta misura le proprie inclinazioni e le proprie declinazioni, da
+meritarsi da ambe le parti il soprannome di sindaco _trampolino_, il
+quale sembra un'offesa, mentre e il brevetto della sua piu grande
+imparzialita.
+
+Riusciva dunque difficile il dire se egli fosse un conservatore o un
+liberale.
+
+Egli non aveva preferenze pei due partiti, in cui--come in
+politica--si divideva il Municipio della sua citta. Stando a cavallo,
+ei si serviva ora della opposizione dei conservatori, ora di quella
+dei _rompicolli_, a seconda ch'egli aveva bisogno di questa o di
+quella, e ne usciva sempre ilare e trionfante, ch'era un piacere a
+vederlo.
+
+* * * * *
+
+--Sono venuto io stesso--diss'egli a Rubieri, che si scusava di
+riceverlo in abito da lavoro--sono venuto io stesso a darle una buona
+notizia. Ella e nominato assessore, e io sono certo che ella
+accettera.
+
+--Oh!--sclamo il Rubieri, fingendo una grande sorpresa.--Non si
+potrebbe dispensarmi?
+
+--No, no, tutti lo desiderano--rispose il sindaco.--C'e bisogno d'un
+artista in Consiglio.
+
+--La avverto caro signor sindaco che io sono corpisantino e che mi
+mettero nell'opposizione.
+
+--Non lo credo! Io non gliene daro mai l'appiglio. Io conosco il di
+lei criterio abbastanza, per sapere che invece noi andremo
+perfettamente d'accordo.
+
+--Se lei mi parla cosi a me tocca d'accettare--disse Aldo al sindaco
+stringendogli la mano.
+
+--Bravo! Cosi mi piace, senza tante smorfie. Del resto--soggiunse
+tosto--io non credo che lei avrebbe ugualmente la possibilita di farmi
+l'opposizione ancorche si mettesse colla montagna. Io sono proprio
+stanco, e non per convenzionalismo, come si usa ormai di dirlo da
+tutti gli uomini, ma stanco di buono e vedrei di buon occhio un
+successore. Provino, provino quanto sia facile far il sindaco di
+Milano!
+
+Il dialogo tra il sindaco e Rubieri ando per le lunghe e divago poi in
+cento argomenti.
+
+Ma noi crediamo di far bene ad arrestarci avendo riferito di esso
+quello che importa alla nostra storia.
+
+* * * * *
+
+Ora sara bene che vediamo in che modo c'entrassero con Aldo Rubieri
+gli Austriaci che erano venuti a trovarlo prima del conte sindaco.
+
+Bisogna dunque sapere che il padre di Aldo Rubieri era stato
+colonnello di stato maggiore al servizio dell'Austria.
+
+Nel 1850, quando Aldo non aveva che dodici anni, ed era accasato con
+suo padre a Vienna, il rinnegato italiano godeva settemila fiorini
+annui come impiegato nel ministero della guerra.
+
+Suo padre aveva sposato una baronessa polacca. Si capisce facilmente
+quale potesse essere stata l'educazione politica e patriottica del
+giovinetto Aldo fino al 1859.
+
+Sua madre gli era morta in quell'eta.
+
+Quand'egli comincio a provar nel cuore il bisogno di voler bene a una
+creatura di diverso sesso, gli capito di innamorarsi come si usa a 19
+anni, di una fanciulla di famiglia borghese, ch'egli aveva veduta per
+la prima volta al Prater.
+
+Una di quelle lunghe occhiate reciproche dalle quali i fisiologi
+dicono emani del fluido magnetico, era corsa fra loro; e due giorni
+dopo, mentre entrambi stavano credendo di udire la messa nella
+cattedrale, una seconda occhiata ancora piu lunga e piu reciproca
+aveva suggellato il loro amore.
+
+L'effetto di quello sguardo era stato decisivo per entrambi.
+
+Poco stante era cominciata la corrispondenza. In tre pagine di quelle
+proteste e di quei giuramenti senza fine, che scaturiscono tanto
+spontanei dalla punta di una penna di 19 anni, Aldo parlava alla sua
+Leopoldina di futuro matrimonio.
+
+Leopoldina aveva allora 21 anni, tre o quattro piu del giovanetto.
+
+Pochi giorni dopo la signorina viennese e il figlio del rinnegato
+Italiano, s'abboccavano al passeggio e si giuravano anche a voce
+eterno amore.
+
+--Mio padre non mi permetterebbe certamente di sposarti ora;--disse
+Aldo--avrai tu pazienza di aspettare che io sia uscito di minor eta?
+
+--Oh te lo giuro, Aldo--rispondeva la bionda figlia del Danubio,
+alzando i suoi occhi grigi e innamorati in viso del bell'Italiano.--Io
+non saro che tua o della morte!
+
+* * * * *
+
+Quando fu soddisfatto, Aldo trovo di non avere piu voglia di sposare
+la Leopoldina.
+
+Essa non gli era stata crudele; il matrimonio, ai desideri di Aldo,
+compariva superfluo.
+
+Ma quando il padre di Leopoldina s'accorse dello scapuccio di sua
+figlia, manovro come manovrano tutti i padri viennesi in tale
+circostanza.
+
+Egli era un furbo matricolato. Capi che da quel giovinetto avrebbe
+potuto cavare, un giorno o l'altro, molto profitto e aveva lavorato a
+questo scopo.
+
+Il Rubieri s'era lasciato andare a firmare un atto di donazione alla
+figlia Leopoldina, nel caso che avesse mancato alla promessa di
+sposarla. Una bagatella di venti mila fiorini in testa al nascituro.
+
+Poco dopo venne il 1859. Aldo Rubieri non era certo da giovinetto,
+quel fino calcolatore, che coll'eta e coll'esperienza s'era fatto poi;
+ma aveva fin d'allora l'istinto delle proprie convenienze. Egli
+sentiva tutta la umiliazione d'essere figlio di un rinnegato,
+sospetto, malveduto in paese straniero e nemico, senza avvenire
+possibile; sognava in nube la probabilita della riabilitazione. In
+questa idea l'amore di patria c'entrava fino a un certo punto; l'amore
+di se stesso in gran parte. Egli andava pensando che se il figlio del
+generale italiano al servizio dell'Austria fosse disceso in Italia con
+grande fracasso ad arrolarsi, tutta Milano ne avrebbe parlato e la sua
+sorte sarebbe stata fatta senza grandi sforzi.
+
+La imprudente promessa di quella somma, strappatagli dal padre di
+Leopoldina in un momento di abberrazione, lo decise sempre piu.
+
+Fece la risoluzione di lasciar Vienna, di abbandonare la Leopoldina e
+suo padre, e di venir in Italia per entrar volontario nelle regie
+truppe. Raccolse quanto piu pote di danaro e un bel giorno parti
+nascostamente e venne a Milano; fece la campagna del 1859, poi mise
+studio di scultore e si fece nome.
+
+* * * * *
+
+Aldo Rubieri si ricordava benissimo di avere lasciato alla Leopoldina
+di Vienna quell'atto di donazione; temendone le conseguenze, ando a
+trovarla, mancando di parola a Nana. Come fosse ricevuto cordialmente
+e gioiosamente si puo imaginarlo.
+
+La prima cosa che Leopoldina gli confido fu che il loro figlio era
+morto, e Rubieri tiro un lungo fiato.
+
+Quando la fase sentimentale del richiamo delle memorie fu cessata, e
+Rubieri si disponeva gia a congedarsi, colla speranza che gli
+Austriaci avessero deposto ogni altro pensiero, il buon babbo,
+accostatoglisi colla grazia un po' grifagna che si direbbe tutti gli
+Austriaci abbiano ereditata dalla loro acquila bicipite, gli disse
+sottovoce col piu tedesco dei sorrisi possibili:
+
+--Per l'affare poi che lei sa, e che riguarda mia figlia, potremo
+parlare piu tardi... un'altra volta... n'e vero.
+
+--Che affare?--domando Aldo Rubieri come uomo che caschi dalle nuvole.
+
+--Come! Ma la scrittura... di donazione... alla mia Leopoldina nel
+caso... che non fosse accaduto il suo matrimonio.
+
+--Ah, bene, bene--disse Aldo per pigliar tempo.--Piu tardi, ci
+rivedremo.
+
+E s'accomiato.
+
+Gli Austriaci lo aspettarono al domani, poi al posdomani, tre, otto
+giorni, finche il padre risolvette di ritornare lui stesso in cerca di
+Rubieri.
+
+Naturalmente non fu ricevuto.
+
+Ma la sera istessa la signora Leopoldina ebbe una lettera nella quale
+il suo ex-innamorato le diceva chiaro e tondo come egli non volesse
+piu essere importunato e le ricordava senza complimenti come in tutti
+i codici della terra esista la legge che dichiara non valida la
+promessa di matrimonio, ne di un qualsiasi indennizzo....
+
+I tre Austriaci, testardi come sono gli Austriaci quando hanno
+ragione, fissarono di spuntarla.
+
+Leopoldina avrebbe rinunciato. Ma il padre e lo zio erano feroci, e la
+persuadettero che si doveva ricorrere alla legge per farlo pagare per
+forza.
+
+Risolvettero di consultare un avvocato per sapere se l'atto fosse in
+piena regola e se con esso si potesse sperar di vincere una causa.
+
+L'albergatore indico loro il primo avvocato che gli si paro alla
+mente.
+
+Ed essi andarono difilati dall'avvocato Delguasto.
+
+Quando furono sul pianerottolo dinanzi all'uscio il padre e lo zio
+ristettero per rifiatare e per consultarsi. Il primo poi stava per
+tirar il cordone del campanello, quando Leopoldina gli trattenne il
+braccio, additando cio che stava, scritto sull'uscio:
+
+--Che c'e?--domando il padre in tedesco.
+
+--_Avanti_--disse la zitellona, che sapeva un poco di
+italiano.--Avanti, vuol dire:
+
+Allora spinsero l'uscio ed entrarono.
+
+Nell'anticamera, seduto dinanzi ad una scrivania stava un giovinetto,
+dalla faccia di furfantello, che s'avrebbe detto fosse stato messo la
+dall'avvocato per schizzare la caricatura a tutti i clienti che
+entravano.
+
+Lo zio, vedendo quel piccolo Mefistofele, disse a suo fratello una
+frase in tedesco.
+
+Quello smaliziato d'uno scritturale, che stava col capo sullo
+scrittoio, intento, l'alzo repente, aggrotto le ciglia, e con un
+accento pieno di ironia e di insolenza, fingendo che quelle parole
+esotiche fossero state dirette a lui, disse:
+
+--Non potrebbero farmi la finezza di parlare in italiano?--disse--La
+sua lingua a Milano, signori belli, non e di moda. E antipatica.
+
+--Parlare noi molto malissimo--rispose il babbo, che non aveva capita
+la portata dell'insolenza di quel monello seduto allo scrittoio.
+
+--Non fa niente. Capiro lo stesso. Per quanti strafalcioni lei dica in
+italiano fara sempre piu bel sentire che a parlarmi benissimo il suo
+tedesco.
+
+--Mia figlia parlare piccolo poco.
+
+--Tanto meglio. Allora ho l'onore di domandar alla signora a che cosa
+il signor avvocato dovra aver la fortuna della loro visita?
+
+Non e da credere che Ernesto Cantis, galloppino dell'avvocato
+Delguasto, trattasse con tanta disinvoltura tutti i clienti del suo
+padrone. Guai a lui se cosi fosse stato. Ma egli aveva udito
+farlinzottare in tedesco, s'era accorto dall'aspetto che quei tre
+signori dovevano esserlo puro sangue, e non aveva potuto trattenersi
+dalla smania di mostrar loro la sua innata antipatia. Egli amava i
+Tedeschi in genere come... l'olio di ricino, e gli Austriaci in
+ispecie come il tartaro emetico.
+
+--Noi voler parlare con _herr_ avvocato--disse Leopoldina.
+
+--E impedito. Si accomodino pure.
+
+E senza dir altro, abbasso la testa sullo scrittoio e si rimise a
+scrivere.
+
+Ecco che cosa stava scrivendo Ernesto Cantis, mentre i tre Tedeschi si
+accomodavano per aspettare l'avvocato.
+
+
+
+"Signora.
+
+
+
+"Io credo che una donna non debba mai essere offesa nel sapere che c'e
+un uomo al quale il cuore batte per lei cento battute al minuto di piu
+di quello che gli batteva prima di averla veduta. Ieri al teatro
+Milanese lei mi apparve per la seconda volta, e il fascino de' di lei
+occhi posati ne' miei fu tale che a costo di diventar ridicolo io non
+ho potuto trattenermi dal farglielo sapere. A me parve, sara forse
+superbia, ma a me parve di non esserle riuscito antipatico. Lei ebbe
+la bonta di rivolgere verso di me spesse volte que' suoi occhi
+immensamente belli, ed io sono in un tale stato di esaltazione da non
+poterlo descrivere. Io non ho che vent'anni, e non sono ricco. Ma se
+malgrado cio lei credesse che io non debba gettare lontano da me ogni
+piu lontana speranza io la scongiuro me lo faccia capire questa sera o
+quella sera che a lei parra tempo di vedermi il suo schiavo piu
+affezionato e piu fedele. Io saro anche questa sera al Milanese e avro
+nell'occhiello del mio abito un garofano. Quando la vedro portero il
+mio fazzoletto alla bocca, deh, faccia altrettanto per dimostrarmi che
+io non debbo disperare affatto.
+
+"ERNESTO CANTIS."
+
+
+
+Riletto il foglio, lo piego accuratamente, lo mise in una busta su cui
+scrisse l'indirizzo di Nana. Avvolse la lettera in un foglio di nitida
+carta, poi si alzo e ando ad una sedia su cui stava un manicotto di
+martora e, come se i tre stranieri non fossero stati, presenti a
+quell'operazione, vi infilo la sua letterina.
+
+Comparve l'avvocato accompagnando una signora fin sulla soglia
+dell'anticamera.
+
+Il giovane balzo all'uscio impallidendo visibilmente.
+
+La signora era Nana, la quale aveva posato il suo manicotto su quella
+sedia poco prima di entrare nello studio.
+
+--A rivederla, dunque, caro Delguasto; noi siamo intesi--disse
+Nana--poi volse il capo come cercando qualche cosa intorno.
+
+--Il suo manicotto e qui--disse il giovinetto precedendola all'uscio
+della anticamera.
+
+Nana strinse la mano all'avvocato ed usci. Ernesto, quand'ella gli
+ebbe volte le spalle, si fe' sentir a dire: che angelo!
+
+* * * * *
+
+--In che cosa posso servirli?--disse l'avvocato ai tre Austriaci, che
+s'erano levati in piedi duri come stoccafissi in estate...
+
+--Noi essere fenuti da voi per avere bisogno di vostri
+consigli--rispose Leopoldina.--Restino serviti.
+
+E li fece entrare nel suo studio.
+
+--Loro sono dunque venuti?--comincio l'avvocato.
+
+--Ecco _herr_ avvocato.... Tocca parlare io, perche mio padre e mio
+zio non conoscere italiano.
+
+--Dica pure... dica pure, tanto meglio!--sclamo con una punta di
+galanteria l'avvocato.
+
+--Lei dovere sapere che io avere un documento con promessa di
+donazione di un uomo che doveva sposare me, e che poi non ha sposato
+per sua colpa.
+
+--Una promessa di donazione?--ripete l'avvocato.--In regola?
+
+--Noi credere essere perfettamente in regola.
+
+--Si puo vederla?
+
+--Certamente. Ecco.
+
+--E la signora Leopoldina cavo di tasca una carta la quale, col lungo
+passar di mani in mani austriache, non si poteva dire del certo
+gareggiasse per candidezza colla neve caduta di fresco.
+
+L'avvocato getto gli occhi su quel _pappie_ e sclamo sorridendo:
+
+--Ma questo e in tedesco!
+
+--Lei, _herr_ avvocato, non conosce nostro bello linguaggio neanche in
+scrittura?
+
+--Io no, signora. Ne faccio senza, e non ho mai pensato ad impararlo.
+
+--Posso io tentare traduzioni!--domando la zitellona.
+
+--Sicuro!
+
+Leopoldina comincio:
+
+"In questo giorno, 6 novembre, dell'anno di grazia 1864, io
+sottoscritto, di mia piena e spontanea volonta, ne spinto da altri
+riguardi se non da quelli di una sincera affezione per la signorina
+Leopolda Ernesta Federica, la quale trovasi in istato interessante per
+mia colpa, prometto di farle donazione di fiorini trentamila, nel caso
+che giunto all'eta di ventiquattro anni io non dovessi mantenere la
+parola data a lei di essere suo sposo.
+
+"Per fede
+
+"ALDO RUBIERI.
+
+"Vienna, 6 novembre, 1864."
+
+
+
+--Aldo Rubieri!--sclamo con una certa sorpresa l'avvocato.--Il nostro
+bravo scultore?
+
+--_Ya mein herr, ya_!--rispose il babbo che aveva capito _a lume di
+naso_.
+
+--Sarebbe ella compiacente di spiegarmi come e in quali circostanze
+sia avvenuta questa donazione?
+
+Leopoldina con molta fatica e con molto rossore comincio a raccontare
+all'avvocato quello che noi gia sappiamo.
+
+--E quanti anni aveva il signor Aldo Rubieri quando la fece?
+
+--Come italiano egli era maggiorenne o quasi.
+
+--Suo padre era italiano o austriaco?
+
+--Suo patre non aveva perduta sua nazionalita italiana, quando stare
+in Vienna colonello di Stato Maggiore.
+
+--Allora si puo benissimo far causa--disse l'avvocato.
+
+--Essere noi fenuti per questo.
+
+--Hanno gia parlato loro col signor Aldo Rubieri?
+
+--Si, otto o dieci giorni fa.
+
+--E che cosa ha detto?
+
+--Detto nulla, ma avere scritto di non essere intenzionato mantenere
+suo promesso.
+
+E gli porse da leggere la lettera con cui Aldo si schermiva di pagare
+la somma promessa.
+
+--_Herr_ avvocato!--disse la zitellona--Credere lei che vinceremo?
+
+Negli occhi dell'uomo di legge passo un lampo d'ironia.
+
+--Sicuro che vinceremo. Sono loro pronti a fare le spese necessarie?
+
+--Quanto volere?
+
+--Il deposito da farsi subito e di tremila franchi non un quattrino di
+meno.
+
+I tre Austriaci si guardarono in viso esterefatti.
+
+--Tremila franchi! Senti? Piu di mille fiorini soltanto di
+deposito?--sclamo in tedesco lo zio.
+
+--Non si puo far a meno. La giustizia costa assai in Italia--osservo
+ridendo sotto i baffi l'avvocato che godeva di veder gli Austriaci in
+ansia.
+
+--Bene--disse il padre a Leopoldina--spiega all'avvocato che vogliamo
+avere il tempo di pensarci sopra.
+
+Ma poi ravvisandosi:
+
+--No. Prima domandagli quanto verra poi a costare la causa finita.
+
+Leopoldina tradusse questa domanda all'avvocato.
+
+--Ma secondo che la si vinca o che la si perda. Vincendola puo darsi
+ch'io riesca ad affibbiar le spese all'avversario. Puo darsi anche che
+il tribunale dichiari di far a meta le spese. In caso contrario, sta
+il viceversa.
+
+--Domandagli ora--ripiglio il padre dopo che Leopoldina gli ebbe
+tradotta la risposta dell'avvocato--quanto ci potrebbe toccar di spese
+nel caso che vincessimo, ma che dovessimo pagare a meta.
+
+--Dai dieci a dodicimila franchi colle mie competenze--rispose
+l'avvocato con grande franchezza.
+
+--_Farflucter_!--sclamo lo zio, che aveva capita la cifra.--Pene,
+pene, allora gli comunicherai quello che ti dicevo--conchiuse il
+padre.
+
+--Come vogliono! Io saro sempre ai loro comandi. Quando loro si
+saranno decisi, non avranno che a ritornare da me.
+
+E cosi s'accomiatarono.
+
+* * * * *
+
+Il giovinetto scritturale non s'alzo questa volta ad aprir loro gli
+usci come aveva fatto con Nana.
+
+
+
+
+III.
+
+
+Sulla fine dell'ammirabile istoria naturale di quella sua Nana,--della
+quale non amo credere esistano troppi esemplari nemmeno a
+Parigi--Emilio Zola racconta che arrivo un momento in cui la sua
+posizione a Parigi le divenne insoffribile. Sopraffatta dai fantasmi
+miserabili e cruenti della sua opera di ruina e di morte; trovando che
+il suo appartamento era divenuto troppo _idiota e troppo ristretto_,
+in urto col suo impresario, che la voleva troppo sfruttare, un bel
+giorno aveva venduto ogni cosa, ed era scomparsa senza dire me ne
+vado, neppure alle piu intime amiche.
+
+Scomparve cosi segretamente, che a Parigi, durante parecchi mesi,
+nessuno pote dire con sicurezza dov'ella fosse andata a finire.
+
+"_Nana_,--scrisse lo Zola--_brusquement disparut; un nouveau plongeon,
+une fugue, une envolee dans des pays baroques_.
+
+"_Des mois se passerent. On l'oubliait. Lorsque son nom, retenait
+parmi ces messieurs et ces dames, les plus etranges histoires
+circulaient; chacun donnait des reinseignements opposes et etonnants.
+Elle avait fait la conquete du viceroi d'Egypte, elle regnait au fond
+d'un palais.... Pas du tout! Elle s'etait ruinee avec un grand Negre,
+une sale passion qui la laissait sans une chemise. Quinze jours plus
+tard ce fut un etonnement; quelqu'un jurait l'avoir rencontree en
+Russie. Une legende se formait; elle etait la maitresse d'un
+prince.... on parlait de ses diamants.
+
+"Maintenant on la nommait serieusement, avec le respect reveur de
+cette fortune faite chez les barbares_.
+
+Come capita spesso in queste cose, tutto cio che si diceva a Parigi di
+Nana scomparsa, conteneva qualche poco di vero e conteneva assaissimo
+di falso.
+
+Ella non era andata al Cairo e non era ancora stata in Russia. Ella
+non regnava menomamente in fondo di un palazzo saraceno; ella non
+s'era innamorata pazzamente di un gran Negro, che l'avrebbe lasciata
+senza neppur una camicia.
+
+Era pero vero all'incontro ch'ella s'era incapricciata di un grande
+biondo, incontrato a Montecarlo, dove s'era lasciata alleggerire un
+poco dei seicentomila franchi ricavati dalla vendita dei mobili fatta
+a Parigi.
+
+Sarebbe arduo assai l'affermare in quale giorno preciso Nana sia
+entrata in Italia da Marsiglia, dov'ella era andata direttamente
+partendo da Parigi. A Marsiglia un giorno s'erano perdute le traccie
+di lei e la cronologia stessa non ci e venuta in soccorso. Nulla
+toglie adunque, che prima di comparire alle Cascine di Firenze, un bel
+giorno di maggio del 1869, ella avesse fatto davvero una corsa _nei
+paesi barocchi_, come disse lo Zola. Chi lo sa? Certo e che prima di
+entrare nella classica terra delle arti, della musica e dei fiori,
+ella aveva arrischiata come dicemmo una gita a Monaco, dove aveva
+trovato chi le aveva fatto mutare itinerario.
+
+E allora ella era stata presa da una grande curiosita di vedere questa
+Firenze e questa Milano di cui aveva inteso parlare qualche volta da
+suoi amici di Parigi, i quali non c'erano mai stati.
+
+L'indubitato si e che ai primi di maggio del 1869, Nana arrivo sola a
+Firenze, dove si mise a spendere e a spandere come la moglie d'un
+nabab, seguendo certi nuovi capricci della sua vita sfrenata e
+avventurosa.
+
+Il soggiorno di Nana a Firenze si lega strettamente ad uno dei periodi
+piu funesti e piu interessante dell'istoria sociale ed economica
+d'Italia. Esso non potrebbe essere tralasciato nella storia di Nana,
+la quale prese una parte abbastanza viva nel guazzabuglio di
+quell'epoca, ancora oggi tutta piena di curiosi misteri per gli
+ingenui e per i moderati.
+
+* * * * *
+
+Certo non e nostra intenzione di rimestare politicamente il fango
+della Regia Cointeressata. Noi non scriviamo un periodo di storia
+contemporanea, ma siamo pur tenuti a dirne quel tanto che basti a quei
+lettori, a cui ora sorride la piu bella eta della vita ed erano allora
+spensierati adolescenti. Questi non possono avere idea di
+quell'incredibile avvenimento, sul quale con molta generosita i
+liberali hanno steso un velo pietoso di oblio. Esso servira a mostrar
+chiaro come luce di sole una verita fin d'allora soffocata nel
+silenzio, negata con albagia anche oggi da chi l'ha negata allora, e
+nella quale la bellissima Nana avrebbe potuto dire una parola molto
+persuadente.
+
+* * * * *
+
+Nei giorni in cui Nana arrivava a Firenze un temporale si addensava
+mormoreggiando sull'orizzonte. Un vergognoso segreto--da pochi saputo
+e dissimulato gelosamente alle turbe--gettava gli animi, schiettamente
+innamorati del loro paese e della monarchia, nella sfiducia e nello
+schifo della vita pubblica.
+
+Si cominciava appena appena a dimenticare la strage di Mentana; i
+prudenti, gli addormentatori ripigliavano a cantare la nina nanna alle
+aspirazioni verso Roma e domandavano con una convinzione profonda e
+sincera che cosa ci avessero mai guadagnato quei poveri figliuoli, che
+erano rimasti sul campo sotto le palle dei _chassepots_ di Francia.
+
+Nana francese adunque non giungeva certo a Firenze in buon punto, se
+ella fosse stata una donna portata a conoscere i rompicolli e i
+liberali. Fortunatamente per lei, mentre i rompicolli, feriti,
+perseguitati, nascosti scontavano la pena delle loro impazienze e
+della loro piccola fede nei mezzi morali, la mania degli affaristi e
+le orgie dell'agiotaggio erano al colmo. I giornali onesti in que'
+giorni non parlavano che di crisi, di carrozzini, di apostasie, di
+coscienze vendute, di tradimenti, di debiti non pagati, e di altre
+cose molto concludenti per la felicita e per la grandezza della
+patria.
+
+Il ministero era in quel tempo un sinedrio eteroclito e pazzo di
+personaggi spostati, ripugnanti fra loro ed assurdi; un cibreo, un
+baragozzo, una mascherata degna di giovedi grasso. Oggi ancora,
+chiunque con animo pacato si volge a giudicare quel ministero colla
+indifferenza filosofica di chi e sfuggito al danno e alla vergogna,
+non puo far a meno che sentir nell'animo una grande amarezza mista a
+una compassione badiale. Quel ministero, di cui non si dara forse piu
+l'eguale, era formato da un generale devoto a Santa Caterina, da un
+avvocato permanente, da un democratico rifatto, da un conte fallito,
+da un prodittatore di Garibaldi a spasso, da un impiegato della
+_Gresham_ e da un marinaio che ne sapeva di politica come un
+ippopotamo.
+
+A compiere la baraonda eterogenea s'era trovato perfino un _eterno
+bimbo_, il quale aveva accettato il portafogli di agricoltura e
+commercio da lui e da suoi amici, spesse volte dichiarato inutile e
+degno di abolizione.
+
+La ragione di tanto aborto stava in parecchie cause segrete e
+complesse, alcune d'ordine politico, altre d'ordine finanziario.
+
+Alle prime, ho gia accennato; alle seconde vengo ora.
+
+Tre o quattro giorni dopo l'arrivo di Nana a Firenze, ella, nella sua
+_vittoria_ a due cavalli, s'era incontrata alle Cascine col _phaeton_
+d'un personaggio, il quale, alla vista della _cocotte_ parigina, s'era
+levato a sedere curiosamente e l'aveva seguita collo sguardo fino a
+perdita di vista.
+
+La mattina seguente, a Nana, che stava alla sua teletta, fu recato dal
+cameriere dell'albergo un biglietto di visita.
+
+Lesse: Il cav. Bonaventuri, con quel che segue.
+
+"C'e cascato!" penso Nana, e disse al cameriere di lasciar entrare la
+visita.
+
+Il cav. Bonaventuri era un aiutante... di alcova. E assolutamente
+inutile, che noi ripetiamo qui il dialogo che accadde fra Nana e quel
+signore, ne le proposte e le accettazioni che ne seguirono sotto il
+suggello del piu alto segreto.
+
+Il fatto e che il gran personaggio, dopo quindici giorni che conosceva
+Nana, si trovo di essere piu che mai in estremo bisogno di danaro.
+
+A chi si sarebbe egli rivolto se non al conte di Schifanoja, ministro
+delle finanze, che, come Marco Minghetti, aveva accettato il
+portafogli per ispirito di annegazione?
+
+L'incontro di Nana alle Cascine aveva fatto traboccare nel personaggio
+la necessita di ottener una somma da un banchiere compiacente. E
+giacche si doveva pensar al rimedio, si voleva che fosse radicale. Il
+bisogno era vecchio, ma Nana gli dava l'ultima spinta; la domanda
+insistente comincio a diventare un aculeo potente nelle costole del
+ministro delle finanze.
+
+Fu allora che il conte di Schifanoja venne autorizzato dalla Camera ad
+emettere in favore della Regia Cointeressata dei Tabacchi tante
+obbligazioni quante ne occorrevano, perche entrassero nelle casse
+dello Stato cento ottanta milioni.
+
+Ora avvenne che lo Schifanoja ne emettesse invece per duecento sette
+milioni; e allora ci fu chi comincio a domandare dove mai fossero
+andati a finire i milioni che crescevano.
+
+Nana avrebbe saputo fin d'allora dirne qualche cosa.
+
+Di li a qualche tempo avvenne un fatto che getto nel pubblico italiano
+un nuovo lievito di curiosita e aumento i misteri di quella nuova
+Elensi. Fu uno scandaloso e inesplicabile voltamento di giubba. Un
+onorevole, fra i piu baldi campioni di democrazia, un pubblicista che
+aveva passata la sua vita a dir male di Dio e dei santi, della corte e
+dei cortigiani, del sistema monarchico e di chi ne fa le spese, a un
+tratto, senza una scusa al mondo, senza ragione apparente, senza un
+appiglio palese, si era dato piedi e mani legate in balia dei
+conservatori e dai banchi di estrema sinistra era passato con armi e
+bagaglio a sedersi in quelli da lui per si lungo tempo vituperati.
+
+Allora ci fu anche chi stette perplesso se piu meritasse disprezzo il
+disertore o quei vigliacchi che lo accoglievano a braccia aperte dopo
+aver ricevuto da lui tanti schiaffi.
+
+Ma i conservatori facevano il loro mestiere; il disertore invece
+appariva tre volte infame. Della fede lungamente ed efficacemente
+espressa da parecchi anni in molti giornali egli aveva fatto getto in
+un giorno solo; e con una disinvoltura ineffabile aveva compiuto uno
+dei piu spudorati voltafaccia di cui s'abbia mai avuto esempio negli
+annali dei Parlamenti di questo mondo.
+
+Costui era stato presentato a Nana pochi giorni prima, e con lei aveva
+complottato molte cose.
+
+Quella incredibile apostasia trovo un mondo di commentatori e di
+detrattori. Chi la scusava erano i nuovi amici della giubba voltata.
+"Imparino i signori democratici--dicevano essi--a trattare come
+trattano i loro uomini di merito!"
+
+Ma tutta la gente onesta e senza ambizioni politiche provo per quel
+traditore uno sterminato disprezzo. Chiunque sa che cosa sia la nausea
+che nasce nel vedere, per esempio, degli ingordi invitati far a pugni
+per giungere a dare il sacco a un buffe, oppure nel veder un
+giovinetto povero ma aitante vivere alle spalle di una vecchia grima
+puo farsi oggi un'idea del sentimento disgustoso die suscito in Italia
+il voltafaccia di quel miserabile deputato.
+
+Il mistero aumentava. La coscienza pubblica protestava, ruggiva,
+cercava la luce. A Firenze gia parecchi segnavano a dito Nana colla
+quale qualche volta il deputato traditore si mostrava in pubblico. Si
+voleva sapere come potesse accadere che ella gia rovinata dalla
+_roulette_ di Montecarlo pure spendesse dieci o dodici mila franchi al
+mese e il perche, lui, il giubbarivolta, dopo avere per molti anni
+gridato contro il sistema di governo consorte e i carrozzini, si fosse
+di repente fatto sostenitore, oratore, paladino e complice di quelle
+brutte cose.
+
+Allora venne proposta alla Camera una inchiesta parlamentare.
+
+Veramente una inchiesta, fatta in mezzo a della gente, che a grande
+maggioranza non voleva saperne e che non dissimulava punto l'agonia in
+cui la si trovava a sentir menzionare quella fatale parola, che gia
+una volta aveva macchiato in fronte il partito--non parve agli
+Italiani il mezzo piu efficace per venir a capo di qualche cosa. Ma
+questa--si potrebbe ripetere col Manzoni--e una di quelle sottigliezze
+metafisiche a cui non si arriva facilmente.
+
+Si capiva gia prima che l'inchiesta si aprisse che ben poco sugo se ne
+avrebbe potuto cavare. La maggioranza aveva interesse a conservare il
+buio, e avrebbe fatto ogni sforzo per salvare i ladri. Che i milioni
+di messer di Schifanoja mancassero al conto tutti lo sapevano; dove
+fossero andati a finire, molti lo sospettavano, ma ben pochi lo
+dicevano perche si andava anche a rischio di farsi far un brutto tiro.
+E i giorni passarono, e Nana aumentava il suo lusso, le sue stranezze
+e le sue prodigalita.
+
+Quanto alla giubba voltata, la sua condotta ormai interessava ben
+pochi. Era desso un voto comperato per far passare quel benedetto
+carrozzino della Regia cointeressata dei tabacchi? Chi non lo vedeva?
+Ma si diceva. Credete forse che l'inchiesta--ancorche si
+faccia--mettera in sodo il mercato di quella coscienza? Neppur per
+sogno. I rei son tutti d'accordo e sono i piu. Anche quelli che non
+son ladri davvero, non vorranno tradire i consorti che lo sono. Dove
+mai trovar delle prove? Non si lasciano fuori le prove di tali
+brutture. Tutt'al piu ci saranno degli indizi; ma che cosa provano gli
+indizi per chi non li vuoi calcolare?
+
+Questi e altrettali erano i ragionamenti della gente liberale e
+disinteressata.
+
+Nondimeno gli amici della giubba voltata--che nomavasi il sor
+Civinini--fecero degli sforzi sovrumani perche l'inchiesta non avesse
+luogo, perche non si tentasse neppure di fare uno spiraglio di luce, e
+si mettesse tutto nel dimenticatoio. I Burgravi italiani hanno nel
+sangue quella stessa annegazione che fece dire alla vecchia guardia di
+Napoleone: "_la garde meurt mais elle ne se rend pas_."
+
+Cio che essi fecero per scongiurare la vergogna dal capo della giubba
+voltata e da' suoi complici di cui si sussurravano i nomi alla sordina
+supera ogni umano credere. E con quanta annegazione si mettessero in
+questo compito, con quanto coraggio adempissero il loro vergognoso
+mandato, con quanto accanimento combattessero allo scopo di impedire
+si stenebrasse il laido mistero, bastera a capirlo quando si pensi,
+che allorche ricacciati fin negli ultimi baluardi furono costretti ad
+accettar la inchiesta, perche non accadesse di peggio, indovinate chi
+accetto di esserne il presidente?
+
+Incredibile a credersi!
+
+Incredibile a riferirsi!
+
+Fu l'onorevole che nella Camera parlo piu di tutti per farla abortire,
+fu lo stesso avvocato ufficioso del voltacasacca, uno sfregiato
+napoletano; fu l'uomo che aveva dichiarato pubblicamente essere la
+inchiesta una pazzia, un delitto, un obbrobrio; fu colui che le aveva
+dato contro il voto di biasimo piu fiero e piu solenne.
+
+Nella storia parlamentare del mondo intero non crediamo che ci sia
+un'altra nota di infamia pari a codesta, che la _Consorteria_ non ebbe
+riguardo di lasciar scrivere sul libro nero delle sue brutture.
+
+L'incarico di nominare i commissari della inchiesta era stato lasciato
+all'onorevole presidente della Camera. Dovere di imparzialita,
+rispetto di se stesso, riguardo alla carica, deferenza verso i
+colleghi avrebbero imposto a costui di nominare a commissari uomini
+indipendenti, spregiudicati, fuor di ogni sospetto e non coinvolti
+nella turpe lega!
+
+E sopratutto una volta decisa l'inchiesta, la imparzialita ed il buon
+senso gli avrebbero dovuto imporre il dovere di far si che la fossa
+fatta al piu presto possibile.
+
+Per ottemperare a questi due doveri, il presidente della Camera,
+avvocato Mari, nomino a commissari dell'inchiesta quelli fra i
+deputati che si erano mostrati i piu accaniti avversari di essa, e
+perche poi la venisse definita piu prestamente, nomino due assenti e
+di ignota dimora.
+
+* * * * *
+
+Stavano cosi le cose quando si comincio a spargere a Firenze la voce
+che due deputati, appartenenti alla camarilla degli affaristi, fossero
+stati colti colla mano nel sacco, dai democratici. Si parlava d'una
+certa lettera intercettata da questi, in cui ci era la confessione
+esplicita del furto di que' bricconi; si citavano certe frasi di essa,
+che se fossero state vere, pareva allora, avrebbero dovuto far
+sprofondare l'autore, il cognato, la Camera, il sistema
+costituzionale, la monarchia e tutti quanti.
+
+Ma siccome nessuno aveva veduta questa lettera di cui pochissimi
+parlavano segretamente, da tutti si cominciava a gridar: calunnia,
+calunnia.
+
+Quand'ecco un bel mattino un giornale coraggioso di Firenze rende di
+pubblica ragione quella lettera, e in tutta Italia si ripete una frase
+incredibile di essa: _facciamo quattrini colle immancabili
+speculazioni!_ e tutti i fogli liberali la commentano e lo scandalo si
+diffonde, si fa colossale, enorme, incredibile, e si chiede ad
+altissime grida che l'inchiesta parlamentare sia fatta immantinente.
+
+E qui comincio per l'Italia una iliade di vergogne tali che la penna
+istessa par si sdegni dallo scriverle.
+
+Fu allora che Nana intorno a cui la voce pubblica mormorava sempre piu
+feroce, un bel giorno fu pregata di levarsi da Firenze e di cercare
+fortuna in altri lidi.
+
+* * * * *
+
+Essa arrivo dunque a Milano, da Firenze, quasi rovinata, un po'
+indisposta, un po' dimagrata, cogli occhi leggermente cerchiati, ma
+sempre bellissima, piu bella forse che mai, giacche quell'aria
+sofferente dava un nuovo risalto alla sua fisonomia e alla sua taglia,
+prima forse un po' troppo rotonda, troppo sensuale, troppo
+soddisfatta.
+
+Essa non era piu la cortigiana di Parigi. Essa aveva modificati
+immensamente i suoi slanci, le sue voglie, le sue idee. S'era
+moralmente e fisicamente mutata nella nuova vita di Firenze. E non
+poteva essere altrimenti. Una frase di Zola fa chiaramente presentire
+questa trasformazione. Il grande realista, come se avesse presentito
+che un Italiano avrebbe risuscitato questa donna in un nuovo ambiente
+per ripresentarla vivente a' propri lettori, dice espressamente che
+essa gia fin da Parigi sognava una vita diversa, qualche cosa di
+nuovo, qualche cosa di meglio.
+
+"_Elle revait quelque chose de mieux._"
+
+Ma questo meglio l'aveva dessa ben definito nella sua testa, o non era
+piuttosto che un'aspirazione vaga, un desiderio indistinto?
+
+Aveva dessa un progetto gia pronto prima della sua partenza da Parigi
+nel suo cervello da _enfant gate_, oppure ella si cullava in un nuovo
+sogno dorato colla arditezza sovrana di una donna che conosce la sua
+potente irresistibilita?
+
+Eccola nel_ coupe_ tutta sola, che la porta da Firenze a Milano.
+
+"Anche questa illusione e svanita--pensava. Oh, i grandi della terra
+come sono instabili nelle loro simpatie! Non pensiamoci piu."
+
+Allora la sua fantasia torno a Parigi e alla vita di pochi mesi prima.
+
+"Addio, mio bel Parigi! Forse ti rivedro presto! Per ora resta dove
+sei, maledetta citta!"
+
+Fa questo un affettuoso _addio alla patria_, come disse il Manzoni.
+
+Ella si trovava sola, finalmente; cosa che non le era quasi mai
+capitato di sua vita. Sola, coll'amica piu cara del suo cuore, sola
+colla creatura piu idolatrata che avesse al mondo: sola con se stessa.
+
+La felicita che provo nelle prime ore del suo viaggio fu schietta e
+piena di sconosciuti incanti. Essa rideva forte da se, come un
+fanciullo, mandava dei piccoli gridi di gioia, si agitava sul sedile e
+correva ora di qua, ora di la agli sportelli, si fregava le mani
+convulsivamente e stirava la persona, socchiudendo gli occhi con
+volutta, come se le fosse capitata una grande fortuna.
+
+Ed era stata, si puo dire invece, messa alla porta da chi ella credeva
+di aver soggiogato per sempre!
+
+Chi l'avrebbe capita in quel punto? Eppure ella tripudiava di sentirsi
+libera, d'essere uscita da una nuova pozzanghera, di non avere piu
+intorno a se della gente antipatica.
+
+Si riadagio nel canto del vagone cogli occhi fissati nel nulla, e
+comincio a pensare... a pensare...
+
+A che cosa?
+
+Alla vita a cui andava incontro a Milano. All'ignoto.
+
+La fantasticheria duro parecchie ore, e fu feconda di un'idea
+nuovissima in lei, insospettata sino allora, incredibile, che la colpi
+a un tratto, come una rivelazione dall'alto.
+
+Quand'essa si trovo sola, come uno schifo abbandonato in mezzo
+all'Oceano, quando il cinismo e la depravazione di Parigi e della
+provvisoria italiana ebbero cessato di agire come un influsso sui di
+lei nervi, sui di lei appetiti, sulle di lei passioni; quando non
+avendo piu occasione di confidarsi agli adoratori, alle amiche, ai
+lenoni, fu obbligata di rientrar in se stessa, di ascoltarsi, di
+frugare nei ripostigli piu segreti del suo cuore inesplorato, ella
+senti con non poca sorpresa sorgere in cuore un desiderio, un'idea,
+che fino allora le era sempre sembrata molto barocca ed assurda, ed
+alla quale aveva date tante volte la baia quand'erano gli altri che
+gliela proponevano.
+
+Il lettore ha capito.
+
+Le offerte di matrimonio fattele tante volte a Parigi ora portavano il
+loro postumo frutto.
+
+Nana era stata assalita ad un tratto dalle idee di _faire une fin_, di
+maritarsi con qualche ricco milanese, per vivere tranquilla e
+riabilitata agli occhi del mondo. Poco a poco quest'idea, che le era
+entrata in testa senza saper d'onde le fosse venuta, la invadeva tutta
+e faceva un cammino enorme nel suo cervello e l'avviluppava tutta in
+una specie di felicita, di cui non aveva gustato mai fino allora
+neppur il sospetto.
+
+"Si--pensava--io voglio, tornando a Parigi, che si dica, ecco la
+signora contessa di... quel che sara, oppure, ecco la principessa di
+San... qualche cosa. Quel mio povero Mufe come sara dannato quando lo
+sapra. E Satin dunque? E tutte quelle _bougresses_ di mie amiche, come
+creperanno di gelosia e di rabbia quando mi vedranno sdraiata in un
+_landau_ a fianco di mio marito, e sullo sportello tanto di blasone
+vero ed autentico!
+
+A questi pensieri, in cui splendeva la bonta cristiana di quel cuore
+di donna parigina, ella senti dei fremiti di felicita inarrivabile.
+
+Poi fa assalita da un certo scoraggiamento.
+
+"Maritata! Ma e poi?--pensava--Se mio marito fosse geloso? Se esigesse
+che io mi conservassi casta e tutta per lui?
+
+Nana si conosceva. Ella sapeva bene che di quando la sua natura
+ardente, le sue lubriche tendenze, i suoi capricci di donna dissoluta,
+avrebbero preso il sopravvento e le avrebbero fatto commettere dei
+famosi scarti.
+
+Ma allora promise di cuore a se stessa di essere se non casta almeno
+cauta, ne piu ne meno di un buon curato di campagna. E dopo questa
+specie di giuramento si trovo la coscienza soddisfatta, incantata di
+se stessa e circondata da una gioia viva e di buon augurio.
+
+* * * * *
+
+Poco dopo tornava in campo qualche dubbio.
+
+"Ma trovero a Milano l'uomo che mi conviene ora che sono io a
+desiderarlo? Egli vorra conoscere il mio passato... vorra sapere...
+scrutare. E se qui in questa capital morale d'Italia, come ho sentito
+dire, non trovassi nessuno che s'innamorasse di me al punto da farmi
+la proposta, che laggiu a Parigi tutti mi ripetevano?..."
+
+Stette a pensare mestamente; poi soggiunse parlando fra se ad alta
+voce:
+
+"E me la fecero tanto seriamente, che si uccisero quand'io negai! E
+orribile! Bisogna che io vendichi l'ombra di quel povero Giorgio, che
+mi amava in quel modo! E impossibile che io non faccia il solito
+effetto su... codesti Milanesi... per quanto m'abbiano detto che sono
+seri egoisti e scorbellati. Noi vedremo."
+
+Quel _nous verrons_ fu una specie di sfida alla gioventu dorata di
+Milano. I moti di modestia che talvolta sorgevano in Nana finivano
+sempre con una sfida all'insensibilita mascolina. Ella si trovava
+tosto assai stupida e assai stupita di avere potuto concepire un
+dubbio sulla propria irresistibilita e mostrava immantinenti la nuova
+certezza nelle proprie forze conquistatrici, con un sorriso
+leggiadriasimo, in cui c'entrava pero un poco d'amarezza e una gran
+dose di fatuita. Ella aveva sempre--e a ragione--una grandissima stima
+delle proprie attrattive e della flessibilita prodigiosa de' suoi
+mezzi uccellatori; ella si rammentava quante volte a Parigi degli
+uomini seri che pur conoscevano la sua origine bassa, e le sue pazzie
+sfrenate, e la sua vita vergognosa, si erano rotolati a' suoi piedi
+supplicanti, a mani giunte, per chiederle la mano di sposa... e si
+teneva certa di far il suo partito a Milano.
+
+L'idea di accasarsi nobilmente, la speranza di poter entrare nel gran
+mondo, il pensiero di trattar al tu per tu le dame che l'avevano tanto
+disprezzata, la soggiogavano. Le difficolta stesse ch'ella prevedeva
+dovessero insorgere per giungere alla stretta dei nodi, aguzzavano
+smisuratamente quel suo nuovo desiderio e gli davano una spinta
+poderosa. Ella stessa si maravigliava, a certi punti, di trovarsi cosi
+salda in un proposito e di scoprire ancora in se stessa, tanto lievito
+di volonta, di speranza e di entusiasmo.
+
+* * * * *
+
+Giunta a Milano di notte, Nana senza aver pensato a farsi dare a
+Firenze una indicazione di albergo, disse al cocchiere del calesse di
+condurla al primo _hotel_, al piu _chic_!
+
+--E i bauli?--domando questi.
+
+--Li manderemo a prender domani! Sono dieciotto!
+
+Il cocchiere naturalmente la condusse all'albergo della _Ville_.
+
+Ora avvenne che seduti agli ultimi due tavolini del caffe dell'Europa,
+verso la porta dell'albergo, si trovassero in quel punto Enrico
+O'Stiary e il marchese Sappia, che eran usciti in quel punto dalla
+Luisa e pigliavano un _grog_. Un po' discosto da loro Ernesto Cantis,
+il giovane di avvocato, beveva una birra.
+
+O'Stiary e Cantis videro prima passar dinanzi nel calesse Nana, poi
+videro il legno arrestarsi li accanto all'albergo. Il conte mando una
+piccola esclamazione, che fe volger il capo al Sappia. Ma il Sappia,
+li per li, non ravviso nella bella viaggiatrice la donna, che tre anni
+prima egli aveva con tanta ansia aspettata invano per tanto tempo,
+dalla Tricon! Il Sappia aveva la luce delle lanterne negli occhi e non
+poteva veder bene nelle tenebre. Ma O'Stiary e Cantis, che la luce
+l'avevano a ridosso, scorsero abbastanza per restarne molto colpiti
+entrambi. Era l'effetto che faceva sempre Nana a chi la vedeva per la
+prima volta.
+
+Fu allora che Nana per discendere dal legno mentre allungava sulla
+predella il suo piedino, quale a Milano se ne vedono di rado, scocco
+senz'accorgersi un'occhiata curiosa, che parve assassina, e scomparve
+nella porta della _Ville_ accompagnata dal guarda portone che era
+venuto ad aprirle lo sportello.
+
+Cantis balzato in piedi era andato dinanzi alla porta dell'albergo e
+aveva accompagnata Nana fin sotto il portico, collo sguardo; e gli era
+parso, al poverino, di vedere che la bellissima sconosciuta si fosse
+voltata indietro quasi a salutarlo di nuovo prima di montar le scale.
+
+Quella notte aveva creduto bene non di dormire un solo minuto.
+
+Una ventina di giorni dopo, il Cantis aveva riveduta Nana al teatro
+Milanese.
+
+Figuratevi come restasse poi quando il giorno appresso la vide venir
+dal suo avvocato.
+
+Egli le aveva scritta la lettera famosa!
+
+Anche Enrico era rimasto assai colpito della bellezza della
+sconosciuta viaggiatrice e il giorno dopo era ritornato alla _Ville_ a
+chiederne notizia; aveva saputo il di lei vero nome e cognome e
+l'aveva riveduta al balcone dell'albergo piu bella e piu elegante che
+mai.
+
+* * * * *
+
+Lo credereste?
+
+Dopo pochi giorni di residenza a Milano, Nana si accorse senza grande
+maraviglia, d'essere gia desiderata alla follia e contemporaneamente
+da nove persone molto diverse fra loro di eta e di condizione: dal
+pubescente liceista al vecchio libertino di sessant'anni, dal signor
+conte di _vieille roche_, al galloppino dell'albergo che le serviva il
+pranzo, dal banchiere milionario al parrucchiere che la pettinava ogni
+mattina.
+
+Nove dichiarazioni, delle quali otto in iscritto, ed una col mezzo
+d'un paraninfo e tutte nello stesso giorno, e in venerdi, era proprio
+la prima volta che le capitavano!
+
+A Parigi non le era mai successa una cosa simile.
+
+"_C'est l'embarras des richesses_" penso Nana.
+
+Essa non pote a meno di riderne.
+
+Tanto piu che in ciascuna di esse Nana scopri un certo non so che, da
+doverle trovare eccessivamente strane. Quelle nove proteste di amore,
+o piuttosto di desiderio, che per combinazione le giungevano in frotta
+come una volata di passeri, e in venerdi per giunta, erano tutte
+impregnate dalla piu deplorabile _fatuita_.
+
+Ella si accorgeva che quei nove individui nutrivano gia in cuor loro
+una grande speranza di essere corrisposti e subito; dalla loro
+protesta d'amore trapelava una certa persuasione di esserle gia molto
+simpatici. Nessuno naturalmente le aveva scritto o detto o lasciato
+capire chiaramente una tanta immodestia, ma la trapelava, ed essa la
+subodorava in tutti. Quei nove--non uno eccettuato--alludevano o
+parlavano chiaramente di una certa sua maniera di guardarli... di una
+certa sua occhiata assassina... ah, quell'occhiata! Mio Dio! chi non
+darebbe la vita per una simile occhiata?
+
+Nana aveva un bel rammentarsi le proprie occhiate non giungeva a
+raccappezzarne una sola che avesse voluto dire qualche cosa di serio.
+In sostanza pero, ella doveva persuadersi che que' suoi nove adoratori
+credevano tutti di essere stati quasi invitati, accalappiati,
+fulminati da una di lei occhiata.
+
+Ed essa sapeva di non averne data neppure una sola da cui spirasse, o
+che potesse ispirare la benche minima simpatia.
+
+Questo fenomeno a dir vero non era la prima volta che capitava a Nana.
+
+Ma sopra nove persone, in un colpo solo, le pareva proprio un po'
+troppo!
+
+"Bisogna dire che a Milano le donne abbiano lo sguardo delle Arpie
+quando fissano gli uomini" penso Nana.
+
+Le sventure passate, il rimorso e la superstizione le avevano messo
+nella guardatura e nel muovere delle pupille una particolarita degna
+di attenzione. Que' suoi occhi, piu grandi del vero, a prima vista
+parevano supplicanti e desiosi.
+
+Voi credevate in buona fede che ella vi avesse fissato in quel modo,
+perche la vi trovasse bello o piacente, perche la vi desiderasse,
+perche forse... oh Dio! gia segretamente la fosse presa delle vostre
+fattezze. E allora mille fuochi e speranze avvampavano o scattavano
+nel vostro interno. Avvampavano se avevate il temperamento sulfureo,
+scattavano se lo avevate fatto a molla.
+
+Ebbene?
+
+Quand'essa distaccava da voi lentamente le sue pupille, se voi eravate
+filosofo, se nello sguardo altrui sapevate discernere il vero
+sentimento che lo ispirava, vi sareste accorto che ella, non che
+fissarvi, ne desiderarvi, ne amarvi gia in segreto, non la vi aveva
+nemmanco notato, non la si era neppure accorta di voi, non la vi aveva
+veduto passare che tampoco.
+
+Nana non aveva sguardi che vedessero davvero, se non per le cose che
+appetiva o per le persone che odiava.
+
+Non parlo di quelle che essa amava, per una ragione semplicissima.
+
+Che ella, come non aveva amato mai davvero, cosi non amava nessuno
+ancora.
+
+Fontan lo aveva subito piu che amato. Era stato piuttosto un bestiale
+istinto che una pena di cuore la sua.
+
+All'oggetto desiderato o alla persona odiata nessuna creatura al mondo
+sapeva guardare meglio di Nana. Ma gli indifferenti? Essa non li
+vedeva. I suoi occhi difficilmente si occupavano del mondo esteriore,
+se non per raccogliere alla sfuggita e all'ingrosso i taciti omaggi
+dei passanti. L'orgasmo continuo e febbrile della sua ambizione non le
+permetteva di discernere se non quello che premeva a' suoi istinti
+felini di donna e alla sua smisurata vanita.
+
+Nana ormai guardava piu spesso all'indentro di se stessa che non al di
+fuori. Le imagini sanguinose, i fantasmi della sua vita passata non
+erano scomparsi mai dalla sua fantasia. Essa portava con se la catena
+d'un rimorso non vivo, ne salutare certamente, ma molesto e perenne.
+Talche giammai quella sua plastica bellezza era stata cosi pericolosa
+e piu procace!
+
+* * * * *
+
+Una delle otto lettere d'amore noi la conosciamo gia. Nana l'aveva
+trovata nel manicotto uscendo dall'avvocato Delguasto, dov'era andata
+a consulto, per una certa coda di processo ch'e inutile richiamare in
+questo punto.
+
+Nana ebbe un bel domandare a se stessa come mai quella lettera avesse
+potuto capitare nel suo manicotto, e non trovo la risposta. Ella non
+s'era nemmeno accorta di Ernesto Cantis, non l'aveva veduto, o per
+meglio dire, non l'aveva osservato. E lui credeva, il povero ragazzo,
+ch'ella nutrisse gia per lui una segreta simpatia!
+
+
+
+
+IV.
+
+
+In casa Martelli la conversazione, tanto piu se presente don Ignazio,
+era la cosa piu gaia e piu spiritosa che si possa imaginare. E,
+sopratutto, libera assai. Bastava infatti, che non si parlasse in
+alcun modo di donne, ne di romanzi, ne di santa Chiesa; bastava non si
+parlasse male ne del sistema di governo, ne dei preti, ne dei
+carabinieri, ne della Banca nazionale, ne della _Perseveranza_;
+bastava non si parlasse bene ne dei repubblicani, ne di Garibaldi, ne
+di Vittor Hugo, del resto si era perfettamente liberi di ragionar di
+tutto, e d'altre cose ancora.
+
+La Elisa era la sola a cui suo padre, volere o non volere, aveva
+dovuto fare qualche concessione. Non c'era stato verso di farle dire,
+ne di farle tacere molte cose che certa gente seria crede si debbano
+dire o si debbano tacere, dalle fanciulle bene educate. Essa--che pur
+toccava ormai i 18 anni--parlava sempre con una verginita di
+impressioni e con una schiettezza di frasi, che talvolta rasentavano
+la crudita, anche per sua madre, che era pure infatuata di lei. Questa
+non rifiniva mai di dirle che ella era troppo franca. Non c'era verso.
+Il di lui modo di esprimersi, quantunque scevro di malizia o di
+ironia, era sempre cosi vivo e cosi sentito, che gli amici di casa,
+gente avvezza a tutte le ipocrisie, a tutte le smorzature, a tutte le
+_banalita_ delle solite conversazioni, ne restavano scossi e
+abbagliati. Perfino Aldo Rubieri, che era pur un artista di vaglia,
+non approvava sempre certe uscite della Elisa, quantunque ammirasse in
+lei l'ingegno originale e coraggioso, che gliele suggeriva. Suo padre,
+non pargliamone! Suo padre, in cuor suo, deplorava di avere
+contribuito a dar in luce una pazzarella di quel carattere, dal quale,
+secondo lui, un marito non avrebbe cavato nulla di buono.
+
+"Figuratevi!--pensava--alludendo all'antico progetto--Testa falsa lei,
+testa falsa lui. No, no, no; cento volte no!
+
+Non c'erano che l'Enrico e il marchese d'Arco, i quali la capissero
+pel suo verso e l'applaudissero. Essi davano sempre ragione alla
+Elisa, il che talvolta faceva arrabbiare il notaio fino
+all'escandescenza. Sua madre taceva e ne gioiva in segreto.
+
+Spieghiamoci bene pero anche su questo punto. S'intende acqua e non
+tempesta! Quella facolta molto decisa di dir sempre le cose schiette e
+senza smorzature, non escludeva pero nella Luisa un'altra facolta,
+senza della quale essa avrebbe potuto qualche volta sembrar una scema
+in faccia a chi non l'apprezzava. Essa aveva molta schiettezza in
+cuore, ma aveva pur anche molto criterio e molta finezza in cervello,
+e sapeva a suo tempo e quando le conveniva, metter in pratica tutte le
+graziose astuzie della diplomazia femminile.
+
+Giacche altra cosa e saper simulare e altra cosa e saper dissimulare.
+La Elisa, incapace di simulazione, era forse a tempo e luogo maestra
+di dissimulazione. Tanto e vero che se le avesser dato un segreto da
+serbare, si sarebbe lasciata uccidere prima di svelarlo. Tutte le
+arti, le grazie, le disinvolture, le furberie, le moinerie, le
+capestrerie che il cuore detta istintivamente alle ragazze d'ingegno,
+essa le possedeva per istinto. Poche fanciulle, pur senza scuola
+materna e senza buon esempio in casa, sapevano acconciarsi
+stupendamente, mostrar, senza farsi scorgere, il piede e la mano
+bellissimi, muovere il ventaglio, dar il colpetto di mano allo
+strascico della veste, guardar in viso agli uomini con un sorriso
+modesto, alzarsi e sedersi, comparire e scomparire, quanto lei.
+
+Il fatto e che a dieciott'anni l'Elisa era considerata da tutti come
+la testa piu forte della famiglia. L'era una idea codesta che stava
+nell'aria. La si capiva chiaramente senza che nessuno l'avesse mai
+notata o lasciata supporre.
+
+Se qualcuno, a tavola o seduto in circolo, diceva qualche cosa
+d'insolito o di bello, guardava in faccia alla Elisa. Il sorriso di
+lei era il premio certissimo al buon senso o allo spirito spiegato.
+Ella, dal canto suo, senza far mostra di accorgersi d'essere stata
+consultata o preferita, dava uno sguardo repentino a sua madre, e se
+questa non le diceva col cipiglio di tacere, si era certi di udirla
+esprimere la sua opinione talvolta perfino tagliente e frizzante, come
+quella di un piccolo Tayllerand in gonnella. Alcuni allora ridevano e
+commentavano l'arguzia della fanciulla; altri tacevano, come
+sopraffatti, e si trovavano quasi a disagio nel nuovo ambiente, che
+l'idea spiritosa dell'Elisa aveva formato intorno ad essi. Un leggero,
+un lontano, un vago sospetto li prendeva: quello di poter sembrare per
+avventura un pochino imbecilli in faccia a lei.
+
+Un giorno, tra gli altri, il babbo notaio ricevette la lettera d'un
+pretendente alla mano di lei; un giovinetto della buona societa, un
+conoscente di casa che da piu mesi faceva una corte tacita e modesta
+alla fanciulla, senza aver avuto da lei la benche minima lusinga.
+
+Costui aveva sentito dire che ogni idea di matrimonio fra l'Elisa e il
+conte Enrico O'Stiary era andata in fumo. La dote e le speranze in
+fieri avevangli dunque dato il coraggio di chiedere la mano della
+vergine bellezza.
+
+La lettera giunse dopo pranzo, mentre don Ignazio, colle due donne e
+il marchese d'Arco, stavano aspettando il caffe nel salotto. Il
+notaio, dopo aver letto il foglio, lo depose sulla tavola con un'aria
+fra il serio e il soddisfatto, ed espose ai presenti l'inaspettata
+domanda.
+
+--Diamine!--sclamo la madre.--Non si usa, mi pare, a domandar la mano
+di una fanciulla per lettera. Si manda un amico a far la proposta.
+
+--Non ne avra!--osservo la Elisa.
+
+--C'e della gente che, temendo il rifiuto, non ama che altri lo
+sappiano--osservo il marchese.
+
+La Elisa intanto aveva messo, da lontano, lo sguardo sulla lettera,
+quasi per indovinare chi potesse essere quel pover'uomo, che veniva a
+chiederla in moglie, e aveva veduto in testa di quella lettera una
+cosa che l'aveva fatta sorridere; e foggio subito in testa la risposta
+che avrebbe data a suo padre, se fosse stata interrogata sulla sua
+intenzione. In mancanza di un'arma gentilizia, lo scrivente usava dei
+fogli di carta, che portavano per cifra un ferro di cavallo.
+
+--Che ne dici tu. Elisa?--le domando suo padre.
+
+--Ma, io dico la verita--rispose coll'accento piu umile che pote
+trovare nella voce armoniosa la fanciulla--io non mi sento voglia di
+sposare un maniscalco.
+
+Il babbo, il marchese e la signora Eugenia ruppero a ridere
+saporitamente. Supposero che ella credesse sul serio che quella
+lettera col ferro di cavallo venisse da un maniscalco.
+
+La disingannarono....
+
+Elisa li lascio dire.
+
+--Ma--riprese ella, che sapeva benissimo il fatto suo--perche dunque
+questo signore mette in testa delle sue lettere quell'insegna di
+maniscalco?
+
+--E la moda del giorno--disse la madre.
+
+--L'insegna dei maniscalchi non e cosi. E un ferro contornato da
+un'aureola di chiodi--osservo il marchese.
+
+--E questa invece che cosa esprime?--domando la Elisa.
+
+--E un mezzo qualunque per esprimere la propria passione pei
+cavalli--soggiunse il marchese.
+
+--Ah, se e cosi--disse la Elisa--io temerei ch'egli dovesse amare piu
+i cavalli di sua moglie.
+
+Quel motto del maniscalco fece il giro delle conversazioni milanesi.
+Per qualche tempo i cartolai che tenevano della carta da lettera col
+ferro di cavallo per cifra, stupirono di non vedersene piu cercata da
+nessuno.
+
+Oggi la voga ripiglia.
+
+Fortunati cartolai!
+
+* * * * *
+
+Fra le convinzioni piu ferme di Elisa, quella che sovrastava a tutte,
+la dominante, la sovrana, la inespugnabile nel suo cuore, era quella
+di non poter essere felice al mondo che unita al suo Enrico. L'affetto
+della impubere si era mutato, nei tre anni, in sentimento gagliardo
+ora ch'ella s'era fatta donna. Gia fin da bambina, del resto,
+quand'essa aveva inteso per la prima volta il grido di Roma o Morte,
+si ricordava che per associazione di idee nella sua testolina era
+risuonato un altro grido consimile, essa aveva balbettato in cuor suo:
+Enrico o morte.
+
+La Elisa aveva anch'essa, come _Madame Aubray_, le sue idee, innate od
+acquisite, poco importa. Diversamente della maggior parte delle nostre
+fanciulle di buona famiglia, dacche aveva cominciato a pensare al
+mistero della vita, non era rimasta indifferente agli innumerevoli
+quesiti, che le si presentavano alla curiosita della mente. Voleva
+saper tutto continuamente e tormentava sua madre, che talvolta, messa
+tra l'uscio e il muro, le rispondeva frottole da non dirsi. Quanto piu
+essa la pregava di non farle certe domande, tanto piu la Elisa si
+sentiva presa dalla smania di fargliene un sacco. Su molti punti,
+specialmente del mistero immenso, essa dubitava ancora; era scettica,
+non incredula; su altri, essa si era formata un'opinione tutta propria
+ed incrollabile. In fondo, ell'era socialista senza saperlo. Ne quelle
+sue verginali certezze erano frutto di lunghi pensamenti fra se stessa
+o di ragionamenti con altri; erano intuizioni lucide, portate dal buon
+senso e dal criterio, che la inducevano a pensare certi veri
+nobilissimi, da nessuno rivelati, ma dai quali le pareva che non si
+sarebbe scostata, ancorche le avessero inflitto il martirio.
+
+Fanciulle siffatte sono rare a Milano. Non tanto quanto si potrebbe
+credere, ma rare.
+
+Certo, e forse a ragione, si dice che un'Eulalia romana, al giorno
+d'oggi, non sia piu possibile. Pure la Elisa era proprio della stoffa
+di Eulalia romana. Eulalia, sapete bene, fattasi cristiana a sedici
+anni, quando fu accusata e trascinata dinanzi al pretore, avrebbe
+potuto avere salva la vita, soltanto che avesse consentito a metter un
+granello d'incenso sul tripode, che ardeva dinanzi all'abiurato idolo
+pagano. Ella era cosi giovinetta e cosi bella, che il pretore,
+estasiato, avrebbe voluto, forse a suo malcosto, salvarla. Egli le
+offerse lo scampo. Eulalia diede uno schiaffo all'idolo, sputo in
+faccia al pretore e fu mandata alla croce, il patibolo dei cristiani.
+
+La Elisa teneva di questa tempra diamantina. Per una di quelle
+inesplicabili contraddizioni femminili, che formano la disperazione
+dei fisiologi, ella era timidissima e arrossiva tutta e quasi tremava
+se si trattava di mettersi in vista, di presentarsi in un salone a
+spalle nude, vestita da ballo, o di entrare in un caffe affollato di
+gente, che al suo apparire spalancavano gli occhi e la mangiavano
+cogli sguardi, sussurrandosi all'orecchio le ammirazioni desiose e le
+frasi procaci. Ma se si trattava di un pericolo serio, fosse pur stato
+imminente e misterioso, dinanzi al quale tanti uomini smarriscono il
+sangue freddo, ella si mostrava calma ed intrepida.
+
+Suo padre le aveva severamente proibito--non se ne parla--di leggere
+romanzi.
+
+--Neppure i _Promessi Sposi_ e il _Marco Visconti_?--aveva domandato
+lei.
+
+--No, neppur quelli!
+
+Questa proibizione le aveva messo indosso una smania cocentissima di
+leggerne assai piu di quello che ne avrebbe letti naturalmente, se suo
+padre non avesse parlato. Enrico era il di lei complice, che le
+forniva nascostamente il pasto desiato. Nondimeno spesso la Elisa
+trovava molto noiosi i romanzi troppo morali che Enrico le portava.
+Egli era assai puritano in questo; aveva escluso tutti i moderni
+realisti, e, de' vecchi, anche il Balzac.
+
+Una sera l'Elisa mostro a Enrico desiderio di leggere l'_Assommoir_ di
+Zola.
+
+Enrico si rifiuto di portarglielo.
+
+--Ho gia fatto troppo--disse--a concederti l'altro giorno: _L'homme
+qui rit_.
+
+--Gran che!--sclamo la Elisa.
+
+E la terribile fanciulla si mise a sparlare di Vittor Hugo.
+
+Enrico la prego di non farsi sentire da altri. Era come dire a un
+usignuolo di non cantar in primavera.
+
+--Avro torto--diceva la Elisa al conte--ma a me Vittor Hugo qualche
+volta fa l'effetto di un uomo che sia li li per diventar pazzo. Il
+marchese mi disse un giorno che questo e il carattere del genio. Sara!
+lo sfido a non ridere qualche volta di certe frasi di Vittor Hugo. Per
+esempio mi ricordo questa:
+
+"Un profondo rumore soffiava nella regione inaccessibile."
+
+Se invece di essere Vittor Hugo che ha scritto questa frase fossi io,
+a quest'ora mi avrebbero condotta al manicomio. Un profondo rumore che
+soffia? E nella regione inaccessibile? Ma cosa vuol dire? La si
+capisce cosi a occhio e croce; ma e genio codesto? Il genio, mi pare a
+me, dovrebbe consistere nel dir chiaramente le cose piu difficili ad
+essere pensate da altri, non nel paccucchiare delle frasi con delle
+parole assurde. Il Rubieri per spiegarmi la cosa mi diceva che i
+romanzi di Vittor Hugo vogliono essere tutti poemi cosmici, e che egli
+crede in buona fede di essere il nuovo Cristo delle miserie umane; ma
+se e cosi egli e un Cristo che ritiene i suoi discepoli e i suoi
+lettori altrettanti _badaux_, che lo devono capire a lume di naso.
+
+* * * * *
+
+La Elisa a dicianove anni era dunque riuscita una piccola enciclopedia
+ambulante. Si guardava bene dal farne sfoggio, ma lo era. Tutte le
+arti graziose essa le aveva imparate con una rapidita sorprendente,
+quantunque sentisse che tutto questo attiraglio di cognizioni
+superflue non le avrebbe servito a nulla nei suoi rapporti col giovane
+al quale la si era votata.
+
+Quanto agli altri che cosa importava a lei di comparire piu o meno
+istrutta?
+
+Sciaguratamente l'Enrico diceva di amarla, ma non l'apprezzava. Egli
+era freddo, preoccupato, distratto, sviato. Egli era altrove co' suoi
+pensieri, co' suoi desideri, coll'anima, e pur troppo spesso anche col
+corpo. Elisa capiva tutto questo, e ne soffriva, pur dissimulando con
+dignita il suo dolore. L'allegria del conte quand'era con lei era
+forzata. Le sue stesse espansioni, i ricordi, le tenerezze erano tutte
+superficiali. Si capiva che dopo un'ora che era stato con lei il
+giovinetto cominciava a trovarsi sulle spine, e desideroso di prender
+il volo. Altre passioni, altre illusioni lo chiamavano altrove.
+
+Egli aveva veduta Nana.
+
+La Elisa ne era mortificatissima; ma non lasciava trapelar nulla
+neppur a sua madre.
+
+Al marchese una volta aveva lasciato capire qualche cosa del suo
+cordoglio. Ne era stata consolata con una frase francese: "_Il faut
+que jeunesse se passe_."
+
+* * * * *
+
+Stavano dunque radunati nel salotto attiguo alla sala da pranzo il
+notaio, le due donne e il marchese, che era venuto come il solito,
+verso le otto a far la sua visita per trovarsi fra gli amici di casa e
+per vedere l'Enrico.
+
+Il babbo schiacciava un sonnellino.
+
+Il marchese parlava colle due donne di cose indifferenti. Elisa era
+distratta.
+
+La Elisa quel giorno s'era levata con un grande progetto in testa. Un
+progetto che le si era presentato come un'enormita, ma che sentiva
+esser diventato necessario. Lo aveva pensato la notte dopo avere
+sparso sul vergine origliere alquante lagrime di dolore, al solo
+pensiero di trovarsi obbligata a metterlo in pratica, l'aveva covato
+tutto il giorno, l'aveva rifiutato e riaccettato venti volte.
+
+Il progetto era di mostrarsi molto gentile con Aldo Rubieri, per
+vedere se Enrico se ne risentisse, per scuotere quella mortale
+indifferenza in cui egli era immerso e che la faceva morire di segreto
+cordoglio; per suscitare insomma nel suo amante un poco di gelosia.
+Ella sapeva bene che questa piccola commedia le sarebbe costato un
+grandissimo sforzo. Fingere? Lei? Eppure non le rimaneva altra
+speranza che quella. Se l'Enrico si fosse mostrato insensibile anche a
+quel tratto, ella sarebbe andata a farsi suora di carita.
+
+E lecito pensare che lo sforzo del far un po' la civettuola con Aldo
+Rubieri non fosse poi tanto sovrumano, neppure per lei.
+
+Aldo non era un uomo ordinario; ed era bello, forse piu bello del
+conte.
+
+E poi la donna ha in se un istinto di civetteria cosi spontaneo, che
+nulla nulla se ne immischi il bisogno o se ne presenti il pretesto,
+essa lo mette in opera quasi senza addarsene, forse suo malgrado. C'e
+nella donna come un fuoco sacro, che non si spegne mai, ed e quello
+sopratutto di piacere a tutti, per piacere di piu ad un solo.
+
+Quando Aldo si presento--prima del conte--la Elisa stava passeggiando
+al braccio del marchese il quale era beato anche lui di sentire il
+braccio della giovinetta che doveva formare la felicita del suo
+Enrico, pesare sul suo.
+
+Ella gli stava parlando appunto del conte.
+
+Il marchese a dir vero--uomo di studio che aveva il capo ne' suoi
+incurabili e nelle sue medaglie--non sapeva nulla della vita di
+Enrico. Questi per coprire ai di lui occhi i suoi errori, gli aveva
+restituiti dopo pochi mesi i tremila franchi che il marchese gli aveva
+prestati, dicendogli una piccola bugia per giunta.
+
+Vedendo dunque entrare lo scultore, la Elisa premette sul braccio del
+marchese e gli fece fare una mezza girivolta.
+
+--Come va la vostra _Venere contemporanea_? domando a Rubieri
+andandogli incontro.
+
+--La creta o la creatura?--domando Rubieri.
+
+--Ma la creta!--rispose la Elisa--di una modella che non conosco io
+non mi curo certamente.
+
+Ella non sapeva la povera Elisa, che a quella modella di cui non si
+voleva curare, il suo Enrico aveva scritta una lettera di fuoco.
+
+Ella non sapeva d'essere tradita per colei.
+
+--La creta e quasi diventata una creatura--rispose Aldo Rubieri.--Ne
+sono contento.
+
+Egli ando poi a salutare donna Eugenia e il notaio che s'era messo a
+leggere il _Corriere della Sera_, crollando spesso il capo, e
+dichiarando che alla fine del trimestre avrebbe lasciato
+l'abbonamento, perche quel foglio da qualche tempo tirava al liberale.
+
+Aldo ritorno verso la Elisa che lo aspettava. Ella lo fece sedere
+accanto, per domandargli se era vero cio che le aveva contato la
+mattina suo padre...
+
+--Cioe?
+
+Che il sindaco gli avesse annunciata la sua nomina ad assessore
+municipale.
+
+Aldo annui. La Elisa sostenne la conversazione variata, saltellante,
+frivola fino al momento in cui dal campanello capi che chi entrava era
+il suo Enrico.
+
+Allora ell'ebbe un movimento sublime di civetteria; disse tutt'a un
+tratto a Rubieri:
+
+--Lei non s'e neppur accorta che quest'oggi io ho cambiata
+pettinatura.
+
+--Altro che me ne sono accorto--rispondeva Rubieri mentre il conte si
+presentava sulla soglia dell'uscio della sala.
+
+--Come la mi trova dunque? Le piaccio cosi?
+
+--Ah, Elisa, lei e adorabile ancora piu del solito--rispose Aldo che
+volgeva le spalle all'uscio e non poteva accorgersi che Enrico era
+entrato.
+
+Infatti la Elisa quella mattina s'era fatta tagliar i capelli alla
+Valliere, sulla fronte, e stava superbamente bene.
+
+Aldo se n'era accorto, ma la fanciulla lo aveva talmente coperto di
+domande nel frattempo che egli non aveva avuto neppur l'agio di
+muoverle un complimento.
+
+Ora trovandosi cosi interrogato con voce piu viva del solito aveva
+risposto:
+
+--Oh, Elisa, lei e adorabile piu del solito.
+
+Era tutto quello che la fanciulla potesse desiderare. Mentre l'Aldo
+diceva questa frase Enrico gli passava rasente e la udiva. La Elisa
+non guardo in viso al conte. Finse di essere tutta intenta a quello
+che le diceva Rubieri.
+
+Il conte passo fingendo di non udire le parole di costui. La Elisa ne
+fu piccata in modo che raddoppio i graziosi atteggiamenti in faccia
+allo scultore, e la piu glaciale indifferenza pel suo adorato.
+
+Era la prima volta che a Rubieri succedesse di veder una cosa simile.
+Enrico, salutata la madre e il notaio, venne a stringer la mano a
+Elisa e ad Aldo Rubieri.
+
+--Buona sera, Enrico--disse la Elisa sorridente disinvolta.
+
+Poi senz'altro si volse a parlare di nuovo allo scultore, che nel
+frattempo aveva corrisposto alla stretta di mano di Enrico.
+
+Il quale, per non aver l'aria di ascoltare il colloquio fra la Elisa e
+Aldo, si ritrasse colpito dal nuovissimo contegno della fanciulla. Il
+marchese in quella lo abbordo parlandogli di cose indifferenti. Egli
+lo ascoltava e gli rispondeva macchinalmente, ma colla coda
+dell'occhio andava spiando le mosse di Elisa che proseguiva con
+Rubieri la sua piccola manovra da figlia di Eva.
+
+Ella si accorse di avere destato in Enrico qualche cosa di insolito,
+senza mai far mostra di accorgersi di lui; ma pur strisciando, collo
+sguardo girante, sullo sguardo del conte, s'accorse ch'egli la
+studiava ed era sorpreso. Essa continuo ripromettendosi il trionfo
+finale.
+
+Ma per quella sera non vi fu spiegazione alcuna fra loro.
+
+
+
+
+V.
+
+
+La sera dopo al teatro Milanese si dava una rappresentazione mista in
+dialetto ed in francese.
+
+La nascente compagnia ambrosiana lasciava il posto ad una _troupe
+francaise_ che pigliava possesso di quel palcoscenico. L'impresario
+aveva combinato per le ultime serate delle recite internazionali meta
+di dilettanti milanesi meta di comici francesi.
+
+Per _lever de rideau_ la Giannella recitava una farsa del Duroni, a
+cui faceva seguito una commedia in due atti di Scribe _jouee par
+madame Blanche et par monsieur Babil_.
+
+La sala allora non era com'e adesso. Non c'erano palchi. Una loggia
+sostenuta da colonne aggettava in mezzo della parete dicontro al
+palcoscenico e accoglieva un centinaio di spettatori.
+
+Quella sera non ce n'erano piu di venti sparsi qua e la al parapetto.
+
+Verso le nove e mezzo Nana fece il suo ingresso in quella loggia
+accompagnata da un'amica e da un cavaliere.
+
+Il sipario era calato.
+
+Le sedie al parapetto erano occupate tutte. Ma, vedendo la donna
+bella, un signore s'alzo e le cedette il suo posto. L'amica e
+l'accompagnatore si sedettero dietro a lei in seconda fila.
+
+Nana depose il suo binoccolo sul parapetto dinanzi a se, striscio una
+lunga e rapida occhiata in platea, un'occhiata che parve indifferente
+a tutti e quasi sprezzante, ma colla quale essa vide od intui ad uno
+ad uno al loro posto almeno una mezza dozzina de' suoi molti
+adoratori; assaporo con immenso giubilo il fremito e il mormorio che
+la sua apparizione produsse nella sala, poi si volse indietro a dire
+alla sfuggita una parola all'amica.
+
+La donna che l'accompagnava non era ne bella ne brutta; e quando Nana
+le parlo si mise a ridere forte. Tutti si volsero a guardarla.
+
+Poco dopo Nana piglio in mano il binoccolo e comincio la rassegna in
+platea.
+
+Ernesto Cantis, il giovinetto commesso d'avvocato col suo bravo
+garofano all'occhiello dell'abito stava di fianco addossato al muro e
+guardava Nana a bocca aperta. Essa lo trovo _tout bonnement absurde_.
+
+Si alzava il sipario.
+
+Nell'angolo a sinistra c'era Filippo Marliani, il solo che Nana
+conoscesse. Seduti, ma colla faccia rivolta a lei Nana indovino altri
+quattro patiti. Erano Enrico O'Stiary, Bianconi, Salis e Parma a lei
+ignoti. Ciascuno di costoro aveva un proprio contegno particolare. Uno
+guardava troppo, l'altro guardava di rado; Enrico fingeva di non
+averla ancora veduta. Dei quattro che stavano nelle sedie, fra cui
+appunto il nostro Enrico, uno si volgeva a riderle in viso ogni volta
+che la commedia ne porgeva il pretesto; l'altro le mandava un'occhiata
+languidissima, un terzo si dimenava sulla sedia, ma non si volgeva
+mai.
+
+Nana che li aveva gia squadrati tutti non badava a nessuno.
+
+Il solo, come dissi, che Nana si ricordava benissimo di avere
+conosciuto era Filippo Marliani. Il lettore ne sa gia qualche cosa. Il
+Marliani aveva fatta la conoscenza di Nana a Parigi dalla Tricon, poi
+l'aveva amata fuor della casa infame per qualche giorno, finche il suo
+compagno di viaggio il marchesino Sappia era riuscito a strapparlo da
+Parigi.
+
+Era stata una conoscenza cosi affrettata e superficiale, che ne il
+Marliani avrebbe saputo che cosa pensare di Nana, ne essa di lui.
+
+Il Marliani quello stesso giorno, vedutala passare in _brougham_ s'era
+informato dal cocchiere del luogo di sua dimora e le aveva scritto una
+delle otto lettere famose. Essa gli aveva risposto su un biglietto di
+visita:
+
+"Questa sera al Milanese, venite a trovarmi."
+
+Durante il secondo intermezzo Marliani monto sulla loggia. Il signore
+che aveva accompagnato le due donne in teatro gli cedette la sua sedia
+e discese. Nana ricevette il Marliani con moltissima espansione, un
+poco perche aveva a chiedergli un gran favore e un poco pel gusto di
+far rabbia agli altri cinque adoratori, che spalancarono gli occhi
+invidiando il Marliani.
+
+Essa lo presento alla sua amica; dopo dieci minuti di discorsi molto
+indifferenti Filippo accosto la faccia a quella di Nana e le scocco
+questa domanda.
+
+--Non si puo dunque venir in casa tua?
+
+--No--rispose Nana--ti diro poi.
+
+--E che cosa dici della mia lettera?
+
+Nana lascio scappare una di quelle sue risate sonore, che fece volgere
+il capo a tutto il teatro.
+
+--Perche ridi?
+
+--Perche insieme alla tua ne ho ricevuto altre sette.
+
+--Sette!
+
+--Sette?
+
+--Chi sono?
+
+--Ah, se tu volessi farmi dire tutti que' nomi, saresti bravo. Mi
+ricordo di quello di un solo: del conte Enrico O'Stiary. Lo conosci?
+
+--Di vista,--rispose Marliani,--eccolo la.
+
+--L'avrei giurato che era lui--sclamo Nana.
+
+--E dimmi un po', chi e quel signore che ti accompagna, che era qui
+poc'anzi?
+
+--Oh, _sans consequence_! E il cugino del mio albergatore; l'ho
+pregato io stessa di accompagnarci.
+
+--Ti fa la corte?
+
+--Ma neppur per ombra.
+
+--E mi risponderai alla lettera?
+
+--Perche no? Dove stai? Debbo parlarti.
+
+Marliani cavo un biglietto di visita, sul quale, in calce, stava
+l'indirizzo.
+
+--Debbo parlarti di cose serie. Ma guai a te se tu dici qualcosa sul
+conto mio... sai. A Parigi tu non mi hai conosciuta.
+
+--Mi credi un mascalzone?
+
+Nana fu rassicurata. Allora comincio gradatamente ad alzar la voce,
+parlando di tutt'altro e volgendo la parola anche all'amica che le
+sedeva accanto.
+
+* * * * *
+
+--Oggi ho fatto conoscenza con _madame Blanche_, che e alloggiata nel
+mio albergo.--disse Nana.--Fu lei che m'indusse a venir qui stasera.
+
+--E piuttosto brava--disse Marliani tanto per dir qualche cosa.
+
+--Anzi--soggiunse Nana levandosi; giacche in lei la risoluzione era sempre
+contemporanea all'idea che le scattava in testa e non usava mettere fra
+l'azione e il pensiero il benche minimo intervallo.--Voglio andar sul
+palco a trovarla. Accompagnami.
+
+Nana dava assai facilmente del tu a' suoi amici. Chi non sapeva nulla
+di questo vezzo, aveva talvolta delle sorprese singolari. Capitava di
+doversi domandare se ella avesse tanti amanti o tanti fratelli, o
+tanti cugini quanti si trovavano in una sala in cui ci fossero, per
+esempio, una trentina di giovinotti.
+
+A ventinove di essi, essa dava del tu, con magnifica disinvoltura.
+
+--Mi lasci qui sola?--disse la signora Fanny.
+
+--Vieni anche tu.
+
+Nana die il braccio a Marliani, e si mossero verso il palcoscenico.
+
+Sul palco trovarono per prima la Giannella, a cui un collega burlone
+stava dando a intendere che quella mattina una donna aveva partorito,
+uno dopo l'altro, dieci figli tutti maschi e tutti vivi.
+
+A tale notizia, la Giannella aveva spalancati i suoi occhi grigi e
+aveva sclamato:
+
+--Tu mi sgonfii!
+
+--Ma no; e un fenomeno rarissimo, ma non e la prima volta che succede.
+
+--Fino a quattro, l'ho gia sentito dire anch'io... ma dieci poi... mi
+par troppo.
+
+--Eppure e un fatto!
+
+--Oh, guarda mo', povera disgraziata!--sclamo allora la Gianella, che
+s'era data subito a credere al barzellettatore.--Ed e viva ancora?
+
+--Altro che viva! Si dice anzi che ieri, dopo soli tre giorni, sia
+andata dal Cabrino a ballare.
+
+Un barlume di sospetto che il suo compagno d'arte si burlasse di lei,
+passo negli occhi sorridenti della Gianella.
+
+--Per bacco! Dieci? Saranno ben piccini.
+
+--Ma che!--rispose l'altro colla piu imperturbabile serieta--sono
+tutti grossi, al contrario, come bimbi di un mese.
+
+--Ma bisogna dire allora che essa sia una gran macchina di donna.
+
+--Lei? Non e piu grossa di te.
+
+La Giannella porto le due mani sul grembo, come per assicurarsi che in
+esso non ci avrebbero potuto stare dieci marmocchi.
+
+In quel punto gli astanti che non potevano piu reggere, scoppiarono in
+una fragorosa unanime risata.
+
+--Ah! Voleva ben dir io!--sclamo la buona Giannella, guardandosi
+intorno ramminchionita e sorridente.--Che cosa ne so io? Se ne sentono
+tanti adesso di _felomeni_!
+
+* * * * *
+
+Nana e i suoi due compagni s'erano fermati presso la Giannella e
+avevano udito quel singolare diverbio: "Ma e la _Tatan Nene_ sputata"
+penso Nana.
+
+In questo il direttore le si accosto:
+
+--Vorrei parlare a madama Blanche--disse quello.
+
+Il direttore le addito il camerino e ve l'accompagno.
+
+Nel camerino di madama Blanche Nana trovo Aldo Rubieri e il marchese
+Sappia, i quali avendola veduta andar sul palcoscenico dalla parte di
+destra, l'avevano preceduta dall'altro ingresso a sinistra.
+
+Aldo Rubieri e Sappia non si conoscevano; madama Blanche li aveva
+presentati uno all'altro.
+
+--Di nome e un pezzo ch'ella e conosciuta da me--gli disse il
+marchese.
+
+--Posso dire anch'io che il di lei nome non mi e nuovo. Ell'e grande
+amico di un mio amico, il conte O'Stiary.
+
+--Di Enrico? Ma si, diavolo! L'ho lasciato appunto in platea.
+
+Nana entro.
+
+Dopo gli abbracci, i saluti, le congratulazioni colla artista
+cominciarono i complimenti da parte di Sappia e di Rubieri che madama
+Blanche le presento.
+
+Questi da vero artista, che ha il diritto di rilevare piu che altri,
+le bellezze formose nella donna, scocco a Nana un complimento cosi
+plastico, che questa ne resto colpita ed estatica.
+
+Allora ella gli parlo subito del desiderio di avere da lui un ritratto
+in marmo. Gli domando il permesso di andar il giorno dopo a visitare
+il suo studio.
+
+Quanto al marchesino Sappia egli era cosi commosso dalla vicinanza di
+Nana che balbettava, e per mostrar disinvoltura faceva invece la corte
+a madama Blanche.
+
+Madama Blanche, che aveva mangiata subito la foglia, accettava quella
+corte di ripiego con molta ironia. Ella si era messa allo specchio e
+truccandosi faceva mostra di non sentir le lodi che Rubieri profondeva
+a Nana, perche quelle lodi... fatte a un'altra, nel suo camerino, la
+seccavano enormemente.
+
+Finalmente il Sappia interpellato da Nana dovette volgersi anche a
+lei. E allora si capi perfettamente che quelle due creature, le quali
+pareva proprio si vedessero per la prima volta, s'erano conosciute
+altrove... di sfuggita, misteriosamente, da un gran pezzo forse, ma
+s'erano gia vedute in qualche altro luogo di questo mondo.
+
+Una frase di Nana tolse ogni dubbio a Rubieri e a madama Blanche.
+
+--Voi siete sempre un gentiluomo, non e vero?--domando Nana a Sappia,
+accomiatandosi e stringendogli la mano molto inglesamente. A cui
+Sappia aveva risposto:
+
+--Ne potete dubitare? Non temete nulla da me.
+
+* * * * *
+
+Nana quando fu nello studio dello scultore fu presa dalla sua solita
+smania di far valere la sua immensa bellezza plastica. A Rubieri era
+bastato uno sguardo per accorgersi di essa e non avrebbe potuto
+desiderar di meglio che di averla per modella. Ma naturalmente non
+osava. Fu Nana che gli disse essere pronta a lasciarsi far il ritratto
+ignuda, e allora Rubieri per idealizzare l'opera sua aveva trovato
+un'idea che gli era parsa luminosa, e che Nana aveva accettata con
+entusiasmo.
+
+--Io faro di voi la Venere contemporanea.
+
+E cosi s'era fatto. In meno di quindici giorni, dal blocco informe di
+creta, era gia sortita come un giorno dalle spume del mare somigliante
+e stupenda la statua-ritratto della Nana.
+
+
+
+
+VI.
+
+
+Filippo Marliani abitava in una camera di venticinque lire al mese in
+via Solferino.
+
+Era una stanza che pareva creata apposta per designare il carattere e
+l'ingegno di chi l'abitava. Per quanto preoccupato, per quanto al
+verde, per quanto disgraziato un uomo di buon gusto, non puo vivere in
+certe camere mobiliate milanesi, ancorche gentile ne sia la padrona
+che la rigoverna soffice il letto e a buon mercato la pigione. C'e in
+molt'uomini un sentimento delicato, ombroso, superiore ad ogni idea di
+risparmio, inavvertito spesso, ma sempre vigile e tiranno per conto
+proprio, il quale si ribella continuamente all'aspetto delle cose
+volgari o anche soltanto sgraziate e brutte.
+
+Filippo Marliani, che era pure quel che si dice un bel giovane, e che
+era stato anche ricco, aveva il difetto di essere assolutamente privo
+di ogni idea estetica, non sognava che a questo mondo esistesse il
+sentir fine, non aveva alcuna nozione ne innata ne acquisita del buon
+gusto.
+
+Filippo, da parecchi mesi, trovavasi in una terribile crisi
+finanziaria. Aveva fatte delle perdite grosse al giuoco, e s'era
+ridotto in quella camera da venticinque lire al mese, dopo d'aver
+venduto a poco a poco tutto cio che teneva di bello e di ricco nel suo
+antico quartierino da scapolo agiato.
+
+* * * * *
+
+Il giorno dopo della sera che Filippo rivide Nana a teatro--era un
+sabato--si trovava possessore dell'ultimo, unico, estremo suo
+biglietto da mille lire; con ottocento di esse doveva soddisfare a un
+debito di giuoco rimastogli della sera innanzi, col resto tentare per
+l'ultima volta la sorte. Se questa gli fosse stata avversa si sarebbe
+fatto saltar le cervella. Lo aveva fissato e gli pareva di aver il
+coraggio di non mancare al proposito.
+
+L'incontro di Nana a Milano era un fatto che doveva influire
+grandemente su questo progetto. Egli non si accorse di desiderare
+ancora ardentemente quella donna. La miseria e tal cosa che tronca
+ogni desiderio superfluo. La galanteria all'aspetto di questa si
+spaventa e fugge.
+
+Nana s'era accorta ch'egli doveva essere in miseria. Le donne in
+questo hanno un fiuto straordinario. Essa che lo aveva conosciuto a
+Parigi soltanto tre anni prima splendido e prodigo, vestito assai
+bene, lindo, profumato, aveva capito a prima vista la differenza.
+
+* * * * *
+
+Era di poco battuto il tocco quando Nana entro nella camera di
+Filippo. Essa entro sorridendo e mostrando fra le labbra le sue
+mirabili due fila di denti, coll'aria trionfante di una donna la quale
+sa di render all'uomo che essa va a trovare uno degli onori piu grandi
+che creatura umana possa fare ad un suo simile.
+
+Ma dato un rapidissimo sguardo intorno in quella camera di Filippo
+fece una smorfia colle labbra e cogli occhi, nella quale si sarebbe
+veduto chiaramente un senso spiegatissimo di delusione e di disgusto.
+
+Filippo voltava le spalle all'uscio pel quale Nana era entrata, e
+stava tutto assorto, sotto ad una finestra, in una operazione
+discretamente eteroclita.
+
+L'aspetto di quella camera aveva dato di botto sui nervi a Nana.
+Eppure la era una stanzetta ordinata, pulita, ammodo. La stiratrice
+che era venuta poco prima a recar a Filippo la sua scarsa biancheria
+della settimana non rifiniva di lodarla. Ella trovava che ci si
+sarebbe stati bene anche in due. Non un filo fuori di posto; non una
+macchia, non uno sdrucito.
+
+Ma agli occhi di Nana c'era del superfluo che guastava ogni cosa.
+
+Sulle pareti, per esempio, in cornici di finto ebano stavano appese
+quattro stampe rappresentanti quattro episodi del vecchio testamento:
+abbomini di disegno, di composizione e di colorito. E Filippo non se
+n'era mai accorto!
+
+C'era un caminetto. A chiudere la bocca di quel caminetto c'era un
+paracamino. Uno sciagurato imbianchino sulla carta di quel telaio
+aveva dipinto un paesaggio al cader del sole cosi obbrobrioso, da far
+venire in uggia la campagna ed il cader del sole.
+
+E Filippo non se n'era mai accorto.
+
+Sul piano del caminetto Nana scorse tre oggetti nefandi. Al posto del
+pendolo, una grossa scatola col coperchio tutto incrostato di
+conchiglie terrestri e fluviatili, e, da una parte e dall'altra, due
+vasi barocchi con dei fiori di velo, sotto la loro brava campana di
+vetro colla rispettiva ciniglia verdesporco, che ne cingeva la base
+sul piedestallo di legno dorato.
+
+Quei quadri, quel paracamino, quella scatola colle conchiglie e quei
+vasi erano certo la parte caratteristica, diro cosi, di quella
+ignobile stanza, ma non erano ancora tutto. Intorno intorno Nana, con
+quell'ammirabile rapidita di sguardo ch'ella possedeva quando voleva
+vedere, pari alla supina inerzia ond'era presa quando non le importava
+nulla di sapere, ebbe un'altra impressione molesta; quella che alla
+Francese si direbbe _choquante_.
+
+Fu la presenza di un oggetto preparato su una sedia a pie del letto,
+accanto ad una camicia di bucato: un bel paio cioe di bretelle
+ricamate.
+
+Le bretelle all'imaginazione delle donne rappresentano la vecchiaia
+dell'uomo che le porta. Eppure quelle bretelle di Filippo erano
+bellissime per quanto logore e macchiate dal sudore. Erano un avanzo
+dei giorni agiati e felici. Si capiva lontano un miglio che dovevano
+essere state un dono di qualche umile e molto borghese amante. Le
+liste maggiori erano minutamente ricamate in seta con leggiadro
+lavoro. Esse facevano capo da una parte e dall'altra a degli anelli,
+da cui si biforcavano i minori straccali di pelle liscia, che
+terminavano cogli occhielli, i coniugi legittimi dei rispettivi
+bottoni dei pantaloni.
+
+* * * * *
+
+Filippo stava, come fu detto, colle spalle rivolte all'uscio
+d'ingresso, intento in un'operazione alquanto misteriosa. Teneva
+piegata la testa e lavorava attento a due mani intorno ad un oggetto
+che Nana non poteva discernere.
+
+Nana, accortasi che egli non l'aveva udita entrare, tossi.
+
+Filippo si volse come sgomento, e vedendo la bella donna li sul
+limitare, arrossi tutto e porto le due mani dietro la schiena.
+
+Non ci riusci a nascondere il proprio delitto. Nana aveva gia veduto,
+aveva capito tutto ed era scoppiata in un irrefrenabile riso.
+
+Filippo nella destra teneva una forbice inditata, e nella sinistra un
+solino da collo inamidato, al quale stava facendo la barba.
+
+Il far la barba ai solini da collo che perdono la bava dall'orlo, e
+un'operazione che le stiratore non si attentano di fare per loro
+conto, e che spetta a que' poveri diavoli, i quali non pensano a
+provvedere dei solini nuovi, quando i vecchi sono logori. Certo e che
+codesta operazione e fra le piu gelose della vita, tanto che chi e
+costretto di farla, si lascia vedere il meno possibile che puo e tanto
+meno poi da una donna, e tanto meno poi da una donna bellissima, alla
+quale gia altra volta si e protestato ardentissimo amore.
+
+Nana trattenne l'ilarita, che mortificava Filippo e fu la prima ad
+aprir bocca, e senza il piu piccolo preambolo gli disse a bruciapelo:
+
+--Cosa diamine e successo di te? Sei dunque rovinato?
+
+--Perche?--balbetto Filippo.
+
+--Ma lo si capisce. Sei venuto a stare in una camera, dove io non ci
+starei nemmeno dipinta, e ti tocca, a quel che sembra, di refilare i
+tuoi colli per poter uscire.
+
+Filippo non rispose.
+
+--Dunque non mi dici nulla a vedere che io mi sono incomodata per
+te?--diss'ella che si era seduta frattanto nell'unica sedia a
+braccioli che fosse nella camera.
+
+E sdraiandosi in essa Nana non aveva mancato, come al solito, di
+scoprire per un buon palmo, con un colpetto di mano, la stupenda gamba
+a Marliani gia nota.
+
+Filippo non aveva buon gusto; ma contava, prima di tutto, soli
+ventisei anni, possedeva una salute di ferro e una concupiscenza
+d'oro. Il suo temperamento sanguigno, irritabilissimo al solletico del
+senso, era gia stato scosso potentemente al primo incontro degli
+occhioni di Nana; Potete figurarvi cosa ne nacque alla vista del piede
+e della calza di seta ond'era coperta la gamba della donna gia amata
+alla follia....
+
+Lascio cadere a terra solino e forbice, si avvento per cosi dire
+contro Nana, con un moto di caldissima tenerezza, e fece per
+stringerla al seno.
+
+--Un momento!--sclamo Nana ritraendosi colla sedia; la quale avendo le
+rotelle scivolo indietro un bel tratto. Filippo che s'era curvato
+innanzi, perdette l'equilibrio e stette quasi per stramazzare al
+suolo. Lo scappuccio che egli fece mancandogli il centro di gravita fu
+cosi comico che Nana dovette malgrado dar fuori in un'altra grande
+risata.
+
+Ne faceva bisogno d'essere una _cocotte_ parigina per questo!
+
+Filippo questa volta era mortificato sul serio.
+
+Nana godeva immensamente in cuor suo di riuscir con cosi poco a
+mortificare un pover'uomo! Anzi parendole venuto il tratto per
+aumentar la dose di quella confusione, si volse, prese in mano gli
+sciagurati straccali, che stavan sul dossale della sedia e
+presentandoli a Filippo:
+
+--Tu dunque--disse--ti sei messo a tirar su i pantaloni con queste
+carrucole?
+
+A Filippo s'affaccio per risposta e per giustificazione una bugia.
+
+--Li usai per montar a cavallo--voleva dirle.
+
+Ma penso che Nana se ne intendeva e che nei bei tempi andati l'aveva
+veduto vestirsi una volta per montar a cavallo, senza bisogno di quei
+tiranti. S'accontento di rispondere:
+
+--Il sarto m'ha fatto i calzoni troppo larghi.
+
+Per poco ancora stettero in silenzio. Filippo divorava cogli occhi
+Nana, che guardava altrove e diceva fra se: che grullo!
+
+--E dunque?--ricomincio Nana.
+
+--Dunque, che cosa?
+
+--Non mi conti nulla?
+
+--Io nulla.
+
+--Sei in collera?
+
+--No, ma capisci bene.
+
+--Che cos'e che debbo capire?
+
+--Io avrei voluto abbracciarti e farti un bacio e tu ti ritiri, che
+quasi mi facevi cadere e poi invece mi domandi se tiro su i calzoni
+colle carrucole.
+
+--Mi piace tanto a veder gli uomini arrabbiare!
+
+--Ancora?
+
+Se Filippo non avesse avuto in corpo quell'orgogliuzzo da dozzina,
+quel ticchio permalosamente goffo, che e pure la caratteristica di
+tanti bei giovani di Milano e di altri luoghi, in questo punto avrebbe
+trionfato immediatamente.
+
+Ho detto che in fatto di sensualismo Nana non aveva ritegni.
+Contraddizione costante anche in questo. Essa era a momenti una donna
+fredda come marmo o magari, a momenti, la piu sfrenata baccante della
+terra. Da madre natura ella pareva creata indubbiamente e mollemente
+lasciva; i suoi occhi e le sue rotondita troppo chiaramente parlavano;
+non si poteva pigliar abbaglio.
+
+Quel giorno, dopo tanto erotico digiuno, ella sarebbe stata in gran
+vena di pazzie; e se Filippo avesse saputo fare, ella sarebbe tornata
+sua amante d'un giorno, con entusiasmo, malgrado la manifesta arsura
+di lui.
+
+Povero Filippo Marliani!
+
+Egli non s'accorse di essere un uomo perduto. Il presentimento non gli
+disse che fra il suo suscitato ardentissimo desiderio e la pur
+evidente condiscenza di Nana, due elementi che sarebbero stati li li
+per intendersi tanto bene, si era elevato un ostacolo insormontabile
+nella mente e per cio nei sensi di lei: il sentimento del ridicolo.
+Gli e in questo senso che i Francesi dicono che il ridicolo uccide.
+
+Egli non vedeva in quel punto che la difficolta di rompere di nuovo il
+ghiaccio.
+
+Ebbe una sciagurata ispirazione.
+
+Si mosse verso l'uscio.
+
+--Che fai?--gli domando Nana.
+
+--Chiudo l'uscio--rispose Filippo con un sorriso tra l'ebete, il
+compiacente e il fatuo.
+
+--A chiave?
+
+--Sicuro a chiave.
+
+--Non voglio.
+
+--Perche?
+
+--Perche m'hanno veduta entrare e non voglio si dica che fui chiusa
+dentro a chiave con te. E poi del resto sai, debbo andarmene subito.
+
+--Che cosa sei venuta qui a fare allora se vuoi andartene subito?
+
+--Oh bella! Prima per domandarti un parere per un'idea che m'e venuta,
+cioe per una proposta che mi fu fatta da un impresario, che vorrebbe
+ch'io diventassi artista... poi per raccomandarti di non parlar di me
+a nessuno... poi....
+
+--Poi che cosa?
+
+--Poi per vedere se tu mi potevi prestare un migliaio di franchi.
+
+Filippo si senti come fulminato. Ma non si tradi.
+
+--E se io potessi prestartelo il migliaio di franchi che faresti tu
+per me?--disse con voce leggermente tremula di emozione.
+
+--Nulla... cioe ti ringrazierei.
+
+--In che modo?
+
+--Colla bocca.
+
+--Null'altro?
+
+--Null'altro.
+
+--Perche?
+
+--Perche--rispose Nana--non vorrei che tu credessi ch'io voglia
+ripagarti del favore che mi faresti.
+
+--Neppur un bacio?
+
+--No. Un mio bacio o non deve valer denaro o deve valere dei milioni.
+
+--Poumh?
+
+Filippo dalle sortite di Nana era continuamente disorientato. Quello
+spirito pieno d'ordine, abitudinario, limitato e timido non capiva le
+eccentricita di Nana. Lo facevano ammutolire.
+
+Allora quello sventurato, che teneva nel portamonete il danaro, col
+quale doveva pagare nelle ventiquattro ore il suo debito di giuoco
+della notte prima, trasse di tasca il portamonete e fece atto di
+cavarne il biglietto da mille.
+
+--No--disse Nana alzando la mano verso di lui.--Ora non li voglio piu.
+
+--Perche non li vuoi piu?--domando con crescente esterefazione
+Filippo.
+
+--Sei sfortunato oggi--sclamo Nana sorgendo in piedi e ridendo un poco
+sforzata.--Se tu mi avessi dati que' mille franchi senza dir parola,
+se invece di pensare al compenso tu mi avessi fatto vedere che non
+pensavi ad altro che a rendermi un servizio, puoi star sicuro che....
+Capisci bene; tu mi conosci gia! Cosi me ne vado. Addio.
+
+Filippo mise in tasca il portamonete.
+
+Lo sguardo con cui Nana accompagno quella ritirata nelle tasche,
+mentre stava per volgere le spalle al giovane, fu una piccola iliade
+di ironia e di disprezzo.
+
+--Nana, fermati--le disse Filippo prendendole una mano.
+
+Ella si volse.
+
+--Io non ci capisco un bel nulla, di questi tuoi capricci.
+
+--Lo so bene che non capisci nulla. Se tu li avessi capiti, non ci
+saremmo annoiati l'uno dell'altro in soli otto giorni... ti ricordi, a
+Parigi. Oppure a quest'ora io sarei gia stata tua di nuovo.
+
+--Ammetterai pero d'esser un grande originale!
+
+--Sara benissimo!
+
+Filippo le recinse la vita colle braccia, e Nana le lascio fare. La
+mossa, il gesto del giovane erano stati fatti abbastanza bene, e cio
+era bastato perche Nana non se ne fosse schermita. Filippo curvo la
+testa sulla guancia di Nana, la bacio ardentemente poi le disse in
+orecchio:
+
+--Che cosa dovrei fare per ridiventarti simpatico?
+
+Nana ruppe a ridere. Filippo, abbassando lo sguardo sul seno turgido e
+semicoperto della voluttuosa creatura si senti nelle vene un fenomeno,
+come se in esse fosse corso, non del sangue, ma della lava
+incandescente.
+
+--Che cosa dovresti fare per diventarmi simpatico?--rispose Nana
+svincolandosi da lui.--E piu facile ch'io ti dica quello che non
+dovresti fare. Vedi, Filippo, per me il cedere non e questione come
+per tante altre, ne di tempo, ne di fatti, ne di gratitudine, ne di
+compassione. A me gli uomini sono simpatici o sono antipatici a prima
+vista. Dopo due minuti che li ho veduti o che li ho intesi a parlare,
+io potrei dirti: di questo non saro mai l'amante, di quello lo sarei
+stata in tre ore, s'egli mi avesse voluta.
+
+--Ma tu di me lo fosti gia una volta!
+
+--Appunto perche allora mi apparisti amabile.
+
+--Ed oggi no?
+
+--No.
+
+--Perche?
+
+Nana, parlando girandolava per la camera ed era giunta dinanzi al
+camino.
+
+--Ecco, per esempio--diss'ella alzando il coperchio della scatola
+fatta di lumachine e di conchigliette--ecco qua. A me sarebbe
+impossibile l'innamorarmi di un uomo, il quale tiene in casa sua di
+queste porcherie.
+
+--Che ne so io? C'era, l'ho lasciata e la mi serve.
+
+Nella scatola, Nana vide delle fotografie. Ne levo una, la guardo con
+un sorriso pieno di ironia, poi domando:
+
+--Chi e questa?
+
+--E la mia amorosa--rispose Filippo con un'alzata d'ingegno.
+
+--Davvero? Te ne faccio i miei complimenti. E molto bella.
+
+--Ti pare?
+
+--C'e mai pericolo che essa mi trovi qui?
+
+--No. Essa non viene qui. Vado io da lei.
+
+--Perche non me l'hai detto subito che avevi un'amante di questa
+forza?
+
+--Perche essa ama me, ma io non amo lei.
+
+--Chi ami tu?
+
+--Lo sai bene.
+
+--Vorresti darmi ad intendere che tu sei innamorato ancora di me?
+
+--Ora che ti ho riveduta, sono certo di esserlo, perche tu sei sempre
+per me la piu bella donna dell'universo.
+
+Nana vibro al giovine uno di que' suoi sguardi ben intenzionati, che
+avrebbero avuto la potenza di far rizzare i capelli in capo a un
+morto.
+
+Filippo spasimava.
+
+--Nana, sii buona--le disse egli; e prendendole le mani se la attiro
+sul petto, la recinse col braccio, le disse all'orecchio parecchie
+frasi insensate e senza sintassi, ma che volevano dir tutte
+chiaramente la stessa cosa.
+
+Nana lasciava fare e udiva con volutta quel vaniloquio.
+
+Ad un tratto sclamo:
+
+--Mi hai detto che essa e innamorata di te?
+
+--Molto.
+
+--E soffrirebbe se tu la dovessi lasciare?
+
+--Credo che ne soffrirebbe assai.
+
+--Vuoi tu lasciarla per amor mio?
+
+--Me lo domandi?--rispose come gemendo lo sciagurato Filippo.
+
+--Me lo giuri?
+
+--Te lo giuro.
+
+--Che pegno, che sicurta mi puoi dare che lo farai?
+
+--Quella che tu vorrai impormi.
+
+--Se io esigessi che tu non l'avessi a vedere mai piu?
+
+--Obbedirei.
+
+--Se io volessi che tu stracciassi in mille pezzi questo suo ritratto?
+
+--Ecco--disse Marliani facendo il ritratto in pezzi.
+
+--Se io volessi che tu gettassi dalla finestra queste lumachine?
+
+--Ecco.
+
+E afferrata la scatola Marliani aperse le imposte, die un'occhiata di
+sotto nel cortile e vi scaravento la scatola.
+
+--Se io esigessi che tu non avessi piu mai a portar le bretelle?
+
+--Ecco!
+
+E Marliani, raccolte le forbici che stavano a terra, e presi in mano i
+tiranti, li tagliuzzo in vari pezzi.
+
+--Sei contenta?
+
+--Si.
+
+--Vuoi altro?
+
+--No. Adesso che sono persuasa, va pure a chiudere l'uscio a chiave.
+
+* * * * *
+
+La mattina seguente al bel primo svegliarsi si affacciarono alla mente
+di Filippo Marliani due imagini e due idee importantissime, di cui
+l'una voluttuosamente splendida, l'altra sgarbatamente molesta.
+
+La prima era Nana. Quella donna che tutti desideravano, che aveva
+prodotta nella gioventu dorata di Milano una insolita effervescenza,
+per posseder la quale molti avrebbero dato, se non la vita, gran parte
+dei loro averi, era ridivenuta senza farlo basire, la sua amorosa.
+
+La seconda idea, che attraversava e che smorzava quella superba gioia
+era la ripetizione di un fastidio e di un rimorso che gia egli aveva
+risentito il di prima, non appena Nana lo aveva lasciato solo nella
+sua cameretta. Era prodotta da due fatti egualmente gravi e umilianti:
+quello di trovarsi senza piu il becco d'un quattrino indosso, e quello
+di non aver potuto pagare nelle ventiquattr'ore il debito di giuoco di
+ottocento franchi, contratto la notte dianzi.
+
+Egli, infatti, di nascosto di Nana, la quale--credeva.--non avrebbe
+voluto piu accettare il suo dono le aveva scivolato nel portamonete il
+suo ultimo biglietto da mille franchi, che avrebbe dovuto servire a
+quell'ufficio indispensabile per chi voglia comparire ancora in una
+sala di giucco.
+
+E si trovava perfettamente al verde. E--cio che non e indifferente a
+notarsi--non teneva piu in casa neppur un filo con cui far danaro.
+L'abbiamo veduto fare la barba ai solini da collo sfilacciati. Segno
+di grande arsura!
+
+Se non che l'anima umana e cosi avida di felicita e si sottrae cosi
+volentieri al dolore e all'umiliazione, che sulle prime il pensiero di
+Filippo figgendosi ardentemente nell'imagine di Nana gli fe' riprovare
+soltanto la gioia e l'estasi vivissima d'averla ancora posseduta.
+
+--Nana, mia Nana, bella Nana terribile--andava egli dicendo mentre si
+vestiva; e non si saziava di ripetere quel nome come per tener
+occupata la mente e ributtar indietro le idee importune.--Che
+splendida creatura! Che occhi, che capelli, che denti, che profumo di
+donna sana! Ma l'orgasmo erotico duro poco.
+
+Bisognava pensar all'avvenire, e provvedere alla vita. Quell'ultimo
+biglietto da mille, che avrebbe dovuto servire, per tre quarti a pagar
+un debito di giucco, e pel resto ad essere arrischiato, e a produrre
+chissa che _risorsa_, sfumato in quel modo gli toglieva la speranza di
+potere la sera tentare di nuovo la sorte. Ad ogni modo in bisca egli
+non ci sarebbe andato che di sera. Ma intanto? I due piccoli problemi
+della giornata: la colazione ed il pranzo, come si risolveranno?
+
+"Potrei--comincio passando in rassegna i mezzi leciti--potrei andar in
+cerca d'un amico e farmi invitare da lui dicendo di avere dimenticato
+a casa il portamonete. O potrei anche fingere al _restaurant_ di
+averlo lasciato a casa. Ma questo stratagemma andra bene un paio di
+volte! E poi? Chi me ne dara?
+
+Erano pero i due espedienti piu ragionevoli pel momento; risolse di
+metter in pratica l'uno o l'altro a seconda del caso, e usci.
+
+Non trovando l'amico da cui farsi invitare fece colazione come il
+solito al suo caffe, ordino al cameriere di fargli il conto, poi
+frugando in tasca colla piu gran disinvoltura del mondo, finse d'aver
+lasciati a casa dei biglietti da mille, che ci avrebbero dovuto esser
+dentro, e si levo tutto turbato per paura che... la donna che
+rigoverna la camera... non si sa mai!...
+
+--Si figuri!--gli aveva gia detto il cameriere, prima ch'ei fingesse
+quelle smanie.--Paghera domani!
+
+Anche quel paghera domani fece a Filippo un effetto singolare...
+
+"Chi e che mi insegna come si fa a guadagnar danaro?"--pensava
+avviandosi senza saper dove.--Domani se non pesco danaro non potro
+neppur tornar qui a far colazione. Gli amici li ho gia gonfiati tutti.
+Non c'e piu da cavarne nulla. E terribile!"
+
+La farsa del portamonete lasciato a casa fu ripetuto da lui per il
+pranzo in altro luogo.
+
+Ma venne il vero punto topico, anche per Filippo Marliani; quello cioe
+di non poter piu passare dinanzi a certi caffe ne a certe trattorie
+per non farsi vedere, e di non saper piu quale albergo scegliere
+ancora da mistificare.
+
+Per capir bene questa situazione in tutta la sua verita, in tutti i
+suoi spaventevoli particolari, in tutti i suoi segreti inesplorati, e
+necessario saper bene che cosa voglia dire patir la fame per mancanza
+fin di un paio di soldi da comperarsi almeno del pane.
+
+E si badi! A questa fame, per mancanza di pane, non vanno soggetti che
+gli uomini della condizione di Filippo Marliani, a cui e vietato il
+guadagnar sia pure due soldi. Il miserabile, che vuol lavorare, non sa
+che cosa sia. Se non trova da guadagnar i due soldi, stende magari la
+mano all'elemosina e li raccatta. Marliani no. Per capir bene, ripeto,
+questa situazione, e necessario l'essere andato qualche volta a letto
+verso il tramonto, quando la fame piu assaetta lo stomaco, a tentar di
+dormire per non provar gli spasimi e l'umiliazione. E necessario
+sapere qual grado di carattere e di probita abbisogni ad un uomo che
+veste di panno per affrontare e cacciare indietro le idee invadenti,
+che fanno ressa e rivolta in faccia al senso morale, protestando
+rabbioso contro la ingiustizia distributiva, contro il sistema
+sociale, contro tutto cio che i politici chiamano l'ordine stabilito.
+
+Filippo Marliani pero non pensava che del suo trovarsi in
+quell'orrendo disagio aveva colpa lui stesso.
+
+Amava meglio prendersela contro l'ordine stabilito.
+
+Camminando alla ventura delle ore intere, resistendo all'idea di andar
+a trovare Nana, alla quale non voleva presentarsi a mani e a tasche
+vuote, egli andava facendo, senz'accorgersi, una quantita di
+ragionamenti nuovi e di piccole operazioni strane, inusate, senza
+senso comune. Era capace di tener dei quarti d'ora gli occhi a terra,
+sperando di trovare sul cammino un biglietto da mille, smarrito da
+qualche banchiere distratto, o un brillante uscito fuori da un
+orecchino di donna, o una borsetta piena d'oro, perduta da qualche
+inglese in viaggio. E in quel momento l'idea dell'obbligo di portar
+queste cose al Municipio, non gli era nemmeno apparsa in ombra. Nella
+sua testa non sbucciavano che idee malsane, come in un campo sterile e
+dimenticato non germogliano che male erbaccie. Disperando a un tratto
+di trovare pe' sassi qualche oggetto di valore, alzo gli occhi a caso
+e si trovo accanto alla vetrina di un cambiavalute. Si fermo di botto
+ed ebbe anche la stupidita di credere che questo fosse un buon
+augurio. La dinanzi, cogli occhi intenti sulle monete d'oro e sui
+biglietti di banca sciorinati nell'interno della vetrina, il povero
+affamato senti svilupparsi nel capo dei miasmi di cupidigia morbosa, e
+nel pugno una smania di sferrar un colpo nella lastra di vetro. Cose
+tutte che non aveva mai provate di sua vita. "Se si potesse far un
+buco senza che nessuno se ne accorgesse? Li c'e appunto un biglietto
+da mille. Andrei a pranzo, poi stasera pagherei il debito, poi cogli
+altri dugento... chissa!"
+
+Guardossi intorno come trasognato. Rinsavi; ebbe vergogna de' propri
+pensieri; odio quelle tentazioni; pure il suo sguardo, tra lo
+spaventato e il suppligante, pareva dire ancora: Chi mi da un
+biglietto da mille?
+
+Si stacco da quella vetrina--gia, per la intenzione, ladro!--prosegui
+il suo cammino sempre intontito e in preda al piu desolante
+scoraggiamento. La fame aumentava. Intorno a' suoi pensieri
+scattavano, ondeggiando come in nebbia opaca, delle fantasticherie di
+delitto e di rapina. A un certo punto fece anche improvvisa comparsa
+l'idea del suicidio, ed ei l'accolse di fronte come un ospite che non
+si attende, ma che fa piacere a vederlo.
+
+"No--diss'egli dopo averci pensato su qualche poco--sono sempre in
+tempo per questo."
+
+"E Nana?"
+
+Questo nome ch'egli aveva dimenticato dacche il pungolo della fame era
+incominciato e il suo amor proprio era stato messo a cosi dura prova
+dalla necessita di fingere parecchie volte la scena del portamonete
+dimenticato--in tre o quattro _restaurants_ dov'era conosciuto--gli
+porto al cuore un'angoscia intollerabile.
+
+"Ah, bisogna uscirne a ogni costo--penso.--Io non posso lasciare Nana.
+Essa mi abbisogna piu che il pane da sfamarmi. Non vivo cosi! E troppo
+tormento! E necessario ch'io abbia molto danaro. Essa non mi ama al
+punto da volermi gratuitamente, per me solo. Essa fu mia ancora...
+senza interesse... e vero. Ma chissa... per temperamento forse. Ma non
+vorrei io stesso!"
+
+La risultante di tale ragionamento fu questa frase:
+
+"E necessario aver danaro."
+
+E fra tutte le mariuolerie di cui potesse avere in testa un'idea, ando
+cercandone qualcuna da metter subito in pratica.
+
+Tutt'a un tratto un'idea luminosa lo colpi. Gli tornarono in mente
+certe parole misteriose che aveva udite per caso, alcuni mesi prima...
+da un certo tale... parole a cui allora non aveva posto la piu piccola
+attenzione e che ora gli comparivano, come ad un brick che naufraga,
+l'ancora di salvezza. Fu per lui un momento d'immenso sollievo; la
+speranza, la meretrice dell'anima, illumino il suo volto che era
+divenuto a poco a poco emaciato, e senza pensarci sopra piu che tanto,
+s'avvio.
+
+* * * * *
+
+"Chissa che non sia in tempo io stesso a pigliar quel posto"--diceva
+fra se.--"Il signor Giacomino me ne sapra dire qualche cosa."
+
+Ando difilato in piazza del Duomo. La cerco l'omnibus per Porta
+Garibaldi, e tutto infervorato nella sua idea, senza pensare che non
+teneva in tasca neppur il becco d'un quattrino, vi si caccio dentro.
+
+L'omnibus si mosse e il conduttore gli stese la mano per avere il
+prezzo della corsa. Fu allora che Marliani si ricordo di non aver
+danaro. Ma avvezzo ormai a fingere quella manovra del portamonete,
+mise bravamente la mano destra nella tasca interna dell'abito, poi
+frugo di qua, frugo di la, fingendo una crescente inquietudine, e fini
+collo sclamare:
+
+--Cristo! M'han rubato il portafogli!
+
+--Maghero allora!--disse il conduttore dell'omnibus.
+
+--Sicuro. O me l'han rubato o l'ho lasciato in... quella bottega....
+Oh povero me!
+
+--Scenda, scenda... non importa. Paghera un'altra volta.
+
+Filippo non se lo fece dire due volte. Discese, fe' mostra di rifar la
+strada verso quella bottega, poi, quando l'omnibus fu scomparso,
+svolto di nuovo verso Porta Garibaldi.
+
+Giunto a un centinaio di passi oltre il teatro Fossati, entro in una
+bottega di parrucchiere--che oggi non c'e piu--e ad un figuro di
+vecchietto che stava la seduto su uno sgabello col sedile a vite, ad
+aspettare forse qualche pratica, disse:
+
+--Lei e il signor Giovannino, non e vero?
+
+--Per servirla. Vuol fare la barba?
+
+--No, per ora. La faremo dopo, in caso. Io sono venuto da lei per
+vedere se.... Si ricorda lei di avermi veduto, sara un paio di mesi,
+col signor Silvestre Bonaventuri?
+
+--Mi ricordo. Lei e il signor Filippo Marliani.
+
+--Bravo! Allora ella disse al mio amico che non gli era ancora
+riuscito di trovare un giovine un po' educato e vestito bene, che
+volesse assumersi quell'incarico, ancorche avesse offerto cinquecento
+franchi al mese.... Si ricorda?
+
+--Altro che ricordarmi.
+
+--Ebbene, l'ha trovato?--domando il Marliani col cuore in sospeso;
+giacche quella risposta poteva forse decidere della sua vita.
+
+--No--rispose il signor Giovannino.--Tutti hanno paura di cader in
+trappola.
+
+--Si puo sapere di che si tratta? Se si tratta di avere del coraggio,
+sono qua.
+
+Il signor Giovannino espose la faccenda a Marliani. Questi domando se
+si poteva parlare coi signori che proponevano l'affare.
+
+--Sicuro che si puo. Me ne parlarono giusto anche stamattina. La
+signora Bibiana sopratutti e scaldata e vorrebbe trovare un giovine
+come dice lei, che sarebbe certo di far fortuna.
+
+--Chi e la signora Bibiana?
+
+--E quella che ha il morto. Una vedovona, che ce ne voglion tre di noi
+per abbracciarla.
+
+--Potrei parlare a questi signori?
+
+--Lei? E pronto lei ad accettare?
+
+--Si--rispose secco il Marliani.
+
+--E giusto l'ora che son riuniti in bottega--soggiunse il
+parrucchiere.
+
+--Andiamoci allora.
+
+--Andiamo pure. Cecco, dove sei?
+
+Cecco usci dalla retro-bottega.
+
+--Io vado un momento con questo signore, e torno subito.
+
+Cosi detto, usci seguito da Marliani.
+
+Dati una ventina di passi parlando fra loro sottovoce, il parrucchiere
+svolto dentro in una bottega da rigattiere.
+
+Una donnicciuola che se ne stava ebetamente seduta in un canto di
+quella uggiosa camera all'avvicinarsi dei due sconosciuti allungo il
+collo e ravvisato il signor Giovannino torno a raggomitolarsi nella
+sua cretina immobilita.
+
+Il parrucchiere si avvicino ad un uscio a due battenti socchiusi, che
+s'apriva nella parte di faccia all'entrata e che metteva in una
+tetanzuccia o retrobottega e fe' cenno a Marliani di fermarsi.
+
+Mise l'occhio allo spiraglio e pronuncio a voce melliflua:
+
+--E permesso?
+
+--Avanti--s'intese rispondere una voce secca; e sgarbata dal didentro.
+
+Il vecchietto si volse al suo compagno gli fe cenno di venir innanzi e
+schiuse l'uscio.
+
+Nella stanza dove erano per entrare il parrucchiere e Filippo Marliani
+stavano raccolte tre persone due uomini e una donna.
+
+Gli uomini erano entrambi in quell'eta che non e giovinezza ma che non
+si potrebbe ancor dire maturita.
+
+La donna nei quarant'anni, che vestiva con volgare eleganza e mostrava
+un viso campagnuolo e rubicondo da farla giudicare per una fittavola o
+per la moglie d'un pizzicagnolo, era la signora Bibiana.
+
+Quelle persone se ne stavano sedute in silenzio a ridosso della luce
+che entrava da due finestre a vetri smerigliati, a destra e a sinistra
+d'un altro uscio, che metteva nel cortile. In tal modo i tratti del
+loro viso restavano in ombra mentre essi avevano il destro di vedere
+perfettamente rischiarato il volto di chi fosse venuto a parlar con
+loro. Facevano come certe donne sul tramonto che vogliono nascondere
+le grinze ai loro visitatori.
+
+--Venga avanti signor Giovannino--disse un di coloro al parrucchiere,
+che aveva domandato licenza di entrare.
+
+Questi si fermo accanto all'uscio lasciando il passo a Filippo
+Marliani.
+
+Gli occhi dei radunati si fissarono curiosamente; nelle sembianze del
+giovane sconosciuto.
+
+--La chiuda l'uscio--disse la signora Bibiana al signor Giovannino.--E
+lei--ripiglio volgendosi a Filippo con un sorriso--la tenga pure il
+suo cappello in capo e s'accomodi.
+
+--Comodissimo--rispose questi sedendosi sulla prima sedia che si trovo
+d'accanto.
+
+In questa il parrucchiere domando licenza di andarsene, ma venne
+trattenuto dalla donna.
+
+--Che fretta! Stia qui un po anche lei a sentire. Poi voltasi al
+Marliani:
+
+--Lei sara gia informato spero della cosa.
+
+--Gli ho spiegato io l'affare all'ingrosso--rispose il signor
+Giovannino.--Egli e pronto a firmare il contratto basta che entro
+domani gli sieno sborsate due mila lire.
+
+--Andiamo adagio--sclamo uno dei tre uomini levando la mano verso il
+vecchio--una cosa per volta e senza alzar la voce che nessuno qui e
+sordo.
+
+La donna volgendosi allora al giovine riprese.
+
+--Capira anche lei... signor... signor?
+
+--Marliani--rispose questi.
+
+--Signor Marliani, che prima di stringere un contratto importante come
+questo, bisogna conoscersi un poco, perche dove c'e da obbligarsi in
+faccia ai terzi; le cautele dei galantuomi non sono mai bastanti.
+
+--Troppo giusto--disse Marliani piegando il capo in segno di
+assentimento. Ma i suoi occhi si socchiusero nello stesso tempo con
+una espressione di ironica malizia.
+
+Quel sorriso non isfuggi all'occhio della donna la quale dissimulando
+riprese.
+
+--Dica dunque lei le sue intenzioni su quello che gia le comunico il
+signor Giovannino.
+
+--Il signor Giovannino mi propose di entrare come socio e col mio nome
+in una ditta commerciale senza esposizione da parte mia di alcun
+capitale--rispose Marliani.
+
+--Va bene--rispose la signora Bibiana.--I signori che lei vede qui
+riuniti sarebbero appunto i soci fondatori di una casa in pannine, di
+cui ella assumerebbe la gerenza alle condizioni che forse gia conosce.
+
+--Le condizioni sarebbero di firmare col mio nome le cambiali della
+ditta.
+
+--Primo.
+
+--Nel caso di fallimento ch'io sia pronto a subire tutte le
+conseguenze conservando il massimo segreto sugli affari della casa.
+
+--Va bene.
+
+--Che in caso fosse necessario per salvare la ditta di far in prigione
+l'anno ed il giorno, io debbo esser pronto a prestarmi, e nel caso
+invece che la ditta credesse meglio, ch'io sia pronto a fuggire.
+
+Il giovine si fermo per avere un segno di assentimento. Le tre persone
+che gli stavano di contro erano immobili come cariatidi.
+
+--Non credo si esigano da me altri sacrifizi--rispose il giovine con
+una espressione di mal celata amarezza.
+
+Uno dei due uomini che non aveva ancora aperta bocca, alla nuova
+intonazione con cui il Marliani aveva pronunciate le ultime parole gli
+ficco in viso gli occhi e disse:
+
+--Non sono sagrifizi codesti; sono condizioni naturalissime in
+chiunque si assume obblighi di questa specie. Non c'e nulla che sia
+fuori del consueto, anzi non faceva neppur bisogno di parlarne,
+giacche poi si spera di non aver bisogno di fallire o di andar in
+prigione o di scappare.
+
+--Ho voluto enumerarli!--rispose il Marliani per mostrare a loro
+signori che io conosco le eventualita a cui posso andare incontro
+mettendomi in questo affare e per togliere loro il sospetto che io
+possa essere un novizio o un guastamestiere.
+
+--Ora parliamo delle condizioni in favore--disse la signora
+Bibiana.--Il signor Giovannino ha parlato di due mila lire subito.
+
+--Mi sono indispensabili.
+
+--Due mila lire e una bella somma--sclamo uno dei tre--ci vorrebbe una
+piccola garanzia.
+
+Marliani si alzo in piedi.
+
+--Cari signori--disse--se avessi una garanzia non sarei venuto a
+esporre il mio nome ai pericoli d'una gerenza commerciale di cui non
+dovro tenere la cassa, ne avere neppure una piccola parte
+nell'amministrazione. Se avessi una garanzia andrei a levar i denari
+al dieci o al dodici per cento dal primo onesto banchiere che passa in
+strada, e il signor Giovannino non sarebbe venuto ad offrirmi di fare
+il prestanome.
+
+--Lei s'inganna--rispose la signora Bibiana con voce insinuante.--Io
+le diro che prima di tutto non e vero che lei dovra servire soltanto
+di prestanome perche invece dovra trattare in persona con me gli
+affari della ditta, far qualche viaggio e avere la sua brava parte di
+utili nei dividendi.
+
+--Se ce ne saranno--osservo uno dei tre.
+
+--Sicuro gia, se ce ne saranno!--sclamo la donna stizzosamente.--In
+secondo luogo lei s'inganna se al giorno d'oggi crede di poter trovar
+danaro al dieci o al dodici per cento, a mena che non porga la
+garanzia di un proprietario.
+
+--Vedo insomma che lor signori non sono disposti a sborsarmi le
+duemila lire di cui ho bisogno--disse il Marliani.
+
+--Caro signore--rispose la donna sempre piu dolce.--Il commercio e
+arenato. Per vivere col decoro che portera la di lei posizione di
+rappresentante la ditta Marliani e C. bisognera che noi le fissiamo
+anche una bella mesata. Vede bene che farle oggi una anticipazione di
+due mila lire ci sarebbe impossibile.
+
+--Di quanto sarebbe questa mesata?--domando il Marliani.--Di trecento
+franchi--rispose la donna. Marliani si alzo e mosse un passo verso la
+porta lisciando il pelo del suo cappello a tuba e disse:
+
+--Siccome i patti non sono quelli che m'aveva lasciato sperare il
+signor Giovannino, che mi parlo di cinquecento franchi al mese, cosi
+mi duole di non poter accettare, e mi tocca di rivolgermi ad altre
+offerte.
+
+--A un'altra volta--rispose uno dei due uomini.--E nel caso che la
+ditta si risolvesse a fare maggiori sacrifizi il signor Giovannino lo
+avvisera.
+
+Marliani usci lasciando l'uscio socchiuso.
+
+* * * * *
+
+Si capiva che la signora Bibiana era desolata.
+
+Un bel giovine di quella fatta!
+
+--La chiuda quell'uscio, Giovannino--disse ella. Poi voltasi ai
+compagni proruppe:--Non bisogna lasciarlo scappare. Sembra fatto a
+posta pel nostro affare.
+
+--Ritornera. Scommettiamo che ritorna da se senza mandarlo a chiamare?
+
+--Ora una notizia--riprese la signora Bibiana. Sapete che in casa
+O'Stiary ci ho messo il Giacomo come palafreniere. Egli mi ha dato
+nuove informazioni sullo stato delle sostanze del conte Enrico suo
+padrone, che ha firmata ieri un'altra cambiale di diecimila a fine
+novembre.
+
+--Sono buone queste notizie?
+
+--Eccellenti. I fondi valgono circa mezzo milione, il palazzo
+trecentomila, la rendita altri duecentomila. Con Bonaventuri a
+tutt'oggi e compromesso per quattrocentomila franchi, dei quali fatto
+il calcolo, gliene avremo sborsati a dir molto duecento. Egli ha poi
+perduto molto al giuoco dalla Luisa! E sfortunato! In casa della Luisa
+de' suoi danari ne saranno rimasti per circa cinquantamila. A noi di
+questi e toccata la meta, dunque bisogna detrarla dai duecento mila.
+Restano centosettantacinquemila. Sono dunque duecento venticinquemila
+lire nette in tre anni! Faccio il calcolo che in un paio d'anni
+ancora, lavorando con prudenza e con disinvoltura potremo portargli
+via il milione netto come il pomo di Tell.
+
+--Tanto meglio.
+
+--Ecco dunque il da farsi per domani. Lei Giovannino la cerchi di
+rivedere il signor Marliani e di indurlo ad accettare la
+rappresentanza della ditta. Gli dica che ci ha persuasi di portare la
+cifra della mesata a quattrocento. Gli dica anche che per garanzia
+della sua riputazione commerciale la ditta e pronta a depositare
+presso la Banca nazionale o presso la Banca Spagliardi una trentina di
+mila lire. Lei, signor Bonaventuri--continuo volgendosi ad uno dei due
+seduti--domani andra a combinar l'affare con questa signora francese,
+che chiede cinquemila franchi a tre mesi. Si faccia mostrare le gioie,
+e se puo cerchi di far il pegno. Lei, signor Paolino--ripiglio la
+signora Bibiana volgendosi all'altro, un uomo sui trentacinque anni,
+anche lui bene in arnese, con anelli di brillanti al dito mignolo e un
+catenone d'oro al farsetto--lei, stasera, come siamo intesi, andra in
+conversazione dalla Luisa, dove so che ci deve essere anche il conte
+O'Stiary e comincera a parlare della vincita fatta in Borsa dal
+Marliani, e della sua intenzione di mettersi in commercio. Per ora non
+ho altro a dire. Io debbo andarmene. A domani qui, verso le due.
+
+* * * * *
+
+Al domani il signor Giovannino ando a trovare il Marliani che si
+lascio persuadere a tornar nel luogo infetto.
+
+La signora Bibiana, facendogli gia l'occhio pio, trasse di tasca un
+foglio e comincio a leggerlo sottovoce al giovane e a' suoi compagni.
+Era il contratto per la fondazione della societa di commercio sotto la
+ditta Marliani e C.
+
+Poi mise sul tavolo un biglietto da mille e una cambiale che il
+Marliani firmo.
+
+Furono fatte poche parole.
+
+Quando anche l'atto fu approvato e sottoscritto colla piu grande
+serieta, come se fosse il piu regolare e santo contratto del mondo, il
+signore dai brillanti in dito riprese la parola.
+
+--Andremo poi dal notaio per le altre formalita di legge. Prima pero
+la permetta che le esponga qualche cosa. Lei non e un ragazzo e deve
+avere una certa pratica di mondo; sapere percio che le parole sono
+parole e i fatti sono fatti. Noi facciamo sagrifizio di lire mille e
+le presentiamo inoltre un avvenire. Naturalmente la cambiale e in
+nostre mani e sara rinnovata alla scadenza fino a che a lei non
+piaccia di pagarla... e basta cosi.
+
+Marliani strinse le labbra.
+
+--Dal canto suo lei dovra informarsi alle nostre istruzioni. Prima di
+tutto ella dovra sempre andar vestito all'ultima moda, come si
+conviene al gerente della ditta Marliani e C., che avra depositato un
+capitale di trentamila lire presso la Banca. In secondo luogo e
+necessario che ella cominci a mettersi in buona vista presso i
+negozianti e presso i banchieri; e che non dia menomamente a supporre
+di conoscerci e di essere nostro socio, giacche siccome, glielo dico
+francamente, noi tutti qui, qual piu, qual meno siamo rimasti sotto a
+delle disgrazie, cosi e bene che alla Camera di Commercio e in piazza
+non si sospettino legami fra noi.
+
+--Ma--osservo Marliani--il contratto sottoscritto poc'anzi non deve
+essere noto?
+
+--No signore; questo sara un contratto _inter nos_ per garantire i
+nostri reciproci diritti e doveri in caso di contestazioni che
+speriamo non abbiano a sorgere mai. Per la Camera di Commercio v'e
+un'altra modula a cui penseremo piu tardi; del resto lei deve
+persuadersi che adesso per fare e per ottenere tutto a questo mondo
+non c'e che l'apparenza. Per l'apparenza dunque le ripeto, ella ha
+bisogno di vestirai molto bene, di frequentare le migliori societa, e
+se e possibile, di farsi credere conte, o per lo meno nobile. Marliani
+e un bel nome. Faccia stampare dei biglietti di visita colla corona di
+conte. Conte... il suo nome di battesimo e?
+
+--Filippo.
+
+--Conte Filippo Marliani andrebbe a maraviglia.
+
+--Le faccio osservare che io sono gia molto conosciuto a Milano.
+
+--Bene, abbandoniamo la contea e lasciamo supporre che lei abbia fatta
+una vincita in lotto.
+
+--Ma io non mi prestero mai a gabbare il mondo cosi--disse il
+Marliani.
+
+--Lei non deve che lasciarlo credere--salto su la Bibiana.--Ci
+penseremo noi a propalare la notizia come si deve. Lei non dovra far
+altro che dissimulare e non dire di no. Questo e facile.
+
+--Manco male!--biascico il Marliani che di transazione in transazione
+si lasciava persuadere a diventar un fior di briccone.
+
+--Fra quindici giorni esporremo la ditta al pubblico e cominceremo gli
+affari. Intanto dirameremo al commercio le circolari e scriveremo le
+lettere firmate da lei a tutti i corrispondenti. Il locale della ditta
+e gia preso. E in via Valpetrosa. Se crede adesso possiamo andarvi
+insieme a vederlo.
+
+Su questo invito della signora Bibiana la congrega si sciolse e
+Marliani, colla grassona, entrarono in un _brougham_ e a cortine
+calate si fecero portar in via Valpetrosa. Esaminato il locale, il
+Marliani corse difilato a pagar il suo debito di giuoco col biglietto
+da mille, per avere il quale aveva venduta la coscienza di galantuomo.
+
+
+
+
+VII.
+
+
+Fra le otto dichiarazioni d'amore, ricevute da Nana quel tale venerdi,
+non ce ne furono che due fortunate e degne di risposta: quella del
+Marliani e quella del conte Enrico O' Stiary.
+
+A lui Nana rispose cosi:
+
+ "_Signore,_
+
+ "Voi desiderate essermi presentato? Io straniera, libera di me stessa,
+ venuta in questa vostra bella Italia per dimorarvi forse a lungo,
+ trovandovi un'aria confacente alla mia salute e al mio appetito, sul
+ punto di rimettermi al teatro, avrei cattiva grazia se rifiutassi
+ l'onore di fare la vostra conoscenza.
+
+ "Avendo stabilito adunque di riunire in casa mia i signori ai quali
+ fui raccomandata e che ebbi il bene di conoscere in questi giorni di
+ mia residenza in Milano, vi esprimo il piacere, signor conte, che
+ avrei di vedervi da me a pranzo domani, sabato, alle sei e mezza, nel
+ mio nuovo alloggio di Via Rastrelli.
+
+ "TERESA."
+
+* * * * *
+
+Fu uno de' non meno strani capricci da _cocotte_ parigina codesto, di
+vedere riuniti a tavola tutti i suoi adoratori di Milano.--Anzi ella
+spinse il capriccio fino a trovar modo di averci presente anche uno
+dei non presentabili, il cameriere dell'albergo, che l'aveva servita a
+tavola ne' primi giorni, il quale, come gia dissi, le aveva
+confessato, che se ella gli avesse comandato di buttarsi giu dalla
+finestra, le avrebbe obbedito sull'istante. Lo volle presente anche
+lui, e lo chiese in prestito all'albergatore per servire la tavola.
+
+Nana si riprometteva da quello spettacolo un gran divertimento tutto
+intimo. S'imaginava che nessuno di quegli otto o dieci signori sapesse
+dell'amore dell'altro, e godeva di vedere che muso si sarebbero fatto
+reciprocamente. Si ricordava della famosa cena data a Parigi, per
+festeggiare il successo delle _Varietes_, e contando sulle dita
+gl'innamorati presenti allora, trovo che a Milano erano aumentati di
+numero.
+
+Il pretesto per quell'invito era trovato. Ella voleva posarsi come
+artista della Compagnia Blanche et Babil. Dopo pranzo, ella avrebbe
+cantati dei _couplets_ e avrebbe fatta una scena a monologo per
+mostrar al direttore della Compagnia francese, che ella non era
+un'oca, come pur qualcuno insolente le aveva detto a Parigi.
+
+Era dunque necessario un pubblico.
+
+Quale pubblico migliore di coloro che le avevano gia protestato
+ammirazione ed amore?
+
+Il difficile era d'invitare i quattro spasimanti che non conosceva
+ancora. Ella non voleva disseminare in Milano i _poulets_. Le
+convenienze del resto non erano il forte di Nana. Ad un'artista, dopo
+tutto, le eccentricita stanno cosi bene! Quanto piu ella avesse fatte
+le cose fuor delle regole, tanto piu ell'era certa di farsi della
+_reclame_.
+
+"Incarichero quelli che conosco gia, di invitare i quattro che non
+conosco ancora" penso dessa. Diro che un redattore del _Figaro_ ed
+altri miei amici di Parigi mi hanno dato delle lettere di
+raccomandazione presso questi signori; che a me secca di andarli a
+trovare, ma che desiderando pure di essere a loro raccomandata, per
+non far torto a' miei amici di Parigi, li invito a pranzo. Cosi
+raggiungo il mio scopo e faccio buona figura."
+
+Ando ella stessa ad invitare _madame Blanche_. Questa le domando:
+
+--Ci saranno altre signore?
+
+--Finora non potrei dirvi altra signora che la mia padrona di casa...
+una vedova coll'amante--rispose Nana.--Io non conosco altre donne a
+Milano. Voi ne conoscete?
+
+--Se volete, vi presentero la prima amorosa e la _grande coquette
+premier role_.
+
+Nana accetto e invito a pranzo anche la prima amorosa e la _grande
+coquette premier role_.
+
+* * * * *
+
+Aldo Rubieri e Sappia, a cui s'indirizzo pe' primi, si schermirono di
+fare degli inviti per lei. Essi non conoscevano nessuno dei quattro
+signori che Nana aveva loro nominati.
+
+Allora ella mise tutto sulle spalle di Marliani, che quantunque le
+avesse lasciato credere d'aver fatta una grossa vincita in Borsa e che
+era comparso da Nana vestito a nuovo ed elegante come nei giorni di
+abbondanza--era stato messo un poco da parte.
+
+--Saremo in tanti uomini quante donne?--domando il Marliani, che
+soffriva fremendo la nuova freddezza di Nana.
+
+--Non mi pare. Mancano ancora due donne.
+
+--Ci penso io.
+
+--Ma quali donne, di grazia?
+
+--Non saranno principesse del sangue... ma via, _demi-monde_ piu o
+meno legittimo.
+
+--E con chi verranno?
+
+--Con me.
+
+--Chi saranno?
+
+--La Romea, che e libera perche fu lasciata appunto la settimana
+scorsa dal suo Tizio; e una donna divisa dal marito, che ha una
+_buvette_ molto _chic_ sul Corso... e la signora Marco Polo.
+
+--Mi fido?
+
+--Fidati.
+
+--Sono belle? Perche io di brutte non ne voglio.
+
+--Sono belle.
+
+--Piu di me?
+
+--_Farceuse!_
+
+"Il mio divertimento cosi sara completo--penso Nana.--Esse non
+sapranno magari parlar il francese e diranno spropositi da cavallo. Io
+godro di vedere queste bellezze milanesi trascurate in un canto per
+me. In ogni caso, esse mi serviranno di rifugio quando fossi troppo
+assediata o stufa dei complimenti degli uomini."
+
+* * * * *
+
+Alle sei e mezzo Enrico arrivo e trovo gia molte persone radunate in
+sala.
+
+Alle sette gli invitati erano a tavola. Nana aveva fatto il suo dovere
+di padrona di casa con un garbo perfetto. Si avrebbe detto che ella
+fosse stata allevata nel palazzo dell'Eliseo. Nessuno degli invitati
+certo--tranne il Marliani ed il Sappia--che pero non l'avevan detto ad
+anima viva, avrebbe imaginato che quella Francese, la quale sapeva
+ricevere in quel modo, fosse stata un'allieva di _madame Tricon_.
+
+Da una parte della tavola oblunga Nana stava seduta in mezzo a
+O'Stiary ed a Sappia; a sinistra del marchesino c'era la Giannella che
+mangiava a quattro palmenti; poi veniva _monsieur_ Babil, il direttore
+della Compagnia francese--poi la Luisa, amante del Sappia,--Marliani e
+madama Bianche.
+
+Dall'altra parte, a destra del conte Enrico, sedeva la Romea, piu
+imbellettata, infarinata e stupida che mai--quindi il Bonaventuri
+aiutante, la padrona della casa,--il conte di _vieille roche_--poi la
+_coquette premiere role_--poi Ernesto Cantis, lo scrivano
+dell'avvocato Delguasto,--la prima amorosa--e finalmente il banchiere
+Strunzinweill, di Francoforte sul Meno, che compiva il giro accanto a
+madama Bianche.
+
+* * * * *
+
+In tutto sedici persone, otto uomini e otto donne.
+
+Il cameriere dell'albergo che serviva la tavola, gettando spesso degli
+sguardi inquieti sotto di essa, tentava di scoprire il segreto lavorio
+de' piedi di O'Stiary e di Sappia, e andava con ansia affannosa
+cercando di indovinare quale fosse fra quegli invitati il preferito da
+Nana. Ma essa era impenetrabile; rideva con tutti e faceva bella ciera
+a tutti nello stesso modo.
+
+Degli altri convitati nessuno sarebbe stato in grado di far quello
+studio del cameriere. Ciascuno era cosi occupato di se stesso, cosi
+attento a dissimulare agli occhi di tutti gli altri, tranne che a
+quelli di Nana, la propria cotta, che non aveva tempo di fare delle
+osservazioni fisiologiche sugli altri.
+
+La grande faccenda per essi era di non lasciarsi scorgere preoccupati,
+e di cercar tutti i mezzi per comparire spigliati e brillanti in
+faccia a Nana.
+
+Enrico O'Stiary solo era serio e riservato. Egli non aveva ancora
+diretto un complimento a Nana ne alcuna allusione alla propria
+lettera.
+
+--Voi, conte, siete anche pittore, non e vero?--domando Nana ad Enrico
+sulla fine del pranzo, mentre girando la manovella a vite sgretolava
+nel _casse-noisettes_ i gusci delle noci di cui era ghiottissima.
+
+--Dilettante?
+
+--Si, signora.
+
+--Di figura?
+
+--Di tutto. Studio la figura e studio il paesaggio. Amo pero la figura
+assai piu del paesaggio.
+
+--Sapete che Rubieri mi fa il ritratto?
+
+--Altro che, e l'ho veduto.
+
+--Come vi pare?
+
+--Stupendo! Fortunato Rubieri!
+
+"Finalmente!"--penso Nana.
+
+E domando come un'ingenua:
+
+--Perche fortunato?
+
+--Perche egli ha trovato da ispirarsi ad un corpo di donna come oggidi
+non se ne vedono quasi piu... a Milano.
+
+Egli si arresto; ma Nana questa volta non gli porse la replica. Voleva
+vederlo venir a lei con qualche frase sentita, espressiva, infuocata,
+e non ci riusciva.
+
+Sappia poco dopo si interpose, parlando di tutt'altro, e Nana resto
+colla sua voglia in corpo.
+
+* * * * *
+
+Poco dopo un immenso scoppio di riso si fece intendere dall'altra
+parte della tavola.
+
+Bonaventuri stava dando ad intendere un'enorme frottola alla
+Giannella, che era cascata, come sempre, nella ragna.
+
+Il Cantis poco prima aveva per caso nominati i volontari di un anno.
+
+--Volontari di un anno?--aveva chiesto la Giannella a bocca
+piena--Possibile? Gia volontari a un solo anno?
+
+Tutti avevano capito che essa stava per fare una delle sue solite
+confusioni famose.
+
+--Sicuro! sicuro!--sclamo Bonaventuri, prima che altri pensasse a
+disingannarla.--E una trovata di Marco Minghetti, ministro di
+agricoltura e commercio. Ora abbiamo dei volontari di un anno di
+fanteria e di cavalleria.
+
+--Faccia piacere!--sclamo la Giannella.
+
+--Ma come, non lo sa? Tutti gli Italiani devon esser soldati, d'ora
+innanzi, appena usciti dalle braccia della balia.
+
+--E possibile?--ripete la Giannella.
+
+--Cosi e; il nostro Governo vuole che tutti gli Italiani imparino gli
+esercizi dal giorno che sanno reggersi in piedi. Si chiamano i
+volontari di un anno per questo.
+
+La povera Giannella in fondo non aveva tutti i torti di capir male il
+senso di quella frase. Essa e sbagliata di pianta. Infatti per
+esprimere quella idea la logica e la sintassi insegnerebbero a dire
+_volontari per un anno_, e non _volontari di un anno_.
+
+--Il vostro bambino che eta ha?--le domando serio serio il
+Bonaventuri.
+
+--Nove mesi.
+
+--Bene, fra tre mesi egli entrera nel volontariato.
+
+--Chi me l'avrebbe detto!--sclamo la Giannella guardandosi sospettosa
+intorno e parendole di vedere sulle faccie degli astanti un sorrisetto
+tra carne e pelle... che tradiva la burla.
+
+--Ma che cosa gli insegnano poi?--domando perplessa.
+
+--Gli insegnano la manovra, la tattica, e....
+
+--Anche la balistica--aggiunse Sappia.
+
+--Ma mi faccia piacere!
+
+--Come! Voi dunque non sapevate che c'erano i volontari d'un anno?
+
+--Si, li ho sentiti a _luminare_, ma non credevo poi che dovessero
+cominciar la manova a quell'eta. Credevo che non la fosse altro che
+una iscrizione che facesse il Governo... per sapere poi... e che so
+io?
+
+--Eppure e cosi come io ve lo dico, cara Giannella. S'e veduto che
+cominciando a istruire militarmente i bambini appena che sono spoppati
+diventano poi eccellenti coscritti.
+
+Uno degli astanti non pote piu reggere a star serio e tutti
+scoppiarono nella risata.
+
+La Giannella, avvezza a queste cose, alzo le spalle, mesce un bel
+bicchiere di vino e se lo trangugio in un fiato in santa pace.
+
+* * * * *
+
+Allora la conversazione si fece generale, varia, moltiforme,
+intrecciata, da un capo all'altro della tavola. E le frasi, e i motti
+e gli scherzi venivano mandati e rimandati nel frastuono come il
+sughero pennuto colle racchette nel giucco del volante.
+
+--Si dice infatti che Gounod voglia scimmiottare List ma non ci credo.
+
+--Io conosco Gounod--sclamava Nana--e vi so dire ch'egli e un
+libertino di prima forza, altro che prete.
+
+Correva in que' giorni la voce che l'autore del Faust volesse farsi
+uomo di chiesa.
+
+--Ma certo--rispondeva dall'altro lato il giovine di avvocato--che la
+causa Nunziante Antonelli fara un grande scandalo....
+
+--Certe donne--sclamava a sua volta il Bonaventuri, parlando alla
+Romea--sono come le costolette. Quanto piu le si battono tanto piu
+diventano tenere.
+
+--Stenterello spera bene nel contatore--si udiva uscir la voce fessa
+di un altro, che ciarlava col conte _vielle roche_.--Ne ha comperati
+mille in Francia e centoventi lire, mentre poteva averli qui in Italia
+a settanta.
+
+Costui dava il sopranome di Stenterello al ministro Cambrai-Digny, che
+teneva allora il portafogli delle finanze.
+
+--Oh la donna indovina se e amata assai prima che glielo si dica!
+
+Questo aforismo era uscito dalle labbra della prima amorosa che
+parlava col banchiere Strunzinweill.
+
+--Ma che genio, che genio! Lo ha fatto vedere or ora nello
+_Spiritismo_ se ha genio. Egli deve accontentarsi di scrivere degli
+idilli... d'un atto e non tentar la grande drammatica.
+
+--Eh gia! Talvolta chi sa far delle conquiste colle madamine fa poi
+delle topiche colle grandame.
+
+--Io ho in bottega del famoso Marsala Ingham--strillava la Romea che
+pensava a far la _reclame _alla sua _buvette_.
+
+--Ora che la valigia delle Indie passera per Brindisi noi saremo
+salvi.
+
+--Eppure--grido Bonaventuri, gia leggermente brillo--l'anno scorso a
+Montecarlo io coll'ultimo scudo, ho guadagnato otto mila franchi!
+
+A questo punto Nana si levo e tutti passarono nella sala a bevere il
+caffe.
+
+* * * * *
+
+Que' signori avrebbero desiderato allora di mettersi un poco accanto a
+Nana; ma tranne due arrischiati e positivi, il conte di _vieille
+roche_ e Bonaventuri che la stringevano ai panni, gli altri quasi per
+timore di farsi scorgere troppo premurosi le stavano lontani. Da noi
+questa specie di spavento semi-fanciullesco e per cosi dire
+contagioso, tantoche lo subivano in quel punto perfino il Sappia e il
+banchiere di Francoforte che non erano poi novellini.
+
+Anzi vi fu un momento in cui Nana stupi di essere lasciata sola. Ella
+vedeva bene che gli occhi dei suoi adoratori, le erano continuamente
+tutti addosso e strisciavano continuamente su di lei, sfuggevoli,
+furtivi, come pavidi di essere colti in flagrante dagli altri. Ma
+tutti facevano il disinvolto; ella dal canto suo aveva un gran da fare
+a non mostrare predilezione per nessuno e a lasciar supporre a
+ciascuno di potersi credere il preferito.
+
+Intanto pero cominciava a provare un principio di dispetto che quel
+solo, ch'ella preferiva davvero, non si curasse di lei.
+
+Enrico infatti s'era seduto in un angolo della sala, aveva acceso un
+avana e fingeva di stare guardando attentamente un album di
+fotografie. In sostanza spiava anch'egli Nana.
+
+A un certo punto questa s'attacco al braccio di Sappia e lo condusse
+nella strombatura d'una finestra.
+
+--Ascoltate--gli disse.--L'altra sera in teatro non potevo dirvi
+chiaramente quello che mi preme di dirvi ora. Voi, per mia sventura,
+mi avete conosciuta a Parigi in un luogo dove, Dio mi e testimonio, io
+c'era andata due o tre sole volte... per ragioni che se le sapeste mi
+compatireste assai...
+
+--Lo credo--disse il Sappia con una certa convinzione.
+
+--Mi giurate voi marchese che sarete abbastanza gentiluomo, per non
+dir a nessuno, almeno finche staro in Milano, che voi mi avete
+conosciuta in quel luogo?
+
+--Io ve l'ho gia promesso una volta ed ora vi ripeto se volete il
+giuramento.
+
+--Mi basta e vi ringrazio,--disse Nana stendendogli la mano.--Voi
+avrete sempre in me una amica devota.
+
+E stava per staccarsi da lui; ma il Sappia la trattenne.
+
+--Ricordatevi pero che fra i presenti io non ero solo a quel convegno,
+e che non fui nemmeno il fortunato.
+
+--Lo so. Volete parlare di Marliani?
+
+--Sicuro.
+
+--Egli non dira nulla. Me ne ha dato anche lui la parola d'onore. Egli
+mi ama ancora.
+
+--Ora ditemi almeno che cosa posso io sperare da voi?
+
+--Niente e tutto--rispose Nana col suo piu incantevole sorriso.
+
+--Spiegatevi.
+
+--Vi diro; io non sono piu la donna che voi avete conosciuta a Parigi,
+in un momento di crisi terribile. Io sono assai migliore. Sono
+diventata immensamente difficile e _rangee_. Ora e necessario
+conquistarmi per possedermi; sappiate conquistarmi e chissa ch'io non
+diventi la vostra amante.
+
+--Ah!--sclamo il Sappia spiegando nella frase che stava per dire, un
+lato caratteristico dell'indole meneghina.--Volete farmi fare tanta
+fatica?
+
+--Ma no! Voi siete uno dei giovani piu simpatici e piu ammodo ch'io
+abbia conosciuti. Non dovreste far tanta fatica! Vi basta? A
+rivederci. Non vorrei che la vostra Luisa si insospettisse di me.
+
+E si allontano.
+
+* * * * *
+
+Mezzo minuto dopo la Luisa domandava a Sappia.
+
+--Che cosa ti ha detto quell'antipatica pettegola?
+
+--La mi ha detto, che il direttore le ha offerto mille franchi al mese
+per le parti di _grande coquette_. E la mi domandava se doveva
+accettare.
+
+--E tu?
+
+--Io le ho detto di accettare.
+
+* * * * *
+
+Spiccatasi da Sappia, Nana, s'incontro in Ernesto Cantis, che la stava
+aspettando al varco con aria sorridente ma coll'agonia nel cuore.
+
+Quel colloquio serrato e segreto col marchesino, avevano destate nel
+petto del povero giovinetto certe furie della gelosia che non aveva
+ancora provate in sua vita.
+
+Era fatto cosi!
+
+--Caro signor Cantis, che cosa mi contate di bello?--domando Nana.
+
+--Che io muoio d'amore per voi--s'arrischio di balbettare il
+giovinetto.
+
+--Lo so, lo vedo.
+
+--E null'altro?
+
+--Ma che cosa vorreste vi rispondessi, mio Dio!--rispose Nana
+sottovoce.--Io ci tengo che voi abbiate di me una buona opinione. Io
+sento che verra forse un giorno in cui io potro essere infelice, e
+voglio farmi dei veri amici, i quali abbiano per me dell'affezione
+calma e della stima. Se io vi dessi delle speranze, e che poi non
+dovessi esaudirle, mi farei un nemico di voi. E meglio che ci fermiamo
+qui.
+
+E s'allontano anche da lui.
+
+--Oh Nana!--sclamo il giovinetto vedendola staccarsi cosi presto. E
+disse quel Nana come un uomo che s'annega e che cerca soccorso alla
+sponda.
+
+Nana comprese quello spasimo, e sorrise fra se, beata. Essa lo
+considerava come un piccolo tributo dovutole, e ne godeva. L'idolo,
+sotto al cui naso si brucia tutto il giorno dell'incenso, ne
+sentirebbe forse ancora il profumo, per quanto avesse narici per
+sentirlo? Ormai ell'era troppo avvezza a vedere uomini agonizzanti di
+amore a' suoi piedi.
+
+"Tutti fanno lo stesso a Milano come a Parigi!--pensa Nana--Sarei
+quasi per desiderare che Enrico facesse diverso del solito! S'io
+giungessi a farmi sposare da lui a furia di amor vero, di amor
+sincero, che mi facesse redenta a' miei occhi... ed anche a' suoi,
+quando venisse a sapere il mio passato?
+
+* * * * *
+
+Qualcuno in quel mentre si fece udire a parlare di Garibaldi e della
+guerra sui monti.
+
+Nana sapeva che Enrico vi aveva preso parte.
+
+--Si, si--grido. E tutti udendo la voce di lei tacquero come per
+incanto.--Conte raccontateci qualche aneddoto della guerra. A me
+piacciono le storie di guerra.
+
+Enrico si schermiva. Il Sappia si alzo a magnificare un certo aneddoto
+dei piedi gelati, che secondo lui era una bellezza.
+
+Non si e mai traditi tanto bene, come da' propri amici.
+
+--Ha un aneddoto che e delizioso--grido il Sappia...--Racconta Enrico
+l'aneddoto dei piedi gelati.
+
+--Si, si, vogliamo i piedi gelati--si grido da ogni parte.
+
+O'Stiary s'arrese.
+
+--La cosa e semplicissima--disse.--Eravamo in distaccamento avanzato
+in cima a una montagna tutta coperta di neve. Faceva un freddo da
+lupi, e io lo pativo tanto ai piedi da veder le stelle anche di
+giorno. Non c'era ne bevere acquavite o rhum, ne portar doppie calze
+di lana, ne camminare e saltare, io li avevo sempre gelati. Un giorno
+mi lamentavo di questo incomodo con un vecchio garibaldino d'un altro
+battaglione, un povero diavolo, contadino di origine, che mi aveva
+reso qualche servigio, ma non mi conosceva piu che tanto. Lo vedo
+spalancar gli occhi e dirmi:
+
+"Ma diavolo! Perche non l'ha detto prima a me?
+
+"Che! Voi avreste un rimedio contro il freddo a' piedi? gli domandai
+io.
+
+"Altro che! mi risponde. Un vero tocchesana, un rimedio infallibile,
+caro camerata.
+
+Io lo invitai a parlare. E lui cominciava:
+
+"La si figuri che io appena venuto a far il volontario, specialmente
+d'inverno, pativo anch'io un tal freddo ai piedi, che.....
+
+Io lo interrompevo spingendolo alla conclusione, e lui invece:
+
+"Un poco di pazienza, mi diceva; bisogna prima che io vi faccia la
+storia del rimedio.
+
+"No, non m'importa di sapere la storia; vorrei la pratica, replicavo
+io, ma non c'era verso. Da vero contadino zuccone, lui voleva andare
+per le lunghe.
+
+"Dicono l'acquavite. si, l'acquavite non dico. Se se ne ha, e buona
+anch'essa, ma quand'e passata fuori, lascia i piedi piu freddi di
+prima.
+
+"E dunque?" chiedevo io.
+
+"Dunque invece io l'ho trovato il vero rimedio.
+
+"Su dunque. Che cosa avete fatto?
+
+"Una cosa di nulla, a pensarci sopra. Eppure e eccellente. Bisogna
+sapere prima di tutto, che io prima non avevo mai usato di portare le
+calze....
+
+"Si. Ebbene?
+
+"Dal giorno che misi un paio di calze di cotone sotto alle scarpe, il
+freddo e passato come per incanto. Provate, camerata, e vedrete."
+
+L'aneddoto era buono e si rise. Allora Nana si mise a magnificare il
+modo di raccontare del conte, e tutti o quasi tutti si diedero a
+raccontar il loro piccolo aneddoto. Fu una confusione da non dirsi.
+Tutti raccontavano e nessuno ascoltava.
+
+* * * * *
+
+--Come mi trovate?--non pote trattenersi dal dire, a Enrico, Nana,
+dopo d'essersi congratulata con lui della sua storiella.
+
+--Io vi trovo degna di Vandick e di Tiziano. Nana gli domando chi
+fosse Tiziano.
+
+E dopo:
+
+--Io, partendo da Parigi, avevo idea di far questo viaggio in Italia,
+paese dell'arte, specialmente nella speranza di trovar un pittore che
+mi sapesse ritrarre come dico io....
+
+L'invito era troppo diretto per non accoglierlo.
+
+--Volete, Nana, che io mi provi a dipingere questa vostra magnifica
+testolina?
+
+--Provarvi in che modo?--domando Nana. E volgendosi repente a un
+invitato che s'era messo al pianoforte e vi traeva degli accordi, gli
+grido:
+
+--Ma volete finirla voi?
+
+--Io vi propongo di farvi il ritratto, mezza figura, nel mio piccolo
+studio.
+
+L'emozione di Enrico, mentre faceva a Nana questa proposta, era
+grandissima. Egli sembrava di marmo, tanto s'era fatto pallido ed
+immobile aspettando la risposta di Nana. La sua voce era tremolante.
+
+Nana sorridendo, cogli occhi abbassati, che si sarebbero fin detti
+modesti in quel punto, faceva saltar sul palmo la nappetta d'un
+cuscino che le stava accanto. E non rispondeva. Essa cominciava a
+trionfare e assaporava con volutta il piacere della vittoria.
+
+Enrico ripete:
+
+--Non volete?
+
+Nana gli stese la mano, e rispose:
+
+--Ci si puo riflettere.
+
+E lo pianto la, perche... forse... qualcuno l'aveva chiamata.
+
+Nessuno assolutamente l'aveva chiamata.
+
+* * * * *
+
+Tutti pero segretamente la reclamavano. La conversazione, dove non era
+lei, languiva. Non per quello che ci mettesse lei, ma per quello
+ch'essa, senza volerlo, ispirava agli altri.
+
+Un ah! generale fra gli uomini l'accolse dunque quand'ella si stacco
+da Enrico e venne a sedere fra la Romea e la _grande coquette premier
+role_.
+
+Allora la conversazione si rifece generale.
+
+--L'assenza dell'oggetto che si ama--sclamo Bonaventuri che non faceva
+segreti delle sue ammirazioni per Nana--l'assenza dell'oggetto amato
+fa lo stesso effetto del vento sulle fiamme: spegne le fiamme deboli e
+aumenta le forti.
+
+--Che filosofo!
+
+--Non sono io. E Larochefoucauld.
+
+--Voleva ben dir io!
+
+--Che cos'e l'adulterio? Ne ho letta una definizione nuova non so
+dove... aspettate... Non mi ricordo. L'adulterio e una bancarotta
+fraudolenta della moglie a cui il marito resta sotto col proprio
+capitale. Va bene?
+
+--Si, e poi?
+
+--Soltanto che invece di essere disonorato chi ha fatto fallimento
+resta disonorato chi ci resta sotto.
+
+* * * * *
+
+Verso le undici venne il _the_.
+
+Nana aveva dichiarato a' suoi amici che avrebbe recitata la sua scena
+e cantati i _couplets_ dopo il _the_, per tenerli tutti riuniti fino
+ad ora tarda.
+
+Nel porgere la tazza ad Enrico gli disse sotto voce:
+
+--Ora mi vedrete nel mio costumino di Parigi, pettinata alla greca; e
+se mi direte che ho proprio una testa artistica forse... forse mi
+decidero a venire da voi.
+
+Di li a poco Nana entro nel suo penetral piu sacro a travestirsi.
+
+Comparve mezz'ora dopo in un delizioso costumino di fantasia che
+faceva risaltar in modo mirabile le forme opime.
+
+Un applauso entusiastico l'accolse. Battevan palma a palma anche le
+donne, che pur fremevano di rabbia nel loro interno.
+
+Nana era cosi innamorata di se e degli applausi che non s'accorgeva o
+non pensava al dolore che essa procacciava alle proprie amiche, alle
+quali toccava assistere a' di lei trionfi intimi.
+
+Nessuna donna e piu nemica di colei che si mostra seducente e adorata
+in sua presenza.
+
+Guardate in una festa da ballo, dove compaia a un tratto qualche
+astro, e vedrete le occhiate bieche, e gli sguardi di traverso, in
+tutte le altre donne che prima comparivano sciolte, sorridenti e
+felici.
+
+La Romea, per esempio, che si sapeva tanto diseredata di curve,
+arrabbio come una dannata al mostrarsi di quella maravigliosa figlia
+di Eva, sfolgorante di gioventu e di bellezza, e si senti presa a un
+tratto da un'immensa voglia di piangere. Fu la sola che non ebbe
+l'ipocrisia di battere le mani. Ben inteso che le altre fingevano di
+battere; ma accostavano adagino palma a palma per non aumentar il
+fracasso.
+
+* * * * *
+
+Gli uomini invece pareva volessero impazzire di gioia e di
+ammirazione. E avevano perfettamente ragione. Chi non si scuote
+all'idea della bellezza artistica e un ciuco. Inebbriati da quella
+apparizione essi perdevano perfino la misura delle manifestazioni
+decenti e scordavano appunto che in mezzo a loro stavano sette
+infelici creature, che sorridendo si mordevano le labbra a sangue e
+soffrivano per quegli omaggi e per quei gridi, come se ricevessero in
+viso le piu mortali ingiurie.
+
+Ma e cosi.
+
+Certi giovinetti non sanno dissimulare e mentire se non precisamente
+quando farebbero invece assai meglio a dire la verita.
+
+Un "zitto, silenzio, basta" s'elevo da ogni parte quando Nana fe'
+cenno che avrebbe incominciata la scena.
+
+Ella si mise dunque a recitare abbastanza male un monologo che la si
+era fatta scrivere per un'occasione consimile, tutto pieno di motti a
+due tagli e di idee lascive.
+
+Gli spettatori, tranne O'Stiary, giubilavano. Le donne facevano mostra
+qualche volta di scandolezzarsi onde aver il diritto di dire poi di
+Nana cose oscene, per ringraziarla del pranzo.
+
+Quel monologo era una birbonata qualunque, intermezzato da _couplets_,
+che Marliani accompagnava al piano.
+
+Gli applausi scoppiavano fragorosi, pazzi, ad ogni _refrain_.
+
+E le donne intanto sussurravano sottovoce agli uomini di condurle a
+casa. Una aveva l'emicrania, l'altra male al petto. La Romea
+protestava mal di denti.
+
+Non c'erano, che la buona Giannella e la signora Fanny, che avessero
+pigliato il loro partito e che lodassero schiettamente l'artista e la
+donna bella.
+
+Appena ebbe finito l'ultimo _couplet_, Nana fuggi via con un fare
+modesto ed infantile, che piacque immensamente agli uomini, e che fece
+sempre piu bestemmiar le donne, in petto. Marliani tento da balordo di
+seguirla verso la stanza da letto, ma Nana gli chiuse bravamente
+l'uscio in faccia.
+
+Questo tratto sollevo una salva sterminata di nuovi applausi, e un
+ridere saporito e grasso in tutti quanti.
+
+--Che ne dite?--domando Nana a Enrico tornando nel salotto vestita
+come dianzi.
+
+--Voi siete adorabile, e io vi amo come un pazzo--disse Enrico.
+
+Nana trasse un lungo e tacito respiro dal petto.
+
+--Verrete voi nel mio studio?
+
+--Domani alle due aspettatemi.
+
+
+
+
+VIII.
+
+
+Lo studio di Enrico era piccino e modesto, un vero studio da
+dilettante di buon gusto; ma quanta luce e quanta bella roba in esso!
+Il sole vi entrava a larghe ondate, rischiarandolo tutto in modo
+uniforme e ricercando gli angoli piu riposti, dove il conte aveva
+collocati due capolavori della scuola moderna, due Meissonnier che gli
+erano costati ventimila franchi.
+
+* * * * *
+
+Il ritratto di Nana stava sul cavalletto.
+
+Fate conto che siano passati dieci o dodici giorni da quello del
+pranzo di Nana. Il di lei ritratto era a buon porto, e molto riuscito.
+L'amore aveva fatto far miracoli al pennello di Enrico.
+
+Ma che sorta d'amore era il suo? Non amava egli gia la sua Elisa?
+
+Ahime!
+
+Quella sera che Enrico aveva veduta Nana, per la prima volta, scender
+dal _brougahm_ sotto i raggi del lampione del caffe dell'Europa ed
+entrare nella porta dell'_Hotel de la Ville_ aveva dovuto accorgersi
+che il sentimento casto, tranquillo, soave e profondo ch'ei provava
+per la cara vergine compagna della sua infanzia non era cio ch'egli
+aveva imaginato dover essere l'amore. Il cuore egli se l'era pur
+sentito battere con forza anche la prima volta che aveva riveduta la
+sua Elisa di ritorno dal campo nel 1866--ve ne ricorderete. La bella
+creatura era stata certo il pensiero costante de' suoi anni giovanili
+anche in mezzo alle sue scappate da figliuol prodigo... Ma ora non
+c'era paragone. Al cospetto di Elisa una dolcezza sovrana, una
+confidenza, una tenerezza priva di desideri e purissima, una
+ammirazione della bella persona e del dolce e onesto sguardo, per cosi
+dire, lo ispiravano. Al vedere Nana un tuffo violento nel sangue, un
+calor subitaneo in tutte le membra, una foga di desideri e di volutta
+lo invadevano tutto.
+
+Pure egli con Nana dissimulava assai bene quel delirio de' sensi.
+Nessun diplomatico avrebbe saputo vantarsi di coprire con piu lieta
+disinvoltura i moti interni dell'anima e del sangue, dinanzi alla
+terribile francese. Sulle prime anzi ebbe qualche rimorso di tradire
+la cara fanciulla a cui da tanto tempo s'era promesso. Poi a poco a
+poco, senz'accorgesene stuzzicando Nana quella riserva per lei tanto
+rara ed insolita, il di lui voto sincero di non tradire la Elisa
+sfumava, sfumava e il suo avvicinarsi a Nana pigliava ogni giorno un
+andamento piu deciso.
+
+* * * * *
+
+Egli subiva il fascino del desiderio di quella donna magnetica, e la
+Elisa onesta, pura, piu bella, piu giovine, piu fresca, piu geniale,
+ma riservata a lui, soltanto col consenso del sindaco, scompariva a
+poco a poco a' suoi occhi di ventiquattro anni.
+
+La Nana si era informata della relazione che esisteva fra Enrico e la
+signorina Elisa Martelli, e gliene aveva parlato e la si era messa sul
+serio e sul contegnoso. Anzi aveva sgridato severamente l'Enrico
+perche avesse pensato di scrivere a lei una lettera d'amore.
+
+Enrico aveva troppo cuore e troppo carattere per dire a Nana ch'egli
+non amava la Elisa.
+
+Era questo che Nana voleva udire da lui.
+
+E non la ci riusciva.
+
+* * * * *
+
+Tutt'a un tratto Nana che stava posando, scocco al suo pittore questa
+domanda a bruciapelo.
+
+--Se voi non foste gia impegnato con quella bella signorina, che mi e
+tanto simpatica e che finirete a sposare... mi sposereste me?
+
+La domanda era audace.
+
+Enrico non rispose subito, sorrise e piglio una scorciatoia:
+
+--Bisogna che io sappia prima se voi dal canto vostro sareste pronta a
+sposar me.
+
+--Io no davvero--rispose Nana sforzandosi di ridere,
+
+--Si puo saperne il perche?--domando Enrico che nascondeva a stento un
+crepuscolo di picca.
+
+--Perche io non vorrei sposare un artista.
+
+--Il solito pregiudizio! Del resto io non sono artista; sono un
+dilettante.
+
+--Ma peggio! E segno che voi non lo fate per mestiere ma per passione.
+Siccome io vorrei essere idolatrata da mio marito e regnare unico
+pensiero della sua mente, esigerei che egli dedicasse a me tutte le
+sue giornate, e non soffrirei ch'egli tenesse l'arte come seconda
+amante, o fors'anche come prima.
+
+--Ah, se e cosi, e bello!
+
+--Non vi pare? Un artista non puo amare una donna per lei stessa. Gli
+artisti hanno l'amorosa anteriore alla moglie e della quale alla
+moglie non e permesso neppure di essere gelosa, ma che li assorbe, li
+esalta, li accontenta e li distoglie da noi donne, peggio che se fosse
+una rivale in carne ed ossa.
+
+--Ma e gli affari allora?--osservo il conte--gli uomini d'affari non
+sono forse continuamente e peggio di noi colla testa e col cuore,
+nelle loro speculazioni?
+
+--Colla testa e col fegato forse--rispose Nana,--col cuore no. L'uomo
+d'affari quando e chiusa la borsa o il banco non e piu uomo d'affari.
+Voi altri artisti, no. Voi altri restate continuamente artisti in
+citta ed in campagna, di giorno e di notte, d'inverno e d'estate.
+
+--Dunque voi Nana sareste gelosa della mia tavolozza?
+
+--Non della tavolozza ma di cio che ferve nella vostra testa, di
+quell'ideale che sta in voi e che e piu potente delle mie grazie e del
+mio cuore.
+
+Enrico naturalmente depose la tavolozza e come attirato verso Nana
+fece due passi verso di lei e si fermo a guardarla in estasi.
+
+Essa era la calamita.
+
+Egli il ferro.
+
+Nana s'accorse che il suo pittore ricominciava a perdere la calma
+impostasi dacche gli aveva detto sapere ch'egli amava la Elisa. E
+volendo gettare un poco di acqua su quella fiamma che si riaccendeva
+sotto la cenere, per avere il gusto di ravvivarla piu tardi:
+
+--Del resto--disse--una volta che io fossi maritata non penserei piu a
+nulla, non vorrei avere piu nessuna responsabilita... giacche e questa
+sopratutto che mi pesa; starei sdraiata tutto il giorno a leggere o a
+dormire. Lui dovrebbe pensare continuamente a volermi bene, a
+soddisfare i miei capricci, alla casa e ai figli se ne venissero....
+
+Enrico s'era accostato a lei, e ridendo diceva:
+
+--Non sarebbe un marito, allora sarebbe un intendente, un ragioniere.
+
+--Ah, no, perche poi io mi lascerei amare, vezzeggiare, importunare,
+adorare, malmenare tutto il giorno da mio marito se gli piacesse di
+stare molto con me.
+
+Cosi dicendo Nana, colla piu fredda disinvoltura della terra allungo
+le braccia verso il suo pittore, poso la sua bella testolina sulle
+spalle di Enrico con una specie di infantile ingenuita, e ne ricinse
+la vita stringendoselo al seno, ridendo.
+
+Tutto cio fu fatto colla piu grande noncuranza, come la cosa piu
+naturale del mondo.
+
+Enrico per la prima volta in otto giorni piego la faccia per farle un
+bacio.
+
+--No--disse Nana sciogliendosi e tentando di coprirsi in fretta come
+donna che sorte da un sogno e che e pigliata da un subitaneo
+pudore.--Enrico, non facciamo confusioni! Restiamo amici, restiamo
+quello che dobbiamo essere.
+
+Per quanto un uomo abbia accortezza o esperienza in fatto di donne,
+per quanto in teoria egli sappia di quali istinti siano dotate certe
+creature--il cui trionfo, la cui volutta suprema e quella di
+assassinare gli uomini e di spingerli al parossismo del desiderio,
+anche senz'ombra di progetti rapaci o ambiziosi, ma proprio soltanto
+pel gusto di soggiogare--sembra destino che in causa propria, nel
+momento critico, quest'uomo perda il sangue freddo, la coscienza e la
+_sinderesi_, vale a dire quel presentimento che avvisa segretamente
+come quella donna non spieghi le proprie arti per affetto e per
+passione, ma per una innata ambizione di far delle vittime umane e per
+smisurato amor proprio.
+
+I sensi, in un giovane di ventiquattro anni, sano, forte, ben
+costituito--come lo era Enrico--hanno quasi sempre un predominio
+fatale sulla ragione la quale dovrebbe essere invece--oh, chi non lo
+sa?--la regina e la sovrana del corpo umano. La natura, del resto,
+creando gli uomini e le donne cosi foggiate sapeva bene lei che cosa
+si faceva. Io credo--e non so se altri lo abbiano creduto prima di
+me--che se non esistesse il fenomeno dell'assalto sensuale contro cui
+non vale ne ragione, ne morale, ne timore della pena possibile, ne
+religione, ne nulla--a quest'ora il mondo sarebbe rimasto quasi
+spopolato.
+
+Ormai non sono piu che i bigotti e i regnanti che fanno legittimamente
+all'amore per dovere o per calcolo.
+
+--Restiamo amici--aveva detto Nana.--Non guastiamo il nostro bello
+idillio artistico con dei desideri che siano precisamente come quelli
+di tutto il mondo. E poi che vale? Io credo di averlo gia un amante, e
+mi sento ispirata a non tradirlo almeno per ora.
+
+--Chi e?--domando Enrico che era tornato al suo cavalletto affettando
+molta freddezza nella voce.
+
+--Volete proprio saperlo?
+
+--Lo bramo.
+
+--E Filippo Marliani.
+
+--Ah!
+
+--Lui!
+
+--E ne siete innamorata?
+
+--Oh, no, povero Filippo. Non merita punto!
+
+--Come potete dire allora che egli sia il vostro amante?
+
+--Amante vuol dire: _uomo che ama_, ch'io sappia, e non _uomo che e
+amato_. Egli mi ama, ne sono certa, e io amo lui, ma non ne sono
+innamorata.
+
+--E questo basta per voi?
+
+--Finche io non mi possa innamorare d'un uomo alla mia volta mi deve
+bastare, per forza! Che ho a farci io?
+
+--Credete voi di potervi riuscire ad amarlo questo signor Marliani?
+
+--Neppur per sogno. Manca di due o tre qualita indispensabili...
+
+--E ricco?
+
+--Era ricco. Ora e povero.
+
+--E voi siete ricca?
+
+--Lo era. Oggi sono ricca... di debiti.
+
+--E che cosa pensate dunque di fare della vostra vita?
+
+--Non lo so.
+
+--Non ci pensate?
+
+--No. Confido nella mia stella. Diventero artista drammatica.
+
+--Ma che idee avete?
+
+--Idee!--sclamo Nana ridendo.--Mi domanda che idee ho!--prosegui come
+parlando a se stessa. Facciamo una cosa, Enrico, mettetevi ne' miei
+panni, nella mia posizione. Sareste capace di fare questa specie di
+astrazione?
+
+--Altro che.
+
+--Ditemi ora che idee avreste voi se foste me stessa? Sentiamo. Fatemi
+il vostro programma.
+
+Enrico si trovo dinanzi a un problema, al quale aveva pensato qualche
+volta senza trovarci uno scioglimento onesto.
+
+--M'avete detto che questo signor Marliani non potrebbe pensare a...
+ai casi vostri?--diss'egli schivando cosi di rispondere direttamente
+alle domande di Nana.
+
+--No. Egli e completamente rovinato. Ma vedete che non avete saputo
+farmi il programma!
+
+--Quanto abbisogna a voi per vivere, come sarebbe il vostro desiderio?
+
+--Se mi chiedete quanto mi abbisogna per vivere vi potrei rispondere
+che, amando, mi basterebbero tre franchi al giorno; se mi domandate
+quanto mi abbisogna per vivere secondo il mio gusto ora che sono
+annoiata e indifferente, pur troppo vi risponderei che, secondo le mie
+abitudini, non mi basterebbe un milione all'anno.
+
+--Se pero un galantuomo vi facesse delle proposte serie, le
+ascoltereste voi?
+
+--Secondo.
+
+--Se il galantuomo fosse come me, per esempio?
+
+--Allora no.
+
+--Perche?
+
+--Prima, perche non vorrei che la signorina Elisa dovesse odiarmi. E
+poi perche non vorrei rovinarvi.
+
+--Che importa a voi in caso che io mi rovini?
+
+Nana non rispose; s'accontento di alzar le spalle con una smorfietta,
+che poteva essere interpretata in mille sensi.
+
+Poteva voler dire: sicuro che a me non m'importa nulla, come poteva
+voler dire benissimo: mi importa piu di quel che pensate! Poteva voler
+dire: che domanda strana! Come poteva benissimo voler dire: hai
+indovinato!
+
+Astuzia innata di questa sfinge del secolo decimonono.
+
+* * * * *
+
+Mezz'ora dopo Enrico entrava come un turbine nella camera da letto del
+suo amico Sappia che si destava in quel punto e gli diceva:
+
+--Ho bisogno di dieci mila franchi.
+
+--Che cosa vuoi farne?
+
+--Ho paura di essere proprio innamorato.
+
+--Innamorato? Ah, capisco! Hai bisogno di dieci mila franchi per farti
+passar l'amore?
+
+--Non per farle un prestito indispensabile...
+
+--Si potrebbe sapere chi e?
+
+--Indovina.
+
+--Non saprei!
+
+--E Nana.
+
+--Nana!--grido il Sappia balzando a sedere sul letto.
+
+--Se non trovo dieci mila franchi per questa sera mi faccio saltar le
+cervella.
+
+--Quand'e cosi ascolta. Vedro se mi e possibile di trovare ancora
+danaro e te lo prestero. Ma sulla mia sola firma ormai non ho piu
+speranza di trovarne. A mio padre ne a mia madre gia non posso piu
+ricorrere. Li ho stancati troppo. Ti sapro dire qualche cosa stasera
+al _club_.
+
+--Ma stasera e gia troppo tardi. Se io mi presento a Nana senza una
+risposta certa, prima di sera sono rovinato. Gliel'ho promesso.
+
+--Che ti gira di promettere un prestito senza la certezza di poterlo
+fare?
+
+--Speravo che tu ne avessi o me li potessi trovar subito.
+
+* * * * *
+
+Sappia si levo, fece attaccare e andarono in cerca di Bonaventuri, il
+quale, se il lettore si ricorda, aveva offerto i suoi servigi a Sappia
+fin da quella sera, che s'eran trovati in casa della Luisa, dove
+Enrico aveva fatto il primo passo al malcostume.
+
+Il Bonaventuri infatti, dal canto suo aveva gia fatto prestare piu di
+duecentomila franchi ai due figli di famiglia, e regolarmente alla
+scadenza rinnovava i loro effetti, sui quali s'accumulava lo
+spaventevole anatocismo.
+
+Di questi, piu di centomila li aveva mangiati Enrico O'Stiary.
+
+Questi centomila franchi in due anni e mezzo erano diventati
+circa duecentomila, e alle nuove scadenze toccavano quasi i
+centocinquantamila. E non erano che la meta de' suoi debiti.
+
+Il Bonaventuri faceva credere ai due giovani di essere compromesso
+fieramente anche lui da quelle scadenze, alle quali poneva la girata
+per puro favore. Oh, egli era un gentiluomo! Faceva tutto per la
+grande simpatia che nutriva per que' due poveri giovani, che gli avari
+parenti tenevano tanto a stecchetto. E si fidava tanto di loro! E
+sapeva dar loro di quando in quando dei cosi buoni consigli. E si
+spaventava di quando in quando con tanta cordialita nel veder
+ingrossare spaventosamente le somme del loro debito! E si rammaricava
+con tanta pieta che il padre di O'Stiary avesse messa quella maledetta
+clausola nel suo testamento. E domandava loro con tanta premura
+notizie della salute del babbo marchese e del tutore notaio quando li
+incontrava dalla Luisa!
+
+--Aver ancora danaro dalle solite sorgenti--diss'egli a Sappia--e
+impossibile. Bisognera che tentiamo nuovi mezzi.
+
+--Ne conosce lei?
+
+--Io no, ma ho un amico che se ne intende, quantunque da poco in
+commercio.
+
+--Andiamo subito da questo suo amico--disse O'Stiary.
+
+--Per farle vedere la mia buona volonta ci andremo oggi.
+
+--Come si chiama?
+
+--Si chiama Marliani, ed ha lo studio in Valpetrosa.
+
+--Oh, diamine!--sclamo il Sappia.--Che fosse mai Filippo Marliani?
+
+--Filippo appunto. Quello che era a pranzo dalla signora Nana...!
+
+--Si, si. E lui! Come mai s'e dato a vendere pannine?
+
+--Lui non vende. Lui e direttore della ragion sociale.
+
+--Allora siamo a casa!--sclamo il Sappia tutto allegro.
+
+--Ora non e che mezzogiorno--disse O'Stiary.--Troviamoci alle due in
+qualche luogo.
+
+--Dove?
+
+--Dica lei.
+
+--Dalla Romea?
+
+--Va bene. Dalla Romea.
+
+E si lasciarono.
+
+
+
+
+IX.
+
+
+Fra le segrete nemiche di Nana, la piu invidiosa, la piu astiosa, la
+piu caina di tutte era la bella acquavitaia.
+
+Dal giorno del pranzo era partita dalla casa di Nana con un odio
+intenso e furibondo. Esecrava cordialmente quella Francese che era
+tanto piu bella di lei.
+
+Quand'essa vedeva passare Nana dinanzi la sua bottega, si sentiva
+pigliare la gola da una specie di stringimento nervoso. Lo confessava
+ingenuamente ella stessa; e allora non poteva tenersi dall'uscire in
+qualche frase molto meno spiritosa dei liquidi che teneva negli
+scaffali della bottega.
+
+Ella, come si sa, rispondeva al poco dolce nome di Romea, che e il
+femminile dell'amante di _Giulietta_.
+
+C'e a Milano un proverbio che dice: _offellee fa el to mestee_.
+L'offellaia o l'offellaio, che tralascia di far offelle, per darsi ad
+altra occupazione, pare destinato a non far fortuna. La Romea non
+aveva voluto dar ascolto al proverbio e s'era messa in capo di
+arricchire, vendendo acquavite _chic_ ed altri _generi_; ma non
+riusciva ad accozzar la cena col desinare.
+
+Tranne che nel naso, sporgente a triangolo appuntato, come il fiocco
+d'un bastimento, la Romea dai capelli alle spalle era una bella
+creatura; chiome, occhi, bocca, orecchie, denti, mento, colla sua
+brava fossetta, tutti belli. Ma il resto, dal collo in giu, non valeva
+nulla: un bastone da scopa abbigliato, senza grazie, ne risalti, ne
+curve, sia dinanzi che di dietro, che di fianco. Mani discrete, piedi
+ignobili.
+
+Peccato che il viso fosse, come dissi, guastato da un moccolo, che si
+spingeva troppo in fuori e che pisciava un tantino in bocca. Veduta di
+profilo, infatti, la Romea appariva proprio grandemente antipatica.
+Quand'ella era di malumore poi--e lo era otto giorni alla
+settimana--compariva disgustosa addirittura. Le rughe che partono dai
+lobi del naso e scendono giu da una parte e dall'altra della bocca le
+si disegnavano profonde sulle guancie, e il labbro inferiore
+arrovesciato e floscio le spenzolava allora sulla bazza; gli occhi
+stessi, che nei giorni rari di lietezza--se le capitava, per esempio,
+di vendere una ventina di bottiglie o di far cento lire di
+banco--sfolgoravano come due stelle, quand'era dannata, parevano due
+grandi buchi da scaldaletto.
+
+Una certa consolazione le veniva dal credersi affascinante e piena di
+spirito. Questa doppia certezza le usciva fin dai pori ad ogni dieci
+frasi. Se nessuno glielo diceva, lo diceva lei. Nessuno dei suoi pochi
+avventori si dava la pena di disingannarla. Anzi, forse senza
+pensarci, facevano di tutto per tenerla nella sua beata illusione; e,
+qual piu qual meno, in cuor loro tutti la godevano.
+
+Ella s'arrabbiava, di vedere, che con tante splendide doti gli affari
+in bottega non andassero _una maladetta_! Le pareva impossibile che
+tutta Milano non corresse a bevere l'amaro da lei, per ammirarla
+almeno una volta al giorno e accender l'appetito. Strabiliava! E per
+vendicarsene si ricattava sui pochi, e distribuiva loro la sua merce a
+gran risparmio, calcava la penna sui prezzi e rompeva loro
+continuamente le scatole, perche comprassero delle bottiglie di cui
+non avevano bisogno.
+
+Romea presentava una particolarita molto singolare. Essa era estrema
+tanto nel biasimo, come nella lode, e mutava repentinamente questi due
+termini con una volubilita, che faceva rider assai alle sue spalle gli
+avventori.
+
+Per cinque, sei, otto mesi ella era capace di portare alle stelle il
+tale. Egli era per lei un gentiluomo perfetto, pieno d'ingegno,
+affabile, largo, prudente, saggio. A un tratto lo dipingeva come il
+piu ladro e il piu briccone uomo di questa terra. La poverina non
+s'accorgeva, che chi la sentiva a parlare cosi aveva piu memoria di
+lei, e sorrideva di pieta, dandole segretamente della scimunita. La
+vanita ingenita le faceva credere in buona fede che tutte quelle sue
+nuove calunnie, nate in un'ora, dovessero trovare orecchie indulgenti,
+ed essere prese per oro da trenta carati, e cancellar d'un tratto la
+stima sincera ch'essa aveva dimostrata per si lungo tempo verso il
+calunniato.
+
+Col giovane di bottega poi ella era feroce.
+
+Nel momento in cui il signor Bonaventuri entrava in bottega per
+trovarsi al fissato appuntamento, la Romea stava appunto apostrofando
+il fattorino colla sua solita buona grazia, perche aveva rotto un
+bicchiere.
+
+Il povero giovincello, entrato in bottega da soli due giorni--giacche
+la Romea aveva l'abilita di mutare cinque o sei giovani la
+settimana--era li tutto mortificato sotto la gragnuola di ingiurie,
+che quel cherubino di donna gli scagliava dal banco.
+
+--Asino, marmotta, imbecille.... Coi bei guadagni che si fanno! Credi
+tu che io vada a rubarli i cristalli e arrotati per giunta? Due
+franchi _fra i quali_ andati al diavolo anche stamattina. Ma te li
+faro pagare. Oh se te li terro giu!
+
+Il Bonaventuri si siedette.
+
+--Signor Bonaventuri!--disse Romea col suo sorriso stereotipo.--Beato
+chi lo puo vedere. Come va?
+
+--Bene, grazie--rispose secco il Bonaventuri. Poi, al giovane che era
+li li per piangere.
+
+--Dammi un Fernet senza Seltz.... Che cos'hai che mi sembri Longino
+peccatore?
+
+Quindi, senza aspettare la risposta, di nuovo alla Romea:
+
+--O'Stiary e stato qui?
+
+--Si--rispose la donna--e mi disse infatti che doveva trovarsi con lei
+per un certo non so che, e una cosa e un'altra, e che sarebbe tornato
+fra un'ora. Puo stare a momenti. A proposito... debbo mandarle a casa
+una dozzina di bottiglie di _champagne_?
+
+--Balorda, chiaccherina!--penso fra se Silvestro Bonaventuri. Quanto
+alle bottiglie, non diede risposta.
+
+Il Bonaventuri aveva indosso quella specie di cascaggine e di
+svogliatezza, che deve significare un mondo di belle cose sottintese.
+Non ci sono che gl'ingenui, i quali non ne capiscano la forza e la
+portata! Egli aveva una faccia perfettamente insignificante, floscia,
+avvizzita, sbasita, tra il giallognolo ed il livido, e la teneva cosi
+con gran cura tutto l'anno. Guai se alcuno avesse potuto sospettare di
+lui che la notte dianzi egli fosse andato a casa a dormire come un
+bravo figliuolo non ubbriaco, o non fosse uscito da poco da un'orgia,
+da una bisca o da un bordello. La sua ambizione era tutta li!
+
+--Ehi--gli disse la Romea--e passata poc'anzi di qua la Nana, con
+quella sua andatura da gonfianugoli, ma non ha guardato dentro. Era
+accompagnata _fra i quali_ da un giovinotto biondo, che parava
+_venezievole_. Uno nuovo!
+
+Bonaventuri alzo le spalle e disse brutalmente:
+
+--Che me ne frega a me?
+
+La Romea scoppio a ridere, di quel suo riso amarognolo e forzato, il
+quale, a dir vero, faceva contrasto colla bellezza delle sue labbra e
+dei suoi denti smaglianti.
+
+--Lei fa il disinvolto--ripiglio--ma noi sappiamo tutto.
+
+--Che cosa sapete?--domando colla sua voce spenta il Bonaventuri,
+cercando di farsi credere annoiato.
+
+--Che lei e innamorato morto della Nana.
+
+Silvestro alzo le spalle.
+
+Il fattorino intanto gli aveva recato dinanzi il vassoio col bicchiere
+del Fernet e aveva mesciuto.
+
+La Romea, quando il fattorino torno verso il banco, gli scocco a
+bruciapelo un'occhiata furtiva e furibonda, una vera occhiata
+antropofaga.
+
+Il giovine capi d'aver commesso un altro sproposito e da buon ragazzo
+che vuol istruirsi, accosto la faccia a quella della padrona, la quale
+sottovoce gli susurro:
+
+--Asino, marmotta, imbecille, tu ne versi sempre troppo per venti
+centesimi. T'ho detto due dita, due dita, due dita, non piu!
+
+Silvestro intanto aveva cavato di tasca un libretto di memorie e s'era
+messo a far delle annotazioni, come per indurre la Romea a tacere.
+
+Ma ell'era come una mosca cavallina. Non s'accorgeva di riuscire
+tediosa. Nella sua candida convinzione, che ogni sua parola tornasse
+gradita a chi l'ascoltava, e fors'anche nella necessita in cui era
+continuamente di ammazzar la noia sterminata e il rovello che la
+rodevano, procurando di importunare gli altri con proprio sollievo,
+continuava:
+
+--Tutti lo dicono del resto, e anche il Salis _fra i quali_ poc'anzi
+me lo ripeteva. E io, non ci volevo credere, perche stento a
+persuadermi che lei, che e cosi fino conoscitore di donne, voglia
+perdersi con quella civetta.
+
+Il Bonaventuri continuava a fare degli sgorbi inutili sul suo
+taccuino, e di quando in quando alzava la testa, apriva la bocca e
+fissava il soffitto come un uomo che cerchi un'ispirazione o tenti di
+raccappezzare un'idea che gli sfugge.
+
+La Romea continuava:
+
+--Io non dico che la Nana sia brutta, giacche, per dire a dire, brutta
+non lo e; ma non e neanche bella, come la vorrebbero fare; e poi
+quando si e passati i trentacinque.
+
+--Tre e quattro sette e nove fanno sedici--disse il Bonaventuri ad
+alta voce; e sul libretto infatti disegno un _sedici_, che riusci piu
+rotondo di quello della Romea.
+
+--E poi una donna che si butta via in quel modo! E proprio vero che
+per far fortuna bisognerebbe far cosi, mentre noi povere donne oneste
+_fra i quali_ le tireremo sempre verdi _in saecula saeculorum_...
+
+--Il tutto diviso per tre, da precisamente otto franchi e sessanta
+centesimi a testa--sclamo Silvestro, fingendosi contento, come se
+avesse sciolto un problema di calcolo sublime.
+
+--Se ne contano di belle in questi giorni di quella signora. La
+storiella della paraninfa, gia la conoscera. Eppoi il fattorino del
+negozio la di contro, che e stato qui a prendere una bottiglia di
+Seltz, mi disse _fra i quali_ che il giovine del calzolaio li in
+faccia aveva saputo dal suo padrone, al quale lo aveva raccontato una
+sua pratica, che era andata a comandargli due stivali da caccia, che
+il suo parrucchiere gli aveva raccontato di aver inteso dal cuoco di
+casa A... che il cocchiere gli aveva detto, come qualmente un suo
+amico, che e nell'Anonima degli omnibus, avesse dovuto stare a
+cassetta del legno sei ore di fila e di notte, con dieci gradi di
+freddo nel cortile d'un palazzo, ad aspettare la signora Nana, che era
+andata a un _rendez vous_... mi capisce.
+
+Silvestro questa volta si volse alla Romea e le disse con fine ironia:
+
+--Se vede il fattorino a cui il giovine di calzolaio ha raccontato cio
+che ha udito dal padrone a cui l'ha raccontato il signore degli
+stivali, che l'ha udito dal parrucchiere, a cui l'ha raccontato il
+cuoco di casa A..., che l'ha udito dall'amico del cocchiere
+dell'Anonima... se lo vede, gli dica che io me ne congratulo proprio
+tanto tanto!
+
+In questa O'Stiary e Sappia entrarono.
+
+--Due Marsala Ingham--disse il Sappia prima di salutare gli astanti.
+
+--Non quello, non quello, stupido, idiota, mamalucco imbecille--grido,
+con una faccia da Arpia, la buona Romea al giovane che aveva dato mano
+ai bicchieri troppo grandi per servire il nuovo arrivato.--T'ho gia
+detto che i bicchieri pel Marsala sono quelli la piu piccoli. Impara
+una volta.
+
+Bevuto il Marsala i due giovani uscirono con Bonaventuri.
+
+* * * * *
+
+Nello studio della ditta F. Marliani e C. v'erano due persone ad
+aspettar l'amico Ciliegia colle vittime. Marliani il prestanome, erasi
+sdraiato nella sua poltrona, dinanzi allo scrittoio, colla sua brava
+penna d'oca infilata sull'orecchio,--per darsi l'aria di un
+conservatore che stenta ad accettare le novita--e in capo una callotta
+di velluto turchino ricamata intorno intorno a _ghiande_ d'oro, a dir
+la verita poco lusinghiere, quantunque emblemi appropriati alla
+_porca_ professione del gabbamondo.
+
+Lei, la sora Bibiana, in piedi, daccanto alla scrivania, un po'
+curvata innanzi, teneva le due mani sul bracciuolo del seggiolone,
+dove stava il suo _Alfonso_, e lo covava amorosamente co' suoi
+occhietti grigi e tanto quanto cisposi.
+
+La callotta gliel'aveva regalata lei; e gliel'aveva ricamata lei,
+colle sue manaccie grasse, la procace gallinona; e gliel'aveva imposta
+lei sul capo, per levar a Filippo quella sua aria da scapato, tanto
+adorabile a quattr'occhi, ma troppo biricchina in istudio, giacche la
+stonava maledettamente colla gravita della sua nuova posizione
+commerciale. Infatti non e a dirsi come quella callotta
+rinvecchignisse il bel giovane, che aveva ispirato pochi giorni prima
+il capriccio--cavolo riscaldato--alla orgogliosa Nana.
+
+La signora Bibiana era superba di quella sua pensata, a doppio uso:
+
+--Sembri proprio un banchiere cosi!--gli aveva detto acconciandogli in
+testa quella berretta senza tesa.--Che importa a me che tu sembri meno
+giovane e meno bello, quando siamo in istudio? Anzi, a me piace
+questo. Cosi le donne, che vengono qui per affari, non ti troveranno
+troppo seducente. Per me sarai sempre giovane e bello abbastanza! Ah
+se mi vorrai proprio bene, vedrai, vedrai!
+
+Erano nei primi giorni d'una illegittima luna di miele.
+
+* * * * *
+
+Lo sciagurato Marliani--dacche s'era venduto corpo ed anima alla
+_Societa segreta dell'arte di fallire_--era disceso poco a poco la
+scala della piu abbietta degradazione.
+
+La vergogna di sembrare agli occhi di Nana un povero diavolo era stata
+la prima spinta, la spinta immediata. Nana, coll'esserglisi concessa
+di nuovo, coll'avergli rifatto entrare in corpo mille incendi e mille
+illusioni aveva segnata la di lui rovina morale.
+
+Dopo quel capriccio famoso, Nana, _choquee_, come diceva ella stessa,
+dall'aspetto triviale della camera di Filippo, _choquee_ di averlo
+trovato a far la barba ai solini da collo, non aveva piu voluto
+tornare da lui e se lo teneva buono ed amico in casa, soltanto per la
+paura ch'egli svelasse ad O'Stiary la vergogna di madama Tricon.
+
+Il Marliani, che s'era venduto alla ditta briccona, appunto per avere
+i mezzi di non comparire miserabile in faccia alla sua rinnovata
+conquista, trovandosi messo da parte, arse di indicibile gelosia e fu
+preso dalla smania di arricchire, per aver il mezzo di ricomprare a
+furia d'oro la francese _cocotte_. Capiva che Nana lo disprezzava
+perche lo aveva trovato decaduto e povero; e poi si rodeva pensando a
+quel migliaio di franchi, che le aveva fatto accettare di buon cuore,
+e quasi per forza. Se avesse saputo! E provava una mortificazione
+cupa, un'amarezza profonda, un cordoglio, da cui tentava di sottrarsi
+accarezzando le illusioni e fissando l'illuminello dei guadagni
+grossi, che la signora Bibiana gli faceva balenare dinanzi agli occhi
+della fantasia.
+
+La gallinona, tutta piena di erotici grilli, aveva messo il desio su
+di lui fin dal bel primo momento ch'egli s'era presentato alla
+_Societa dell'arte del fallire_.
+
+"Ah se potessi conquistarlo" pensava la vecchia matta, tutta in
+fregola, alla vista dello spigliato e robusto giovinotto, che veniva a
+mettersi sotto la sua protezione. "Infine io non ho che quarantasette
+anni! Se e vero quello che ho letto non so dove che ci fu una volta
+una certa _Ninos de l'Enclou_--lei storpiava cosi quel nome
+storico--la quale c'e riuscita a innamorare un abatino a sessant'anni,
+per dio, non potro arrivarci io, che non ho ancora tocchi i
+cinquanta?"
+
+Ella era andata dunque tutti i giorni allo studio in via Valpetrosa.
+
+Per tre giorni di seguito, entrando in punta di piedi, come era suo
+costume, facendo segno al fattorino di non far rumore, aveva trovato
+il suo nuovo gerente, che, colla testa nelle mani e i gomiti
+appoggiati sullo scrittoio, piangeva sommessamente a lagrime roventi e
+aveva fiutato subito in quel pianto un cordoglio d'amore....
+
+"Ah! come sono vili gli uomini!"
+
+Se il Marliani avesse pianto per lei c'e da scommettere che non
+l'avrebbe trovato tanto vile. Ma piangere per un'altra donna?
+
+Curiosa, come una vedova che tiene il pizzicore in corpo, essa volle
+ad ogni costo sapere il segreto di quel dolore.
+
+Il Marliani si fece pregare un poco ma poi le apri il cuore. La
+signora Bibiana si inteneri, lo compassiono, decise di consolarlo.
+
+La compassione e sorella carnale dell'amore. Povero giovane! Egli
+aveva tanto bisogno di essere consolato. E poi con quello schianto in
+cuore come avrebbe potuto attendere alle faccende della ditta? Gli
+affari della societa sarebbero andati a fascio se lei non pensava a
+strappargli dal petto quell'infelice passione. L'azienda birbona ne
+avrebbe sofferto chi sa che danno, s'ella non provvedeva a medicare
+quell'anima ferita.
+
+Dopo tutto era anche un dovere di buona cristiana il suo! Un'opera
+pia!
+
+La signora Bibiana fece dunque capire un bel giorno, al Marliani, che
+se si fosse lasciato consolare ne avrebbe avuto vantaggi enormi....
+
+E lui, canaglia, si lascio consolare.
+
+Ormai una piu una meno che monta? Egli si considerava gia come un
+furfante, dal giorno che aveva sottoscritto il sudicio contratto. Non
+poteva avere piu ritegni. Le cose a mezzo a questo mondo non le si
+fanno che quando si tratta di far del bene; ma una volta che si e nel
+brago, a che vale conservare dei riguardi? Le azioni turpi sono come
+le ciliegie: una dopo l'altra si va senz'accorgersi in fondo al
+paniere.
+
+* * * * *
+
+Mezz'ora prima, adunque, che arrivassero allo studio i due nobili
+amici col signor Bonaventuri, la vedova procace, incocciata fino a'
+capelli nell'amore del suo drudo, era con lui a strano colloquio nello
+studio della ditta.
+
+Strano, perche un miscuglio cosi fatto, composto di sentimentalismi e
+di truffe, di volutta e di cento per cento, di fantasie lubriche e di
+cambiali in scadenza, di baci e di usura, di proteste d'amore e di
+protesti cambiari chi non ne abbia mai udito uno simile, non
+giungerebbe a farsene un'idea.
+
+--Sei un biricchino--diceva la gallinona, vezzeggiando il suo Fiffo,
+che se ne stava sdraiato dissimulando a stento l'interno disgusto.--Io
+vorrei guarda, avere un trono d'oro per metterti su te a regnare e me
+d'accanto.
+
+--M'accontenterei anche d'un trono d'argento--disse filosoficamente il
+Marliani.
+
+--A proposito cosa c'e di nuovo dell'affare delle posate?
+
+--Non d'oro ne d'argento quelle!
+
+--Dico bene, di _cristophle_. Le hanno accettate?
+
+--Altro che.
+
+--Oh racconta perche non ne so nulla.... Ma prima fammi un altro
+bacio... ma lungo... come tu li sai fare tanto bene... anima mia.
+
+Dato il bacio, non tanto lungo quanto quell'altra sconcia lo avrebbe
+voluto, il Marliani rispose:
+
+--Come sai erano di cristophle, ma cosi belle e cosi pesanti che si
+poteva benissimo farle passare per d'argento. Il Bonaventuri ne fece
+bollare una e la porto al Monte. Il perito, il nostro amico, gliela
+stimo il quadruplo del suo valore di costo. Allora il Bonaventuri le
+fece bollar tutte e ne cavo due mila franchi. A lui erano costate
+cinquecento.
+
+--Che boia!--sclamo tutta ilare la signora Bibiana.--Spero bene che
+avra messo il guadagno in conto sociale! Ma tu poi mi vorrai proprio
+sempre bene? Non pensi piu, n'e vero, a quell'altra?
+
+--No, no,--rispose il Marliani.--Non sei tu quella che fara la mia
+fortuna? Oggi credo che il banchiere acconsentira che mi siano fissati
+questi cento franchi di piu al mese.
+
+--Ci penso io! E se lui non lo volesse, la tua Bibo sai che li cavera
+di propria saccoccia. Te lo giuro sulla memoria de' miei quattro figli
+che sono tutti morti.
+
+--Cara!
+
+--E oggi chi si aspetta?
+
+--Il marchese Sappia e il conte O'Stiary.
+
+--Ci cascano ancora?
+
+--Un'ora fa il Bonaventuri mi ha mandato ad avvisare che sarebbe
+venuto qui con loro alle due.
+
+--Mi raccomando. Bisogna scorticarli come rane, questi aristocratici.
+Ma io non so il perche stamattina ti voglio piu bene del solito. Cioe
+forse lo so...
+
+E qui la signora Bibiana cerco di farsi rossa in viso con una smorfia
+pudibonda.
+
+--Ah, sei un gran biricchino, ve', quando ti ci metti!
+
+E gli diede una vezzosa spalmatina sulla guancia poi vi tenne la mano
+a carezze.
+
+Il Marliani sarebbe apparso nauseato a tutti coloro, che lo avessero
+veduto in quel punto, tranne che alla vecchia birbona.
+
+--Bibo, Bibo, basta--diss'egli.
+
+--Come basta? Non sei tu forse il mio Fiffo? Non ti piacciono dunque
+le carezze della tua Bibo?
+
+--Si... mi piacciono ma a suo tempo. Ora possono entrare i merli e se
+ci pigliano in fregola addio serieta di affari.
+
+--Si tratta ancora d'un prestito?
+
+--Credo.
+
+--Spero bene che il Bonaventuri si ricordera che deve far finta di non
+conoscerci?
+
+--Diamine! Quello e volpe vecchia che ne puo insegnare a tutti noi.
+
+--E stanotte...? Quanto ridere! Ne ho ancora il solletico qui allo
+stomaco, te lo assicuro. Sei un gran mostro, ve'! Ah sei un gran
+mostro!
+
+S'udi nel cortile un rumore di passi.
+
+--Sono loro!
+
+--Qua un bacio in fretta--disse la signora Bibiana--e poi seri!
+
+Il Marliani die il bacio poi si mise la penna fra le dita e finse di
+scrivere.
+
+* * * * *
+
+Entro il facchino.
+
+--Tre signori che vogliono parlare con lei--disse a Marliani.
+
+--Chi sono?
+
+--Uno glielo posso dire: e il signor Bonaventuri, perche lo conosco;
+gli altri due non so.
+
+--Falli entrare.
+
+Poi finse di essere tutto assorto nel far delle cifre.
+
+La grossa Bibo sedette in disparte.
+
+Bonaventuri entro. Lo sguardo ch'egli diede al Marliani e alla signora
+Bibiana, sarebbe stato invidiato da un antico aruspice di Delfo.
+
+Il ladro uomo ricompose tosto il ghigno.
+
+--Oh, caro Ferdinando--disse Marliani alzandosi da sedere.--E anche
+lei mi par di conoscerlo--disse Marliani--ma quello stupido di un
+facchino non e mai capace di dir un nome giusto, e a dir la verita...
+
+Il marchese aveva stretta la mano a Marliani confidenzialmente.
+
+--Io sono Silvestro Bonaventuri--rispose l'altro cavandosi i guanti, e
+questi sono il signor marchese Sappia che lei conosce, come vedo, e il
+signor conte O'Stiary. Ma dico, non disturbiamo forse?--soggiunse
+tosto volgendosi a Bibo, che stava la seduta in un canto.
+
+--La s'imagini!--rispose la signora Bibiana--Io aveva finita la mia
+faccenda e stava rifiatando un minuto, perche non ho potuto agguantar
+l'_omnibus_, e m'e toccato di far la strada a _piedibus calcantibus_
+dal borgo fin quaggiu. Ma ora son riposata e me ne torno pacifica e
+mollifica nella mia pace della campagna beata e ridente.
+
+I tre sopravvenuti la lasciarono passare, e Bonaventuri, come se
+proprio non l'avesse mai veduta, mandandogli dietro uno sguardo
+desioso, sclamo:
+
+--E un bel pezzo di Marcantonio!
+
+--S'accomodino!
+
+* * * * *
+
+Comincio il Bonaventuri:
+
+--Io vengo a nome del signor Carcanetti che lei conosce.
+
+Carcanetti era un nome qualunque, un nome inventato.
+
+--Carcanetti mi comunico che lei un giorno gli ebbe a dire che se
+aveva bisogno del danaro per qualche suo amico solido, si rivolgesse
+pure a lei che avrebbe trovato il modo di procurarglielo.
+
+Il Marliani alzo la mano al labbro inferiore, lo strinse fra il
+pollice e l'indice, e stette a pensare come un uomo che caschi dalle
+nuvole.
+
+--Non mi ricordo--rispose.
+
+"Ahime!"--sclamo in cuor suo l'ingenuo O'Stiary.
+
+"Fara il prezioso"--penso invece il Sappia che aveva maggior
+esperienza di mondo.
+
+E si sbagliavano tutti e due.
+
+--Non mi ricordo bene in quall'epoca io possa avergli detto questo al
+Carcanetti--ripiglio il Marliani con un fare naturalissimo--giacche
+oggi non solo e cosa molto difficile il trovar danaro su cambiali ai
+prezzi commerciali, ma si puo dire che e difficilissimo di trovarne
+anche volendo assoggettarsi a grossi premi ed usure. Dopo che si
+comincio a parlare di quella benedetta proposta di legge per
+l'abolizione dell'arresto personale nessuno piu si fida a prestar
+danaro se non sopra buona e solida ipoteca. Io stesso, che pur non
+faccio mai di questi affari, e che sono a capo di una ditta
+solidissima, pure avendo avuto bisogno, per un capriccio di levar una
+somma a prestito per tre giorni, ho dovuto pagare un interesse
+favoloso.
+
+--Vale a dire?
+
+--Per mille franchi mi hanno trattenuto, in tre giorni, cento franchi.
+E vero che in commercio tre giorni e un mese contano lo stesso. In
+ogni modo e sempre un interesse enorme. E il dieci per cento al mese.
+
+--Qui si tratterebbe di un'operazione di tutta fiducia. Il mio amico e
+troppo onesto, troppo gentiluomo per cercare a chichessia un centesimo
+senza la sicurezza.
+
+--Oh signore!...
+
+--... morale e materiale....
+
+--Non ne dubito!
+
+--... della restituzione....
+
+--Puo imaginarsi!
+
+--... alla scadenza.
+
+--Non se ne parli! Il signore e inutile domandarlo, e maggiorenne, non
+e vero?--domando Marliani rivolto al conte O'Stiary.
+
+--Ho ventitre anni e dieci mesi--rispose Enrico--Non debbo tacere pero
+che io non andro in pieno godimento della mia sostanza che a
+ventiquattro anni compiuti, e che ho dei debiti.
+
+--Non ci sono dunque che due mesi da aspettare!--sclamo il
+Marliani.--Quanto ai debiti, chi non ne ha al giorno d'oggi? Ma se
+nella sostanza c'e un largo sufficiente, i debiti non contano. Si sa
+bene. _Il faut que jeunesse se passe_!
+
+--Benissimo!--disse Sappia.
+
+--Dunque allora questa sera io potro darle una risposta; tentero,
+parlero, vedro il mezzo migliore. Di quale somma avrebbe bisogno?
+
+--Diecimila franchi.
+
+--Bene, le sapro dire l'esito. Non garantisco nulla ma stasera le diro
+francamente quali furono le mie pratiche e saro molto onorato di poter
+riuscire. E se riesco poi--continuo diretto a O'Stiary--chissa che non
+venga da lei a chiederle un favore.
+
+--Ben volentieri--rispose Enrico che senza sapere il perche si trovava
+in un disagio ineffabile.
+
+Quest'ultimi periodi infatti erano stati detti in piedi.
+
+Marliani stese la mano al marchesino Sappia a cui disse: _Ciao_, poi
+al contino che inchino e cosi si lasciarono.
+
+Appena usciti si schiuse pian piano l'usciolo di contro a quello per
+cui se n'erano andati i due giovinetti e ne usci la faccia da luna
+piena della signora Bibiana, che rideva come una donna in gallovia.
+Essa venne ad abbracciare il Marliani dicendogli:
+
+--Sei un gran birichino. Ti sei portato da negoziante provetto e
+consumato. Se il diavolo non ci mette la coda, in poco tempo la
+sostanza del conte O'Stiary, deve essere tutta nostra!
+
+* * * * *
+
+--Ora che si fa?--domando Marliani alla Bibo.--S'hanno a dare questi
+dieci mila franchi o non s'hanno a dare?
+
+--Tu che ne dici? Sai che io faccio quello che vuoi?
+
+--Ebbene allora bisogna darli.
+
+--Pensa Filippo che siamo gia sotto di molto.
+
+--Non importa. Fidati di me. Ho bisogno di far buona figura.
+
+--Si, si,--disse Bibo.--E poi egli e pronto a qualunque sacrificio? Se
+dice cosi gli e segno che gli fanno assai bisogno. Se gli fanno di
+bisogno noi col fargli il prestito gli facciamo uno di quei servizi
+che si chiamano _impagabili_. Non e vero? Forse gli salviamo
+l'onore... Forse la vita! Chi lo sa? Se quelli che ci danno
+dell'usuraio ragionassero cosi vedrebbero che noi siamo i salvatori
+dell'umanita. Siamo forse noi che andiamo a cercare i figli di
+famiglia? O sono essi che vengono a cercar noi. Mettiamo forse loro le
+pistole alla gola? No. Essi contrattano liberamente. Oh perche mai
+s'avra a far pagare poniamo cento mila franchi per puro capriccio, un
+brillante che non serve a nulla e non s'avra a far pagar caro un
+servizio in contanti, che puo salvar l'onore e la vita?
+
+Alla signora Bibiana codesti argomenti in difesa dell'usura parevan
+sempre nuovi di zecca, ogni volta che li ripeteva. E Dio sa quante
+volte li aveva gia ripetuti di sua vita.
+
+Marliani la lascio sfogare un poco poi la arresto, e da uomo pratico
+torno alla sua domanda.
+
+--Dunque mi fai far buona figura? Te ne ringrazio.
+
+--Caro! Questo e altro--disse Bibo intenerita. E scocco un bacione al
+suo bel giovane.
+
+--Vediamo ora le condizioni.
+
+--Il solito! Ormai di firma Sappia e O'Stiary ne abbiamo in portafogli
+per circa duecento mila. E so che altri ne tengono altrettante. Con
+queste faranno duecento mila e venti. E ricordati Filippo e che se
+questa imprudenza enormissima fu da me commessa, e stato tutto per
+amor tuo. Io non era mai stata avvezza a prestare a un solo piu di
+cinquanta mila franchi.
+
+--Ma quando ti dico che sono sicuri.
+
+--Lo voglio credere, ed e percio che non mi faccio pregare neppure
+questa volta. Ma dico per dire. Se morisse?
+
+--Pensa che sulle duecento mila firmate, in fin dei conti tu non ne
+hai versate piu di ottantamila.
+
+--Questo si sa! Un interdetto, deve ben pagare piu degli altri.
+
+* * * * *
+
+Dal canto loro il Sappia e l'O'Stiary usciti dallo studio della ditta
+Marliani e C. si rallegrarono fra loro d'aver trovato l'amico divenuto
+uomo serio tanto ben disposto per loro. Erano pieni di speranze, e il
+cento per cento di interesse, che Marliani aveva lasciato loro
+intravedere, non dava ad essi il menomo disturbo. Animi felici! A un
+dipresso, nella bonta istintiva del loro cuore giovinetto essi
+ragionavano a loro danno, cogli stessi argomenti della signora
+Bibiana.
+
+--Non il cento per cento--sclamava Enrico--ma il mille per cento io
+sarei pronto a pagare per avere quel danaro da presentare a Nana
+questa sera. Per me e questione di vita o di morte. Che vale il danaro
+se non rappresenta appunto il valore dei nostri desideri?
+
+Si dica quel si vuole, la e logica anche codesta; logica pericolosa,
+ruinosa, da scavezzacollo, da uomo passionato, ma logica. Persuadere
+un giovane di ventiquattr'anni, generoso, ardente desioso, innamorato
+che il prender a interesse del danaro al cento per cento e una
+grulleria, una bestialita economica, una ridicolaggine di cui s'avra
+certo a pentire piu tardi, e cosa tanto vana, come sarebbe per esempio
+il mettersi a persuader i pesci a vivere fuori dell'acqua, dove noi ci
+si annega, mentre loro ci stanno a lor agio, dove anzi non possono a
+meno di stare per vivere.
+
+Pei giovani il danaro non e--parlo in generale--che il mezzo per
+soddisfare i bisogni del cuore, i capricci della mente, le necessita
+dei sensi, delle passioni. Quanto piu troveranno ostacoli, non
+naturali, non fatali a soddisfar queste loro passioni tanto piu
+s'aumentera in essi la smania di soddisfarle. _Nititur in vetitum_.
+L'idea del dissesto finanziario, della poverta, della rovina, non
+entra in cervelli giovani privi di esperienza e di vivere di mondo.
+L'economia e una parola che ha senso soltanto per coloro che
+guadagnano il danaro a stento.
+
+Se i tutori ed i padri pensassero a queste verita forse le pazzie dei
+figli sarebbero meno frequenti.
+
+Il fatto e che la stessa sera Enrico pote annunciare a Nana che fra
+tre giorni avrebbe avuti i diecimila franchi.
+
+* * * * *
+
+Dal giorno che Enrico O'Stiary porto a Nana i diecimila franchi, che
+dovevano dare un altro strappo alla sua sostanza, quelle due belle
+creature si videro tutti i giorni. Rotto il ghiaccio essi entrarono
+nel secondo stadio dell'amore... sentimentale. Enrico non aveva il
+coraggio di esigere di piu da quella donna, che gli appariva armata di
+virtu come l'antica Minerva. E forse se avesse anche saputo chi ella
+era sarebbe stato troppo tardi lo stesso. La sua fantasia, l'amor
+proprio, i nervi, i muscoli il sangue erano troppo invasi dal
+magnetico di quella donna per concedergli di desistere dall'immenso
+desio. Ogni volta che egli montava le scale di Nana giurava di
+riuscire a conquistarla; dinanzi a lei si trovava di aver il cuore di
+coniglio, il cervello di ghiaccio e la lingua mozza. Tutte le ragioni,
+le preghiere, le astuzie pensate, come quelle del povero Renzo in
+presenza dell'Azzeccagarbugli sfumavano. Non sapeva piu che cosa
+dirle, da dove incominciare, come pigliarla. Pativa suggezione della
+Parigina!
+
+Ell'era incantevolmente graziosa con lui; lo riceveva con vera e
+schietta gioia; non lo lasciava partire s'egli accennava di volersene
+andar piu presto del solito. Ma se egli arrischiava un gesto, una
+frase di desiderio, una preghiera o non faceva mostra di capirli, o li
+vietava cogli occhi, colla mano, col broncio, o si sottraeva alle sue
+carezze.
+
+Nana manovrava con lui con una tattica degna d'un generale di genio.
+Ella aveva fissato di sposare Enrico, mescendo l'utile al dolce;
+sposare un giovane che le piaceva e diventare contessa. Conosceva
+troppo la regola piu elementare della civetteria femminile, per la
+quale avviene che gli amanti stiano legati assai piu col rifiutarsi
+che col concedersi. E la sua continenza era cosa tanto insolita in lei
+che ne andava orgogliosa.
+
+Enrico sentiva d'essere stretto nelle spire d'un adorabile serpente e
+non sapeva levarsene. Gia cento volte Nana aveva letto negli occhi di
+Enrico il poema delle sue sofferenze fisiche e morali, e ne gioiva.
+C'era in questa gioia di Nana un piccolo sentimento di vendetta. Ella
+faceva pagar cari al giovane innamorato il tentativo di sottrarsi al
+suo fascino, spiegato da lui nella prima sera, quand'essa, non aveva
+potuto cavargli una sola dichiarazione, e aveva dovuto ella stessa
+fare i primi approcci.
+
+
+
+
+X.
+
+
+Siamo in villa, sul lago di Como. Potevano essere le otto d'un bel
+giorno di settembre. Il notaio faceva il suo solito sonnetto del dopo
+pranzo. La signora Eugenia era salita a trovare la cameriera, che
+s'era messa a letto con un febbrone. Elisa era uscita sul terrazzo,
+che dava sul lago, e stava la colle braccia a gomitello sul davanzale
+a guardar nel vuoto con quell'abbandono un po' languido e sconfortato
+di chi soffre un cordoglio che vuolsi dissimulato a tutti e che nella
+solitudine si fa sentire con raddoppiata amarezza.
+
+Povera fanciulla!
+
+Sua madre aveva gia tentato qualche volta di dissuaderla dal pensare
+ancora a quello scapigliato di Enrico, ed essa faceva di tutto per
+compiacere a sua madre e non ci riusciva. Che anzi, il martello
+dell'amor proprio offeso, e il disinganno, e il contrasto
+raddoppiavano nel suo animo il dolore e la desolazione.
+
+Stava cosi volgendo nella sua testolina i mesti progetti
+dell'avvenire, pur non disperando ancora del tutto, quando le parve
+udire dietro di se il passo di Enrico.
+
+Essa lo distingueva bene fra tutti quanti.
+
+Enrico, il giorno prima, aveva portato a Nana i diecimila franchi
+avuti dalla ditta Marliani e C., e Nana li aveva accettati; ma era
+stata con lui piu fiera che mai. Uscendo da lei, era stato preso per
+reazione da una specie di rimorso, da una resipiscenza amorosa per la
+sua bella Elisa; aveva giurato di star lontano per qualche giorno da
+Nana ed era venuto alla villa Martelli per riveder la fanciulla come
+se sperasse in quel dolce e onesto sguardo trovare la consolazione al
+disinganno de' sensi.
+
+Le giunse a ridosso credendo di non essere stato udito, e ristette ad
+ammirarla; e in quel punto senti il suo amore per lei moltiplicato dal
+dispetto e dal tormento che Nana gli aveva fatto durare il di prima;
+le si mise accanto.
+
+Essa alzo lentamente le pupille addolorate in viso ad Enrico sorrise e
+la sua fisonomia fu come illuminata da un raggio di gioia divina.
+Stese la mano al giovine, e gli disse:
+
+--Sei qui, Enrico? Oh, non ti aspettavo piu.
+
+Enrico vide negli occhi della fanciulla brillar due lagrime, preziosi
+gioielli dell'immeritato tesoro di tenerezza, ch'egli aveva racchiuso
+in quell'anima innamorata.
+
+--Che hai Elisa?... Tu sei malinconica--le disse Enrico mettendosi con
+lei al davanzale.
+
+--Ti pare?--sclamo sorridendo la fanciulla con molta dignita.
+
+--La balia ieri sera mi parlo di te.
+
+--Che cosa la ti disse?
+
+--Che tu credi che io non ti ami piu.
+
+--E vero.--domando Elisa.
+
+--Ebbene, ti giuro di no--riprese con accento sincero il
+conte.--Credilo, Elisa, io ti giuro che sento di non voler bene
+davvero che a te sola.
+
+Elisa sospiro, ma non disse parola.
+
+--Pero, siccome non sono capace di fingere con te, mia buona Elisa, ti
+diro tutto. Forse si, sono andato a rischio di cadere nei lacci di una
+donna... una donna che non vale un tuo capello... ma per puro
+capriccio, vedi, non per cuore. Ma quando ti vedo, quando sento la tua
+voce, quando guardo nei tuoi occhi tanto belli e sinceri, mi par
+impossibile di avere avuto un pensiero per un'altra donna.
+
+--Ah! dunque non mi sono ingannata--disse la Elisa.--Qualche cosa c'e
+per cui io non debba piu sperare...?
+
+--No, te lo giuro--interruppe Enrico--non c'e nulla. Tu mi credi, n'e
+vero Elisa? Tu lo senti che io sono sincero, e che non ti voglio bene
+proprio di cuore che a te sola....
+
+--Ebbene si, ti credo--rispose la fanciulla con infinita
+grazia--perche guai a te se poi tu m'ingannassi. Sarebbe come
+ingannare un bambino. Io non so nulla di cio che voi pensiate, ne che
+proviate per certe donne... ma so che tu mi fai soffrire.
+
+Queste parole furono dette dalla vergine, con una ineffabile
+espansione.
+
+--Ah, se anche tuo padre non fosse l'uomo che egli e--sclamo Enrico
+quasi per scusarsi--se non fosse lui che mi sforzo a far la vita che
+faccio.
+
+--Oh, ma perche?
+
+--Perche io sento di essere indipendente e superbo, ed egli mi tratto
+sempre come un fanciullo, e non come un uomo di ventiquattro anni che
+fra poco sara padrone del proprio avere. Lui crede che io debba
+pensare come lui, far la vita che fa lui, avere le sue abitudini, le
+sue idee, le sue spilorcerie. Egli mi ha fino rimproverato un giorno,
+perche avevo fatto un'elemosina. E insoffribile. Non e degno d'essere
+tuo padre.
+
+--Ah, Enrico, non dire cosi!
+
+--E vero, Elisa, scusami--sclamo il conte ridendo.--Ma tu, sarai per
+me la piu cara creatura di questo mondo. Fin da quando avevo dieci
+anni e tu non ne avevi che cinque, il primo pensiero d'amore che passo
+nella mia testa fu per te. Io sento di essere tuo e che nessuna donna
+potra prendere il tuo posto qui nel mio cuore.
+
+--Allora giurami--disse la Elisa--che non la vedrai piu questa donna.
+
+--Ebbene, te lo giuro--rispose Enrico sincero. Ma poi soggiunse:
+
+--Ti giuro che ci andro ben di rado e che non le diro mai piu nulla
+che ti possa dar ombra.
+
+--Ah no, tu non devi vederla mai piu.
+
+--Ma, mia cara, farei una figura molto ridicola co' miei amici.... Si
+direbbe ch'ella mi ha messo alla porta. Tu non vuoi, Elisa, ch'io
+diventi ridicolo.
+
+--No, ma io vorrei che tu mi promettessi almeno di non vederla piu da
+solo a sola.
+
+--Ebbene, questo te lo posso promettere--rispose Enrico.
+
+In questo s'intese la voce vibrata e severa di donna Eugenia che
+chiamava: Elisa.
+
+E la madre comparve sulla soglia della terrazza.
+
+--T'ho pur detto tante volte--ripiglio--che sulla terrazza non amo che
+tu ci stia di sera, se non con tua madre; speravo che tu m'avessi a
+obbedire.
+
+Rientrarono tutti e tre in sala, dove il notaio stava russando ancora
+placidamente nel suo seggiolone.
+
+Quella serata fu piena, pe' due giovani amanti, di misteriose
+dolcezze, mentre una noia feroce regnava in quella sala, che a poco a
+poco s'era andata popolando di visite. Erano i villeggianti dei
+contorni che venivano, come al solito, a passar la sera in casa
+Martelli. La Elisa, prima suonava qualche pezzo sul piano, poi si
+giuocava a _mercante in fiera_, fin verso le undici.
+
+Donna Elena aveva gia dato ordine al servitore di far preparare per il
+conte una delle camere dei forestieri in una casina attigua alla
+villa.
+
+--Spero che ti fermerai un po' di giorni--aveva domandato il notaio al
+conte.
+
+--Non posso--gli aveva risposto Enrico--sono venuto a far una visita
+alla sfuggita. Ma ho sul cavalletto un ritratto che non voglio lasciar
+prosciugare.
+
+Il giorno dopo infatti Enrico salutava i suoi ospiti e partiva. E in
+viaggio sentiva lievemente, gradatamente andarsene in fumo la promessa
+data alla Elisa ad ogni chilometro che si scostava da lei e che si
+avvicinava a Nana.
+
+
+
+
+XI.
+
+
+La storia della lotta fra la passione d'Enrico e la calcolata
+freddezza di Nana--e inutile dissimularlo--non potrebbe essere cosa
+nuova, per la ragione che essa dura fin dal primo giorno, in cui la
+mistica coppia, imaginata dalla Bibbia, senti il primo palpito, che
+doveva perpetuar nel mondo la razza umana. Essa durera pei secoli dei
+secoli, e sempre uguale, finche su questa pallottola abitata ci sara
+un seno di femmina, che palpitando rifiuti e un petto di maschio che
+sbuffando, desideri.
+
+Era dunque, come tutte queste battaglie d'amore, combattuta ad armi
+assai disuguali; perche egli amava ed essa calcolava; perche egli
+pativa ed essa godeva.
+
+Quel ruolo di donna onesta non e a dirsi come qualche volta pesasse
+anche a Nana. Ella amava di quando in quando lasciar intravedere al
+suo amante di quali pazze delizie, di quali frenesie lo avrebbe
+inebbriato s'egli avesse saputo meritare o carpire i di lei favori.
+Allora Enrico, infiammato, delirante, furioso si faceva piu ardito, ed
+ella lo lasciava arrivar fino all'estremo punto, poi lo arrestava
+negando, con un sangue freddo e una costanza, che avrebbero fatto
+onore a Penelope e a Lucrezia romana.
+
+--No, Enrico, no--gli diceva fingendo di soffrire ella stessa--io non
+potrei essere l'amante di un uomo che e gia promesso ad altra
+donna.--Io voglio che tu non mi disprezzi, ne che tu rida di me co'
+tuoi amici....
+
+Enrico protestava....
+
+--Io non potrei essere tua che diventando tua moglie. Devi scegliere o
+me o lei.
+
+La prima volta che Nana diede cosi il fuoco alla bomba, Enrico resto
+interdetto.
+
+--Mia moglie?--sclamo.
+
+E per due minuti non aggiunse altro.
+
+Nana si guardava le unghie e taceva anch'essa.
+
+* * * * *
+
+--Ti ricordi, Nana--riprese Enrico con calma--d'avermi detto un giorno
+che non avresti sposato mai un artista?
+
+--Mi ricordo--rispose ella ridendo--ma allora io non ti conoscevo come
+ti conosco adesso e non sapevo che tu mi avessi amata cosi. Oggi io,
+pigliandoti, sposerei un uomo che sono certa non ha per me soltanto un
+capriccio, ma un sentimento sincero e profondo.
+
+--Ma io ti volevo molto bene fin d'allora, perche credo d'essermi
+invaghito di te fin dal primo momento che i miei occhi hanno
+incontrato i tuoi.
+
+--Sempre la stessa cosa!--sclamo volubilmente Nana.
+
+
+
+"Da quel di che t'ho veduta
+
+Bella come un primo amore"
+
+
+
+E come se scordasse sull'istante che in quel punto Eurico le stava
+parlando appassionatamente d'amore, ella si mise sul _taboure_ del
+piano e comincio a cantare la cavatina di Verdi.
+
+Enrico resto come atterrato. Egli non conosceva ancora quella donna.
+Se Nana, quando le era cascato in mente di trarre dai tasti del piano
+la cavatina di _Carlo V_, si fosse trattenuta e ne avrebbe fatta una
+piccola malattia. E isterismo, dicono i medici. Chi non lo sa?
+
+Quand'ebbe toccati dei tasti, rinchiuse il piano e torno presso
+Enrico, che era rimasto li abbacinato, credendo ch'ella si burlasse di
+lui.
+
+--Dunque, che ne dici?--gli domando.
+
+--Sei decisa a non vedere in me altra stoffa d'uomo, che quella di cui
+si fanno fuori i mariti?
+
+--Decisa.
+
+--Mi concederai, Nana, che la cosa e poco lusinghiera per me.
+
+--Hai torto. Tu calunnii la mia scelta. A Parigi, se io avessi voluto
+essere cento volte contessa, duchessa, principessa lo avrei potuto.
+Come pure se volessi avere un amante, potrei sceglierne qui a Milano
+mille piu ricchi di te. Ma come sposo, non ci sei che tu, Enrico, a'
+miei occhi che mi possa far felice. E poi assolutamente io non vorrei
+per amante un uomo che e gia sposo di un'altra. O me, o lei.
+
+--Mi concederai che la e una determinazione gravissima quella che mi
+cerchi--disse Enrico, che schivava sempre di alludere alla Elisa.
+
+--Non lo nego. Ma per me essa e meno grave che decidermi ad una
+relazione intima quale la vorresti tu... Come mio marito io avrei
+interesse a non rovinarti e a non disonorarti; come amante forse non
+meriteresti da me questi riguardi. Vedi che ti parlo schietto!
+
+---E se io acconsentissi e ti promettessi di sposarti?--ripiglio
+Enrico--saresti tu pronta a raccontarmi il tuo passato?
+
+--Certamente--rispose Nana franca come una torre.
+
+--E chi dovra essere il primo a promettere?
+
+--Tu.
+
+--E perche non tu, piuttosto?
+
+--Perche sarebbe perfettamente inutile, che io raccontassi la storia
+della mia vita ad un uomo, che non dovesse poi essere nulla per me.
+
+--Puoi tu giurarmi fin d'ora che il tuo passato non ha nulla, che sia
+indegno di un gentiluomo il quale promettesse di darti il suo nome?
+
+Nana non arrossi ma non rispose subito. Chiamo a raccolta in un attimo
+tutte le facolta della simulazione e della dissimulazione, poi disse
+con calore:
+
+--Tu sai bene, Enrico, che io sono un'artista da teatro, e non una
+vestale.
+
+--Questo non conta! Io non parlo di errori, parlo di macchie
+indelebili. Una volta che tu fossi divenuta la contessa O'Stiary
+nessuno avrebbe piu il diritto di richiamare il tuo passato, tranne
+nel caso che fosse un passato infame. Cio che io ti domando si e se la
+tua mano possa mettersi nella mia senza tremare che un giorno o
+l'altro un uomo abbia il diritto di dirti una di quelle frasi che io
+non potrei lavare che a prezzo della vita dell'uno o dell'altro.
+
+Nana lo ascoltava cogli occhi fissati ne' suoi. Ella ripete la sua
+scusa.
+
+--Gia ti dissi che non fui maritata e che ho un figlio. Il mio povero
+Louiset non ha mai conosciuto suo padre. Fu un errore di giovinezza.
+Se nondimeno tu hai il coraggio di farmi tua moglie, ti giuro che
+diventero il modello delle spose, giacche ho conosciuto il mondo e
+sono certa di poterti assicurare su quel punto. Se non accetti,
+Enrico, sara meglio che non ci rivediamo. Io ti restituiro, a suo
+tempo, la somma che mi hai favorita... E tal sia di noi.
+
+Enrico la interruppe con un gesto...
+
+--Sara meglio che non ci vediamo piu--prosegui Nana--giacche la nostra
+situazione diventerebbe assurda e pericolosa per entrambi.
+
+Per quanto il giovine fosse appassionato non aveva perduto pero fin
+l'ultimo lume della ragione e della prudenza. Forse l'imagine
+sofferente e bella della Elisa vegliava ancora per lui in un cantuccio
+del suo cuore.
+
+Si diede a passeggiare pensieroso.
+
+--Dunque?--domando Nana poco dopo.
+
+--Se io dovessi promettere, crederesti tu alla mia parola?
+
+--Come a Dio!--rispose Nana con entusiasmo non finto.
+
+Questa frase die coraggio ad Enrico. Prese le due mani di Nana, la
+attiro a se e le disse:
+
+--Mi vuoi tu un po'di bene?
+
+--Come al miglior amico che io mi abbia--rispose la donna.
+
+Enrico la strinse sul petto. Ella si sciolse, scivolando fuori
+dell'abbraccio, e dicendo in francese:
+
+--_Voyons! Pas de betises!_
+
+* * * * *
+
+La frase fu crudele per Enrico.
+
+Prese il cappello e usci.
+
+Nana non lo richiamo.
+
+Ella si conosceva. Temeva che il subitaneo bollor del sangue non le
+facesse perdere il frutto della sua lunga resistenza.
+
+Ma Enrico era troppo leale e troppo inesperto per una simile donna.
+
+Del resto, cogli ardimenti della fantasia Nana aveva risolto il
+problema di restare casta, con Enrico, pur non soffrendo. Ella non
+avrebbe potuto resistere altrimenti. Trovava il suo amante cosi
+timido, cosi riguardoso e cosi bello, che anche con tutta la potenza
+del calcolo di cui si era armata, ella era sicura che non avrebbe
+saputo sempre trovare la virtu della resistenza, se la fantasia,
+avvezza a ben altro, non le avesse prestato spontaneamente collo
+sfogo, il suo aiuto. Quando Enrico, al colmo della passione le
+ricingeva la vita e la copriva di insaziabili baci, ella si
+abbandonava per un istante alle volutta di quell'adorazione e gemeva
+come donna a cui pel soverchio piacere sta per mancare la vita; poi si
+scioglieva a un tratto da lui, sicura ormai di non cedere. Era
+l'abbominazione d'una depravazione parigina, che, se Dio vuole, non e
+ancora comune fra le nostre donne!
+
+* * * * *
+
+Questo giuoco andava da piu settimane, quando avvenne un caso che
+diede una grande rinfiammata alla passione di Enrico.
+
+Nana in quel tempo stava con lui buona parte del giorno. Essa andava
+al di lui studio al mattino e vi stava fino alle due. Al dopo pranzo
+Enrico tornava da lei fino a mezzanotte e ne partiva congedato sempre,
+e sempre piu appassionato.
+
+Ma appena partito lui, un ombra d'uomo, che si spiccava da un angolo
+buio, dov'era stato a vedetta, scivolava lungo il muro della casa
+d'onde era uscito il sofferente giovine, lo seguiva da lungi per un
+tratto e quando lo vedeva bene avviato, e s'era assicurato che non
+pensava a spiare, tornava rapido, metteva la chiave nella toppa dello
+sportello di Nana e spariva in esso.
+
+Quell'ombra, che alla luce appariva essere quella del marchesino
+Sappia, l'intimo amico di Enrico, usciva poi da quello sportello,
+verso le cinque del mattino.
+
+Enrico non aveva pensato ancora di essere geloso. Un'idea fissa lo
+consolava dei rifiuti costanti di quella donna, ch'egli amava ormai
+alla follia; un'idea che l'amor proprio gli faceva sembrare
+eminentemente logica e chiara. Se Nana era tanto riservata con lui,
+come avrebbe potuto egli accogliere il sospetto ch'ella non lo fosse
+con tutti?
+
+Alle necessita della sua vita dispendiosa egli ci aveva gia pensato
+assai. Era pronto a rinnovar la dose appena Nana gli avesse lasciato
+intendere di non aver piu danaro, e glielo aveva detto esplicitamente.
+Non le doveva mancar nulla! Perche lo avrebbe essa tradito? A che
+scopo?
+
+* * * * *
+
+Una sera Nana gli disse:
+
+--Domani non posso venire allo studio.
+
+--Perche?
+
+--E arrivata da Parigi una mia amica. Debbo passar la giornata con
+lei.
+
+--Chi e?
+
+--_Madame Monrichard_--rispose Nana molto franca.
+
+--Dove sta?
+
+--Non so bene--disse la donna con un poco di impazienza.--Domani verra
+qui e mi faro dire dov'e discesa ad alloggiare.
+
+--A che ora verra domani da te?
+
+--Non lo so. Potra venire prima di mezzo giorno e forse potra venir
+dopo. E pero necessario ch'io l'aspetti in casa.
+
+--Bene, verro io da te all'ora che tu avresti dovuto venir da me.
+
+Nana resto un poco perplessa, poi disse:
+
+--No, non voglio che tu la veda.
+
+--Perche?
+
+--Perche e molto bella.
+
+--Che idea!
+
+--Ho paura che la ti piaccia piu di me.
+
+--Non c'e pericolo. Via!
+
+--No, non voglio assolutamente.
+
+* * * * *
+
+La mattina dopo Enrico entrava alle dieci nell'andito della porta di
+Nana, e il portinaio gli andava incontro porgendogli una lettera.
+
+Aveva le cifre di Nana e diceva:
+
+
+
+"Caro Enrico"
+
+"Madame Monrichard e venuta alle otto e mezza e mi ha condotto con lei
+in campagna a godere gli ultimi giorni di autunno. Non torneremo a
+Milano che a notte. Amami. A rivederci domani al tuo studio."
+
+"LA TUA NANA."
+
+
+
+--A che ora e uscita stamattina la signora?--domando Enrico scevro
+ancora da vero sospetto, ma col cuore molestato da un vago
+presentimento di sciagura...
+
+--E uscita alle nove con una signora.
+
+--Bella molto?
+
+--Oh no, tutt'altro; brutta e vecchia.
+
+--"Brutta e vecchia!"--sclamo fra se Enrico il quale si ricordava che
+Nana il giorno prima gli aveva detto _madame_ Monrichard essere
+giovine e bella.
+
+--E andata in campagna n'e vero?
+
+--Non so. Non m'ha detto nulla.
+
+--Com'era vestita?
+
+--Come al solito, di nero.
+
+--Grazie--rispose Enrico, e usci turbato.
+
+Era quello il primo attacco di gelosia che risentisse di sua vita.
+
+Ora come assicurarsi? Come avere le traccie di lei? Dove rincorrerla?
+Dove sperare di trovarla?
+
+Ricorse anche lui al solito mezzo comune, antico, volgare, come i
+sospetti negli innamorati e la cupidigia nelle cameriere, ma sicuro
+sempre, per quanto sfruttato da secoli.
+
+Torno indietro, levo dal portamonete un biglietto da dieci lire, lo
+pose in mano al portinaio, che si guardo bene dal ritirarla senza di
+esso, e gli disse:--Stasera quand'essa torna a casa ne avrete il
+doppio se mi saprete dire da chi e accompagnata e se verrete ad
+avvisarmene subito. E gli die l'indirizzo.
+
+--Signor conte illustrissimo--sclamo il portinaio cavando il berretto
+fino a terra--lei sara servita.
+
+"Guadagnar trenta lire, solo per accontentare un capriccio di
+innocente curiosita ad un bel giovane... non c'e male" pensava il
+portinaio. "A Milano queste cose si vedono di rado."
+
+Verso la mezzanotte Enrico si vide comparir dinanzi, nel luogo fissato
+al convegno, il valentuomo sorridente, che gli narro come avesse avuta
+la pazienza di stare dalle nove fino allora ad aspettar nella via il
+_brougham_, che doveva portar a casa la signora Nana.
+
+--Ebbene? Con chi torno?
+
+--E arrivata in un _brougham_, accompagnata da un signore, che e
+rimasto nel legno. Essa discese, senza farsi aiutare da lui, si volse
+gli disse _A revoir_, entro in casa; e il _brougham_ parti di
+galloppo.
+
+A Enrico si aprivano gli occhi. Nana lo tradiva.
+
+Diede al portinaio i venti franchi promessi, dicendogli:
+
+--Va bene. State attento che ne guadagnerete degli altri.
+
+E lo congedo con un gesto severo.
+
+Il povero giovane, non sapeva ancora per prova che cosa fosse gelosia.
+Non imaginava di quali morsi orrendi sia capace questo egoismo esimio,
+questo desiderio violento di conservare tutta per se la donna che si
+ama e di impedire che altri ce la possano togliere. La Elisa, la
+vergine bella e pudica, scelta dal suo cuore adolescente, della quale
+egli aveva creduto per un pezzo d'essere innamorato, non gli aveva
+fatto provar mai neppure l'ombra di quell'uragano, di quella
+disperazione, che sentiva in quel punto sorgere nel cuore, e pigliarvi
+delle proporzioni rapide e spaventose. La Elisa non gli aveva fatto
+provare tutt'al piu che una leggera puntura dell'amor proprio, quel
+giorno ch'ella s'era data a civettare con Aldo Rubieri, per tentar di
+smoverlo dalle freddezze, che a sua volta le davano tanto dolore! E si
+ricordo di quella leggera velleita di gelosia, e la paragono allo
+spasimo atroce di quel momento in cui il portinaio, che pensava di
+poter guadagnare i venti franchi, era venuto sorridente e lieto a
+raccontargli il tradimento della sua donna.
+
+Passata la botta pero, comincio il dubbio che in simili casi, e, per
+cosi dire, di prammatica. La gelosia invero non esiste che allo stato
+di dubbio. Se fosse certezza non sarebbe piu gelosia. La gelosia
+spinge la creatura alla ricerca della propria disgrazia, e finche v'ha
+ricerca, v'ha dubbio. Quando la certezza e entrata, la disperazione o
+la guarigione sono vicine.
+
+Enrico, adunque, comincio a dubitare e a cercare tutte le ragioni
+plausibili per scusare Nana e per non crederla rea. Perche, perche lo
+avrebbe tradito? E non trovava risposta al perche? Era invece cosi
+facile il trovarla, s'egli avesse conosciuto Nana o avesse avuto
+soltanto una maggiore esperienza dell'animo femminile.
+
+Come al solito, dunque il paravento dell'orgoglio gli celo i molti
+perche, dai quali una donna della tempra di Nana puo essere spinta a
+tradir un'amante, ch'ella abbia scelto a marito, e decise di aspettar
+a condannarla dopo di averla bene interrogata.
+
+La notte gli porto consiglio. Aspetto di pie fermo Nana nel suo
+studio, cercando di nascondere sotto una calma completa la sua immensa
+emozione.
+
+Nana alle dieci fece la sua comparsa piu bella e piu lieta che mai.
+Egli l'accolse, come il solito, andandole incontro e stendendole le
+due mani; Nana gli presento la fronte da baciare.
+
+Ella s'accorse ch'egli era pallido come un cadavere.
+
+Egli invece fece mostra di non accorgersi del moto gentile di Nana, e
+la fece sedere:
+
+--Dunque ti sei divertita?
+
+--Quando?--domando la donna col suo sorriso piu sincero.
+
+--Ieri in campagna.
+
+--Ah si, moltissimo.
+
+--A che ora sei tornata a Milano?
+
+--Coll'ultima corsa.
+
+--E chi e che ti accompagno a casa?
+
+--Monrichard.
+
+--Il marito della tua amica?
+
+--Precisamente.
+
+Poco manco che Enrico non mandasse un grido di gioia e non si curvasse
+ad abbracciare Nana e a dimandarle scusa de' suoi sospetti. Tutto si
+spiegava perfettamente. Egli era stato geloso d'una vana ombra. Come
+mai non aveva pensato prima che quell'uomo che aveva accompagnata a
+casa la sua Nana, era, doveva essere, il signor Monrichard? Rise fra
+se di aver sofferto tanto!
+
+La sua gioia pero doveva durar poco. Tutt'a un tratto si ricordo che
+la portinaia, il giorno prima, gli aveva detto che Nana quella mattina
+era uscita di casa con una vecchia.
+
+Allora le domando.
+
+--Ieri mattina a che ora e venuta a prenderti questa bellezza che tu
+non vuoi che io conosca?
+
+Nana ebbe dal canto suo un sospetto. Quell'interrogatorio di Enrico,
+quel suo fare un po' diverso dal solito, non la lasciava tranquilla.
+
+--Son venuti a prendermi alle nove--rispose stando a cavallo sulle
+frasi.
+
+--E sei uscita con lei?
+
+Nana non rispose subito. Il suo sospetto s'accresceva.
+
+--Ma perche mi fai tante domande quest'oggi?--gli domando.
+
+--Perche mi interesso de' fatti tuoi--rispose Enrico colla voce piu
+indifferente, che gli fu possibile di trovare in gola.
+
+Egli fingeva d'essere tutto intento a preparare la tavolozza.
+
+--Dunque?
+
+--Dunque che cosa?--domando Nana.
+
+--T'ho pregata di dirmi se fu _madame_ Monrichard che venne a
+prenderti.
+
+--E con chi t'imagini che io sia uscita di casa?--sclamo Nana
+levandosi.
+
+--Io non imagino nulla. Domando.
+
+--Ebbene no. Uscii con sua madre che e venuta a prendermi in vece sua.
+
+Enrico fu nuovamente sul punto di saltar al collo di Nana. Ma ebbe
+vergogna di confessarsi reo, e non gliene disse nulla.
+
+E quel giorno passo senz'altri incidenti.
+
+Nell'animo di Enrico pero era rimasto un lievito di inquietudine vaga,
+un'intuizione dell'inganno, un presentimento di sventura, che non lo
+lasciavano quieto.
+
+Torno dal portinaio della casa di Nana:
+
+--Questi sono quaranta franchi--disse.--Io ho bisogno di sapere chi
+viene a trovare la signora quando io non ci sono.
+
+--Se me l'avesse domandato prima glielo avrei gia detto--rispose il
+portinaio.
+
+--Parla dunque?
+
+--Quando lei e partito, verso mezzanotte viene un signore che ha la
+chiave. Io sono a letto, ma lo sento entrare e montar piano, piano.
+
+--Possibile;--sclamo Enrico.--Ch'ella sia cosi imprudente?
+
+--Ella spera che io non glielo dica; ma lei e piu generoso della
+signora, dunque....
+
+--Ah, dunque la signora vi ha fatto dei regali per comperare il vostro
+silenzio?
+
+--Oh, no, signore--rispose il portinaio--perche poi io sono un
+galantuomo, e se la signora mi avesse pagato per tacere, io avrei
+taciuto. Mi ha fatto un regalo si, ma un'inezia, e non mi ha detto
+nulla di tacere, perche essa spera forse che io non senta a entrare
+l'amico Ciliegia.
+
+--E voi siete certo che egli va da Nana?
+
+--Puo figurarsi! Dopo due o tre sere che l'avevo sentito a entrare, mi
+sono preparato giu dal letto a pie scalzi, e pian pianino sono uscito
+fuori e ho veduto che andava al primo piano.
+
+--Ma a che ora viene egli?
+
+--Un quarto d'ora dopo che lei e partito.
+
+--Non sareste capace di dirmi chi e?
+
+--Credo di saperne il nome.
+
+--Ed e?
+
+--E il signor Aldo Rubieri--rispose il portinaio confondendo un nome
+con un altro.
+
+Forse a bella posta?
+
+Chi lo sa!
+
+--Aldo Rubieri;--sciamo Enrico volgendo il dorso al portinaio e
+andandosene senza dirgli crepa:--"Lo avrei giurato!"--pensava.--"Ah!
+giustizia di Dio, egli dunque mi ha vilmente ingannato quand'io l'ho
+scongiurato di dirmi se fra lui e lei erano passate delle intimita?...
+E d'altronde?... Non ebbe il coraggio di posare nuda dinanzi a lui?
+Non ci sono che le modelle o le amanti che posino nude. Ma modella non
+e. Dunque! Stupido, idiota che fui finora a non capirlo."
+
+Enrico a quel punto si senti assalito da una violentissima smania di
+piangere; e per soffocare l'esplosione del dolore che lo soffocava e
+per non farsi scorgere per la via coi lucciconi, che nessuna forza
+umana e valida a trattenere quando il cordoglio e al colmo, si caccio
+in un _brougham_, disse al cocchiere:
+
+--Va a casa del marchese Sappia.
+
+E gli indico la via calando le cortine.
+
+* * * * *
+
+Ferdinando Sappia era in casa.
+
+Enrico fece irruzione nella sua camera allo stesso modo e peggio di
+quel giorno ch'era andato da lui a chiedergli diecimila franchi da
+prestare a Nana.
+
+Vedendolo entrare pallido, cogli occhi rossi, sottosopra, convulso, il
+marchese, che in quel punto stava studiando sulla carta geografica un
+certo suo progettato viaggio in Europa, si volse, mise le due mani sui
+fianchi e stette ad aspettare che Enrico si spiegasse.
+
+Enrico si lascio cadere, un po' drammaticamente, ma pur senza aria di
+posare, in una sedia e taceva.
+
+--Cosa c'e?--domando il Sappia.
+
+--Nana e una gran p....!--sclamo Enrico.
+
+Il Sappia capi che si trattava forse di lui stesso e si armo di
+dissimulazione.
+
+L'autore dei _Promessi Sposi_ scrisse che: l'uomo onesto in faccia al
+malvagio piace generalmente imaginarselo con la fronte alta, con lo
+sguardo sicuro, col petto rilevato, con lo scilinguagnolo bene
+sciolto.
+
+Il marchese Sappia non era un malvagio, ma sentiva, da quella frase
+appassionata di Enrico, di avere verso di lui tutto il torto che un
+amico puo confessare a se stesso di avere in faccia all'amico tradito.
+
+Sciaguratamente, in questa nostra vita contemporanea, la morale
+amorosa ha create tali e tante leggi in contrasto flagrante fra di
+loro, che il raccappezzarne una assoluta e fissa nel caso di Sappia
+sarebbe opera superiore ad ogni filosofico criterio.
+
+Sappia _tradiva_ davvero l'amico? Non faceva egli quello
+che--volgarmente--chiamasi _il suo mestiere_ di uomo elegante? Non
+aveva egli un diritto su Nana, anteriore a quello di Enrico? Poteva
+egli in coscienza credersi reo di lesa amicizia? Avrebbe egli avuto il
+dovere di raccontare ad Enrico il perche ed il come Nana fosse stata
+obbligata a riceverlo lui, di notte, mentre s'era mostrata sempre
+restia e inflessibilmente, se non casta, cauta, con lui?
+
+Tutte queste domande si erano affollate nel cervello di Sappia nel
+breve spazio di tempo, che scorse fra l'esclamazione di Enrico e
+quella che egli fu obbligato di rispondergli, per non metterlo in
+sospetto.
+
+--Te l'avevo pur detto di guardarti!--sclamo Sappia.--Ora spiegati.
+
+Enrico gli racconto tutto sinceramente.
+
+--Ma chi e costui che va da lei di notte?--domando il Sappia con finta
+indifferenza.--Il portinaio ti ha detto chi sia?
+
+--Si--rispose Enrico--e lo scultore.
+
+--Lo scultore?
+
+--Aldo Rubieri!
+
+Il marchese tiro dai precordi un gran fiato; egli intanto si senti
+sollevato da un bel peso. La tempesta che vedeva scatenarsi sul
+proprio capo, si scioglieva in sereno per andar a devastare il campo
+del vicino. E il primissimo moto del suo egoismo fu di lietezza.
+
+Ma il secondo, repentissimo, nel suo animo fu di sorpresa e di rabbia.
+L'amor proprio piglio tosto il sopravvento. Cosi subitaneo, a dir
+vero, che si confuse col primo e gli fece sclamare con accento
+sincero:
+
+--Dici vero? Aldo Rubieri? Ah, canaglia! Non lo sapevo!
+
+Enrico scambio l'interesse, che la voce, lo sguardo e il gesto del
+marchese gli dimostravano come una commiserazione per la propria
+sventura, e rispose ingenuamente:
+
+--Ti pare? Tu che sai tutto di me; dimmi che nome merita Nana? Dillo
+che nome merita quella donna infame?
+
+A questo punto la chimica--per modo di dire--amorosa di que' due amici
+diventava assai complessa e confusa. Enrico si credeva di fronte ad un
+amico senza colpa. Il marchese che non aveva "il buono testimonio
+della propria coscienza, ne il sentimento della giustizia della
+propria causa" era rimasto leggermente imbarazzato e silenzioso.
+
+O'Stiary proseguiva:
+
+--Tu che ne dici? Che cosa mi resta a fare? Levarmela dalla mente ora
+e impossibile! Non avrei mai creduto che una donna potesse rendermi
+cosi vile e stupido! Lo riconosco.... Ma e piu forte di me, e piu
+forte della mia volonta! Oramai non posso piu far senza di lei.
+
+--Non c'e che un viaggio!--disse Sappia--Va via... va a Parigi. Vengo
+anch'io.
+
+--Impossibile! Ci ho pensato. Ma ritornerei dopo tre giorni. Che cosa
+vorresti facessi in viaggio se ella mi ha come... ammaliato?
+
+--Capisco, capisco!--ripete il Sappia sopra pensiero.--Ma sai bene,
+Enrico, in queste cose non si possono dare consigli. Io non ho mai
+provato che cosa sia questo tormento. La mia Luisa io non l'amo
+abbastanza per esserne geloso.
+
+E stettero silenziosi entrambi per un cinque minuti.
+
+La conclusione fu che il Sappia non diede altro consiglio ad Enrico e
+che Enrico si accontento per quel giorno d'essersi sfogato coll'amico
+traditore.
+
+Cosi, e non altrimenti, corre ai giorni nostri la _vita vera_. E chi
+desideroso di non trovarla tanto sconclusionata e smorta volesse
+caldeggiarla e idealizzarla, per seguire i dettami di chi odia la
+pretta verita, correrebbe rischio di dipingere una societa di
+fantasia, mille e mille altre volte descritta dai maestri del passato,
+ma sterile poi e vuota di ammaestramenti ai filosofi socialisti.
+
+
+
+
+XII.
+
+
+Nana riceveva in casa gli amici ai venerdi; quel giorno era appunto di
+venerdi, Enrico decise di non lasciarsi vedere. Gli seccava di
+mostrarsi presso di lei in faccia a Rubieri, a Sappia, a Marliani, a
+Salis, a Bianconi, che forse sapevano del suo attaccamento per Nana, e
+avrebbero indovinato il suo spasimo. Egli era furente contro Aldo
+Rubieri e gli dava in cuor suo del traditore, dell'ipocrita e del
+paltoniere. Giurava non volerlo piu salutare.
+
+Quella sera da Nana c'era un dramma nell'aria.
+
+Nana era sdraiata nel suo seggiolone e guardava spesso alle lancette
+del pendolo. Erano gia le dieci ed Enrico non era comparso ancora. Gia
+due o tre volte Marliani e Sappia le avevano notato questo ritardo.
+C'erano quella sera dalla Nana oltre i due nominati, la signora Fanny,
+la padrona di casa, la Luisa, Bonaventuri e Cantis. I Francesi erano
+partiti da Milano. Marliani s'era seduto accanto a Nana e le parlava
+sottovoce. Essa non lo udiva; pensava al conte.
+
+--Mi risponderai una volta?--disse alla fine il giovine molto
+duramente.
+
+Nana ne fu scossa e si rizzo sulla vita. Guardo Marliani come donna
+che si desti da un sogno e:
+
+--_Fiche moi la paix_!--gli disse; e torno a sdraiarsi.
+
+--Ascolta Nana--prosegui Marliani sottovoce.--Cosi non la puo andare.
+O tu mi dici che il conte non e nulla per te ed io ti credo, guarda,
+sulla parola e ti domando perdono delle insolenze che ti dissi ieri; o
+tu persisti a trattarmi cosi, e allora io ti ripeto che sei la piu
+infame delle sgualdrine che io abbia conosciuto, e ti giuro che la
+prima volta che lo trovo, lo provoco e mi batto con lui all'ultimo
+sangue; ma prima gli dico il bel mestiere che facevi a Parigi... bada.
+
+--Oh?--sclamo Nana; e scoppio in una risata, perche gli altri non
+s'accorgessero che la tempesta ruggiva. Ma poi penso che bisognava
+tener buono il Marliani e riprese:--Tu sei troppo gentiluomo per fare
+una simile vigliaccheria.
+
+--Bada Nana a non scherzare col fuoco. Tu non sai quello che mi fai
+soffrire. Non farti insultare daccapo.
+
+--Ma _cre nom de_... che siano proprio tutti continuamente uguali
+questi signori uomini?--sclamo Nana quasi parlando a se stessa.--Io
+credevo venendo in Italia di trovare tutt'altra cosa di quello che
+avevo trovato a Parigi.... M'accorgo che alla lunga valevano ancora
+meglio i miei compatrioti!
+
+--Io voglio una risposta--insisteva Marliani.--Io ti ho avvisata; la
+colpa di cio che accadra sara tutta tua Nana se non mi rispondi.
+
+--Che cosa vuoi che ti risponda, vediamo, maleducato che sei!
+
+--Se tu ami il conte O'Stiary.
+
+--Io non amo nessuno.
+
+--Ma egli e innamorato di te.
+
+--Bella novita! Chi e dei presenti, che non e innamorato di me?
+
+--Tu vuoi sposarlo.
+
+--Chi lo dice?
+
+--Me lo ha detto il Sappia.
+
+--Il Sappia e un asino--disse Nana senza curarsi di mitigare
+l'epiteto, che le venne spontaneo sulle labbra.
+
+--Perche dunque mi tratti cosi? Perche mi hai lusingato di nuovo per
+farmi soffire cosi?
+
+--Com'e che ti tratto?--domando Nana.--Tu vorresti dunque che io fossi
+continuamente nelle tue braccia? Tu non vuoi assolutamente ammettere
+che ho fissato di mutare la mia vita? Siete dunque voi che
+continuamente vi opponete a che una donna possa diventare onesta? T'ho
+io forse detto qualche volta d'essere innamorata di te? E se io non
+sono innamorata con quale diritto pretendi tu che io resti eternamente
+la tua amante?
+
+--Qui non c'entra il diritto!--disse Marliani.--In amore so benissimo
+che non esistono diritti. I diritti non esistono che nel matrimonio.
+Ebbene! vuoi tu sposarmi Nana? Io sono pronto.
+
+--Ma dunque siamo proprio daccapo come laggiu?--grido Nana ridendo e
+facendosi udire da tutti perche si credesse che il loro dialogo fosse
+leggiero e insignificante.
+
+La Luisa, che stava civettando con Salis, volse il capo e domando:
+
+--Dove laggiu?
+
+--A Parigi--rispose Nana.--Figuratevi che il signor Marliani mi stava
+offrendo il suo cuore e la sua mano...
+
+Marliani si levo ridendo, sdegnato e ando a suonar una _polka_ al
+pianoforte.
+
+Cosi, signori, cosi e non altrimenti, si esplica e si mostra la vita
+contemporanea. Regina, sovrana, arbitra, dea d'ogni cosa, al giorno
+d'oggi, e la santa dissimulazione, giacche il peggior delitto di cui
+si possa macchiare un giovine odierno e quello di farsi vedere
+innamorato d'una donna... Cio che nel medio evo era dovere d'ogni uomo
+bennato cio che costituiva la vita de' cavalieri e dei trovatori oggi
+e diventato ridicolaggine.
+
+Che cosa volete capir bene de' fatti suoi quando vedete un uomo che
+ha--come dicono gl'_idealisti_--la morte nel cuore andar a sedersi
+dinanzi a un pianoforte a suonar una _polka_ allegra di Marco Sala o
+di Strauss, come l'uomo piu spensierato della terra?
+
+* * * * *
+
+Enrico O'Stiary entro in quel punto.
+
+Egli non aveva potuto tenere la risoluzione di non andar quella sera
+da Nana.
+
+S'era lasciato portare di transazione in transazione dinanzi alla
+porta di lei, aveva montate quelle scale maledette, era entrato
+protestando sempre, ma trascinato, suo malgrado, da una vera _forza
+irresistibile_, arcana, fatale.
+
+Un oh! sincero e prolungato, lo accolse. Egli era simpatico a tutti,
+tranne che a Marliani, il quale lo esecrava. La Luisa gli corse
+incontro e lo presento alla societa come un figliuol prodigo, che fa
+ritorno alla magione.
+
+Questa alzata d'ingegno della Luisa non e a dire come dispiacesse
+all'Enrico, segretamente. Ma bisognava sopratutto avere del contegno.
+E lo ebbe.
+
+Nana e Sappia furono i soli ad accorgersi che sotto a quel fare in
+apparenza ilare e disinvolto covava piu fiera la tempesta che mai. Gli
+altri non capirono nulla.
+
+Enrico strinse la mano a Nana dicendole buona sera, senza tradire la
+benche minima emozione, poi si confuse ai crocchi circostanti.
+
+Allora il Marliani si stacco dal pianoforte, ando vicino a Nana e le
+disse sottovoce:
+
+--O tu questa notte mi ricevi o io vado a provocarlo, ti avviso.
+
+--No, non posso.
+
+--Qualunque cosa avvenga Nana, ricordati che la colpa e tutta tua.
+
+--Bene, finiscila, non seccarmi.
+
+Essa non credeva che Marliani avesse coraggio.
+
+* * * * *
+
+Questi si levo pallido, zuffolando a sordino. Nei momenti piu
+terribili, nelle crisi piu tormentose del cuore, Marliani zuffolava a
+sordino, col muso in fuori.
+
+Si avvio verso O'Stiary.
+
+Nana si volse repentinamente dall'altra parte dove stava Cantis, il
+giovinetto d'avvocato, che immemore d'ogni altra cosa che della
+propria adorazione concupiscente, stava la a covare cogli occhi il
+profilo di Nana e il profluvio de' suoi capelli d'oro, e l'alabastrina
+morbidezza di quella sua pelle indemoniata, e il dolce avvallarsi del
+seno scoperto fin quasi ai capezzoli, tutte cose che mettevano nelle
+vene degli uomini, che l'avvicinavano cosi strepitosi fremiti.
+
+Essa gli disse:
+
+--Ernesto, avete voi coraggio per amor mio?
+
+--Oh, lo sapete bene, Nana--rispose l'adolescente con immensa
+convinzione.--Io sono pronto a dar anche la vita per voi.
+
+--Marliani poc'anzi mi ha insultata. Io voglio essere vendicata, ma
+sull'istante. Andate la, provocatelo, fatelo uscire con voi dalla
+sala... Ma fate presto.... Sarete poi contento di me.
+
+Cantis s'alzo come invasato dal furore di Marte. Si slancio presso
+Marliani, che stava d'accanto ad O'Stiary, e andava battendo colla
+sinistra un guanto sulla palma della mano opposta. O'Stiary stava
+colle spalle a lui rivolte, parlando colla Luisa e fingendo
+disinvoltura.
+
+--Caro signor Marliani--disse il giovinetto--avrei a dirle due parole.
+
+--A me?--sclamo il Marliani volgendosi di mala voglia a chi veniva
+cosi in mal punto a interrompere il suo divisamento.
+
+--Si, a lei, a lei, se le accomoda--rispose forte il Cantis, in modo
+da essere inteso da tutti.--Oggi in studio m'e capitato di vedere il
+di lei riverito nome come gerente della ditta Marliani e
+Compagni--prosegui il giovinetto--e vorrei per suo bene metterla
+sull'avviso di certe cose, che devono interessarla assai.
+
+--Ma che cosa c'entra ora?
+
+--C'entra molto. Anzi, se non le e di disturbo, la prego di uscire con
+me.
+
+--Uscire? Perche uscire?
+
+--Perche non vorrei far uno scandalo qui fra questi signori, che hanno
+il diritto di non seccarsi per una nostra questione personale. Mi
+capira che non e questo il luogo per certe spiegazioni! La prego di
+uscire con me.
+
+--Ah!--sclamo il Marliani.--Vedo che lei ha delle idee!--Davvero pero
+che questo e un bel caso.
+
+Cosi dicendo diede una squadrata a lui e una squadrata ad Enrico, che
+aveva voltata la faccia verso di lui e stava ad ascoltare quel
+diverbio senza capire ne sospettare di nulla.
+
+--E davvero un bel caso! parola d'onore!--ripiglio Marliani
+amaramente--sono a' suoi comandi.
+
+E s'incammino verso l'uscio, seguito da Ernesto Cantis. Schiuse
+l'imposta e mentre stava per oltrepassare la soglia dell'uscio gli
+venne un'idea. Si volse e sclamo guardando ferocemente a Nana:
+
+--Oh, ma forse ho sbagliato a dirlo un caso. Ma ridera bene chi ridera
+l'ultimo.
+
+* * * * *
+
+--Cos'e stato?
+
+--E pazzo?
+
+--Che mosca l'ha punto?
+
+--Quel _pivello_ pero ha un certo _chic_ di buona compagnia!
+
+--Si vede che e una vecchia ruggine!
+
+--Amerei sapere cosa va a succedere.
+
+--Bisognerebbe tenerli d'occhio...
+
+--Non la puo finir liscia.
+
+Queste e altrettanti frasi uscirono dagli astanti appena quei due
+furono usciti.
+
+La sola Nana sapeva tutto ma prego tutti di star al suo posto. Gli
+altri si perdevano in false congetture.
+
+Nessuno dunque si mosse per tener d'occhio i due contendenti. E dopo
+cinque minuti tutti li avevano gia scordati.
+
+--Che cos'hai stasera, Enrico, che non mi dirigi la parola?--disse
+Nana al conte.
+
+--Non t'ho diretta la parola--rispose il conte coi denti stretti come
+un Inglese, lasciandone scivolar fuori le sillabe staccate e
+sibilanti, tanto era l'emozione da cui si sentiva preso--perche avrei
+avuto voglia di ucciderti. Ora sono piu calmo e ti parlo.
+
+--Uccidermi? Perche?
+
+--Perche tu sei la piu infame prostituta, la piu spudorata sgualdrina,
+che io abbia mai conosciuta di mia vita--rispose freddamente O'Stiary.
+
+* * * * *
+
+Nana impallidi; si volse a cercare colla mano la spalliera d'una sedia
+e si lascio cadere in essa come stanca.
+
+Era, in cinque minuti, il secondo sanguinoso insulto, ch'essa riceveva
+sul viso. Cio che bolliva nella sua anima di _cocotte_ francese, basta
+accennarlo per farlo capire.
+
+--Perche mi dici queste ingiurie?--balbetto.--Che cosa ti ho fatto?
+
+--Che cosa mi hai fatto? Tu hai tanta fronte di domandarmelo? Chi e
+che e uscito anche stamattina all'alba da queste camere?
+
+--Nessuno--rispose franca Nana.
+
+E questa volta diceva il vero.
+
+--Sei bugiarda. Io so tutto.
+
+--Che cosa sai?
+
+--So che madama Monrichard e una invenzione, so che non sei partita da
+Milano, so che non sei tornata a casa ieri sera col marito di questa
+tua pretesa amica, so insomma che Aldo Rubieri sta con te tutte le
+notti, mentre tu mi fai soffrire per comparire onesta e per riuscir a
+sposarmi.
+
+--Se tutto questo che hai detto fosse un amasso di menzogne e di
+calunnie?--disse Nana--che nome meriteresti tu?
+
+--Se tu sei capace di provarmi che io mi sono ingannato mi assoggetto
+a qualunque sagrificio. Ma subito.
+
+--Subito in che modo?
+
+--Mettiti il cappello e andiamo insieme a trovare madama Monrichard
+con suo marito e sua madre.
+
+--Ah, questo, per esempio, e impossibile--rispose Nana sforzandosi di
+ridere.--Vorresti ch'io lasciassi qui gli amici? E poi io te l'ho gia
+detto, non voglio che tu la conosca la Monrichard. E un puntiglio!...
+Pensa pure tutto quello che vuoi di me e non seccarmi oltre.
+
+Su questo _ultimatum_ stettero un minuto in silenzio.
+
+--Enrico--disse Nana ad un tratto--vuoi tu avere la prova la piu certa
+che io non penso che a te solo, che non ho altri intorno a me, che non
+desidero altro che di poter essere tua?
+
+--Parla.
+
+--Partiamo da Milano, conducimi in fondo della terra, su una montagna
+dove nessuno sappia che viviamo, senza lasciar a Milano traccie di
+noi, senza che alcuno possa venir a seccarci. Sarai persuaso allora? E
+per farti vedere che io non ci ho interesse ma che ti amo non voglio
+neppure che tu mi dia la tua parola d'onore, che prima di esigere che
+io sia tua, mi sposerai... Ma almeno sapro che anche tu sei lontano
+dalla tua Elisa.
+
+Nana non gli aveva mai parlato cosi.
+
+Enrico fu vinto. Lo spasimo che aveva durato fino allora lo aveva reso
+debole come un vigliacco: non diversamente il torturato dai frati
+domenicani riusciva dopo il tormento degli stivaletti o dopo lo
+strazio delle tanaglie roventi a dichiararsi reo d'un delitto
+imaginario.
+
+La felicita che gli pioveva a un tratto sul cuore dalle parole di Nana
+era troppo viva, perche egli ponesse indugio ad accettare la proposta
+di quella donna, che lo aveva ammaliato e che si dava anima e corpo in
+suo potere. Come avrebbe ella potuto resistergli ancora, una volta,
+che fossero insieme notte e giorno fuori di Milano?
+
+La vittoria, finalmente, la sospirata, la agognata vittoria era certa!
+
+In quel momento il desiderio lunghissimo e intenso, l'idea della
+conquista e del trionfo non gli lasciarono discernere neppur in ombra
+tutto quello che v'era di estremamente grave in una fuga da Milano
+colla famosa Nana.
+
+E d'altronde ci avesse anche pensato come avrebbe potuto ritirarsi?
+Non ne avrebbe avuto ne la forza, ne la volonta.
+
+Acconsenti. In cinque minuti s'intesero e fissarono il punto della
+partenza. Doveva essere pel domani. Enrico non doveva dir ad anima
+viva che stava per andarsene da Milano. Avrebbero poi preso in affitto
+una qualche villetta romita in Isvizzera, e la sarebbero vissuti
+felici come due colombi nel nido.
+
+In questo suono la mezzanotte al pendolo sul piano del camino.
+
+Sappia s'alzo e venne a stringere la mano a Nana per congedarsi,
+dicendole sottovoce:
+
+--Fra mezz'ora?
+
+--Impossibile! Non venire--gli sussurro Nana.--A domani; ti diro poi.
+
+Tutti s'erano levati e si congedarono l'un dietro all'altro.
+
+* * * * *
+
+Nana era sul punto di riuscir nell'intento. Ma pensava esserle duopo
+di usare molta cautela, per scongiurare il pericolo d'essere sfatata
+da' suoi furibondi adoratori, i quali avrebbero potuto scoprir il suo
+nido d'amore e mettere in guardia Enrico contro di lei.
+
+Quanto ai documenti che sarebbero venuti da Parigi, i documenti
+necessari al matrimonio, ella aveva gia disposto le cose in modo da
+riuscire per bene.
+
+Gli amici, che essa temeva sopratutti, erano il Marliani ed il Sappia,
+che conoscevano il di lei turpe passato.
+
+Era indispensabile disporre in modo le cose che essi non potessero
+parlare, non dovessero tradirla.
+
+La mattina stessa del giorno anteriore alla partenza ella ando da
+Marliani in via Valpetrosa.
+
+Vedendola entrare, il giovinetto si strappo di testa la callotta di
+Bibo, balzo in piedi e mosse incontro alla bella donna, aggrottando le
+sopracciglia, ma beato in cuor suo.
+
+--Tu sarai sorpreso--disse Nana--di vedermi qui da te, n'e vero?
+
+--Non ti dissimulo....
+
+--Vengo, prima di tutto, a vedere cosa e successo iera sera con
+Cantis.
+
+--E pazzo quel fanciullo o l'hai aizzato tu stessa contro di me?
+
+--Perche vorresti ch'io lo avessi aizzato contro di te?
+
+--Per salvare il tuo amante dalla mia vendetta.
+
+--Ma che amante!--disse Nana sedendosi.--E dunque com'e finita.
+
+--Gli ho mandati i padrini e li aspetto fra poco.
+
+--Io non voglio che vi battiate.
+
+--Vedremo. Non ti posso dir nulla.
+
+--Io sono venuta a salutarti perche parto.
+
+--Parti? Per dove?
+
+--Per Vienna.
+
+--Col principe?
+
+--Quale principe?
+
+--Il Kuvasoff.
+
+--Che c'entro io col Kuvasoff.
+
+--Via Nana, non farmi l'innocentina.
+
+--Io ti dico che non parto col principe.
+
+--Con chi dunque?
+
+--Parto con un banchiere ricchissimo... che ha promesso di sposarmi.
+
+--E il conte O'Stiary.
+
+--Lo pianto qui.
+
+--Davvero?
+
+--Non posso partir con due.
+
+--Poverino!
+
+--Lo compiangi?
+
+--E tanto innamorato. Ma pero fai benone.
+
+--Ti pare?
+
+--Benone ti dico. Non avresti potuto continuare un mese con lui.
+
+--Perche?--domando Nana con voce molto indifferente.
+
+--Perche ormai egli e spiantato... peggio di me.
+
+--Spiantato?
+
+--Spiantatissimo.
+
+--Da quando in qua?--domando Nana guardandosi le unghie.
+
+--Dacche comincio a far debiti.
+
+--Ha dunque molti debiti quel povero ragazzo?
+
+--Ne ha per circa settecento mila franchi.
+
+--E impossibile! Mi avrebbe mentito allora quando mi parlava del
+testamento di suo padre.
+
+--Domandalo al marchese Sappia, domandalo a Aldo Rubieri che lo sanno
+meglio di me.
+
+--Non ha egli ereditato da suo padre piu di un milione?
+
+--Cosa c'entra? Un piccolo, un miserabile milione, che egli sciupo in
+poco piu di tre anni.
+
+--Sara molto dunque se riuscira a conservare duecento o trecentomila
+franchi in tutto e per tutto?
+
+--Ma neanche. A poter disporre dell'eredita gli manca ancora un mese a
+dir molto. Pagati gli interessi e i debiti plateali egli restera nudo
+come il giorno che e venuto al mondo.
+
+"Avrei fatto un bell'affare, sposandolo" penso Nana in cuor suo.
+
+Ma poi riflette:
+
+"Non sara vero nulla! Costui parla per gelosia."
+
+--Bene,--diss'ella--queste cose gia a me poco importano. Io non sono
+venuta da te per questo come puoi imaginarti. Sono venuta da te,
+portata da un piccolo rimorso a chiederti un servizio.
+
+--Di danaro?--domando sollecito il Marliani, colla voce in cui si
+sentiva il disinganno.
+
+Nana penso di lasciar credere per poco al Marliani ch'essa volesse
+chiedergli danaro, per vedere poi accolta con migliore garbo la sua
+preghiera, quando gli avesse detto che non si trattava punto di
+chiedergli un prestito.
+
+--Danaro! danaro!--diss'ella--sempre questo maledetto danaro!
+
+E si fermo a guardare Marliani nel bianco degli occhi.
+
+* * * * *
+
+--Ebbene, parla--disse il giovine--in cio che posso.
+
+Nana, vedendo le buone disposizioni di Marliani, fu li li per
+chiedergliene subito davvero. Ma poi pensando d'aver qualche cosa di
+piu interessante pel capo, ripiglio ridendo:
+
+--No, non voglio avere ancora danaro da te, se non me lo saro
+meritato. Dopo se potrai darmi un paio di mille franchi, mi farai gran
+piacere. Sappi dunque che io potro giovarti assai se mi vorrai
+obbedire... Vedi che in caso tu non mi daresti che la senseria.
+
+--In fondo sei una gran buona fanciulla!--disse Marliani che
+cominciava a intenerirsi.
+
+--Io non voglio lasciare di me brutta memoria in questa citta, che mi
+e stata tanto gentile e simpatica. Noi forse non ci vedremo mai piu;
+ma ho bisogno di partire col cuore in pace e sono venuta come vedi, a
+congedarmi. Vuoi tu che ci lasciamo in pace?
+
+--Come si fa a negarti una cosa simile?--sclamo il meneghino, che
+s'inteneriva sempre piu.
+
+--Eppure io so che tu stavi preparando una vendetta.
+
+--Si..., ti confessero che io avevo stabilito di scrivere a O'Stiary
+per metterlo in guardia contro di te e per raccontargli il tuo
+passato, come del resto, te l'ho minacciato ieri sera.
+
+--Vedi dunque che ho fatto bene a venire da te. Io non so quando
+partiro, ma nel frattempo tu puoi figurarti quanto io ci tenga che i
+miei amici non sappiano nulla di brutto sul conto mio. Noi dunque
+dobbiamo tornare amici, almeno fino alla mia partenza. Poi ci
+scriveremo... E cosi bello sapere che si hanno qua e la dei cuori che
+pensano a noi, che ci vogliono bene. Accetti?
+
+--T'ho gia detto, Nana, t'ho gia detto che a te nulla si nega--rispose
+il giovine che sentiva a sfumar dall'animo dolce ogni risentimento
+verso quella strega di bellezza.
+
+--Ebbene, ascolta un mio progetto su di te. Dal giorno che ti seppi in
+cattiva posizione, io ho pensato di far qualche cosa a tuo vantaggio.
+Vedi che io ho cuore. Avrei trovato il modo di farti qui in Milano una
+buona posizione.
+
+--Tu?
+
+--L'uomo col quale debbo partire--disse Nana--tiene qui a Milano
+moltissimi interessi bancari e commerciali. Io ho il potere di farti
+nominare suo rappresentante. Si tratta per te di otto o diecimila
+franchi di guadagno all'anno.
+
+Marliani stentava a credere alle proprie orecchie. "Possibile che
+Nana--Nana egoista, Nana spensierata, Nana prodiga, Nana alienissima
+dagli affari,--fosse cosi buona e cosi provvida per lui?"
+
+--Tu mi colmi--disse egli prendendo una mano della bella e
+baciucchiandogliela con passione. Stasera ti portero i due mila
+franchi.
+
+Ah, se la Bibo fosse entrata in quel momento!
+
+I baci di Marliani erano espressivi al punto da scrocchiare sulla
+pelle di Nana come la frusta d'un postiglione _in grazia divina_.
+
+--Ascolta dunque--ripiglio Nana ritirando dolcemente le mani da quelle
+di Marliani.--Io non posso metterti in relazione qui a Milano con lui,
+perche egli non vuol essere conosciuto. Ma ti fidi di me?
+
+--Come non fidarmi?
+
+--Vieni a trovarmi dopo pranzo, ma non dopo le otto. Saremo soli e
+discorreremo. Ti diro tutto quello che avro ottenuto per te dal mio
+nuovo... grande industriale.
+
+--Come ringraziarti?
+
+--Non voglio ringraziamenti; voglio soltanto essere tua amica e star
+certa che tu non mi vuoi far del male.
+
+Nana si era levata in piedi e aveva stesa la destra a Marliani per
+congedarsi.
+
+--Non ne dubitare, angelo mio--disse Marliani ricominciando a
+imprimere un'altra sonora dose di baci sulla di lei mano.
+
+E fu in questo punto e sulla frase: "non dubitarne, angelo mio" che
+Bibo fece la sua tacita comparsa dalla fatal porticina di fronte alla
+scrivania.
+
+Nana aveva gia voltate le spalle a quell'usciolo e non vide Bibo.
+Soltanto che, udi il Marliani, il quale, tutt'a un tratto, cambiando
+perfino il tono di voce, soggiungeva:
+
+--Questi baci fatti cosi, e quella frase "angelo mio" detta da lei in
+tal modo, sono certo faranno crollare il teatro sotto gli applausi.
+
+Essa si volse indietro come per dirgli: "ma cosa diamine mi vai
+farneticando ora?" vide Bibo, terribile, colle mani sui fianchi, la
+faccia scarlatta, le furie nello sguardo capi tutto e non pote a meno
+che scoppiare in una omerica risata, dicendo a Marliani: addio, addio!
+
+Bibo die un passo innanzi. Nana usci fuori in fretta si caccio nel suo
+_brougham_ e disparve ridendo sempre.
+
+Bibo e Fiffo fecero una _lite impiccata_ e tale, che se ne ricordano
+ancora oggi i casigliani.
+
+Il lettore se la imagini.
+
+* * * * *
+
+--"Uno e a posto!" penso Nana. Ora al marchese Sappia. Da lui sapro se
+e vero che Enrico e rovinato... In tal caso mi attacco definitivamente
+al principe; lo obbligo a dividersi da sua moglie e vado in Russia con
+lui.
+
+Il marchese Ferdinando Sappia aveva le sue entrate notturne da Nana al
+martedi e al sabbato. Questo fatto urtera i nervi e il senso morale di
+ogni persona ben nata; urto anche i miei. Ma ne ha colpa forse il
+romanziero se certe donne sono proprio cosi fatte?
+
+Se le adulate, se nascondete _il vero _su di esse, dov'e la morale?
+
+Il Sappia era uno dei tre a cui la cortigiana parigina impartiva i
+suoi favori--lei credeva in gran segreto,--per soddisfare a' imperiosi
+bisogni di donna afrodisiaca, e al suo bilancio eternamente in
+_deficit_, come quello del regno d'Italia; malgrado che a rimpinzarlo
+ci avessero gia pensato in quattro: Marliani, O'Stiary, Sappia e
+Kuvasoff.
+
+Quanto al principe Kuvasoff, era ammogliato ad una mongola, brutta e
+gelosa come una gatta in aprile, e teneva un appartamentino per gli
+appuntamenti con Nana in una nota via.
+
+* * * * *
+
+Dinanzi alla porta di casa Sappia, Nana scese dal _brougham_, entro
+dal portinaio e lo prego di avvertire il marchese che una signora
+aveva urgente bisogno di parlargli.
+
+Il marchese padre e la marchesa madre erano in campagna.
+
+Sappia discese. Essa lo prego di accompagnarla sin da Rubieri e
+rientrarono entrambi in carrozza.
+
+--Che cosa c'e di nuovo?
+
+--Io credevo--disse Nana--che tu fossi un gentiluomo e temo di dovermi
+disingannare.
+
+--Mi farai piacere a spiegarti.
+
+--Ti avevo pregato di non dire al tuo amico O'Stiary in qual luogo a
+Parigi tu mi avessi incontrata.
+
+--Ebbene?
+
+--Non e che a me importi del conte O'Stiary o di chiunque altri di
+questa terra; ma gli e soltanto che mi dispiace di trovar in te un
+uomo che dice di amarmi e che non ha saputo mantener il segreto.
+
+--Enrico ti ha forse detto di aver saputo di madama Tricon?
+
+--No, ma se lo sa non puoi essere stato che tu a dirglielo.
+
+--Se lo sa non puo essere stato che Marliani. Io non potevo dirglielo,
+neppur volendo, giacche quando gli parlai di te gli ho inventate cose
+tali che ora avrei fatto la figura d'un bugiardo e d'un _blagueur_, se
+avessi dovuto dirgli la verita.
+
+Da questa confessione del Sappia Nana fu pienamente rassicurata.
+
+--Ebbene ti credo. L'avra saputo da Marliani. Oh del resto ormai poco
+m'importa, giacche devi sapere, mio caro, che io sono obbligata di
+partire da Milano.
+
+--Tu parti?--sclamo il Sappia leggermente commosso da questa notizia.
+
+--Tu non sai ancora un segreto della mia vita, che ho sempre taciuto a
+tutti.
+
+--Ed e?
+
+--Io sono maritata.
+
+--Tu?
+
+--E amo mio marito.
+
+--Tu?
+
+--Mio marito mi richiama a se in Francia e mi perdona il mio passato.
+
+--Dov'e ora questo tuo marito?
+
+--A Parigi.
+
+--E tu fai conto di tornar a Parigi?
+
+--Si--rispose Nana mestamente.
+
+--E molto tempo che sei maritata?
+
+--Due anni.
+
+--Dunque quando io ti vidi a Parigi non lo eri ancora?
+
+--No.
+
+--Tuo marito e ricco o povero?
+
+--E povero.
+
+--E tu vuoi tornargli insieme?
+
+--Si. Egli riconosce e addotta il mio Louiset.
+
+--E lo ami?
+
+--Si.
+
+--E quando partirai?
+
+--Non lo so. Aspetto ch'egli mi telegrafi il giorno.
+
+--E di Enrico, del mio povero conte, che ne fai tu?
+
+--Lo lascio.
+
+--Egli ne morra.
+
+--Oh non si muore piu adesso per queste cose--sclamo Nana.--Egli
+sposera la sua Elisa.
+
+--Ahime!--disse il Sappia.--Io temo che anche quel suo matrimonio sia
+andato a monte.
+
+--Perche?
+
+--Perche Enrico e rovinato. E tu certo non puoi vantarti di non
+esserci entrata in buona parte.
+
+--Ma e dunque vero, che e rovinato quel povero Enrico?--sclamo Nana
+con voce compassionevole.
+
+E fra se pensava intanto "Ah il mio _petit crev_ stai fresco ora."
+
+--Non gli restera tanto da tenersi un cavallo.
+
+--Io non ne ho colpa. Io non gli ho mai chiesto danaro. I regali gia
+non si possono rifiutare.
+
+--Oh del resto--noto il Sappia--ti permetto di non avere rimorsi. Egli
+era gia quasi rovinato prima che tu venissi a Milano.
+
+"Assolutamente--penso Nana fra se--se lo sposassi ora che posso essere
+certa che egli e rovinato, sarei una gran baggea. Bisognera pensare ad
+altro."
+
+--Senti un po--disse Sappia.--Se io ti accompagnassi a Parigi? Che ne
+pensi?
+
+--Impossibile.
+
+--Perche impossibile?
+
+--Perche mio marito verra a levarmi di qui.
+
+Il Sappia si strinse nelle spalle. Che cosa gli restava a dirle di
+piu? Egli non era l'uomo da far delle pazzie per Nana. Anzi ond'essere
+vero sempre, fino alla feccia, c'e da confessare che tra i pensieri
+del marchese scatto spontanea e pronta questa frase che fa onore alla
+di lui saggezza: "Meglio cosi! Tanti risparmiati!"
+
+La confessione pero, di quell'amore per un marito qualunque, gli
+giungeva cosi nuova ed eteroclita, che ne dubito. Si propose di
+sorvegliare Nana e di scoprire l'arcano, che doveva covare sotto
+l'apparente sincerita della _cocotte_.
+
+* * * * *
+
+Erano giunti a casa di Aldo Rubieri.
+
+--A rivederci questa sera--disse Nana.--A proposito, sai che ieri sera
+Enrico non e venuto da me?
+
+--Tiene il broncio?
+
+--Sicuro.
+
+* * * * *
+
+Il Sappia torno col _brougham_ a casa. Nana trasse di tasca una
+piccola chiave, fe il giro dietro la casetta di Rubieri e per una
+porticina seminascosta dietro l'edera entro nel guardino.
+
+* * * * *
+
+Gignous avrebbe delirato di gioia, vedendolo.
+
+Parlo del giardino di Aldo Rubieri, che Mattia Corvino chiamava con
+innocente iperbole il _giardino incantato_.
+
+Era vasto. Ma quantunque chiuso fra quattro mura, sembrava sterminato
+intorno intorno. I muri erano tutti coperti di edera folta, e dinanzi
+ai muri, stavano piantate tre filari di pini delle Alpi.
+
+Nell'edera, Aldo aveva saputo praticare certi effetti di luce, di
+chiaroscuri e di sfondi, da farli scambiare fra le macchie piu
+avanzate, per cannocchiali di una foresta folta, che contornasse
+tutt'all'ingiro il giardino.
+
+Un'illusione ottica maravigliosa.
+
+Certo era quello il piu bello e il piu fresco giardino di Milano.
+D'onde mai il Rubieri fosse andato a tirare l'acqua perennemente
+zampillante dalle tre fontane e formante la vaga cascatella, tra il
+tufo e i sempreverdi, nessuno lo sapeva, tranne Nana, la signora
+Marietta e il Cicerone. Il fatto e che v'era una delizia di frescura e
+di verde ammirabile.
+
+Nana aveva dichiarato che ci sarebbe vissuta volentieri tutta la vita.
+Rubieri aveva accolta quella dichiarazione come un complimento al suo
+buon gusto e null'altro.
+
+* * * * *
+
+--Sei qui, mia splendida bellezza?--disse Aldo vedendola entrare nello
+studio.
+
+--Sono qui, e per l'ultima volta. Dopodomani parto--rispose Nana.
+
+--Dove vai?
+
+--A Napoli.
+
+--A far che?
+
+--A recitare. Sono scritturata a mille franchi al mese.
+
+--Tu?
+
+--Io.
+
+--Ma chi e quell'impresario balordo, che ha il coraggio di darti mille
+franchi al mese?
+
+--Come siete sempre grossolano con me, caro Aldo!--disse Nana.
+
+--Ah, tu sai bene che io non faccio complimenti neppur alle donne
+belle.
+
+Il Rubieri fin dal primo giorno s'era avvezzo a non subire il fascino
+sensuale di Nana. Egli considerava la sua modella come una bellissima
+creazione dal solo punto di vista dell'arte. Tutte le moine e le
+seduzioni di lei, non erano riuscite a smuoverlo dalla sua sovrana
+indifferenza.
+
+Egli aveva altro pel capo.
+
+La trattava come un fanciullo, e Nana sentiva di lui un poco di
+soggezione. Era tutto il rovescio di quello che accadeva cogli altri
+adoratori, i quali invece avevano suddizione di lei.
+
+Talvolta Rubieri le parlava seriamente come da padre. Egli amava di
+comparire ai di lei occhi un uomo serio. Oltre che, era portato a
+questo dal suo carattere, pensava che parlando in francese di cose
+serie, egli avrebbe fatto miglior figura.
+
+Pei _calembours_ egli non ci aveva l'incornatura.
+
+Nana trovava un gusto nuovo a questa, per lei, grandissima novita. Se
+a Parigi qualcuno le avesse detto una cosa simile, gli avrebbe dato
+dell'idiota. Ella si sentiva come riabilitata ai propri occhi, finche
+stava con Rubieri e ascoltava senza noia il suo Fidia. Spesso, ella si
+maravigliava d'essere capace di udire senza sbadigli certe tirate, che
+era avvezza a considerare come solenni pedanterie. Ma il segreto di
+questa nuova attenzione lo si comprende pensando che ella aveva ormai
+uno scopo serio nella sua vita.
+
+--Nana, ascolta--disse Rubieri sedendosi vicino a lei--io ho bisogno
+di sapere da te se il conte O'Stiary ti accompagnera a Napoli.
+
+Nana guardo sorpresa in faccia a Rubieri.
+
+--Perche mi hai fatta questa domanda?
+
+--Perche ci ho il mio grande interesse a fartela.
+
+--Si puo sapere questo interesse?
+
+--Non c'e nulla che mi vieti di dirtelo. Tu sai che Enrico era
+promesso sposo della signorina Elisa Martelli.
+
+--Ebbene?
+
+--Da qualche tempo questo matrimonio pericolava assai, perche Enrico
+pensava tanto alla bella Elisa come io penso alla regina di Golconda.
+
+--Lo so.
+
+--Ma se tu riesci a condurlo via con te, gli e come dire che andrebbe
+proprio a monte del tutto e definitivamente.
+
+--Ah, ho capito; e allora tu, n'e vero, ti faresti sotto?
+
+--Perche no? E una delle piu belle fanciulle di Milano.
+
+--Con trecentomila lire di dote.
+
+--Non dico di no.
+
+--E se io ci riuscissi a fare questo colpo, quale sarebbe la mia
+ricompensa?
+
+--Proponi.
+
+--Ma prima di tutto e necessario che io sappia in quali acque si trova
+oggi il conte. E vero che e rovinato?
+
+--Non del tutto, ma quasi.
+
+--Capirai Aldo, che il fuggire con un uomo rovinato, di cui non si sia
+pazzamente innamorata, non e proprio l'ideale del saper vivere.
+
+--A me basterebbe che tu me lo tenessi lontano un mese. Per questo
+mese io penserei a te.
+
+--Io non mi fido.
+
+--E se ti sborsassi il danaro prima di partire?
+
+--Allora si.
+
+--Ti bastano duemila franchi?
+
+--Peuh! Facciamo tre.
+
+Aldo si alzo, e andava difilato allo scrigno, quando un dubbio lo fece
+arrestare:
+
+--Tu non ti fidavi di me. Dovro io fidarmi di te?
+
+--Se non ti fidi tralascia--disse Nana.
+
+--Non potresti dirmi qualche cosa che mi affidasse che tu saprai
+davvero trascinarti dietro il giovinetto?
+
+A Nana venne un'idea splendida.
+
+--Io l'ho il mezzo.
+
+--Quale?
+
+--Gli scrivo un biglietto qui; egli mi rispondera che e pronto a
+fuggire con me, e tu lo leggerai pel primo.
+
+--Se tu sei cosi brava ti snocciolo subito uno sull'altro i tre
+biglietti da mille.
+
+--Dammi da scrivere.
+
+Aldo la condusse nel gabinetto da studio.
+
+Nana scrisse:
+
+
+
+"Mio adorato Enrico,
+
+"M'e nato il dubbio che tu abbia mutato di parere. Assicurami subito
+che tu sarai pronto questa sera, per l'ultima corsa di Arona, a
+partire con me. E necessario che non ci vediamo prima di quell'ora per
+non dare sospetti. Alle dieci io ti aspetto in casa. Saro pronta. A
+rivederci. Rispondimi subito.
+
+"Tua NANA."
+
+
+
+Un'ora dopo il Mattia Corvino, che era stato mandato a portare il
+biglietto al conte O'Stiary, recava la risposta:
+
+
+
+"Mia Nana,
+
+"Non dubitare. Alle dieci di questa sera io saro da te e partiremo
+insieme. Io ho gia salutato Milano forse per sempre. Cio che pero non
+ti ho ancora detto a voce te lo dico in questo estremo momento. Io non
+sono piu ricco e a te povera Nana tocchera forse di avere delle
+privazioni per vivere con me. E un dovere imprescindibile che mi
+spinge ora a farti questa confessione. Mi ami tu abbastanza malgrado
+cio? Me lo dirai domani sera lungi da Milano, quando sarai finalmente
+nelle mie braccia.
+
+"Tuo ENRICO."
+
+
+
+--Che ne dici?--domando Nana trionfante. Rubieri era pensieroso.
+
+--A che pensi?
+
+--Penso che voi due vi eravate gia intesi di fuggire stasera insieme.
+
+--Puo darsi!
+
+--Senza le mie tremila lire, dunque?
+
+--Ero venuta per chiedertele ugualmente.
+
+--E se io te le avessi negate?
+
+--Saresti stato padronissimo. Ma ora mi pare che mancheresti di
+delicatezza.
+
+--Ho scherzato. Volevo vedere come la pigliavi.
+
+Aldo ando allo scrigno porto a Nana i tremila franchi, ch'ella ripose
+con grandissima indifferenza e con un semplice _merci_ nel
+portamonete.
+
+Poi dato uno sguardo all'orologio e col pretesto delle mille faccende
+che le restavano da sbrigare per poter partire, s'accomiato.
+
+* * * * *
+
+"Queste le tengo," penso Nana, rincantucciata nel _brougham_, che la
+portava alla palazzina del principe Kuvasoff; e andava palpando e
+ripalpando il portamonete con immenso giubilo.
+
+* * * * *
+
+Il principe Kuvasoff aveva i suoi erotici colloqui con Nana
+nell'appartamentino della casa in cui trovasi oggi la _Cronaca
+Grigia_. Essa aveva due uscite. Il principe entrava da una parte, Nana
+dall'altra; e quando si lasciavano, Nana usciva dalla parte per cui il
+principe era venuto e viceversa. In tal modo essi avevano sventate le
+ricerche assidue della principessa, la quale teneva due spie sulle
+traccie di suo marito e non aveva potuto saper nulla ancora di quel
+convegno.
+
+--Mio caro principe--disse Nana--che arrivata prima di lui stava
+sdraiata su un'ottomana ad aspettarlo fumando una sigaretta--oggi
+grandi novita. C'e chi si e incaricato di rapirmi a voi.
+
+--Ah dev'essere un grande uomo di forza costui!--sclamo il principe
+sedendosi vicino a Nana e cingendole la vita col braccio.
+
+--Egli mi ama come un pazzo--disse Nana.
+
+--Ed io dunque vi amo forse come un saggio?
+
+--Vediamo dunque. Che cosa sareste pronto a fare voi per me ond'io non
+accetti le proposte di quell'altro?
+
+--Tutto quello che vuoi.
+
+--Sareste pronto principe a dividervi dalla principessa e a condurmi
+in Russia con voi, come mi avete detto altre volte?
+
+--Sempre. Io gia da un pezzo, lo sai, rumino l'idea di liberarmi da
+quell'arpia.
+
+--Allora birba chi manca. Toccate.
+
+Il principe die la mano a Nana.
+
+--Quando partiamo?
+
+--Anche stanotte se vuoi.
+
+--Sta bene. Io sono pronta.
+
+--Ma non converra partire insieme.
+
+--E vero partiamo da soli e troviamoci in un'altra citta.
+
+--Dove per esempio?
+
+--A Venezia. E sulla strada per andar in Russia.
+
+Furono presi tutti gli accordi piu necessari, e il principe le diede
+cento napoleoni d'oro per le spese del viaggio da Milano a Venezia.
+
+E Nana li mise insieme ai tremila franchi di Rubieri.
+
+Il resto del colloquio ando poi co' suoi fiocchi; ma noi e meglio che
+lo lasciamo nell'ombra.
+
+* * * * *
+
+Il giorno dopo tutta Milano,--voglio dire la tutta Milano settembrina,
+che ha tempo e voglia di occuparsi dei fatti altrui--parlava della
+sparizione di Nana e di quella contemporanea del conte Enrico
+O'Stiary.
+
+Quanto al principe Kuvasoff egli si fece veder al Corso in _coupe_
+allato di sua moglie, e non lascio Milano per Venezia che il giorno
+dopo.
+
+Ma che cosa era capitato ad Enrico O'Stiary?
+
+Due ore prima di quella fissata alla partenza con Nana egli era andato
+da lei, e aveva trovato dal portinaio questo biglietto:
+
+
+
+"Caro Enrico,
+
+"Siamo sorvegliati. E impossibile andar via insieme. Io deludo lo
+spionaggio di chi potrebbe impedirmi di partire con te e parto subito.
+Mi troverai a Torino al Feder, a meno che non mi tocchi di continuare
+il viaggio fino a Macon.
+
+"A rivederci.
+
+"TUA NANA."
+
+
+
+Enrico questa volta non ebbe sospetti gravi; ma senti una specie di
+maraviglia disgustosa, che ci fosse taluno il quale potesse impedire
+la partenza di Nana. La sua mente corse tosto a Aldo Rubieri, ch'egli
+credeva suo fortunato rivale, e fu li li per andare da lui a
+chiedergli una spiegazione. Ma consultato l'orologio capi che non
+aveva tempo da perdere; mando Aldo al diavolo in cuor suo, e
+giubilando al pensiero che fra poche ore si sarebbe trovato al fianco
+della donna adorata, si fece condurre alla stazione dove pranzo;
+quindi parti per Torino.
+
+* * * * *
+
+Chi domandasse poi il perche Nana si fosse divertita a far anche
+quest'ultima burla crudele ad Enrico mostrerebbe di non conoscere di
+quali capricci sia fecondo l'isterismo d'una _cocotte parigina_.
+
+
+
+
+XIII.
+
+
+Suonavano le nove e mezza di mattino al campanile del villaggio sul
+Lario, che sorgeva a un tiro di pistola dalla villa del notaio
+Martelli.
+
+Egli stava in giardino a potar i suoi fiori, quando il domestico gli
+annuncio una visita sbarcata poco prima dal vapore.
+
+--Sara quel capo scarico d'un mio pupillo, mi imagino--disse don
+Ignazio.
+
+--No signore. E il signor Aldo Rubieri.
+
+--Ah, tanto meglio!--sclamo il notaio; e deposta la forbice gli corse
+incontro tutto lieto.
+
+--Benvenuto, benvenuto--comincio a gridar da lungi, alzando le due
+braccia come un telegrafo--Che buon vento?
+
+--Lei non m'aspettava?
+
+--Ma si, certo che l'aspettavamo tutti--disse il notaio.--Pero
+credevamo che lei venisse colla seconda corsa.
+
+--Ho dormito a Como. Ecco perche sono qui cosi presto. Ieri sera ho
+perduto l'ultimo vapore e non ho avuto il coraggio di fare questo
+tratto in barca.
+
+--Sfido io! Le donne poltrone sono ancora a letto... o tutt'al piu
+alla _toilette_. Non sanno godere la campagna quelle pettegole.
+
+--Oh, del resto non sono che le nove.
+
+--Bravo, bravo!--sclamo don Ignazio entrando nel salotto e mettendosi
+a sedere.--Oh, giacche siamo soli, parliamo dunque un poco seriamente
+dei nostri affari. Il suo amico che mi fece l'onore di domandarmi in
+di lei nome la mano della mia Elisa, le avra portata la mia risposta.
+
+--Ed io sono venuto incoraggiato appunto da quella risposta--disse
+Rubieri.
+
+--Lei puo imaginarsi se io non sarei felice. Ma le diro la verita, noi
+non abbiamo ancora avuto occasione di parlarne alla Elisa.
+
+--E naturale! L'amico mi porto la lieta notizia soltanto ieri mattina,
+ed io due ore dopo partivo da Milano.
+
+--Mi ascolti, caro Rubieri--disse il notaio invitando lo scultore a
+seder dinanzi a se.--Lei sa che da qualche tempo io vagheggio l'idea
+di ottenere dalla Giunta municipale quella tal concessione di cui le
+ho parlato e che deve far piu ricca d'assai mia figlia che lei mi fa
+l'onore di chiedermi in isposa. Mia figlia e unica, e naturalmente...
+Lei e assessore e mi dicono che puo tutto presso il conte sindaco.
+
+--Oh questo e una esagerazione--sclamo Rubieri.
+
+--Si si, m'hanno assicurato che il sindaco la stima assai, e fa tutto
+quello che lei gli suggerisce.
+
+--Non neghero che il conte sindaco abbia una certa deferenza per
+me--rispose Aldo--ma da questa al far tutto cio che io desidero ci
+corre. E poi c'e il Consiglio.
+
+--Ma lei appartiene alla maggioranza....
+
+--Questo e vero! Se il sindaco vuole, del Consiglio ce ne infischiamo.
+
+--Dunque una mano lava l'altra. Io le do mia figlia e lei mi fa
+ottenere la concessione.
+
+--Mi spiacerebbe che la signorina Elisa sapesse che....
+
+--La Elisa non deve saper nulla delle nostre faccende--disse il
+padre.--Siamo intesi?
+
+--Ma dal canto mio--rispose Aldo--lei puo imaginarsi se non mi mettero
+colle mani e coi piedi perche questa concessione le sia data... se non
+che....
+
+--Non e certo di ottenerla?
+
+--Come lei, caro don Ignazio, non e certo di ottenere il consenso di
+sua figlia.
+
+--Eh l'otterremo, non la dubiti, l'otterremo--sclamo il notaio
+scotendo il capo con un sorriso fra il malizioso e il soddisfatto.--La
+Elisa e una testolina si, che ha le sue idee, non dico, ma che non mi
+ha mai disobbedito finora; e credo non vorra cominciare dal momento
+che io le proporro un giovinotto come lei, un uomo celebre, assessore
+municipale....
+
+--Basta basta, don Ignazio, non la mi faccia arrossire ora. Piuttosto
+le diro..., caro cavaliere... le esporro un mio dubbio..., ch'ella
+potra distruggere o avvalorare secondo la verita. Io, come lei puo ben
+pensare, non vorrei per tutto l'oro del mondo ottenere da sua figlia
+un consenso che potesse per avventura essere un po' forzato. Io non
+sono in confidenza colla signorina Elisa e non so come ella stia di
+cuore. So pero, come tutti gli amici di casa, ch'ella ebbe sempre una
+grande inclinazione per il suo compagno d'infanzia....
+
+--Vedo dove ella tende--disse don Ignazio--e le rispondero
+francamente. La Elisa infatti aveva un certo attaccamento per il conte
+Enrico, mio pupillo, ed io e mia moglie certamente saremmo stati
+felici di vederla diventare contessa, se quel balordo di un giovinotto
+non avesse distrutto, colla sua condotta impossibile, ogni nostra
+speranza.
+
+--Sta bene--riprese il Rubieri--e non saro io certo che mi lamentero
+di questo fatto. Soltanto che... lei sa bene... le fanciulle talvolta
+amano piu gli scavezzacolli che i giovani ordinati e prudenti.
+
+--Oh io spero poi che la mia Elisa sia ormai persuasa che io non le
+darei giammai il consenso di sposare il conte.
+
+--Lo credo--disse Rubieri--ma cio non mi dice ancora ch'essa non ne
+sia sempre innamorata.
+
+Il padre a questa uscita di Rubieri stette muto, ma col capo alzato,
+collo sguardo fisso e col labbro infuori, pareva chiaramente dicesse:
+
+"Chi va mai a sapere cio che si cela nel cuore di una fanciulla?
+Questo tocchera a lei!"
+
+--Certo che--riprese Aldo--quando la signorina Elisa sapra quello che
+e accaduto ieri sera del nostro Enrico...
+
+--Che cos'e accaduto?
+
+--Vedo che lei non sa nulla... e da un lato mi dispiace di dover
+essere proprio io il uuncio di nuova disgrazia.
+
+--Cosa diamine gli e capitato? Forse ha perduto qualche altra somma al
+giuoco?
+
+--Peggio.
+
+--Peggio di perdere al giuoco?--domando con sorpresa don Ignazio--La
+dica, la dica.
+
+--E partito da Milano con quella sua...
+
+--Ah quella donnaccia francese... forse... la di lei modella?
+
+--Precisamente.
+
+Don Ignazio si getto sul cordone di un campanello e al servo che
+comparve sulla soglia dell'uscio disse:
+
+--La signora e levata?
+
+--Donna Eugenia... sissignore.
+
+--Ditele che venga giu subito, che c'e qui il signor Rubieri.
+
+Poi voltosi a questi:
+
+--Ella e ben certa che sia proprio partito con lei?
+
+--Certissimo.
+
+--Essa ha nome Nana, n'e vero?
+
+--Nana appunto.
+
+--Ah, che testa, che testa!--grido don Ignazio giungendo le mani in
+atto di maraviglia.--Ma gia fu sempre uno scapestrato! Si poteva
+aspettar da lui questo e altro.
+
+Donna Eugenia comparve, e le fu raccontata la cosa.
+
+Ella se ne mostro altrettanto addolorata quanto suo marito pareva ne
+giubilasse.
+
+--Ormai--sclamo egli--spero bene che la ragazza sara persuasa e
+convinta, e non avra piu ragione da opporci. Tocca a te ora, cara
+Eugenia, a informarla.
+
+La signora Eugenia protesto che non ne aveva il coraggio.
+
+Ella avrebbe passato il lago a nuoto piu volentieri che dar all'Elisa
+quel brutto colpo.
+
+Povera donna come sei ammiranda nel tuo materno imbarazzo!
+
+Ella si era prestata spesso a far quello che suo marito le
+raccomandava di fare, cioe dissuadere la fanciulla dal voler bene
+all'Enrico.
+
+La Elisa dal canto suo non aveva mai aperto a sua madre l'animo
+proprio ferito nel vedersi trascurata dal suo giovine amante.
+
+Regnava tra madre e figlia una specie di delicatezza, una suggezione
+riguardosa su questo argomento. Entrambe temevano di farsi
+reciprocamente un dispiacere, e ne tacevano.
+
+"Oh, non c'e argomento--pensava la madre--che valga a distruggere
+l'impero di dieci anni di sogni e d'illusioni d'amore."
+
+Ma volere o non volere bisognava spiegarsi. Bisognava aprir gli occhi
+alla innocente creatura e raccontarle finalmente la fuga di
+quell'ingrato.
+
+* * * * *
+
+--Ascolta Elisa...--incomincio--io capisco che tu pensi ancora... Ed
+io t'avrei a dire una cosa molto seria quest'oggi. Ti imagini tu,
+cara, di che cosa io ti voglia... dire?
+
+--Me lo imagino--rispose la fanciulla con un sorriso tra la speranza e
+la malinconia.
+
+--Dimmelo allora.
+
+--Io spero che tu mi voglia parlare di Enrico.
+
+La signora Martelli attiro sua figlia al seno e la bacio
+passionatamente.
+
+--Oh, perche piangi?--sclamo Elisa vedendo i lucciconi negli occhi di
+sua madre.
+
+--Ascolta Elisa. Se tu dovessi persuaderti che il conte O'Stiary non e
+degno di te?
+
+--Tu me lo hai fatto capire altre volte--disse la fanciulla--ma io non
+voglio crederlo ancora. Egli e pieno di cuore e di onore. Che
+cos'avrebbe fatto per non essere piu degno di me?
+
+--S'egli ti avesse miseramente ingannata, dicendoti che ti amava,
+mentre....
+
+La Elisa si rizzo in piedi come se una molla potente l'avesse sospinta
+in alto, e porto istintivamente le due mani sui polsi.
+
+--Mamma, per carita!
+
+--Lo dicevo io--sclamo sua madre spaventata.--No, anima mia, non far
+cosi. Elisa... chissa che non sia una calunnia... quetati.
+
+La fanciulla si era rimessa tosto.
+
+--Ah!--disse con un gran sospiro--non e dunque una cosa certa? E
+difatti e impossibile! Io sento che egli non ama che me. Ne sono
+sicura. Io lo so ch'egli ha conosciuto un'altra donna. So tutto... ma!
+
+"Oh molte altre donne" penso fra se la madre.
+
+--Ma egli non ci ha voluto bene a quella... Me lo confesso lui stesso.
+Fu una sorpresa, un capriccio, che so io?
+
+La signora Eugenia ascoltava sua figlia con una specie di sgomento.
+Essa non aveva calcolato la portata del colpo che era obbligata di
+darle. Essa non credeva che sua figlia fosse capace di tanto affetto.
+
+--Ma--ricomincio la povera donna--se invece ci fosse in lui qualche
+cosa di molto serio? Se egli ti dovesse dare la prova certa del suo
+tradimento?
+
+--La prova?--sclamo la Elisa sorpresa. Quale prova? Che cosa ha fatto?
+Oh, finche egli stesso non me lo dica colla sua bocca, che ha cessato
+di volermi bene a me sola, io non credero a nessuno.
+
+--E s'egli non potesse piu dirtelo?
+
+--Oh mamma!--grido la Elisa sopraffatta da queste strane
+parole.--Perche? Che cosa gli e accaduto? Per pieta mamma.
+
+--No, non spaventarti cosi, cuor mio! Oh Elisa la mia Elisa, sia
+buona, non far soffrire in questo modo la tua povera mamma... sia
+ragionevole.
+
+--Ma sei tu mamma che mi fai soffrir me!--disse la fanciulla.--Oh
+parla, ti scongiuro.
+
+--Credi tu che se non fosse necessario io non t'avrei risparmiato
+questo dolore?
+
+--Ebbene, parla mamma, ti ascolto; vedi, sono ragionevole, parla, sono
+buona....
+
+E fu allora che la madre le narro la fuga scandalosa di Enrico con
+Nana.
+
+* * * * *
+
+Elisa che stava in piedi si sedette, pallida molto. A sua madre che la
+fissava ansiosamente, sembrava di vederla come a trasformarsi. Non una
+esclamazione, non un lamento, non una lagrima.
+
+--Quando successe questo?--domando la fanciulla con voce ferma.
+
+--Ieri l'altro. Fu Rubieri stesso che venne a dircelo.
+
+--E cosa certa? Rubieri non potrebbe essersi ingannato?
+
+--Ah, pur troppo no; diede tutti i particolari.
+
+E la madre bacio con passione la Elisa.
+
+Allora la povera fanciulla fu presa dall'accoramento; il gruppo del
+dolore si sciolse, e scoppio in lagrime.
+
+--Oh mamma, bisogna che tu mi guidi, se no non so che cosa accadra di
+me--diceva la povera fanciulla singhiozzando.
+
+Cosi dicendo, ella stringeva convulsivamente le mani di donna Eugenia
+e le portava alle labbra per baciarle, come un bimbo che domanda
+scusa.
+
+--Io lo amo mamma, io lo amo il mio Enrico. Mi pareva che egli fosse
+cosi sincero. Io non vivevo che per lui!
+
+--Elisa, fatti animo--le disse donna Eugenia--bisogna che tu impieghi
+ogni mezzo per dimenticarlo. Tu sei troppo esaltata, figlia mia. Oh,
+credi tu forse che io non ti comprenda? Credi tu forse che anch'io....
+
+Si arresto. Un'emozione profonda scuoteva suo malgrado quell'anima,
+che pareva a tutti impassibile e fredda. Un segreto di amore stava per
+cader dalle labbra della matrona; erano forse piu di vent'anni che il
+suo cuore si era chiuso alla idea d'amare un'altra creatura che non
+fosse la sua Elisa; il dolore di sua figlia aveva risvegliato nel suo
+cuore la lontana rimembranza. Una tempesta assai terribile doveva
+avere durato quel cuore, che da tanto tempo scordava di avere
+sofferto, se la nuova passione di sua figlia vi aveva saputo ridestare
+tanto eco di dolore e di compianto.
+
+La madre accolse la sua creatura nel braccio destro; colla mano
+sinistra le fece appoggiare la testolina sul proprio seno. E le sue
+lagrime di madre cadevano sulla bionda testolina di quel suo angelo
+sconsolato, e il dolore di entrambe, pur tanto diverso, si confondeva
+la su quel seno in un solo dolore.
+
+
+
+
+XIV.
+
+
+L'anima appassionata ha le sue rivoluzioni come la storia dei popoli.
+Lo spirito sotto l'aculeo dei tormenti morali si trasforma a poco a
+poco, accogliendo consigli e propositi dianzi sconosciuti.
+
+Elisa all'annuncio della partenza di Enrico con Nana, senti d'essere
+stata scossa nel piu profondo di tutte le sue convinzioni. Ogni
+sentimento ne fu stravolto. L'amore cosi confidente e puro, la
+speranza che le freddezze di Enrico fossero passaggere, quella stessa
+sua verginale indifferenza intorno al motivo sensuale, che allontanava
+da lei il suo giovine amante, e la stima immensa che essa gli
+conservava pur sempre, malgrado tutto, furono rovinati in un punto
+solo nel di lei cuore. Non le restava piu dubbio. Enrico le aveva
+mentito.
+
+Come fosse violento lo strazio della povera fanciulla, che pure, per
+istinto di orgoglio e per delicatezza verso sua madre, lo comprimeva
+dentro di se, sara chiaro a coloro che avranno capito bene quale fosse
+il carattere di Elisa. Forse ad altri parrebbe esagerazione. Essa non
+aveva neppure come le anime credenti un rifugio al dolore nella
+preghiera. Enrico le aveva insegnato che la preghiera verso lassu e un
+non senso, perche nessuno nel cielo imaginario dei credenti puo star
+ad ascoltare le querimonie degli afflitti, ed essa gli aveva creduto.
+La poverina sentiva dentro di se qualche cosa che moriva. Essa
+comprendeva che forse, ancorche Enrico fosse tornato a lei subito, non
+lo avrebbe piu amato come prima, non gli avrebbe piu creduto, non si
+sarebbe piu, come moglie, data a lui con trasporto.
+
+Elisa non aveva precisamente le nozioni, che danno lo schifo alle
+donne sapute, che sdegnano di accogliere un uomo che esce colle labbra
+roride dei baci d'altra donna. Ma capiva quasi per intuizione questo
+vero, e si disperava di sentire in cuore che il suo amore, cosi bello,
+era stato spezzato forse per sempre. Nondimeno, di quando in quando,
+in Elisa ardeva una fiamma intensa di sentimento, che si esaltava e
+che si ostinava a non voler credere il suo Enrico un traditore. La sua
+voce era tanto sincera quand'egli le aveva detto di amarla lei sola!
+Ella non l'odiava ancora. Essa voleva riudire le sue espressioni,
+avere da lui una spiegazione di quella sua mancanza di fede, essere da
+lui convinta che aveva mutato. E allora si sarebbe decisa sulla
+propria sorte.
+
+Verso la meta d'ottobre, la famiglia Martelli ritorno a Milano. Di
+Enrico nessuna notizia.
+
+Un giovedi, nel salotto stavano radunate quattro persone; era una
+brutta giornata, piovosa e buia. La signora Martelli, la Elisa presso
+al camino, parlavano fra loro sottovoce. Il marchese d'Arco in piedi
+addossato al focolare colle mani raccolte dietro la schiena, tacendo
+pensava. Egli era arrivato da poco e non aveva ancora parlato; don
+Ignazio passeggiava borbottando in su ed in giu.
+
+--Mancherebbe anche questa--sclamo egli a un tratto--che mi facesse
+aspettare questo brigante d'un sor Marliani.
+
+E diede un'occhiata al pendolo confrontandolo col proprio orologio.
+
+--Tre e mezza--disse--e io gli aveva dato appuntamento alle tre.
+
+--Si potrebbe sapere--domando il marchese--quale sia il suo progetto,
+don Ignazio?
+
+--Proporgli la transazione del cinquanta percento.
+
+--Posso mettere anch'io una parola?--soggiunse donna Eugenia.
+
+--Si, la dica lei--sclamo il marchese--che sono certo non potra essere
+che per bene.
+
+--Volevo dire a mio marito che la transazione col... con quell'uomo
+che verra tra poco e impossibile.
+
+--Perche impossibile?--sclamo don Ignazio fermandosi sulle gambe
+aperte.--Chi lo dice? Io ne ho messi al dovere di quelli peggiori del
+signor Marliani, io.
+
+--Non parlo di costui--rispose la signora Eugenia con dolcezza--io
+parlo del tuo pupillo, il quale mi ha dichiarato molte volte di voler
+pagare i suoi debiti fino all'ultimo centesimo.
+
+--Quand'e che ha dichiarato questo?
+
+--Molte volte.
+
+--Ma e matto da legare--gridava questi.--Egli vorrebbe fare anche
+quest' ultima castroneria per giunta?
+
+--Caro il mio cavaliere--disse il marchese con quella sua pacatezza
+aristocratica, che non si smentiva mai.--A me pare che le sue donne
+abbiano perfettamente ragione.
+
+--Ma va bene! Anche lei adesso, insieme alle donne. Tutti addosso a
+me. La casa abbrucia, diamoci il fuoco. C'e da perderne la testa!
+
+--Andiamo, andiamo--osservo il marchese ridendo non la si riscaldi per
+cosi poco.
+
+--E vero o non e vero, che queste cambiali furono da lui firmate,
+mentre non aveva ancora il diritto di firmarle, secondo il testamento
+di suo padre?
+
+--E cosi?--domando il marchese.
+
+--Come, e cosi? Vuol dire che la sua firma vale quanto quella d'un
+minorenne o d'un interdetto, che per legge non valgono nulla.
+
+--Ma che c'entra qui la legge, caro cavaliere? Dall'avere ventitre
+anni e trecentosessantaquattro giorni, all'averne ventitre e
+trecentosessantacinque, che e come a dire ventiquattro, non scorre che
+un giorno, anzi, che dico, un'ora, un minuto. E vorrebbe lei che un
+uomo d'onore credesse di non essere un minuto prima quello che la
+legge gli concede di essere un minuto dopo?
+
+--Oh, caro marchese--ribatte il notaio--le chiacchere son chiacchere e
+i danari son danari. Io sono un uomo positivo, io. Io guardo in faccia
+alla legge, alla maesta della legge, e non vado a cercare cinque ruote
+in un carro.
+
+--La legge, caro cavaliere, e stata fatta per coloro che non ne hanno
+un'altra assai piu bella e piu forte a questo posto--rispose con molta
+nobilta il marchese, ponendo una mano sulla sinistra del petto.--I
+galantuomini a Milano e dovunque hanno una legge che vale piu di tutti
+i Codici di questa terra, e piu di qualunque timore dell'altro mondo e
+che si chiama il punto d'onore.
+
+--Si, il punto d'onore non lo nego e una bella cosa,--disse don
+Ignazio.--Ma se questi briganti di strozzini si accontentano di
+pigliar la meta dovremo dar loro il tutto?
+
+--Si accontentano e un modo di dire. Ma la questione non e li. Non
+sono gli usurai che devono essere contenti, e l'Enrico.
+
+--Dunque egli dovra proprio esser rovinato di rami e di radici?
+Venduto che sia il podere e questa casa all'Enrico non restano piu di
+trenta o quaranta mila lire.
+
+--C'e stato un re di Francia--disse il marchese--che dopo la battaglia
+di Pavia ebbe a dire: tutto e perduto fuor che l'onore.
+
+--Oh ma l'Enrico non e re di Francia e noi non siamo a Pavia--sclamo
+il notaio con un certo disprezzo.--Se a Milano si sapra che O'Stiary
+ha pagato fino all'ultimo centesimo mentre avrebbe potuto farne di
+meno faranno tutto quanti una figura di cioccolattiere.
+
+* * * * *
+
+Nel frattempo la povera Elisa, restava la presso sua madre immobile,
+incerta e senza parola.
+
+Quando udi da suo padre il nome del suo Enrico senti il dolore
+sgrupparsi nel petto e si mise a lagrimare sommessa.
+
+Sua madre se ne accorse.
+
+--Non far cosi Elisa--le disse sottovoce--tu finirai coll'ammalarti,
+cara la mia figliuola, se continui ad accorarti in questo modo.
+
+--Oh, magari mi ammalassi, che almeno non sentirei piu nulla, non
+vedrei piu nulla, non mi direbbero piu nulla. Io non desidero che di
+morire.
+
+--Ma che cosa dici Elisa? Non far cosi dunque, te ne scongiuro.
+
+--Che cosa mi resta a fare a me a questo mondo?
+
+--Oh, ti resta di voler bene a me, che morirei subito se tu mi avessi
+a mancare. Vorresti tu forse far morire tua madre?
+
+--Oh, no, mamma--rispose la Elisa abbracciandola con affetto.--Ebbene,
+io mi faro suora.
+
+--Ma che suora?--sclamo don Ignazio che aveva colta a volo la frase di
+sua figlia.--Ho da sentir di peggio? Non si usa piu adesso ad andar
+monaca. Non troveresti neppur il monastero.
+
+--Oh, non e vero! Mi sono gia informata.
+
+--Bella risorsa! Suora di carita! La prima carita comincia da casa
+sua. Non mancherebbe altro che di dover perdere l'unica figlia per
+quel bel mobile d'un signor conte.
+
+Il babbo, sbirciava la sua figliuola, come chi sente compassione, e
+pur non vorrebbe mostrarla.
+
+--Ma chi doveva andar a pensare una cosa simile?--ripiglio--Anch'io
+dico il vero m'ero lusingato che tu saresti diventata la signora
+contessa, e che poi colla vostra influenza avrei potuto... basta,
+castelli in aria!... tutte cose andate a monte.... Ma io lo so di chi
+e la colpa.
+
+E cosi dicendo striscio un'occhiata rapida sul marchese e sua moglie.
+
+--Lo dici forse per me?--domando questa.
+
+--No, lo dico per me!
+
+--Scusa, ma avresti torto.
+
+--Lo dico per te, lo dico per il marchese, e lo dico perfino per
+quella vecchia minchiona d'una balia, che ando a prestargli i danari
+che aveva messi da parte. Tutti quanti contro di me. Pareva fossi io
+quello che gettava i danari dalla finestra.
+
+Il marchese s'accontento di sorridere e di crollare il capo.
+
+La signora Eugenia invece non stette zitta:
+
+--No, no, per te non c'e questo pericolo! Io non ti dicevo altro se
+non che non bisognava lasciarlo andar in mano degli strozzini.
+
+--Brava! Perche non dici addirittura che sono stato io a metterlo in
+mano degli strozzini?
+
+--Gia e inutile parlare con te--disse come rassegnata la signora
+Eugenia.--Io dico soltanto che se tu l'avessi preso colle buone quando
+e venuto la prima volta a contarti quello che gli era capitato, e se
+tu gli avessi pagati i primi debiti egli avessi...
+
+--Brava, benone! I primi debiti erano debiti di giuoco.--Chi gli ha
+detto di pagarli?
+
+--Oh ma che dici?
+
+--La legge non li contempla--prosegui il notaio imperterrito.
+
+--Tu sei riuscito perfino a rimproverarlo perche faceva delle
+carita--disse la signora Eugenia.
+
+--Sicuro, e me ne vanto! E lui, che crede di essere un liberale,
+dovrebbe sapere che i suoi filosofi, i suoi progressisti, dicono che
+la carita fatta in quel modo e una cattiva cosa, perche fomenta l'ozio
+che e il padre dei vizi. Non sono io che ha inventata questa
+dottrina... E poi se il far la carita e una soddisfazione dell'amor
+proprio che si prova, bisogna saper fare un sagrifizio e privarsene!
+
+Entro il servo recando una lettera.
+
+Era Aldo Rubieri che annunciava al notaio di aver parlato al sindaco
+per quella tal concessione, e d'esser pieno di buone speranze. La
+lettera terminava pregando il padre a volergli dire qualche cosa circa
+la risoluzione della signorina Elisa a suo riguardo.
+
+"Proviamo un poco" penso il notaio avvicinandosi alla fanciulla.
+
+E comincio:
+
+--Senti un poco, Ida. Tu sai che il signor Rubieri, gia da qualche
+tempo aspetta che tu gli dica che non lo rifiuti per sposo.
+
+La Elisa ebbe come un sobbalzo.
+
+--Non te lo dico--continuo suo padre--per forzare la tua volonta; ma
+siccome egli amerebbe sapere da te qualche cosa in proposito, mi volgo
+a te.
+
+"Se accettassi?"--pensava intanto la Elisa.--"Ah, Enrico credeva forse
+di non esserci che lui a questo mondo?"
+
+--Ormai--continuava suo padre--hai avuto tempo abbastanza di pensarci
+sopra, e questa volta se tu persisti a non volerne sapere sara certo
+l'ultima volta che egli rinnovera la domanda.
+
+"Potrei vendicarmi in questo modo"--continuava nella sua testolina la
+fanciulla.--"Potrei fargli vedere che ci sono degli altri che mi
+cercano e che mi amano."
+
+--Che ne dici? Tu sai che sarebbe un eccellente partito.
+
+--Ebbene si, babbo--disse a un tratto la Elisa balzando in piedi.--Lo
+accetto.
+
+"E piena di talento!"--penso il babbo dal canto suo.
+
+La madre invece le susurrava sottovoce:
+
+--Ah, Elisa, non precipitare, pensaci sopra.
+
+--Ecco la!--sclamo stizzosamente il notaio.--Appena a sua figlia viene
+una buona ispirazione lei fa di tutto per cacciargliela indietro.
+
+--Guarda quello che fai--ripete donna Eugenia.--Guarda a non pentirti
+piu tardi.
+
+--Oh, mamma, basta che io possa uscire da questa posizione orribile,
+ti giuro, sono pronta a qualunque sagrificio. Io non voglio che
+l'Enrico creda che io mi dispero per lui. Ormai l'ho atteso
+abbastanza.
+
+--Brava! Che fermezza! Tutta suo padre!
+
+--Sarebbe dunque piu un puntiglio che altro?--le domando sua madre.
+
+--Ma lascia fare a lei una buona volta, o benedetta donna!--grido il
+padre.
+
+Poi rivoltosi alla Elisa:
+
+--Tu sei disposta?
+
+--Sono decisa.
+
+--Per carita, Ignazio, non precipitare....
+
+--Oh, che donna! Ha piu giudizio lei che tu. Si potrebbe desiderare
+forse un migliore partito? E un artista, e vero, ma che artista!
+Bell'uomo! Ricco... assessore municipale....
+
+--Va bene; ma non fa bisogno di rispondergli subito.
+
+--Ebbene, faremo cosi--disse don Ignazio.--Lo invitero a pranzo e
+intanto la Elisa avra tempo di decidersi; e in fin di tavola gli
+parlero io, secondo che ella avra deciso.
+
+--E poi se...?
+
+--Oh Dio, e poi e poi, se la Elisa non vorra assolutamente lo avremo
+invitato a pranzo per... pulirgli la bocca...
+
+--No, sono decisa--ripete la fanciulla.--E necessario ch'io esca da
+questo stato umiliante.
+
+--Va benissimo--sclamo il padre.--Tu, Eugenia, pensa a mandarlo ad
+invitare a pranzo.
+
+Entro in questo il servo ed annuncio il signor Marliani.
+
+--S'e degnato, se Dio vuole!--sclamo don Ignazio.--Fallo entrare li
+nel gabinetto e digli che vengo subito.
+
+* * * * *
+
+--Io l'ho mandata a chiamare--disse poi quando l'ebbe raggiunto--per
+vedere di aggiustarci per le cambiali del mio pupillo il conte
+O'Stiary.
+
+--Lei e il procuratore della signora Bibiana Martorelli, n'e vero?
+
+--Per servirla.
+
+--Io spero che anche lei sara del mio parere, che sia necessario
+trovare un mezzo di non lasciare che si venda la possessione e questa
+casa.
+
+--Ma io credo--osservo il Marliani--che tanto una che l'altra siano
+gia state vendute stamattina.
+
+--So ben ch'ella mi burla. Io, tutore del conte dovrei saperlo prima
+di chiunque.
+
+--Il conte O'Stiary e tornato a Milano oggi stesso, e da due giorni ha
+compiti i ventiquattro anni.
+
+--Tutto questo lo so benissimo, ma le assicuro che la vendita delle
+sue proprieta non puo essere stata fatta senza che io ne sappia nulla,
+e spero che lei sara d'avviso che al giorno d'oggi chi vende si rovina
+e chi compera non sa mai neppur lui di aver fatto un buon affare.
+Dunque la creditrice sara piu contenta di vedersi pagata alla scadenza
+con uno sconto regolare, ma con moneta piu o meno sonante.
+
+--Ah, certo. Meno seccature.
+
+--Allora non ci resta che fissare d'amore e d'accordo la cifra del
+debito del conte per poter ritirare tutte le sue cambiali.
+
+--Eccola--disse il Marliani--e cavato di tasca il portafogli rimise a
+don Ignazio una carta su cui c'era la distinta delle scadenze del
+figliuol prodigo.
+
+Don Ignazio ne fu spaventato. E sapeva che Marliani non era il solo
+creditore.
+
+--Cosa facciamo?--domando egli dopo alquante geremiadi, che trovarono
+un impassibile ascoltatore nel Marliani.
+
+--Come dice?--sclamo egli allungando il collo e fingendo di non aver
+capita la domanda del notaio.
+
+--Dico che qui bisogna tagliare, tagliare e accontentarsi.
+
+--Ah, non credo che la mia cliente ci voglia sentire da questo
+orecchio. Ella non puo assolutamente rinunciare ai proprii diritti.
+
+--Ah, quando lei parla di diritti--sclamo il notaio riscaldandosi--io
+le faro memoria che le cambiali del conte sono valevoli quanto quelle
+di un minorenne.
+
+--Domando scusa--ribatte freddamente il Marliani.--Noi sapevamo, del
+resto, che il conte, minorenne o maggiorenne che fosse, non avrebbe
+fatto disonore alla propria firma.
+
+--Qui non si tratta di onore o di disonore--grido il notaio--si tratta
+di diritto, e io ho la legge per me e potrei, volendo, rifiutarmi di
+pagare.
+
+--La scusi, non la si riscaldi. Le osservo che oggi il conte e uscito
+dall'interdetto e lei non e piu suo tutore.
+
+--Ma lei non pensa che io ho il mezzo di far causa e di vincerla
+sicuramente?
+
+--Mi dorrebbe assai per il signor marchese Sappia, il quale e garante,
+e a cui toccherebbe di pagare lo stesso. Del resto lei sa bene che noi
+potremmo in caso intaccare il signor conte di truffa, giacche avrebbe
+tacciuto di essere interdetto.
+
+--Ah, malandrini!--grido il notaio.--Intaccarlo di truffa dopo di
+averlo cosi ridotto alla perdizione?
+
+L'accento e la sprezzante espressione del gesto che accompagnarono
+quella frase furono tali che Marliani balzo in piedi:
+
+--Ehi, dico, signor notaio stimatissimo, la stia nei termini, o
+ch'io.... Le ripeto che non si vuol perdere un centesimo, e basta
+cosi.
+
+--Ah canaglia--mormoro fra i denti don Ignazio.--E fu preso da un
+accesso di rabbia.--Io non so chi mi tenga.... Vada fuori, vada fuori
+subito da questo luogo se non vuol ch'io faccia uno sproposito...
+fuori, fuori...
+
+Cosi dicendo, rovesciando una sedia, quasi per salvar se stesso dal
+commetterlo davvero, usci dalla sala maledicendo gli usurai, il
+pupillo, le cambiali e un poco anche il proprio carattere tanto
+opposto alla sua professione.
+
+* * * * *
+
+La Elisa, intanto che suo padre usciva infuriato da un uscio, entrava
+in quel gabinetto dall'altro colla balia, che aveva trovata in
+anticamera, e che udendo la voce stizzosa e alta del notaio, accorreva
+per sapere che cosa fosse accaduto. Ambedue intesero le ultime
+ingiurie.
+
+Trovarono il Marliani li ritto in piedi colla testa un po' reclinata
+verso l'uscio d'onde era sparito don Ignazio, come un uomo che mastica
+fra se una ingiuria segreta.
+
+--Mio padre forse l'ha offeso--disse la Elisa a occhi bassi.--Io sono
+sua figlia e sono qui pronta a domandarle scusa per lui, se ella vorra
+promettermi....
+
+--Prometterle che cosa?--domando il Marliani un poco sorpreso e molto
+lusingato dalle parole di quella soave bellezza.
+
+--Lei e venuto per aggiustare la faccenda del signor conte O'Stiary
+mio cugino, non e vero?
+
+--Per servirla.
+
+--Ebbene io le prometto che lei non perdera niente e sara pagato fino
+all'ultimo centesimo. Mia zia mi ha lasciato trecentomila lire e io
+sono anche pronta a cederle a lei, se lei mi promette di non far del
+male a... mio cugino....
+
+"Ho capito!" penso fra se Marliani. "Qui c'e da trafficare il soldo."
+
+Poi soggiunse.
+
+--Lei pero la mi pare ben giovine.
+
+--Ho diciott'anni.
+
+--Bella eta!--sclamo il Marliani.--Ma piu bella assai per lei che per
+me.
+
+--In che modo?
+
+--Vede. Per essere padrone di disporre del fatto proprio le mancano
+ancora tre anni.
+
+--Lo so--rispose la Elisa stringendosi alla balia come per chiederle
+aiuto e consiglio...--Lo so. Ma per esempio, se io potessi ottenere il
+consenso di chi dovesse diventare mio marito... mi pare.
+
+In questo, Enrico O'Stiary, era comparso sull'uscio aperto non veduto
+da alcuno, e si era fermato ritto sulla soglia.
+
+--E necessario allora di provvedere molto presto--disse il
+Marliani--giacche domani scade la cambiale piu grossa, e il creditore,
+se non fosse pagato, sarebbe costretto di fare i suoi passi.
+
+--Domani io credo che si potra trovare chi si assume di pagarla--disse
+Elisa.
+
+Enrico mosse un passo innanzi.
+
+Tutti e tre gli altri si volsero a lui.
+
+--Non fa bisogno che lei si rivolga a questa signorina per essere
+pagato--disse Enrico con un gesto di disprezzo a Marliani.--I miei
+fondi e questa casa furono venduti questa mattina istessa ad un
+procuratore di una persona da nominarsi, e lei sara pagato fin
+all'ultima lira. E non ho piu altro da dirle.
+
+--Signor conte non ne dubitavo--disse Marliani.--Servo suo.
+
+Ed usci.
+
+* * * * *
+
+Elisa teneva le palpebre abbassate. Aveva presa una mano della balia e
+la teneva stretta nella sua col braccio teso in giu. Pareva di marmo
+se la vita non si fosse rivelata dall'affannoso movimento del seno
+verginale.
+
+La vecchia tremava e teneva i suoi piccoli occhi pieni di amore
+fissati nelle sembianze del suo Enrico.
+
+--Ho udito--disse questi senza muoversi dal suo posto--quello che tu
+buona Elisa avresti voluto fare per me. Permettimi di ringraziartene e
+di domandarti perdono per quello che e passato.
+
+E stette commosso ad aspettare che la fanciulla gli rispondesse una
+parola, facesse un atto, gli alzasse gli occhi in fronte.
+
+Questa non disse che:
+
+--La mamma e di la. Debbo andare da lei.
+
+E fece atto di muoversi.
+
+La balia, quasi senza volerlo, la trattenne.
+
+--No--disse Enrico andando a lei e prendendole la mano che restava
+libera--per carita Elisa una parola sola di perdono, che non mi lasci
+partire cosi disperato. Fra poche ore io andro a Firenze dove penso di
+arrolarmi nell'esercito. Forse non ci vedremo mai piu. Ma per carita,
+non lasciarmi andar via cosi.
+
+--Che cosa importa a te del mio perdono?--disse Elisa con un'aria di
+risoluzione tranquilla, ma con una voce in cui si sentivano le
+lagrime.--Sono forse io ancora qualche cosa per te? Va a cercare il
+perdono a quella donna che ha piu diritto di me di concederlo.
+
+--Elisa ti supplico, non parlami di quella donna. Io non so piu che
+ella esista, te lo giuro. si, lo confesso, fui un miserabile; ma ti
+giuro ancora per tutto cio che ho di piu sacro che io non l'ho amata
+mai. Ora lo sento con sicurezza....
+
+--Oh, me l'avevi gia detto un'altra volta!--sclamo Elisa.--E
+invece....
+
+--E vero, ma quando ti dico che se mi guardo indietro ho vergogna di
+me stesso! E voi altre due potrete dire d'essere le sole a questo
+mondo che hanno potuto sentire da me parole simili. Io che non ho mai
+chiesto perdono neppur a mia madre. Si e vero. Io non so quel che sia
+accaduto di me. Ero pazzo! Era orgoglio! Ah, se credessi agli
+incantesimi, direi che la mi aveva stregato. Io la odiavo e pur non
+potevo staccarmi da lei. Elisa perdonami. Non ti chiedo piu. Perche
+dovrei ingannarti, ora che debbo partire per espiare i miei errori?
+Capisco che mi son reso indegno di te e non ti chiedo di piu del
+perdono. Non ho piu il diritto di dirti che io non amo, che non ho mai
+amata altra donna fuori di te. Oh, non lasciarmi partire in collera
+Elisa. E tu balia, pregala anche tu dunque....
+
+--Ma perche ora la vuol tornar via da Milano?--sclamo la buona vecchia
+scoppiando in lagrime.
+
+--Povera balia! Oh vedo che tu mi vuoi piu bene di lei. Che cosa
+vorresti tu che io facessi ancora a Milano? Vorresti forse che mi
+fermassi per vederla forse diventare la moglie d'un altro? Non vedi
+che la mi odia?
+
+--Ah Enrico!--sclamo la Elisa con un gran sospiro.
+
+--Mi perdoni?--domando Enrico ansiosamente.
+
+--No--rispose la fanciulla con un filo di voce--ormai io non ho piu
+nulla a perdonarti. Io sono promessa ad altri.
+
+--Addio. Tu non mi vedrai piu. E se accadra del male, ricordati Elisa,
+ora sara per colpa tua.
+
+Enrico si volse, e sull'uscio incontro don Ignazio che entrava.
+
+* * * * *
+
+Mentre questo colloquio accadeva nel gabinetto il domestico era
+rientrato in sala dove stavano donna Eugenia e il marchese d'Arco e le
+aveva detto sottovoce:
+
+--C'e qui fuori un signore e una signora che domandano di parlare a
+lei.
+
+--Chi sono?
+
+--Sono forastieri; parlano fra loro in tedesco.
+
+--Bene falli entrare.
+
+--Chi mai saranno?--domando il marchese.
+
+--Ma; ora vedremo!
+
+Poco stante, duri come stoccafissi, con un'aria fra la compunzione e
+la dignita, facevano il loro poco solenne ingresso nella sala il
+signor Rikherwenzel e sua figlia Leopoldina, di Vienna.
+
+"Cosa vorranno mai da me questi signori" si domando fra se donna
+Eugenia, mentre il marchese dopo averli salutati con un cenno di testa
+si disponeva ad andarsene.
+
+--No, la si fermi--le disse la signora Eugenia sottovoce.
+
+--Siniora--disse Leopoldina--lei deve scusare nostra venuta da lei.
+Noi venire per affare di suo e nostro vantaggio molto importante.
+
+--Ah!--sclamo donna Eugenia--forse mi vogliono parlar in segreto?
+
+--Oh no, siniora. Il siniore puo benissimo ascoltare non essendoci
+niente di segreto.
+
+--Tanto meglio. E a chi ho l'onore di parlare?--domando la padrona di
+casa facendo ai due forestieri un cenno perche si accomodassero.
+
+--Questo e mio padre Leopoldo Rikherwenzel che non parla bella lingua
+italiana e io sono sua figlia Leopoldina.
+
+Al marchese che si era messo a studiarli passo negli occhi un lampo
+umoristico.
+
+"Se quello e suo padre--penso--questa sara probabilmente sua figlia."
+
+--S'accomodino--disse donna Eugenia.
+
+--Noi essere venuti--ripiglio la Leopoldina--per scongiurare una
+sventura in questa casa. Noi avere saputo sua figlia essere promessa
+sposa al signor scultore Aldo Rubieri, non e vero?
+
+La signora Eugenia inarco le sopracciglia e non rispose subito.
+
+"Cosa mai possono entrarci costoro nei fatti nostri?" penso.
+
+Ma poi rispose subito:
+
+--A dire la verita nulla e combinato ancora, perche egli non ha avuto
+ancora il nostro consenso.
+
+--Pene, tanto meglio per tutti allora--sclamo la Leopoldina sorridendo
+come una scimmia--perche noi poter mostrare documenti per provare che
+sinior Aldo Rubieri non puo sposare sua figlia.
+
+--Documenti!--sclamo un poco sorpresa donna Elena.
+
+--Sissignora. Lei deve sapere che sinior Aldo e mio promesso sposo da
+dieci anni e che io ho amato sempre sempre lui e che ho aspettato
+sempre lui, e lui non poter mancare a suo promesso senza molto
+sagrificio di danaro per contratto in carto pollato, e anche per sua
+parola d'onore.
+
+Cosi dicendo l'austriaca zitellona sporgeva alla signora Eugenia la
+lettera colla quale il Rubieri s'era impegnato a pagare quella somma,
+come e gia noto ai lettori.
+
+--Io non leggo il tedesco--disse la signora Eugenia dopo aver dato uno
+sguardo su quella lettera.--Ma non monta. Tant'e che la mi dica di che
+si tratta e in che cosa possa entrarci io, madre della Elisa.
+
+--Lei sapere certamente--disse la Leopoldina--che sinior Rubieri e
+figlio di un generale austriaco al servizio di nostri Kaiser
+Ferdinando e Franz Joseph.
+
+--Certo che lo so--rispose donna Eugenia.--Ed e anzi un vanto della
+vita di suo figlio l'esser fuggito dalla famiglia per venir a battersi
+co' suoi compatrioti.
+
+Leopoldina leggermente imbarazzata a questo punto racconto il resto
+della storia e termino dicendo:
+
+--Noi in tribunale siamo decisi di fare grosso scandalo perche avere
+trovato finalmente bravo avvocato che fara la nostra causa senza fare
+spendere a noi troppi danari, e abbiamo pensato di venire a prevenire
+la siniora per suo regolamento.
+
+Donna Eugenia a questo punto stava in forse tra il ridere e lo star
+seria. L'eteroclito stile dell'austriaca fanciulla le consigliava
+l'ilarita, ma la storiella a carico dell'uomo che ambiva alla mano
+della sua Elisa l'aveva un po' turbata.
+
+Ringrazio la signora Leopoldina delle sue buone intenzioni e soggiunse
+che avrebbe comunicate quelle notizie a suo marito, il quale avrebbe
+presa quella determinazione che fosse del caso. Li congedo con quella
+cortesia fredda e cerimoniosa che e piu eloquente talvolta di
+un'insolenza e che a buon intenditore vuol dire: mi facciano pero la
+finezza di non venirmi piu fra i piedi.
+
+In fondo pero la madre provava una segreta contentezza. Ella non s'era
+ancora persuasa che la sua Elisa non dovesse diventare la contessa
+O'Stiary. E quando aperse l'animo al marchese su questo punto trovo in
+lui un certo sorriso e un assentimento che le fu di buonissimo
+augurio.
+
+--Andiamo dunque a vedere che cosa ne dice mio marito--fece ella dando
+il braccio al marchese.
+
+E s'avviarono verso il gabinetto.
+
+* * * * *
+
+--Io non ho piu nulla a perdonarti.--Aveva detto la Elisa al
+conte.--Io sono promessa ad altri.
+
+--Addio--le aveva risposto Enrico--e se accadra del male ricordati
+Elisa che sara per tua colpa.
+
+In questo don Ignazio era comparso.
+
+Egli era ancora un poco acceso in volto per la collera di dianzi.
+
+--Come, e qui lei?--disse fermandosi e dando un'occhiata severa alla
+Elisa e alla balia.
+
+--Si, zio--rispose Enrico rimettendosi--non ho voluto andare al mio
+destino prima di venire a salutarvi tutti in casa.
+
+--E... dove fai conto di tornare, se e lecito?--domando il notaio con
+voce ironica e quasi stizzosa.
+
+La risposta di Enrico fu interrotta appunto dal comparire di donna
+Eugenia e del marchese d'Arco.
+
+Enrico saluto affettuosamente la signora poi mosse incontro al
+marchese e gli strinse la mano.
+
+--Ah testolina, testolina!--disse questi meta severo meta
+sorridente.--Sentiamo un poco che cosa fai conto di fare dunque?
+
+--Si, vediamo questi progetti fioriti--soggiunse don Ignazio.
+
+--Sono semplicissimi. Io partiro questa sera per Firenze dove mi
+arrolero come volontario in qualche reggimento. Ho delle
+raccomandazioni pel ministro della guerra; sono gia stato tenuto abile
+al servizio tre anni sono, e spero mi accettera. Il mio amico Sappia e
+incaricato di venir da te, caro zio, per aggiustare tutte le mie
+faccende.
+
+--E dire che gli ho gia pagato il cambio!--sclamo il notaio.--Tu
+vorresti dunque andar a far il soldato semplice?
+
+--Certo. Non potrei pretendere di piu per ora.
+
+--Bel mestiere! Mangiar nella gamella e scopar i cessi.
+
+--Far il soldato per il proprio paese--rispose Enrico--e l'unico
+mestiere che convenga a chi ha fatta la vita che ho fatto io finora.
+
+--Eppure--riprese don Ignazio--se tu promettessi di far proprio
+giudizio una buona volta, ci sarebbe ancora la speranza di accomodare
+i tuoi imbrogli salvandoti parte di sostanza. Io mi impegnerei di
+risparmiare un centinaio e piu di mille lire.
+
+--Via, non parlarne, caro zio--rispose Enrico con dolcezza.--Ho detto
+poc'anzi all'usuraio che i creditori saranno pagati tutti fino
+all'ultimo centesimo. Io rispetto troppo la mia firma.
+
+--Insomma non c'e verso di fargli mettere il capo a partito--borbotto
+il notaio ponendosi a sedere come sfiduciato.--E una testa falsa... e
+addio patria!
+
+Mentre don Ignazio pronunciava questo giudizio sul suo pupillo il
+marchese d'Arco, che come il suo solito non aveva ancora aperto bocca,
+avvicinatosi a Enrico e messogli una mano sulla spalla gli diceva:
+
+--Bravo Enrico. Hai fatto il tuo dovere d'uomo d'onore e questo deve
+essere sempre dinanzi ad ogni cosa.
+
+--Ma si, ma bravo, ma benone!--sclamava il notaio dimenandosi ne'
+panni.
+
+--Cara zia--disse Enrico a donna Eugenia prendendole una mano--io ti
+ringrazio ancora di tutte le bonta che avesti per me e spero mi
+perdonerai se per causa mia hai dovute subir delle... seccature....
+
+--Oh caro Enrico... io vorrei soltanto vederti un po' a posto.
+
+Enrico si valse alla Elisa.
+
+--Addio Elisa... e ricordati qualche volta del tuo compagno
+d'infanzia....
+
+E siccome sentiva venir un fiume di lagrime agli occhi si volse alla
+balia.
+
+--E anche tu, povera balia, addio e perdona se qualche volta....
+
+Non pote proseguire. Si sentiva strozzare dal pianto. Stava per fuggir
+via.
+
+--Enrico vieni qua--disse il marchese.--Io sono il tuo padrino e ora
+voglio mettere di esser tuo padre. Se tuo padre fosse qui... forse non
+sarebbe accaduto cio che e accaduto... ma in caso ti direbbe: si, va a
+far il soldato pel tuo paese, giacche quella scuola di abnegazioni e
+di sagrifici la ti fara diventare un uomo come si deve. Ma io non ho
+il coraggio di lasciarti partire cosi; e poi non posso neanche vedere
+quella cara fanciulla e quella povera vecchia piangere in quel modo...
+e poi... e poi, ti dico la santa verita, non vorrei io stesso....
+
+E per non piangere tento di ridere.
+
+--La ringrazio marchese di queste buone parole--disse Enrico
+stringendogli affettuosamente la mano.--Ma ora tutto e impossibile;
+non potrei piu stare a Milano lo stesso....
+
+--Andiamo dunque lei, don Ignazio, signor burbero benefico, faccia la
+pace col suo pupillo e gli perdoni ogni cosa. Siamo stati giovani
+anche noi... che diavolo!
+
+--Oh per il male che ha fatto a me--rispose don Ignazio tirando una
+presa di tabacco--io gli ho gia bell'e perdonato. Mi duole soltanto
+che ora sia troppo tardi in quanto _alla morale_, e che il mio perdono
+non gli possa piu fare ne caldo ne freddo a quest'ora.
+
+--La guardi quella sua povera Elisa com'e addolorata--riprese
+sottovoce il marchese.
+
+--La Elisa? Ah so bene poi che la mi burla, caro marchese--ripiglio
+don Ignazio levandosi.--No, no, no. Ha voluto lui essere uno
+spiantato? Tal sia di lui! Io non potrei in coscienza rompere il collo
+a mia figlia col pretesto che si vogliono bene. Il mal d'amore passa
+in fretta, ma i matrimoni sono eterni.
+
+--Vediamo, vediamo--ripiglio il marchese tirando don Ignazio in
+disparte.--Bisogna che non lo lasciamo andar a soldato. Io non voglio.
+Mi secca di vederlo partire.
+
+--Faccia lei! Trovi lei il mezzo. Che cosa vuol mai che io le dica?
+Io, se anche lei m'avesse lasciato fare, m'impegnavo di salvargli una
+parte di sostanza. Non ha voluto? Peggio per lui! E non fu anche lei a
+lodarlo?
+
+--Enrico--ripiglio il marchese volgendosi al giovine--prometti tu sul
+tuo onore di far giudizio, di non metter mai piu il piede in una bisca
+e di essere degno insomma della Elisa?
+
+--Ma che cosa dice, marchese, che cosa dice?--sclamo il notaio con la
+voce d'un uomo che e risoluto a farsi intendere seriamente.--Lei dice
+delle cose impossibili; a questa cosa non c'e piu da pensarci e da un
+pezzo. Sono suo padre o non sono suo padre? Benedetto uomo! Vuol dir
+tutto lui!
+
+--Non dubitare, caro zio--disse l'Enrico con dolcezza malinconica.--Tu
+sei esaudito lo stesso. Capisco anch'io che ora non potrei piu
+accettare quello che avrebbe dovuto essere la mia... quello che dice
+il marchese. Spero di riuscire a farmi onore e a cercarmi una
+posizione indipendente e degna di un gentiluomo.... E allora... se la
+Elisa mi avra perdonato... se non avra sposato un altr'uomo....
+
+--Ah questo e un altro paio di maniche!--sclamo don Ignazio.
+
+--Quanto a lei, marchese--ripiglio il giovine conte volgendosi al
+d'Arco--la mi permetta di ringraziarla, delle sue buone parole. Oh io
+sento che la Elisa sarebbe stata la sola donna al mondo che avrebbe
+potuto farmi felice, ma non ho saputo meritarmela ed e giusto che
+succeda cio che deve succedere. Adesso non potrei, dovessi morire di
+dolore, aspirare a lei....
+
+--Naturalmente!--osservo don Ignazio.
+
+--Non vorrei si dicesse che dopo avere sprecato in tre anni tutto il
+mio avere sono andato ad attaccare il cappello in casa di mia moglie.
+
+--Oh per questo sarebbe il minor male!--sclamo don Ignazio.
+
+--Ho piacere di sentirti a parlare cosi--disse allora il marchese
+alzandosi, d'ond'era seduto, con una specie di risoluzione di buon
+augurio.
+
+La Elisa, che con le gote irrigate di lagrime stava stretta a sua
+madre, alzo gli occhi roridi in faccia al marchese, e vide sulla di
+lui fisonomia uno di que' buoni sorrisi arguti, che il d'Arco
+possedeva quando stava per dire qualche cosa di molto bello e di molto
+buono.
+
+--Dunque allora se non e che questo--disse egli con voce posata e
+chiara--dovete sapere cari miei, che quella persona da nominarsi, la
+quale ha trattato questa mattina la compera della possessione di
+Enrico e di questo palazzo, sono proprio io. Io non potevo permettere
+naturalmente, che la casa O'Stiary e la campagna, dove passai tanti
+bei giorni de' miei anni giovanili, andasse in mano di _cani e
+boriani_. La somma fu gia rimessa al marchese Sappia, che e garante
+anche pei debiti di Enrico, e che pensera a pagare ogni cosa. Io sono
+dunque il nuovo proprietario e credo di aver fatto un discreto
+contratto. Siccome pero io sono solo al mondo e non so davvero che
+farne del superfluo, cosi tu, Enrico, mi permetterai di dirti, che
+tanto la tenuta quanto questa casa, sono ancora cosa tua.
+
+--Ah, questo e troppo, marchese!--sclamo Enrico.
+
+E rimase interdetto, e non penso di buttarglisi al collo, come avrebbe
+fatto chiunque altri, che non avesse avuto il di lui orgoglio nelle
+vene.
+
+Il marchese era, lo sappiamo gia, un vero filosofo, e non si lasciava
+mai influenzare dall'amor proprio.
+
+Anche quella titubanza dignitosa, anzi superba, di Enrico, gli
+piacque; egli non s'adonto che il giovine conte fosse restio ad
+accettare la sua donazione. Gli si avvicino e gli disse:
+
+--Sei tutto tuo padre! Ma pensa che la Elisa ti ama....
+
+E addito la cara fanciulla che stava presso donna Eugenia.
+
+I di lei occhi, maravigliati, pieni di riconoscenza, intenti, inondati
+da una gioia che non lasciava piu luogo a dubbio, stavano fissi in
+quelli del marchese.
+
+Ella si spicco da sua madre, si slancio con subitaneo moto verso di
+lui, gli prese la mano e sclamo:
+
+--Ah, come l'adoro lei, marchese. Come e buono! E questo valse
+all'Enrico come cento perdoni.
+
+* * * * *
+
+Io ho fiducia che il lettore mi dispensi volentieri dal riferire la
+storia retrospettiva del viaggetto affannoso di Enrico verso Parigi,
+in cerca di Nana, che viaggiava invece verso la Piccola Russia, col
+principe Kuvaloff; come pure che egli non desideri ch'io gli debba
+descrivere la delusione di Rubieri, quando venne a pranzo e si trovo
+_pulita la bocca_. Ne come sia andata a finir la faccenda--che resto
+incruentissima del resto--fra Marliani e Cantis--ne a raccontargli del
+fallimento della Romea, inezie tutte che facilmente si sciolgono
+coll'imaginazione.
+
+* * * * *
+
+Quanto a Nana, non stette piu di un mese col principe Kuvaloff.
+Quand'egli comincio a trattarla a furia di _knout_, essa cerco in Kiew
+un suo compatriota parrucchiere, che tornava in occidente, e si fece
+rapire da lui.
+
+* * * * *
+
+La sua fine e nota.
+
+Zola ci racconta, che essa mori di vaiuolo al _Grand Hotel_ a Parigi,
+in quei giorni in cui i Francesi, ebbri di certezze gloriose, che
+dovevano mutarsi in disastri incredibili, passavano in folla sui
+_boulevards_ gridando in cadenza: _a Berlin, a Berlin!_
+
+* * * * *
+
+Molti lettori hanno il difetto di venir qui in fondo a cercare come
+vada a finire la panzana.
+
+Qui panzana vera non c'e stata. In ogni modo mi permettano di non
+accontentare questa loro illegittima curiosita.
+
+La contessa O'Stiary e oggi viva ancora? E dessa felice? E infelice?
+
+Chi lo sa?
+
+Mettiamo ch'ella sia infelice.
+
+L'e questa un'ipotesi che sbaglia di rado.
+
+Un ultima preghiera al lettore: Se non l'ha ancora letta, legga
+l'_Entratura_. Mi fara un gran piacere.
+
+
+
+FINE
+
+
+
+
+
+
+
+
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+
+
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+
+*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK, NANA A MILANO ***
+
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+unless a copyright notice is included. Thus, we usually do not
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+Please be encouraged to tell us about any error or corrections,
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+Gutenberg, including how to donate, how to help produce our new
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+also a good way to get them instantly upon announcement, as the
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+91 or 90
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+as it appears in our Newsletters.
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+Information about Project Gutenberg (one page)
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+We produce about two million dollars for each hour we work. The
+time it takes us, a rather conservative estimate, is fifty hours
+to get any eBook selected, entered, proofread, edited, copyright
+searched and analyzed, the copyright letters written, etc. Our
+projected audience is one hundred million readers. If the value
+per text is nominally estimated at one dollar then we produce $2
+million dollars per hour in 2002 as we release over 100 new text
+files per month: 1240 more eBooks in 2001 for a total of 4000+
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+If they reach just 1-2% of the world's population then the total
+will reach over half a trillion eBooks given away by year's end.
+
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+This is ten thousand titles each to one hundred million readers,
+which is only about 4% of the present number of computer users.
+
+Here is the briefest record of our progress (* means estimated):
+
+eBooks Year Month
+
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+ 10 1991 January
+ 100 1994 January
+ 1000 1997 August
+ 1500 1998 October
+ 2000 1999 December
+ 2500 2000 December
+ 3000 2001 November
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+ 6000 2002 December*
+ 9000 2003 November*
+10000 2004 January*
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+The Project Gutenberg EBook of Nana a Milano, by Cletto Arrighi
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+Title: Nana a Milano
+
+Author: Cletto Arrighi
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+Release Date: November, 2005 [EBook #9302]
+[This file was first posted on September 19, 2003]
+
+Edition: 10
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK, NANA A MILANO ***
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+Claudio Paganelli, Carlo Traverso, Charles Franks and the Distributed
+Proofreaders team.
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+This book has been completed in cooperation with the Progetto Manuzio,
+http://www.liberliber.it
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+We thank the "Biblioteca Sormani" di Milano that has provided the images.
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+NANÀ A MILANO
+
+PER
+
+CLETTO ARRIGHI
+
+______
+
+EDIZIONE PRIMA
+____
+
+
+MILANO
+1880
+
+
+
+
+
+ENTRATURA
+
+
+Gli svegliarini critici dei nostri giorni sono tanto scorbellati, che
+se l'autore d'un libro non ha la precauzione di spiegarsi un poco, su
+ciò che ha inteso di dire e di fare, va a rischio di sentirsene a dir
+delle belle.
+
+Per prima questione s'affaccia quella della scuola o del genere. Che
+ormai le panzane romantiche "fra il didascalico e il rompiscatole" a
+situazioni in sospeso, a caratteri tirati a pomice, e a personaggi
+tirati pe' capegli siano andate giù di moda e non piacciano più
+neppure ai ragazzi non ci sarà forse a negarlo altro barbassoro,
+fuorchè un professore famoso per un certo suo _grido_.
+
+Dunque, se voi signori, che state per leggere siete di quelli che nei
+racconti dei fatti contemporanei amano i _babau_ della sospensione
+romantica e si compiacciono di non tirare il fiato se non dopo
+d'essersi bene assicurati che il fratello del figlio, del nipote,
+della cognata, del protagonista è appunto il padre dello zio, del
+genero del cugino, dell'eroina, e vogliono che l'intreccio incominci,
+si complichi e si sciolga col finale trionfo di tutte quante le virtù
+e col suo bravo castigo di tutte quante le colpe, se voi, dico, avete
+di queste fisime felice notte.
+
+Oggidì, mi duole il dirlo, tutto va a rovescio di quella conclusione,
+giacchè le virtù che trionfano e le colpe che si castigano sono cose
+lasciate tutte all'altro mondo.
+
+Dunque _realismo_!
+
+E realismo vuol dire verità, vuol dire ricerca di ciò che veramente
+succede, sia pur doloroso e brutto; vivisezione, fisiologia
+palpitante, studia della vita quale essa si mostra, senza rispetti
+umani e senza reticenze.
+
+Chi scrive _Nanà a Milano_ ormai non ammette in arte che il realismo;
+giacchè egli segue il suo tempo e nelle cose dell'oggi vede appunto la
+inesorabile verità, che fattasi iconoclasta, abbatte dovunque le
+imagini della finzione romantica: il cattolicismo è distrutto dal
+libero pensiero, la bibbia è annientata dalla scienza, la filosofia è
+sconfitta del positivismo, la pittura dalla fotografia, la scultura
+dalla galvanoplastica, la musica dall'aritmetica. Vedete persino sul
+palcoscenico le illusioni che bastavano ai nonni come cedono il posto
+ai simulacri della realtà: ai gabinetti e ai salotti dipinti a
+prospettive ed a scorci si sostituirono dei gabinetti e dei salotti
+reali, per mezzo delle scene parapettate; alle cascate d'acqua fatte,
+una volta, di tela d'argento girante sul ròtolo, si sostituisce
+l'acqua vera, cadente dall'alto e spruzzante le gambe delle
+ballerine... che magari non sono _reali_ del tutto!
+
+Se non che è noto che ci sono due modi molto diversi di fare del
+realismo: c'è il realismo decente e c'è l'indecente. C'è il realismo
+decente nella forma, indecente nella sostanza, e c'è il realismo
+decente tanto nell'una che nell'altra. Tutta quanta la morale
+femminile della nostra società frolla e senza convinzioni molto fisse,
+risiede ormai nella decenza. In questa parola sta appunto anche
+l'avvenire della nuova scuola naturalista, tanto osteggiata da chi non
+l'ha ancora capita, e tanto compromessa da chi nella forma non ha
+saputo trovare il giusto mezzo fra la verità nuda e cruda e la
+desiderata decenza.
+
+Le trivialità, le bassezze, le turpitudini, le laidezze e le miserie
+umane--le quali in passato furono lasciate indietro da tutti i
+romantici, come cose da non svelarsi--devono essere portate in
+pubblico, chiarite, discusse, sviscerate una buona volta, perchè
+servano di leva al rimedio di ammaestramento, agli ingenui, di castigo
+e di flagello ai viziosi.
+
+Tutto sta dunque a saperle svelare con decenza.
+
+Emilio Zola, che è pur sempre decente _nella forma_, ci presentò in
+Nanà una donna che _nella sostanza_ non lo poteva essere del certo.
+Puttana sbracata, rotta ad ogni turpitudine, in un ambiente di cinismo
+e di depravazione, per conservarsi vera, e reale doveva riuscire per
+forza molto indecente.
+
+Ora se, partita da Parigi e capitata per caso a Milano sullo scorcio
+del 1869, la Nanà di Zola si fosse conservata tale e quale ce l'ha
+presentata il romanziere francese, io dal canto mio non avrei fatta
+certamente la fatica di ricominciarne la storia da lui lasciata a quel
+punto in sospeso.
+
+Non l'avrei fatto, ancorchè avessi potuto pensare che per quanto essa
+fosse rimasta la stessa sgualdrina, pure le differenze di ambiente, di
+influssi, di contorni di conoscenze dovevano dar luogo ad altrettante
+differenze di linee, di tinte, di chiaroscuri e di avvenimenti.
+
+Ma Nanà giunta a Milano non era più nè poteva essere più la stessa
+donna ch'ella era a Parigi. Io l'ho conosciuta nei pochi mesi che
+stette nella mia città, l'ho studiata e ho trovato che il mutamento
+avvenuto in lei era cosa degnissima di studio attento e profondo, e
+che il mondo milanese, che s'aggirava intorno a lei sarebbe stato un
+vero peccato mortale se lo si fosse trascurato e non si fosse pensato
+da alcuno a portarlo innanzi ai lettori fotografato e caldo in una
+fisiologia di costumi contemporanei.
+
+Quella _cocotte_ francese, sfinge non egiziana metteva tanta
+suddizione e pur tanta concupiscenza nel cuore di certi nostri giovani
+i quali colle dame e colle crestaie concittadine si mostravano
+audacissimi, e ha dato una tinta così speciale ai fatti; della vita
+milanese e ai caratteri delle persone colle quali ebbe a che fare, nei
+pochi mesi di sua residenza, che bisognerebbe essere proprio un
+balordo per non cavarne un libro interessante.
+
+In quanto a lei, chi avrebbe detto che nel nuovo ambiente milanese,
+dovesse apparire assai diversa da quello che ce l'ha descritta e
+tramandata lo Zola!
+
+Nessuna donna forse ebbe più di Nanà le doti che si attribuiscono al
+camaleonte; nessuna più di lei sapeva trasmutarsi da un giorno
+all'altro, e da abbietta cortigiana diventar magari una signora
+rispettata e superba.
+
+Ed ecco perchè a me è venuto il grillo di ripigliar da Zola istesso
+questa donna stranissima, che riuscì a miei occhi un tipo unico di
+figlia di Eva del nostro tempo, un problema di isterismo a freddo, una
+personificazione dello spirito scacciapensieri, una sintesi di
+puttanesimo rapace, un'epopea: di calcolato disinteresse, un campo
+aperto di capricci, di estri, di fantasie, di voglie, di brame, di
+vanità, di ambizioni, di vaneggiamenti, di simpatie, di antipatie, di
+libidini, di freddezze, di affetti, di passioni in continua
+contraddizione con sè stessi; anzi in continua ribellione fra loro, un
+tipo di avarizia, un mostro di prodigalità, un ecatombe di
+_toilettes_, un entusiasta del risparmiare, un apoteosi di
+poltroneria, un prodigio di attività, un iperbole di egoismo, un
+miracolo di buon cuore, una iena pazza di ferocia, un'incapace di
+veder soffrire una formica, una capace di ripetere con Brillat Savarin
+che in una tal salsa avrebbe mangiato volentieri suo padre!
+
+Un ultimo avvertimento, perchè io bramo sopratutto di essere sincero.
+
+Qualche lettore, in questo mio nuovo studio della vita milanese
+contemporanea, troverà delle scene che non gli giungeranno
+sconosciute. Un episodio infatti di _Nanà a Milano_ mi servì già a
+scrivere una commedia che ebbe lieto successo sul teatro milanese.
+Alcuni altri frammenti io pubblicai prima d'ora, in qualche giornale
+italiano e non riusciranno nuovissimi a chi per caso li avesse già
+letti in que' periodici. Io non saprei dir a questi signori se non che
+oggi li ritroveranno, se non foss'altro, sotto la loro vera luce e al
+loro posto preciso.
+
+Chi poi credesse di trovare in questo libro, un dramma giudiziario
+_con simulazione di parto_, che levò rumore grandissimo in questi
+giorni, si pulisca la bocca.
+
+CLETTO ARRIGHI.
+
+Milano, 20 giugno 1880.
+
+
+
+
+I.
+
+
+Nell'ottobre del 1866, moriva in Milano di pneumonite il vedovo conte
+Guglielmo O'Stiary dopo una fiera malattia di cinque giorni. Lasciava
+un milione al suo unico figlio Enrico, di passa vent'anni, col patto
+espresso nel testamento, ch'egli non potesse andar in possesso
+assoluto e dispotico della sostanza se non compiuti i ventiquattro,
+come portava la legge cho vigeva al tempo degli Austriaci.
+
+In caso che l'erede avesse voluto fare opposizione al testamento il
+severo babbo lo privava di tutto, e sostituiva nella eredità: _il
+Sacro Cuore di Gesù_.
+
+I titoli per diseredare suo figlio Enrico, secondo lui, non mancavano.
+Egli era fuggito dal collegio dei Barnabiti, adolescente ancora, per
+correre a combattere gli Austriaci con Garibaldi. Egli si mostrava
+irreligioso e liberale. Egli sarebbe riuscito, senza alcun dubbio,
+prodigo e dissoluto.
+
+Il conte Guglielmo O'Stiary discendeva da una famiglia irlandese molto
+cattolica, stabilitasi a Milano nel secolo decimosesto.
+
+Enrico O'Stiary ricevette la notizia della malattia mortale del babbo,
+quando questi era già spirato. La campagna contro gli Austriaci era
+finita. Chiese ed ottenne il congedo e partì, sperando di rivedere
+ancor vivo l'autore de' suoi giorni, che egli amava in cuor suo di
+grande e profondo affetto, malgrado la di lui severità piuttosto unica
+che rara. Quando giunse a Milano trovò che suo padre era già stato
+seppellito da una settimana.
+
+E intanto l'esecutore testamentario, don Ignazio Martelli, di lui zio
+materno, aveva già pensato in fretta ed in furia a praticare certe
+operazioni e certe riduzioni nell'appartamento, nella cucina e nella
+scuderia, dalle quali si riprometteva di aumentare il reddito del
+pupillo di una mezza dozzina di mille lire all'anno. Il conte padre,
+anche dopo la morte della contessa sua moglie, e la partenza di Enrico
+per il collegio, non aveva mutati d'un pelo l'ordine e l'ampiezza
+dell'aristocratica magione. Ma ora? Che cosa avrebbe dovuto farne
+l'Enrico di sedici stanze? "Troppa grazia a sant'Antonio!", Fece
+dunque appiccar all'imposta del portone il suo bravo cartello col _da
+affittarsi al presente_, e dopo sei ore ebbe, il piacere di vedere,
+come disse lui, _bruciato via_ l'appartamento e invaso da stranieri.
+
+La creatura, che si dava maggiore affanno in palazzo, era la
+guardarobiera: una vecchia che chiamavano _la balia_, che aveva
+allattato il conte Guglielmo e portato in braccio il contino. Oh il
+suo non era certo _l'affacendato ozio_ dei _Ritratti Umani!_ Con che
+amore la buona donna mise in ordine il quartierino, che il tutore
+spilorcio aveva lasciato al di lei caro Enrico! Con che cura gli
+preparò la biancheria e fece rimetterle cortine alle finestre e gli
+fornì dell'occorrente la teletta, e dispose qua e là nelle camere dei
+fiori appena colti.
+
+--Le pare, marchese, ch'egli sia alloggiato come un principino?--disse
+la signora Eugenia Martelli al marchese d'Arco, uscendo insieme dalle
+stanze destinate al giovine ereditiero.--Per dire la verità queste
+sono le camere migliori del vecchio appartamento. Che ne dici tu
+Elisa?
+
+La Elisa, una fanciulla di poco più che quindici anni, una rosa thea
+appena sbucciata, una bellezzina molto _distinta_, con occhioni e
+denti da sbalordire, rispose con una piccola smorfia, un _umh!_ che
+voleva come dire "per l'Enrico ci sarebbe voluto ben di più!"
+
+--Io sono certo però,--disse il marchese d'Arco,--che l'Enrico avrà
+gran dispiacere di vedere affittate così subito e a della gente
+ignota, le camere dove tien raccolte le memorie della sua infanzia....
+
+--Se sapesse quante volte ho detto anch'io questa cosa a mio marito!
+Non è vero Elisa?
+
+--Sì, certo; ma il babbo non vedeva che la necessità di cavare di più
+dal palazzo.
+
+--La casa de' suoi maggiori,--riprese con grande nobiltà il marchese
+d'Arco--va tenuta da conto e il lasciarla invadere dal primo che
+capita è un mancarle di riguardo.
+
+--Che vuole marchese? Lei sa bene che mio marito non le ha mai capite
+certe delicatezze.
+
+--Come!--domandò questa volta ingenuamente l'Elisa.--Il babbo non ha
+mai capite le delicatezze?
+
+--Zitta Elisa--disse la madre stringendo, nel suo il braccio di sua
+figlia. Poi di nuovo al marchese:
+
+--Del resto l'Enrico sarà, come si dice, in famiglia. Tra il suo
+quartierino il nostro non c'è di mezzo che l'anticamera e questa sala
+in comune.
+
+--E noi per far tutto questo tramestìo,--disse la Elisa mostrando un
+gran dispiacere nella voce--abbiam dovuto cambiare alloggio anche noi
+e andare verso il giardino.
+
+--Povera ragazza, guarda mò,--fece ridendo il marchese d'Arco--dover
+cambiare alloggio!
+
+--E non abbiamo tenuta neppur una straccia di finestra verso strada.
+
+--Ah capisco ora! Neppur una straccia di finestra verso strada!
+
+--Stare sul Corso e non poter andare al balcone, la mi concederà
+marchese che è una condanna.... Io non ho che il giardino da vedere.
+
+--Ma il giardino ha anch'esso i suoi meriti! replicò il marchese
+sorridendo.--Questa primavera vedrai a sbucciar i fiori, a spuntar
+l'erba, a fiorire i tulipani.
+
+--È vero,--sclamò la Elisa,--ma a me sarebbe piaciuto di più il poter
+vedere fiorir le rose in giardino....
+
+--E spuntar i tulipani sul Corso?--domandò ridendo il marchese.
+
+E, quasi per farsi perdonare la facezia un po' ardita, soggiunse
+subito:
+
+--Basta! Non vedo l'ora di abbracciarlo quel caro ragazzo!
+
+--Oh marchese!--sclamò la fanciulla.--Ora non è più tanto un ragazzo.
+Ha quasi ventun anni ora. Cinque più di me.
+
+--È vero! Sono tre anni ormai ch'io non lo vedo più.
+
+--E che ne dice marchese di quel barocco d'un testamento di suo
+padre?--domandò la signora Martelli.
+
+--Che vuole mai che le dica, cara signora? Quel povero conte Guglielmo
+era fatto così. Una testa debole, che non calcolava mai gli effetti
+delle sue azioni; pur di assecondare i moti dell'animo dispotico e
+pieno di ghiribizzi egli non badava a nulla.
+
+--Ah, lei lo deve sapere, che fu tanto amico della povera contessa!
+
+Il marchese mise un sospiro, e quasi per stornar l'attenzione da
+quella frase, ripigliò:
+
+--A che ora crede lei che potrà arrivare l'Enrico?
+
+--Io dico che sta per arrivare fra mezz'ora--sclamò la fanciulla.--Lo
+sento quì!--E posò la destra sul cuore.
+
+--Ma zitto Elisa!
+
+--La lasci dire. È così bella l'ingenuità a quindici anni.
+
+--E quattro mesi!--sclamò la Elisa.
+
+--Oh, ma non la creda poi tanto ingenua, sa?--fece ridendo la
+madre.--È un capetto, mah!
+
+--Senti Elisa? Tua madre dice che sei un capetto.... mah!
+
+--Miracolo che questa volta non abbia aggiunto anche l'ameno!
+
+Il marchese rideva.
+
+--Dunque io ripasserò stasera,--soggiunse egli--e se l'Enrico
+arrivasse prima, gli dica di venir subito da me a farsi vedere. _Sans
+adieux_. E tu Elisa ricordati di voler un po' di bene anche a questo
+povero vecchio che te ne vuol tanto!
+
+--Oh, anch'io, anch'io, caro marchese,--rispose con espansione sincera
+la fanciulla.
+
+--Ora andiamo a vestirci subito,--disse la madre quando il d'Arco fu
+uscito,--che non abbiamo tempo da perdere se non vogliamo salare la
+messa.
+
+* * * * *
+
+La Elisa era un capetto davvero.
+
+Un tipo di fanciulla più simpatica, più piccante, più piacente di lei
+non lo si potrebbe imaginare facilmente.
+
+Dove diamine la signora Eugenia ed il notaio Martelli fossero andati a
+pescar tanto spirito, per dare vita a quella loro creatura, è un
+mistero! La signora Eugenia era infatti una eccellente madre, una
+buonissima donnetta, una moglie irriprovevole, ma sgraziatamente
+peccava assai nel fisico; quanto al padre era sgraziato nel fisico e
+nel morale.
+
+La Elisa appariva come la perfetta antitesi de' suoi genitori. Sua
+madre era piuttosto piccola e tozza, Elisa era slanciata e svelta come
+un giunco odorato. Sua madre era scarsa d'ingegno; sua figlia un
+genietto. Suo padre era taccagno e di idee ristrette; la Elisa era una
+socialista spiegata senza sapere di esserlo. Forse di lei s'avrebbe
+potuto dire, come della maggior parte dei figli unici, ch'era un
+_enfant gatè_. La mamma, le aveva sempre voluto troppo bene, le aveva
+fatte buone le innumerevoli fantasie, l'aveva sempre accontentata in
+ogni capriccio e baciucchiata troppo. Ma le madri che amano assai non
+ci sentono da questo orecchio. Quanto non si è detto contro il
+soverchio amore di certe madri? Ai fanciulli esse parlano
+incessantemente e quasi esclusivamente del bel musino, del bel
+vestitino, delle belle scarpette, e li baciano tutto il santo giorno
+con tali frenesie di tenerezza, che spesso i bimbi ne scoppiano in
+pianto. Cari e santi baci quei delle madri! Ma non pensano desse che,
+a lungo andare, anche quei baci riescono fatali, giacchè stimolando
+senza posa nei bimbi la delicata innervazione, sviluppano in essi una,
+per quanto inavvertita, troppo precoce sensualità. Amorevole, ma
+fatale stupro materno, che già rende colpevole l'adolescenza prima che
+essa abbia cessato di esser innocente!
+
+Le madri romane si guardavano bene dall'insegnare la voluttà del bacio
+alle loro figliuoline. E quando alcuno lodava la bellezza d'una loro
+figlia in faccia a lei stessa, quelle madri nobilissime usavano di
+metter la punta del dito medio sulla lingua e di toccar con quella la
+guancia dell'adulata quasi a purgarla col materno amore da un
+maleficio straniero.
+
+La Elisa aveva tra le altre cose una voce che agiva voluttuosamente
+sulla corda sensibile dell'udito. Nessuno ha mai ascoltato le arpe
+eolie, ma chi ha sentita la voce di Elisa Martelli, giura che non la
+cambierebbe con quella di un'arpa eolia.
+
+E il sorriso?
+
+S'ha un bel dire, ma dinanzi al realismo della bellezza e della
+gioventù restano eterne e immutabili anche le ispirazioni romantiche,
+alle quali fummo allevati. Elisa quando rideva, rideva tutta, come
+disse il Dossi, e s'avrebbe detto che facesse una luce maggiore
+intorno a sè, giacchè, il di lei sorriso alleandosi al nitor dei denti
+e lampeggiando nelle pozzette delle guancie e raggiando fuori collo
+splendor degli occhi pareva davvero la circondasse di una gioiosa
+aureola, che è luce appunto e delle più lucenti!
+
+Queste doti, già s'intende, preziose per tutti erano difetti per
+quella lesina di suo padre. Egli avrebbe amato tanto una figlia
+belloccia sì... non dico! ma che avesse avuto il suo quietismo nel
+sangue, che andasse in cucina a sorvegliar la cuoca, che facesse tutti
+i rimendi alla biancheria e rivedesse i libretti della spesa. Ma non
+c'era verso, e la mamma su questo la difendeva a spada tratta e
+qualche volta la si permetteva di ricordare al marito una certa loro
+speranza, sorta si può dire il giorno stesso della nascita della
+bambina e nutrita religiosamente in famiglia:
+
+--Pensa poi che la Elisa deve essere contessa e milionaria!
+
+Era la frase sacramentale, che metteva ogni pace e ogni buon umore in
+quella casa.
+
+* * * * *
+
+Il contino arrivò, come aveva presentito la Elisa, mezz'ora dopo,
+mentre le donne erano a messa.
+
+Montò quattro a quattro i gradini dello scalone, che non aveva
+riveduto da circa tre anni e tirò il campanello all'uscio di casa sua.
+
+Il servitore che venne ad aprirgli non lo conosceva punto.
+
+--Chi cerca di grazia il signore?
+
+--Il notaio Martelli è in casa?--domandò Enrico con un mesto sorriso.
+
+--No signore,--rispose l'altro,--il signor cavaliere Martelli è
+uscito.
+
+Enrico si fece conoscere. Entrò, andò difilato alla camera dove era
+morto suo padre, e vi si rinchiuse. Poi mezz'ora dopo cogli occhi
+rossi di pianto, si fece portar nascosto in una carrozza al cimitero
+per visitare il luogo dov'era stato sepolto.
+
+Di ritorno a casa Enrico trovò il notaio Martelli suo tutore, che lo
+aspettava per abbracciarlo.
+
+Prima che questi tornasse a casa dal cimitero, il notaio avendo udito
+dal portiere, come il contino fosse arrivato, era salito frettoloso le
+scale, ed entrato in anticamera:
+
+--Dov'è dov'è questo ragazzo?--aveva sclamato, non pensando che il
+ragazzo s'era fatto ormai un uomo di quasi ventun'anni.
+
+--È andato al cimitero--gli rispose il servitore.
+
+--Ah, povero figliuolo!... È vero! Bravo, bravo!
+
+Così dicendo, attraversò l'anticamera ed entrò in uno studio attiguo,
+dove era solito stare qualche ora del giorno a sbrigare le faccende
+della tutela.
+
+--Dì un po'--ruppe a dir egli quando fu seduto allo scrittoio rivolto
+al Leopoldo--sei stato dal Saulino?
+
+--Sì, signor cavaliere.
+
+--Cosa ti disse?
+
+--Che verrà qui lui dopo pranzo.
+
+--E dal Sala?
+
+--Anche.
+
+--E quello che cosa ti rispose?
+
+--Mi disse che ora non ha voglia di comperare carrozze usate. Ma
+stamattina è stato qui un signore a vederle in rimessa e ha fatto
+un'offerta.
+
+--Quanto?
+
+--Mille lire.
+
+--Non c'è male. Si può cederle a questo prezzo, mi pare.
+
+--La scusi signor cavaliere se metto il naso anch'io in questa
+materia. È solo per avvertirla che lo _steage_ è quasi nuovo, perchè
+l'ha fatto fare l'anno scorso il signor conte e l'ha adoperato non più
+di otto volte in tutto l'anno.
+
+--Ebbene?
+
+--Ebbene dico che si potrebbe tenerlo, ora che è arrivato il signor
+contino. È un legno del buon genere.
+
+--Che cosa? Buon genere? Bagattelle! Quest'è una parola inventata
+adesso. A' miei tempi non si parlava punto del buon genere.
+
+"Sicuro. Quando regnava Carlo V" pensò tra sè il Leopoldo.
+
+--Io di carrozza non me ne intendo una maledetta--continuò il
+notaio--ma se questo _steage_ è quel demonio di un carrozzone coi
+sedili fin sull'imperiale come una diligenza....
+
+--Sì, sì, proprio quello!
+
+--Allora ti dico addirittura di mettere da parte il pensiero, perchè a
+trascinare quella macchina non ci vorranno meno di due cavalli....
+
+--Come due! La dica pur quattro.
+
+--Figuratevi! No, no, no, vendiamolo subito.
+
+--Lei signor cavaliere vorrebbe forse che il signor contino tenesse
+meno di quattro cavalli in scuderia?
+
+--Ma che quattro, ma che tre, ma che due!--sclamò il notaio
+vivamente.--Adesso so che è di gran moda un legnettino leggero da un
+cavallo solo. Tanto più per un giovinetto della sua età. Bagattelle,
+anche troppo!
+
+--La mi scusi don Ignazio--disse il palafreniere con voce
+insinuante--ma anche volendo tenere un cavallo solo da tiro ce ne
+vorrà sempre almeno uno di cambio e uno da sella.
+
+--Ma che cambio, ma che sella!--sclamò il notaio inviperito.--Il
+cambio è perfettamente inutile, perchè se quell'altro fa il suo
+servizio bene, il cambio resterebbe in stalla a mangiar fieno e biada
+a tradimento. E quanto a quello da sella si può _scusare_ con un
+cavallo a doppio uso.
+
+"Bazzica!" pensò il Leopoldo. "Come il curato di Cilavegna!"
+
+E non disse più nulla, giacchè cominciò a mulinare come qualmente per
+rubare la biada ad un cavallo solo non gli sarebbe più convenuto di
+star in quella casa,
+
+--Dunque?--domandò il notaio.
+
+--Ma ecco, se il signor cavaliere mi permette di parlare.
+
+--Te lo permetto.
+
+--Le faccio presente che se il cavallo a doppio uso si ammalasse....
+
+--Oh, allora poi, bagattelle, si va un po' anche a piedi... _pedibus
+calcantibus_.
+
+"Ah sicuro!" pensava fra sè quello scorbellato di Leopoldo, "un bel
+paio di scarpe nuove e avanti."
+
+--Io sono bene andato a piedi tutta la mia vita!--riprese il notaio.
+
+"E sì, che è un cavaliere!" pensava l'altro.
+
+--Se poi il mio signor pupillo non volesse proprio degnarsi di andar a
+piedi ci sono sempre dei buoni omnibus a dieci centesimi.
+
+"Ma sì, guarda me! Non ci pensavo. Ci sono questi omnibus?
+Adoperiamoli."
+
+--Qualche volta ci vado anch'io in omnibus; non però quando non ho
+fretta, perchè allora arrivo prima colle mie gambe.
+
+--Lei è il padrone!--conchiuse Leopoldo.--Faccia lei.
+
+--Sicuro che debbo far io--sclamò il notaio.--Anzi, ti avviso di non
+mettergli in testa all'Enrico delle fisime inutili. L'economia è la
+madre di tutte le virtù, e quando un solo cavallo può far il servizio
+di tre, non saprei come possa venir in testa ad un cristiano di
+tenerne tre invece di un solo. Questi cavalli a doppio uso ci sono o
+non ci sono? Saranno ben stati inventati per qualche cosa, io credo?
+Adesso chiama la balia, che mi deve dar la nota della spesa della
+guardaroba.
+
+* * * * *
+
+Chi era la balia?
+
+Poco prima che il notaio arrivasse a casa, una vecchia sbacando fuori
+da una scaletta interna, che metteva nelle cucine del palazzo, aveva
+sclamato tutta intenerita:
+
+--Oh, ch'io lo veda questo mio signor contino, ch'io lo stringa ancora
+una volta al seno prima di morire.
+
+Il palafreniere, che aveva condotto il padroncino nella camera del
+conte padre, pose l'indice attraverso le labbra e additando alla balia
+la stanza dove era entrato Enrico, aveva risposto:
+
+--È là dentro e non vuol essere disturbato. Piange.
+
+--Povero ragazzo!--sclamò la balia con amore.--Starò qui ad
+aspettarlo.
+
+Così detto si adagiò, trasse di tasca la corona e cominciò a
+biascicare orazioni.
+
+Ma il palafreniere non le lasciò il tempo di finire il _panem nostrum
+quotidianum_, che le domandò:
+
+--Voi balia che dovete esser vecchia di casa....
+
+--Altro che vecchia di casa!--interruppe questa.--Io sono nata nel
+castello dei conti O'Stiary, ed erano già sessantanove anni che ci
+stavo prima di venir giù a Milano. Io ho allattato il povero conte
+Guglielmo che è morto or ora; e sono stata la balia secca del contino
+Enrico.
+
+--Tanto meglio! Io volevo domandarvi conto di questo signor marchese,
+che è venuto un'ora fa a a vedere se il contino era arrivato.
+
+--Il marchese d'Arco?
+
+--Sicuro. Mi pare di aver capito ch'egli abbia un grande attacco pel
+giovinetto che deve arrivare, e m'è passato per la testa, così per
+dire a dire, che egli fosse stato l'amante della mamma.... Si sa bene!
+
+La balia levò lentamente la testa canuta, con un fiero rimprovero
+negli occhi:
+
+--Dica, signor Leopoldo; la si ricordi che non è di moda in questa
+casa il fare dei giudizii temerarii. La contessa Irene era una santa
+donna e il bene che il signor marchese le voleva era come quello che
+noi altri cristiani vogliamo alla Madonna.
+
+--Tanto peggio per lui!--rispose cinicamente il palafreniere.
+
+Leopoldo fece entrare la vecchia e don Ignazio stava per interrogarla,
+quando s'intese il campanello dell'uscio d'ingresso e poco stante
+comparve sulla soglia dello studio il giovinetto conte.
+
+Vedendo la balia, la quale si era voltata al rumor dell'uscio che
+s'apriva, Enrico le corse incontro, colle braccia tese e le saltò al
+collo.
+
+--Oh Teresa, la mia buona Teresa, quanto tempo che non t'ho
+abbracciata!
+
+Ma poi vedendo il suo tutore, che s'era levato dallo scrittoio e gli
+si avvicinava colle braccia protese, si staccò dalla balia e andò con
+premura verso di lui.
+
+--Scusami, caro zio, se il mio primo saluto fu per la Teresa, che mi
+ha veduto nascere e che mi ha portato tanto in braccio.
+
+La balia si asciugava col lembo del grembiale i luciconi.
+
+--È naturale, caro Enrico--disse il tutore--Guarda che l'hai perfino
+fatta piangere di consolazione.
+
+--La m'ha scusare--fece la balia, colla voce ancora fra le lagrime--ma
+non avrei potuto far di meno, e ora posso morire contenta. Avevo tanta
+paura di morire prima di poterla rivedere.
+
+--Ma ho da sentir di peggio?--disse Enrico alla vecchia.--Dammi subito
+del tu come mi hai sempre dato in castello.
+
+--Ah caro lei, adesso è impossibile signor conte. Adesso lei è un
+uomo.
+
+--No, no, non importa. Ti comando espressamente di trattarmi ancora
+come pel passato.
+
+Poi si volse al tutore.
+
+--Ma sicuro che mi sei diventato un uomo!--sclamò questi,--tu mi mangi
+la torta in capo ora. Bravo, bravo! Bene bene! E dimmi un poco. Hai
+già vedute le mie donne?
+
+--No,--rispose Enrico,--non mi ero ancora mosso dalla camera del
+povero babbo.
+
+--Sono andate a messa,--disse la balia.--La signorina Elisa non vede
+l'ora di vederla,--aggiunse ella sottovoce, mentre il notaio s'era
+voltato.
+
+--A proposito,--ripigliò questi--tu l'avrai già sentita la santa
+messa?
+
+--La messa? Ma no, a dirti la verità. Sono arrivato di buon mattino,
+ho viaggiato tutta notte... non saprei neanche dove avrei potuto
+averla sentita.
+
+--Bene, bene, per questa volta...! Oh, dimmi un poco, tu forse non
+avrai con te altri abiti che questi che hai indosso, non è vero? In
+ogni modo ti abbisogna un vestito di lutto.
+
+--Sicuro! Quando il colonnello mi disse che il babbo era moribondo e
+mi lasciò partire, fu tale la mia fretta che non ho neppure fatta la
+valigia della biancheria. Ora bisognerà provvedere subito a tutto,
+altrimenti non potrei uscir di casa.
+
+--Leopoldo,--disse il tutore al palafreniere,--andate ad avvisare il
+mio sarto che venga qui subito.
+
+--Il suo sarto?--domandò Leopoldo con ironia.--Il portinaio di
+casa...?
+
+--Ma sì, ma sì, il mio sarto,--replicò don Ignazio,--ci vuol tanto?
+Andate.
+
+Poi, rivolgendosi all'Enrico continuava:
+
+--Non è certamente uno dei primi sarti di Milano, ma è bravino e mi è
+tanto raccomandato dal preposto della parrocchia. E poi, è tanto
+discreto nei prezzi. Vedi quest'abito?--Così dicendo voltava al
+contino le spalle per mostrargli una palandra, verdolina sgualcita sui
+gomiti, che gli faceva delle pieghe da tutte le parti.--Mi sta
+abbastanza bene, n'è vero? Ebbene, indovina un po' quanto me lo ha
+messo fuori, compreso stoffa, fodere, bottoni, guarnizioni,
+spedizioni, tutto insomma?
+
+Enrico conosceva a un dipresso l'umore di suo zio e non fu sorpreso da
+quella domanda. Si die' a ridere; però rispose:
+
+--Caro il mio zio, non me ne intendo davvero,
+
+--Ma perchè ridi? Sono cose molto più serie di quello che tu imagini.
+Me lo ha fatto pagare ventinove franchi. E nota che l'ho già fatto
+voltare e rivoltare.
+
+Enrico era un po' sulle spine. Tutta questa roba gretta, spilorcia,
+sordida gli faceva provare una specie di angoscia nervosa. S'intese il
+campanello.
+
+--Saranno le mie donne,--disse il notaio.--Vedrai, vedrai anche la mia
+Elisa che hai lasciata colle vesti al ginocchio, come si è fatta
+grande e donna.
+
+Enrico arrossì. Il nome di Elisa gli aveva dato un tuffo nel sangue.
+
+Erano infatti la signora Eugenia Martelli e la Elisa che tornavano
+dalla messa.
+
+* * * * *
+
+Enrico ed Elisa, primi cugini per parte della madre, erano cresciuti
+insieme e si erano anche picchiati qualche garontolino giuocando a
+moscacieca nelle anticamere dell'avito palazzo. Enrico quasi non la
+riconosceva più, tanto s'era fatta grande, bella e vistosa uscendo
+dall'età ingrata.
+
+I saluti, le condoglianze, le frasi scambiate fra di loro son tutte
+cose che il lettore intelligente imagina da sè. Elisa negli occhi, nel
+sorriso, nel colorito del viso, bello e innocente, mostrava una
+felicità così sincera e grande, che non c'era da sbagliarsi. Povera
+fanciulla! Ella s'era avvezzata già da qualche tempo a considerare
+apertamente il contino come il suo amante, come il suo futuro sposo.
+Era una cosa quasi convenuta in famiglia. Sua madre e la balia glielo
+ripetevano spesso. La balia qualche volta, non ridendo, la chiamava
+contessina. La mente dell'Elisa, per non dir ancora il suo cuore, era
+piena dell'imagine di Enrico, bello, giovine, conte, simpatico, ricco.
+Perchè non l'avrebbe essa desiderato per marito?
+
+Del resto l'Elisa non ne sapeva nulla più in là!
+
+Dopo una mezz'ora di condoglianze, di domande, di risposte, di
+progetti, di spiegazioni la signora, Martelli fece all'Enrico
+l'ambasciata del marchese d'Arco.
+
+--Ci vado subito dal povero vecchio. Mi vuol sempre tanto bene?
+
+--Oh sì,--disse la Elisa,--come tutti, del resto.
+
+La madre diede a sua figlia uno sguardo significante.
+
+Di lì a poco la signora Martelli domandò a suo marito se aveva pensato
+di invitare l'Enrico a pranzo.
+
+--C'è anche Aldo Rubieri, che desidera di conoscerlo.
+
+--Non faceva però bisogno d'invitarlo,--rispose don Ignazio,--dove
+vuoi che vada a pranzare oggi se non è con noi?
+
+--Aldo Rubieri, il bravo scultore?--domandò Enrico.
+
+--Lui! Io gli faccio tutti i suoi affari,--rispose il notaio.
+
+--Oh! bravo, bravo, pranziamo insieme--aveva sclamato intanto l'Elisa
+battendo le palme una contro l'altra.
+
+Ma l'esplosione di gioia erasi troncata di botto perchè ella aveva
+incontrato di nuovo lo sguardo severo di sua madre.
+
+* * * * *
+
+--Non vuoi proprio dunque imparare a dissimulare un poco i tuoi
+sentimenti?--le diss'ella quando furono sole.
+
+--Ma che cosa ho fatto poi? Non m'hai detto tu stessa qualche volta
+che sono destinata ad essere la sua sposa?
+
+--Certo--disse la madre--ma se vuoi che egli prenda molta stima di te,
+è necessario....
+
+--Ch'io finga di non volergli bene?--interruppe l'Elisa.
+
+--Non dico questo.... Tu sei sempre estrema nelle tue frasi. E poi
+pensa che c'è tempo. Egli non ha che ventun'anni. Figurati quanti ne
+devono passare ancora prima ch'egli abbia l'età conveniente per
+sposarti.
+
+--Ah, non troppo poi!--sclamò l'Elisa con un adorabile atto di
+sorpresa--io ne ho quasi sedici, sai mamma, e fra quattro anni sarò
+già vecchia perchè ne avrò venti.
+
+--Oh!--sospirò la madre alzando gli occhi alla soffitta,--esse credono
+di esser già vecchie a venti anni!
+
+* * * * *
+
+Un lungo colloquio ebbe luogo più tardi fra il marchese d'Arco e il
+giovine conte, che era andato in quella stessa giornata a cercare di
+lui.
+
+--Tu sai come ti ha trattato tuo padre?--gli domandò il marchese
+fissando negli occhi il giovine con molta attenzione.
+
+Enrico piegò leggermente il capo sul petto e rispose:
+
+--Sì.
+
+--E quali sono le tue intenzioni in proposito?--domandò il marchese
+con una leggerissima emozione nella voce. Tu fra poco in faccia alla
+legge sarai maggiorenne.
+
+E il suo sguardo nelle pupille di Enrico raddoppiava d'intensità. Era
+ansioso.
+
+--Io voglio rispettare religiosamente la volontà di mio
+padre,--rispose il giovane alzando la testa con molta naturalezza.
+
+Il viso pallido del marchese, si illuminò; gli occhi gli si
+inumidirono. Allungò le braccia e attirò al petto il giovine conte,
+che non sapeva spiegarsi bene il perchè di tanta tenerezza.
+
+A lui pareva una cosa tanto naturale quella di rispettare l'ultima
+volontà di suo padre!
+
+"Bisogna dire--pensò fra sè--che la cosa a Milano non sia creduta
+molto facile."
+
+Anche il tutore il giorno dopo abbordò la questione del testamento.
+
+Don Ignazio, più ancora, del marchese, temeva che l'Enrico si
+ribellasse alla protratta maggior età e volesse tentare la lite, la
+quale aveva certamente assai probabilità di essere vinta, ma non la
+certezza. E s'ingannava!
+
+A lui pure l'Enrico dichiarò quello che il giorno prima aveva risposto
+al marchese, intendere cioè di rispettare il testamento, quantunque
+fosse persuaso che legalmente parlando quella clausola non avrebbe
+avuta una sanzione!
+
+Il cavaliere Martelli era fuori di sè per la gioia.
+
+--Che bravo figliolo! Chi l'avrebbe detto! Che bravo figliolo! Allora
+discorriamo un poco del tuo avvenire--soggiunse egli col suo miglior
+sorriso.
+
+Il ribollimento del suo dolore, fece scoppiar l'Enrico in nuovo
+pianto.
+
+--Via Enrico--disse il tutore tra l'ammirazione e il compatimento--non
+rammaricarti poi troppo colle tristi memorie. Tuo padre, come pure la
+tua povera mamma, erano due degne e sante creature che ti stanno
+guardando di lassù e che ti proteggeranno contro i pericoli della
+vita.
+
+--Son qua, se lo crede necessario,--disse il giovinetto.
+
+--Hai tu pensato qualche volta a quello che vorrai farne della tua
+vita?--cominciò a bruciapelo don Ignazio.
+
+--Quello che vorrò farne della mia vita?--ripetè Enrico---ma credo che
+farò anch'io nè più nè meno di quello che fanno tutti gli altri.
+
+--Gli altri, gli altri!--sclamò il tutore con una smorfia--chi
+sarebbero secondo te questi altri?
+
+Enrico fu un poco sorpreso di questa specie di interrogatorio, ma
+dissimulando rispose:
+
+--I miei amici d'infanzia, i giovani della mia età, i miei compagni di
+collegio... non saprei io... quelli che conoscerò in società... per
+esempio, mio cugino Lorenzo e Gigi Prato e Ferdinando Sappia che sono
+maggiori di me, ma che mi volevano tanto bene, e Alfonso Sant'Albano,
+che veniva sempre a trovarmi, con la sua mamma e con cui giuocavo...
+ti ricordi zio? precisamente in questo salotto, prima di andar in
+collegio....
+
+--Ascolta, caro il mio figliolo; questo già non è il momento di farti
+un predicozzo sui cattivi compagni, però....
+
+--Come!--interruppe Enrico--mio cugino Lorenzo e Gigi Prato e
+Santalbano sarebbero cattivi compagni?
+
+--Non dico questo... non faccio il nome a nessuno io... parlo in
+generale. Ti basti di sapere che acqua torbida non fa bel specchio.
+Qui a Milano ci sono dei giovani, così detti del buon genere, che
+buttano via il tempo, la salute e i quattrini in cavalli, in cene, in
+ball... in baldorie, in frascherie insomma, e che so io.
+
+--Io non ho davvero queste intenzioni--disse Enrico seriamente.--In
+collegio mi hanno insegnato che cosa si deve fare per diventare un
+uomo che possa far onore al proprio paese.
+
+--Tu mi consoli, caro Enrico--sclamò con giubilo don Ignazio.--Mi
+piace sentirti a parlare così dei Barnabiti!
+
+Enrico sorrise.
+
+--Dunque siamo intesi. Ora veniamo alla morale. Tu già non avrai più
+nessun danaro di quello che ti ho spedito per fare il viaggio.
+
+--Non solo non ne ho più di quello, ma siccome, fatto il conto
+all'ingrosso, quello che tu mi hai mandato non sarebbe stato
+sufficiente per venire fino a Milano....
+
+--Come! come! Ti sbagli,
+
+--Io non volevo farmi vedere a piangere e ho preso un cuppè tutto per
+me, caro zio. Tu mi hai mandato il denaro misurato per viaggiare nei
+secondi posti.
+
+--Io viaggio sempre nei secondi.
+
+--Io no; sempre nei primi. Mi feci dunque prestare duecento franchi da
+un compagno a cui bisogna li rimandi subito.
+
+--Cominciamo male!--disse il tutore grattandosi in capo.--Dunque non
+hai più neppur un centesimo?
+
+--Ma no, caro zio; l'ultima lira l'ho data al facchino, che portò le
+mie valigie sul legno, tanto è vero che il cocchiere l'ha pagato la
+portinaia a cui debbo un altro paio di franchi.
+
+--Ma caro Enrico, dovevi sapere che non si dà un franco al facchino
+della stazione.
+
+--Non avevo altro. Non potevo farmi dar indietro il resto in
+spiccioli.
+
+--Io ai facchini do sempre dieci centesimi e sono contentoni.
+
+--Sarà benissimo.
+
+--E poi che necessità di prendere un legno? C'è l'omnibus della
+stazione, che passa qui davanti alla porta.
+
+Enrico cominciava sul serio a inquietarsi.
+
+--Ti dicevo dunque--continuava il tutore--che per metterti nella
+società che conviene al tuo rango e alla tua educazione ci vuole un
+po' di denaro in tasca.
+
+--Lo credo io!
+
+--Però, tu non devi aver bisogno di molto. Qui hai il tuo
+bell'appartamento di sei camere. Hai la balia per la guardaroba e il
+palafreniere come cameriere e per la scuderia. Colazione, pranzo e
+vestiario tutto pagato. È un lusso asiatico. Veniamo dunque al
+concreto e fissiamo questa benedetta cifra dei minuti piaceri, che è
+lo scoglio più difficile da sorpassare coi pupilli. Quanto ti pare che
+ti dovrà abbisognare per le tue spese fuori di casa?
+
+--Caro zio, ti ripeto che non ne so nulla. Potrei dirti troppo, potrei
+dirti troppo poco. Mi fido nella tua esperienza.
+
+--Io sapevo che tu eri un bravo figliolo--sclamò il tutore tutto
+contento--noi andremo perfettamente d'accordo. Ebbene io avrei pensato
+che duemila franchi ti dovrebbero bastare....
+
+--Ma anche di troppo!--sclamò ingenuamente Enrico battendo palma a
+palma.--Duemila franchi al mese sono un assegno principesco!
+
+--Oh, Oh! Bagatelle! Come corri! Io m'intendevo dire duemila franchi
+all'anno.
+
+--Ah!--sclamò il giovine mortificato--allora mi sembrano ben pochi!
+
+--Perchè, diciamola qui fra noi; a che cosa ti devono servire questi
+benedetti denari fuori di casa? Ad essere buttati via in cose inutili,
+in cose da nulla, in sciocchezze, in frascherie. Un qualche capiler al
+caffè, quando tu voglia leggere i giornali, una qualche corsa in
+omnibus....
+
+--Una qualche scampagnata cogli amici....
+
+--Ah! le scampagnate, mio caro, costano troppo. E poi, adesso vedi, è
+diventato quasi inutile l'andar in campagna. Abbiamo il nostro bel
+giardino pubblico. Io ci vado spesso e talvolta mi par proprio di
+essere in Svizzera sulle Alpi.
+
+--Oh, diamine! Ma, e il teatro?
+
+--Se vorrai andar a teatro ti procurerò i biglietti pel
+Filodrammatico. Tutti i venerdì ci va anche mia moglie coll'Elisa.
+
+--Sì? coll'Elisa?--disse vivamente Enrico.--Volontieri ne
+approfitterò.
+
+--Io credo dunque che con duemila franchi all'anno, che sono per così
+dire sei franchi al giorno, tu potrai fare una bella figura in società
+e forse anche qualche risparmio.
+
+--Risparmio!--sclamò il giovine--perchè dovrei fare dei risparmi? Mi
+fu detto che io potrò disporre di circa ventimila franchi all'anno. Mi
+pare che tu zio ci pensi ora già abbastanza a fare per me dei
+risparmi. Duemila all'anno mi paiono pochi davvero!
+
+--Bene, facciamo cifra tonda: duecento franchi al mese--disse il
+tutore mordendosi le labbra.--Del resto, come dico, in casa troverai
+tutto ciò che ti sarà veramente necessario.
+
+--Basta così--disse Enrico che cominciava oltre al resto ad annoiarsi
+fieramente di quel dialogo.
+
+--E di cavalli ne sono rimasti in stalla?--domandò egli dopo breve
+pausa.
+
+--Oh, no--rispose il tutore--l'Elisa e mia moglie avrebbero ben voluto
+che li tenessi, ma io ho pensato che sarebbero rimasti in scuderia a
+mangiar fieno e biada a tradimento.
+
+--Il poney almeno m'avresti fatto proprio un gran regalo a
+conservarmelo, caro zio!
+
+--Ma sei un benedetto ragazzo--rispose il tutore--non capisci che il
+poney, come dici tu, è stato quello che mi ha compensato delle perdite
+che ho dovuto fare sulle quattro rozze da tiro.
+
+--Lo credo bene!
+
+--Ieri sono stato io stesso a vederne uno che par fatto apposta per
+te.
+
+--Tu zio, sei stato a veder un cavallo per me?--disse Enrico ridendo.
+
+--Sì, perchè?
+
+--È bello?
+
+--Sì, è bellino, ma quello che più importa si è che costa poco. Sono
+quasi certo di portarglielo via per un tozzo di pane.
+
+--A chi di grazia?
+
+--Ad un mio amico, che è uno dei primi sensali di zucchero e di cacao
+di Milano. E nota che è a doppio uso.
+
+--Chi, il sensale?
+
+--No, il cavallo. Egli lo monta e lo attacca alla carrettella.
+
+--Mi pare che sarà un po' difficile che lo possa montar io.
+
+--Ma perchè? Il mio amico lo montava tutti i dopo pranzo sul bastione,
+e bisognava vedere che brio. Adesso, povero diavolo, deve come aver
+sofferto delle disgrazie nel cacao, e gli tocca di vendere il cavallo
+per pagare i debiti.
+
+--Ma è impossibile!
+
+--Si può sapere il perchè?
+
+--Caro zio, un cavallo che costa un tozzo di pane o è una gran rozza
+di figura, oppure è tanto vizioso, che mi farà rompere l'osso del
+collo in meno di quella.
+
+--Tutt'altro invece. Vedi come sbagli--sclamò il tutore credendo aver
+trovata una gran ragione in contrario.--Quel mio amico non si è mai
+rotto l'osso del collo, quantunque siano già diciotto o vent'anni che
+lo monta.
+
+Enrico scoppiò in una grande risata. Il tutore capì d'aver detta
+senz'accorgersi una minchioneria.
+
+--Venti, e tre di puledro, ventitre per lo meno. Tu dunque zio
+vorresti darmi il cavallo dell'Apocalisse? Sarebbe più vecchio di me.
+Se lo montassi mancherei di rispetto al Luogo Pio Trivulzio!
+
+--Bene, bene insomma, al cavallo ci penseremo più tardi,--disse don
+Ignazio levandosi--Oggi siamo intesi; aspettami qui che ti porterò la
+prima quindicina dei minuti piaceri.
+
+--Cento franchi?
+
+--Cento franchi.
+
+--Basta! Io penso poi che se non mi basteranno tu zio non vorrai
+mostrarti crudele verso di me.
+
+--Crudele no, mio caro Enrico, ma neppur troppo corrente. Ricordati
+che c'è un limite a tutto e che il mio dovere di tutore e di esecutore
+testamentario è quello, non solo di conservarti intatta la sostanza,
+che tuo padre morendo ha affidata alle mie cure, ma anche di
+aumentarla; perchè devi pensare che, per uscire dalla minorità fissata
+da tuo padre nel testamento, ti mancano ancora quasi quattro anni.
+
+Con tale considerazione era terminato fra tutore e pupillo questo
+memorabile dialogo, il quale doveva essere, per così dire, la pietra
+fondamentale d'un edificio destinato a crollare e a cadere a terra in
+meno appunto di quattro anni.
+
+* * * * *
+
+Enrico O'Stiary s'era dato a fantasticare anche lui sul proprio
+avvenire, e, cosa non molto strana nella sua posizione, s'era sentito
+invaso, insieme a un certo desiderio di gloria artistica, giacchè egli
+adorava, la pittura, da una grande voglia di spendere, di brillare, di
+far la bella vita. L'avvenire? L'avvenire, pensava lui, come quello
+della maggior parte dei mortali, che non hanno una meta fissa e sicura
+o che non possedono la forza d'animo che serve a raggiungerla, è in
+balìa della fortuna; poteva dipendere dalla prima donna che avesse
+incontrata sul suo cammino, dalla prima amicizia che avesse stretta al
+club, dal primo avvenimento che gli fosse capitato sulle spalle.
+
+Il tutore dal canto suo non aveva già fatto, senza saperlo, il primo
+passo per riuscire alla di lui più deplorabile rovina finanziaria?
+
+Negandogli i mezzi di vivere dignitosamente nella società del suo
+rango, obbligandolo a far sicuramente dei debiti, fissandogli nella
+sua gretta ignoranza del mondo, i duecento franchi al mese, non gli
+apriva forse dal bel principio la strada al disastro?
+
+Qualche volta c'è da pensare volentieri che i Turchi non abbiano così
+gran torto di credere nel destino! La nostra sorte, la nostra
+felicità, la nostra vita pur anche, non è forse continuamente in balìa
+del caso? Se il tal dei tali fosse uscito dalla sua porta il tal
+giorno, del tale anno, soltanto cinque minuti più tardi, avrebbe forse
+incontrata alla svolta della via quella straniera, che lo colpì di
+botto, che si fermò a Milano per lui, ch'egli amò come un pazzo, che
+lo rovinò miseramente e che lo spinse al suicidio? Se quell'altro tal
+dei tali, invece di tirar dritto per un'altra via avesse dato ascolto
+all'amico, che lo pregava di svoltare con lui a sinistra e di
+accompagnarlo a casa, avrebbe forse trovato quei malandrini che lo
+accopparono quella famosa notte per rubargli il portafogli e
+l'orologio? E suo figlio, non orfano, sarebbe certo cresciuto un
+galantuomo, mentre oggi sta a Procida condannato a vent'anni di lavori
+forzati!
+
+Il primo amico in cui s'imbattè il conte Enrico O'Stiary, lo stesso
+giorno del suo arrivo a Milano, fu il Marchesino Ferdinando Sappia,
+che venne a cercarlo in casa.
+
+--Finalmente! Sai tu che sono ormai più di tre anni che non ci
+vediamo?--sclamò il Sappia contento di riabbracciare il suo giovine
+amico d'infanzia.
+
+--Come ti vedo volentieri,--disse a sua volta Enrico con uguale
+espansione.
+
+Qui il Sappia, vedendo che Enrico era ancora mezzo vestito da
+garibaldino, gli domandò se non pensava a mutar d'abito e a uscir di
+casa.
+
+--Certamente,--rispose Enrico,--sto aspettando che il sarto mi rechi
+il vestito nero.
+
+--E chi è mai di grazia il tuo sarto?--domandò il marchese, mentre
+arrovesciava indietro sull'omero con ineffabile garbo la rivolta del
+suo soprabito da mattino.
+
+--A dirti il vero non lo so bene ancora; ma credo non debba essere
+gran cosa perchè mi pare di aver udito, non ridere! che sia un
+portinaio.
+
+--Un portinaio!--sclamò il Sappia, balzando in piedi come preso da
+vero spavento.--Tu conte O'Stiary, discendente...
+
+--Bene lascia stare la genealogia!...
+
+--Vestito da un sarto portinaio come un diurnista del Municipio? Ma è
+un tradimento, un disonore, un abbominio!
+
+--Che importa? Tu sai che io sono un artista! Io non faccio conto di
+andar attilato come te.
+
+--Prandoni mio caro,--gridò il Sappia, continuando colla intonazione
+semienfatica con cui aveva incominciato.--Fuori di questo non c'è
+salute.
+
+Il Sappia era un di que' giovani, che quando parlano non ascoltano che
+sè stessi, e non rispondono mai direttamente all'interlocutore. Per
+essi l'obiezione, l'affermazione e la negazione di quegli con cui
+stanno a colloquio non esistono. Si capisce che essi non spezzano mai
+nella mente il filo delle proprie idee; talchè la parte
+abbondantissima che essi mettono nel dialogo finisce coll'essere un
+lungo soliloquio, nel quale non trova posto neppur l'ombra del
+sentimento altrui.
+
+--Che vuoi caro Nando--disse Enrico appena potè avere la parola--sono
+arrivato oggi stesso dopo essere stato per molti anni nei padri
+barnabiti e per molti mesi volontario in guerra. Sono ignorante come
+un pilastro di queste cose. Da quest'oggi, se vuoi, io mi metto sotto
+la tua direzione. Comincerò col licenziare il sarto portinaio.
+
+--Il tuo tutore--ripigliò il Sappia--sarà un bravissimo, notaio, ma
+non può avere pratica di mondo. Guai a te se io non arrivavo da
+Parigi.
+
+--Ah sei stato a Parigi?
+
+--Sono tornato l'altro giorno con Filippo Marliani che è fuggito via
+dalla Nanà, perchè temeva di pigliare una potente cotta. Anzi l'aveva
+già pigliata! Ma fu bravo e mi diede ascolto.
+
+--Nanà?--domandò Enrico curioso come un fanciullo, udendo quel nome
+muliebre esotico, e vedendo schiudersi con esso un inaspettato
+spiraglio del mondo delizioso d'amore a cui sognava.
+
+--Sì, un'attrice delle _Varietès_, una _cocotte_ in gran voga... una
+bellezza superlativa.
+
+--Ah una _cocotte_!--ripetè quasi macchinalmente Enrico.
+
+Il Sappia non fe' caso di quell'esclamazione e tirò via.
+
+--Guai ti dico se io non giungevo in tempo. Chissà come ti conciavano.
+E sopratutto non lasciarti abbindolare dalle stupide ragioni di chi ci
+dà del leggiero e dell'effeminato, perchè spendiamo qualche migliaio
+di lire più di loro nel vestirci, nel pettinarci, nell'andare
+eleganti. Mummie costoro! Il vestirsi bene per noi ricchi e nobili è
+un dovere nè più nè meno di quello del farci la barba tutti i giorni e
+del curvarci a raccogliere un ventaglio o una pezzuola sfuggiti di
+mano a una signora.
+
+Notisi che tutte queste cose, esposte dal Sappia con una grande
+volubilità, non erano che teorie; giacchè, quanto a lui, se lo poteva
+appena appena, schivava di curvarsi a terra per raccogliere il
+ventaglio di una signora.
+
+Enrico cominciava ad ascoltare il Sappia con quel sorriso a mezza
+strada fra l'ironia e la sazietà; un sorriso che voleva dire: sono
+anch'io perfettamente del tuo avviso; non c'era bisogno che tu ti
+sfiatassi a dirmi cose tanto note; sarebbe stato meglio che tu mi
+avessi risposto qualche cosa di meglio intorno a quella Nanà....
+
+Il Sappia, dopo un altro paio di tirate su quel gusto, trovando, che
+Enrico era presso a poco della sua statura, lo invitò a scender nel
+_brougham_ che teneva alla porta per andar da Prandoni a comandar
+l'abito di lutto. O'Stiary non se lo fece dir due volte e così
+uscirono insieme.
+
+Quando furono seduti l'uno accanto all'altro nel legno, Enrico disse:
+
+--Ora tu devi farmi un programma della mia vita. Come passi tu le ore
+della tua giornata? Ti diverti o ti annoi a Milano? È bella davvero
+questa vita milanese o c'è pericolo di stancarsene?
+
+--Non è certo tutto oro quel che luce;--rispose questa volta il
+Sappia, che trovava in quella domanda soddisfatto l'amor proprio.--Si
+stava meglio a Parigi! Però con un poco di buona volontà e con molti
+danari....
+
+"Ahi," pensò Enrico.
+
+--La giornata la si può passare abbastanza bene anche qui senza
+studiare e senza far della politica, come vorrebbero che facessimo noi
+giovani i parrucconi e i gazzettieri utopisti, che ci rinfacciano
+continuamente il dolce far niente. Povera gente! Essi non sanno che
+non c'è creatura la quale abbia maggior da fare d'un uomo che non fa
+niente! E la ragione è chiara; siccome la sola religione di costoro è
+l'interesse, siccome il solo idolo ch'essi adorano è il danaro, così
+sapendo che in questo paese non si può guadagnar danaro, che facendo
+l'avvocato o il notaio o il negoziante, essi non vedono che queste
+professioni. Del resto tu sei dilettante di pittura e questo basta già
+a darti il diploma di uomo che fa qualche cosa a questo mondo.
+
+--Tutto sta che io trovi il tempo di dipingere....
+
+--Tu discendi da un'antica prosapia irlandese, ed è naturale che i
+tuoi istinti siano più cavallereschi che artistici o letterarii.
+Ebbene quella tal genìa col pretesto che a Milano nell'aristocrazia ci
+furono dei Verri, dei Beccaria, dei Borromei, dei Taverna, dei Litta,
+dei che so io, vorrebbero che tutti noi fossimo scenziati e letterati
+e che invece di montare a cavallo, tirar di spada, far delle
+scarrozzate, amar le belle donne, e divertirci a cena avessimo a
+studiar tutto il giorno e tutta la notte. Non nego che la cosa in
+massima non sia eccellente, ma più per tutti gli altri che per noi.
+Noi abbiamo il dovere di non rubar il mestiere a chi lavora per
+vivere. Le tre sole carriere che ci convengano sono quella delle armi,
+quella della diplomazia e quella della chiesa. Ma se si può far a
+meno!... Capisci. Di diventar arcivescovo, per esempio, io non mi
+sento la foia.
+
+--Neppur io. Tu mi consoli--disse O'Stiary.
+
+--Intanto per questa sera tu sei sequestrato--continuò il
+Sappia.--Comincerò col presentarti alla mia amorosa.
+
+--Chi è?
+
+--Una bella ragazza, che non ha altro difetto che una piccola
+cicatrice in fronte. Le ho già parlato di te e desidera di conoscerti.
+
+--Desidera di conoscermi?--sclamò Enrico ridendo.--Sono dunque
+diventato già un personaggio in poche ore? Ma no, ti sono
+obbligato--riprese facendosi serio ad un tratto.
+
+L'imagine casta e nobilissima della sua Elisa gli si era affacciata a
+un tratto.
+
+--Capisco--ripigliò--che con una signorina di questo genere sarei
+ancora molto imbarazzato e temo di aver l'aria di un collegiale.
+
+--Fidati di me. La è una casa deliziosa. Non perchè gliel'abbia
+montata io... ma ella sa fare, parola d'onore. _Sans gêne_, come lei,
+che in illo tempore fu _barabbina_ la sua parte. Dopo cinque minuti ti
+parrà d'essere in casa tua. La si saluta, poi chi non ha voglia di
+farle la corte non pensa più nemmeno che essa esista. Tu ti sdrai,
+fumi, parli, leggi, ridi, sfogli degli albums e senti dire delle
+enormi sciocchezze e dei _calembours_ impossibili che sono anche
+quelli che fanno ridere di più.
+
+--E la ragazza è contenta che la si tratti così?
+
+--Contentissima. L'abbiamo lanciata noi?
+
+--Dimmi un po'.... E questa Nanà chi è?
+
+--Ah Nanà è un prodigio! È una parigina puro sangue! Bella come una
+leonessa, matta come una Baccante, calda, piena di spirito. Quel
+povero Marliani, s'io non lo strappavo da lei, ci lasciava la
+sostanza, la salute e le ossa.
+
+--E tu?--domandò il conte.
+
+--Oh, io non mi lascio pigliare!
+
+Non appena, nel cervello del marchesino Sappia, fu entrata l'idea, che
+parlando all'amico di quella _gran cocotte_ di Parigi, il proprio
+prestigio di uomo di mondo ne sarebbe ingrandito di cento palmi,
+cominciò a lodare e a magnificare Nanà in tutti i sensi. Da sballone
+d'ingegno, qual era, inventò su di lei cose inaudite e rare. Parlò
+delle di lei bellezze, del suo treno di casa, delle sue scuderie, del
+suo modo di ricevere, del suo appartamento. Cose tutte, tranne la
+prima, che egli non aveva mai vedute, nè conosciute, che per bocca di
+Marliani.
+
+--Imagina una testa--disse a Enrico--che avrebbe fatto delirare
+Tiepolo, Giorgione e Tiziano insieme; una testa coi capelli color del
+pomo d'oro pallido, quando è proprio d'oro, quel colore insomma che la
+scuola veneta prediligeva; capelli che quando glieli scioglievi,
+andavano giù fino a terra e la celavano tutta intorno intorno, tanto
+ne era il profluvio. Imagina tutto ciò che v'ha di più bianco e di
+splendido nei toni della carnagione, che, come puoi pensare dal color
+dei capelli, è pari a neve, rosata insieme e calda, con dei riflessi
+d'oro per la lanugine fulva che la ricopre. Imagina delle linee e
+delle curve sode e belle come non le hanno mai imaginate neppure gli
+scultori greci, che si crede abbiano dato il _non plus ultra_ della
+formosità femminile. Tutte queste bellezze di linee e di curve formano
+un vero incantesimo, caro il mio Enrico. In quanto al morale imagina
+una buona pasta di fanciulla, piena di cuore, di voglia di far
+all'amore, allegra, spensierata, alla mano, una vera bambina di
+diciannove anni, ma che conosce la scuola erotica come una parigina
+ch'ella è, e che sa mandarti in paradiso o in inferno a tua posta;
+imagina tutto questo, e avrai una pallida idea di quello che sia la
+Nanà di Parigi.
+
+Enrico ascoltava il Sappia con quel lieve sorriso adolescente che vuol
+dire un'infinità di cose gravi. In lui esprimeva anche quel non so
+qual pudore giovanile, che serve a far vibrare più viva nella fantasia
+quasi vergine le corde della curiosità voluttuosa.
+
+Enrico, per conto proprio, avrebbe continuato a parlare tutto il
+giorno di questa misteriosa e splendida Nanà.
+
+--Chi è che vi ha presentati a lei?--domandò infatti con voce tenue,
+quasi tentasse di non lasciar iscorgere al Sappia ch'egli si
+interessava enormemente in quel soggetto.
+
+A questa domanda il Sappia non rispose subito. Se egli avesse avuto
+voglia di dire la verità, avrebbe dovuto rispondere a Enrico che la
+Nanà, lui e Marliani, l'avevano conosciuta da madama Tricon. Avrebbe
+dovuto raccontare molto volgarmente, che la bella prima sera del loro
+arrivo a Parigi erano andati a teatro, e avendo veduta figurare, in
+una rivista, quella stupenda creatura, avevano domandato conto di lei,
+all'albergo. Che il cameriere aveva loro insegnato di rivolgersi a
+_madame Tricon_, dove, mediante una trentina di luigi, avrebbero
+potuto fare la di lei conoscenza.
+
+_Fi donc!_
+
+E avrebbe dovuto soggiungere, che la mattina dopo, da veri viaggiatori
+meneghini e sfaccendati che in paese straniero non vedono che donne e
+non pensano che alle donne, erano corsi, coi loro trenta luigi in
+tasca, da _madame Tricon_, proponendosi di tirare a sorte la primizia
+di Nanà. Avrebbe dovuto soggiungere che _madame Tricon_ si rallegrò
+immensamente di vederli, e fece loro una festa spietata, quando
+s'accorse che erano forestieri:
+
+"Perchè, diceva essa, la Nanà è felice d'essere richiesta da
+stranieri. Dei parigini essa non ne vuol più sapere. Sarebbe capace di
+morir di fame ormai, piuttosto che venire da me, se io non la
+assicurassi che chi la cerca non è francese. Voi siete spagnuoli, non
+è vero?
+
+"Italiani--aveva risposto il Sappia."
+
+E avrebbe dovuto ricordare che la Tricon, a quella notizia, aveva
+fatta una piccola smorfia, punto lusinghiera pel suo paese, e aveva
+subito domandato loro se tenevano in tasca i venticinque luigi
+necessarii; e che alla loro affermativa aveva soggiunto:
+
+"Debbo avvertirli però che ciascuno di loro due dovrà scegliere un
+giorno diverso dall'altro, giacchè Nanà non acconsente mai di posare
+due volte nella stessa giornata."
+
+Il lettore che avesse bisogno di maggiori schiarimenti sopra codesta
+_madame Tricon_ non avrebbe che a scorrere la _Nanà_ di Zola, laddove
+egli accenna di questa signora:
+
+"Zoe--la cameriera di Nanà--aveva veduta una ventina di volte madama
+Tricon venir in casa e parlare qualche minuto misteriosamente colla
+padrona; ma essa affettava di non conoscerla, e di ignorare
+completamente quali fossero i rapporti che esistessero fra questa
+donna e le signorine che pativano asciugaggine di tasche."
+
+La povera--dico povera nel senso cristiano--la povera Nanà quando
+aveva bisogno urgente di danaro ricorreva alla casa di madame Tricon.
+
+"_Va, va, ma fille!_--diceva essa fra sè--_ne compte que sur toi. Ton
+corps t'appartient, et il vaut mieux t'en servir que de subir un
+affront_."
+
+"_Et sans même appeller Zoè elles s'habillait fievreusement pour
+courir chez la Tricon. C'etait sa supréme ressource aux heures de gros
+embarras. Trés demandée toujours sollicitée par la vielle dame... elle
+ètait sûre de trouver là vincinq louis qui l'attendaient_."
+
+Ma tutto ciò, che sarebbe stata la pura e nuda verità, il marchese
+Sappia non poteva nè voleva più dirlo all'Enrico. Egli, per darsi del
+tono, si era già compromesso; s'era slanciato a dir mille bugie e
+mille invenzioni sul conto di Nanà. S'era ingolfato nelle regioni
+iperboliche di una splendida galanteria.
+
+Si guardò bene dunque di accennare neppur per ombra nè alla Tricon, nè
+ai venticinque luigi necessari, nè ad altre simili bagatelle; e invece
+impacchiuccò ad Enrico una risposta inventata come tutto il resto, e
+continuò a parlargli di presentazioni fatte sul palcoscenico, anzi nel
+di lei camerino, da un amico parigino, che aveva entratura nelle
+_coulisses_, poi di gite in campagna fatte insieme, e di serate al
+Mabille, e di cene, e di orgie in cui non c'era la benchè minima ombra
+di vero, ma che a lui pareva lo posassero in faccia ad Enrico su un
+piedestallo eccelso.
+
+Ciò che v'era poi di più piccante ancora in tutto questo, ciò che
+costituiva un fatto relativamente grave e ridicolo, si è che, lui,
+come lui, proprio lui, precisamente lui, codesta Nanà non l'aveva
+proprio mai toccata neppure colla punta del dito mignolo.
+
+I due giovinetti naturalmente, là dalla Tricon, avevano tirato le
+buschette. Se i lettori trovano questo fatto molto _choquant_ non so
+che farci. E d'altronde nel caso di Sappia e di Marliani tutti i
+lettori farebbero lo stesso.
+
+La sorte aveva favorito il Marliani.
+
+La Tricon allora aveva significato al Sappia, che egli avrebbe dovuto
+rassegnarsi ad aspettar un altro giorno le grazie di Nanà, perchè
+quella benedetta ragazza non avrebbe mai acconsentito a passar dalle
+braccia dell'uno in quelli dell'altro.
+
+Il Sappia, di malumore per questo sberleffo della fortuna, pure aveva
+aspettata Nanà là nel salotto della Tricon, per vederla arrivare, e
+sentir da lei quando fosse stata di comodo di concedergli il _rendez
+vous_ anche a lui. Essa era venuta infatti, tutta bella, fresca e
+voluttuosa; ma quand'egli aveva tentato di farsi promettere che il
+giorno dopo sarebbe ritornata per lui, Nanà aveva risposto:
+
+"No, caro signore, domani no. Restate voi a Parigi?"
+
+"Certamente, siamo arrivati ieri. Io ci starò finchè a voi piaccia di
+non essere crudele con me."
+
+"Allora vedremo, aveva risposto Nanà, la quale, come si sa, abborriva
+dal cedere per danaro, e lo faceva soltanto nei giorni di grande
+arsura.--Vi farò avvisare da madame Tricon, se vi piace. Ma non fatemi
+importunare troppo dalla vecchia, perchè altrimenti non mi avrete mai
+più!"
+
+Il Sappia ridendo si rassegnò ad aspettar il di lei capriccio. Aveva
+capito che con quella creatura non era il caso di ottener di più, nè
+colla preghiera, nè colle offerte.
+
+Per venti giorni egli s'era recato ogni mattina a trovare la Tricon,
+la quale dal canto suo andava un paio di volte la settimana a
+sollecitare la Nanà; sempre invano. Marliani intanto, senza dir nulla
+all'amico, c'era riuscito invece ad ottenere da lei un secondo
+_rendez-vous_, in tutt'altro luogo, e le aveva mandato una bagattella
+di braccialetto da cinquemila franchi, i quali se li era dovuti far
+mandar da Milano.
+
+La Nanà aveva trovato il Marliani molto simpatico e non s'era fatta
+pregare molto a concedergli una seconda visita. Quanto a lui, da buon
+amico, aveva tentato di dissuadere Nanà a dar ascolto al Sappia. Essa
+non glielo aveva promesso formalmente, ma glielo aveva lasciato
+sperare.
+
+Invece un bel giorno la Tricon mandò un bigliettino al marchese in cui
+gli significava che la Nanà sarebbe venuta a casa sua quel giorno per
+lui, ma che aveva messo per condizione il migliaio.
+
+Il marchese, contentone, aveva messo nel suo portamonete il biglietto
+da mille, e alle due ore era là tirato come uno stecco, ad aspettare
+la bella donna. La sua frègola era al colmo. Il Marliani gli aveva
+raccontate cose tali di Nanà che il marchesino ardeva, bruciava, e
+dopo un quarto d'ora aveva già indosso l'agonia.
+
+Passarono le due e mezzo, passarono le tre, le tre e un quarto e Nanà
+non compariva. Madama Tricon si esibì di andar ella stessa a vedere
+che cosa diamine fosse successo. Mezz'ora dopo tornò a contare che
+Nanà aveva litigato con Satin, e che non sarebbe venuta; che l'aveva
+mandata al diavolo lei, la sua casa, gli Italiani, il biglietto da
+mille e tutti quanti insieme.
+
+Il Sappia era dunque partito da Parigi senza poterla biblicamente
+conoscere. E siccome aveva conservato pel Marliani in fondo al cuore
+un po' di rabbietta, perchè egli potesse vantarsi d'averla trattata e
+lui no, giunto in patria gli aveva voltato l'occhio, e dall'arrivo non
+s'erano più ritrovati.
+
+Quanto al Marliani aveva seguíto a malincuore il Sappia. Quella fatale
+Nanà--quella _cocotte_ da venticinque luigi--lo aveva ammaliato. Le
+due o tre volte ch'essa s'era concessa a lui per riconoscenza del
+braccialetto, gli ballavano nella fantasia una ridda di tali memori
+voluttà, che capiva non l'avrebbero lasciato tranquillo per un bel
+pezzo.
+
+* * * * *
+
+La carrozza era giunta a casa di Sappia. Montati in camera, questi
+intraprese la metamorfosi di Enrico, vestendolo di nero; poi andarono
+dal cappellaio, poi dal Mosconi il calzolaio dei nobili, poi dal
+Prandoni.
+
+Enrico tornò a casa all'ora del desinare e pranzò colla Elisa, la
+quale di quando in quando, allorchè egli le sorrideva, alzava i suoi
+occhioni innocenti e belli in viso al garibaldino, mentre due altri
+sguardi, tutt'altro che indifferenti, andavano spesso a impetrare
+dalla vergine un amichevol occhiata, ch'ella quel giorno si ostinava
+di non conceder loro.
+
+Erano gli sguardi di un altro giovane invitato a pranzo, e che sedeva
+accanto alla signora Eugenia, uno scultore, che si era fatto conoscere
+favorevolmente nella Esposizione di quell'anno e che rispondeva al
+nome di Aldo Rubieri.
+
+Verso le otto e mezza il Sappia venne a riprendere Enrico per andar
+insieme dalla Luisa, alla quale il marchesino passava seicento franchi
+al mese. Essa abitava un elegante appartamento a primo piano in Via
+Solferino.
+
+* * * * *
+
+Chi era la Luisa?
+
+D'onde veniva?
+
+Come aveva conosciuto il Sappia?
+
+Nel nostro tempo, una ragazza di diciotto anni: come la Luisa, con
+discreto ingegno, molta malizia, una gran dose di concupiscenza in
+corpo, e punto quattrini, se fosse rimasta, quel che si dice, una
+fanciulla onorata lo avrebbe dovuto indubbiamente ai propri genitori.
+
+Non è certamente troppo difficile che anche da una famiglia di
+galantuomini sorta fuori una ragazzaccia che si butti via; ma sarebbe
+un vero miracolo se in una famiglia viziosa, disordinata e miserabile,
+ci fosse una creatura che sapesse conservarsi onesta.
+
+La Luisa era nata da un padre briccone e da una madre bigotta e quasi
+cretina. Suo padre faceva un mestiere proibito dal codice, e, quel
+ch'è peggio, lo faceva colla coscienza tranquilla di chi crede di non
+commettere azione disonesta. "Un mestiere come un altro" diceva lui.
+Egli, _sostraro_ fallito, s'era acconciato a diventare fabbricatore di
+falso coke, che vendeva a certi suoi antichi colleghi, ladri come lui,
+a non so quanti centesimi il chilogrammo.
+
+Il falso coke è composto di rottami di fabbrica, di vecchi mattoni, di
+calcinacci e di ciottoli fatti cuocere nella pece e simulanti il coke
+vero. Per certi venditori di carbone è comodissimo. Fa comparir un
+quintale di combustibile, ciò che, in sostanza, non è più di ottanta
+chilogrammi. Essi spacciano alle loro pratiche quattro quinti di coke
+e un quinto di falso coke fabbricato dal babbo della Luisa, e rubano,
+con un peso perfetto, il quinto sulla differenza. A Parigi questi e
+simili truffatori sono colti e pagano delle buone multe. A Milano
+finora nessuno ci ha mai badato, e le stufe a coke milanesi son tutte
+piene di mattoni e di calcinacci. I primi col dileguarsi della pece
+che li ricopre, diventano rossi dalla vergogna, i secondi bianchi
+dalla paura.
+
+Prima che giungesse per la Luisa l'età dei desiderî malfrenati e prima
+che il mal esempio paterno entrasse a guastarne l'indole, già
+discretamente perversa, la Luisa era un ciuffetto, ma non dava a
+pensare che sarebbe diventata la birba che diventò. Ella aveva qualche
+istinto buono; tant'è vero che aveva cominciato fin dai nove anni e
+senza addarsene, a trovarsi in flagrante contrasto con suo padre per
+causa di probità.
+
+Una sera--ell'aveva appunto nove anni, e andava come _piccina_ a
+scuola di stiratora--stavano raccolti nella lurida stanzaccia, che
+serviva di covile a tutti e tre, e il padre si mostrava lieto più del
+solito.
+
+--Che hai Gana?--domandò la madre.
+
+--Ho tirato su un bischero al prezzo--rispose il marito fregandosi le
+mani lorde.
+
+--Che prezzo?
+
+--Al mio uso carbone. Oggi ne ho venduta una partita a dieci centesimi
+al quintale più del solito. Ah, fu una gran bella invenzione la mia!
+
+--Babbo!--fece la Luisa.
+
+--Che vuoi, pettegola?
+
+--È vero che il tuo carbone fa peso ma non fa caldo?
+
+--Chi te l'ha detto, stupida marmotta, chi te l'ha detto?--gridò il
+Gana arrovvellato.--Quando i mattoni sono roventi fanno caldo
+anch'essi. Chi te l'ha detto?
+
+--Me l'ha detto la maestra--rispose la piccina.
+
+--Dirai alla tua maestra che la vada a pigliar....
+
+La frase, per quanto vera, non può essere ripetuta. Nessuna teoria al
+mondo potrà fare mai, che essa sia per diventare artisticamente e
+umanamente presentabile.
+
+Ma la Luisa ebbe allora il coraggio di replicar un'idea sentita da sua
+madre.
+
+--Anche la mamma dice, che questo è un rubare alla povera gente.
+
+Non l'avesse mai detto!
+
+Il Gana prese un bicchiere sulla tavola, e lo scagliò contro la bimba.
+Il bicchiere si spezzò sulla di lei fronte; uno zampillo di sangue
+spicciò da un arteria e andò a bagnar la faccia del feritore, che ne
+restò sconciamente intrisa.
+
+La madre svenne di spavento.
+
+Questo era stato il primo grave strapazzo, ma non l'ultimo. Quella
+bestia di un fabbricatore di coke batteva a sangue la Luisa tutte le
+volte che sentiva di aver torto. Così, imparando da suo padre, già a
+quattordici anni ella avrebbe potuto aspirare alla cerchia dove Dante
+condannò i violenti.
+
+Di lì a poco la Luisa s'era già concessa per semplice curiosità, senza
+lotta e senza amore, al primo scapestrato, che le aveva offerto un
+anellino e una cena al veglione. Costui veniva spesso dalla maestra
+stiratora a raccomandarle di dar l'amido più denso o meno azzurrino ai
+manichini e ai solini da collo. Un giorno regalò alla Luisa uno
+spillone d'acciaio in forma di stiletto per fermare il profluviante
+volume de' suoi capegli castagni. La Luisa aveva usato di quello
+stiletto per ferire malamente una compagna, di scuola, spintavi da
+subitaneo furore di gelosa picca. L'educazione paterna portava già i
+suoi frutti cruenti. Quella ferita, fatta in corpo scrofoloso e
+affetto da lue ereditaria, aveva tratto al sepolcro quella misera
+compagna, e la Luisa era stata condannata a due anni di carcere in
+grazia dell'età adolescente e della nessuna premeditazione.
+
+In carcere essa aveva compiuta la sua educazione di mariuola e quando
+ne uscì, ell'era in tutto il rigor del termine, una birba sconsacrata.
+
+* * * * *
+
+Immaginatevi ora una fanciulla di diciasette anni bella, poltrona,
+lasciva, scorbellata, che esce di prigione e che non vuole nè può
+tornare in casa paterna, dove non è rimasto che un babbo, ancora più
+briccone, più scioperato e più lascivo di lei. Sua madre, nel
+frattempo era morta; le anime buone, dicevano di crepacuore, le sue
+più intime amiche dicevano di catarro.
+
+Dal carcere, finita la pena, alla Luisa era toccato di andar difilato
+alla Questura; e più precisamente a quella sezione dell'ufficio, che
+provvede alla sanità pubblica e che ha l'incarico di sorvegliare la
+condotta delle fanciulle, che non avendo di che vivere, non pensano a
+mettersi un ditale sul pollice e un ago fra le dita. Là le venne
+domandato naturalmente, che cosa intendesse di fare della sua vita e
+in qual modo contasse provvedere alla propria esistenza?
+
+--Me lo dicano loro!--rispose la Luisa.--Io non lo so.
+
+--Noi non possiamo dir niente--rispose il delegato con un sorriso
+eloquente.--Noi siamo qui per sentire e non per insegnare. Non
+facciamo il maestro di scuola noi. Bisognerebbe però che prima di
+tutto tu ti trovassi un qualche galantuomo che venisse qui a
+rispondere per te. Allora saresti fuori immediatamente da tutti i
+fastidî.
+
+"Bravo--pensò la scorbellata--vuole dire ch'io mi faccia mantenere."
+
+--Ma dove vado a pescarlo, così sui due piedi, un galantuomo che
+voglia rispondere per una povera tosa che esce di prigione?
+
+--Prima di entrarci in prigione un amante lo avevi pure!--disse il
+delegato.
+
+--Ma ora non c'è più. Ha pensato bene di buttarsi nel tombone di San
+Marco, perchè era troppo contento d'esser venuto al mondo.
+
+--Cerca qualcun altro allora.
+
+--A questo c'avevo già pensato anch' io--riprese la Luisa--ma intanto,
+come faccio a vivere?
+
+--Ti sentiresti di poter tornare una buona figliola?
+
+--In che modo buona figliola?
+
+--Mettendoti ancora a lavorare!
+
+--Io sì--rispose la Luisa, mentendo; giacchè nel suo interno era g'ià
+scoppiato invece un _no_ risoluto e indiscutibile--Ma dov'è che potrei
+trovar da lavorare? Se me lo procurano loro lo piglio, se no, non
+saprei.
+
+--T'ho già detto, cara mia, che noi non facciamo di questi uffici. Non
+eri tu prima da una stiratora?
+
+--Oh, come lo sanno loro?
+
+--Noi si sa tutto. Tu eri già sul nostro libro prima di andar in
+prigione. Tu frequentavi le sale da ballo e qualche altro luogo anche
+peggio. Non è vero?
+
+"Ho capito"--pensò fra sè la Luisa.
+
+--Va a vedere se la tua antica maestra la ti volesse ripigliare. È una
+buona donna.
+
+--Io no, vede, e lei? Mi canzona? Dopo quello che è accaduto là in
+quella stanza?
+
+L'imagine della ferita, del sangue, delle grida e di tutto il
+trambusto ch'ella aveva suscitato il fatal giorno, le si affacciò con
+brusco assalto e impallidì.
+
+Il delegato capì e non insistette.
+
+--Vedi che cosa vuol dire a fare delle brutte azioni?
+
+--Ora quel che è stato è stato; la brutta azione me l'hanno anche
+fatta pagare carne salata, me l'hanno fatta.
+
+--Ricordati che sarai tenuta d'occhio dalle guardie.
+
+--Questo lo so senza che me lo dica. Se non ha altri moccoli, perch'io
+m'aiuti, posso fallare a morir di fame.
+
+--Cercati lavoro e non andar in volta di sera e ben poco anche di
+giorno. Capisci?
+
+--Già, e il lavoro verrà da sè stesso a cercarmi a casa mia, n'è vero,
+il lavoro? E intanto come farò a vivere?
+
+--Questo ti riguarda, _Arràngiati_.
+
+La Luisa continuava a far l'innocentina.
+
+--Cosa vuol dire _arràngiati_?
+
+--Non so nulla. Ma ricordati di non lasciarti trovar sola a scopar la
+strada, specialmente dopo il tramonto, se no le guardie ti
+arresteranno e ti condurranno qui da me.
+
+--Me l'ha già detto e ripetuto tre volte a quest'ora.
+
+E nella sua testa la Luisa aveva cominciato a mulinare al mezzo di far
+cascare il delegato in una frase scandalosa. Ella si sentiva in
+confuso, una gran voglia di far risaltare la così detta immoralità
+nella bocca di quell'impiegato dei Governo. Voleva che fosse proprio
+lui a dirle di pensare a vendersi senza tanti scrupoli, e a fare la
+sgualdrina.
+
+--Io le torno a domandare chi è intanto che mi darà da mangiare?
+
+--Oh!--scoppiò finalmente a dire il delegato che non sospettando non
+stava in guardia, ed era anche un po' ammaliato dal bel viso di
+lei--credi tu che io sia un imbecille, da venir qui a farmi la
+bambina, dopo essere stata due anni in prigione? Chi t'ha a dar da
+mangiare? Ma, il primo messere che abbia due occhi in capo, dieci lire
+al giorno da spendere... sacrr...--e qui giù una specie di bestemmia
+da regio impiegato--e a cui piaccia il bel sesso. E quando il messere
+sarà deciso a fare sicurtà per te, conducilo qui che io ti cancellerò
+subito dal libro.
+
+--Ora sono soddisfatta--sclamò la Luisa che c'era riuscita.--Basta
+così!
+
+Il delegato, che la guardava con compiacenza, s'accorse allora dal
+sorriso maligno di lei, ch'ella era persuasa d'aver riportata su di
+lui una piccola vittoria.
+
+Essa c'era riuscita!
+
+E infatti pensava lei a un dipresso: "È il direttore d'una sezione di
+Questura, è il rappresentante della morale pubblica, è l'ufficiale del
+governo italiano che m'ha detto di andar alla perdizione. Io farò il
+mestiere per obbedire al commissario. Se fosse altrimenti, egli
+penserebbe piuttosto a procurarmi del lavoro. Egli mi lascia in balìa
+di me stessa, e sa pure che io di lavoro nè posso, nè voglio trovarne,
+mentre egli sa che di messeri, anche senza il suo parere, ne troverò
+finchè sarò stufa."
+
+La Luisa, uscita di là, si mise dunque in cammino per obbedire al
+delegato. Essa dava ascolto alla legge, essa si uniformava ai
+regolamenti di Questura: _Non caste sed caute!_ Così che, se fosse
+anche stato il caso di dover fare il brutto mestiere contro voglia e
+contro coscienza--ciò che non era--la si sarebbe trovata come si dice
+colle spalle al muro. Se non che la coscienza e la voce dell'onore
+nella Luisa era un bel pezzo che tacevano. Anch'essa, come Nanà,
+quantunque in un grado molto più volgare e più perverso, non sentiva
+più in corpo che tre grandi inclinazioni molto serie e molto spiccate:
+quella di non lavorare, quella di far all'amore e quella di non morir
+di fame.
+
+E, quanto alla terza, via! non si saprebbe davvero da qual parte farsi
+per dare tutto il torto a lei sola. Il diritto non le può essere
+contestato!
+
+* * * * *
+
+Non aveva mossi un centinaio di passi fuor dall'ufficio di Sanità, eh'
+ella s'accorse d'essere pedinata. Non sapeva bene se erano due o tre,
+perchè non li vedeva e non si voltò indietro; ma se li sentiva, come
+per intuizione, nella schiena.
+
+Si fermò a guardare in una vetrina di modista per lasciarli passare e
+sapere almeno se erano gobbi o sciancati, giovani o vecchi. E volgendo
+il viso per guardarli, passati che furono, scorse dal canto della via,
+spuntare una donna, un'antica conoscenza, una certa sôra Marianna, la
+quale teneva sotto il braccio un enorme fardello e veniva un po'
+barcollando verso di lei, col sorriso che dava a vedere come l'avesse
+già ravvisata da lungi.
+
+Quando le fu d'accosto:
+
+--_Centini mundi!_--sclamò questa; la era una sua esclamazione
+particolare.--Finalmente che la possiam rivedere, la possiamo, questa
+nostra bellezza! Dove diamine la è stata tutto questo tempo?
+
+Sapeva la vecchia che la Luisa era appena uscita di prigione? Le aveva
+fatta la domanda con malizia e per umiliarla, oppure non ne sapeva
+nulla?
+
+La Luisa, a buon conto, fece la prima supposizione, e rispose non
+arrossendo e con una specie di impertinenza:
+
+--Sono stata a Parigi! E lei, dove va con quel fagotto?
+
+--Eh, sa bene! Le solite miserie. Vado a mettere in collegio un po' di
+roba, perchè è bene che impari anche lei a stare al mondo.
+
+In lingua il _bisticcio_ della Marianna non regge; in dialetto fece il
+suo immancabile effetto, e la Luisa ne sorrise malinconicamente.
+
+In dialetto, _monte_ e _mondo_, hanno lo stesso suono.
+
+--Anche lei!--disse la fanciulla.--Non c'è dunque che miseria a
+Milano?
+
+--Che vuole, cara Luisa! E lei?
+
+--Io? Io, come la mi vede, non so oggi come pranzare.
+
+--Possibile!--sclamò la signora Marianna coll'accento incredulo.--Una
+bella tosa pari sua? _Centini mundi!_ S'io fossi in lei, vorrei
+domandar se Milano è da vendere. Lei non ha a far altro che metter giù
+il suo bravo grembiale e star lì a veder i merli a fioccarvi dentro
+colle mani piene di bigliettoni bianchi, rossi e verdi.
+
+--Me lo disse poc'anzi anche il...
+
+Voleva dire il delegato, ma troncò la frase.
+
+La vecchia però aveva già mangiata la foglia.
+
+--Oh, diamine! Le toccò di andar laggiù?
+
+La Luisa si morse le labbra. Pel gusto di ponzare la sua piccola idea
+di ribellione ironica contro le incumbenze del delegato e contro la
+morale pubblica, essa aveva svelato il brutto segreto.
+
+--M'ha mandato a chiamare per sapere come faccio a vivere dopo il mio
+ritorno da Parigi, perchè ha saputo che vivo sola.
+
+--Io ne avrei uno che sarebbe un portento per lei--disse la vecchia
+strizzando l'occhiolino.
+
+--Di che cosa?--domandò la Luisa fingendo di non capire.
+
+--Un messere, _centini mundi!_ Chi vuol che sia?
+
+--Chi è desso?
+
+--È un banchiere.
+
+--Giovane?
+
+--Ecco--disse la Marianna--per giovine non è giovine di primo pelo, ma
+però è benissimo conservato, e ricco.
+
+--Quanti anni avrà, insomma?
+
+--Io non gli darei più di sessant'anni o sessantadue.
+
+--Oh, che strega!--sclamò la Luisa, scoppiando a ridere.--Mi parla di
+primo pelo! Non è nè di primo, nè di secondo!
+
+--È meglio anzi che sia un uomo posato... un uomo che ha già fatta la
+sua carovana.
+
+--Sì, sì, non dico, ma quanto al primo pelo... _màghero!_
+
+--È capace di farle una posizione.
+
+--Crede lei che vorrebbe rispondere per me là da quel caro direttore?
+
+--Questo poi non lo so, perchè è ammogliato.
+
+--Anche ammogliato!--sclamò la Luisa. Poi riprese:--Meglio allora!
+
+--Sicuro che è meglio. Dà minor fastidio. Lo si può tener in gambe,
+comprometterlo, levargliene quanti si vuole. E poi si è più libere di
+tenersi il candelliere e il capriccio; si ha sempre il coltello per
+il....
+
+--Bene, bene, queste cose le penso anch'io--interruppe la Luisa un po'
+duramente. Quella benedetta parola di coltello, poco o molto, la
+faceva sempre trasalire, anche quando era pronunciata in una figura
+rettorica.
+
+--Dove si potrebbe vederlo questo banchiere di... terzo pelo?
+
+--In casa mia, se vuole.
+
+--Lei sta ancora laggiù?
+
+--Sì, cara.
+
+--E quando?
+
+--Magari domani. Il tempo di avvisarlo.
+
+--A che ora?
+
+--A mezzogiorno.
+
+--Bene, domani a mezzogiorno sarò da lei.
+
+E si lasciarono.
+
+* * * * *
+
+La Luisa si spiccò di là, e vide sul canto della via che uno de' suoi
+pedinatori stava ad aspettarla.
+
+Quand'essa gli passò dinanzi, egli le fe' tanto di cappello. La Luisa
+rispose con un modesto chinar del capo. L'altro, che era appunto il
+marchesino Sappia, le si mise accanto.
+
+--Si potrebbe aver l'onore di sapere, bellissima creatura, dove siete
+diretta?
+
+--Lei è ben curioso!
+
+--Io faccio come il dottor Faust con Margherita, e vi domando il
+permesso di accompagnarvi a casa.
+
+--Non posso darglielo--rispose la Luisa, che, piena di appetito, aveva
+già messo l'occhio sul suo moscone per farsi pagare da pranzo.
+
+--Perchè non può darmelo?
+
+--Se io le ripetessi che lei è assolutamente troppo curioso, che cosa
+mi risponderebbe?
+
+--Che la curiosità è la madre della voglia di sapere.
+
+--Lei è forse uno di quelli che scrivono sui giornali?
+
+--No, no--rispose il Sappia ridendo.--Ma perchè questa domanda?
+
+--Perchè lei mi parla molto difficile. Che so io? Poc'anzi era il
+dottor Faust e Margherita, e ora è la madre della voglia....
+
+--Bene, parlerò più facile. Come avete nome?
+
+--Ho nome... ho nome Aquilina. Ma non permetto che mi si dia del voi.
+
+--Vi darò del lei. Aquilina, bel nome! Nome superbo, e portato da una
+donna adorabile.
+
+--Me l'hanno detto degli altri.
+
+--E se io desiderassi di fare la sua conoscenza, bellissima Aquilina,
+me ne darebbe lei il permesso?
+
+--Mi par bene che stiamo facendola....
+
+--Sì, ma io dico... una conoscenza un po' più intima... a quattrocchi.
+
+--Non si rifiuta mai la conoscenza d'una persona educata come lei.
+
+--In casa sua dunque non ci si può venir davvero?
+
+--Per ora no. In seguito non dico. Ora io vado a pranzo. Quest'oggi si
+potrebbe tutt'al più trovarsi alla stessa tavola a pranzo.
+
+--E se io la invitassi a pranzare con me fuori di Porta?
+
+--Dove, per esempio?
+
+--Non saprei.... All'Isola Bella.
+
+--No--rispose la Luisa--all'Isola Bella c'è troppa gente; piuttosto al
+Giardino d'Italia.
+
+--Allora ci possiamo andar subito. Sono ormai le quattro e mezza.
+
+--Come vuole.
+
+Il Sappia fece un gesto ad un cocchiere di vettura pubblica, che
+passava col legno vuoto. Vi montarono, e via pel Giardino d'Italia.
+
+Come si vede, la Luisa obbediva largamente al delegato. Essa coglieva
+due piccioni ad un favo.
+
+Aveva trovato un probabile messere e aveva azzeccato il pranzo di quel
+giorno.
+
+* * * * *
+
+--Sapete, bella Aquilina--disse il Sappia quando fu seduto a tavola
+colla Luisa al Giardino d'Italia--che voi assomigliate in un modo
+spaventevole ad un'amante che io ho avuto or ora a Parigi?
+
+--Davvero? Ciò mi rende orgogliosa!
+
+--Naturalmente voi non siete ancora a quel punto....
+
+--Oh, lo credo!
+
+--Quella era una _cocotte_ sì, ma una cocotte gran dama.
+
+--Ho capito!
+
+--Ha nome Teresa, ma tutti a Parigi la chiamano Nanà. Non ha meno di
+trentamila franchi al mese, ed è sempre in miseria.
+
+--Vuoi dire che li spendeva.
+
+--Sicuro!
+
+--Ah, in questo poi non vorrei assomigliarle.
+
+--Vediamo, Aquilina. Voi mi piacete in modo enorme. Ci sarebbe
+speranza di intenderci? Io non v'ho ancora detto il mio nome; sono il
+marchese Sappia. Io vorrei fare di voi una seconda Nanà.
+
+--Che non spende trentamila franchi al mese, però.
+
+--Ah, naturale! Tutto dev'essere in proporzione. Milano fa trecento
+mila abitanti coi Corpi Santi, Parigi ne fa un milione e mezzo; cinque
+volte tanto. A Milano, una fanciulla come voi può col quinto di
+trentamila franchi al mese, che sono sei mila far la signora come Nanà
+a Parigi.
+
+--Questo poi non credo. Sei mila franchi sono una miseria anche a
+Milano.
+
+--Ah, ah! Avete delle idee in grande, voi.
+
+--Voi ci tenete ad essere solo?
+
+--Perchè questa domanda?
+
+--Ponete che io sia già impegnata con un vecchio, che non vi potrebbe
+dare ombra di gelosia. Ponete che io sia qui con voi perchè mi siete
+simpatico....
+
+--Grazie, Aquilina. Non ne dubitavo
+
+--Io so bene che voi non vorreste che io fossi vostra amante _gratis_,
+n'è vero?
+
+--Neppur per sogno.
+
+--Se voi non avete difficoltà che il vecchio continui la mia
+relazione, voi diventerete il mio amante di cuore. Mi farete qualche
+regalo e tutto sarà detto.
+
+--Accettato.
+
+--Allora vi dirò che io non mi chiamo Aquilina, ma mi chiamo Luisa.
+
+E così era avvenuto il contratto del loro matrimonio morganatico.
+
+* * * * *
+
+Il marchesino uscì dalla casa di Luisa verso le nove del mattino del
+giorno dopo. A mezzodì in punto, la fanciulla montava le scale della
+Marianna.
+
+Il vecchio banchiere non si fece aspettare; dopo mezz'ora di
+conversazione, trovò che la Luisa era la creatura che pareva creata
+apposta pe' suoi fini reconditi; le fece delle discrete proposte, ed
+essa le accettò subito anche quelle, senza farsi pregare: giacchè
+l'appetito non c'era verso, che non ritornasse ogni mattina e ogni,
+sera a persuaderla che bisognata dar ascolto al delegato. Così in
+breve la scarcerata di fresco fu accasata come una signora, in mezzo a
+mobili propri, con due assegni mensili, che uniti ne facevano uno più
+grosso di quello d'un consigliere di Cassazione e che le venivano dal
+Sappia e dal banchiere, il primo dei quali era l'amante _en titre_,
+l'altro lo spunta-pesi segreto.
+
+Poco prima che Enrico O'Stiary giungesse a Milano, essa aveva finto di
+piantare in asso il vecchio banchiere, per farsi maggior merito presso
+il suo amante scoperto. Ma in fatti essa era legata al vecchio peggio
+di prima e da ben altri legami che non fossero i legami dell'amore.
+
+* * * * *
+
+--Buona sera, Nando--diss'ella al Sappia, che era entrato con Enrico
+O'Stiary.
+
+E intanto aveva diretta un'occhiata curiosa all'amico che stava dietro
+di lui un po' in disparte.
+
+--Buona sera, Gigia--rispose il marchesino, e volgendosi tosto verso
+il conte, ripigliò:
+
+--T'ho condotto il mio giovine amico, il conte O'Stiary, che farà in
+tua casa i primi passi al mal costume.
+
+Enrico strinse la mano che la Luisa gli porse; e l'indispensabile
+vermiglio, che accompagna quasi sempre il primo passo al malcostume,
+si pinse sulla fronte del giovinetto.
+
+La Luisa lo invitò a sederle accanto.
+
+--Spero bene--cominciò dessa--che Nando le avrà detto, che qui da me
+sono banditi i complimenti. Dunque la metta giù il suo cappello,
+giacchè il mio motto è _sans gêne_. Ma quasi mi scordavo di presentare
+a questi signori; il signor Silvestro Bonaventuri aiutante di... e il
+signor Paganino di Genova.
+
+I due nominati s'inchinarono. O'Stiary fece altrettanto.
+
+--Lei è uscito da poco dal collegio, non è vero?
+
+--Ora torna dal campo.
+
+--Dal campo!... A proposito--disse levandosi; ma disse quell'a
+proposito precisamente a sproposito, giacchè ciò che stava per metter
+fuori non c'entrava per nulla col campo--Cominciate a fare anche voi
+altri il vostro dovere qui su questa lista. Vi avviso che non voglio
+rovinarvi però. Non accetto meno di venti franchi, ma non accetto
+neppure più di cento franchi.
+
+--Così dicendo, la Luisa aveva levato da un tavolino una borsa, una
+lista, ed un _lapis_ che presentò colla bocca aperta al Bonaventuri.
+
+--Che cos'è?--domandò questi con aria un poco sorpresa.
+
+--Ho fatto voto, che tutti quelli che i quali metteranno il piede in
+questa sala, dal primo all'ultimo del mese, dovranno per una volta
+almeno aiutarmi a fare un'opera buona. È una colletta per una povera
+famiglia che muore di fame.
+
+--Volontieri--rispose il Bonaventuri.--Che cosa debbo fare?
+
+--Scrivere su questa lista il vostro riverito nome e cognome, colla
+cifra che intendete di mettere in questa borsa, per la mia
+irresponsabilità.
+
+E guardò con un bel sorriso in faccia a O'Stiary.
+
+--Spero la mi permetterà di avere anch'io questo piacere di far del
+bene in sua collaborazione--disse Enrico traendo di tasca il
+portamonete.
+
+--Veramente, per la bella prima volta!--sclamò ridendo la Luisa--è un
+po' da sfacciata!
+
+--Faremo dunque il male in mezzo--fece il Bonaventuri parlando
+forte.--Ecco i miei cinquanta franchi.
+
+--Ed ecco i miei--soggiunse il Paganino da Genova, mettendo i suoi
+cinque biglietti da dieci nella borsa.
+
+Il povero Enrico fa sopraffatto da uno sgomento indicibile. Egli aveva
+pensato in cuor suo di non dare che venti lire, e capiva che bisognava
+metterne cinquanta come gli altri, e temeva di non averli nel suo
+portamonete. Dei cento franchi della mezza mesata sborsatagli dal
+tutore, e che dovevano servirgli per quindici giorni, gli pareva di
+averne già spesi in guanti, in profumerie, in gingilli, in mancie e al
+caffè, una metà abbondante. Non sapeva bene quanto gli restasse nel
+portamonete, ma temeva d'essere a corto. Guardò trepidando in esso, e
+con lieta sorpresa vi trovò appunto i cinquanta franchi che parevano
+lì apposta contati. Non gli rimaneva più che un bigliettino sudicio da
+cinquanta centesimi, che rimase là unico e vergognoso, come una
+protesta contro la lèsina del tutore.
+
+--Ed ecco i miei--ripetè anche lui mettendo l'obolo nella borsa di
+Luisa, che lo ringraziò col suo più splendido sorriso.
+
+"Spero bene--pensò--che il tutore non mi vorrà mangiare se gli
+racconterò che ho dato cinquanta franchi a scopo di beneficenza--pensò
+Enrico, dopo che la Luisa lo ebbe ringraziato.--"Io non potevo dar
+meno di Paganino e di Bonaventuri, che devono essere meno ricchi di
+me."
+
+* * * * *
+
+Poco dopo entrarono nuovi visitatori. Erano il signor Ciambelli colla
+Romea, un fuseragnolo di donna, con due occhi discreti e una
+carnagione che arieggiava la porcellana colorata, per amor
+dell'intonaco ch'ella si praticava sul viso.
+
+Ciambelli, suo amante, un pancione nero come un croato, le aveva messa
+su una _buvette_, dove la Romea troneggiava dal suo banco, chiamando,
+col desio e colle occhiate lunghe, i passanti, che non volevano
+saperne di entrare nella di lei bottega a bevere l'amaro prima di
+andare a pranzo.
+
+La Romea era una sgualdrina come tante altre, ma la si teneva
+ingenuamente in conto di donna onesta, e parlava delle mantenute col
+disprezzo d'una principessa!
+
+Quanto la godevano per questa pretesa le sue poche pratiche!
+
+A un certo punto si parlò di far un piccolo taglio di macao. La Luisa
+sulle prime fece finta di opporsi, ma poi, vedendo che tutti erano del
+parere fece recar le carte e lasciò che giuocassero.
+
+Enrico, un po' per timidezza, un po' per innata ritrosia, ma
+sopratutto perchè non voleva far vedere d'essere corto a quattrini
+stava in disparte.
+
+Sappia gli andò vicino:
+
+--Non fai conto di giuocare tu?
+
+--Ma... non ho voglia.... Non sapevo che si giuocasse.... È meglio che
+stia a vedere...
+
+--Ti pare? Il più giovine della brigata, far la figura del più
+vecchio? Mi faresti sfigurare. Ricordati che questa sera comincia a
+formarsi la tua riputazione di gentiluomo e di uomo di mondo. Bisogna
+che tu provi un po' di tutto, in società, se vorrai starci bene, e se
+vorrai poter educare con cognizione di causa i figli che avrai dalla
+signorina Elisa.
+
+Enrico si fece tutto rosso in viso.
+
+--Che c'entra? Come sai? Chi t'ha detto?
+
+--Noi sappiamo tutto--sclamò con aria di mistero il marchesino.
+
+--Ma io ho ben poco danaro con me... non sapevo.
+
+--Se non è che questo ti servo subito. Figurati! E schiuso il
+portamonete ne trasse un biglietto da cinquecento e lo diede a Enrico
+dicendo:
+
+--Quando non ce n'è più, ce ne sarà ancora.
+
+Avrebbe potuto rifiutarsi ancora il nostro collegiale garibaldino?
+
+Andò al tavolo verde.
+
+* * * * *
+
+Dopo mezz'ora egli aveva perduto fino all'ultimo i suoi cinquecento
+franchi.
+
+La Romea gliene aveva beccati fuori la metà.
+
+Sappia gliene prestò subito altri mille.
+
+Il demonio del gioco lo aveva già preso alla strozza.
+
+A mezzanotte il disgraziato aveva perduto i mille e giocava già
+disperatamente sulla parola.
+
+Al tocco dopo mezzanotte il Sappia si levò dal tavoliere, e disse:
+
+--Mi pare ora di andarcene.
+
+--Facciamo i conti--gli disse Enrico che appena cessato l'incanto e
+l'emozione si trovò di aver indosso una febbre indiavolata.
+
+Fatti i conti trovarono di avere perduto fra tutt'e due seimila e
+trecentoventi franchi. Enrico ne doveva mille e cinquecento all'amico,
+mille e duecento a Silvestro Bonaventuri, e trecento alla Romea,
+
+Il povero giovinetto era così confuso di dover danaro perfino ad una
+donna, era così spaventato, così abbacinato dalla perdita, dal timore
+di non poter il giorno dopo farsi onore nelle ventiquatt'ore, dello
+spavento che il tutore e la Elisa venissero a sapere la sua scappata,
+che quasi quasi ne piangeva a calde lagrime.
+
+Il Sappia dovette scuoterlo più volte.
+
+--Ma domani come si fa? Pensa che debbo trecento franchi anche alla
+signora Romea.
+
+--Ci penso io--gli rispose l'amico.--Non seccarti. In ogni caso la
+Romea ne deve a me cinquecento da sei mesi, che non me li ha mai
+restituiti.
+
+Preso poi in disparte il Bonaventuri, che conosceva, per quel tanto
+che si conoscono certe persone:
+
+--Favorisca--gli disse--a indicarmi dove ella sta di casa.
+
+--Oh--sclamò il Bonaveuturi, come schermendosi--la si figuri; ha tutto
+il tempo; lei è padrone di tutta la mia sostanza...
+
+"Buono a sapersi" pensò il Sappia fra se.
+
+* * * * *
+
+Enrico quella notte non chiuse occhio e fece il più inviolabile
+proponimento di non giuocare mai più.
+
+Nella ingenua purezza della sua coscienza di vent'anni, egli sentiva
+di quel fatto un rimorso indicibile.
+
+A mattina andò dal tutore e gli spiattellò senza reticenze la sua
+avventura della sera innanzi.
+
+La fu una scena di inenarrabile delusione per lui, una tempesta di
+maggio, un finimondo.
+
+Il tutore gli fece una parrucca che non finiva più. Egli era un di
+quegli uomini che non crederebbero di far il loro dovere se non quando
+s'accorgono d'avere ben tormentata la loro vittima. Essi hanno nelle
+vene, io credo, un po' di sangue di Torquemada. Questo modo di
+educare, essi lo chiamano _saggezza_. E certo se facesse l'effetto di
+render saggio meriterebbe quel nome; ma siccome non ottengono invece
+che quello di seccare dovrebbe esser chiamato _seccatura_.
+
+Allo stringer dei nodi il tutore si rifiutò perfino di pagargli quel
+primo debito di giuoco.
+
+Enrico non sapeva più in che mondo si fosse. Corse a trovare il
+marchese d'Arco.
+
+Questi ascoltò in silenzio il racconto e le giustificazioni del
+giovinetto; poi senza dir motto si levò, andò al suo scrigno, ne
+abbassò l'imposta, tirò fuori un cassettino, ne trasse tre bei
+biglietti da lire mille e li porse al giovinetto dicendogli questa
+sola frase:
+
+--Ma cerca di non giuocare mai più se ti è possibile!
+
+Enrico da quel tratto restò assai più confuso che non lo fosse stato
+prima dalla lavata di capo e dalle smanie esagerate del suo tutore.
+
+--Oh, marchese, come è buono lei!--sclamò il giovine buttandosi al
+collo del vecchio e baciandolo sulle labbra.
+
+--Mi prometti sul tuo onore che non giuocherai più? ripigliò
+sorridendo di gioia e dopo un certo silenzio il marchese.
+
+--Sì, glielo prometto in parola d'onore e colla sicurezza di mantenere
+la mia promessa.
+
+--Tu devi sapere Enrico, che a' miei tempi ho giuocato molto anch'io.
+Allora il giuoco era di _bon ton_, non era proibito, lo si faceva in
+pubblico. Il governo straniero usava di questo mezzo per
+demoralizzarci, per distoglierci dalle idee di patria e di
+indipendenza. Vedi dunque che ti parlo con cognizione di causa. Fin
+d'allora mi capitava sempre, che perdendo, io pagava puntualmente
+entro le ventiquattr'ore il mio debito; ma se vincevo pochi lo
+pagavano a me.
+
+--Possibile?
+
+--Possibilissimo mio caro Enrico. Credilo pure; la gente che paga i
+debiti di giuoco non è a questo mondo che un decimo di quella che non
+li paga. Questa almeno è la statistica della mia dolorosa esperienza!
+Non so se gli altri saranno stati più fortunati di me nella loro vita.
+Ma è così! Ora capisci bene. Se tu quando perdi sei certo di dover
+pagare, e quando vinci sei certo di non essere pagato che dieci volte
+su cento... la cosa diventa molto seria. Sarebbe necessario perchè tu
+restassi almeno in pace che vincessi novantacinque volte su cento; il
+che assolutamente non è possibile avvenga. Hai fatto bene dunque a
+promettermi che non giuocherai più.
+
+E qui si mise a parlargli di tutt'altro.
+
+Il marchese artista nell'anima tempestava Enrico di domande sulla sua
+posizione, sulla pittura, sulle sue idee circa le due scuole, sulle
+sue speranze di farsi un nome, sull'avvenire sognato.
+
+Enrico s'accalorò in quel dialogo. Il marchese godeva enormemente a
+sentirlo parlare così modesto, così schietto, così sincero e così
+pieno di illusioni.
+
+--Ma non credi tu--gli disse a un certo punto--che il positivismo, il
+realismo e la democrazia abbiano a uccidere l'arte?
+
+--Ah, marchese, al contrario! L'esaltazione del popolo sarà
+l'esaltazione dell'arte.
+
+Il marchese crollava il capo sorridendo.
+
+--Ah, entusiaste!
+
+--Non lo crede lei?
+
+--Io no davvero,--rispondeva il marchese.--Il popolo, e per popolo
+m'intendo quella parte della popolazione d'un paese che si stacca
+dall'aristocrazia illuminata e dalla borghesia ricca e studiosa, il
+popolo non sente bisogno dell'arte, nè la capisce. Mancando
+assolutamente di sentimento estetico come vorresti tu ch'essa amasse
+il bello nelle sue manifestazioni?
+
+--Eppure se c'è un'esposizione di quadri e di statue vi accorre...!
+
+--Il popolo no, non se ne cura. La statistica della affluenza del
+pubblico alle esposizioni parla chiaro. In ogni modo anche i pochi che
+ci vanno non vi sono attirati dal bisogno di ammirare il bello, ma
+dalla curiosità di veder nei quadri dei fatti interessanti, allegri o
+pietosi. Il quadro sarà pessimo come arte, ma rappresenterà qualche
+fatto ben volgare, ben chiaro, che squadri al popolo? Sarà il
+prediletto da lui. Esso non s'accorgerà che artisticamente parlando il
+quadro è uno sgorbio, un abbominio. Il popolo non monta verso l'arte
+se non quando l'arte discende giù fino al volgo. E il naturalismo
+stesso, l'impressionalismo, di cui tu mio caro Enrico, ti dichiari
+seguace e cultore, non è forse l'arte che abdica in favore dei grossi
+istinti del volgo?
+
+Enrico era impaziente di andar a pagare i debiti fatti la sera prima.
+Erano i primi debiti di sua vita e gli rimordevano la coscienza. Diede
+dunque ragione al marchese e se ne andò ringraziandolo di nuovo con
+espansione.
+
+Prima di spiccarsi dal suo vecchio amico, questi aveva cavato da una
+cartella che stava sulla tavola un foglio di carta e accostando alla
+mano di Enrico il calamaio gli aveva detto:
+
+--Scrivimi qui la ricevuta e la promessa di non più giuocare.
+
+Enrico si dichiarò debitore delle tremila lire al marchese e promise
+nella ricevuta di restituirgliele quando fosse andato in possesso
+della propria sostanza.
+
+Della mesata insufficiente fissatagli dal tutore non si fiatò. Non si
+ricordò di parlarne.
+
+Il marchese non gli aveva neppur lasciato il tempo di spiegare la
+cosa, e quando Enrico s'era trovato esaudito, col danaro in mano,
+s'era scordato di entrar in quell'argomento.
+
+Enrico corse a casa di Sappia, a cui raccontò il rabbuffo e la
+crudeltà del tutore e il bel tratto del marchese d'Arco. Volle andar
+egli stesso nella bottega della Romea, a portarle i suoi trecento
+franchi, che gli bruciavan le dita e dovette spenderne un'altra
+quarantina di giunta, in bottiglie _di champagne_, ch'essa gli
+appioppò senza che lui, timido ancora, osasse di rifiutarle.
+
+Poi, con Sappia, ritornò a casa.
+
+--Parlerò io al tuo signor zio antidiluviano--aveva sclamato il Sappia
+quando Enrico gli aveva raccontato del fiero rabbuffo avutone.--Lui li
+chiama _minuti piaceri_? Altro che minuti! Impercettibili,
+microscopici... piaceri!
+
+Il notaio a stento acconsentì di portar l'assegno di Enrico da
+duecentocinquanta a trecento franchi al mese.
+
+--Domando io caro signor marchese--gli disse congedandolo, e colla più
+profonda convinzione di dir cosa sensata ed onesta--domando io come
+potrà mai arrivare a spendere più di otto franchi al giorno fuori di
+casa?
+
+--Nei mesi di trentun giorni e negli anni bisestili--disse il Sappia
+con una finissima ironia che il tutore si guardò bene dal notare--gli
+otto franchi al giorno sì può calcolare che diventino soltanto sette e
+novantadue centesimi.
+
+--Ho fatto un buco nell'acqua--diss'egli tornato che fu all'Enrico, il
+quale non s'aspettava nemmeno i cinquanta franchi d'aumento--Bisogna
+che tu faccia la lite al testamento di tuo padre, che ti ha voluto
+tener sotto a quel mastodente fino ai ventiquattr'anni; se no finirai,
+col rovinarti moralmente e materialmente, te lo dico io!
+
+--No--rispose Enrico.--Prima di tutto io non vorrei fare questa lite,
+neppure nel caso che non offendessi l'ultima volontà e la memoria di
+mio padre. In ogni modo, dato che il tribunale mi desse torto, io
+sarei perfettamente rovinato, giacchè avrei fatta opposizione; e tutta
+la sostanza andrebbe ai gesuiti che stanno aspettando al varco la
+preda, È meglio ch'io mi stia ai primi danni.
+
+* * * * *
+
+Così erano passati circa due anni, e a dispetto dei trecento franchi
+al mese, Enrico O'Stiary era diventato uno dei giovani più brillanti
+di Milano. Cavalcate, scarrozzate, scherma, cene, club, ballerine, e
+pur troppo di nuovo, il giuoco--nel quale era ricascato con vivo,
+quantunque inutile rammarico, con profondo, ma pur vano rimorso--erano
+le occupazioni delle sue giornate e delle sue notti. E la povera Elisa
+trascurata, infelice, ma orgogliosa nel suo dolore s'era fatta intanto
+donna.
+
+Il tutore non badava più all'Enrico.
+
+Disperava di cambiargli la testa. "Chiudeva un occhio per non
+inquietarsi" come diceva lui.
+
+Il marchese d'Arco dal canto suo, il quale vedeva il suo giovane amico
+far la vita del gentiluomo, e non s'era curato mai di sapere quale
+somma il tutore gli avesse fissato pei minuti piaceri, era ben lontano
+dall'idea ch'egli si stesse rovinando a bagno maria. Egli poi non
+sospettava che Enrico si fosse rimesso a giuocare. Gli sarebbe parso
+fargli uno sfregio pensando che un'O'Stiary avesse potuto mancare così
+alla parola d'onore.
+
+Quando si trovavano parlavano d'arte, di cavalli, di politica, e le
+miserie umane le lasciavano da parte.
+
+Enrico dal canto suo, si guardò bene dal ricorrere un'altra volta al
+marchese per denaro, e lo schivava come un rimorso. Il Sappia pensava
+largamente a tutto. Suo padre e sua madre gliene davano in una certa
+abbondanza, ed egli aveva un credito grande presso gli usurai! E anche
+lui--lo sciagurato--faceva delle orribili operazioni a babbo morto!
+
+Ma era venuto un bel giorno che anche il Sappia erasi trovato nella
+necessità di chiedere danaro ad Enrico.
+
+Il povero giovine gli avrebbe data la vita, ma non aveva che i suoi
+duecento franchi al mese.
+
+Risolse di farla finita col tutore; di parlargli fuor dei denti, di
+ottenere insomma quello a cui gli pareva di aver diritto.
+
+Ci pensò un paio d'ore, poi piuttosto che aver a fare con don Ignazio
+si aperse alla balia.
+
+La balia gli aveva detto di avere dodicimila lire alla Cassa di
+risparmio.
+
+Non lasciò che l'Enrico terminasse la frase; corse per quanto glielo
+permettevano i settantanni nella sua camera, e portò al contino le
+dodicimila lire in tre bei libretti puliti e fiammanti ch'era un
+piacere a vederli.
+
+--Ma no, non voglio, non voglio--diceva Enrico colle lagrime agli
+occhi.
+
+La balia alzò la destra, e con una specie di entusiasmo, sclamò:
+
+--Ma non è forse roba sua codesta? Quale uso più degno potrei fare di
+questo danaro... io che non ho più nessuno al mondo?
+
+* * * * *
+
+Pochi mesi dopo convenne di nuovo rivolgersi altrove.
+
+Il tutore, quand'ebbe messa da parte del tutto la speranza di vedere
+il conte far giudizio, pensando al giorno ormai vicino in cui gli
+sarebbe toccato rassegnargli la sostanza taglieggiata e forse perduta,
+intieramente aveva cominciato a cercarsi dattorno un altro sposo per
+la sua Elisa, che già aveva trascorso il diciottesimo anno.
+
+Egli comandò a sua moglie di far di tutto per disingannarla nel caso
+ch'ella nutrisse ancora qualche speranza di diventare la moglie del
+contino e si mise a sparlare a tavola del suo pupillo e a tentar di
+metterglielo in mala vista.
+
+Ma egli non pensava che dieci anni di pensieri e d'illusioni
+accarezzate non si distruggono in un giorno!
+
+L'uomo adatto, del resto non tardò a presentarglisi sotto la miglior
+luce del mondo. Era Aldo Rubieri--che s'era fatto un bel nome e una
+bella sostanza, e che quantunque artista, parve al babbo un modello di
+uomo serio e un marito esemplare.
+
+* * * * *
+
+Chi mai avrebbe detto a Enrico O'Stiary che quei cinquanta franchi da
+lui con lieto animo versati nella borsa di Luisa a titolo di
+beneficenza la sera d'un giorno d'autunno del 1866, dovessero essere
+il primo anello di una lunga e disastrosa catena di sagrificî, di
+spese, di perdite, di debiti, di rovesci, che lo dovevano condurre tre
+anni dopo, quando egli era lì lì per aver la piena disponibilità della
+propria sostanza, ad essere un uomo rovinato?
+
+Ma sopratutto chi gli avrebbe detto che la causa principale, la causa
+effettiva del suo rovescio, non doveva essere nè l'amico Sappia, non
+doveva essere la Luisa, non doveva essere il giuoco, ma piuttosto la
+gretta protervia del suo tutore, che aveva negato fin dal principio di
+fissargli quel tanto, che nella sua posizione era necessario?
+
+
+
+
+II.
+
+
+Aldo Rubieri, nel tempo che aveva molti debiti e poche commissioni,
+abitava fuori di una porta della città. Si era fatto corpisantino, e
+là nel sobborgo, teneva abitazione e studio. Pagava una miseria di
+affitto, e dalle sue finestre vedeva d'estate molto verde, e
+d'inverno, se fosse nevicato, molto bianco.
+
+Quando poi diventò poco meno di celebre, ed ebbe soddisfatti i suoi
+pazienti ed onesti creditori, egli si era talmente affezionato a
+quella residenza che non aveva più voluto venir in città, quantunque
+l'aria assai democratica, che tirava nel sobborgo non fosse quella
+delle sue convinzioni assai moderate.
+
+Comperò dunque la casetta, e in essa si creò il suo nido dell'arte e
+della vita.
+
+Lo studio, che solo conservò tal quale, era per lui popolato da tutte
+le imagini, da tutte le finzioni, da tutti i progetti della sua
+geniale fantasia; memorie imagini, finzioni che gli avevano
+procacciata l'ambíta fama e la invidiata agiatezza.
+
+Gli pareva che le vicende della sua vita abbastanza travagliata, gli
+dovessero sfumar via d'un tratto, se avesse mutato di casa e aveva
+giurato di finire in essa la sua fortunata carriera.
+
+La casetta, dall'umile apparenza, ma tutta leggiadra e artistica di
+dentro, era da vari anni visitata dagli stranieri. Aldo Rubieri aveva
+scritto a Bedeker di farne un cenno, nella sua nuova _Guida d'Italia_,
+e Bedeker infatti nel capitolo che riguardava Milano, parecchi anni or
+sono, vi aveva fatte due aggiunte: il vaporino illuminante in circolo
+la cupola della Galleria Vittorio Emanuele e lo studio di Aldo
+Rubieri.
+
+* * * * *
+
+Una piccola carovana, uscita dall'albergo Reale un dopo mezzodì di
+agosto del 1869 s'avviò allo studio di Aldo Rubieri. Per risparmio di
+ciceroni quella carovana era composta di elementi assai eterogenei. In
+testa camminava un Francese con quella noncurante serietà che
+caratterizza la gioventù della giovine Francia, più gloriosa ancora
+dopo i rovesci, uno di que' Francesi che in Italia stanno sull'occhio
+per non essere creduti, _brillanti a spasso_, e che non hanno difetti
+in fuori di quello di sprezzar troppo la roba straniera.
+
+Dopo lui scarpinavano, coi loro piedoni piatti, due rappresentanti
+della vecchia Albione, un _mister_ ed una _mistriss_.--Anch'essi non
+presentavano alcuno di que' tratti caratteristici e ormai diventati
+comunissimi, che si usa di attribuire molto volentieri agli Inglesi in
+viaggio. Non enormi guide sotto il braccio, non indecenti spolverine,
+non scarpaccie infangate ed eccessivamente lunghe. Di inglese essi non
+avevano neppur il colore dei capelli.
+
+Alla retroguardia seguivano altre quattro persone, di cui tre uomini e
+una donna. Costoro che avevano veduta la luce sulle sponde del Danubio
+erano invece biondissimi.
+
+Il Cicerone dell'albergo chiudeva la marcia.
+
+La zitellona tedesca poteva avere un trentatrè anni; più al di là che
+al di qua. A diciotto ella poteva essere stata una bella biondona. Suo
+padre e suo zio, mercanti di oggetti artistici, stavano disputandosi
+in dialetto viennese sul merito relativo degli scultori italiani, le
+cui statue era capitato loro qualche volta di comperare a Milano per
+cinque e di vendere a Vienna per cinquanta.
+
+La zitellona camminava in mezzo a loro due. Quello a destra, sosteneva
+che al giorno d'oggi non era possibile più il vendere che pattini e
+quadri di genere; l'altro, che due giorni prima aveva comperate
+parecchie tele di stile classico, negava che il realismo in arte
+potesse mai avere fortuna. Entrambi però erano d'avviso che lo stile
+austriaco non avesse confronti "quella maniera larga di dipingere in
+tinta gialla che fa credere tutta roba da museo anche i quadri di un
+anno" essi la ritenevano la miglior pittura che fosse al mondo.
+
+Si sa bene che ognuno ha il suo orgoglio nazionale!
+
+A un certo punto s'interpose il Cicerone. Era costui un personaggio
+autorevole in fatti di giudizî di pittura. Lo aveva lodato perfin il
+povero Rovani, che certo non abusava della lode. Era costui un Modello
+incanutito fra i cavalietti e gli scalpelli che adorava Aldo Rubieri
+fino alla esagerazione, di quell'amore entusiastico e un tantino
+irragionevole, di cui non sono capaci che i figli d'Italia:
+
+--Scusino, signori--diss'egli in tedesco--nessuno dei giovinetti che
+cominciano ora ad esporre promette di giungere alla grandezza di Aldo
+Rubieri.
+
+E nel pronunciare questo nome il suo occhio semispento brillò di un
+insolito guizzo di luce.
+
+--Da quanto tempo è diventato celebre il nostro bravo Aldo?--chiese
+uno dei due viennesi, il padre della zitellona.
+
+All'udire quella frase confidenziale il Cicerone ne fu quasi
+scandalizzato. Guardò l'austriaco con una inenarrabile occhiata di
+compatimento, e disse:
+
+--Conoscete forse _mein herr_, il grande scultore Aldo Rubieri?
+
+--Se lo conosciamo? Altro che!--rispose l'Austriaco, guardando a sua
+figlia che si fe' un poco ciliegia, e che sorrise misteriosamente.
+
+--Ed è perciò che vi domandavamo da quanti anni sia diventato celebre,
+giacchè noi sono ormai più di dieci anni che non l'abbiamo più veduto,
+e quando l'abbiamo conosciuto noi non lo era ancora.
+
+--Dal primo suo gruppo, che fu premiato dall'Accademia e venduto per
+quarantamila franchi--rispose il Cicerone.
+
+--Bella somma!--sclamò lo zio.
+
+--Un gruppo alto un metro--aggiunse il Cicerone.--Ma la sua fama il
+signor Aldo la deve ancora più al suo modo originale di trattare cogli
+eroi della democrazia che per altro. Le opere, si sa bene, finchè un
+artista è vivo, saranno sempre criticate; ma la indipendenza del suo
+carattere e il suo magnifico disinteresse faranno sempre sul popolo un
+grandissimo effetto. Egli è capace, se non gli garba il soggetto, di
+rifiutare una commissione, che gli frutterebbe molto danaro. Dopo
+l'immenso successo del suo ultimo gruppo, il generale Garibaldi gli
+ordinò, un gruppo di soggetto repubblicano che un Inglese gli avrebbe
+pagato cento mila lire. Credete voi che egli abbia accettata la
+commissione? Neppur per ombra. Io ero presente quando Aldo Rubieri
+rispose al messo di Garibaldi, che era venuto là in studio a portargli
+la ordinazione, credendo di fargli un grande onore:
+
+"Dite al generale, che cento mila lire per un gruppo alto un metro e
+mezzo è troppo! E che io non ho tempo per un simile lavoro."
+
+--Ciò è bello!--sclamò la zitellona.
+
+--Ciò è stupido!--disse il padre.
+
+--Ciò è assurdo!--osservò lo zio....
+
+--Un'altra volta, sarà una settimana, cacciò fuori dal suo studio un
+principe russo che voleva sforzare la porta per correr dietro alla
+signora Nanà.
+
+Al nome di Nanà, tre esclamazioni contemporanee uscirono dalle bocche
+austriache.
+
+--Ah!
+
+--Ih!
+
+--Oh!
+
+Il Cicerone, sorpreso, si arrestò di botto.
+
+--Chi è la signora Nanà?--fu prima a parlare la zitellona.
+
+--Chi è la signora Nanà?--disse quasi contemporaneamente, il padre.
+
+--Chi è la signora Nanà?--stava dicendo lo zio a sua volta; ma si
+tacque, udendo che la domanda veniva già fatta dagli altri due.
+
+--Nanà è la più bella donna del mondo--rispose enfaticamente il
+Cicerone.--Nanà è un'artista francese, che ora serve di modella per la
+_Venere contemporanea_.
+
+--Venere contemporanea?--sclamò Leopoldina--cosa vuol dire?
+
+--Vuol dire una _Venere decente_--rispose il Cicerone--una Venere non
+del tutto ignuda; una Venere della quale si vedano e si indovinino le
+forme divine in quelle parti decenti, che sono divinamente formate
+dalla natura e si dissimulino le parti che le donne del giorno d'oggi
+hanno meno belle, e che non si devono rappresentare.
+
+--In tal caso--osservò con un certo acume uno dei due Tedeschi--non
+arrivo a capire il perchè si parli di Venere, che viceversa è il nome
+di una Deità molto classica e interamente nuda.
+
+--È vero!--sclamò il Cicerone, colpito da questa osservazione.--Ma
+debbo dire che in caso l'errore è tutto mio. Io sono vecchio e non ho
+potuto ancora svestirmi totalmente dei pregiudizi classici. La statua
+del mio maestro sarà un'opera d'arte che protesti energicamente contro
+l'invasione moderna dell'impressionismo, del realismo e della
+sprezzatura esagerata nella divina arte scultoria, che deve essere
+liscia e finita e non brizzolata e rugosa come la robaccia della
+scuola nuova.
+
+I forestieri capivano e non capivano.
+
+Il Cicerone era come invaso da un santo sdegno.
+
+--Ma dunque--uscì finalmente a dire il padre--il signor Aldo crede
+ancora possibile una Venere, dopo tante che ce ne lasciò l'antichità?
+
+--Perchè no?--proruppe il Cicerone.--La bellezza non è forse eterna?
+La bellezza del nudo non tramonta mai!
+
+--È tanto bella?--domandò di nuovo la donna--questa signora Nanà?
+
+--Bella è, secondo me, una parola un poco insignificante per esprimere
+che cosa sia la signora Nanà. Essa è un portento.
+
+--Dicevate dunque--disse il padre austriaco, quasi volesse stornar il
+discorso dalle imagini troppo estetiche....
+
+--Io stavo dunque dicendo--ripigliò il Cicerone--che Aldo Rubieri è
+ancora più in voga pel suo carattere che pe' suoi lavori, e raccontavo
+che aveva cacciato fuor dallo studio il principe russo, mentre il
+giorno dopo aveva spalancata la porta del suo più segreto penetrale ad
+un povero pittorello di Roma, che viaggiava per istruzione col sacco
+in spalla; egli fece colazione con lui nel giardino incantato.
+
+--Ah, c'è anche un giardino incantato?--domandò la matura fanciulla
+spalancando gli occhi grigi.
+
+--Incantato, per modo di dire--rispose il Cicerone--ma è tanto più
+incantato dopo che lo frequenta la signora Nanà, giacchè, secondo me,
+un luogo dove regna e dove respira, foss'anche una mezz'ora al giorno,
+una creatura come la signora Nanà, quello diventa per forza un luogo
+incantevole.
+
+I sei occhi dei tre personaggi austriaci s'incontrarono.
+
+Parvero dire colla loro espressione desolata, il volgare "_siam
+fott... o regina!_"
+
+* * * * *
+
+--Continuate--ripetè il padre.
+
+--L'avere ricevuto così intimamente lo scolaro povero, dopo aver
+cacciato, senza complimenti, un principe arcimilionario, fece chiasso.
+Tanto più quando i giornali liberali, nemici di Aldo Rubieri,
+raccontarono che il supposto studente di pittura di Roma non era altro
+che un povero imbianchino di stanze. Allora egli fece una risposta che
+chiuse la bocca a tutti. Egli dimostrò come un imbianchino valga
+sempre più di certi giornalisti, per la ragione che questi,
+_sporcando_ della carta _bianca_, le toglievano ogni valore
+commerciale; mentre quello, _imbiancando_ pareti _sporche_, ridonava
+ad esse molto valore commerciale.
+
+Quando poi lo scolaro andò a scusarsi d'essere stato causa
+involontaria della polemica, egli lo consolò dicendogli: "Lasciate
+scrivere. Sono i pittori invidiosi, che ispirano i cattivi
+giornalisti. Ma io conosco degli imbianchini che valgono molto più di
+quei pittori. Giacchè gli imbianchini raggiungono sempre e bene il
+loro scopo, che è quello di pulire e render lieti i locali, mentre
+certi pittori, non solo non lo raggiungono mai, ma lo tradiscono e lo
+deturpano, sporcando delle candide tele. Del resto, che gran
+differenza c'è fra un pittore e un imbianchino? La sola, veramente
+grande, è che il pittore adopera un pennello a manico breve e la
+tavolozza, mentre voi altri adoperate il pennello a manico lungo e la
+secchia. L'ingegno solo fa la grande distinzione; ed io, fra un
+imbianchino d'ingegno e un pittore asino, scelgo subito l'imbianchino.
+
+--Parlateci ancora di questo giardino misterioso e incantato--disse la
+zitellona, crollando il caposorridente per le sortite del vecchio
+Cicerone.
+
+--Oh, molto misterioso!--sciamò questi alzando gli occhi al cielo.--Si
+può dire che dopo me non vi siano a Milano che tre persone, le quali
+abbiano avuto la immensa fortuna di spingere lo sguardo in quel
+sacrario dell'arte viva.
+
+--E voi siete del numero?
+
+--Io sono del numero--rispose il vecchio sollevando orgogliosamente la
+bella testa di Cristo invecchiato.
+
+--C'è speranza che noi, colla vostra autorità, e come amici vecchi di
+Aldo Rubieri, possiamo essere introdotti?
+
+--Voi, amici vecchi?--sclamò il Cicerone.
+
+--Non sapete forse che Aldo, quando aveva 20 anni, era a Vienna con
+suo padre?
+
+--Ah, è vero!--sclamò il Cicerone, portando la mano alla fronte.--Non
+mi ricordavo più che egli è figlio di un colonello di stato maggiore
+al servizio di casa d'Austria.
+
+--Dunque?
+
+--Dunque che cosa?
+
+--Potremo noi vedere il giardino incantato?
+
+--Oh, impossibile!
+
+--Potreste voi almeno descrivercelo?
+
+--Impossibile anche questo. Ho data la mia sacra parola d'onore al
+maestro, che non avrei tradito mai il segreto della sua dimora.
+
+I tre Viennesi tacquero e ciascuno si mise a mulinar a suo modo.
+
+Ma in quel punto erano arrivati dinanzi alla casetta di Aldo Rubieri,
+e s'arrestarono.
+
+* * * * *
+
+A Milano, come dovunque, ci sono delle abitazioni dove tutto va male,
+tutto dà noia, tutto vi sta a disagio; e ve n'ha delle altre, dove
+tutto gioisce, tutto dà piacere, tutto risplende.
+
+Entrando nelle prime, trovi un portinaio ciabattino, che vive in un
+bugigattolo buio ed infetto. Il tanfo vi è nauseante; sui gradini
+della scala vi si scivola; gli usci si direbbe si lamentino di dover
+girare sui cardini; le persiane, spalancate, si rinchiudono
+sgarbatamente in faccia; gli scarafaggi ed i topi sono padroni della
+cucina; i cimici, del letto; le faine, del solaio; le lumache e gli
+scorpioni della cantina; il pozzo dà l'acqua cattiva; un cane
+rinchiuso guaisce tutte le notti; un ragazzo caparbio vi strilla ogni
+mattina; un suonatore di tromba vi studia ogni mezzogiorno; delle
+casigliane pettegole vi si picchiano ad ogni calar della sera; il
+padron di casa usa mandar delle lettere insolenti; il ragioniere ha il
+fiato che ammorba... e via dicendo.
+
+Entrando nelle seconde, il cuore si allarga. Tutto vi spira l'ordine,
+la pulizia, la pace, il benessere. Si direbbe che queste case
+benedette furono costruite da operai intelligenti, e siano abitate da
+gente di buon gusto.
+
+Tale apparve ai viaggiatori la dimora di Aldo Rubieri.
+
+Appena giunte, la zitellona alzò la testa e s'imbattè in una scena
+graziosa.
+
+Sotto un portichetto, lieto di verdura in un angolo, una rondine aveva
+costruito il suo nido e giungeva volando alla pensile capannina, nel
+momento che i viaggiatori si arrestavano dinanzi alla porta della
+casa. Spaventata nel veder tanta gente, la rondine svolazzava
+trissando intorno al nido quasi volesse attirare a sè tutta
+l'attenzione di quegli stranieri per distrarla dai suoi cari implumi.
+
+La zitellona si fece malinconica. Forse un assalto di nostalgia
+l'aveva presa.
+
+Non c'è come la rondine per ridestar nel cuore la memoria della casa
+lontana.
+
+In quel punto un colpo di martello fece trasalire la Tedesca.
+
+Il Cicerone aveva picchiato alla porta chiusa col battente di bronzo.
+
+In una delle imposte si vedeva inchiodata una placca di terso ottone
+su cui stava scolpito un _Rubieri_, senz'altro.
+
+Doveva bastare!
+
+* * * * *
+
+Il Cicerone dato il colpo si volse a' suoi compagni e disse:
+
+--Ora ci toccherà forse di aspettare un quarto d'ora; ma guai se io
+rinnovassi il colpo; potremmo star qui due ore, che nessuno più
+verrebbe ad aprirci.
+
+--Perchè?
+
+--Perchè la signora Marietta pretende di non essere sorda, ma confessa
+di essere molto pigra.
+
+Questa volta però il fatto smentì il pronostico. La porta si schiuse
+poco stante, e una donna s'affacciò al varco, domandando:
+
+--Chi è?
+
+--Forestieri che desiderano di visitare lo studio e parlare al
+maestro--rispose il Cicerone.
+
+E lanciò alla donna un'occhiata espressiva che voleva dire: "Gente per
+bene, bisogna esser gentile."
+
+La donna aperse il battente, si ritrasse, e pronunciò il sacramentale:
+
+--Restino serviti.
+
+La carovana attraversò un atrio pompeiano, dove sul muro videro
+graffite delle figure bellissime di fanciulli ricciuti, di vergini con
+anfore in mano e di satiri con tirsi inghirlandati di pampini,
+saltellanti e festosi.
+
+Il Francese che fu il primo a vederle, ristette; e il Cicerone
+cominciò la sua spiegazione:
+
+--Questo atrio venne terminato soltanto l'altro giorno. Questo genere
+di pittura a chiaroscuri e con linee profonde comuni a Pompei, si
+chiama graffito. Questo pattino che vedono, è il ritratto del figlio
+della signora Nanà, sopra fotografia, giacchè il Louiset è rimasto a
+Parigi colla zia.
+
+Questo nome scosse nuovamente la zitellona e i due Ausriaci. Ma
+nessuno dei tre osò fare una domanda sul figlio della signora Nanà,
+che non era punto bello, ma che era maestrevolmente disegnato.
+
+Ammirato che l'ebbero, s'avviarono verso il viridario contornato di
+portici, precisamente come si usava nell'antica Roma. Una vaschetta di
+marmo bianco, con zampilli uscenti dal corno di faunetti di bronzo,
+sorgeva nel mezzo del giardinetto spandendo intorno una grata
+frescura.
+
+--Questo lo vedremo meglio dopo, uscendo per di là--disse il Cicerone
+svoltando a destra in coda alla signora Marietta, che aveva schiuso un
+uscio.
+
+Sulla soglia del quale gli stranieri lessero il classico _Salve_, poi
+entrarono.
+
+La scena mutava d'aspetto.
+
+Pompei cedeva il campo al più ferreo dei medî evî risuscitati.
+
+Come una di quelle dimore di Fata, che sorgono dal suolo nei sogni che
+seguono la lettura dei romanzi di Scott o della Radeliffe, così il
+salotto dove erano entrati gli stranieri parve ad essi la viva e reale
+imagine d'una stanza di antichissimo castello feudale.
+
+Il presente scomparve ai loro occhi come per incanto. Si guardarono
+l'un l'altro, quasi fossero sorpresi di trovarsi vestiti di panno e
+col cappello a tuba in mano. Una specie di estasi medioevale li
+invase, e provarono nell'anima un ridestarsi confuso di tutte le
+memorie romantiche della lontana gioventù. Parte a parte non c'era
+moltissimo da ammirare. Appiccicati alle pareti, non ricchi trofei di
+armi in simetria, come è l'uso comune delle odierne sale d'armi. Ma si
+sarebbe detto da una certa rastelliera e da certi cappucietti come
+dimenticati sul davanzale d'una finestra, che un falconiere fosse
+uscito di là poco prima, dopo aver addestrato il falco; si sarebbe
+detto che il giullare avesse lasciato su una sedia il suo berretto a
+sonagli; che l'armigero e il balestriere avessero deposta poco prima
+in un canto, uno la picca, l'altro la balestra; che la castellana
+passando, avesse profumato quell'aura cogli aromi che il marito
+crociato le aveva recati dall'oriente.
+
+Ciascuno di quei viaggiatori ebbe la propria impressione storica.
+
+Al Francese parve di respirar un'aria tutta pregna di effluvi
+merovingi.
+
+Alla zitellona sembrò di calpestar la polvere dei seguaci
+dell'interessante giovinetto svevo, venuto a morire in Italia sotto la
+mannaia di Carlo d'Angiò.
+
+Gli Inglesi credettero sentir un bisbiglio di voci dei guerrieri di
+Riccardo Cuor di Leone.
+
+Chi non provò nulla di tutto questo, furono i due Austriaci. Non
+avevano l'incornatura romantica loro!
+
+La carovana, ammirando in religioso silenzio, passò ed entrò in una
+seconda camera tutta parata di giallo, in stile moderno. Quelle
+fisonomie già pallide soffuse dal colore delle cortine e delle
+tappezzerie si fecero cadaveriche.
+
+L'artista aveva il capriccio di vedere sulle linee faciali de' suoi
+visitatori questo effetto di tinte, non già pel gusto di trovare il
+genere umano più brutto di quello che esso sia realmente, ma per
+studiare il cambiamento di linee, di toni e di riflessi, allorchè dal
+giallo i visitatori passavano allo scarlatto dell'attiguo salotto.
+
+--Si fermino qui un momento che io vado ad avvisare il maestro della
+loro venuta--disse Mattia il Cicerone, mentre la signora Marietta era
+scivolata fuori dalla camera da un uscio di fianco.
+
+* * * * *
+
+Mattia Corvino--tale era il nome del vecchio--s'accostò ad un uscio di
+contro a quello per cui era entrata la comitiva, piegò l'indice della
+mano destra con una specie di religioso raccoglimento e colla nocca
+picchiò un colpetto discreto, tendendo l'orecchio.
+
+Egli era compunto. Egli stava per comunicare coi due idoli del suo
+cuore, e l'atteggiamento della sua persona, pigliava un'apparenza di
+devozione.
+
+Nessuna risposta dal di dentro.
+
+Tornò a picchiare più forte, tornò ad origliare, e nulla ancora.
+
+Allora alzò con una certa soavità la mano alla maniglia dell'uscio, lo
+aperse e scomparve per esso, dicendo con voce flebile l'indispensabile:
+
+--È permesso?
+
+Mattia Corvino era entrato nel gabinetto di lettura di Aldo Rubieri.
+
+Lo scultore infatti non aveva soltanto uno studio, ma anche uno
+scrittoio. In faccia a qualche suo collega scapigliato Aldo aveva un
+gran torto quello di non odiare la coltura e la letteratura.
+
+La stanzina parata di rosso conteneva una bella libreria tutta piena
+di libri d'arte, di romanzi, e di poesie. Una magnifica
+scrivania--come non se ne vedono certo in casa dei
+letterati--_tronava_ in fondo al gabinetto di fianco alla finestra.
+Intorno intorno sulle pareti dei piccoli capolavori di pittura e di
+scultura.
+
+Questo nido della intelligenza gli aveva meritato da alcuni colleghi,
+il sopranome di _aristocratico_. Dico alcuni, che per fortuna si
+possono contar sulle dita; e non sono neanche da confondersi costoro,
+con quei molti, che detestano la letteratura soltanto in apparenza, e
+non tengono in casa nè libri, nè calamai, nè penne, ma conoscono i
+letterati e li ascoltano, e ne sono amici.
+
+La è piuttosto un'abitudine e una jattanza che un'antipatia; giacchè
+modesti e avidi di sapere, vivono talvolta cogli uomini di lettere e
+di scienza meglio e più a lungo che coi loro stessi colleghi.
+
+I pochi invece che davano dell'aristocratico a Rubieri nutrono un vero
+e alto disprezzo per tutto ciò che non è colore o scalpello; negano
+che l'arte abbia bisogno di coltura, giacchè per essi l'intenzione è
+tutto; chiamano imbrattacarte gli scrittori ed i critici, e
+disprezzano e odiano la letteratura e anche l'acqua, tanto per uso
+interno come per uso esterno.
+
+Aldo Rubieri che aveva fatto anche lui la sua carovana artistica ed
+era stato assai povero, per ispirito di reazione, aveva forse
+esagerato il tipo opposto. Appena uscito dalle angustie egli si era
+rifatto gentiluomo perfetto. Il cappello a tuba in capo, la cravatta
+nera, le mani guantate, spesso gli stivali lucidissimi; in casa poi
+aveva accomodato il suo studio letterario con infinita cura e lo aveva
+affidato alle sollecitudini, allo strofinone e al pennacchio della
+signora Marietta, che lo teneva lindo e splendido come un gioiello.
+
+--Non c'è--sclamò Mattia Corvino, dopo essersi guardato intorno.--Sarà
+dunque nello studio.
+
+E ristette un poco pensieroso.
+
+Mattia Corvino, lo sappiamo già, aveva per Aldo Rubieri e da pochi
+giorni per la signora Nanà, una di quelle adorazioni che in certe
+anime foggiate a bella posta, possono elevarsi fino al sagrificio
+della vita. Quando entrava in quelle camere egli si sentiva preso da
+un senso di altissima venerazione, come si dice che Mosè lo provasse
+sull'Orebbo, quando s'accorse che il suo piede stava per calcare il
+sacro suolo. Mattia era tale che se lo scultore glielo avesse
+permesso, si sarebbe volentieri cavate le scarpe per entrare là
+dentro.
+
+--Forse egli è là con quella tentazione di sant'Antonio--pensò Mattia
+prima di ricominciare sul nuovo uscio la stessa manovra di poco prima.
+
+Egli chiamava a suo modo Nanà: la tentazione di sant'Antonio.
+
+--Alla fine si decise e diè un altro picchietto sull'imposta.
+
+--Una voce maschia e sonora rispose di dentro:
+
+--Chi è?
+
+--Mattia--rispose il vecchio trattenendo il respiro.
+
+Un bisbiglio di voci, accompagnato da un melodioso e fresco scroscio
+di riso accompagnò la risposta del Cicerone.
+
+--È lei!--pensò.
+
+E dovette sedersi per l'emozione.
+
+--Dio fa ch'ella posi--continuò in cuor suo e che essa non abbia oggi
+il capriccio di considerarmi come un uomo di questo mondo.
+
+* * * * *
+
+Questa frase di Mattia giungerà forse oscura a qualcuno.
+
+Mattia Corvino s'era infiammato di Nanà come s'infiammano talvolta
+certi vecchi artisti dopo averla veduta a posare nuda nello studio del
+suo scultore.
+
+La artistica nudità femminile al giorno d'oggi ha perduto--per colpa
+de' gesuiti--tutta la famosa ingenuità del mondo antico. Noi non
+sappiamo più imaginarci un corpo di donna bella, quale pur fu creato
+da madre natura, senza dei sussulti peccatori. Le innocenti nudità
+sono un mito per noi.
+
+Nei boschi della Grecia le Driadi, e le Nereidi sulle rive del mare,
+noi non sappiamo più imaginarcele; come non sappiamo più vedere nè
+Veneri, nè Ninfe, negli studi dei nostri scultori. Le Driadi e le
+Nereidi del giorno d'oggi tutt'al più si chiamano _forosette_ e
+_bagnanti_ e osservano fior di regolamenti della scuola di nuoto e
+pagano fior di multe se li trasgrediscono. Quanto alle Ninfe e alle
+Veneri negli studi degli artisti oggidì si chiamano semplicemente
+_Modelle_.
+
+--Entra Mattia--disse la voce--dopo un breve silenzio, durante il
+quale il Corvino era stato ad aspettare origliando all'uscio,
+coll'ansia istessa con cui un imputato sta ascoltando il presidente
+che gli legge la sentenza di assoluzione.
+
+All'invito il vecchio sprigionò dal petto un sospirone, schiuse
+l'uscio ed entrò.
+
+* * * * *
+
+Lo spettacolo che s'offerse agli occhi di Mattia non era nuovo per lui
+ma era solenne.
+
+Nondimeno Nanà con un moto istintivo, aveva rilevato fino all'anca il
+lembo dell'arazzo che le stava a larghe pieghe posato sotto i piedi
+nudi, e aveva guardato placidamente, e come se nulla fosse, in viso a
+Mattia Corvino che entrava.
+
+È assioma che la mano, la quale pudicamente rialza o abbassa un velo,
+fa pensare assai più a ciò che essa vuol nascondere che al pudore che
+nasconde. Nondimeno se ciò paresse strano a qualche lettore, che si
+ricorda come Nanà quando a Parigi Labordette le aveva detto ch'ella
+avrebbe posato per la testa e per le spalle dinanzi allo scultore che
+doveva modellarle la _Notte_ pel suo nuovo letto avesse risposto:
+
+"_Je me fiche pas mal du sculpteur qui me prendra_." Se quel moto di
+pudore, ripeto, paresse strano al lettore io non saprei dargli torto,
+giacchè egli non conosce ancor nulla della piccola trasformazione
+morale che Nanà aveva subita nei pochi giorni di sua dimora a Milano.
+
+Nell'ambiente serio e sconosciuto nel quale s'era messa "la bonne
+fille" subiva un cambiamento ne' suoi istinti di donna, la quale non
+sarebbe apparsa tanto corrotta neppur a Parigi se il cinismo degli
+uomini non l'avesse resa tale.
+
+--Che c'è?--domandò Aldo Rubieri.
+
+Mattia distaccò a stento gli sguardi dal tesoro di formosità, che
+dall'anca in su gli si presentava di contro e rispose con voce
+commossa:
+
+--Forestieri... seccature che vorrebbero parlare con lei. Ecco il
+biglietto di visita d'una signora.
+
+Aldo lo prese:
+
+--Leopoldina Rickherwenzel!--sclamò con grandissimo stupore.--Chi
+vedo! Che fosse colei? A Milano? Possibile! Dimmi Mattia, che figura
+ha?
+
+--Bionda..., magra, alta....
+
+--È lei, è lei!
+
+--Che età?
+
+--Io le darei dai trenta ai trentaquattro anni....
+
+--È lei! Non c'è dubbio!
+
+--Dev'essere stata bella, da ragazza--aggiunse Mattia coll'aria d'un
+conoscitore.
+
+--Dovrò io riceverla?--pensava intanto lo scultore.
+
+--Chi è questa donna che cerca di voi?--domandò Nanà in discreto
+italiano.
+
+--Oh, una vecchia conoscenza di Vienna.
+
+--Una antica amante?
+
+--Pressapoco.
+
+E qui successe un poco di silenzio.
+
+--Se io vi pregassi di non ricevere questa vostra antica fiamma, cosa
+direste di me?--fece Nanà questa volta in francese.
+
+--Davvero?--sclamò Rubieri con una punta di ironia nella voce e nello
+sguardo.--Chi l'avrebbe detto!
+
+--Chi l'avrebbe detto?--ripeto Nanà.--Sapete che questo mi ha l'aria
+di una impertinenza?
+
+--No--rispose lo scultore--è semplicemente un'esclamazione.
+
+--Ebbene--ripigliò Nanà--senza tanti discorsi, ditemi francamente se
+mi fate o se non mi fate il sagrificio che vi chiedo.
+
+--È impossibile!
+
+--Perchè?
+
+--Ma perchè la sarebbe una specie di furfanteria se rifiutassi di
+rivedere una donna alla quale tra le altre cose ho promesso di
+sposarla e che è venuta a Milano, dopo dieci anni, per rivedermi.
+
+--Ma tanto più!--sclamò Nanà ridendo--Assolutamente mio caro Aldo, se
+voi la rivedete potete star certo che io non metterò più il piede in
+questo studio.
+
+Lo scultore fu colpito vivamente da questa uscita così perentoria di
+Nanà. La guardò con malcelato stupore. Poi le si accostò e le prese la
+mano.
+
+--Nanà--disse--spiegatevi allora. Questo vostro capriccio ha bisogno
+di un poco di luce.
+
+--Ecco gli uomini!--gridò Nanà sempre ridendo. I suoi denti, eran tali
+da non permetterle di parlare sul serio.--Non si può avere un
+suggerimento dei nervi senza che essi subito ci vogliano vedere un
+capriccio di... tutt'altra cosa.
+
+Rubieri vedendo di essere stato capito al di là di quello che
+supponeva e che desiderava, abbandonò la mano di Nanà e restò un
+pochino interdetto.
+
+Nanà continuò:
+
+--Voi non mi conoscete Aldo, che da otto giorni, e sta bene; se
+staremo insieme da buoni amici come spero per un pezzo vi toccherà di
+udirne e di vederne di quelle anche più strane e non per mia colpa, ve
+lo giuro. Persuadetevi di una cosa sola, ed è che in fondo io sono una
+buona figliuola, che non faccio apposta, che non è un partito preso il
+mio di sembrare qualche volta stravagante, ma è una cosa più forte di
+me stessa. Io vi sembrerò fors'anche una matta gloriosa. Chissà? M'han
+creata così. È la qualità del legno--proseguì in italiano--come diceva
+la Sarah, a Firenze. È la colpa del fattore, come diceva Bigio
+Diotallevi.
+
+--Dunque che cosa dovrò dire ai forestieri?--si permise di interrogare
+Mattia Corvino che, aspettava da cinque minuti la risposta.
+
+--Dì loro che se ne vadano pe' fatti loro--rispose Nanà.
+
+--No aspetta--interruppe Aldo. Poi voltosi alla donna,
+
+--Via non siate irragionevole. Vorreste che quegli Austriaci
+pensassero di me che son diventato un mascalzone?
+
+--Gli Austriaci pensino di voi, quello che loro più pare e piace, ma
+io non voglio che voi riceviate quella donna. Ve l'ho detto; non sono
+io che comando sono i miei nervi.
+
+--Bene bene--disse Aldo accostandosi a Mattia.--Dirai loro che io non
+posso riceverli.--E più sottovoce soggiunse--dille che andrò io al suo
+albergo domani.
+
+Nanà si lamentò di quella frase detta a bassa voce.
+
+--Ho capito. Gli avrete detto che tornino domani quand'io non ci sarò.
+
+--No--disse Aldo.
+
+--Che cosa gli avete detto dunque sottovoce?
+
+--Nulla.
+
+--Bugiardo. Nulla non è una risposta. Rubieri ascoltatemi--diss'ella
+seria--se io so che voi, mi avete disobbedita non mi vedete più nè
+viva, nè morta, e anche la Venere resterebbe a mezzo.
+
+--Ah questo è proprio assolutamente troppo.
+
+--Mi promettete di non andarla a trovare?
+
+--Ma che v'importa, Nanà, che v'importa?--domandava ansiosamente lo
+scultore che non giungeva ancor a spiegar a sè stesso quel fenomeno.
+
+--Nulla, ma non voglio. È un puntiglio. Voi dovete cedere. Io non sono
+avvezza a non veder cedere. Sono otto giorni che noi ci conosciamo. Se
+non cedete nei primi otto giorni, quand'è che vorreste cominciare? Me
+lo promettete?
+
+E fra sè pensava "_Ces fichus d'Italiens!_"
+
+--Bene ve lo prometto--disse Aldo per troncare il diverbio.
+
+In quella, Mattia rientrò.
+
+--Il signor conte sindaco è in salotto che avrebbe a dirle due parole.
+
+--Il sindaco benvenuto--sclamò Rubieri deponendo gli utensili del
+lavoro.--Per oggi basta Nanà. Ci rivedremo domani. Addio.
+
+E uscì.
+
+Dal canto suo, la dilettante di nudo, calzate sui piedini le pianelle,
+se ne andò a vestirsi dietro certi arazzi che formavano in un angolo
+l'appartamentino per le modelle.
+
+* * * * *
+
+Che cosa veniva a fare da Rubieri il conte sindaco? Chi era il conte
+sindaco?
+
+Egli era un ometto, così; nè bello, nè brutto, fra i cinquanta e i
+sessant'anni, grassottello e nello stesso tempo arzillo e svelto come
+un pesce; il che implica una certa contraddizione, che invece non
+esiste. O se la esiste, si può dire che questa contraddizione fisica
+sia appunto la caratteristica del nuovo personaggio.
+
+Tutto infatti, nel conte sindaco, sentiva di contraddizione lontano un
+miglio. Nato povero, era ricco; nato plebeo, era stato fatto conte;
+aveva degli istinti liberali ed era un gran conservatore; aveva dello
+spirito, ed era senatore; aveva sortito da natura le inclinazioni del
+_viveur_ e del _barzellettista_ e come senatore, banchiere, sindaco e
+conte, gli toccava di essere l'uomo più lavoratore e più serio
+dell'universo.
+
+A chi gli avesse fatta osservare quest'ultima contraddizione--e cioè,
+ch'egli fosse sortito da natura per essere piuttosto quello che i
+Francesi chiamano _un homme de loisir_ che un gran lavoratore--egli
+avrebbe recisamente negato, e gli avrebbe risposto che nessuno forse,
+a questo mondo, s'era meno divertito di lui, e nessuno poteva vantarsi
+di avere lavorato più di lui. E bisognava credergli. Ma è da notare
+che, prima la spinta della necessità, poi quella dell'interesse, poi
+l'ambizione, poi il dovere gli avevano messa indosso fin dalla
+puerizia un'abitudine di lavoro a tal segno, che fugando la nativa
+spensieratezza, era divenuta in lui una seconda natura e poteva esser
+tenuta da lui stesso in conto di vera inclinazione. Ma in fondo in
+fondo, no; perchè il nostro ometto era nato scansafatica, e questo lo
+si poteva arguire dalla sensualità e dalla voluttà ch'egli metteva in
+tutte le azioni, minori della sua vita. Quando parlava, per esempio e
+che poteva ridere di qualche sconsigliato consigliere del Municipio,
+egli godeva mezzo mondo. Mangiava poco, ma avrebbe dato dei punti a
+Brillat Savarin, come buon gustaio, anzi come buon gustatore. E fra le
+ballerine del palcoscenico del teatro della Scala come si sgranavano
+que' suoi occhietti verdognoli e arguti alla vista della grazia di
+Dio. Come era eloquente il suo sorriso, pur restando sempre un sorriso
+da sindaco, da conte, da banchiere e da senatore!
+
+Nella sua qualità di capo dell'amministrazione comunale, egli era
+indubbiamente tenuto come uno dei meno peggio d'Italia, così ricca di
+sindaci balordi. Dove diamine, lui, così poco istruito in gioventù e
+lontano dal mondo diplomatico, avesse attinta quella finezza moderna,
+quell'arte del barcamenare, quella dissimulazione preziosa, che sono
+indispensabili a chiunque si trovi nella di lui posizione, nessuno lo
+saprebbe dire. Egli non aveva avuto maestri di tali discipline. Pochi
+uomini possedevano come lui quella dote utilissima ai governanti, la
+quale consiste nel non dimostrare mai al prossimo nè troppa simpatia,
+nè troppa antipatia. Anche lui le provava talvolta fierissime in cuor
+suo, ma sapeva dissimularle così bene, sapeva reprimere con tanta
+disinvoltura i moti del proprio animo, sapeva far tacere così
+costantemente ogni eccitazione personale, sapeva dividere in così
+giusta misura le proprie inclinazioni e le proprie declinazioni, da
+meritarsi da ambe le partì il soprannome di sindaco _trampolino_, il
+quale sembra un'offesa, mentre è il brevetto della sua più grande
+imparzialità.
+
+Riusciva dunque difficile il dire se egli fosse un conservatore o un
+liberale.
+
+Egli non aveva preferenze pei due partiti, in cui--come in
+politica--si divideva il Municipio della sua città. Stando a cavallo,
+ei si serviva ora della opposizione dei conservatori, ora di quella
+dei _rompicolli_, a seconda ch'egli aveva bisogno di questa o di
+quella, e ne usciva sempre ilare e trionfante, ch'era un piacere a
+vederlo.
+
+* * * * *
+
+--Sono venuto io stesso--diss'egli a Rubieri, che si scusava di
+riceverlo in abito da lavoro--sono venuto io stesso a darle una buona
+notizia. Ella è nominato assessore, e io sono certo che ella
+accetterà.
+
+--Oh!--sclamò il Rubieri, fingendo una grande sorpresa.--Non si
+potrebbe dispensarmi?
+
+--No, no, tutti lo desiderano--rispose il sindaco.--C'è bisogno d'un
+artista in Consiglio.
+
+--La avverto caro signor sindaco che io sono corpisantino e che mi
+metterò nell'opposizione.
+
+--Non lo credo! Io non gliene darò mai l'appiglio. Io conosco il di
+lei criterio abbastanza, per sapere che invece noi andremo
+perfettamente d'accordo.
+
+--Se lei mi parla così a me tocca d'accettare--disse Aldo al sindaco
+stringendogli la mano.
+
+--Bravo! Così mi piace, senza tante smorfie. Del resto--soggiunse
+tosto--io non credo che lei avrebbe ugualmente la possibilità di farmi
+l'opposizione ancorchè si mettesse colla montagna. Io sono proprio
+stanco, e non per convenzionalismo, come si usa ormai di dirlo da
+tutti gli uomini, ma stanco di buono e vedrei di buon occhio un
+successore. Provino, provino quanto sia facile far il sindaco di
+Milano!
+
+Il dialogo tra il sindaco e Rubieri andò per le lunghe e divagò poi in
+cento argomenti.
+
+Ma noi crediamo di far bene ad arrestarci avendo riferito di esso
+quello che importa alla nostra storia.
+
+* * * * *
+
+Ora sarà bene che vediamo in che modo c'entrassero con Aldo Rubieri
+gli Austriaci che erano venuti a trovarlo prima del conte sindaco.
+
+Bisogna dunque sapere che il padre di Aldo Rubieri era stato
+colonnello di stato maggiore al servizio dell'Austria.
+
+Nel 1850, quando Aldo non aveva che dodici anni, ed era accasato con
+suo padre a Vienna, il rinnegato italiano godeva settemila fiorini
+annui come impiegato nel ministero della guerra.
+
+Suo padre aveva sposato una baronessa polacca. Si capisce facilmente
+quale potesse essere stata l'educazione politica e patriottica del
+giovinetto Aldo fino al 1859.
+
+Sua madre gli era morta in quell'età.
+
+Quand'egli cominciò a provar nel cuore il bisogno di voler bene a una
+creatura di diverso sesso, gli capitò di innamorarsi come si usa a 19
+anni, di una fanciulla di famiglia borghese, ch'egli aveva veduta per
+la prima volta al Prater.
+
+Una di quelle lunghe occhiate reciproche dalle quali i fisiologi
+dicono emani del fluido magnetico, era corsa fra loro; e due giorni
+dopo, mentre entrambi stavano credendo di udire la messa nella
+cattedrale, una seconda occhiata ancora più lunga e più reciproca
+aveva suggellato il loro amore.
+
+L'effetto di quello sguardo era stato decisivo per entrambi.
+
+Poco stante era cominciata la corrispondenza. In tre pagine di quelle
+proteste e di quei giuramenti senza fine, che scaturiscono tanto
+spontanei dalla punta di una penna di 19 anni, Aldo parlava alla sua
+Leopoldina di futuro matrimonio.
+
+Leopoldina aveva allora 21 anni, tre o quattro più del giovanetto.
+
+Pochi giorni dopo la signorina viennese e il figlio del rinnegato
+Italiano, s'abboccavano al passeggio e si giuravano anche a voce
+eterno amore.
+
+--Mio padre non mi permetterebbe certamente di sposarti ora;--disse
+Aldo--avrai tu pazienza di aspettare che io sia uscito di minor età?
+
+--Oh te lo giuro, Aldo--rispondeva la bionda figlia del Danubio,
+alzando i suoi occhi grigi e innamorati in viso del bell'Italiano.--Io
+non sarò che tua o della morte!
+
+* * * * *
+
+Quando fu soddisfatto, Aldo trovò di non avere più voglia di sposare
+la Leopoldina.
+
+Essa non gli era stata crudele; il matrimonio, ai desideri di Aldo,
+compariva superfluo.
+
+Ma quando il padre di Leopoldina s'accorse dello scapuccio di sua
+figlia, manovrò come manovrano tutti i padri viennesi in tale
+circostanza.
+
+Egli era un furbo matricolato. Capì che da quel giovinetto avrebbe
+potuto cavare, un giorno o l'altro, molto profitto e aveva lavorato a
+questo scopo.
+
+Il Rubieri s'era lasciato andare a firmare un atto di donazione alla
+figlia Leopoldina, nel caso che avesse mancato alla promessa di
+sposarla. Una bagatella di venti mila fiorini in testa al nascituro.
+
+Poco dopo venne il 1859. Aldo Rubieri non era certo da giovinetto,
+quel fino calcolatore, che coll'età e coll'esperienza s'era fatto poi;
+ma aveva fin d'allora l'istinto delle proprie convenienze. Egli
+sentiva tutta la umiliazione d'essere figlio di un rinnegato,
+sospetto, malveduto in paese straniero e nemico, senza avvenire
+possibile; sognava in nube la probabilità della riabilitazione. In
+questa idea l'amore di patria c'entrava fino a un certo punto; l'amore
+di sè stesso in gran parte. Egli andava pensando che se il figlio del
+generale italiano al servizio dell'Austria fosse disceso in Italia con
+grande fracasso ad arrolarsi, tutta Milano ne avrebbe parlato e la sua
+sorte sarebbe stata fatta senza grandi sforzi.
+
+La imprudente promessa di quella somma, strappatagli dal padre di
+Leopoldina in un momento di abberrazione, lo decise sempre più.
+
+Fece la risoluzione di lasciar Vienna, di abbandonare la Leopoldina e
+suo padre, e di venir in Italia per entrar volontario nelle regie
+truppe. Raccolse quanto più potè di danaro e un bel giorno partì
+nascostamente e venne a Milano; fece la campagna del 1859, poi mise
+studio di scultore e si fece nome.
+
+* * * * *
+
+Aldo Rubieri si ricordava benissimo di avere lasciato alla Leopoldina
+di Vienna quell'atto di donazione; temendone le conseguenze, andò a
+trovarla, mancando di parola a Nanà. Come fosse ricevuto cordialmente
+e gioiosamente si può imaginarlo.
+
+La prima cosa che Leopoldina gli confidò fu che il loro figlio era
+morto, e Rubieri tirò un lungo fiato.
+
+Quando la fase sentimentale del richiamo delle memorie fu cessata, e
+Rubieri si disponeva già a congedarsi, colla speranza che gli
+Austriaci avessero deposto ogni altro pensiero, il buon babbo,
+accostatoglisi colla grazia un po' grifagna che si direbbe tutti gli
+Austriaci abbiano ereditata dalla loro acquila bicipite, gli disse
+sottovoce col più tedesco dei sorrisi possibili:
+
+--Per l'affare poi che lei sa, e che riguarda mia figlia, potremo
+parlare più tardi... un'altra volta... n'è vero.
+
+--Che affare?--domandò Aldo Rubieri come uomo che caschi dalle nuvole.
+
+--Come! Ma la scrittura... di donazione... alla mia Leopoldina nel
+caso... che non fosse accaduto il suo matrimonio.
+
+--Ah, bene, bene--disse Aldo per pigliar tempo.--Più tardi, ci
+rivedremo.
+
+E s'accomiatò.
+
+Gli Austriaci lo aspettarono al domani, poi al posdomani, tre, otto
+giorni, finchè il padre risolvette di ritornare lui stesso in cerca di
+Rubieri.
+
+Naturalmente non fu ricevuto.
+
+Ma la sera istessa la signora Leopoldina ebbe una lettera nella quale
+il suo ex-innamorato le diceva chiaro e tondo come egli non volesse
+più essere importunato e le ricordava senza complimenti come in tutti
+i codici della terra esista la legge che dichiara non valida la
+promessa di matrimonio, nè di un qualsiasi indennizzo....
+
+I tre Austriaci, testardi come sono gli Austriaci quando hanno
+ragione, fissarono di spuntarla.
+
+Leopoldina avrebbe rinunciato. Ma il padre e lo zio erano feroci, e la
+persuadettero che si doveva ricorrere alla legge per farlo pagare per
+forza.
+
+Risolvettero di consultare un avvocato per sapere se l'atto fosse in
+piena regola e se con esso si potesse sperar di vincere una causa.
+
+L'albergatore indicò loro il primo avvocato che gli si parò alla
+mente.
+
+Ed essi andarono difilati dall'avvocato Delguasto.
+
+Quando furono sul pianerottolo dinanzi all'uscio il padre e lo zio
+ristettero per rifiatare e per consultarsi. Il primo poi stava per
+tirar il cordone del campanello, quando Leopoldina gli trattenne il
+braccio, additando ciò che stava, scritto sull'uscio:
+
+--Che c'è?--domandò il padre in tedesco.
+
+--_Avanti_--disse la zitellona, che sapeva un poco di
+italiano.--Avanti, vuol dire:
+
+Allora spinsero l'uscio ed entrarono.
+
+Nell'anticamera, seduto dinanzi ad una scrivania stava un giovinetto,
+dalla faccia di furfantello, che s'avrebbe detto fosse stato messo là
+dall'avvocato per schizzare la caricatura a tutti i clienti che
+entravano.
+
+Lo zio, vedendo quel piccolo Mefistofele, disse a suo fratello una
+frase in tedesco.
+
+Quello smaliziato d'uno scritturale, che stava col capo sullo
+scrittoio, intento, l'alzò repente, aggrottò le ciglia, e con un
+accento pieno di ironia e di insolenza, fingendo che quelle parole
+esotiche fossero state dirette a lui, disse:
+
+--Non potrebbero farmi la finezza di parlare in italiano?--disse--La
+sua lingua a Milano, signori belli, non è di moda. È antipatica.
+
+--Parlare noi molto malissimo--rispose il babbo, che non aveva capita
+la portata dell'insolenza di quel monello seduto allo scrittoio.
+
+--Non fa niente. Capirò lo stesso. Per quanti strafalcioni lei dica in
+italiano farà sempre più bel sentire che a parlarmi benissimo il suo
+tedesco.
+
+--Mia figlia parlare piccolo poco.
+
+--Tanto meglio. Allora ho l'onore di domandar alla signora a che cosa
+il signor avvocato dovrà aver la fortuna della loro visita?
+
+Non è da credere che Ernesto Cantis, galloppino dell'avvocato
+Delguasto, trattasse con tanta disinvoltura tutti i clienti del suo
+padrone. Guai a lui se così fosse stato. Ma egli aveva udito
+farlinzottare in tedesco, s'era accorto dall'aspetto che quei tre
+signori dovevano esserlo puro sangue, e non aveva potuto trattenersi
+dalla smania di mostrar loro la sua innata antipatia. Egli amava i
+Tedeschi in genere come... l'olio di ricino, e gli Austriaci in
+ispecie come il tartaro emetico.
+
+--Noi voler parlare con _herr_ avvocato--disse Leopoldina.
+
+--È impedito. Si accomodino pure.
+
+E senza dir altro, abbassò la testa sullo scrittoio e si rimise a
+scrivere.
+
+Ecco che cosa stava scrivendo Ernesto Cantis, mentre i tre Tedeschi si
+accomodavano per aspettare l'avvocato.
+
+
+
+"Signora.
+
+
+
+"Io credo che una donna non debba mai essere offesa nel sapere che c'è
+un uomo al quale il cuore batte per lei cento battute al minuto di più
+di quello che gli batteva prima di averla veduta. Ieri al teatro
+Milanese lei mi apparve per la seconda volta, e il fascino de' di lei
+occhi posati ne' miei fu tale che a costo di diventar ridicolo io non
+ho potuto trattenermi dal farglielo sapere. A me parve, sarà forse
+superbia, ma a me parve di non esserle riuscito antipatico. Lei ebbe
+la bontà di rivolgere verso di me spesse volte que' suoi occhi
+immensamente belli, ed io sono in un tale stato di esaltazione da non
+poterlo descrivere. Io non ho che vent'anni, e non sono ricco. Ma se
+malgrado ciò lei credesse che io non debba gettare lontano da me ogni
+più lontana speranza io la scongiuro me lo faccia capire questa sera o
+quella sera che a lei parrà tempo di vedermi il suo schiavo più
+affezionato e più fedele. Io sarò anche questa sera al Milanese e avrò
+nell'occhiello del mio abito un garofano. Quando la vedrò porterò il
+mio fazzoletto alla bocca, deh, faccia altrettanto per dimostrarmi che
+io non debbo disperare affatto.
+
+"ERNESTO CANTIS."
+
+
+
+Riletto il foglio, lo piegò accuratamente, lo mise in una busta su cui
+scrisse l'indirizzo di Nanà. Avvolse la lettera in un foglio di nitida
+carta, poi si alzò e andò ad una sedia su cui stava un manicotto di
+martora e, come se i tre stranieri non fossero stati, presenti a
+quell'operazione, vi infilò la sua letterina.
+
+Comparve l'avvocato accompagnando una signora fin sulla soglia
+dell'anticamera.
+
+Il giovane balzò all'uscio impallidendo visibilmente.
+
+La signora era Nanà, la quale aveva posato il suo manicotto su quella
+sedia poco prima di entrare nello studio.
+
+--A rivederla, dunque, caro Delguasto; noi siamo intesi--disse
+Nanà--poi volse il capo come cercando qualche cosa intorno.
+
+--Il suo manicotto è qui--disse il giovinetto precedendola all'uscio
+della anticamera.
+
+Nanà strinse la mano all'avvocato ed uscì. Ernesto, quand'ella gli
+ebbe volte le spalle, si fe' sentir a dire: che angelo!
+
+* * * * *
+
+--In che cosa posso servirli?--disse l'avvocato ai tre Austriaci, che
+s'erano levati in piedi duri come stoccafissi in estate...
+
+--Noi essere fenuti da voi per avere bisogno di vostri
+consigli--rispose Leopoldina.--Restino serviti.
+
+E li fece entrare nel suo studio.
+
+--Loro sono dunque venuti?--cominciò l'avvocato.
+
+--Ecco _herr_ avvocato.... Tocca parlare io, perchè mio padre e mio
+zio non conoscere italiano.
+
+--Dica pure... dica pure, tanto meglio!--sclamò con una punta di
+galanteria l'avvocato.
+
+--Lei dovere sapere che io avere un documento con promessa di
+donazione di un uomo che doveva sposare me, e che poi non ha sposato
+per sua colpa.
+
+--Una promessa di donazione?--ripetè l'avvocato.--In regola?
+
+--Noi credere essere perfettamente in regola.
+
+--Si può vederla?
+
+--Certamente. Ecco.
+
+--E la signora Leopoldina cavò di tasca una carta la quale, col lungo
+passar di mani in mani austriache, non si poteva dire del certo
+gareggiasse per candidezza colla neve caduta di fresco.
+
+L'avvocato gettò gli occhi su quel _pappiè_ e sclamò sorridendo:
+
+--Ma questo è in tedesco!
+
+--Lei, _herr_ avvocato, non conosce nostro bello linguaggio neanche in
+scrittura?
+
+--Io no, signora. Ne faccio senza, e non ho mai pensato ad impararlo.
+
+--Posso io tentare traduzioni!--domandò la zitellona.
+
+--Sicuro!
+
+Leopoldina cominciò:
+
+"In questo giorno, 6 novembre, dell'anno di grazia 1864, io
+sottoscritto, di mia piena e spontanea volontà, nè spinto da altri
+riguardi se non da quelli di una sincera affezione per la signorina
+Leopolda Ernesta Federica, la quale trovasi in istato interessante per
+mia colpa, prometto di farle donazione di fiorini trentamila, nel caso
+che giunto all'età di ventiquattro anni io non dovessi mantenere la
+parola data a lei di essere suo sposo.
+
+"Per fede
+
+"ALDO RUBIERI.
+
+"Vienna, 6 novembre, 1864."
+
+
+
+--Aldo Rubieri!--sclamò con una certa sorpresa l'avvocato.--Il nostro
+bravo scultore?
+
+--_Ya mein herr, ya_!--rispose il babbo che aveva capito _a lume di
+naso_.
+
+--Sarebbe ella compiacente di spiegarmi come e in quali circostanze
+sia avvenuta questa donazione?
+
+Leopoldina con molta fatica e con molto rossore cominciò a raccontare
+all'avvocato quello che noi già sappiamo.
+
+--E quanti anni aveva il signor Aldo Rubieri quando la fece?
+
+--Come italiano egli era maggiorenne o quasi.
+
+--Suo padre era italiano o austriaco?
+
+--Suo patre non aveva perduta sua nazionalità italiana, quando stare
+in Vienna colonello di Stato Maggiore.
+
+--Allora si può benissimo far causa--disse l'avvocato.
+
+--Essere noi fenuti per questo.
+
+--Hanno già parlato loro col signor Aldo Rubieri?
+
+--Sì, otto o dieci giorni fa.
+
+--E che cosa ha detto?
+
+--Detto nulla, ma avere scritto di non essere intenzionato mantenere
+suo promesso.
+
+E gli porse da leggere la lettera con cui Aldo si schermiva di pagare
+la somma promessa.
+
+--_Herr_ avvocato!--disse la zitellona--Credere lei che vinceremo?
+
+Negli occhi dell'uomo di legge passò un lampo d'ironia.
+
+--Sicuro che vinceremo. Sono loro pronti a fare le spese necessarie?
+
+--Quanto volere?
+
+--Il deposito da farsi subito è di tremila franchi non un quattrino di
+meno.
+
+I tre Austriaci si guardarono in viso esterefatti.
+
+--Tremila franchi! Senti? Più di mille fiorini soltanto di
+deposito?--sclamò in tedesco lo zio.
+
+--Non si può far a meno. La giustizia costa assai in Italia--osservò
+ridendo sotto i baffi l'avvocato che godeva di veder gli Austriaci in
+ansia.
+
+--Bene--disse il padre a Leopoldina--spiega all'avvocato che vogliamo
+avere il tempo di pensarci sopra.
+
+Ma poi ravvisandosi:
+
+--No. Prima domandagli quanto verrà poi a costare la causa finita.
+
+Leopoldina tradusse questa domanda all'avvocato.
+
+--Ma secondo che la si vinca o che la si perda. Vincendola può darsi
+ch'io riesca ad affibbiar le spese all'avversario. Può darsi anche che
+il tribunale dichiari di far a metà le spese. In caso contrario, sta
+il viceversa.
+
+--Domandagli ora--ripigliò il padre dopo che Leopoldina gli ebbe
+tradotta la risposta dell'avvocato--quanto ci potrebbe toccar di spese
+nel caso che vincessimo, ma che dovessimo pagare a metà.
+
+--Dai dieci a dodicimila franchi colle mie competenze--rispose
+l'avvocato con grande franchezza.
+
+--_Farflucter_!--sclamò lo zio, che aveva capita la cifra.--Pene,
+pene, allora gli comunicherai quello che ti dicevo--conchiuse il
+padre.
+
+--Come vogliono! Io sarò sempre ai loro comandi. Quando loro si
+saranno decisi, non avranno che a ritornare da me.
+
+E così s'accomiatarono.
+
+* * * * *
+
+Il giovinetto scritturale non s'alzò questa volta ad aprir loro gli
+usci come aveva fatto con Nanà.
+
+
+
+
+III.
+
+
+Sulla fine dell'ammirabile istoria naturale di quella sua Nanà,--della
+quale non amo credere esistano troppi esemplari nemmeno a
+Parigi--Emilio Zola racconta che arrivò un momento in cui la sua
+posizione a Parigi le divenne insoffribile. Sopraffatta dai fantasmi
+miserabili e cruenti della sua opera di ruina e di morte; trovando che
+il suo appartamento era divenuto troppo _idiota e troppo ristretto_,
+in urto col suo impresario, che la voleva troppo sfruttare, un bel
+giorno aveva venduto ogni cosa, ed era scomparsa senza dire me ne
+vado, neppure alle più intime amiche.
+
+Scomparve così segretamente, che a Parigi, durante parecchi mesi,
+nessuno potè dire con sicurezza dov'ella fosse andata a finire.
+
+"_Nanà_,--scrisse lo Zola--_brusquement disparut; un nouveau plongeon,
+une fugue, une envolèe dans des pays baroques_.
+
+"_Des mois se passèrent. On l'oubliait. Lorsque son nom, retenait
+parmi ces messieurs et ces dames, les plus étranges histoires
+circulaient; chacun donnait des reinseignements opposés et étonnants.
+Elle avait fait la conquête du viceroi d'Egypte, elle regnait au fond
+d'un palais.... Pas du tout! Elle s'était ruinée avec un grand Nègre,
+une sale passion qui la laissait sans une chemise. Quinze jours plus
+tard ce fut un étonnement; quelqu'un jurait l'avoir rencontrée en
+Russie. Une légende se formait; elle était la maîtresse d'un
+prince.... on parlait de ses diamants.
+
+"Maintenant on la nommait sérieusement, avec le respect réveur de
+cette fortune faite chez les barbares_.
+
+Come capita spesso in queste cose, tutto ciò che si diceva a Parigi di
+Nanà scomparsa, conteneva qualche poco di vero e conteneva assaissimo
+di falso.
+
+Ella non era andata al Cairo e non era ancora stata in Russia. Ella
+non regnava menomamente in fondo di un palazzo saraceno; ella non
+s'era innamorata pazzamente di un gran Negro, che l'avrebbe lasciata
+senza neppur una camicia.
+
+Era però vero all'incontro ch'ella s'era incapricciata di un grande
+biondo, incontrato a Montecarlo, dove s'era lasciata alleggerire un
+poco dei seicentomila franchi ricavati dalla vendita dei mobili fatta
+a Parigi.
+
+Sarebbe arduo assai l'affermare in quale giorno preciso Nanà sia
+entrata in Italia da Marsiglia, dov'ella era andata direttamente
+partendo da Parigi. A Marsiglia un giorno s'erano perdute le traccie
+di lei e la cronologia stessa non ci è venuta in soccorso. Nulla
+toglie adunque, che prima di comparire alle Cascine di Firenze, un bel
+giorno di maggio del 1869, ella avesse fatto davvero una corsa _nei
+paesi barocchi_, come disse lo Zola. Chi lo sa? Certo è che prima di
+entrare nella classica terra delle arti, della musica e dei fiori,
+ella aveva arrischiata come dicemmo una gita a Monaco, dove aveva
+trovato chi le aveva fatto mutare itinerario.
+
+E allora ella era stata presa da una grande curiosità di vedere questa
+Firenze e questa Milano di cui aveva inteso parlare qualche volta da
+suoi amici di Parigi, i quali non c'erano mai stati.
+
+L'indubitato si è che ai primi di maggio del 1869, Nanà arrivò sola a
+Firenze, dove si mise a spendere e a spandere come la moglie d'un
+nabab, seguendo certi nuovi capricci della sua vita sfrenata e
+avventurosa.
+
+Il soggiorno di Nanà a Firenze si lega strettamente ad uno dei periodi
+più funesti e più interessante dell'istoria sociale ed economica
+d'Italia. Esso non potrebbe essere tralasciato nella storia di Nanà,
+la quale prese una parte abbastanza viva nel guazzabuglio di
+quell'epoca, ancora oggi tutta piena di curiosi misteri per gli
+ingenui e per i moderati.
+
+* * * * *
+
+Certo non è nostra intenzione di rimestare politicamente il fango
+della Regia Cointeressata. Noi non scriviamo un periodo di storia
+contemporanea, ma siamo pur tenuti a dirne quel tanto che basti a quei
+lettori, a cui ora sorride la più bella età della vita ed erano allora
+spensierati adolescenti. Questi non possono avere idea di
+quell'incredibile avvenimento, sul quale con molta generosità i
+liberali hanno steso un velo pietoso di oblio. Esso servirà a mostrar
+chiaro come luce di sole una verità fin d'allora soffocata nel
+silenzio, negata con albagia anche oggi da chi l'ha negata allora, e
+nella quale la bellissima Nanà avrebbe potuto dire una parola molto
+persuadente.
+
+* * * * *
+
+Nei giorni in cui Nanà arrivava a Firenze un temporale si addensava
+mormoreggiando sull'orizzonte. Un vergognoso segreto--da pochi saputo
+e dissimulato gelosamente alle turbe--gettava gli animi, schiettamente
+innamorati del loro paese e della monarchia, nella sfiducia e nello
+schifo della vita pubblica.
+
+Si cominciava appena appena a dimenticare la strage di Mentana; i
+prudenti, gli addormentatori ripigliavano a cantare la nina nanna alle
+aspirazioni verso Roma e domandavano con una convinzione profonda e
+sincera che cosa ci avessero mai guadagnato quei poveri figliuoli, che
+erano rimasti sul campo sotto le palle dei _chassepots_ di Francia.
+
+Nanà francese adunque non giungeva certo a Firenze in buon punto, se
+ella fosse stata una donna portata a conoscere i rompicolli e i
+liberali. Fortunatamente per lei, mentre i rompicolli, feriti,
+perseguitati, nascosti scontavano la pena delle loro impazienze e
+della loro piccola fede nei mezzi morali, la mania degli affaristi e
+le orgie dell'agiotaggio erano al colmo. I giornali onesti in que'
+giorni non parlavano che di crisi, di carrozzini, di apostasie, di
+coscienze vendute, di tradimenti, di debiti non pagati, e di altre
+cose molto concludenti per la felicità e per la grandezza della
+patria.
+
+Il ministero era in quel tempo un sinedrio eteroclito e pazzo di
+personaggi spostati, ripugnanti fra loro ed assurdi; un cibreo, un
+baragozzo, una mascherata degna di giovedì grasso. Oggi ancora,
+chiunque con animo pacato si volge a giudicare quel ministero colla
+indifferenza filosofica di chi è sfuggito al danno e alla vergogna,
+non può far a meno che sentir nell'animo una grande amarezza mista a
+una compassione badiale. Quel ministero, di cui non si darà forse più
+l'eguale, era formato da un generale devoto a Santa Caterina, da un
+avvocato permanente, da un democratico rifatto, da un conte fallito,
+da un prodittatore di Garibaldi a spasso, da un impiegato della
+_Gresham_ e da un marinaio che ne sapeva di politica come un
+ippopotamo.
+
+A compiere la baraonda eterogenea s'era trovato perfino un _eterno
+bimbo_, il quale aveva accettato il portafogli di agricoltura e
+commercio da lui e da suoi amici, spesse volte dichiarato inutile e
+degno di abolizione.
+
+La ragione di tanto aborto stava in parecchie cause segrete e
+complesse, alcune d'ordine politico, altre d'ordine finanziario.
+
+Alle prime, ho già accennato; alle seconde vengo ora.
+
+Tre o quattro giorni dopo l'arrivo di Nanà a Firenze, ella, nella sua
+_vittoria_ a due cavalli, s'era incontrata alle Cascine col _phaeton_
+d'un personaggio, il quale, alla vista della _cocotte_ parigina, s'era
+levato a sedere curiosamente e l'aveva seguita collo sguardo fino a
+perdita di vista.
+
+La mattina seguente, a Nanà, che stava alla sua teletta, fu recato dal
+cameriere dell'albergo un biglietto di visita.
+
+Lesse: Il cav. Bonaventuri, con quel che segue.
+
+"C'è cascato!" pensò Nanà, e disse al cameriere di lasciar entrare la
+visita.
+
+Il cav. Bonaventuri era un aiutante... di alcova. È assolutamente
+inutile, che noi ripetiamo qui il dialogo che accadde fra Nanà e quel
+signore, nè le proposte e le accettazioni che ne seguirono sotto il
+suggello del più alto segreto.
+
+Il fatto è che il gran personaggio, dopo quindici giorni che conosceva
+Nanà, si trovò di essere più che mai in estremo bisogno di danaro.
+
+A chi si sarebbe egli rivolto se non al conte di Schifanoja, ministro
+delle finanze, che, come Marco Minghetti, aveva accettato il
+portafogli per ispirito di annegazione?
+
+L'incontro di Nanà alle Cascine aveva fatto traboccare nel personaggio
+la necessità di ottener una somma da un banchiere compiacente. E
+giacchè si doveva pensar al rimedio, si voleva che fosse radicale. Il
+bisogno era vecchio, ma Nanà gli dava l'ultima spinta; la domanda
+insistente cominciò a diventare un aculeo potente nelle costole del
+ministro delle finanze.
+
+Fu allora che il conte di Schifanoja venne autorizzato dalla Camera ad
+emettere in favore della Regia Cointeressata dei Tabacchi tante
+obbligazioni quante ne occorrevano, perchè entrassero nelle casse
+dello Stato cento ottanta milioni.
+
+Ora avvenne che lo Schifanoja ne emettesse invece per duecento sette
+milioni; e allora ci fu chi cominciò a domandare dove mai fossero
+andati a finire i milioni che crescevano.
+
+Nanà avrebbe saputo fin d'allora dirne qualche cosa.
+
+Di lì a qualche tempo avvenne un fatto che gettò nel pubblico italiano
+un nuovo lievito di curiosità e aumentò i misteri di quella nuova
+Elensi. Fu uno scandaloso e inesplicabile voltamento di giubba. Un
+onorevole, fra i più baldi campioni di democrazia, un pubblicista che
+aveva passata la sua vita a dir male di Dio e dei santi, della corte e
+dei cortigiani, del sistema monarchico e di chi ne fa le spese, a un
+tratto, senza una scusa al mondo, senza ragione apparente, senza un
+appiglio palese, si era dato piedi e mani legate in balìa dei
+conservatori e dai banchi di estrema sinistra era passato con armi e
+bagaglio a sedersi in quelli da lui per sì lungo tempo vituperati.
+
+Allora ci fu anche chi stette perplesso se più meritasse disprezzo il
+disertore o quei vigliacchi che lo accoglievano a braccia aperte dopo
+aver ricevuto da lui tanti schiaffi.
+
+Ma i conservatori facevano il loro mestiere; il disertore invece
+appariva tre volte infame. Della fede lungamente ed efficacemente
+espressa da parecchi anni in molti giornali egli aveva fatto getto in
+un giorno solo; e con una disinvoltura ineffabile aveva compiuto uno
+dei più spudorati voltafaccia di cui s'abbia mai avuto esempio negli
+annali dei Parlamenti di questo mondo.
+
+Costui era stato presentato a Nanà pochi giorni prima, e con lei aveva
+complottato molte cose.
+
+Quella incredibile apostasia trovò un mondo di commentatori e di
+detrattori. Chi la scusava erano i nuovi amici della giubba voltata.
+"Imparino i signori democratici--dicevano essi--a trattare come
+trattano i loro uomini di merito!"
+
+Ma tutta la gente onesta e senza ambizioni politiche provò per quel
+traditore uno sterminato disprezzo. Chiunque sa che cosa sia la nausea
+che nasce nel vedere, per esempio, degli ingordi invitati far a pugni
+per giungere a dare il sacco a un buffè, oppure nel veder un
+giovinetto povero ma aitante vivere alle spalle di una vecchia grima
+può farsi oggi un'idea del sentimento disgustoso die suscitò in Italia
+il voltafaccia di quel miserabile deputato.
+
+Il mistero aumentava. La coscienza pubblica protestava, ruggiva,
+cercava la luce. A Firenze già parecchi segnavano a dito Nanà colla
+quale qualche volta il deputato traditore si mostrava in pubblico. Si
+voleva sapere come potesse accadere che ella già rovinata dalla
+_roulette_ di Montecarlo pure spendesse dieci o dodici mila franchi al
+mese e il perchè, lui, il giubbarivolta, dopo avere per molti anni
+gridato contro il sistema di governo consorte e i carrozzini, si fosse
+di repente fatto sostenitore, oratore, paladino e complice di quelle
+brutte cose.
+
+Allora venne proposta alla Camera una inchiesta parlamentare.
+
+Veramente una inchiesta, fatta in mezzo a della gente, che a grande
+maggioranza non voleva saperne e che non dissimulava punto l'agonia in
+cui la si trovava a sentir menzionare quella fatale parola, che già
+una volta aveva macchiato in fronte il partito--non parve agli
+Italiani il mezzo più efficace per venir a capo di qualche cosa. Ma
+questa--si potrebbe ripetere col Manzoni--è una di quelle sottigliezze
+metafisiche a cui non si arriva facilmente.
+
+Si capiva già prima che l'inchiesta si aprisse che ben poco sugo se ne
+avrebbe potuto cavare. La maggioranza aveva interesse a conservare il
+buio, e avrebbe fatto ogni sforzo per salvare i ladri. Che i milioni
+di messer di Schifanoja mancassero al conto tutti lo sapevano; dove
+fossero andati a finire, molti lo sospettavano, ma ben pochi lo
+dicevano perchè si andava anche a rischio di farsi far un brutto tiro.
+E i giorni passarono, e Nanà aumentava il suo lusso, le sue stranezze
+e le sue prodigalità.
+
+Quanto alla giubba voltata, la sua condotta ormai interessava ben
+pochi. Era desso un voto comperato per far passare quel benedetto
+carrozzino della Regia cointeressata dei tabacchi? Chi non lo vedeva?
+Ma si diceva. Credete forse che l'inchiesta--ancorchè si
+faccia--metterà in sodo il mercato di quella coscienza? Neppur per
+sogno. I rei son tutti d'accordo e sono i più. Anche quelli che non
+son ladri davvero, non vorranno tradire i consorti che lo sono. Dove
+mai trovar delle prove? Non si lasciano fuori le prove di tali
+brutture. Tutt'al più ci saranno degli indizi; ma che cosa provano gli
+indizi per chi non li vuoi calcolare?
+
+Questi e altrettali erano i ragionamenti della gente liberale e
+disinteressata.
+
+Nondimeno gli amici della giubba voltata--che nomavasi il sor
+Civinini--fecero degli sforzi sovrumani perchè l'inchiesta non avesse
+luogo, perchè non si tentasse neppure di fare uno spiraglio di luce, e
+si mettesse tutto nel dimenticatoio. I Burgravi italiani hanno nel
+sangue quella stessa annegazione che fece dire alla vecchia guardia di
+Napoleone: "_la garde meurt mais elle ne se rend pas_."
+
+Ciò che essi fecero per scongiurare la vergogna dal capo della giubba
+voltata e da' suoi complici di cui si sussurravano i nomi alla sordina
+supera ogni umano credere. E con quanta annegazione si mettessero in
+questo còmpito, con quanto coraggio adempissero il loro vergognoso
+mandato, con quanto accanimento combattessero allo scopo di impedire
+si stenebrasse il laido mistero, basterà a capirlo quando si pensi,
+che allorchè ricacciati fin negli ultimi baluardi furono costretti ad
+accettar la inchiesta, perchè non accadesse di peggio, indovinate chi
+accettò di esserne il presidente?
+
+Incredibile a credersi!
+
+Incredibile a riferirsi!
+
+Fu l'onorevole che nella Camera parlò più di tutti per farla abortire,
+fu lo stesso avvocato ufficioso del voltacasacca, uno sfregiato
+napoletano; fu l'uomo che aveva dichiarato pubblicamente essere la
+inchiesta una pazzia, un delitto, un obbrobrio; fu colui che le aveva
+dato contro il voto di biasimo più fiero e più solenne.
+
+Nella storia parlamentare del mondo intero non crediamo che ci sia
+un'altra nota di infamia pari a codesta, che la _Consorteria_ non ebbe
+riguardo di lasciar scrivere sul libro nero delle sue brutture.
+
+L'incarico di nominare i commissarî della inchiesta era stato lasciato
+all'onorevole presidente della Camera. Dovere di imparzialità,
+rispetto di sè stesso, riguardo alla carica, deferenza verso i
+colleghi avrebbero imposto a costui di nominare a commissarî uomini
+indipendenti, spregiudicati, fuor di ogni sospetto e non coinvolti
+nella turpe lega!
+
+E sopratutto una volta decisa l'inchiesta, la imparzialità ed il buon
+senso gli avrebbero dovuto imporre il dovere di far sì che la fossa
+fatta al più presto possibile.
+
+Per ottemperare a questi due doveri, il presidente della Camera,
+avvocato Mari, nominò a commissarî dell'inchiesta quelli fra i
+deputati che si erano mostrati i più accaniti avversarî di essa, e
+perchè poi la venisse definita più prestamente, nominò due assenti e
+di ignota dimora.
+
+* * * * *
+
+Stavano così le cose quando si cominciò a spargere a Firenze la voce
+che due deputati, appartenenti alla camarilla degli affaristi, fossero
+stati colti colla mano nel sacco, dai democratici. Si parlava d'una
+certa lettera intercettata da questi, in cui ci era la confessione
+esplicita del furto di que' bricconi; si citavano certe frasi di essa,
+che se fossero state vere, pareva allora, avrebbero dovuto far
+sprofondare l'autore, il cognato, la Camera, il sistema
+costituzionale, la monarchia e tutti quanti.
+
+Ma siccome nessuno aveva veduta questa lettera di cui pochissimi
+parlavano segretamente, da tutti si cominciava a gridar: calunnia,
+calunnia.
+
+Quand'ecco un bel mattino un giornale coraggioso di Firenze rende di
+pubblica ragione quella lettera, e in tutta Italia si ripete una frase
+incredibile di essa: _facciamo quattrini colle immancabili
+speculazioni!_ e tutti i fogli liberali la commentano e lo scandalo si
+diffonde, si fa colossale, enorme, incredibile, e si chiede ad
+altissime grida che l'inchiesta parlamentare sia fatta immantinente.
+
+E qui cominciò per l'Italia una iliade di vergogne tali che la penna
+istessa par si sdegni dallo scriverle.
+
+Fu allora che Nanà intorno a cui la voce pubblica mormorava sempre più
+feroce, un bel giorno fu pregata di levarsi da Firenze e di cercare
+fortuna in altri lidi.
+
+* * * * *
+
+Essa arrivò dunque a Milano, da Firenze, quasi rovinata, un po'
+indisposta, un po' dimagrata, cogli occhi leggermente cerchiati, ma
+sempre bellissima, più bella forse che mai, giacchè quell'aria
+sofferente dava un nuovo risalto alla sua fisonomia e alla sua taglia,
+prima forse un po' troppo rotonda, troppo sensuale, troppo
+soddisfatta.
+
+Essa non era più la cortigiana di Parigi. Essa aveva modificati
+immensamente i suoi slanci, le sue voglie, le sue idee. S'era
+moralmente e fisicamente mutata nella nuova vita di Firenze. E non
+poteva essere altrimenti. Una frase di Zola fa chiaramente presentire
+questa trasformazione. Il grande realista, come se avesse presentito
+che un Italiano avrebbe risuscitato questa donna in un nuovo ambiente
+per ripresentarla vivente a' proprî lettori, dice espressamente che
+essa già fin da Parigi sognava una vita diversa, qualche cosa di
+nuovo, qualche cosa di meglio.
+
+"_Elle revait quelque chose de mieux._"
+
+Ma questo meglio l'aveva dessa ben definito nella sua testa, o non era
+piuttosto che un'aspirazione vaga, un desiderio indistinto?
+
+Aveva dessa un progetto già pronto prima della sua partenza da Parigi
+nel suo cervello da _enfant gatè_, oppure ella si cullava in un nuovo
+sogno dorato colla arditezza sovrana di una donna che conosce la sua
+potente irresistibilità?
+
+Eccola nel_ coupè_ tutta sola, che la porta da Firenze a Milano.
+
+"Anche questa illusione è svanita--pensava. Oh, i grandi della terra
+come sono instabili nelle loro simpatie! Non pensiamoci più."
+
+Allora la sua fantasia tornò a Parigi e alla vita di pochi mesi prima.
+
+"Addio, mio bel Parigi! Forse ti rivedrò presto! Per ora resta dove
+sei, maledetta città!"
+
+Fa questo un affettuoso _addio alla patria_, come disse il Manzoni.
+
+Ella si trovava sola, finalmente; cosa che non le era quasi mai
+capitato di sua vita. Sola, coll'amica più cara del suo cuore, sola
+colla creatura più idolatrata che avesse al mondo: sola con sè stessa.
+
+La felicità che provò nelle prime ore del suo viaggio fu schietta e
+piena di sconosciuti incanti. Essa rideva forte da sè, come un
+fanciullo, mandava dei piccoli gridi di gioia, si agitava sul sedile e
+correva ora di qua, ora di là agli sportelli, si fregava le mani
+convulsivamente e stirava la persona, socchiudendo gli occhi con
+voluttà, come se le fosse capitata una grande fortuna.
+
+Ed era stata, si può dire invece, messa alla porta da chi ella credeva
+di aver soggiogato per sempre!
+
+Chi l'avrebbe capita in quel punto? Eppure ella tripudiava di sentirsi
+libera, d'essere uscita da una nuova pozzanghera, di non avere più
+intorno a sè della gente antipatica.
+
+Si riadagiò nel canto del vagone cogli occhi fissati nel nulla, e
+cominciò a pensare... a pensare...
+
+A che cosa?
+
+Alla vita a cui andava incontro a Milano. All'ignoto.
+
+La fantasticheria durò parecchie ore, e fu feconda di un'idea
+nuovissima in lei, insospettata sino allora, incredibile, che la colpì
+a un tratto, come una rivelazione dall'alto.
+
+Quand'essa si trovò sola, come uno schifo abbandonato in mezzo
+all'Oceano, quando il cinismo e la depravazione di Parigi e della
+provvisoria italiana ebbero cessato di agire come un influsso sui di
+lei nervi, sui di lei appetiti, sulle di lei passioni; quando non
+avendo più occasione di confidarsi agli adoratori, alle amiche, ai
+lenoni, fu obbligata di rientrar in sè stessa, di ascoltarsi, di
+frugare nei ripostigli più segreti del suo cuore inesplorato, ella
+sentì con non poca sorpresa sorgere in cuore un desiderio, un'idea,
+che fino allora le era sempre sembrata molto barocca ed assurda, ed
+alla quale aveva date tante volte la baia quand'erano gli altri che
+gliela proponevano.
+
+Il lettore ha capito.
+
+Le offerte di matrimonio fattele tante volte a Parigi ora portavano il
+loro postumo frutto.
+
+Nanà era stata assalita ad un tratto dalle idee di _faire une fin_, di
+maritarsi con qualche ricco milanese, per vivere tranquilla e
+riabilitata agli occhi del mondo. Poco a poco quest'idea, che le era
+entrata in testa senza saper d'onde le fosse venuta, la invadeva tutta
+e faceva un cammino enorme nel suo cervello e l'avviluppava tutta in
+una specie di felicità, di cui non aveva gustato mai fino allora
+neppur il sospetto.
+
+"Sì--pensava--io voglio, tornando a Parigi, che si dica, ecco la
+signora contessa di... quel che sarà, oppure, ecco la principessa di
+San... qualche cosa. Quel mio povero Mufe come sarà dannato quando lo
+saprà. E Satin dunque? E tutte quelle _bougresses_ di mie amiche, come
+creperanno di gelosia e di rabbia quando mi vedranno sdraiata in un
+_landau_ a fianco di mio marito, e sullo sportello tanto di blasone
+vero ed autentico!
+
+A questi pensieri, in cui splendeva la bontà cristiana di quel cuore
+di donna parigina, ella sentì dei fremiti di felicità inarrivabile.
+
+Poi fa assalita da un certo scoraggiamento.
+
+"Maritata! Ma e poi?--pensava--Se mio marito fosse geloso? Se esigesse
+che io mi conservassi casta e tutta per lui?
+
+Nanà si conosceva. Ella sapeva bene che di quando la sua natura
+ardente, le sue lubriche tendenze, i suoi capricci di donna dissoluta,
+avrebbero preso il sopravvento e le avrebbero fatto commettere dei
+famosi scarti.
+
+Ma allora promise di cuore a sè stessa di essere se non casta almeno
+cauta, nè più nè meno di un buon curato di campagna. E dopo questa
+specie di giuramento si trovò la coscienza soddisfatta, incantata di
+sè stessa e circondata da una gioia viva e di buon augurio.
+
+* * * * *
+
+Poco dopo tornava in campo qualche dubbio.
+
+"Ma troverò a Milano l'uomo che mi conviene ora che sono io a
+desiderarlo? Egli vorrà conoscere il mio passato... vorrà sapere...
+scrutare. E se qui in questa capital morale d'Italia, come ho sentito
+dire, non trovassi nessuno che s'innamorasse di me al punto da farmi
+la proposta, che laggiù a Parigi tutti mi ripetevano?..."
+
+Stette a pensare mestamente; poi soggiunse parlando fra sè ad alta
+voce:
+
+"E me la fecero tanto seriamente, che si uccisero quand'io negai! È
+orribile! Bisogna che io vendichi l'ombra di quel povero Giorgio, che
+mi amava in quel modo! È impossibile che io non faccia il solito
+effetto su... codesti Milanesi... per quanto m'abbiano detto che sono
+seri egoisti e scorbellati. Noi vedremo."
+
+Quel _nous verrons_ fu una specie di sfida alla gioventù dorata di
+Milano. I moti di modestia che talvolta sorgevano in Nanà finivano
+sempre con una sfida all'insensibilità mascolina. Ella si trovava
+tosto assai stupida e assai stupita di avere potuto concepire un
+dubbio sulla propria irresistibilità e mostrava immantinenti la nuova
+certezza nelle proprie forze conquistatrici, con un sorriso
+leggiadriasimo, in cui c'entrava però un poco d'amarezza e una gran
+dose di fatuità. Ella aveva sempre--e a ragione--una grandissima stima
+delle proprie attrattive e della flessibilità prodigiosa de' suoi
+mezzi uccellatori; ella si rammentava quante volte a Parigi degli
+uomini seri che pur conoscevano la sua origine bassa, e le sue pazzie
+sfrenate, e la sua vita vergognosa, si erano rotolati a' suoi piedi
+supplicanti, a mani giunte, per chiederle la mano di sposa... e si
+teneva certa di far il suo partito a Milano.
+
+L'idea di accasarsi nobilmente, la speranza di poter entrare nel gran
+mondo, il pensiero di trattar al tu per tu le dame che l'avevano tanto
+disprezzata, la soggiogavano. Le difficoltà stesse ch'ella prevedeva
+dovessero insorgere per giungere alla stretta dei nodi, aguzzavano
+smisuratamente quel suo nuovo desiderio e gli davano una spinta
+poderosa. Ella stessa si maravigliava, a certi punti, di trovarsi così
+salda in un proposito e di scoprire ancora in sè stessa, tanto lievito
+di volontà, di speranza e di entusiasmo.
+
+* * * * *
+
+Giunta a Milano di notte, Nanà senza aver pensato a farsi dare a
+Firenze una indicazione di albergo, disse al cocchiere del calesse di
+condurla al primo _hôtel_, al più _chic_!
+
+--E i bauli?--domandò questi.
+
+--Li manderemo a prender domani! Sono dieciotto!
+
+Il cocchiere naturalmente la condusse all'albergo della _Ville_.
+
+Ora avvenne che seduti agli ultimi due tavolini del caffè dell'Europa,
+verso la porta dell'albergo, si trovassero in quel punto Enrico
+O'Stiary e il marchese Sappia, che eran usciti in quel punto dalla
+Luisa e pigliavano un _grog_. Un po' discosto da loro Ernesto Cantis,
+il giovane di avvocato, beveva una birra.
+
+O'Stiary e Cantis videro prima passar dinanzi nel calesse Nanà, poi
+videro il legno arrestarsi lì accanto all'albergo. Il conte mandò una
+piccola esclamazione, che fè volger il capo al Sappia. Ma il Sappia,
+lì per lì, non ravvisò nella bella viaggiatrice la donna, che tre anni
+prima egli aveva con tanta ansia aspettata invano per tanto tempo,
+dalla Tricon! Il Sappia aveva la luce delle lanterne negli occhi e non
+poteva veder bene nelle tenebre. Ma O'Stiary e Cantis, che la luce
+l'avevano a ridosso, scorsero abbastanza per restarne molto colpiti
+entrambi. Era l'effetto che faceva sempre Nanà a chi la vedeva per la
+prima volta.
+
+Fu allora che Nanà per discendere dal legno mentre allungava sulla
+predella il suo piedino, quale a Milano se ne vedono di rado, scoccò
+senz'accorgersi un'occhiata curiosa, che parve assassina, e scomparve
+nella porta della _Ville_ accompagnata dal guarda portone che era
+venuto ad aprirle lo sportello.
+
+Cantis balzato in piedi era andato dinanzi alla porta dell'albergo e
+aveva accompagnata Nanà fin sotto il portico, collo sguardo; e gli era
+parso, al poverino, di vedere che la bellissima sconosciuta si fosse
+voltata indietro quasi a salutarlo di nuovo prima di montar le scale.
+
+Quella notte aveva creduto bene non di dormire un solo minuto.
+
+Una ventina di giorni dopo, il Cantis aveva riveduta Nanà al teatro
+Milanese.
+
+Figuratevi come restasse poi quando il giorno appresso la vide venir
+dal suo avvocato.
+
+Egli le aveva scritta la lettera famosa!
+
+Anche Enrico era rimasto assai colpito della bellezza della
+sconosciuta viaggiatrice e il giorno dopo era ritornato alla _Ville_ a
+chiederne notizia; aveva saputo il di lei vero nome e cognome e
+l'aveva riveduta al balcone dell'albergo più bella e più elegante che
+mai.
+
+* * * * *
+
+Lo credereste?
+
+Dopo pochi giorni di residenza a Milano, Nanà si accorse senza grande
+maraviglia, d'essere già desiderata alla follia e contemporaneamente
+da nove persone molto diverse fra loro di età e di condizione: dal
+pubescente liceista al vecchio libertino di sessant'anni, dal signor
+conte di _vieille roche_, al galloppino dell'albergo che le serviva il
+pranzo, dal banchiere milionario al parrucchiere che la pettinava ogni
+mattina.
+
+Nove dichiarazioni, delle quali otto in iscritto, ed una col mezzo
+d'un paraninfo e tutte nello stesso giorno, e in venerdì, era proprio
+la prima volta che le capitavano!
+
+A Parigi non le era mai successa una cosa simile.
+
+"_C'est l'embarras des richesses_" pensò Nanà.
+
+Essa non potè a meno di riderne.
+
+Tanto più che in ciascuna di esse Nanà scoprì un certo non so che, da
+doverle trovare eccessivamente strane. Quelle nove proteste di amore,
+o piuttosto di desiderio, che per combinazione le giungevano in frotta
+come una volata di passeri, e in venerdì per giunta, erano tutte
+impregnate dalla più deplorabile _fatuità_.
+
+Ella si accorgeva che quei nove individui nutrivano già in cuor loro
+una grande speranza di essere corrisposti e subito; dalla loro
+protesta d'amore trapelava una certa persuasione di esserle già molto
+simpatici. Nessuno naturalmente le aveva scritto o detto o lasciato
+capire chiaramente una tanta immodestia, ma la trapelava, ed essa la
+subodorava in tutti. Quei nove--non uno eccettuato--alludevano o
+parlavano chiaramente di una certa sua maniera di guardarli... di una
+certa sua occhiata assassina... ah, quell'occhiata! Mio Dio! chi non
+darebbe la vita per una simile occhiata?
+
+Nanà aveva un bel rammentarsi le proprie occhiate non giungeva a
+raccappezzarne una sola che avesse voluto dire qualche cosa di serio.
+In sostanza però, ella doveva persuadersi che que' suoi nove adoratori
+credevano tutti di essere stati quasi invitati, accalappiati,
+fulminati da una di lei occhiata.
+
+Ed essa sapeva di non averne data neppure una sola da cui spirasse, o
+che potesse ispirare la benchè minima simpatia.
+
+Questo fenomeno a dir vero non era la prima volta che capitava a Nanà.
+
+Ma sopra nove persone, in un colpo solo, le pareva proprio un po'
+troppo!
+
+"Bisogna dire che a Milano le donne abbiano lo sguardo delle Arpie
+quando fissano gli uomini" pensò Nanà.
+
+Le sventure passate, il rimorso e la superstizione le avevano messo
+nella guardatura e nel muovere delle pupille una particolarità degna
+di attenzione. Que' suoi occhi, più grandi del vero, a prima vista
+parevano supplicanti e desiosi.
+
+Voi credevate in buona fede che ella vi avesse fissato in quel modo,
+perchè la vi trovasse bello o piacente, perchè la vi desiderasse,
+perchè forse... oh Dio! già segretamente la fosse presa delle vostre
+fattezze. E allora mille fuochi e speranze avvampavano o scattavano
+nel vostro interno. Avvampavano se avevate il temperamento sulfureo,
+scattavano se lo avevate fatto a molla.
+
+Ebbene?
+
+Quand'essa distaccava da voi lentamente le sue pupille, se voi eravate
+filosofo, se nello sguardo altrui sapevate discernere il vero
+sentimento che lo ispirava, vi sareste accorto che ella, non che
+fissarvi, nè desiderarvi, nè amarvi già in segreto, non la vi aveva
+nemmanco notato, non la si era neppure accorta di voi, non la vi aveva
+veduto passare che tampoco.
+
+Nanà non aveva sguardi che vedessero davvero, se non per le cose che
+appetiva o per le persone che odiava.
+
+Non parlo di quelle che essa amava, per una ragione semplicissima.
+
+Che ella, come non aveva amato mai davvero, così non amava nessuno
+ancora.
+
+Fontan lo aveva subito più che amato. Era stato piuttosto un bestiale
+istinto che una pena di cuore la sua.
+
+All'oggetto desiderato o alla persona odiata nessuna creatura al mondo
+sapeva guardare meglio di Nanà. Ma gli indifferenti? Essa non li
+vedeva. I suoi occhi difficilmente si occupavano del mondo esteriore,
+se non per raccogliere alla sfuggita e all'ingrosso i taciti omaggi
+dei passanti. L'orgasmo continuo e febbrile della sua ambizione non le
+permetteva di discernere se non quello che premeva a' suoi istinti
+felini di donna e alla sua smisurata vanità.
+
+Nanà ormai guardava più spesso all'indentro di sè stessa che non al di
+fuori. Le imagini sanguinose, i fantasmi della sua vita passata non
+erano scomparsi mai dalla sua fantasia. Essa portava con sè la catena
+d'un rimorso non vivo, nè salutare certamente, ma molesto e perenne.
+Talchè giammai quella sua plastica bellezza era stata così pericolosa
+e più procace!
+
+* * * * *
+
+Una delle otto lettere d'amore noi la conosciamo già. Nanà l'aveva
+trovata nel manicotto uscendo dall'avvocato Delguasto, dov'era andata
+a consulto, per una certa coda di processo ch'è inutile richiamare in
+questo punto.
+
+Nanà ebbe un bel domandare a sè stessa come mai quella lettera avesse
+potuto capitare nel suo manicotto, e non trovò la risposta. Ella non
+s'era nemmeno accorta di Ernesto Cantis, non l'aveva veduto, o per
+meglio dire, non l'aveva osservato. E lui credeva, il povero ragazzo,
+ch'ella nutrisse già per lui una segreta simpatia!
+
+
+
+
+IV.
+
+
+In casa Martelli la conversazione, tanto più se presente don Ignazio,
+era la cosa più gaia e più spiritosa che si possa imaginare. E,
+sopratutto, libera assai. Bastava infatti, che non si parlasse in
+alcun modo di donne, nè di romanzi, nè di santa Chiesa; bastava non si
+parlasse male nè del sistema di governo, nè dei preti, nè dei
+carabinieri, nè della Banca nazionale, nè della _Perseveranza_;
+bastava non si parlasse bene nè dei repubblicani, nè di Garibaldi, nè
+di Vittor Hugo, del resto si era perfettamente liberi di ragionar di
+tutto, e d'altre cose ancora.
+
+La Elisa era la sola a cui suo padre, volere o non volere, aveva
+dovuto fare qualche concessione. Non c'era stato verso di farle dire,
+nè di farle tacere molte cose che certa gente seria crede si debbano
+dire o si debbano tacere, dalle fanciulle bene educate. Essa--che pur
+toccava ormai i 18 anni--parlava sempre con una verginità di
+impressioni e con una schiettezza di frasi, che talvolta rasentavano
+la crudità, anche per sua madre, che era pure infatuata di lei. Questa
+non rifiniva mai di dirle che ella era troppo franca. Non c'era verso.
+Il di lui modo di esprimersi, quantunque scevro di malizia o di
+ironia, era sempre così vivo e così sentito, che gli amici di casa,
+gente avvezza a tutte le ipocrisie, a tutte le smorzature, a tutte le
+_banalità_ delle solite conversazioni, ne restavano scossi e
+abbagliati. Perfino Aldo Rubieri, che era pur un artista di vaglia,
+non approvava sempre certe uscite della Elisa, quantunque ammirasse in
+lei l'ingegno originale e coraggioso, che gliele suggeriva. Suo padre,
+non pargliamone! Suo padre, in cuor suo, deplorava di avere
+contribuito a dar in luce una pazzarella di quel carattere, dal quale,
+secondo lui, un marito non avrebbe cavato nulla di buono.
+
+"Figuratevi!--pensava--alludendo all'antico progetto--Testa falsa lei,
+testa falsa lui. No, no, no; cento volte no!
+
+Non c'erano che l'Enrico e il marchese d'Arco, i quali la capissero
+pel suo verso e l'applaudissero. Essi davano sempre ragione alla
+Elisa, il che talvolta faceva arrabbiare il notaio fino
+all'escandescenza. Sua madre taceva e ne gioiva in segreto.
+
+Spieghiamoci bene però anche su questo punto. S'intende acqua e non
+tempesta! Quella facoltà molto decisa di dir sempre le cose schiette e
+senza smorzature, non escludeva però nella Luisa un'altra facoltà,
+senza della quale essa avrebbe potuto qualche volta sembrar una scema
+in faccia a chi non l'apprezzava. Essa aveva molta schiettezza in
+cuore, ma aveva pur anche molto criterio e molta finezza in cervello,
+e sapeva a suo tempo e quando le conveniva, metter in pratica tutte le
+graziose astuzie della diplomazia femminile.
+
+Giacchè altra cosa è saper simulare e altra cosa è saper dissimulare.
+La Elisa, incapace di simulazione, era forse a tempo e luogo maestra
+di dissimulazione. Tanto è vero che se le avesser dato un segreto da
+serbare, si sarebbe lasciata uccidere prima di svelarlo. Tutte le
+arti, le grazie, le disinvolture, le furberie, le moinerie, le
+capestrerie che il cuore detta istintivamente alle ragazze d'ingegno,
+essa le possedeva per istinto. Poche fanciulle, pur senza scuola
+materna e senza buon esempio in casa, sapevano acconciarsi
+stupendamente, mostrar, senza farsi scorgere, il piede e la mano
+bellissimi, muovere il ventaglio, dar il colpetto di mano allo
+strascico della veste, guardar in viso agli uomini con un sorriso
+modesto, alzarsi e sedersi, comparire e scomparire, quanto lei.
+
+Il fatto è che a dieciott'anni l'Elisa era considerata da tutti come
+la testa più forte della famiglia. L'era una idea codesta che stava
+nell'aria. La si capiva chiaramente senza che nessuno l'avesse mai
+notata o lasciata supporre.
+
+Se qualcuno, a tavola o seduto in circolo, diceva qualche cosa
+d'insolito o di bello, guardava in faccia alla Elisa. Il sorriso di
+lei era il premio certissimo al buon senso o allo spirito spiegato.
+Ella, dal canto suo, senza far mostra di accorgersi d'essere stata
+consultata o preferita, dava uno sguardo repentino a sua madre, e se
+questa non le diceva col cipiglio di tacere, si era certi di udirla
+esprimere la sua opinione talvolta perfino tagliente e frizzante, come
+quella di un piccolo Tayllerand in gonnella. Alcuni allora ridevano e
+commentavano l'arguzia della fanciulla; altri tacevano, come
+sopraffatti, e si trovavano quasi a disagio nel nuovo ambiente, che
+l'idea spiritosa dell'Elisa aveva formato intorno ad essi. Un leggero,
+un lontano, un vago sospetto li prendeva: quello di poter sembrare per
+avventura un pochino imbecilli in faccia a lei.
+
+Un giorno, tra gli altri, il babbo notaio ricevette la lettera d'un
+pretendente alla mano di lei; un giovinetto della buona società, un
+conoscente di casa che da più mesi faceva una corte tacita e modesta
+alla fanciulla, senza aver avuto da lei la benchè minima lusinga.
+
+Costui aveva sentito dire che ogni idea di matrimonio fra l'Elisa e il
+conte Enrico O'Stiary era andata in fumo. La dote e le speranze in
+fieri avevangli dunque dato il coraggio di chiedere la mano della
+vergine bellezza.
+
+La lettera giunse dopo pranzo, mentre don Ignazio, colle due donne e
+il marchese d'Arco, stavano aspettando il caffè nel salotto. Il
+notaio, dopo aver letto il foglio, lo depose sulla tavola con un'aria
+fra il serio e il soddisfatto, ed espose ai presenti l'inaspettata
+domanda.
+
+--Diamine!--sclamò la madre.--Non si usa, mi pare, a domandar la mano
+di una fanciulla per lettera. Si manda un amico a far la proposta.
+
+--Non ne avrà!--osservò la Elisa.
+
+--C'è della gente che, temendo il rifiuto, non ama che altri lo
+sappiano--osservò il marchese.
+
+La Elisa intanto aveva messo, da lontano, lo sguardo sulla lettera,
+quasi per indovinare chi potesse essere quel pover'uomo, che veniva a
+chiederla in moglie, e aveva veduto in testa di quella lettera una
+cosa che l'aveva fatta sorridere; e foggiò subito in testa la risposta
+che avrebbe data a suo padre, se fosse stata interrogata sulla sua
+intenzione. In mancanza di un'arma gentilizia, lo scrivente usava dei
+fogli di carta, che portavano per cifra un ferro di cavallo.
+
+--Che ne dici tu. Elisa?--le domandò suo padre.
+
+--Ma, io dico la verità--rispose coll'accento più umile che potè
+trovare nella voce armoniosa la fanciulla--io non mi sento voglia di
+sposare un maniscalco.
+
+Il babbo, il marchese e la signora Eugenia ruppero a ridere
+saporitamente. Supposero che ella credesse sul serio che quella
+lettera col ferro di cavallo venisse da un maniscalco.
+
+La disingannarono....
+
+Elisa li lasciò dire.
+
+--Ma--riprese ella, che sapeva benissimo il fatto suo--perchè dunque
+questo signore mette in testa delle sue lettere quell'insegna di
+maniscalco?
+
+--È la moda del giorno--disse la madre.
+
+--L'insegna dei maniscalchi non è così. È un ferro contornato da
+un'aureola di chiodi--osservò il marchese.
+
+--E questa invece che cosa esprime?--domandò la Elisa.
+
+--È un mezzo qualunque per esprimere la propria passione pei
+cavalli--soggiunse il marchese.
+
+--Ah, se è così--disse la Elisa--io temerei ch'egli dovesse amare più
+i cavalli di sua moglie.
+
+Quel motto del maniscalco fece il giro delle conversazioni milanesi.
+Per qualche tempo i cartolai che tenevano della carta da lettera col
+ferro di cavallo per cifra, stupirono di non vedersene più cercata da
+nessuno.
+
+Oggi la voga ripiglia.
+
+Fortunati cartolai!
+
+* * * * *
+
+Fra le convinzioni più ferme di Elisa, quella che sovrastava a tutte,
+la dominante, la sovrana, la inespugnabile nel suo cuore, era quella
+di non poter essere felice al mondo che unita al suo Enrico. L'affetto
+della impubere si era mutato, nei tre anni, in sentimento gagliardo
+ora ch'ella s'era fatta donna. Già fin da bambina, del resto,
+quand'essa aveva inteso per la prima volta il grido di Roma o Morte,
+si ricordava che per associazione di idee nella sua testolina era
+risuonato un altro grido consimile, essa aveva balbettato in cuor suo:
+Enrico o morte.
+
+La Elisa aveva anch'essa, come _Madame Aubray_, le sue idee, innate od
+acquisite, poco importa. Diversamente della maggior parte delle nostre
+fanciulle di buona famiglia, dacchè aveva cominciato a pensare al
+mistero della vita, non era rimasta indifferente agli innumerevoli
+quesiti, che le si presentavano alla curiosità della mente. Voleva
+saper tutto continuamente e tormentava sua madre, che talvolta, messa
+tra l'uscio e il muro, le rispondeva frottole da non dirsi. Quanto più
+essa la pregava di non farle certe domande, tanto più la Elisa si
+sentiva presa dalla smania di fargliene un sacco. Su molti punti,
+specialmente del mistero immenso, essa dubitava ancora; era scettica,
+non incredula; su altri, essa si era formata un'opinione tutta propria
+ed incrollabile. In fondo, ell'era socialista senza saperlo. Nè quelle
+sue verginali certezze erano frutto di lunghi pensamenti fra sè stessa
+o di ragionamenti con altri; erano intuizioni lucide, portate dal buon
+senso e dal criterio, che la inducevano a pensare certi veri
+nobilissimi, da nessuno rivelati, ma dai quali le pareva che non si
+sarebbe scostata, ancorchè le avessero inflitto il martirio.
+
+Fanciulle siffatte sono rare a Milano. Non tanto quanto si potrebbe
+credere, ma rare.
+
+Certo, e forse a ragione, si dice che un'Eulalia romana, al giorno
+d'oggi, non sia più possibile. Pure la Elisa era proprio della stoffa
+di Eulalia romana. Eulalia, sapete bene, fattasi cristiana a sedici
+anni, quando fu accusata e trascinata dinanzi al pretore, avrebbe
+potuto avere salva la vita, soltanto che avesse consentito a metter un
+granello d'incenso sul tripode, che ardeva dinanzi all'abiurato idolo
+pagano. Ella era così giovinetta e così bella, che il pretore,
+estasiato, avrebbe voluto, forse a suo malcosto, salvarla. Egli le
+offerse lo scampo. Eulalia diede uno schiaffo all'idolo, sputò in
+faccia al pretore e fu mandata alla croce, il patibolo dei cristiani.
+
+La Elisa teneva di questa tempra diamantina. Per una di quelle
+inesplicabili contraddizioni femminili, che formano la disperazione
+dei fisiologi, ella era timidissima e arrossiva tutta e quasi tremava
+se si trattava di mettersi in vista, di presentarsi in un salone a
+spalle nude, vestita da ballo, o di entrare in un caffè affollato di
+gente, che al suo apparire spalancavano gli occhi e la mangiavano
+cogli sguardi, sussurrandosi all'orecchio le ammirazioni desiose e le
+frasi procaci. Ma se si trattava di un pericolo serio, fosse pur stato
+imminente e misterioso, dinanzi al quale tanti uomini smarriscono il
+sangue freddo, ella si mostrava calma ed intrepida.
+
+Suo padre le aveva severamente proibito--non se ne parla--di leggere
+romanzi.
+
+--Neppure i _Promessi Sposi_ e il _Marco Visconti_?--aveva domandato
+lei.
+
+--No, neppur quelli!
+
+Questa proibizione le aveva messo indosso una smania cocentissima di
+leggerne assai più di quello che ne avrebbe letti naturalmente, se suo
+padre non avesse parlato. Enrico era il di lei complice, che le
+forniva nascostamente il pasto desiato. Nondimeno spesso la Elisa
+trovava molto noiosi i romanzi troppo morali che Enrico le portava.
+Egli era assai puritano in questo; aveva escluso tutti i moderni
+realisti, e, de' vecchi, anche il Balzac.
+
+Una sera l'Elisa mostrò a Enrico desiderio di leggere l'_Assommoir_ di
+Zola.
+
+Enrico si rifiutò di portarglielo.
+
+--Ho già fatto troppo--disse--a concederti l'altro giorno: _L'homme
+qui rit_.
+
+--Gran che!--sclamò la Elisa.
+
+E la terribile fanciulla si mise a sparlare di Vittor Hugo.
+
+Enrico la pregò di non farsi sentire da altri. Era come dire a un
+usignuolo di non cantar in primavera.
+
+--Avrò torto--diceva la Elisa al conte--ma a me Vittor Hugo qualche
+volta fa l'effetto di un uomo che sia lì lì per diventar pazzo. Il
+marchese mi disse un giorno che questo è il carattere del genio. Sarà!
+lo sfido a non ridere qualche volta di certe frasi di Vittor Hugo. Per
+esempio mi ricordo questa:
+
+"Un profondo rumore soffiava nella regione inaccessibile."
+
+Se invece di essere Vittor Hugo che ha scritto questa frase fossi io,
+a quest'ora mi avrebbero condotta al manicomio. Un profondo rumore che
+soffia? E nella regione inaccessibile? Ma cosa vuol dire? La si
+capisce così a occhio e croce; ma è genio codesto? Il genio, mi pare a
+me, dovrebbe consistere nel dir chiaramente le cose più difficili ad
+essere pensate da altri, non nel paccucchiare delle frasi con delle
+parole assurde. Il Rubieri per spiegarmi la cosa mi diceva che i
+romanzi di Vittor Hugo vogliono essere tutti poemi cosmici, e che egli
+crede in buona fede di essere il nuovo Cristo delle miserie umane; ma
+se è così egli è un Cristo che ritiene i suoi discepoli e i suoi
+lettori altrettanti _badaux_, che lo devono capire a lume di naso.
+
+* * * * *
+
+La Elisa a dicianove anni era dunque riuscita una piccola enciclopedia
+ambulante. Si guardava bene dal farne sfoggio, ma lo era. Tutte le
+arti graziose essa le aveva imparate con una rapidità sorprendente,
+quantunque sentisse che tutto questo attiraglio di cognizioni
+superflue non le avrebbe servito a nulla nei suoi rapporti col giovane
+al quale la si era votata.
+
+Quanto agli altri che cosa importava a lei di comparire più o meno
+istrutta?
+
+Sciaguratamente l'Enrico diceva di amarla, ma non l'apprezzava. Egli
+era freddo, preoccupato, distratto, sviato. Egli era altrove co' suoi
+pensieri, co' suoi desideri, coll'anima, e pur troppo spesso anche col
+corpo. Elisa capiva tutto questo, e ne soffriva, pur dissimulando con
+dignità il suo dolore. L'allegria del conte quand'era con lei era
+forzata. Le sue stesse espansioni, i ricordi, le tenerezze erano tutte
+superficiali. Si capiva che dopo un'ora che era stato con lei il
+giovinetto cominciava a trovarsi sulle spine, e desideroso di prender
+il volo. Altre passioni, altre illusioni lo chiamavano altrove.
+
+Egli aveva veduta Nanà.
+
+La Elisa ne era mortificatissima; ma non lasciava trapelar nulla
+neppur a sua madre.
+
+Al marchese una volta aveva lasciato capire qualche cosa del suo
+cordoglio. Ne era stata consolata con una frase francese: "_Il faut
+que jeunesse se passe_."
+
+* * * * *
+
+Stavano dunque radunati nel salotto attiguo alla sala da pranzo il
+notaio, le due donne e il marchese, che era venuto come il solito,
+verso le otto a far la sua visita per trovarsi fra gli amici di casa e
+per vedere l'Enrico.
+
+Il babbo schiacciava un sonnellino.
+
+Il marchese parlava colle due donne di cose indifferenti. Elisa era
+distratta.
+
+La Elisa quel giorno s'era levata con un grande progetto in testa. Un
+progetto che le si era presentato come un'enormità, ma che sentiva
+esser diventato necessario. Lo aveva pensato la notte dopo avere
+sparso sul vergine origliere alquante lagrime di dolore, al solo
+pensiero di trovarsi obbligata a metterlo in pratica, l'aveva covato
+tutto il giorno, l'aveva rifiutato e riaccettato venti volte.
+
+Il progetto era di mostrarsi molto gentile con Aldo Rubieri, per
+vedere se Enrico se ne risentisse, per scuotere quella mortale
+indifferenza in cui egli era immerso e che la faceva morire di segreto
+cordoglio; per suscitare insomma nel suo amante un poco di gelosia.
+Ella sapeva bene che questa piccola commedia le sarebbe costato un
+grandissimo sforzo. Fingere? Lei? Eppure non le rimaneva altra
+speranza che quella. Se l'Enrico si fosse mostrato insensibile anche a
+quel tratto, ella sarebbe andata a farsi suora di carità.
+
+È lecito pensare che lo sforzo del far un po' la civettuola con Aldo
+Rubieri non fosse poi tanto sovrumano, neppure per lei.
+
+Aldo non era un uomo ordinario; ed era bello, forse più bello del
+conte.
+
+E poi la donna ha in sè un istinto di civetteria così spontaneo, che
+nulla nulla se ne immischi il bisogno o se ne presenti il pretesto,
+essa lo mette in opera quasi senza addarsene, forse suo malgrado. C'è
+nella donna come un fuoco sacro, che non si spegne mai, ed è quello
+sopratutto di piacere a tutti, per piacere di più ad un solo.
+
+Quando Aldo si presentò--prima del conte--la Elisa stava passeggiando
+al braccio del marchese il quale era beato anche lui di sentire il
+braccio della giovinetta che doveva formare la felicità del suo
+Enrico, pesare sul suo.
+
+Ella gli stava parlando appunto del conte.
+
+Il marchese a dir vero--uomo di studio che aveva il capo ne' suoi
+incurabili e nelle sue medaglie--non sapeva nulla della vita di
+Enrico. Questi per coprire ai di lui occhi i suoi errori, gli aveva
+restituiti dopo pochi mesi i tremila franchi che il marchese gli aveva
+prestati, dicendogli una piccola bugia per giunta.
+
+Vedendo dunque entrare lo scultore, la Elisa premette sul braccio del
+marchese e gli fece fare una mezza girivolta.
+
+--Come va la vostra _Venere contemporanea_? domandò a Rubieri
+andandogli incontro.
+
+--La creta o la creatura?--domandò Rubieri.
+
+--Ma la creta!--rispose la Elisa--di una modella che non conosco io
+non mi curo certamente.
+
+Ella non sapeva la povera Elisa, che a quella modella di cui non si
+voleva curare, il suo Enrico aveva scritta una lettera di fuoco.
+
+Ella non sapeva d'essere tradita per colei.
+
+--La creta è quasi diventata una creatura--rispose Aldo Rubieri.--Ne
+sono contento.
+
+Egli andò poi a salutare donna Eugenia e il notaio che s'era messo a
+leggere il _Corriere della Sera_, crollando spesso il capo, e
+dichiarando che alla fine del trimestre avrebbe lasciato
+l'abbonamento, perchè quel foglio da qualche tempo tirava al liberale.
+
+Aldo ritornò verso la Elisa che lo aspettava. Ella lo fece sedere
+accanto, per domandargli se era vero ciò che le aveva contato la
+mattina suo padre...
+
+--Cioè?
+
+Che il sindaco gli avesse annunciata la sua nomina ad assessore
+municipale.
+
+Aldo annuì. La Elisa sostenne la conversazione variata, saltellante,
+frivola fino al momento in cui dal campanello capì che chi entrava era
+il suo Enrico.
+
+Allora ell'ebbe un movimento sublime di civetteria; disse tutt'a un
+tratto a Rubieri:
+
+--Lei non s'è neppur accorta che quest'oggi io ho cambiata
+pettinatura.
+
+--Altro che me ne sono accorto--rispondeva Rubieri mentre il conte si
+presentava sulla soglia dell'uscio della sala.
+
+--Come la mi trova dunque? Le piaccio così?
+
+--Ah, Elisa, lei è adorabile ancora più del solito--rispose Aldo che
+volgeva le spalle all'uscio e non poteva accorgersi che Enrico era
+entrato.
+
+Infatti la Elisa quella mattina s'era fatta tagliar i capelli alla
+Vallière, sulla fronte, e stava superbamente bene.
+
+Aldo se n'era accorto, ma la fanciulla lo aveva talmente coperto di
+domande nel frattempo che egli non aveva avuto neppur l'agio di
+muoverle un complimento.
+
+Ora trovandosi così interrogato con voce più viva del solito aveva
+risposto:
+
+--Oh, Elisa, lei è adorabile più del solito.
+
+Era tutto quello che la fanciulla potesse desiderare. Mentre l'Aldo
+diceva questa frase Enrico gli passava rasente e la udiva. La Elisa
+non guardò in viso al conte. Finse di essere tutta intenta a quello
+che le diceva Rubieri.
+
+Il conte passò fingendo di non udire le parole di costui. La Elisa ne
+fu piccata in modo che raddoppiò i graziosi atteggiamenti in faccia
+allo scultore, e la più glaciale indifferenza pel suo adorato.
+
+Era la prima volta che a Rubieri succedesse di veder una cosa simile.
+Enrico, salutata la madre e il notaio, venne a stringer la mano a
+Elisa e ad Aldo Rubieri.
+
+--Buona sera, Enrico--disse la Elisa sorridente disinvolta.
+
+Poi senz'altro si volse a parlare di nuovo allo scultore, che nel
+frattempo aveva corrisposto alla stretta di mano di Enrico.
+
+Il quale, per non aver l'aria di ascoltare il colloquio fra la Elisa e
+Aldo, si ritrasse colpito dal nuovissimo contegno della fanciulla. Il
+marchese in quella lo abbordò parlandogli di cose indifferenti. Egli
+lo ascoltava e gli rispondeva macchinalmente, ma colla coda
+dell'occhio andava spiando le mosse di Elisa che proseguiva con
+Rubieri la sua piccola manovra da figlia di Eva.
+
+Ella si accorse di avere destato in Enrico qualche cosa di insolito,
+senza mai far mostra di accorgersi di lui; ma pur strisciando, collo
+sguardo girante, sullo sguardo del conte, s'accorse ch'egli la
+studiava ed era sorpreso. Essa continuò ripromettendosi il trionfo
+finale.
+
+Ma per quella sera non vi fu spiegazione alcuna fra loro.
+
+
+
+
+V.
+
+
+La sera dopo al teatro Milanese si dava una rappresentazione mista in
+dialetto ed in francese.
+
+La nascente compagnia ambrosiana lasciava il posto ad una _troupe
+française_ che pigliava possesso di quel palcoscenico. L'impresario
+aveva combinato per le ultime serate delle recite internazionali metà
+di dilettanti milanesi metà di comici francesi.
+
+Per _lever de rideau_ la Giannella recitava una farsa del Duroni, a
+cui faceva seguito una commedia in due atti di Scribe _jouèe par
+madame Blanche et par monsieur Babil_.
+
+La sala allora non era com'è adesso. Non c'erano palchi. Una loggia
+sostenuta da colonne aggettava in mezzo della parete dicontro al
+palcoscenico e accoglieva un centinaio di spettatori.
+
+Quella sera non ce n'erano più di venti sparsi quà e là al parapetto.
+
+Verso le nove e mezzo Nanà fece il suo ingresso in quella loggia
+accompagnata da un'amica e da un cavaliere.
+
+Il sipario era calato.
+
+Le sedie al parapetto erano occupate tutte. Ma, vedendo la donna
+bella, un signore s'alzò e le cedette il suo posto. L'amica e
+l'accompagnatore si sedettero dietro a lei in seconda fila.
+
+Nanà depose il suo binoccolo sul parapetto dinanzi a sè, strisciò una
+lunga e rapida occhiata in platea, un'occhiata che parve indifferente
+a tutti e quasi sprezzante, ma colla quale essa vide od intuì ad uno
+ad uno al loro posto almeno una mezza dozzina de' suoi molti
+adoratori; assaporò con immenso giubilo il fremito e il mormorio che
+la sua apparizione produsse nella sala, poi si volse indietro a dire
+alla sfuggita una parola all'amica.
+
+La donna che l'accompagnava non era nè bella nè brutta; e quando Nanà
+le parlò si mise a ridere forte. Tutti si volsero a guardarla.
+
+Poco dopo Nanà pigliò in mano il binoccolo e cominciò la rassegna in
+platea.
+
+Ernesto Cantis, il giovinetto commesso d'avvocato col suo bravo
+garofano all'occhiello dell'abito stava di fianco addossato al muro e
+guardava Nanà a bocca aperta. Essa lo trovò _tout bonnement absurde_.
+
+Si alzava il sipario.
+
+Nell'angolo a sinistra c'era Filippo Marliani, il solo che Nanà
+conoscesse. Seduti, ma colla faccia rivolta a lei Nanà indovinò altri
+quattro patiti. Erano Enrico O'Stiary, Bianconi, Salis e Parma a lei
+ignoti. Ciascuno di costoro aveva un proprio contegno particolare. Uno
+guardava troppo, l'altro guardava di rado; Enrico fingeva di non
+averla ancora veduta. Dei quattro che stavano nelle sedie, fra cui
+appunto il nostro Enrico, uno si volgeva a riderle in viso ogni volta
+che la commedia ne porgeva il pretesto; l'altro le mandava un'occhiata
+languidissima, un terzo si dimenava sulla sedia, ma non si volgeva
+mai.
+
+Nanà che li aveva già squadrati tutti non badava a nessuno.
+
+Il solo, come dissi, che Nanà si ricordava benissimo di avere
+conosciuto era Filippo Marliani. Il lettore ne sa già qualche cosa. Il
+Marliani aveva fatta la conoscenza di Nanà a Parigi dalla Tricon, poi
+l'aveva amata fuor della casa infame per qualche giorno, finchè il suo
+compagno di viaggio il marchesino Sappia era riuscito a strapparlo da
+Parigi.
+
+Era stata una conoscenza così affrettata e superficiale, che nè il
+Marliani avrebbe saputo che cosa pensare di Nanà, nè essa di lui.
+
+Il Marliani quello stesso giorno, vedutala passare in _brougham_ s'era
+informato dal cocchiere del luogo di sua dimora e le aveva scritto una
+delle otto lettere famose. Essa gli aveva risposto su un biglietto di
+visita:
+
+"Questa sera al Milanese, venite a trovarmi."
+
+Durante il secondo intermezzo Marliani montò sulla loggia. Il signore
+che aveva accompagnato le due donne in teatro gli cedette la sua sedia
+e discese. Nanà ricevette il Marliani con moltissima espansione, un
+poco perchè aveva a chiedergli un gran favore e un poco pel gusto di
+far rabbia agli altri cinque adoratori, che spalancarono gli occhi
+invidiando il Marliani.
+
+Essa lo presentò alla sua amica; dopo dieci minuti di discorsi molto
+indifferenti Filippo accostò la faccia a quella di Nanà e le scoccò
+questa domanda.
+
+--Non si può dunque venir in casa tua?
+
+--No--rispose Nanà--ti dirò poi.
+
+--E che cosa dici della mia lettera?
+
+Nanà lasciò scappare una di quelle sue risate sonore, che fece volgere
+il capo a tutto il teatro.
+
+--Perchè ridi?
+
+--Perchè insieme alla tua ne ho ricevuto altre sette.
+
+--Sette!
+
+--Sette?
+
+--Chi sono?
+
+--Ah, se tu volessi farmi dire tutti que' nomi, saresti bravo. Mi
+ricordo di quello di un solo: del conte Enrico O'Stiary. Lo conosci?
+
+--Di vista,--rispose Marliani,--eccolo là.
+
+--L'avrei giurato che era lui--sclamò Nanà.
+
+--E dimmi un po', chi è quel signore che ti accompagna, che era qui
+poc'anzi?
+
+--Oh, _sans consequence_! È il cugino del mio albergatore; l'ho
+pregato io stessa di accompagnarci.
+
+--Ti fa la corte?
+
+--Ma neppur per ombra.
+
+--E mi risponderai alla lettera?
+
+--Perchè no? Dove stai? Debbo parlarti.
+
+Marliani cavò un biglietto di visita, sul quale, in calce, stava
+l'indirizzo.
+
+--Debbo parlarti di cose serie. Ma guai a te se tu dici qualcosa sul
+conto mio... sai. A Parigi tu non mi hai conosciuta.
+
+--Mi credi un mascalzone?
+
+Nanà fu rassicurata. Allora cominciò gradatamente ad alzar la voce,
+parlando di tutt'altro e volgendo la parola anche all'amica che le
+sedeva accanto.
+
+* * * * *
+
+--Oggi ho fatto conoscenza con _madame Blanche_, che è alloggiata nel
+mio albergo.--disse Nanà.--Fu lei che m'indusse a venir qui stasera.
+
+--È piuttosto brava--disse Marliani tanto per dir qualche cosa.
+
+--Anzi--soggiunse Nanà levandosi; giacchè in lei la risoluzione era sempre
+contemporanea all'idea che le scattava in testa e non usava mettere fra
+l'azione e il pensiero il benchè minimo intervallo.--Voglio andar sul
+palco a trovarla. Accompagnami.
+
+Nanà dava assai facilmente del tu a' suoi amici. Chi non sapeva nulla
+di questo vezzo, aveva talvolta delle sorprese singolari. Capitava di
+doversi domandare se ella avesse tanti amanti o tanti fratelli, o
+tanti cugini quanti si trovavano in una sala in cui ci fossero, per
+esempio, una trentina di giovinotti.
+
+A ventinove di essi, essa dava del tu, con magnifica disinvoltura.
+
+--Mi lasci qui sola?--disse la signora Fanny.
+
+--Vieni anche tu.
+
+Nanà diè il braccio a Marliani, e si mossero verso il palcoscenico.
+
+Sul palco trovarono per prima la Giannella, a cui un collega burlone
+stava dando a intendere che quella mattina una donna aveva partorito,
+uno dopo l'altro, dieci figli tutti maschi e tutti vivi.
+
+A tale notizia, la Giannella aveva spalancati i suoi occhi grigi e
+aveva sclamato:
+
+--Tu mi sgonfii!
+
+--Ma no; è un fenomeno rarissimo, ma non è la prima volta che succede.
+
+--Fino a quattro, l'ho già sentito dire anch'io... ma dieci poi... mi
+par troppo.
+
+--Eppure è un fatto!
+
+--Oh, guarda mo', povera disgraziata!--sclamò allora la Gianella, che
+s'era data subito a credere al barzellettatore.--Ed è viva ancora?
+
+--Altro che viva! Si dice anzi che ieri, dopo soli tre giorni, sia
+andata dal Cabrino a ballare.
+
+Un barlume di sospetto che il suo compagno d'arte si burlasse di lei,
+passò negli occhi sorridenti della Gianella.
+
+--Per bacco! Dieci? Saranno ben piccini.
+
+--Ma che!--rispose l'altro colla più imperturbabile serietà--sono
+tutti grossi, al contrario, come bimbi di un mese.
+
+--Ma bisogna dire allora che essa sia una gran macchina di donna.
+
+--Lei? Non è più grossa di te.
+
+La Giannella portò le due mani sul grembo, come per assicurarsi che in
+esso non ci avrebbero potuto stare dieci marmocchi.
+
+In quel punto gli astanti che non potevano più reggere, scoppiarono in
+una fragorosa unanime risata.
+
+--Ah! Voleva ben dir io!--sclamò la buona Giannella, guardandosi
+intorno ramminchionita e sorridente.--Che cosa ne so io? Se ne sentono
+tanti adesso di _felòmeni_!
+
+* * * * *
+
+Nanà e i suoi due compagni s'erano fermati presso la Giannella e
+avevano udito quel singolare diverbio: "Ma è la _Tatan Nenè_ sputata"
+pensò Nanà.
+
+In questo il direttore le si accostò:
+
+--Vorrei parlare a madama Blanche--disse quello.
+
+Il direttore le additò il camerino e ve l'accompagnò.
+
+Nel camerino di madama Blanche Nanà trovò Aldo Rubieri e il marchese
+Sappia, i quali avendola veduta andar sul palcoscenico dalla parte di
+destra, l'avevano preceduta dall'altro ingresso a sinistra.
+
+Aldo Rubieri e Sappia non si conoscevano; madama Blanche li aveva
+presentati uno all'altro.
+
+--Di nome è un pezzo ch'ella è conosciuta da me--gli disse il
+marchese.
+
+--Posso dire anch'io che il di lei nome non mi è nuovo. Ell'è grande
+amico di un mio amico, il conte O'Stiary.
+
+--Di Enrico? Ma sì, diavolo! L'ho lasciato appunto in platea.
+
+Nanà entrò.
+
+Dopo gli abbracci, i saluti, le congratulazioni colla artista
+cominciarono i complimenti da parte di Sappia e di Rubieri che madama
+Blanche le presentò.
+
+Questi da vero artista, che ha il diritto di rilevare più che altri,
+le bellezze formose nella donna, scoccò a Nanà un complimento così
+plastico, che questa ne restò colpita ed estatica.
+
+Allora ella gli parlò subito del desiderio di avere da lui un ritratto
+in marmo. Gli domandò il permesso di andar il giorno dopo a visitare
+il suo studio.
+
+Quanto al marchesino Sappia egli era così commosso dalla vicinanza di
+Nanà che balbettava, e per mostrar disinvoltura faceva invece la corte
+a madama Blanche.
+
+Madama Blanche, che aveva mangiata subito la foglia, accettava quella
+corte di ripiego con molta ironía. Ella si era messa allo specchio e
+truccandosi faceva mostra di non sentir le lodi che Rubieri profondeva
+a Nanà, perchè quelle lodi... fatte a un'altra, nel suo camerino, la
+seccavano enormemente.
+
+Finalmente il Sappia interpellato da Nanà dovette volgersi anche a
+lei. E allora si capì perfettamente che quelle due creature, le quali
+pareva proprio si vedessero per la prima volta, s'erano conosciute
+altrove... di sfuggita, misteriosamente, da un gran pezzo forse, ma
+s'erano già vedute in qualche altro luogo di questo mondo.
+
+Una frase di Nanà tolse ogni dubbio a Rubieri e a madama Blanche.
+
+--Voi siete sempre un gentiluomo, non è vero?--domandò Nanà a Sappia,
+accomiatandosi e stringendogli la mano molto inglesamente. A cui
+Sappia aveva risposto:
+
+--Ne potete dubitare? Non temete nulla da me.
+
+* * * * *
+
+Nanà quando fu nello studio dello scultore fu presa dalla sua solita
+smania di far valere la sua immensa bellezza plastica. A Rubieri era
+bastato uno sguardo per accorgersi di essa e non avrebbe potuto
+desiderar di meglio che di averla per modella. Ma naturalmente non
+osava. Fu Nanà che gli disse essere pronta a lasciarsi far il ritratto
+ignuda, e allora Rubieri per idealizzare l'opera sua aveva trovato
+un'idea che gli era parsa luminosa, e che Nanà aveva accettata con
+entusiasmo.
+
+--Io farò di voi la Venere contemporanea.
+
+E così s'era fatto. In meno di quindici giorni, dal blocco informe di
+creta, era già sortita come un giorno dalle spume del mare somigliante
+e stupenda la statua-ritratto della Nanà.
+
+
+
+
+VI.
+
+
+Filippo Marliani abitava in una camera di venticinque lire al mese in
+via Solferino.
+
+Era una stanza che pareva creata apposta per designare il carattere e
+l'ingegno di chi l'abitava. Per quanto preoccupato, per quanto al
+verde, per quanto disgraziato un uomo di buon gusto, non può vivere in
+certe camere mobiliate milanesi, ancorchè gentile ne sia la padrona
+che la rigoverna soffice il letto e a buon mercato la pigione. C'è in
+molt'uomini un sentimento delicato, ombroso, superiore ad ogni idea di
+risparmio, inavvertito spesso, ma sempre vigile e tiranno per conto
+proprio, il quale si ribella continuamente all'aspetto delle cose
+volgari o anche soltanto sgraziate e brutte.
+
+Filippo Marliani, che era pure quel che si dice un bel giovane, e che
+era stato anche ricco, aveva il difetto di essere assolutamente privo
+di ogni idea estetica, non sognava che a questo mondo esistesse il
+sentir fine, non aveva alcuna nozione nè innata nè acquisita del buon
+gusto.
+
+Filippo, da parecchi mesi, trovavasi in una terribile crisi
+finanziaria. Aveva fatte delle perdite grosse al giuoco, e s'era
+ridotto in quella camera da venticinque lire al mese, dopo d'aver
+venduto a poco a poco tutto ciò che teneva di bello e di ricco nel suo
+antico quartierino da scapolo agiato.
+
+* * * * *
+
+Il giorno dopo della sera che Filippo rivide Nanà a teatro--era un
+sabato--si trovava possessore dell'ultimo, unico, estremo suo
+biglietto da mille lire; con ottocento di esse doveva soddisfare a un
+debito di giuoco rimastogli della sera innanzi, col resto tentare per
+l'ultima volta la sorte. Se questa gli fosse stata avversa si sarebbe
+fatto saltar le cervella. Lo aveva fissato e gli pareva di aver il
+coraggio di non mancare al proposito.
+
+L'incontro di Nanà a Milano era un fatto che doveva influire
+grandemente su questo progetto. Egli non si accorse di desiderare
+ancora ardentemente quella donna. La miseria è tal cosa che tronca
+ogni desiderio superfluo. La galanteria all'aspetto di questa si
+spaventa e fugge.
+
+Nanà s'era accorta ch'egli doveva essere in miseria. Le donne in
+questo hanno un fiuto straordinario. Essa che lo aveva conosciuto a
+Parigi soltanto tre anni prima splendido e prodigo, vestito assai
+bene, lindo, profumato, aveva capito a prima vista la differenza.
+
+* * * * *
+
+Era di poco battuto il tocco quando Nanà entrò nella camera di
+Filippo. Essa entrò sorridendo e mostrando fra le labbra le sue
+mirabili due fila di denti, coll'aria trionfante di una donna la quale
+sa di render all'uomo che essa va a trovare uno degli onori più grandi
+che creatura umana possa fare ad un suo simile.
+
+Ma dato un rapidissimo sguardo intorno in quella camera di Filippo
+fece una smorfia colle labbra e cogli occhi, nella quale si sarebbe
+veduto chiaramente un senso spiegatissimo di delusione e di disgusto.
+
+Filippo voltava le spalle all'uscio pel quale Nanà era entrata, e
+stava tutto assorto, sotto ad una finestra, in una operazione
+discretamente eteroclita.
+
+L'aspetto di quella camera aveva dato di botto sui nervi a Nanà.
+Eppure la era una stanzetta ordinata, pulita, ammodo. La stiratrice
+che era venuta poco prima a recar a Filippo la sua scarsa biancheria
+della settimana non rifiniva di lodarla. Ella trovava che ci si
+sarebbe stati bene anche in due. Non un filo fuori di posto; non una
+macchia, non uno sdrucito.
+
+Ma agli occhi di Nanà c'era del superfluo che guastava ogni cosa.
+
+Sulle pareti, per esempio, in cornici di finto ebano stavano appese
+quattro stampe rappresentanti quattro episodi del vecchio testamento:
+abbominî di disegno, di composizione e di colorito. E Filippo non se
+n'era mai accorto!
+
+C'era un caminetto. A chiudere la bocca di quel caminetto c'era un
+paracamino. Uno sciagurato imbianchino sulla carta di quel telaio
+aveva dipinto un paesaggio al cader del sole così obbrobrioso, da far
+venire in uggia la campagna ed il cader del sole.
+
+E Filippo non se n'era mai accorto.
+
+Sul piano del caminetto Nanà scorse tre oggetti nefandi. Al posto del
+pèndolo, una grossa scatola col coperchio tutto incrostato di
+conchiglie terrestri e fluviatili, e, da una parte e dall'altra, due
+vasi barocchi con dei fiori di velo, sotto la loro brava campana di
+vetro colla rispettiva ciniglia verdesporco, che ne cingeva la base
+sul piedestallo di legno dorato.
+
+Quei quadri, quel paracamino, quella scatola colle conchiglie e quei
+vasi erano certo la parte caratteristica, dirò così, di quella
+ignobile stanza, ma non erano ancora tutto. Intorno intorno Nanà, con
+quell'ammirabile rapidità di sguardo ch'ella possedeva quando voleva
+vedere, pari alla supina inerzia ond'era presa quando non le importava
+nulla di sapere, ebbe un'altra impressione molesta; quella che alla
+Francese si direbbe _choquante_.
+
+Fu la presenza di un oggetto preparato su una sedia a piè del letto,
+accanto ad una camicia di bucato: un bel paio cioè di bretelle
+ricamate.
+
+Le bretelle all'imaginazione delle donne rappresentano la vecchiaia
+dell'uomo che le porta. Eppure quelle bretelle di Filippo erano
+bellissime per quanto logore e macchiate dal sudore. Erano un avanzo
+dei giorni agiati e felici. Si capiva lontano un miglio che dovevano
+essere state un dono di qualche umile e molto borghese amante. Le
+liste maggiori erano minutamente ricamate in seta con leggiadro
+lavoro. Esse facevano capo da una parte e dall'altra a degli anelli,
+da cui si biforcavano i minori straccali di pelle liscia, che
+terminavano cogli occhielli, i coniugi legittimi dei rispettivi
+bottoni dei pantaloni.
+
+* * * * *
+
+Filippo stava, come fu detto, colle spalle rivolte all'uscio
+d'ingresso, intento in un'operazione alquanto misteriosa. Teneva
+piegata la testa e lavorava attento a due mani intorno ad un oggetto
+che Nanà non poteva discernere.
+
+Nanà, accortasi che egli non l'aveva udita entrare, tossì.
+
+Filippo si volse come sgomento, e vedendo la bella donna lì sul
+limitare, arrossì tutto e portò le due mani dietro la schiena.
+
+Non ci riuscì a nascondere il proprio delitto. Nanà aveva già veduto,
+aveva capito tutto ed era scoppiata in un irrefrenabile riso.
+
+Filippo nella destra teneva una forbice inditata, e nella sinistra un
+solino da collo inamidato, al quale stava facendo la barba.
+
+Il far la barba ai solini da collo che perdono la bava dall'orlo, è
+un'operazione che le stiratore non si attentano di fare per loro
+conto, e che spetta a que' poveri diavoli, i quali non pensano a
+provvedere dei solini nuovi, quando i vecchi sono logori. Certo è che
+codesta operazione è fra le più gelose della vita, tanto che chi è
+costretto di farla, si lascia vedere il meno possibile che può e tanto
+meno poi da una donna, e tanto meno poi da una donna bellissima, alla
+quale già altra volta si è protestato ardentissimo amore.
+
+Nanà trattenne l'ilarità, che mortificava Filippo e fu la prima ad
+aprir bocca, e senza il più piccolo preambolo gli disse a bruciapelo:
+
+--Cosa diamine è successo di te? Sei dunque rovinato?
+
+--Perchè?--balbettò Filippo.
+
+--Ma lo si capisce. Sei venuto a stare in una camera, dove io non ci
+starei nemmeno dipinta, e ti tocca, a quel che sembra, di refilare i
+tuoi colli per poter uscire.
+
+Filippo non rispose.
+
+--Dunque non mi dici nulla a vedere che io mi sono incomodata per
+te?--diss'ella che si era seduta frattanto nell'unica sedia a
+braccioli che fosse nella camera.
+
+E sdraiandosi in essa Nanà non aveva mancato, come al solito, di
+scoprire per un buon palmo, con un colpetto di mano, la stupenda gamba
+a Marliani già nota.
+
+Filippo non aveva buon gusto; ma contava, prima di tutto, soli
+ventisei anni, possedeva una salute di ferro e una concupiscenza
+d'oro. Il suo temperamento sanguigno, irritabilissimo al solletico del
+senso, era già stato scosso potentemente al primo incontro degli
+occhioni di Nanà; Potete figurarvi cosa ne nacque alla vista del piede
+e della calza di seta ond'era coperta la gamba della donna già amata
+alla follia....
+
+Lasciò cadere a terra solino e forbice, si avventò per così dire
+contro Nanà, con un moto di caldissima tenerezza, e fece per
+stringerla al seno.
+
+--Un momento!--sclamò Nanà ritraendosi colla sedia; la quale avendo le
+rotelle scivolò indietro un bel tratto. Filippo che s'era curvato
+innanzi, perdette l'equilibrio e stette quasi per stramazzare al
+suolo. Lo scappuccio che egli fece mancandogli il centro di gravità fu
+così comico che Nanà dovette malgrado dar fuori in un'altra grande
+risata.
+
+Nè faceva bisogno d'essere una _cocotte_ parigina per questo!
+
+Filippo questa volta era mortificato sul serio.
+
+Nanà godeva immensamente in cuor suo di riuscir con così poco a
+mortificare un pover'uomo! Anzi parendole venuto il tratto per
+aumentar la dose di quella confusione, si volse, prese in mano gli
+sciagurati straccali, che stavan sul dossale della sedia e
+presentandoli a Filippo:
+
+--Tu dunque--disse--ti sei messo a tirar su i pantaloni con queste
+carrucole?
+
+A Filippo s'affacciò per risposta e per giustificazione una bugia.
+
+--Li usai per montar a cavallo--voleva dirle.
+
+Ma pensò che Nanà se ne intendeva e che nei bei tempi andati l'aveva
+veduto vestirsi una volta per montar a cavallo, senza bisogno di quei
+tiranti. S'accontentò di rispondere:
+
+--Il sarto m'ha fatto i calzoni troppo larghi.
+
+Per poco ancora stettero in silenzio. Filippo divorava cogli occhi
+Nanà, che guardava altrove e diceva fra sè: che grullo!
+
+--E dunque?--ricominciò Nanà.
+
+--Dunque, che cosa?
+
+--Non mi conti nulla?
+
+--Io nulla.
+
+--Sei in collera?
+
+--No, ma capisci bene.
+
+--Che cos'è che debbo capire?
+
+--Io avrei voluto abbracciarti e farti un bacio e tu ti ritiri, che
+quasi mi facevi cadere e poi invece mi domandi se tiro su i calzoni
+colle carrucole.
+
+--Mi piace tanto a veder gli uomini arrabbiare!
+
+--Ancora?
+
+Se Filippo non avesse avuto in corpo quell'orgogliuzzo da dozzina,
+quel ticchio permalosamente goffo, che è pure la caratteristica di
+tanti bei giovani di Milano e di altri luoghi, in questo punto avrebbe
+trionfato immediatamente.
+
+Ho detto che in fatto di sensualismo Nanà non aveva ritegni.
+Contraddizione costante anche in questo. Essa era a momenti una donna
+fredda come marmo o magari, a momenti, la più sfrenata baccante della
+terra. Da madre natura ella pareva creata indubbiamente e mollemente
+lasciva; i suoi occhi e le sue rotondità troppo chiaramente parlavano;
+non si poteva pigliar abbaglio.
+
+Quel giorno, dopo tanto erotico digiuno, ella sarebbe stata in gran
+vena di pazzie; e se Filippo avesse saputo fare, ella sarebbe tornata
+sua amante d'un giorno, con entusiasmo, malgrado la manifesta arsura
+di lui.
+
+Povero Filippo Marliani!
+
+Egli non s'accorse di essere un uomo perduto. Il presentimento non gli
+disse che fra il suo suscitato ardentissimo desiderio e la pur
+evidente condiscenza di Nanà, due elementi che sarebbero stati lì lì
+per intendersi tanto bene, si era elevato un ostacolo insormontabile
+nella mente e per ciò nei sensi di lei: il sentimento del ridicolo.
+Gli è in questo senso che i Francesi dicono che il ridicolo uccide.
+
+Egli non vedeva in quel punto che la difficoltà di rompere di nuovo il
+ghiaccio.
+
+Ebbe una sciagurata ispirazione.
+
+Si mosse verso l'uscio.
+
+--Che fai?--gli domandò Nanà.
+
+--Chiudo l'uscio--rispose Filippo con un sorriso tra l'ebete, il
+compiacente e il fatuo.
+
+--A chiave?
+
+--Sicuro a chiave.
+
+--Non voglio.
+
+--Perchè?
+
+--Perchè m'hanno veduta entrare e non voglio si dica che fui chiusa
+dentro a chiave con te. E poi del resto sai, debbo andarmene subito.
+
+--Che cosa sei venuta qui a fare allora se vuoi andartene subito?
+
+--Oh bella! Prima per domandarti un parere per un'idea che m'è venuta,
+cioè per una proposta che mi fu fatta da un impresario, che vorrebbe
+ch'io diventassi artista... poi per raccomandarti di non parlar di me
+a nessuno... poi....
+
+--Poi che cosa?
+
+--Poi per vedere se tu mi potevi prestare un migliaio di franchi.
+
+Filippo si sentì come fulminato. Ma non si tradì.
+
+--E se io potessi prestartelo il migliaio di franchi che faresti tu
+per me?--disse con voce leggermente tremula di emozione.
+
+--Nulla... cioè ti ringrazierei.
+
+--In che modo?
+
+--Colla bocca.
+
+--Null'altro?
+
+--Null'altro.
+
+--Perchè?
+
+--Perchè--rispose Nanà--non vorrei che tu credessi ch'io voglia
+ripagarti del favore che mi faresti.
+
+--Neppur un bacio?
+
+--No. Un mio bacio o non deve valer denaro o deve valere dei milioni.
+
+--Poumh?
+
+Filippo dalle sortite di Nanà era continuamente disorientato. Quello
+spirito pieno d'ordine, abitudinario, limitato e timido non capiva le
+eccentricità di Nanà. Lo facevano ammutolire.
+
+Allora quello sventurato, che teneva nel portamonete il danaro, col
+quale doveva pagare nelle ventiquattro ore il suo debito di giuoco
+della notte prima, trasse di tasca il portamonete e fece atto di
+cavarne il biglietto da mille.
+
+--No--disse Nanà alzando la mano verso di lui.--Ora non li voglio più.
+
+--Perchè non li vuoi più?--domandò con crescente esterefazione
+Filippo.
+
+--Sei sfortunato oggi--sclamò Nanà sorgendo in piedi e ridendo un poco
+sforzata.--Se tu mi avessi dati que' mille franchi senza dir parola,
+se invece di pensare al compenso tu mi avessi fatto vedere che non
+pensavi ad altro che a rendermi un servizio, puoi star sicuro che....
+Capisci bene; tu mi conosci già! Così me ne vado. Addio.
+
+Filippo mise in tasca il portamonete.
+
+Lo sguardo con cui Nanà accompagnò quella ritirata nelle tasche,
+mentre stava per volgere le spalle al giovane, fu una piccola iliade
+di ironia e di disprezzo.
+
+--Nanà, fermati--le disse Filippo prendendole una mano.
+
+Ella si volse.
+
+--Io non ci capisco un bel nulla, di questi tuoi capricci.
+
+--Lo so bene che non capisci nulla. Se tu li avessi capiti, non ci
+saremmo annoiati l'uno dell'altro in soli otto giorni... ti ricordi, a
+Parigi. Oppure a quest'ora io sarei già stata tua di nuovo.
+
+--Ammetterai però d'esser un grande originale!
+
+--Sarà benissimo!
+
+Filippo le recinse la vita colle braccia, e Nanà le lasciò fare. La
+mossa, il gesto del giovane erano stati fatti abbastanza bene, e ciò
+era bastato perchè Nanà non se ne fosse schermita. Filippo curvò la
+testa sulla guancia di Nanà, la baciò ardentemente poi le disse in
+orecchio:
+
+--Che cosa dovrei fare per ridiventarti simpatico?
+
+Nanà ruppe a ridere. Filippo, abbassando lo sguardo sul seno turgido e
+semicoperto della voluttuosa creatura si sentì nelle vene un fenomeno,
+come se in esse fosse corso, non del sangue, ma della lava
+incandescente.
+
+--Che cosa dovresti fare per diventarmi simpatico?--rispose Nanà
+svincolandosi da lui.--È più facile ch'io ti dica quello che non
+dovresti fare. Vedi, Filippo, per me il cedere non è questione come
+per tante altre, nè di tempo, nè di fatti, nè di gratitudine, nè di
+compassione. A me gli uomini sono simpatici o sono antipatici a prima
+vista. Dopo due minuti che li ho veduti o che li ho intesi a parlare,
+io potrei dirti: di questo non sarò mai l'amante, di quello lo sarei
+stata in tre ore, s'egli mi avesse voluta.
+
+--Ma tu di me lo fosti già una volta!
+
+--Appunto perchè allora mi apparisti amabile.
+
+--Ed oggi no?
+
+--No.
+
+--Perchè?
+
+Nanà, parlando girandolava per la camera ed era giunta dinanzi al
+camino.
+
+--Ecco, per esempio--diss'ella alzando il coperchio della scatola
+fatta di lumachine e di conchigliette--ecco qua. A me sarebbe
+impossibile l'innamorarmi di un uomo, il quale tiene in casa sua di
+queste porcherie.
+
+--Che ne so io? C'era, l'ho lasciata e la mi serve.
+
+Nella scatola, Nanà vide delle fotografie. Ne levò una, la guardò con
+un sorriso pieno di ironia, poi domandò:
+
+--Chi è questa?
+
+--È la mia amorosa--rispose Filippo con un'alzata d'ingegno.
+
+--Davvero? Te ne faccio i miei complimenti. È molto bella.
+
+--Ti pare?
+
+--C'è mai pericolo che essa mi trovi qui?
+
+--No. Essa non viene qui. Vado io da lei.
+
+--Perchè non me l'hai detto subito che avevi un'amante di questa
+forza?
+
+--Perchè essa ama me, ma io non amo lei.
+
+--Chi ami tu?
+
+--Lo sai bene.
+
+--Vorresti darmi ad intendere che tu sei innamorato ancora di me?
+
+--Ora che ti ho riveduta, sono certo di esserlo, perchè tu sei sempre
+per me la più bella donna dell'universo.
+
+Nanà vibrò al giovine uno di que' suoi sguardi ben intenzionati, che
+avrebbero avuto la potenza di far rizzare i capelli in capo a un
+morto.
+
+Filippo spasimava.
+
+--Nanà, sii buona--le disse egli; e prendendole le mani se la attirò
+sul petto, la recinse col braccio, le disse all'orecchio parecchie
+frasi insensate e senza sintassi, ma che volevano dir tutte
+chiaramente la stessa cosa.
+
+Nanà lasciava fare e udiva con voluttà quel vaniloquio.
+
+Ad un tratto sclamò:
+
+--Mi hai detto che essa è innamorata di te?
+
+--Molto.
+
+--E soffrirebbe se tu la dovessi lasciare?
+
+--Credo che ne soffrirebbe assai.
+
+--Vuoi tu lasciarla per amor mio?
+
+--Me lo domandi?--rispose come gemendo lo sciagurato Filippo.
+
+--Me lo giuri?
+
+--Te lo giuro.
+
+--Che pegno, che sicurtà mi puoi dare che lo farai?
+
+--Quella che tu vorrai impormi.
+
+--Se io esigessi che tu non l'avessi a vedere mai più?
+
+--Obbedirei.
+
+--Se io volessi che tu stracciassi in mille pezzi questo suo ritratto?
+
+--Ecco--disse Marliani facendo il ritratto in pezzi.
+
+--Se io volessi che tu gettassi dalla finestra queste lumachine?
+
+--Ecco.
+
+E afferrata la scatola Marliani aperse le imposte, diè un'occhiata di
+sotto nel cortile e vi scaraventò la scatola.
+
+--Se io esigessi che tu non avessi più mai a portar le bretelle?
+
+--Ecco!
+
+E Marliani, raccolte le forbici che stavano a terra, e presi in mano i
+tiranti, li tagliuzzò in varî pezzi.
+
+--Sei contenta?
+
+--Sì.
+
+--Vuoi altro?
+
+--No. Adesso che sono persuasa, va pure a chiudere l'uscio a chiave.
+
+* * * * *
+
+La mattina seguente al bel primo svegliarsi si affacciarono alla mente
+di Filippo Marliani due imagini e due idee importantissime, di cui
+l'una voluttuosamente splendida, l'altra sgarbatamente molesta.
+
+La prima era Nanà. Quella donna che tutti desideravano, che aveva
+prodotta nella gioventù dorata di Milano una insolita effervescenza,
+per posseder la quale molti avrebbero dato, se non la vita, gran parte
+dei loro averi, era ridivenuta senza farlo basire, la sua amorosa.
+
+La seconda idea, che attraversava e che smorzava quella superba gioia
+era la ripetizione di un fastidio e di un rimorso che già egli aveva
+risentito il dì prima, non appena Nanà lo aveva lasciato solo nella
+sua cameretta. Era prodotta da due fatti egualmente gravi e umilianti:
+quello di trovarsi senza più il becco d'un quattrino indosso, e quello
+di non aver potuto pagare nelle ventiquattr'ore il debito di giuoco di
+ottocento franchi, contratto la notte dianzi.
+
+Egli, infatti, di nascosto di Nanà, la quale--credeva.--non avrebbe
+voluto più accettare il suo dono le aveva scivolato nel portamonete il
+suo ultimo biglietto da mille franchi, che avrebbe dovuto servire a
+quell'ufficio indispensabile per chi voglia comparire ancora in una
+sala di giucco.
+
+E si trovava perfettamente al verde. E--ciò che non è indifferente a
+notarsi--non teneva più in casa neppur un filo con cui far danaro.
+L'abbiamo veduto fare la barba ai solini da collo sfilacciati. Segno
+di grande arsura!
+
+Se non che l'anima umana è così avida di felicità e si sottrae così
+volentieri al dolore e all'umiliazione, che sulle prime il pensiero di
+Filippo figgendosi ardentemente nell'imagine di Nanà gli fe' riprovare
+soltanto la gioia e l'estasi vivissima d'averla ancora posseduta.
+
+--Nanà, mia Nanà, bella Nanà terribile--andava egli dicendo mentre si
+vestiva; e non si saziava di ripetere quel nome come per tener
+occupata la mente e ributtar indietro le idee importune.--Che
+splendida creatura! Che occhi, che capelli, che denti, che profumo di
+donna sana! Ma l'orgasmo erotico durò poco.
+
+Bisognava pensar all'avvenire, e provvedere alla vita. Quell'ultimo
+biglietto da mille, che avrebbe dovuto servire, per tre quarti a pagar
+un debito di giucco, e pel resto ad essere arrischiato, e a produrre
+chissà che _risorsa_, sfumato in quel modo gli toglieva la speranza di
+potere la sera tentare di nuovo la sorte. Ad ogni modo in bisca egli
+non ci sarebbe andato che di sera. Ma intanto? I due piccoli problemi
+della giornata: la colazione ed il pranzo, come si risolveranno?
+
+"Potrei--cominciò passando in rassegna i mezzi leciti--potrei andar in
+cerca d'un amico e farmi invitare da lui dicendo di avere dimenticato
+a casa il portamonete. O potrei anche fingere al _restaurant_ di
+averlo lasciato a casa. Ma questo stratagemma andrà bene un paio di
+volte! E poi? Chi me ne darà?
+
+Erano però i due espedienti più ragionevoli pel momento; risolse di
+metter in pratica l'uno o l'altro a seconda del caso, e uscì.
+
+Non trovando l'amico da cui farsi invitare fece colazione come il
+solito al suo caffè, ordinò al cameriere di fargli il conto, poi
+frugando in tasca colla più gran disinvoltura del mondo, finse d'aver
+lasciati a casa dei biglietti da mille, che ci avrebbero dovuto esser
+dentro, e si levò tutto turbato per paura che... la donna che
+rigoverna la camera... non si sa mai!...
+
+--Si figuri!--gli aveva già detto il cameriere, prima ch'ei fingesse
+quelle smanie.--Pagherà domani!
+
+Anche quel pagherà domani fece a Filippo un effetto singolare...
+
+"Chi è che mi insegna come si fa a guadagnar danaro?"--pensava
+avviandosi senza saper dove.--Domani se non pesco danaro non potrò
+neppur tornar qui a far colazione. Gli amici li ho già gonfiati tutti.
+Non c'è più da cavarne nulla. È terribile!"
+
+La farsa del portamonete lasciato a casa fu ripetuto da lui per il
+pranzo in altro luogo.
+
+Ma venne il vero punto tòpico, anche per Filippo Marliani; quello cioè
+di non poter più passare dinanzi a certi caffè nè a certe trattorie
+per non farsi vedere, e di non saper più quale albergo scegliere
+ancora da mistificare.
+
+Per capir bene questa situazione in tutta la sua verità, in tutti i
+suoi spaventevoli particolari, in tutti i suoi segreti inesplorati, è
+necessario saper bene che cosa voglia dire patir la fame per mancanza
+fin di un paio di soldi da comperarsi almeno del pane.
+
+E si badi! A questa fame, per mancanza di pane, non vanno soggetti che
+gli uomini della condizione di Filippo Marliani, a cui è vietato il
+guadagnar sia pure due soldi. Il miserabile, che vuol lavorare, non sa
+che cosa sia. Se non trova da guadagnar i due soldi, stende magari la
+mano all'elemosina e li raccatta. Marliani no. Per capir bene, ripeto,
+questa situazione, è necessario l'essere andato qualche volta a letto
+verso il tramonto, quando la fame più assaetta lo stomaco, a tentar di
+dormire per non provar gli spasimi e l'umiliazione. È necessario
+sapere qual grado di carattere e di probità abbisogni ad un uomo che
+veste di panno per affrontare e cacciare indietro le idee invadenti,
+che fanno ressa e rivolta in faccia al senso morale, protestando
+rabbioso contro la ingiustizia distributiva, contro il sistema
+sociale, contro tutto ciò che i politici chiamano l'ordine stabilito.
+
+Filippo Marliani però non pensava che del suo trovarsi in
+quell'orrendo disagio aveva colpa lui stesso.
+
+Amava meglio prendersela contro l'ordine stabilito.
+
+Camminando alla ventura delle ore intere, resistendo all'idea di andar
+a trovare Nanà, alla quale non voleva presentarsi a mani e a tasche
+vuote, egli andava facendo, senz'accorgersi, una quantità di
+ragionamenti nuovi e di piccole operazioni strane, inusate, senza
+senso comune. Era capace di tener dei quarti d'ora gli occhi a terra,
+sperando di trovare sul cammino un biglietto da mille, smarrito da
+qualche banchiere distratto, o un brillante uscito fuori da un
+orecchino di donna, o una borsetta piena d'oro, perduta da qualche
+inglese in viaggio. E in quel momento l'idea dell'obbligo di portar
+queste cose al Municipio, non gli era nemmeno apparsa in ombra. Nella
+sua testa non sbucciavano che idee malsane, come in un campo sterile e
+dimenticato non germogliano che male erbaccie. Disperando a un tratto
+di trovare pe' sassi qualche oggetto di valore, alzò gli occhi a caso
+e si trovò accanto alla vetrina di un cambiavalute. Si fermò di botto
+ed ebbe anche la stupidità di credere che questo fosse un buon
+augurio. Là dinanzi, cogli occhi intenti sulle monete d'oro e sui
+biglietti di banca sciorinati nell'interno della vetrina, il povero
+affamato sentì svilupparsi nel capo dei miasmi di cupidigia morbosa, e
+nel pugno una smania di sferrar un colpo nella lastra di vetro. Cose
+tutte che non aveva mai provate di sua vita. "Se si potesse far un
+buco senza che nessuno se ne accorgesse? Lì c'è appunto un biglietto
+da mille. Andrei a pranzo, poi stasera pagherei il debito, poi cogli
+altri dugento... chissà!"
+
+Guardossi intorno come trasognato. Rinsavì; ebbe vergogna de' proprî
+pensieri; odiò quelle tentazioni; pure il suo sguardo, tra lo
+spaventato e il suppligante, pareva dire ancora: Chi mi dà un
+biglietto da mille?
+
+Si staccò da quella vetrina--già, per la intenzione, ladro!--proseguì
+il suo cammino sempre intontito e in preda al più desolante
+scoraggiamento. La fame aumentava. Intorno a' suoi pensieri
+scattavano, ondeggiando come in nebbia opaca, delle fantasticherie di
+delitto e di rapina. A un certo punto fece anche improvvisa comparsa
+l'idea del suicidio, ed ei l'accolse di fronte come un ospite che non
+si attende, ma che fa piacere a vederlo.
+
+"No--diss'egli dopo averci pensato su qualche poco--sono sempre in
+tempo per questo."
+
+"E Nanà?"
+
+Questo nome ch'egli aveva dimenticato dacchè il pùngolo della fame era
+incominciato e il suo amor proprio era stato messo a così dura prova
+dalla necessità di fingere parecchie volte la scena del portamonete
+dimenticato--in tre o quattro _restaurants_ dov'era conosciuto--gli
+portò al cuore un'angoscia intollerabile.
+
+"Ah, bisogna uscirne a ogni costo--pensò.--Io non posso lasciare Nanà.
+Essa mi abbisogna più che il pane da sfamarmi. Non vivo così! È troppo
+tormento! È necessario ch'io abbia molto danaro. Essa non mi ama al
+punto da volermi gratuitamente, per me solo. Essa fu mia ancora...
+senza interesse... è vero. Ma chissà... per temperamento forse. Ma non
+vorrei io stesso!"
+
+La risultante di tale ragionamento fu questa frase:
+
+"È necessario aver danaro."
+
+E fra tutte le mariuolerie di cui potesse avere in testa un'idea, andò
+cercandone qualcuna da metter subito in pratica.
+
+Tutt'a un tratto un'idea luminosa lo colpì. Gli tornarono in mente
+certe parole misteriose che aveva udite per caso, alcuni mesi prima...
+da un certo tale... parole a cui allora non aveva posto la più piccola
+attenzione e che ora gli comparivano, come ad un brick che naufraga,
+l'ancora di salvezza. Fu per lui un momento d'immenso sollievo; la
+speranza, la meretrice dell'anima, illuminò il suo volto che era
+divenuto a poco a poco emaciato, e senza pensarci sopra più che tanto,
+s'avviò.
+
+* * * * *
+
+"Chissà che non sia in tempo io stesso a pigliar quel posto"--diceva
+fra sè.--"Il signor Giacomino me ne saprà dire qualche cosa."
+
+Andò difilato in piazza del Duomo. Là cercò l'omnibus per Porta
+Garibaldi, e tutto infervorato nella sua idea, senza pensare che non
+teneva in tasca neppur il becco d'un quattrino, vi si cacciò dentro.
+
+L'omnibus si mosse e il conduttore gli stese la mano per avere il
+prezzo della corsa. Fu allora che Marliani si ricordò di non aver
+danaro. Ma avvezzo ormai a fingere quella manovra del portamonete,
+mise bravamente la mano destra nella tasca interna dell'abito, poi
+frugò di qua, frugò di là, fingendo una crescente inquietudine, e finì
+collo sclamare:
+
+--Cristo! M'han rubato il portafogli!
+
+--Màghero allora!--disse il conduttore dell'omnibus.
+
+--Sicuro. O me l'han rubato o l'ho lasciato in... quella bottega....
+Oh povero me!
+
+--Scenda, scenda... non importa. Pagherà un'altra volta.
+
+Filippo non se lo fece dire due volte. Discese, fe' mostra di rifar la
+strada verso quella bottega, poi, quando l'omnibus fu scomparso,
+svoltò di nuovo verso Porta Garibaldi.
+
+Giunto a un centinaio di passi oltre il teatro Fossati, entrò in una
+bottega di parrucchiere--che oggi non c'è più--e ad un figuro di
+vecchietto che stava là seduto su uno sgabello col sedile a vite, ad
+aspettare forse qualche pratica, disse:
+
+--Lei è il signor Giovannino, non è vero?
+
+--Per servirla. Vuol fare la barba?
+
+--No, per ora. La faremo dopo, in caso. Io sono venuto da lei per
+vedere se.... Si ricorda lei di avermi veduto, sarà un paio di mesi,
+col signor Silvestre Bonaventuri?
+
+--Mi ricordo. Lei è il signor Filippo Marliani.
+
+--Bravo! Allora ella disse al mio amico che non gli era ancora
+riuscito di trovare un giovine un po' educato e vestito bene, che
+volesse assumersi quell'incarico, ancorchè avesse offerto cinquecento
+franchi al mese.... Si ricorda?
+
+--Altro che ricordarmi.
+
+--Ebbene, l'ha trovato?--domandò il Marliani col cuore in sospeso;
+giacchè quella risposta poteva forse decidere della sua vita.
+
+--No--rispose il signor Giovannino.--Tutti hanno paura di cader in
+trappola.
+
+--Si può sapere di che si tratta? Se si tratta di avere del coraggio,
+sono qua.
+
+Il signor Giovannino espose la faccenda a Marliani. Questi domandò se
+si poteva parlare coi signori che proponevano l'affare.
+
+--Sicuro che si può. Me ne parlarono giusto anche stamattina. La
+signora Bibiana sopratutti è scaldata e vorrebbe trovare un giovine
+come dice lei, che sarebbe certo di far fortuna.
+
+--Chi è la signora Bibiana?
+
+--È quella che ha il morto. Una vedovona, che ce ne voglion tre di noi
+per abbracciarla.
+
+--Potrei parlare a questi signori?
+
+--Lei? È pronto lei ad accettare?
+
+--Sì--rispose secco il Marliani.
+
+--È giusto l'ora che son riuniti in bottega--soggiunse il
+parrucchiere.
+
+--Andiamoci allora.
+
+--Andiamo pure. Cecco, dove sei?
+
+Cecco uscì dalla retro-bottega.
+
+--Io vado un momento con questo signore, e torno subito.
+
+Così detto, uscì seguito da Marliani.
+
+Dati una ventina di passi parlando fra loro sottovoce, il parrucchiere
+svoltò dentro in una bottega da rigattiere.
+
+Una donnicciuola che se ne stava ebetamente seduta in un canto di
+quella uggiosa camera all'avvicinarsi dei due sconosciuti allungò il
+collo e ravvisato il signor Giovannino tornò a raggomitolarsi nella
+sua cretina immobilità.
+
+Il parrucchiere si avvicinò ad un uscio a due battenti socchiusi, che
+s'apriva nella parte di faccia all'entrata e che metteva in una
+tetanzuccia o retrobottega e fe' cenno a Marliani di fermarsi.
+
+Mise l'occhio allo spiraglio e pronunciò a voce melliflua:
+
+--È permesso?
+
+--Avanti--s'intese rispondere una voce secca; e sgarbata dal didentro.
+
+Il vecchietto si volse al suo compagno gli fè cenno di venir innanzi e
+schiuse l'uscio.
+
+Nella stanza dove erano per entrare il parrucchiere e Filippo Marliani
+stavano raccolte tre persone due uomini e una donna.
+
+Gli uomini erano entrambi in quell'età che non è giovinezza ma che non
+si potrebbe ancor dire maturità.
+
+La donna nei quarant'anni, che vestiva con volgare eleganza e mostrava
+un viso campagnuolo e rubicondo da farla giudicare per una fittavola o
+per la moglie d'un pizzicagnolo, era la signora Bibiana.
+
+Quelle persone se ne stavano sedute in silenzio a ridosso della luce
+che entrava da due finestre a vetri smerigliati, a destra e a sinistra
+d'un altro uscio, che metteva nel cortile. In tal modo i tratti del
+loro viso restavano in ombra mentre essi avevano il destro di vedere
+perfettamente rischiarato il volto di chi fosse venuto a parlar con
+loro. Facevano come certe donne sul tramonto che vogliono nascondere
+le grinze ai loro visitatori.
+
+--Venga avanti signor Giovannino--disse un di coloro al parrucchiere,
+che aveva domandato licenza di entrare.
+
+Questi si fermò accanto all'uscio lasciando il passo a Filippo
+Marliani.
+
+Gli occhi dei radunati si fissarono curiosamente; nelle sembianze del
+giovane sconosciuto.
+
+--La chiuda l'uscio--disse la signora Bibiana al signor Giovannino.--E
+lei--ripigliò volgendosi a Filippo con un sorriso--la tenga pure il
+suo cappello in capo e s'accomodi.
+
+--Comodissimo--rispose questi sedendosi sulla prima sedia che si trovò
+d'accanto.
+
+In questa il parrucchiere domandò licenza di andarsene, ma venne
+trattenuto dalla donna.
+
+--Che fretta! Stia qui un pò anche lei a sentire. Poi voltasi al
+Marliani:
+
+--Lei sarà già informato spero della cosa.
+
+--Gli ho spiegato io l'affare all'ingrosso--rispose il signor
+Giovannino.--Egli è pronto a firmare il contratto basta che entro
+domani gli sieno sborsate due mila lire.
+
+--Andiamo adagio--sclamò uno dei tre uomini levando la mano verso il
+vecchio--una cosa per volta e senza alzar la voce che nessuno qui è
+sordo.
+
+La donna volgendosi allora al giovine riprese.
+
+--Capirà anche lei... signor... signor?
+
+--Marliani--rispose questi.
+
+--Signor Marliani, che prima di stringere un contratto importante come
+questo, bisogna conoscersi un poco, perchè dove c'è da obbligarsi in
+faccia ai terzi; le cautele dei galantuomi non sono mai bastanti.
+
+--Troppo giusto--disse Marliani piegando il capo in segno di
+assentimento. Ma i suoi occhi si socchiusero nello stesso tempo con
+una espressione di ironica malizia.
+
+Quel sorriso non isfuggì all'occhio della donna la quale dissimulando
+riprese.
+
+--Dica dunque lei le sue intenzioni su quello che già le comunicò il
+signor Giovannino.
+
+--Il signor Giovannino mi propose di entrare come socio e col mio nome
+in una ditta commerciale senza esposizione da parte mia di alcun
+capitale--rispose Marliani.
+
+--Va bene--rispose la signora Bibiana.--I signori che lei vede qui
+riuniti sarebbero appunto i soci fondatori di una casa in pannine, di
+cui ella assumerebbe la gerenza alle condizioni che forse già conosce.
+
+--Le condizioni sarebbero di firmare col mio nome le cambiali della
+ditta.
+
+--Primo.
+
+--Nel caso di fallimento ch'io sia pronto a subire tutte le
+conseguenze conservando il massimo segreto sugli affari della casa.
+
+--Va bene.
+
+--Che in caso fosse necessario per salvare la ditta di far in prigione
+l'anno ed il giorno, io debbo esser pronto a prestarmi, e nel caso
+invece che la ditta credesse meglio, ch'io sia pronto a fuggire.
+
+Il giovine si fermò per avere un segno di assentimento. Le tre persone
+che gli stavano di contro erano immobili come cariatidi.
+
+--Non credo si esigano da me altri sacrifizi--rispose il giovine con
+una espressione di mal celata amarezza.
+
+Uno dei due uomini che non aveva ancora aperta bocca, alla nuova
+intonazione con cui il Marliani aveva pronunciate le ultime parole gli
+ficcò in viso gli occhi e disse:
+
+--Non sono sagrifizî codesti; sono condizioni naturalissime in
+chiunque si assume obblighi di questa specie. Non c'è nulla che sia
+fuori del consueto, anzi non faceva neppur bisogno di parlarne,
+giacchè poi si spera di non aver bisogno di fallire o di andar in
+prigione o di scappare.
+
+--Ho voluto enumerarli!--rispose il Marliani per mostrare a loro
+signori che io conosco le eventualità a cui posso andare incontro
+mettendomi in questo affare e per togliere loro il sospetto che io
+possa essere un novizio o un guastamestiere.
+
+--Ora parliamo delle condizioni in favore--disse la signora
+Bibiana.--Il signor Giovannino ha parlato di due mila lire subito.
+
+--Mi sono indispensabili.
+
+--Due mila lire è una bella somma--sclamò uno dei tre--ci vorrebbe una
+piccola garanzia.
+
+Marliani si alzò in piedi.
+
+--Cari signori--disse--se avessi una garanzia non sarei venuto a
+esporre il mio nome ai pericoli d'una gerenza commerciale di cui non
+dovrò tenere la cassa, nè avere neppure una piccola parte
+nell'amministrazione. Se avessi una garanzia andrei a levar i denari
+al dieci o al dodici per cento dal primo onesto banchiere che passa in
+strada, e il signor Giovannino non sarebbe venuto ad offrirmi di fare
+il prestanome.
+
+--Lei s'inganna--rispose la signora Bibiana con voce insinuante.--Io
+le dirò che prima di tutto non è vero che lei dovrà servire soltanto
+di prestanome perchè invece dovrà trattare in persona con me gli
+affari della ditta, far qualche viaggio e avere la sua brava parte di
+utili nei dividendi.
+
+--Se ce ne saranno--osservò uno dei tre.
+
+--Sicuro già, se ce ne saranno!--sclamò la donna stizzosamente.--In
+secondo luogo lei s'inganna se al giorno d'oggi crede di poter trovar
+danaro al dieci o al dodici per cento, a mena che non porga la
+garanzia di un proprietario.
+
+--Vedo insomma che lor signori non sono disposti a sborsarmi le
+duemila lire di cui ho bisogno--disse il Marliani.
+
+--Caro signore--rispose la donna sempre più dolce.--Il commercio è
+arenato. Per vivere col decoro che porterà la di lei posizione di
+rappresentante la ditta Marliani e C. bisognerà che noi le fissiamo
+anche una bella mesata. Vede bene che farle oggi una anticipazione di
+due mila lire ci sarebbe impossibile.
+
+--Di quanto sarebbe questa mesata?--domandò il Marliani.--Di trecento
+franchi--rispose la donna. Marliani si alzò e mosse un passo verso la
+porta lisciando il pelo del suo cappello a tuba e disse:
+
+--Siccome i patti non sono quelli che m'aveva lasciato sperare il
+signor Giovannino, che mi parlò di cinquecento franchi al mese, così
+mi duole di non poter accettare, e mi tocca di rivolgermi ad altre
+offerte.
+
+--A un'altra volta--rispose uno dei due uomini.--E nel caso che la
+ditta si risolvesse a fare maggiori sacrifizî il signor Giovannino lo
+avviserà.
+
+Marliani uscì lasciando l'uscio socchiuso.
+
+* * * * *
+
+Si capiva che la signora Bibiana era desolata.
+
+Un bel giovine di quella fatta!
+
+--La chiuda quell'uscio, Giovannino--disse ella. Poi voltasi ai
+compagni proruppe:--Non bisogna lasciarlo scappare. Sembra fatto a
+posta pel nostro affare.
+
+--Ritornerà. Scommettiamo che ritorna da sè senza mandarlo a chiamare?
+
+--Ora una notizia--riprese la signora Bibiana. Sapete che in casa
+O'Stiary ci ho messo il Giacomo come palafreniere. Egli mi ha dato
+nuove informazioni sullo stato delle sostanze del conte Enrico suo
+padrone, che ha firmata ieri un'altra cambiale di diecimila a fine
+novembre.
+
+--Sono buone queste notizie?
+
+--Eccellenti. I fondi valgono circa mezzo milione, il palazzo
+trecentomila, la rendita altri duecentomila. Con Bonaventuri a
+tutt'oggi è compromesso per quattrocentomila franchi, dei quali fatto
+il calcolo, gliene avremo sborsati a dir molto duecento. Egli ha poi
+perduto molto al giuoco dalla Luisa! È sfortunato! In casa della Luisa
+de' suoi danari ne saranno rimasti per circa cinquantamila. A noi di
+questi è toccata la metà, dunque bisogna detrarla dai duecento mila.
+Restano centosettantacinquemila. Sono dunque duecento venticinquemila
+lire nette in tre anni! Faccio il calcolo che in un paio d'anni
+ancora, lavorando con prudenza e con disinvoltura potremo portargli
+via il milione netto come il pomo di Tell.
+
+--Tanto meglio.
+
+--Ecco dunque il da farsi per domani. Lei Giovannino la cerchi di
+rivedere il signor Marliani e di indurlo ad accettare la
+rappresentanza della ditta. Gli dica che ci ha persuasi di portare la
+cifra della mesata a quattrocento. Gli dica anche che per garanzia
+della sua riputazione commerciale la ditta è pronta a depositare
+presso la Banca nazionale o presso la Banca Spagliardi una trentina di
+mila lire. Lei, signor Bonaventuri--continuò volgendosi ad uno dei due
+seduti--domani andrà a combinar l'affare con questa signora francese,
+che chiede cinquemila franchi a tre mesi. Si faccia mostrare le gioie,
+e se può cerchi di far il pegno. Lei, signor Paolino--ripigliò la
+signora Bibiana volgendosi all'altro, un uomo sui trentacinque anni,
+anche lui bene in arnese, con anelli di brillanti al dito mignolo e un
+catenone d'oro al farsetto--lei, stasera, come siamo intesi, andrà in
+conversazione dalla Luisa, dove so che ci deve essere anche il conte
+O'Stiary e comincerà a parlare della vincita fatta in Borsa dal
+Marliani, e della sua intenzione di mettersi in commercio. Per ora non
+ho altro a dire. Io debbo andarmene. A domani qui, verso le due.
+
+* * * * *
+
+Al domani il signor Giovannino andò a trovare il Marliani che si
+lasciò persuadere a tornar nel luogo infetto.
+
+La signora Bibiana, facendogli già l'occhio pio, trasse di tasca un
+foglio e cominciò a leggerlo sottovoce al giovane e a' suoi compagni.
+Era il contratto per la fondazione della società di commercio sotto la
+ditta Marliani e C.
+
+Poi mise sul tavolo un biglietto da mille e una cambiale che il
+Marliani firmò.
+
+Furono fatte poche parole.
+
+Quando anche l'atto fu approvato e sottoscritto colla più grande
+serietà, come se fosse il più regolare e santo contratto del mondo, il
+signore dai brillanti in dito riprese la parola.
+
+--Andremo poi dal notaio per le altre formalità di legge. Prima però
+la permetta che le esponga qualche cosa. Lei non è un ragazzo e deve
+avere una certa pratica di mondo; sapere perciò che le parole sono
+parole e i fatti sono fatti. Noi facciamo sagrifizio di lire mille e
+le presentiamo inoltre un avvenire. Naturalmente la cambiale è in
+nostre mani e sarà rinnovata alla scadenza fino a che a lei non
+piaccia di pagarla... e basta così.
+
+Marliani strinse le labbra.
+
+--Dal canto suo lei dovrà informarsi alle nostre istruzioni. Prima di
+tutto ella dovrà sempre andar vestito all'ultima moda, come si
+conviene al gerente della ditta Marliani e C., che avrà depositato un
+capitale di trentamila lire presso la Banca. In secondo luogo è
+necessario che ella cominci a mettersi in buona vista presso i
+negozianti e presso i banchieri; e che non dia menomamente a supporre
+di conoscerci e di essere nostro socio, giacchè siccome, glielo dico
+francamente, noi tutti qui, qual più, qual meno siamo rimasti sotto a
+delle disgrazie, così è bene che alla Camera di Commercio e in piazza
+non si sospettino legami fra noi.
+
+--Ma--osservò Marliani--il contratto sottoscritto poc'anzi non deve
+essere noto?
+
+--No signore; questo sarà un contratto _inter nos_ per garantire i
+nostri reciproci diritti e doveri in caso di contestazioni che
+speriamo non abbiano a sorgere mai. Per la Camera di Commercio v'è
+un'altra modula a cui penseremo più tardi; del resto lei deve
+persuadersi che adesso per fare e per ottenere tutto a questo mondo
+non c'è che l'apparenza. Per l'apparenza dunque le ripeto, ella ha
+bisogno di vestirai molto bene, di frequentare le migliori società, e
+se è possibile, di farsi credere conte, o per lo meno nobile. Marliani
+è un bel nome. Faccia stampare dei biglietti di visita colla corona di
+conte. Conte... il suo nome di battesimo è?
+
+--Filippo.
+
+--Conte Filippo Marliani andrebbe a maraviglia.
+
+--Le faccio osservare che io sono già molto conosciuto a Milano.
+
+--Bene, abbandoniamo la contea e lasciamo supporre che lei abbia fatta
+una vincita in lotto.
+
+--Ma io non mi presterò mai a gabbare il mondo così--disse il
+Marliani.
+
+--Lei non deve che lasciarlo credere--saltò su la Bibiana.--Ci
+penseremo noi a propalare la notizia come si deve. Lei non dovrà far
+altro che dissimulare e non dire di no. Questo è facile.
+
+--Manco male!--biascicò il Marliani che di transazione in transazione
+si lasciava persuadere a diventar un fior di briccone.
+
+--Fra quindici giorni esporremo la ditta al pubblico e cominceremo gli
+affari. Intanto dirameremo al commercio le circolari e scriveremo le
+lettere firmate da lei a tutti i corrispondenti. Il locale della ditta
+è già preso. È in via Valpetrosa. Se crede adesso possiamo andarvi
+insieme a vederlo.
+
+Su questo invito della signora Bibiana la congrega si sciolse e
+Marliani, colla grassona, entrarono in un _brougham_ e a cortine
+calate si fecero portar in via Valpetrosa. Esaminato il locale, il
+Marliani corse difilato a pagar il suo debito di giuoco col biglietto
+da mille, per avere il quale aveva venduta la coscienza di galantuomo.
+
+
+
+
+VII.
+
+
+Fra le otto dichiarazioni d'amore, ricevute da Nanà quel tale venerdì,
+non ce ne furono che due fortunate e degne di risposta: quella del
+Marliani e quella del conte Enrico O' Stiary.
+
+A lui Nanà rispose così:
+
+ "_Signore,_
+
+ "Voi desiderate essermi presentato? Io straniera, libera di me stessa,
+ venuta in questa vostra bella Italia per dimorarvi forse a lungo,
+ trovandovi un'aria confacente alla mia salute e al mio appetito, sul
+ punto di rimettermi al teatro, avrei cattiva grazia se rifiutassi
+ l'onore di fare la vostra conoscenza.
+
+ "Avendo stabilito adunque di riunire in casa mia i signori ai quali
+ fui raccomandata e che ebbi il bene di conoscere in questi giorni di
+ mia residenza in Milano, vi esprimo il piacere, signor conte, che
+ avrei di vedervi da me a pranzo domani, sabato, alle sei e mezza, nel
+ mio nuovo alloggio di Via Rastrelli.
+
+ "TERESA."
+
+* * * * *
+
+Fu uno de' non meno strani capricci da _cocotte_ parigina codesto, di
+vedere riuniti a tavola tutti i suoi adoratori di Milano.--Anzi ella
+spinse il capriccio fino a trovar modo di averci presente anche uno
+dei non presentabili, il cameriere dell'albergo, che l'aveva servita a
+tavola ne' primi giorni, il quale, come già dissi, le aveva
+confessato, che se ella gli avesse comandato di buttarsi giù dalla
+finestra, le avrebbe obbedito sull'istante. Lo volle presente anche
+lui, e lo chiese in prestito all'albergatore per servire la tavola.
+
+Nanà si riprometteva da quello spettacolo un gran divertimento tutto
+intimo. S'imaginava che nessuno di quegli otto o dieci signori sapesse
+dell'amore dell'altro, e godeva di vedere che muso si sarebbero fatto
+reciprocamente. Si ricordava della famosa cena data a Parigi, per
+festeggiare il successo delle _Varietès_, e contando sulle dita
+gl'innamorati presenti allora, trovò che a Milano erano aumentati di
+numero.
+
+Il pretesto per quell'invito era trovato. Ella voleva posarsi come
+artista della Compagnia Blanche et Babil. Dopo pranzo, ella avrebbe
+cantati dei _couplets_ e avrebbe fatta una scena a monologo per
+mostrar al direttore della Compagnia francese, che ella non era
+un'oca, come pur qualcuno insolente le aveva detto a Parigi.
+
+Era dunque necessario un pubblico.
+
+Quale pubblico migliore di coloro che le avevano già protestato
+ammirazione ed amore?
+
+Il difficile era d'invitare i quattro spasimanti che non conosceva
+ancora. Ella non voleva disseminare in Milano i _poulets_. Le
+convenienze del resto non erano il forte di Nanà. Ad un'artista, dopo
+tutto, le eccentricità stanno così bene! Quanto più ella avesse fatte
+le cose fuor delle regole, tanto più ell'era certa di farsi della
+_rèclame_.
+
+"Incaricherò quelli che conosco già, di invitare i quattro che non
+conosco ancora" pensò dessa. Dirò che un redattore del _Figaro_ ed
+altri miei amici di Parigi mi hanno dato delle lettere di
+raccomandazione presso questi signori; che a me secca di andarli a
+trovare, ma che desiderando pure di essere a loro raccomandata, per
+non far torto a' miei amici di Parigi, li invito a pranzo. Così
+raggiungo il mio scopo e faccio buona figura."
+
+Andò ella stessa ad invitare _madame Blanche_. Questa le domandò:
+
+--Ci saranno altre signore?
+
+--Finora non potrei dirvi altra signora che la mia padrona di casa...
+una vedova coll'amante--rispose Nanà.--Io non conosco altre donne a
+Milano. Voi ne conoscete?
+
+--Se volete, vi presenterò la prima amorosa e la _grande coquette
+prémièr rôle_.
+
+Nanà accettò e invitò a pranzo anche la prima amorosa e la _grande
+coquette prémièr rôle_.
+
+* * * * *
+
+Aldo Rubieri e Sappia, a cui s'indirizzò pe' primi, si schermirono di
+fare degli inviti per lei. Essi non conoscevano nessuno dei quattro
+signori che Nanà aveva loro nominati.
+
+Allora ella mise tutto sulle spalle di Marliani, che quantunque le
+avesse lasciato credere d'aver fatta una grossa vincita in Borsa e che
+era comparso da Nanà vestito a nuovo ed elegante come nei giorni di
+abbondanza--era stato messo un poco da parte.
+
+--Saremo in tanti uomini quante donne?--domandò il Marliani, che
+soffriva fremendo la nuova freddezza di Nanà.
+
+--Non mi pare. Mancano ancora due donne.
+
+--Ci penso io.
+
+--Ma quali donne, di grazia?
+
+--Non saranno principesse del sangue... ma via, _demi-monde_ più o
+meno legittimo.
+
+--E con chi verranno?
+
+--Con me.
+
+--Chi saranno?
+
+--La Romea, che è libera perchè fu lasciata appunto la settimana
+scorsa dal suo Tizio; è una donna divisa dal marito, che ha una
+_buvette_ molto _chic_ sul Corso... e la signora Marco Polo.
+
+--Mi fido?
+
+--Fidati.
+
+--Sono belle? Perchè io di brutte non ne voglio.
+
+--Sono belle.
+
+--Più di me?
+
+--_Farçeuse!_
+
+"Il mio divertimento così sarà completo--pensò Nanà.--Esse non
+sapranno magari parlar il francese e diranno spropositi da cavallo. Io
+godrò di vedere queste bellezze milanesi trascurate in un canto per
+me. In ogni caso, esse mi serviranno di rifugio quando fossi troppo
+assediata o stufa dei complimenti degli uomini."
+
+* * * * *
+
+Alle sei e mezzo Enrico arrivò e trovò già molte persone radunate in
+sala.
+
+Alle sette gli invitati erano a tavola. Nanà aveva fatto il suo dovere
+di padrona di casa con un garbo perfetto. Si avrebbe detto che ella
+fosse stata allevata nel palazzo dell'Eliseo. Nessuno degli invitati
+certo--tranne il Marliani ed il Sappia--che però non l'avevan detto ad
+anima viva, avrebbe imaginato che quella Francese, la quale sapeva
+ricevere in quel modo, fosse stata un'allieva di _madame Tricon_.
+
+Da una parte della tavola oblunga Nanà stava seduta in mezzo a
+O'Stiary ed a Sappia; a sinistra del marchesino c'era la Giannella che
+mangiava a quattro palmenti; poi veniva _monsieur_ Babil, il direttore
+della Compagnia francese--poi la Luisa, amante del Sappia,--Marliani e
+madama Bianche.
+
+Dall'altra parte, a destra del conte Enrico, sedeva la Romea, più
+imbellettata, infarinata e stupida che mai--quindi il Bonaventuri
+aiutante, la padrona della casa,--il conte di _vieille roche_--poi la
+_coquette première rôle_--poi Ernesto Cantis, lo scrivano
+dell'avvocato Delguasto,--la prima amorosa--e finalmente il banchiere
+Strunzinweill, di Francoforte sul Meno, che compiva il giro accanto a
+madama Bianche.
+
+* * * * *
+
+In tutto sedici persone, otto uomini e otto donne.
+
+Il cameriere dell'albergo che serviva la tavola, gettando spesso degli
+sguardi inquieti sotto di essa, tentava di scoprire il segreto lavorìo
+de' piedi di O'Stiary e di Sappia, e andava con ansia affannosa
+cercando di indovinare quale fosse fra quegli invitati il preferito da
+Nanà. Ma essa era impenetrabile; rideva con tutti e faceva bella ciera
+a tutti nello stesso modo.
+
+Degli altri convitati nessuno sarebbe stato in grado di far quello
+studio del cameriere. Ciascuno era così occupato di sè stesso, così
+attento a dissimulare agli occhi di tutti gli altri, tranne che a
+quelli di Nanà, la propria cotta, che non aveva tempo di fare delle
+osservazioni fisiologiche sugli altri.
+
+La grande faccenda per essi era di non lasciarsi scorgere preoccupati,
+e di cercar tutti i mezzi per comparire spigliati e brillanti in
+faccia a Nanà.
+
+Enrico O'Stiary solo era serio e riservato. Egli non aveva ancora
+diretto un complimento a Nanà nè alcuna allusione alla propria
+lettera.
+
+--Voi, conte, siete anche pittore, non è vero?--domandò Nanà ad Enrico
+sulla fine del pranzo, mentre girando la manovella a vite sgretolava
+nel _casse-noisettes_ i gusci delle noci di cui era ghiottissima.
+
+--Dilettante?
+
+--Sì, signora.
+
+--Di figura?
+
+--Di tutto. Studio la figura e studio il paesaggio. Amo però la figura
+assai più del paesaggio.
+
+--Sapete che Rubieri mi fa il ritratto?
+
+--Altro che, e l'ho veduto.
+
+--Come vi pare?
+
+--Stupendo! Fortunato Rubieri!
+
+"Finalmente!"--pensò Nanà.
+
+E domandò come un'ingenua:
+
+--Perchè fortunato?
+
+--Perchè egli ha trovato da ispirarsi ad un corpo di donna come oggidì
+non se ne vedono quasi più... a Milano.
+
+Egli si arrestò; ma Nanà questa volta non gli porse la replica. Voleva
+vederlo venir a lei con qualche frase sentita, espressiva, infuocata,
+e non ci riusciva.
+
+Sappia poco dopo si interpose, parlando di tutt'altro, e Nanà restò
+colla sua voglia in corpo.
+
+* * * * *
+
+Poco dopo un immenso scoppio di riso si fece intendere dall'altra
+parte della tavola.
+
+Bonaventuri stava dando ad intendere un'enorme frottola alla
+Giannella, che era cascata, come sempre, nella ragna.
+
+Il Cantis poco prima aveva per caso nominati i volontarî di un anno.
+
+--Volontarî di un anno?--aveva chiesto la Giannella a bocca
+piena--Possibile? Già volontarî a un solo anno?
+
+Tutti avevano capito che essa stava per fare una delle sue solite
+confusioni famose.
+
+--Sicuro! sicuro!--sclamò Bonaventuri, prima che altri pensasse a
+disingannarla.--È una trovata di Marco Minghetti, ministro di
+agricoltura e commercio. Ora abbiamo dei volontarî di un anno di
+fanteria e di cavalleria.
+
+--Faccia piacere!--sclamò la Giannella.
+
+--Ma come, non lo sa? Tutti gli Italiani devon esser soldati, d'ora
+innanzi, appena usciti dalle braccia della balia.
+
+--È possibile?--ripetè la Giannella.
+
+--Così è; il nostro Governo vuole che tutti gli Italiani imparino gli
+esercizi dal giorno che sanno reggersi in piedi. Si chiamano i
+volontarî di un anno per questo.
+
+La povera Giannella in fondo non aveva tutti i torti di capir male il
+senso di quella frase. Essa è sbagliata di pianta. Infatti per
+esprimere quella idea la logica e la sintassi insegnerebbero a dire
+_volontarî per un anno_, e non _volontarî di un anno_.
+
+--Il vostro bambino che età ha?--le domandò serio serio il
+Bonaventuri.
+
+--Nove mesi.
+
+--Bene, fra tre mesi egli entrerà nel volontariato.
+
+--Chi me l'avrebbe detto!--sclamò la Giannella guardandosi sospettosa
+intorno e parendole di vedere sulle faccie degli astanti un sorrisetto
+tra carne e pelle... che tradiva la burla.
+
+--Ma che cosa gli insegnano poi?--domandò perplessa.
+
+--Gli insegnano la manovra, la tattica, e....
+
+--Anche la balistica--aggiunse Sappia.
+
+--Ma mi faccia piacere!
+
+--Come! Voi dunque non sapevate che c'erano i volontarî d'un anno?
+
+--Sì, li ho sentiti a _luminare_, ma non credevo poi che dovessero
+cominciar la manova a quell'età. Credevo che non la fosse altro che
+una iscrizione che facesse il Governo... per sapere poi... e che so
+io?
+
+--Eppure è così come io ve lo dico, cara Giannella. S'è veduto che
+cominciando a istruire militarmente i bambini appena che sono spoppati
+diventano poi eccellenti coscritti.
+
+Uno degli astanti non potè più reggere a star serio e tutti
+scoppiarono nella risata.
+
+La Giannella, avvezza a queste cose, alzò le spalle, mescè un bel
+bicchiere di vino e se lo trangugiò in un fiato in santa pace.
+
+* * * * *
+
+Allora la conversazione si fece generale, varia, moltiforme,
+intrecciata, da un capo all'altro della tavola. E le frasi, e i motti
+e gli scherzi venivano mandati e rimandati nel frastuono come il
+sughero pennuto colle racchette nel giucco del volante.
+
+--Si dice infatti che Gounod voglia scimmiottare List ma non ci credo.
+
+--Io conosco Gounod--sclamava Nanà--e vi so dire ch'egli è un
+libertino di prima forza, altro che prete.
+
+Correva in que' giorni la voce che l'autore del Faust volesse farsi
+uomo di chiesa.
+
+--Ma certo--rispondeva dall'altro lato il giovine di avvocato--che la
+causa Nunziante Antonelli farà un grande scandalo....
+
+--Certe donne--sclamava a sua volta il Bonaventuri, parlando alla
+Romea--sono come le costolette. Quanto più le si battono tanto più
+diventano tenere.
+
+--Stenterello spera bene nel contatore--si udiva uscir la voce fessa
+di un altro, che ciarlava col conte _vielle roche_.--Ne ha comperati
+mille in Francia e centoventi lire, mentre poteva averli qui in Italia
+a settanta.
+
+Costui dava il sopranome di Stenterello al ministro Cambrai-Digny, che
+teneva allora il portafogli delle finanze.
+
+--Oh la donna indovina se è amata assai prima che glielo si dica!
+
+Questo aforismo era uscito dalle labbra della prima amorosa che
+parlava col banchiere Strunzinweill.
+
+--Ma che genio, che genio! Lo ha fatto vedere or ora nello
+_Spiritismo_ se ha genio. Egli deve accontentarsi di scrivere degli
+idilli... d'un atto e non tentar la grande drammatica.
+
+--Eh già! Talvolta chi sa far delle conquiste colle madamine fa poi
+delle tòpiche colle grandame.
+
+--Io ho in bottega del famoso Marsala Ingham--strillava la Romea che
+pensava a far la _reclamé _alla sua _buvette_.
+
+--Ora che la valigia delle Indie passerà per Brindisi noi saremo
+salvi.
+
+--Eppure--gridò Bonaventuri, già leggermente brillo--l'anno scorso a
+Montecarlo io coll'ultimo scudo, ho guadagnato otto mila franchi!
+
+A questo punto Nanà si levò e tutti passarono nella sala a bevere il
+caffè.
+
+* * * * *
+
+Que' signori avrebbero desiderato allora di mettersi un poco accanto a
+Nanà; ma tranne due arrischiati e positivi, il conte di _vieille
+roche_ e Bonaventuri che la stringevano ai panni, gli altri quasi per
+timore di farsi scorgere troppo premurosi le stavano lontani. Da noi
+questa specie di spavento semi-fanciullesco è per così dire
+contagioso, tantochè lo subivano in quel punto perfino il Sappia e il
+banchiere di Francoforte che non erano poi novellini.
+
+Anzi vi fu un momento in cui Nanà stupì di essere lasciata sola. Ella
+vedeva bene che gli occhi dei suoi adoratori, le erano continuamente
+tutti addosso e strisciavano continuamente su di lei, sfuggevoli,
+furtivi, come pavidi di essere colti in flagrante dagli altri. Ma
+tutti facevano il disinvolto; ella dal canto suo aveva un gran da fare
+a non mostrare predilezione per nessuno e a lasciar supporre a
+ciascuno di potersi credere il preferito.
+
+Intanto però cominciava a provare un principio di dispetto che quel
+solo, ch'ella preferiva davvero, non si curasse di lei.
+
+Enrico infatti s'era seduto in un angolo della sala, aveva acceso un
+avana e fingeva di stare guardando attentamente un album di
+fotografie. In sostanza spiava anch'egli Nanà.
+
+A un certo punto questa s'attaccò al braccio di Sappia e lo condusse
+nella strombatura d'una finestra.
+
+--Ascoltate--gli disse.--L'altra sera in teatro non potevo dirvi
+chiaramente quello che mi preme di dirvi ora. Voi, per mia sventura,
+mi avete conosciuta a Parigi in un luogo dove, Dio mi è testimonio, io
+c'era andata due o tre sole volte... per ragioni che se le sapeste mi
+compatireste assai...
+
+--Lo credo--disse il Sappia con una certa convinzione.
+
+--Mi giurate voi marchese che sarete abbastanza gentiluomo, per non
+dir a nessuno, almeno finchè starò in Milano, che voi mi avete
+conosciuta in quel luogo?
+
+--Io ve l'ho già promesso una volta ed ora vi ripeto se volete il
+giuramento.
+
+--Mi basta e vi ringrazio,--disse Nanà stendendogli la mano.--Voi
+avrete sempre in me una amica devota.
+
+E stava per staccarsi da lui; ma il Sappia la trattenne.
+
+--Ricordatevi però che fra i presenti io non ero solo a quel convegno,
+e che non fui nemmeno il fortunato.
+
+--Lo so. Volete parlare di Marliani?
+
+--Sicuro.
+
+--Egli non dirà nulla. Me ne ha dato anche lui la parola d'onore. Egli
+mi ama ancora.
+
+--Ora ditemi almeno che cosa posso io sperare da voi?
+
+--Niente e tutto--rispose Nanà col suo più incantevole sorriso.
+
+--Spiegatevi.
+
+--Vi dirò; io non sono più la donna che voi avete conosciuta a Parigi,
+in un momento di crisi terribile. Io sono assai migliore. Sono
+diventata immensamente difficile e _rangée_. Ora è necessario
+conquistarmi per possedermi; sappiate conquistarmi e chissà ch'io non
+diventi la vostra amante.
+
+--Ah!--sclamò il Sappia spiegando nella frase che stava per dire, un
+lato caratteristico dell'indole meneghina.--Volete farmi fare tanta
+fatica?
+
+--Ma no! Voi siete uno dei giovani più simpatici e più ammodo ch'io
+abbia conosciuti. Non dovreste far tanta fatica! Vi basta? A
+rivederci. Non vorrei che la vostra Luisa si insospettisse di me.
+
+E si allontanò.
+
+* * * * *
+
+Mezzo minuto dopo la Luisa domandava a Sappia.
+
+--Che cosa ti ha detto quell'antipatica pettegola?
+
+--La mi ha detto, che il direttore le ha offerto mille franchi al mese
+per le parti di _grande coquette_. E la mi domandava se doveva
+accettare.
+
+--E tu?
+
+--Io le ho detto di accettare.
+
+* * * * *
+
+Spiccatasi da Sappia, Nanà, s'incontrò in Ernesto Cantis, che la stava
+aspettando al varco con aria sorridente ma coll'agonia nel cuore.
+
+Quel colloquio serrato e segreto col marchesino, avevano destate nel
+petto del povero giovinetto certe furie della gelosia che non aveva
+ancora provate in sua vita.
+
+Era fatto così!
+
+--Caro signor Cantis, che cosa mi contate di bello?--domandò Nanà.
+
+--Che io muoio d'amore per voi--s'arrischiò di balbettare il
+giovinetto.
+
+--Lo so, lo vedo.
+
+--E null'altro?
+
+--Ma che cosa vorreste vi rispondessi, mio Dio!--rispose Nanà
+sottovoce.--Io ci tengo che voi abbiate di me una buona opinione. Io
+sento che verrà forse un giorno in cui io potrò essere infelice, e
+voglio farmi dei veri amici, i quali abbiano per me dell'affezione
+calma e della stima. Se io vi dessi delle speranze, e che poi non
+dovessi esaudirle, mi farei un nemico di voi. È meglio che ci fermiamo
+qui.
+
+E s'allontanò anche da lui.
+
+--Oh Nanà!--sclamò il giovinetto vedendola staccarsi così presto. E
+disse quel Nanà come un uomo che s'annega e che cerca soccorso alla
+sponda.
+
+Nanà comprese quello spasimo, e sorrise fra sè, beata. Essa lo
+considerava come un piccolo tributo dovutole, e ne godeva. L'idolo,
+sotto al cui naso si brucia tutto il giorno dell'incenso, ne
+sentirebbe forse ancora il profumo, per quanto avesse narici per
+sentirlo? Ormai ell'era troppo avvezza a vedere uomini agonizzanti di
+amore a' suoi piedi.
+
+"Tutti fanno lo stesso a Milano come a Parigi!--pensa Nanà--Sarei
+quasi per desiderare che Enrico facesse diverso del solito! S'io
+giungessi a farmi sposare da lui a furia di amor vero, di amor
+sincero, che mi facesse redenta a' miei occhi... ed anche a' suoi,
+quando venisse a sapere il mio passato?
+
+* * * * *
+
+Qualcuno in quel mentre si fece udire a parlare di Garibaldi e della
+guerra sui monti.
+
+Nanà sapeva che Enrico vi aveva preso parte.
+
+--Sì, sì--gridò. E tutti udendo la voce di lei tacquero come per
+incanto.--Conte raccontateci qualche aneddoto della guerra. A me
+piacciono le storie di guerra.
+
+Enrico si schermiva. Il Sappia si alzò a magnificare un certo aneddoto
+dei piedi gelati, che secondo lui era una bellezza.
+
+Non si è mai traditi tanto bene, come da' proprî amici.
+
+--Ha un aneddoto che è delizioso--gridò il Sappia...--Racconta Enrico
+l'aneddoto dei piedi gelati.
+
+--Sì, sì, vogliamo i piedi gelati--si gridò da ogni parte.
+
+O'Stiary s'arrese.
+
+--La cosa è semplicissima--disse.--Eravamo in distaccamento avanzato
+in cima a una montagna tutta coperta di neve. Faceva un freddo da
+lupi, e io lo pativo tanto ai piedi da veder le stelle anche di
+giorno. Non c'era nè bevere acquavite o rhum, nè portar doppie calze
+di lana, nè camminare e saltare, io li avevo sempre gelati. Un giorno
+mi lamentavo di questo incomodo con un vecchio garibaldino d'un altro
+battaglione, un povero diavolo, contadino di origine, che mi aveva
+reso qualche servigio, ma non mi conosceva più che tanto. Lo vedo
+spalancar gli occhi e dirmi:
+
+"Ma diavolo! Perchè non l'ha detto prima a me?
+
+"Che! Voi avreste un rimedio contro il freddo a' piedi? gli domandai
+io.
+
+"Altro che! mi risponde. Un vero tocchesana, un rimedio infallibile,
+caro camerata.
+
+Io lo invitai a parlare. E lui cominciava:
+
+"La si figuri che io appena venuto a far il volontario, specialmente
+d'inverno, pativo anch'io un tal freddo ai piedi, che.....
+
+Io lo interrompevo spingendolo alla conclusione, e lui invece:
+
+"Un poco di pazienza, mi diceva; bisogna prima che io vi faccia la
+storia del rimedio.
+
+"No, non m'importa di sapere la storia; vorrei la pratica, replicavo
+io, ma non c'era verso. Da vero contadino zuccone, lui voleva andare
+per le lunghe.
+
+"Dicono l'acquavite. sì, l'acquavite non dico. Se se ne ha, è buona
+anch'essa, ma quand'è passata fuori, lascia i piedi più freddi di
+prima.
+
+"E dunque?" chiedevo io.
+
+"Dunque invece io l'ho trovato il vero rimedio.
+
+"Su dunque. Che cosa avete fatto?
+
+"Una cosa di nulla, a pensarci sopra. Eppure è eccellente. Bisogna
+sapere prima di tutto, che io prima non avevo mai usato di portare le
+calze....
+
+"Sì. Ebbene?
+
+"Dal giorno che misi un paio di calze di cotone sotto alle scarpe, il
+freddo è passato come per incanto. Provate, camerata, e vedrete."
+
+L'aneddoto era buono e si rise. Allora Nanà si mise a magnificare il
+modo di raccontare del conte, e tutti o quasi tutti si diedero a
+raccontar il loro piccolo aneddoto. Fu una confusione da non dirsi.
+Tutti raccontavano e nessuno ascoltava.
+
+* * * * *
+
+--Come mi trovate?--non potè trattenersi dal dire, a Enrico, Nanà,
+dopo d'essersi congratulata con lui della sua storiella.
+
+--Io vi trovo degna di Vandick e di Tiziano. Nanà gli domandò chi
+fosse Tiziano.
+
+E dopo:
+
+--Io, partendo da Parigi, avevo idea di far questo viaggio in Italia,
+paese dell'arte, specialmente nella speranza di trovar un pittore che
+mi sapesse ritrarre come dico io....
+
+L'invito era troppo diretto per non accoglierlo.
+
+--Volete, Nanà, che io mi provi a dipingere questa vostra magnifica
+testolina?
+
+--Provarvi in che modo?--domandò Nanà. E volgendosi repente a un
+invitato che s'era messo al pianoforte e vi traeva degli accordi, gli
+gridò:
+
+--Ma volete finirla voi?
+
+--Io vi propongo di farvi il ritratto, mezza figura, nel mio piccolo
+studio.
+
+L'emozione di Enrico, mentre faceva a Nanà questa proposta, era
+grandissima. Egli sembrava di marmo, tanto s'era fatto pallido ed
+immobile aspettando la risposta di Nanà. La sua voce era tremolante.
+
+Nanà sorridendo, cogli occhi abbassati, che si sarebbero fin detti
+modesti in quel punto, faceva saltar sul palmo la nappetta d'un
+cuscino che le stava accanto. E non rispondeva. Essa cominciava a
+trionfare e assaporava con voluttà il piacere della vittoria.
+
+Enrico ripetè:
+
+--Non volete?
+
+Nanà gli stese la mano, e rispose:
+
+--Ci si può riflettere.
+
+E lo piantò là, perchè... forse... qualcuno l'aveva chiamata.
+
+Nessuno assolutamente l'aveva chiamata.
+
+* * * * *
+
+Tutti però segretamente la reclamavano. La conversazione, dove non era
+lei, languiva. Non per quello che ci mettesse lei, ma per quello
+ch'essa, senza volerlo, ispirava agli altri.
+
+Un ah! generale fra gli uomini l'accolse dunque quand'ella si staccò
+da Enrico e venne a sedere fra la Romea e la _grande coquette prémièr
+rôle_.
+
+Allora la conversazione si rifece generale.
+
+--L'assenza dell'oggetto che si ama--sclamò Bonaventuri che non faceva
+segreti delle sue ammirazioni per Nanà--l'assenza dell'oggetto amato
+fa lo stesso effetto del vento sulle fiamme: spegne le fiamme deboli e
+aumenta le forti.
+
+--Che filosofo!
+
+--Non sono io. È Larochefoucauld.
+
+--Voleva ben dir io!
+
+--Che cos'è l'adulterio? Ne ho letta una definizione nuova non so
+dove... aspettate... Non mi ricordo. L'adulterio è una bancarotta
+fraudolenta della moglie a cui il marito resta sotto col proprio
+capitale. Va bene?
+
+--Sì, e poi?
+
+--Soltanto che invece di essere disonorato chi ha fatto fallimento
+resta disonorato chi ci resta sotto.
+
+* * * * *
+
+Verso le undici venne il _thè_.
+
+Nanà aveva dichiarato a' suoi amici che avrebbe recitata la sua scena
+e cantati i _couplets_ dopo il _thè_, per tenerli tutti riuniti fino
+ad ora tarda.
+
+Nel porgere la tazza ad Enrico gli disse sotto voce:
+
+--Ora mi vedrete nel mio costumino di Parigi, pettinata alla greca; e
+se mi direte che ho proprio una testa artistica forse... forse mi
+deciderò a venire da voi.
+
+Di lì a poco Nanà entrò nel suo penetral più sacro a travestirsi.
+
+Comparve mezz'ora dopo in un delizioso costumino di fantasia che
+faceva risaltar in modo mirabile le forme opime.
+
+Un applauso entusiastico l'accolse. Battevan palma a palma anche le
+donne, che pur fremevano di rabbia nel loro interno.
+
+Nanà era così innamorata di sè e degli applausi che non s'accorgeva o
+non pensava al dolore che essa procacciava alle proprie amiche, alle
+quali toccava assistere a' di lei trionfi intimi.
+
+Nessuna donna è più nemica di colei che si mostra seducente e adorata
+in sua presenza.
+
+Guardate in una festa da ballo, dove compaia a un tratto qualche
+astro, e vedrete le occhiate bieche, e gli sguardi di traverso, in
+tutte le altre donne che prima comparivano sciolte, sorridenti e
+felici.
+
+La Romea, per esempio, che si sapeva tanto diseredata di curve,
+arrabbiò come una dannata al mostrarsi di quella maravigliosa figlia
+di Eva, sfolgorante di gioventù e di bellezza, e si sentì presa a un
+tratto da un'immensa voglia di piangere. Fu la sola che non ebbe
+l'ipocrisia di battere le mani. Ben inteso che le altre fingevano di
+battere; ma accostavano adagino palma a palma per non aumentar il
+fracasso.
+
+* * * * *
+
+Gli uomini invece pareva volessero impazzire di gioia e di
+ammirazione. E avevano perfettamente ragione. Chi non si scuote
+all'idea della bellezza artistica è un ciuco. Inebbriati da quella
+apparizione essi perdevano perfino la misura delle manifestazioni
+decenti e scordavano appunto che in mezzo a loro stavano sette
+infelici creature, che sorridendo si mordevano le labbra a sangue e
+soffrivano per quegli omaggi e per quei gridi, come se ricevessero in
+viso le più mortali ingiurie.
+
+Ma è così.
+
+Certi giovinetti non sanno dissimulare e mentire se non precisamente
+quando farebbero invece assai meglio a dire la verità.
+
+Un "zitto, silenzio, basta" s'elevò da ogni parte quando Nanà fè'
+cenno che avrebbe incominciata la scena.
+
+Ella si mise dunque a recitare abbastanza male un monologo che la si
+era fatta scrivere per un'occasione consimile, tutto pieno di motti a
+due tagli e di idee lascive.
+
+Gli spettatori, tranne O'Stiary, giubilavano. Le donne facevano mostra
+qualche volta di scandolezzarsi onde aver il diritto di dire poi di
+Nanà cose oscene, per ringraziarla del pranzo.
+
+Quel monologo era una birbonata qualunque, intermezzato da _couplets_,
+che Marliani accompagnava al piano.
+
+Gli applausi scoppiavano fragorosi, pazzi, ad ogni _refrain_.
+
+E le donne intanto sussurravano sottovoce agli uomini di condurle a
+casa. Una aveva l'emicrania, l'altra male al petto. La Romea
+protestava mal di denti.
+
+Non c'erano, che la buona Giannella e la signora Fanny, che avessero
+pigliato il loro partito e che lodassero schiettamente l'artista e la
+donna bella.
+
+Appena ebbe finito l'ultimo _couplet_, Nanà fuggì via con un fare
+modesto ed infantile, che piacque immensamente agli uomini, e che fece
+sempre più bestemmiar le donne, in petto. Marliani tentò da balordo di
+seguirla verso la stanza da letto, ma Nanà gli chiuse bravamente
+l'uscio in faccia.
+
+Questo tratto sollevò una salva sterminata di nuovi applausi, e un
+ridere saporito e grasso in tutti quanti.
+
+--Che ne dite?--domandò Nanà a Enrico tornando nel salotto vestita
+come dianzi.
+
+--Voi siete adorabile, e io vi amo come un pazzo--disse Enrico.
+
+Nanà trasse un lungo e tacito respiro dal petto.
+
+--Verrete voi nel mio studio?
+
+--Domani alle due aspettatemi.
+
+
+
+
+VIII.
+
+
+Lo studio di Enrico era piccino e modesto, un vero studio da
+dilettante di buon gusto; ma quanta luce e quanta bella roba in esso!
+Il sole vi entrava a larghe ondate, rischiarandolo tutto in modo
+uniforme e ricercando gli àngoli più riposti, dove il conte aveva
+collocati due capolavori della scuola moderna, due Meissonnier che gli
+erano costati ventimila franchi.
+
+* * * * *
+
+Il ritratto di Nanà stava sul cavalletto.
+
+Fate conto che siano passati dieci o dodici giorni da quello del
+pranzo di Nanà. Il di lei ritratto era a buon porto, e molto riuscito.
+L'amore aveva fatto far miracoli al pennello di Enrico.
+
+Ma che sorta d'amore era il suo? Non amava egli già la sua Elisa?
+
+Ahimè!
+
+Quella sera che Enrico aveva veduta Nanà, per la prima volta, scender
+dal _brougahm_ sotto i raggi del lampione del caffè dell'Europa ed
+entrare nella porta dell'_Hôtel de la Ville_ aveva dovuto accorgersi
+che il sentimento casto, tranquillo, soave e profondo ch'ei provava
+per la cara vergine compagna della sua infanzia non era ciò ch'egli
+aveva imaginato dover essere l'amore. Il cuore egli se l'era pur
+sentito battere con forza anche la prima volta che aveva riveduta la
+sua Elisa di ritorno dal campo nel 1866--ve ne ricorderete. La bella
+creatura era stata certo il pensiero costante de' suoi anni giovanili
+anche in mezzo alle sue scappate da figliuol prodigo... Ma ora non
+c'era paragone. Al cospetto di Elisa una dolcezza sovrana, una
+confidenza, una tenerezza priva di desiderî e purissima, una
+ammirazione della bella persona e del dolce e onesto sguardo, per così
+dire, lo ispiravano. Al vedere Nanà un tuffo violento nel sangue, un
+calor subitaneo in tutte le membra, una foga di desideri e di voluttà
+lo invadevano tutto.
+
+Pure egli con Nanà dissimulava assai bene quel delirio de' sensi.
+Nessun diplomatico avrebbe saputo vantarsi di coprire con più lieta
+disinvoltura i moti interni dell'anima e del sangue, dinanzi alla
+terribile francese. Sulle prime anzi ebbe qualche rimorso di tradire
+la cara fanciulla a cui da tanto tempo s'era promesso. Poi a poco a
+poco, senz'accorgesene stuzzicando Nanà quella riserva per lei tanto
+rara ed insolita, il di lui voto sincero di non tradire la Elisa
+sfumava, sfumava e il suo avvicinarsi a Nanà pigliava ogni giorno un
+andamento più deciso.
+
+* * * * *
+
+Egli subiva il fascino del desiderio di quella donna magnetica, e la
+Elisa onesta, pura, più bella, più giovine, più fresca, più geniale,
+ma riservata a lui, soltanto col consenso del sindaco, scompariva a
+poco a poco a' suoi occhi di ventiquattro anni.
+
+La Nanà si era informata della relazione che esisteva fra Enrico e la
+signorina Elisa Martelli, e gliene aveva parlato e la si era messa sul
+serio e sul contegnoso. Anzi aveva sgridato severamente l'Enrico
+perchè avesse pensato di scrivere a lei una lettera d'amore.
+
+Enrico aveva troppo cuore e troppo carattere per dire a Nanà ch'egli
+non amava la Elisa.
+
+Era questo che Nanà voleva udire da lui.
+
+E non la ci riusciva.
+
+* * * * *
+
+Tutt'a un tratto Nanà che stava posando, scoccò al suo pittore questa
+domanda a bruciapelo.
+
+--Se voi non foste già impegnato con quella bella signorina, che mi è
+tanto simpatica e che finirete a sposare... mi sposereste me?
+
+La domanda era audace.
+
+Enrico non rispose subito, sorrise e pigliò una scorciatoia:
+
+--Bisogna che io sappia prima se voi dal canto vostro sareste pronta a
+sposar me.
+
+--Io no davvero--rispose Nanà sforzandosi di ridere,
+
+--Si può saperne il perchè?--domandò Enrico che nascondeva a stento un
+crepuscolo di picca.
+
+--Perchè io non vorrei sposare un artista.
+
+--Il solito pregiudizio! Del resto io non sono artista; sono un
+dilettante.
+
+--Ma peggio! È segno che voi non lo fate per mestiere ma per passione.
+Siccome io vorrei essere idolatrata da mio marito e regnare unico
+pensiero della sua mente, esigerei che egli dedicasse a me tutte le
+sue giornate, e non soffrirei ch'egli tenesse l'arte come seconda
+amante, o fors'anche come prima.
+
+--Ah, se è così, è bello!
+
+--Non vi pare? Un artista non può amare una donna per lei stessa. Gli
+artisti hanno l'amorosa anteriore alla moglie e della quale alla
+moglie non è permesso neppure di essere gelosa, ma che li assorbe, li
+esalta, li accontenta e li distoglie da noi donne, peggio che se fosse
+una rivale in carne ed ossa.
+
+--Ma e gli affari allora?--osservò il conte--gli uomini d'affari non
+sono forse continuamente e peggio di noi colla testa e col cuore,
+nelle loro speculazioni?
+
+--Colla testa e col fegato forse--rispose Nanà,--col cuore no. L'uomo
+d'affari quando è chiusa la borsa o il banco non è più uomo d'affari.
+Voi altri artisti, no. Voi altri restate continuamente artisti in
+città ed in campagna, di giorno e di notte, d'inverno e d'estate.
+
+--Dunque voi Nanà sareste gelosa della mia tavolozza?
+
+--Non della tavolozza ma di ciò che ferve nella vostra testa, di
+quell'ideale che sta in voi e che è più potente delle mie grazie e del
+mio cuore.
+
+Enrico naturalmente depose la tavolozza e come attirato verso Nanà
+fece due passi verso di lei e si fermò a guardarla in estasi.
+
+Essa era la calamita.
+
+Egli il ferro.
+
+Nanà s'accorse che il suo pittore ricominciava a perdere la calma
+impostasi dacchè gli aveva detto sapere ch'egli amava la Elisa. E
+volendo gettare un poco di acqua su quella fiamma che si riaccendeva
+sotto la cenere, per avere il gusto di ravvivarla più tardi:
+
+--Del resto--disse--una volta che io fossi maritata non penserei più a
+nulla, non vorrei avere più nessuna responsabilità... giacchè è questa
+sopratutto che mi pesa; starei sdraiata tutto il giorno a leggere o a
+dormire. Lui dovrebbe pensare continuamente a volermi bene, a
+soddisfare i miei capricci, alla casa e ai figli se ne venissero....
+
+Enrico s'era accostato a lei, e ridendo diceva:
+
+--Non sarebbe un marito, allora sarebbe un intendente, un ragioniere.
+
+--Ah, no, perchè poi io mi lascerei amare, vezzeggiare, importunare,
+adorare, malmenare tutto il giorno da mio marito se gli piacesse di
+stare molto con me.
+
+Così dicendo Nanà, colla più fredda disinvoltura della terra allungò
+le braccia verso il suo pittore, posò la sua bella testolina sulle
+spalle di Enrico con una specie di infantile ingenuità, e ne ricinse
+la vita stringendoselo al seno, ridendo.
+
+Tutto ciò fu fatto colla più grande noncuranza, come la cosa più
+naturale del mondo.
+
+Enrico per la prima volta in otto giorni piegò la faccia per farle un
+bacio.
+
+--No--disse Nanà sciogliendosi e tentando di coprirsi in fretta come
+donna che sorte da un sogno e che è pigliata da un subitaneo
+pudore.--Enrico, non facciamo confusioni! Restiamo amici, restiamo
+quello che dobbiamo essere.
+
+Per quanto un uomo abbia accortezza o esperienza in fatto di donne,
+per quanto in teoria egli sappia di quali istinti siano dotate certe
+creature--il cui trionfo, la cui voluttà suprema è quella di
+assassinare gli uomini e di spingerli al parossismo del desiderio,
+anche senz'ombra di progetti rapaci o ambiziosi, ma proprio soltanto
+pel gusto di soggiogare--sembra destino che in causa propria, nel
+momento critico, quest'uomo perda il sangue freddo, la coscienza e la
+_sinderesi_, vale a dire quel presentimento che avvisa segretamente
+come quella donna non spieghi le proprie arti per affetto e per
+passione, ma per una innata ambizione di far delle vittime umane e per
+smisurato amor proprio.
+
+I sensi, in un giovane di ventiquattro anni, sano, forte, ben
+costituito--come lo era Enrico--hanno quasi sempre un predominio
+fatale sulla ragione la quale dovrebbe essere invece--oh, chi non lo
+sa?--la regina e la sovrana del corpo umano. La natura, del resto,
+creando gli uomini e le donne così foggiate sapeva bene lei che cosa
+si faceva. Io credo--e non so se altri lo abbiano creduto prima di
+me--che se non esistesse il fenomeno dell'assalto sensuale contro cui
+non vale nè ragione, nè morale, nè timore della pena possibile, nè
+religione, nè nulla--a quest'ora il mondo sarebbe rimasto quasi
+spopolato.
+
+Ormai non sono più che i bigotti e i regnanti che fanno legittimamente
+all'amore per dovere o per calcolo.
+
+--Restiamo amici--aveva detto Nanà.--Non guastiamo il nostro bello
+idillio artistico con dei desiderî che siano precisamente come quelli
+di tutto il mondo. E poi che vale? Io credo di averlo già un amante, e
+mi sento ispirata a non tradirlo almeno per ora.
+
+--Chi è?--domandò Enrico che era tornato al suo cavalletto affettando
+molta freddezza nella voce.
+
+--Volete proprio saperlo?
+
+--Lo bramo.
+
+--È Filippo Marliani.
+
+--Ah!
+
+--Lui!
+
+--E ne siete innamorata?
+
+--Oh, no, povero Filippo. Non merita punto!
+
+--Come potete dire allora che egli sia il vostro amante?
+
+--Amante vuol dire: _uomo che ama_, ch'io sappia, e non _uomo che è
+amato_. Egli mi ama, ne sono certa, e io amo lui, ma non ne sono
+innamorata.
+
+--E questo basta per voi?
+
+--Finchè io non mi possa innamorare d'un uomo alla mia volta mi deve
+bastare, per forza! Che ho a farci io?
+
+--Credete voi di potervi riuscire ad amarlo questo signor Marliani?
+
+--Neppur per sogno. Manca di due o tre qualità indispensabili...
+
+--È ricco?
+
+--Era ricco. Ora è povero.
+
+--E voi siete ricca?
+
+--Lo era. Oggi sono ricca... di debiti.
+
+--E che cosa pensate dunque di fare della vostra vita?
+
+--Non lo so.
+
+--Non ci pensate?
+
+--No. Confido nella mia stella. Diventerò artista drammatica.
+
+--Ma che idee avete?
+
+--Idee!--sclamò Nanà ridendo.--Mi domanda che idee ho!--proseguì come
+parlando a sè stessa. Facciamo una cosa, Enrico, mettetevi ne' miei
+panni, nella mia posizione. Sareste capace di fare questa specie di
+astrazione?
+
+--Altro che.
+
+--Ditemi ora che idee avreste voi se foste me stessa? Sentiamo. Fatemi
+il vostro programma.
+
+Enrico si trovò dinanzi a un problema, al quale aveva pensato qualche
+volta senza trovarci uno scioglimento onesto.
+
+--M'avete detto che questo signor Marliani non potrebbe pensare a...
+ai casi vostri?--diss'egli schivando così di rispondere direttamente
+alle domande di Nanà.
+
+--No. Egli è completamente rovinato. Ma vedete che non avete saputo
+farmi il programma!
+
+--Quanto abbisogna a voi per vivere, come sarebbe il vostro desiderio?
+
+--Se mi chiedete quanto mi abbisogna per vivere vi potrei rispondere
+che, amando, mi basterebbero tre franchi al giorno; se mi domandate
+quanto mi abbisogna per vivere secondo il mio gusto ora che sono
+annoiata e indifferente, pur troppo vi risponderei che, secondo le mie
+abitudini, non mi basterebbe un milione all'anno.
+
+--Se però un galantuomo vi facesse delle proposte serie, le
+ascoltereste voi?
+
+--Secondo.
+
+--Se il galantuomo fosse come me, per esempio?
+
+--Allora no.
+
+--Perchè?
+
+--Prima, perchè non vorrei che la signorina Elisa dovesse odiarmi. E
+poi perchè non vorrei rovinarvi.
+
+--Che importa a voi in caso che io mi rovini?
+
+Nanà non rispose; s'accontentò di alzar le spalle con una smorfietta,
+che poteva essere interpretata in mille sensi.
+
+Poteva voler dire: sicuro che a me non m'importa nulla, come poteva
+voler dire benissimo: mi importa più di quel che pensate! Poteva voler
+dire: che domanda strana! Come poteva benissimo voler dire: hai
+indovinato!
+
+Astuzia innata di questa sfinge del secolo decimonono.
+
+* * * * *
+
+Mezz'ora dopo Enrico entrava come un turbine nella camera da letto del
+suo amico Sappia che si destava in quel punto e gli diceva:
+
+--Ho bisogno di dieci mila franchi.
+
+--Che cosa vuoi farne?
+
+--Ho paura di essere proprio innamorato.
+
+--Innamorato? Ah, capisco! Hai bisogno di dieci mila franchi per farti
+passar l'amore?
+
+--Non per farle un prestito indispensabile...
+
+--Si potrebbe sapere chi è?
+
+--Indovina.
+
+--Non saprei!
+
+--È Nanà.
+
+--Nanà!--gridò il Sappia balzando a sedere sul letto.
+
+--Se non trovo dieci mila franchi per questa sera mi faccio saltar le
+cervella.
+
+--Quand'è così ascolta. Vedrò se mi è possibile di trovare ancora
+danaro e te lo presterò. Ma sulla mia sola firma ormai non ho più
+speranza di trovarne. A mio padre nè a mia madre già non posso più
+ricorrere. Li ho stancati troppo. Ti saprò dire qualche cosa stasera
+al _club_.
+
+--Ma stasera è già troppo tardi. Se io mi presento a Nanà senza una
+risposta certa, prima di sera sono rovinato. Gliel'ho promesso.
+
+--Che ti gira di promettere un prestito senza la certezza di poterlo
+fare?
+
+--Speravo che tu ne avessi o me li potessi trovar subito.
+
+* * * * *
+
+Sappia si levò, fece attaccare e andarono in cerca di Bonaventuri, il
+quale, se il lettore si ricorda, aveva offerto i suoi servigi a Sappia
+fin da quella sera, che s'eran trovati in casa della Luisa, dove
+Enrico aveva fatto il primo passo al malcostume.
+
+Il Bonaventuri infatti, dal canto suo aveva già fatto prestare più di
+duecentomila franchi ai due figli di famiglia, e regolarmente alla
+scadenza rinnovava i loro effetti, sui quali s'accumulava lo
+spaventevole anatocismo.
+
+Di questi, più di centomila li aveva mangiati Enrico O'Stiary.
+
+Questi centomila franchi in due anni e mezzo erano diventati
+circa duecentomila, e alle nuove scadenze toccavano quasi i
+centocinquantamila. E non erano che la metà de' suoi debiti.
+
+Il Bonaventuri faceva credere ai due giovani di essere compromesso
+fieramente anche lui da quelle scadenze, alle quali poneva la girata
+per puro favore. Oh, egli era un gentiluomo! Faceva tutto per la
+grande simpatia che nutriva per que' due poveri giovani, che gli avari
+parenti tenevano tanto a stecchetto. E si fidava tanto di loro! E
+sapeva dar loro di quando in quando dei così buoni consigli. E si
+spaventava di quando in quando con tanta cordialità nel veder
+ingrossare spaventosamente le somme del loro debito! E si rammaricava
+con tanta pietà che il padre di O'Stiary avesse messa quella maledetta
+clausola nel suo testamento. E domandava loro con tanta premura
+notizie della salute del babbo marchese e del tutore notaio quando li
+incontrava dalla Luisa!
+
+--Aver ancora danaro dalle solite sorgenti--diss'egli a Sappia--è
+impossibile. Bisognerà che tentiamo nuovi mezzi.
+
+--Ne conosce lei?
+
+--Io no, ma ho un amico che se ne intende, quantunque da poco in
+commercio.
+
+--Andiamo subito da questo suo amico--disse O'Stiary.
+
+--Per farle vedere la mia buona volontà ci andremo oggi.
+
+--Come si chiama?
+
+--Si chiama Marliani, ed ha lo studio in Valpetrosa.
+
+--Oh, diamine!--sclamò il Sappia.--Che fosse mai Filippo Marliani?
+
+--Filippo appunto. Quello che era a pranzo dalla signora Nanà...!
+
+--Sì, sì. È lui! Come mai s'è dato a vendere pannine?
+
+--Lui non vende. Lui è direttore della ragion sociale.
+
+--Allora siamo a casa!--sclamò il Sappia tutto allegro.
+
+--Ora non è che mezzogiorno--disse O'Stiary.--Troviamoci alle due in
+qualche luogo.
+
+--Dove?
+
+--Dica lei.
+
+--Dalla Romea?
+
+--Va bene. Dalla Romea.
+
+E si lasciarono.
+
+
+
+
+IX.
+
+
+Fra le segrete nemiche di Nanà, la più invidiosa, la più astiosa, la
+più caina di tutte era la bella acquavitaia.
+
+Dal giorno del pranzo era partita dalla casa di Nanà con un odio
+intenso e furibondo. Esecrava cordialmente quella Francese che era
+tanto più bella di lei.
+
+Quand'essa vedeva passare Nanà dinanzi la sua bottega, si sentiva
+pigliare la gola da una specie di stringimento nervoso. Lo confessava
+ingenuamente ella stessa; e allora non poteva tenersi dall'uscire in
+qualche frase molto meno spiritosa dei liquidi che teneva negli
+scaffali della bottega.
+
+Ella, come si sa, rispondeva al poco dolce nome di Romea, che è il
+femminile dell'amante di _Giulietta_.
+
+C'è a Milano un proverbio che dice: _offellee fà el to mestee_.
+L'offellaia o l'offellaio, che tralascia di far offelle, per darsi ad
+altra occupazione, pare destinato a non far fortuna. La Romea non
+aveva voluto dar ascolto al proverbio e s'era messa in capo di
+arricchire, vendendo acquavite _chic_ ed altri _gèneri_; ma non
+riusciva ad accozzar la cena col desinare.
+
+Tranne che nel naso, sporgente a triangolo appuntato, come il fiocco
+d'un bastimento, la Romea dai capelli alle spalle era una bella
+creatura; chiome, occhi, bocca, orecchie, denti, mento, colla sua
+brava fossetta, tutti belli. Ma il resto, dal collo in giù, non valeva
+nulla: un bastone da scopa abbigliato, senza grazie, nè risalti, nè
+curve, sia dinanzi che di dietro, che di fianco. Mani discrete, piedi
+ignobili.
+
+Peccato che il viso fosse, come dissi, guastato da un mòccolo, che si
+spingeva troppo in fuori e che pisciava un tantino in bocca. Veduta di
+profilo, infatti, la Romea appariva proprio grandemente antipatica.
+Quand'ella era di malumore poi--e lo era otto giorni alla
+settimana--compariva disgustosa addirittura. Le rughe che partono dai
+lobi del naso e scendono giù da una parte e dall'altra della bocca le
+si disegnavano profonde sulle guancie, e il labbro inferiore
+arrovesciato e floscio le spenzolava allora sulla bazza; gli occhi
+stessi, che nei giorni rari di lietezza--se le capitava, per esempio,
+di vendere una ventina di bottiglie o di far cento lire di
+banco--sfolgoravano come due stelle, quand'era dannata, parevano due
+grandi buchi da scaldaletto.
+
+Una certa consolazione le veniva dal credersi affascinante e piena di
+spirito. Questa doppia certezza le usciva fin dai pori ad ogni dieci
+frasi. Se nessuno glielo diceva, lo diceva lei. Nessuno dei suoi pochi
+avventori si dava la pena di disingannarla. Anzi, forse senza
+pensarci, facevano di tutto per tenerla nella sua beata illusione; e,
+qual più qual meno, in cuor loro tutti la godevano.
+
+Ella s'arrabbiava, di vedere, che con tante splendide doti gli affari
+in bottega non andassero _una maladetta_! Le pareva impossibile che
+tutta Milano non corresse a bevere l'amaro da lei, per ammirarla
+almeno una volta al giorno e accender l'appetito. Strabiliava! E per
+vendicarsene si ricattava sui pochi, e distribuiva loro la sua merce a
+gran risparmio, calcava la penna sui prezzi e rompeva loro
+continuamente le scatole, perchè comprassero delle bottiglie di cui
+non avevano bisogno.
+
+Romea presentava una particolarità molto singolare. Essa era estrema
+tanto nel biasimo, come nella lode, e mutava repentinamente questi due
+termini con una volubilità, che faceva rider assai alle sue spalle gli
+avventori.
+
+Per cinque, sei, otto mesi ella era capace di portare alle stelle il
+tale. Egli era per lei un gentiluomo perfetto, pieno d'ingegno,
+affabile, largo, prudente, saggio. A un tratto lo dipingeva come il
+più ladro e il più briccone uomo di questa terra. La poverina non
+s'accorgeva, che chi la sentiva a parlare così aveva più memoria di
+lei, e sorrideva di pietà, dandole segretamente della scimunita. La
+vanità ingenita le faceva credere in buona fede che tutte quelle sue
+nuove calunnie, nate in un'ora, dovessero trovare orecchie indulgenti,
+ed essere prese per oro da trenta carati, e cancellar d'un tratto la
+stima sincera ch'essa aveva dimostrata per sì lungo tempo verso il
+calunniato.
+
+Col giovane di bottega poi ella era feroce.
+
+Nel momento in cui il signor Bonaventuri entrava in bottega per
+trovarsi al fissato appuntamento, la Romea stava appunto apostrofando
+il fattorino colla sua solita buona grazia, perchè aveva rotto un
+bicchiere.
+
+Il povero giovincello, entrato in bottega da soli due giorni--giacchè
+la Romea aveva l'abilità di mutare cinque o sei giovani la
+settimana--era lì tutto mortificato sotto la gragnuola di ingiurie,
+che quel cherubino di donna gli scagliava dal banco.
+
+--Asino, marmotta, imbecille.... Coi bei guadagni che si fanno! Credi
+tu che io vada a rubarli i cristalli e arrotati per giunta? Due
+franchi _fra i quali_ andati al diavolo anche stamattina. Ma te li
+farò pagare. Oh se te li terrò giù!
+
+Il Bonaventuri si siedette.
+
+--Signor Bonaventuri!--disse Romea col suo sorriso stereotipo.--Beato
+chi lo può vedere. Come va?
+
+--Bene, grazie--rispose secco il Bonaventuri. Poi, al giovane che era
+lì lì per piangere.
+
+--Dammi un Fernet senza Seltz.... Che cos'hai che mi sembri Longino
+peccatore?
+
+Quindi, senza aspettare la risposta, di nuovo alla Romea:
+
+--O'Stiary è stato qui?
+
+--Sì--rispose la donna--e mi disse infatti che doveva trovarsi con lei
+per un certo non so che, e una cosa e un'altra, e che sarebbe tornato
+fra un'ora. Può stare a momenti. A proposito... debbo mandarle a casa
+una dozzina di bottiglie di _champagne_?
+
+--Balorda, chiaccherina!--pensò fra sè Silvestro Bonaventuri. Quanto
+alle bottiglie, non diede risposta.
+
+Il Bonaventuri aveva indosso quella specie di cascaggine e di
+svogliatezza, che deve significare un mondo di belle cose sottintese.
+Non ci sono che gl'ingenui, i quali non ne capiscano la forza e la
+portata! Egli aveva una faccia perfettamente insignificante, floscia,
+avvizzita, sbasita, tra il giallognolo ed il livido, e la teneva così
+con gran cura tutto l'anno. Guai se alcuno avesse potuto sospettare di
+lui che la notte dianzi egli fosse andato a casa a dormire come un
+bravo figliuolo non ubbriaco, o non fosse uscito da poco da un'orgia,
+da una bisca o da un bordello. La sua ambizione era tutta lì!
+
+--Ehi--gli disse la Romea--è passata poc'anzi di qua la Nanà, con
+quella sua andatura da gonfianùgoli, ma non ha guardato dentro. Era
+accompagnata _fra i quali_ da un giovinotto biondo, che parava
+_venezievole_. Uno nuovo!
+
+Bonaventuri alzò le spalle e disse brutalmente:
+
+--Che me ne frega a me?
+
+La Romea scoppiò a ridere, di quel suo riso amarognolo e forzato, il
+quale, a dir vero, faceva contrasto colla bellezza delle sue labbra e
+dei suoi denti smaglianti.
+
+--Lei fa il disinvolto--ripigliò--ma noi sappiamo tutto.
+
+--Che cosa sapete?--domandò colla sua voce spenta il Bonaventuri,
+cercando di farsi credere annoiato.
+
+--Che lei è innamorato morto della Nanà.
+
+Silvestro alzò le spalle.
+
+Il fattorino intanto gli aveva recato dinanzi il vassoio col bicchiere
+del Fernet e aveva mesciuto.
+
+La Romea, quando il fattorino tornò verso il banco, gli scoccò a
+bruciapelo un'occhiata furtiva e furibonda, una vera occhiata
+antropofaga.
+
+Il giovine capì d'aver commesso un altro sproposito e da buon ragazzo
+che vuol istruirsi, accostò la faccia a quella della padrona, la quale
+sottovoce gli susurrò:
+
+--Asino, marmotta, imbecille, tu ne versi sempre troppo per venti
+centesimi. T'ho detto due dita, due dita, due dita, non più!
+
+Silvestro intanto aveva cavato di tasca un libretto di memorie e s'era
+messo a far delle annotazioni, come per indurre la Romea a tacere.
+
+Ma ell'era come una mosca cavallina. Non s'accorgeva di riuscire
+tediosa. Nella sua candida convinzione, che ogni sua parola tornasse
+gradita a chi l'ascoltava, e fors'anche nella necessità in cui era
+continuamente di ammazzar la noia sterminata e il rovello che la
+rodevano, procurando di importunare gli altri con proprio sollievo,
+continuava:
+
+--Tutti lo dicono del resto, e anche il Salis _fra i quali_ poc'anzi
+me lo ripeteva. E io, non ci volevo credere, perchè stento a
+persuadermi che lei, che è così fino conoscitore di donne, voglia
+perdersi con quella civetta.
+
+Il Bonaventuri continuava a fare degli sgorbi inutili sul suo
+taccuino, e di quando in quando alzava la testa, apriva la bocca e
+fissava il soffitto come un uomo che cerchi un'ispirazione o tenti di
+raccappezzare un'idea che gli sfugge.
+
+La Romea continuava:
+
+--Io non dico che la Nanà sia brutta, giacchè, per dire a dire, brutta
+non lo è; ma non è neanche bella, come la vorrebbero fare; e poi
+quando si è passati i trentacinque.
+
+--Tre e quattro sette e nove fanno sedici--disse il Bonaventuri ad
+alta voce; e sul libretto infatti disegnò un _sedici_, che riuscì più
+rotondo di quello della Romea.
+
+--E poi una donna che si butta via in quel modo! È proprio vero che
+per far fortuna bisognerebbe far così, mentre noi povere donne oneste
+_fra i quali_ le tireremo sempre verdi _in sæcula sæculorum_...
+
+--Il tutto diviso per tre, dà precisamente otto franchi e sessanta
+centesimi a testa--sclamò Silvestro, fingendosi contento, come se
+avesse sciolto un problema di calcolo sublime.
+
+--Se ne contano di belle in questi giorni di quella signora. La
+storiella della paraninfa, già la conoscerà. Eppoi il fattorino del
+negozio là di contro, che è stato qui a prendere una bottiglia di
+Seltz, mi disse _fra i quali_ che il giovine del calzolaio lì in
+faccia aveva saputo dal suo padrone, al quale lo aveva raccontato una
+sua pratica, che era andata a comandargli due stivali da caccia, che
+il suo parrucchiere gli aveva raccontato di aver inteso dal cuoco di
+casa A... che il cocchiere gli aveva detto, come qualmente un suo
+amico, che è nell'Anonima degli omnibus, avesse dovuto stare a
+cassetta del legno sei ore di fila e di notte, con dieci gradi di
+freddo nel cortile d'un palazzo, ad aspettare la signora Nanà, che era
+andata a un _rendez vous_... mi capisce.
+
+Silvestro questa volta si volse alla Romea e le disse con fine ironia:
+
+--Se vede il fattorino a cui il giovine di calzolaio ha raccontato ciò
+che ha udito dal padrone a cui l'ha raccontato il signore degli
+stivali, che l'ha udito dal parrucchiere, a cui l'ha raccontato il
+cuoco di casa A..., che l'ha udito dall'amico del cocchiere
+dell'Anonima... se lo vede, gli dica che io me ne congratulo proprio
+tanto tanto!
+
+In questa O'Stiary e Sappia entrarono.
+
+--Due Marsala Ingham--disse il Sappia prima di salutare gli astanti.
+
+--Non quello, non quello, stupido, idiota, mamalucco imbecille--gridò,
+con una faccia da Arpia, la buona Romea al giovane che aveva dato mano
+ai bicchieri troppo grandi per servire il nuovo arrivato.--T'ho già
+detto che i bicchieri pel Marsala sono quelli là più piccoli. Impara
+una volta.
+
+Bevuto il Marsala i due giovani uscirono con Bonaventuri.
+
+* * * * *
+
+Nello studio della ditta F. Marliani e C. v'erano due persone ad
+aspettar l'amico Ciliegia colle vittime. Marliani il prestanome, erasi
+sdraiato nella sua poltrona, dinanzi allo scrittoio, colla sua brava
+penna d'oca infilata sull'orecchio,--per darsi l'aria di un
+conservatore che stenta ad accettare le novità--e in capo una callotta
+di velluto turchino ricamata intorno intorno a _ghiande_ d'oro, a dir
+la verità poco lusinghiere, quantunque emblemi appropriati alla
+_porca_ professione del gabbamondo.
+
+Lei, la sôra Bibiana, in piedi, daccanto alla scrivania, un po'
+curvata innanzi, teneva le due mani sul bracciuolo del seggiolone,
+dove stava il suo _Alfonso_, e lo covava amorosamente co' suoi
+occhietti grigi e tanto quanto cisposi.
+
+La callotta gliel'aveva regalata lei; e gliel'aveva ricamata lei,
+colle sue manaccie grasse, la procace gallinona; e gliel'aveva imposta
+lei sul capo, per levar a Filippo quella sua aria da scapato, tanto
+adorabile a quattr'occhi, ma troppo biricchina in istudio, giacchè la
+stonava maledettamente colla gravità della sua nuova posizione
+commerciale. Infatti non è a dirsi come quella callotta
+rinvecchignisse il bel giovane, che aveva ispirato pochi giorni prima
+il capriccio--cavolo riscaldato--alla orgogliosa Nanà.
+
+La signora Bibiana era superba di quella sua pensata, a doppio uso:
+
+--Sembri proprio un banchiere così!--gli aveva detto acconciandogli in
+testa quella berretta senza tesa.--Che importa a me che tu sembri meno
+giovane e meno bello, quando siamo in istudio? Anzi, a me piace
+questo. Così le donne, che vengono qui per affari, non ti troveranno
+troppo seducente. Per me sarai sempre giovane e bello abbastanza! Ah
+se mi vorrai proprio bene, vedrai, vedrai!
+
+Erano nei primi giorni d'una illegittima luna di miele.
+
+* * * * *
+
+Lo sciagurato Marliani--dacchè s'era venduto corpo ed anima alla
+_Società segreta dell'arte di fallire_--era disceso poco a poco la
+scala della più abbietta degradazione.
+
+La vergogna di sembrare agli occhi di Nanà un povero diavolo era stata
+la prima spinta, la spinta immediata. Nanà, coll'esserglisi concessa
+di nuovo, coll'avergli rifatto entrare in corpo mille incendi e mille
+illusioni aveva segnata la di lui rovina morale.
+
+Dopo quel capriccio famoso, Nanà, _choquée_, come diceva ella stessa,
+dall'aspetto triviale della camera di Filippo, _choquée_ di averlo
+trovato a far la barba ai solini da collo, non aveva più voluto
+tornare da lui e se lo teneva buono ed amico in casa, soltanto per la
+paura ch'egli svelasse ad O'Stiary la vergogna di madama Tricon.
+
+Il Marliani, che s'era venduto alla ditta briccona, appunto per avere
+i mezzi di non comparire miserabile in faccia alla sua rinnovata
+conquista, trovandosi messo da parte, arse di indicibile gelosia e fu
+preso dalla smania di arricchire, per aver il mezzo di ricomprare a
+furia d'oro la francese _cocotte_. Capiva che Nanà lo disprezzava
+perchè lo aveva trovato decaduto e povero; e poi si rodeva pensando a
+quel migliaio di franchi, che le aveva fatto accettare di buon cuore,
+e quasi per forza. Se avesse saputo! E provava una mortificazione
+cupa, un'amarezza profonda, un cordoglio, da cui tentava di sottrarsi
+accarezzando le illusioni e fissando l'illuminello dei guadagni
+grossi, che la signora Bibiana gli faceva balenare dinanzi agli occhi
+della fantasia.
+
+La gallinona, tutta piena di erotici grilli, aveva messo il desïo su
+di lui fin dal bel primo momento ch'egli s'era presentato alla
+_Società dell'arte del fallire_.
+
+"Ah se potessi conquistarlo" pensava la vecchia matta, tutta in
+frègola, alla vista dello spigliato e robusto giovinotto, che veniva a
+mettersi sotto la sua protezione. "Infine io non ho che quarantasette
+anni! Se è vero quello che ho letto non so dove che ci fu una volta
+una certa _Ninos de l'Enclou_--lei storpiava così quel nome
+storico--la quale c'è riuscita a innamorare un abatino a sessant'anni,
+per dio, non potrò arrivarci io, che non ho ancora tocchi i
+cinquanta?"
+
+Ella era andata dunque tutti i giorni allo studio in via Valpetrosa.
+
+Per tre giorni di seguito, entrando in punta di piedi, come era suo
+costume, facendo segno al fattorino di non far rumore, aveva trovato
+il suo nuovo gerente, che, colla testa nelle mani e i gomiti
+appoggiati sullo scrittoio, piangeva sommessamente a lagrime roventi e
+aveva fiutato subito in quel pianto un cordoglio d'amore....
+
+"Ah! come sono vili gli uomini!"
+
+Se il Marliani avesse pianto per lei c'è da scommettere che non
+l'avrebbe trovato tanto vile. Ma piangere per un'altra donna?
+
+Curiosa, come una vedova che tiene il pizzicore in corpo, essa volle
+ad ogni costo sapere il segreto di quel dolore.
+
+Il Marliani si fece pregare un poco ma poi le aprì il cuore. La
+signora Bibiana si intenerì, lo compassionò, decise di consolarlo.
+
+La compassione è sorella carnale dell'amore. Povero giovane! Egli
+aveva tanto bisogno di essere consolato. E poi con quello schianto in
+cuore come avrebbe potuto attendere alle faccende della ditta? Gli
+affari della società sarebbero andati a fascio se lei non pensava a
+strappargli dal petto quell'infelice passione. L'azienda birbona ne
+avrebbe sofferto chi sà che danno, s'ella non provvedeva a medicare
+quell'anima ferita.
+
+Dopo tutto era anche un dovere di buona cristiana il suo! Un'opera
+pia!
+
+La signora Bibiana fece dunque capire un bel giorno, al Marliani, che
+se si fosse lasciato consolare ne avrebbe avuto vantaggi enormi....
+
+E lui, canaglia, si lasciò consolare.
+
+Ormai una più una meno che monta? Egli si considerava già come un
+furfante, dal giorno che aveva sottoscritto il sudicio contratto. Non
+poteva avere più ritegni. Le cose a mezzo a questo mondo non le si
+fanno che quando si tratta di far del bene; ma una volta che si è nel
+brago, a che vale conservare dei riguardi? Le azioni turpi sono come
+le ciliegie: una dopo l'altra si va senz'accorgersi in fondo al
+paniere.
+
+* * * * *
+
+Mezz'ora prima, adunque, che arrivassero allo studio i due nobili
+amici col signor Bonaventuri, la vedova procace, incocciata fino a'
+capelli nell'amore del suo drudo, era con lui a strano colloquio nello
+studio della ditta.
+
+Strano, perchè un miscuglio così fatto, composto di sentimentalismi e
+di truffe, di voluttà e di cento per cento, di fantasie lubriche e di
+cambiali in scadenza, di baci e di usura, di proteste d'amore e di
+protesti cambiarî chi non ne abbia mai udito uno simile, non
+giungerebbe a farsene un'idea.
+
+--Sei un biricchino--diceva la gallinona, vezzeggiando il suo Fiffo,
+che se ne stava sdraiato dissimulando a stento l'interno disgusto.--Io
+vorrei guarda, avere un trono d'oro per metterti su te a regnare e me
+d'accanto.
+
+--M'accontenterei anche d'un trono d'argento--disse filosoficamente il
+Marliani.
+
+--A proposito cosa c'è di nuovo dell'affare delle posate?
+
+--Non d'oro nè d'argento quelle!
+
+--Dico bene, di _cristophle_. Le hanno accettate?
+
+--Altro che.
+
+--Oh racconta perchè non ne so nulla.... Ma prima fammi un altro
+bacio... ma lungo... come tu li sai fare tanto bene... anima mia.
+
+Dato il bacio, non tanto lungo quanto quell'altra sconcia lo avrebbe
+voluto, il Marliani rispose:
+
+--Come sai erano di cristophle, ma così belle e così pesanti che si
+poteva benissimo farle passare per d'argento. Il Bonaventuri ne fece
+bollare una e la portò al Monte. Il perito, il nostro amico, gliela
+stimò il quadruplo del suo valore di costo. Allora il Bonaventuri le
+fece bollar tutte e ne cavò due mila franchi. A lui erano costate
+cinquecento.
+
+--Che boia!--sclamò tutta ilare la signora Bibiana.--Spero bene che
+avrà messo il guadagno in conto sociale! Ma tu poi mi vorrai proprio
+sempre bene? Non pensi più, n'è vero, a quell'altra?
+
+--No, no,--rispose il Marliani.--Non sei tu quella che farà la mia
+fortuna? Oggi credo che il banchiere acconsentirà che mi siano fissati
+questi cento franchi di più al mese.
+
+--Ci penso io! E se lui non lo volesse, la tua Bibò sai che li caverà
+di propria saccoccia. Te lo giuro sulla memoria de' miei quattro figli
+che sono tutti morti.
+
+--Cara!
+
+--E oggi chi si aspetta?
+
+--Il marchese Sappia e il conte O'Stiary.
+
+--Ci cascano ancora?
+
+--Un'ora fa il Bonaventuri mi ha mandato ad avvisare che sarebbe
+venuto qui con loro alle due.
+
+--Mi raccomando. Bisogna scorticarli come rane, questi aristocratici.
+Ma io non so il perchè stamattina ti voglio più bene del solito. Cioè
+forse lo so...
+
+E qui la signora Bibiana cercò di farsi rossa in viso con una smorfia
+pudibonda.
+
+--Ah, sei un gran biricchino, ve', quando ti ci metti!
+
+E gli diede una vezzosa spalmatina sulla guancia poi vi tenne la mano
+a carezze.
+
+Il Marliani sarebbe apparso nauseato a tutti coloro, che lo avessero
+veduto in quel punto, tranne che alla vecchia birbona.
+
+--Bibò, Bibò, basta--diss'egli.
+
+--Come basta? Non sei tu forse il mio Fiffo? Non ti piacciono dunque
+le carezze della tua Bibò?
+
+--Sì... mi piacciono ma a suo tempo. Ora possono entrare i merli e se
+ci pigliano in frègola addio serietà di affari.
+
+--Si tratta ancora d'un prestito?
+
+--Credo.
+
+--Spero bene che il Bonaventuri si ricorderà che deve far finta di non
+conoscerci?
+
+--Diamine! Quello è volpe vecchia che ne può insegnare a tutti noi.
+
+--E stanotte...? Quanto ridere! Ne ho ancora il solletico qui allo
+stomaco, te lo assicuro. Sei un gran mostro, ve'! Ah sei un gran
+mostro!
+
+S'udì nel cortile un rumore di passi.
+
+--Sono loro!
+
+--Qua un bacio in fretta--disse la signora Bibiana--e poi serî!
+
+Il Marliani diè il bacio poi si mise la penna fra le dita e finse di
+scrivere.
+
+* * * * *
+
+Entrò il facchino.
+
+--Tre signori che vogliono parlare con lei--disse a Marliani.
+
+--Chi sono?
+
+--Uno glielo posso dire: è il signor Bonaventuri, perchè lo conosco;
+gli altri due non so.
+
+--Falli entrare.
+
+Poi finse di essere tutto assorto nel far delle cifre.
+
+La grossa Bibò sedette in disparte.
+
+Bonaventuri entrò. Lo sguardo ch'egli diede al Marliani e alla signora
+Bibiana, sarebbe stato invidiato da un antico aruspice di Delfo.
+
+Il ladro uomo ricompose tosto il ghigno.
+
+--Oh, caro Ferdinando--disse Marliani alzandosi da sedere.--E anche
+lei mi par di conoscerlo--disse Marliani--ma quello stupido di un
+facchino non è mai capace di dir un nome giusto, e a dir la verità...
+
+Il marchese aveva stretta la mano a Marliani confidenzialmente.
+
+--Io sono Silvestro Bonaventuri--rispose l'altro cavandosi i guanti, e
+questi sono il signor marchese Sappia che lei conosce, come vedo, e il
+signor conte O'Stiary. Ma dico, non disturbiamo forse?--soggiunse
+tosto volgendosi a Bibò, che stava là seduta in un canto.
+
+--La s'imagini!--rispose la signora Bibiana--Io aveva finita la mia
+faccenda e stava rifiatando un minuto, perchè non ho potuto agguantar
+l'_omnibus_, e m'è toccato di far la strada a _piedibus calcantibus_
+dal borgo fin quaggiù. Ma ora son riposata e me ne torno pacifica e
+mollifica nella mia pace della campagna beata e ridente.
+
+I tre sopravvenuti la lasciarono passare, e Bonaventuri, come se
+proprio non l'avesse mai veduta, mandandogli dietro uno sguardo
+desioso, sclamò:
+
+--È un bel pezzo di Marcantonio!
+
+--S'accomodino!
+
+* * * * *
+
+Cominciò il Bonaventuri:
+
+--Io vengo a nome del signor Carcanetti che lei conosce.
+
+Carcanetti era un nome qualunque, un nome inventato.
+
+--Carcanetti mi comunicò che lei un giorno gli ebbe a dire che se
+aveva bisogno del danaro per qualche suo amico solido, si rivolgesse
+pure a lei che avrebbe trovato il modo di procurarglielo.
+
+Il Marliani alzò la mano al labbro inferiore, lo strinse fra il
+pollice e l'indice, e stette a pensare come un uomo che caschi dalle
+nuvole.
+
+--Non mi ricordo--rispose.
+
+"Ahimè!"--sclamò in cuor suo l'ingenuo O'Stiary.
+
+"Farà il prezioso"--pensò invece il Sappia che aveva maggior
+esperienza di mondo.
+
+E si sbagliavano tutti e due.
+
+--Non mi ricordo bene in quall'epoca io possa avergli detto questo al
+Carcanetti--ripigliò il Marliani con un fare naturalissimo--giacchè
+oggi non solo è cosa molto difficile il trovar danaro su cambiali ai
+prezzi commerciali, ma si può dire che è difficilissimo di trovarne
+anche volendo assoggettarsi a grossi premî ed usure. Dopo che si
+cominciò a parlare di quella benedetta proposta di legge per
+l'abolizione dell'arresto personale nessuno più si fida a prestar
+danaro se non sopra buona e solida ipoteca. Io stesso, che pur non
+faccio mai di questi affari, e che sono a capo di una ditta
+solidissima, pure avendo avuto bisogno, per un capriccio di levar una
+somma a prestito per tre giorni, ho dovuto pagare un interesse
+favoloso.
+
+--Vale a dire?
+
+--Per mille franchi mi hanno trattenuto, in tre giorni, cento franchi.
+È vero che in commercio tre giorni e un mese contano lo stesso. In
+ogni modo è sempre un interesse enorme. È il dieci per cento al mese.
+
+--Qui si tratterebbe di un'operazione di tutta fiducia. Il mio amico è
+troppo onesto, troppo gentiluomo per cercare a chichessia un centesimo
+senza la sicurezza.
+
+--Oh signore!...
+
+--... morale e materiale....
+
+--Non ne dubito!
+
+--... della restituzione....
+
+--Può imaginarsi!
+
+--... alla scadenza.
+
+--Non se ne parli! Il signore è inutile domandarlo, è maggiorenne, non
+è vero?--domandò Marliani rivolto al conte O'Stiary.
+
+--Ho ventitre anni e dieci mesi--rispose Enrico--Non debbo tacere però
+che io non andrò in pieno godimento della mia sostanza che a
+ventiquattro anni compiuti, e che ho dei debiti.
+
+--Non ci sono dunque che due mesi da aspettare!--sclamò il
+Marliani.--Quanto ai debiti, chi non ne ha al giorno d'oggi? Ma se
+nella sostanza c'è un largo sufficiente, i debiti non contano. Si sa
+bene. _Il faut que jeunesse se passe_!
+
+--Benissimo!--disse Sappia.
+
+--Dunque allora questa sera io potrò darle una risposta; tenterò,
+parlerò, vedrò il mezzo migliore. Di quale somma avrebbe bisogno?
+
+--Diecimila franchi.
+
+--Bene, le saprò dire l'esito. Non garantisco nulla ma stasera le dirò
+francamente quali furono le mie pratiche e sarò molto onorato di poter
+riuscire. E se riesco poi--continuò diretto a O'Stiary--chissà che non
+venga da lei a chiederle un favore.
+
+--Ben volentieri--rispose Enrico che senza sapere il perchè si trovava
+in un disagio ineffabile.
+
+Quest'ultimi periodi infatti erano stati detti in piedi.
+
+Marliani stese la mano al marchesino Sappia a cui disse: _Ciao_, poi
+al contino che inchinò e così si lasciarono.
+
+Appena usciti si schiuse pian piano l'usciolo di contro a quello per
+cui se n'erano andati i due giovinetti e ne uscì la faccia da luna
+piena della signora Bibiana, che rideva come una donna in gallovia.
+Essa venne ad abbracciare il Marliani dicendogli:
+
+--Sei un gran birichino. Ti sei portato da negoziante provetto e
+consumato. Se il diavolo non ci mette la coda, in poco tempo la
+sostanza del conte O'Stiary, deve essere tutta nostra!
+
+* * * * *
+
+--Ora che si fa?--domandò Marliani alla Bibò.--S'hanno a dare questi
+dieci mila franchi o non s'hanno a dare?
+
+--Tu che ne dici? Sai che io faccio quello che vuoi?
+
+--Ebbene allora bisogna darli.
+
+--Pensa Filippo che siamo già sotto di molto.
+
+--Non importa. Fidati di me. Ho bisogno di far buona figura.
+
+--Sì, sì,--disse Bibò.--E poi egli è pronto a qualunque sacrificio? Se
+dice così gli è segno che gli fanno assai bisogno. Se gli fanno di
+bisogno noi col fargli il prestito gli facciamo uno di quei servizi
+che si chiamano _impagabili_. Non è vero? Forse gli salviamo
+l'onore... Forse la vita! Chi lo sa? Se quelli che ci danno
+dell'usuraio ragionassero così vedrebbero che noi siamo i salvatori
+dell'umanità. Siamo forse noi che andiamo a cercare i figli di
+famiglia? O sono essi che vengono a cercar noi. Mettiamo forse loro le
+pistole alla gola? No. Essi contrattano liberamente. Oh perchè mai
+s'avrà a far pagare poniamo cento mila franchi per puro capriccio, un
+brillante che non serve a nulla e non s'avrà a far pagar caro un
+servizio in contanti, che può salvar l'onore e la vita?
+
+Alla signora Bibiana codesti argomenti in difesa dell'usura parevan
+sempre nuovi di zecca, ogni volta che li ripeteva. E Dio sa quante
+volte li aveva già ripetuti di sua vita.
+
+Marliani la lasciò sfogare un poco poi la arrestò, e da uomo pratico
+tornò alla sua domanda.
+
+--Dunque mi fai far buona figura? Te ne ringrazio.
+
+--Caro! Questo e altro--disse Bibò intenerita. E scoccò un bacione al
+suo bel giovane.
+
+--Vediamo ora le condizioni.
+
+--Il solito! Ormai di firma Sappia e O'Stiary ne abbiamo in portafogli
+per circa duecento mila. E so che altri ne tengono altrettante. Con
+queste faranno duecento mila e venti. E ricordati Filippo e che se
+questa imprudenza enormissima fu da me commessa, è stato tutto per
+amor tuo. Io non era mai stata avvezza a prestare a un solo più di
+cinquanta mila franchi.
+
+--Ma quando ti dico che sono sicuri.
+
+--Lo voglio credere, ed è perciò che non mi faccio pregare neppure
+questa volta. Ma dico per dire. Se morisse?
+
+--Pensa che sulle duecento mila firmate, in fin dei conti tu non ne
+hai versate più di ottantamila.
+
+--Questo si sa! Un interdetto, deve ben pagare più degli altri.
+
+* * * * *
+
+Dal canto loro il Sappia e l'O'Stiary usciti dallo studio della ditta
+Marliani e C. si rallegrarono fra loro d'aver trovato l'amico divenuto
+uomo serio tanto ben disposto per loro. Erano pieni di speranze, e il
+cento per cento di interesse, che Marliani aveva lasciato loro
+intravedere, non dava ad essi il menomo disturbo. Animi felici! A un
+dipresso, nella bontà istintiva del loro cuore giovinetto essi
+ragionavano a loro danno, cogli stessi argomenti della signora
+Bibiana.
+
+--Non il cento per cento--sclamava Enrico--ma il mille per cento io
+sarei pronto a pagare per avere quel danaro da presentare a Nanà
+questa sera. Per me è questione di vita o di morte. Che vale il danaro
+se non rappresenta appunto il valore dei nostri desideri?
+
+Si dica quel si vuole, la è logica anche codesta; logica pericolosa,
+ruinosa, da scavezzacollo, da uomo passionato, ma logica. Persuadere
+un giovane di ventiquattr'anni, generoso, ardente desioso, innamorato
+che il prender a interesse del danaro al cento per cento è una
+grulleria, una bestialità economica, una ridicolaggine di cui s'avrà
+certo a pentire più tardi, è cosa tanto vana, come sarebbe per esempio
+il mettersi a persuader i pesci a vivere fuori dell'acqua, dove noi ci
+si annega, mentre loro ci stanno a lor agio, dove anzi non possono a
+meno di stare per vivere.
+
+Pei giovani il danaro non è--parlo in generale--che il mezzo per
+soddisfare i bisogni del cuore, i capricci della mente, le necessità
+dei sensi, delle passioni. Quanto più troveranno ostacoli, non
+naturali, non fatali a soddisfar queste loro passioni tanto più
+s'aumenterà in essi la smania di soddisfarle. _Nititur in vetitum_.
+L'idea del dissesto finanziario, della povertà, della rovina, non
+entra in cervelli giovani privi di esperienza e di vivere di mondo.
+L'economia è una parola che ha senso soltanto per coloro che
+guadagnano il danaro a stento.
+
+Se i tutori ed i padri pensassero a queste verità forse le pazzie dei
+figli sarebbero meno frequenti.
+
+Il fatto è che la stessa sera Enrico potè annunciare a Nanà che fra
+tre giorni avrebbe avuti i diecimila franchi.
+
+* * * * *
+
+Dal giorno che Enrico O'Stiary portò a Nanà i diecimila franchi, che
+dovevano dare un altro strappo alla sua sostanza, quelle due belle
+creature si videro tutti i giorni. Rotto il ghiaccio essi entrarono
+nel secondo stadio dell'amore... sentimentale. Enrico non aveva il
+coraggio di esigere di più da quella donna, che gli appariva armata di
+virtù come l'antica Minerva. E forse se avesse anche saputo chi ella
+era sarebbe stato troppo tardi lo stesso. La sua fantasia, l'amor
+proprio, i nervi, i muscoli il sangue erano troppo invasi dal
+magnetico di quella donna per concedergli di desistere dall'immenso
+desio. Ogni volta che egli montava le scale di Nanà giurava di
+riuscire a conquistarla; dinanzi a lei si trovava di aver il cuore di
+coniglio, il cervello di ghiaccio e la lingua mozza. Tutte le ragioni,
+le preghiere, le astuzie pensate, come quelle del povero Renzo in
+presenza dell'Azzeccagarbugli sfumavano. Non sapeva più che cosa
+dirle, da dove incominciare, come pigliarla. Pativa suggezione della
+Parigina!
+
+Ell'era incantevolmente graziosa con lui; lo riceveva con vera e
+schietta gioia; non lo lasciava partire s'egli accennava di volersene
+andar più presto del solito. Ma se egli arrischiava un gesto, una
+frase di desiderio, una preghiera o non faceva mostra di capirli, o li
+vietava cogli occhi, colla mano, col broncio, o si sottraeva alle sue
+carezze.
+
+Nanà manovrava con lui con una tattica degna d'un generale di genio.
+Ella aveva fissato di sposare Enrico, mescendo l'utile al dolce;
+sposare un giovane che le piaceva e diventare contessa. Conosceva
+troppo la regola più elementare della civetteria femminile, per la
+quale avviene che gli amanti stiano legati assai più col rifiutarsi
+che col concedersi. E la sua continenza era cosa tanto insolita in lei
+che ne andava orgogliosa.
+
+Enrico sentiva d'essere stretto nelle spire d'un adorabile serpente e
+non sapeva levarsene. Già cento volte Nanà aveva letto negli occhi di
+Enrico il poema delle sue sofferenze fisiche e morali, e ne gioiva.
+C'era in questa gioia di Nanà un piccolo sentimento di vendetta. Ella
+faceva pagar cari al giovane innamorato il tentativo di sottrarsi al
+suo fascino, spiegato da lui nella prima sera, quand'essa, non aveva
+potuto cavargli una sola dichiarazione, e aveva dovuto ella stessa
+fare i primi approcci.
+
+
+
+
+X.
+
+
+Siamo in villa, sul lago di Como. Potevano essere le otto d'un bel
+giorno di settembre. Il notaio faceva il suo solito sonnetto del dopo
+pranzo. La signora Eugenia era salita a trovare la cameriera, che
+s'era messa a letto con un febbrone. Elisa era uscita sul terrazzo,
+che dava sul lago, e stava là colle braccia a gomitello sul davanzale
+a guardar nel vuoto con quell'abbandono un po' languido e sconfortato
+di chi soffre un cordoglio che vuolsi dissimulato a tutti e che nella
+solitudine si fa sentire con raddoppiata amarezza.
+
+Povera fanciulla!
+
+Sua madre aveva già tentato qualche volta di dissuaderla dal pensare
+ancora a quello scapigliato di Enrico, ed essa faceva di tutto per
+compiacere a sua madre e non ci riusciva. Chè anzi, il martello
+dell'amor proprio offeso, e il disinganno, e il contrasto
+raddoppiavano nel suo animo il dolore e la desolazione.
+
+Stava così volgendo nella sua testolina i mesti progetti
+dell'avvenire, pur non disperando ancora del tutto, quando le parve
+udire dietro di sè il passo di Enrico.
+
+Essa lo distingueva bene fra tutti quanti.
+
+Enrico, il giorno prima, aveva portato a Nanà i diecimila franchi
+avuti dalla ditta Marliani e C., e Nanà li aveva accettati; ma era
+stata con lui più fiera che mai. Uscendo da lei, era stato preso per
+reazione da una specie di rimorso, da una resipiscenza amorosa per la
+sua bella Elisa; aveva giurato di star lontano per qualche giorno da
+Nanà ed era venuto alla villa Martelli per riveder la fanciulla come
+se sperasse in quel dolce e onesto sguardo trovare la consolazione al
+disinganno de' sensi.
+
+Le giunse a ridosso credendo di non essere stato udito, e ristette ad
+ammirarla; e in quel punto sentì il suo amore per lei moltiplicato dal
+dispetto e dal tormento che Nanà gli aveva fatto durare il dì prima;
+le si mise accanto.
+
+Essa alzò lentamente le pupille addolorate in viso ad Enrico sorrise e
+la sua fisonomia fu come illuminata da un raggio di gioia divina.
+Stese la mano al giovine, e gli disse:
+
+--Sei qui, Enrico? Oh, non ti aspettavo più.
+
+Enrico vide negli occhi della fanciulla brillar due lagrime, preziosi
+gioielli dell'immeritato tesoro di tenerezza, ch'egli aveva racchiuso
+in quell'anima innamorata.
+
+--Che hai Elisa?... Tu sei malinconica--le disse Enrico mettendosi con
+lei al davanzale.
+
+--Ti pare?--sclamò sorridendo la fanciulla con molta dignità.
+
+--La balia ieri sera mi parlò di te.
+
+--Che cosa la ti disse?
+
+--Che tu credi che io non ti ami più.
+
+--È vero.--domandò Elisa.
+
+--Ebbene, ti giuro di no--riprese con accento sincero il
+conte.--Credilo, Elisa, io ti giuro che sento di non voler bene
+davvero che a te sola.
+
+Elisa sospirò, ma non disse parola.
+
+--Però, siccome non sono capace di fingere con te, mia buona Elisa, ti
+dirò tutto. Forse sì, sono andato a rischio di cadere nei lacci di una
+donna... una donna che non vale un tuo capello... ma per puro
+capriccio, vedi, non per cuore. Ma quando ti vedo, quando sento la tua
+voce, quando guardo nei tuoi occhi tanto belli e sinceri, mi par
+impossibile di avere avuto un pensiero per un'altra donna.
+
+--Ah! dunque non mi sono ingannata--disse la Elisa.--Qualche cosa c'è
+per cui io non debba più sperare...?
+
+--No, te lo giuro--interruppe Enrico--non c'è nulla. Tu mi credi, n'è
+vero Elisa? Tu lo senti che io sono sincero, e che non ti voglio bene
+proprio di cuore che a te sola....
+
+--Ebbene sì, ti credo--rispose la fanciulla con infinita
+grazia--perchè guai a te se poi tu m'ingannassi. Sarebbe come
+ingannare un bambino. Io non so nulla di ciò che voi pensiate, nè che
+proviate per certe donne... ma so che tu mi fai soffrire.
+
+Queste parole furono dette dalla vergine, con una ineffabile
+espansione.
+
+--Ah, se anche tuo padre non fosse l'uomo che egli è--sclamò Enrico
+quasi per scusarsi--se non fosse lui che mi sforzò a far la vita che
+faccio.
+
+--Oh, ma perchè?
+
+--Perchè io sento di essere indipendente e superbo, ed egli mi trattò
+sempre come un fanciullo, e non come un uomo di ventiquattro anni che
+fra poco sarà padrone del proprio avere. Lui crede che io debba
+pensare come lui, far la vita che fa lui, avere le sue abitudini, le
+sue idee, le sue spilorcerie. Egli mi ha fino rimproverato un giorno,
+perchè avevo fatto un'elemosina. È insoffribile. Non è degno d'essere
+tuo padre.
+
+--Ah, Enrico, non dire così!
+
+--È vero, Elisa, scusami--sclamò il conte ridendo.--Ma tu, sarai per
+me la più cara creatura di questo mondo. Fin da quando avevo dieci
+anni e tu non ne avevi che cinque, il primo pensiero d'amore che passò
+nella mia testa fu per te. Io sento di essere tuo e che nessuna donna
+potrà prendere il tuo posto qui nel mio cuore.
+
+--Allora giurami--disse la Elisa--che non la vedrai più questa donna.
+
+--Ebbene, te lo giuro--rispose Enrico sincero. Ma poi soggiunse:
+
+--Ti giuro che ci andrò ben di rado e che non le dirò mai più nulla
+che ti possa dar ombra.
+
+--Ah no, tu non devi vederla mai più.
+
+--Ma, mia cara, farei una figura molto ridicola co' miei amici.... Si
+direbbe ch'ella mi ha messo alla porta. Tu non vuoi, Elisa, ch'io
+diventi ridicolo.
+
+--No, ma io vorrei che tu mi promettessi almeno di non vederla più da
+solo a sola.
+
+--Ebbene, questo te lo posso promettere--rispose Enrico.
+
+In questo s'intese la voce vibrata e severa di donna Eugenia che
+chiamava: Elisa.
+
+E la madre comparve sulla soglia della terrazza.
+
+--T'ho pur detto tante volte--ripigliò--che sulla terrazza non amo che
+tu ci stia di sera, se non con tua madre; speravo che tu m'avessi a
+obbedire.
+
+Rientrarono tutti e tre in sala, dove il notaio stava russando ancora
+placidamente nel suo seggiolone.
+
+Quella serata fu piena, pe' due giovani amanti, di misteriose
+dolcezze, mentre una noia feroce regnava in quella sala, che a poco a
+poco s'era andata popolando di visite. Erano i villeggianti dei
+contorni che venivano, come al solito, a passar la sera in casa
+Martelli. La Elisa, prima suonava qualche pezzo sul piano, poi si
+giuocava a _mercante in fiera_, fin verso le undici.
+
+Donna Elena aveva già dato ordine al servitore di far preparare per il
+conte una delle camere dei forestieri in una casina attigua alla
+villa.
+
+--Spero che ti fermerai un po' di giorni--aveva domandato il notaio al
+conte.
+
+--Non posso--gli aveva risposto Enrico--sono venuto a far una visita
+alla sfuggita. Ma ho sul cavalletto un ritratto che non voglio lasciar
+prosciugare.
+
+Il giorno dopo infatti Enrico salutava i suoi ospiti e partiva. E in
+viaggio sentiva lievemente, gradatamente andarsene in fumo la promessa
+data alla Elisa ad ogni chilometro che si scostava da lei e che si
+avvicinava a Nanà.
+
+
+
+
+XI.
+
+
+La storia della lotta fra la passione d'Enrico e la calcolata
+freddezza di Nanà--è inutile dissimularlo--non potrebbe essere cosa
+nuova, per la ragione che essa dura fin dal primo giorno, in cui la
+mistica coppia, imaginata dalla Bibbia, sentì il primo palpito, che
+doveva perpetuar nel mondo la razza umana. Essa durerà pei secoli dei
+secoli, e sempre uguale, finchè su questa pallottola abitata ci sarà
+un seno di femmina, che palpitando rifiuti e un petto di maschio che
+sbuffando, desideri.
+
+Era dunque, come tutte queste battaglie d'amore, combattuta ad armi
+assai disuguali; perchè egli amava ed essa calcolava; perchè egli
+pativa ed essa godeva.
+
+Quel ruolo di donna onesta non è a dirsi come qualche volta pesasse
+anche a Nanà. Ella amava di quando in quando lasciar intravedere al
+suo amante di quali pazze delizie, di quali frenesie lo avrebbe
+inebbriato s'egli avesse saputo meritare o carpire i di lei favori.
+Allora Enrico, infiammato, delirante, furioso si faceva più ardito, ed
+ella lo lasciava arrivar fino all'estremo punto, poi lo arrestava
+negando, con un sangue freddo e una costanza, che avrebbero fatto
+onore a Penelope e a Lucrezia romana.
+
+--No, Enrico, no--gli diceva fingendo di soffrire ella stessa--io non
+potrei essere l'amante di un uomo che è già promesso ad altra
+donna.--Io voglio che tu non mi disprezzi, nè che tu rida di me co'
+tuoi amici....
+
+Enrico protestava....
+
+--Io non potrei essere tua che diventando tua moglie. Devi scegliere o
+me o lei.
+
+La prima volta che Nanà diede così il fuoco alla bomba, Enrico restò
+interdetto.
+
+--Mia moglie?--sclamò.
+
+E per due minuti non aggiunse altro.
+
+Nanà si guardava le unghie e taceva anch'essa.
+
+* * * * *
+
+--Ti ricordi, Nanà--riprese Enrico con calma--d'avermi detto un giorno
+che non avresti sposato mai un artista?
+
+--Mi ricordo--rispose ella ridendo--ma allora io non ti conoscevo come
+ti conosco adesso e non sapevo che tu mi avessi amata così. Oggi io,
+pigliandoti, sposerei un uomo che sono certa non ha per me soltanto un
+capriccio, ma un sentimento sincero e profondo.
+
+--Ma io ti volevo molto bene fin d'allora, perchè credo d'essermi
+invaghito di te fin dal primo momento che i miei occhi hanno
+incontrato i tuoi.
+
+--Sempre la stessa cosa!--sclamò volubilmente Nanà.
+
+
+
+"Da quel dì che t'ho veduta
+
+Bella come un primo amore"
+
+
+
+E come se scordasse sull'istante che in quel punto Eurico le stava
+parlando appassionatamente d'amore, ella si mise sul _tabourè_ del
+piano e cominciò a cantare la cavatina di Verdi.
+
+Enrico restò come atterrato. Egli non conosceva ancora quella donna.
+Se Nanà, quando le era cascato in mente di trarre dai tasti del piano
+la cavatina di _Carlo V_, si fosse trattenuta e ne avrebbe fatta una
+piccola malattia. È isterismo, dicono i medici. Chi non lo sa?
+
+Quand'ebbe toccati dei tasti, rinchiuse il piano e tornò presso
+Enrico, che era rimasto lì abbacinato, credendo ch'ella si burlasse di
+lui.
+
+--Dunque, che ne dici?--gli domandò.
+
+--Sei decisa a non vedere in me altra stoffa d'uomo, che quella di cui
+si fanno fuori i mariti?
+
+--Decisa.
+
+--Mi concederai, Nanà, che la cosa è poco lusinghiera per me.
+
+--Hai torto. Tu calunnii la mia scelta. A Parigi, se io avessi voluto
+essere cento volte contessa, duchessa, principessa lo avrei potuto.
+Come pure se volessi avere un amante, potrei sceglierne qui a Milano
+mille più ricchi di te. Ma come sposo, non ci sei che tu, Enrico, a'
+miei occhi che mi possa far felice. E poi assolutamente io non vorrei
+per amante un uomo che è già sposo di un'altra. O me, o lei.
+
+--Mi concederai che la è una determinazione gravissima quella che mi
+cerchi--disse Enrico, che schivava sempre di alludere alla Elisa.
+
+--Non lo nego. Ma per me essa è meno grave che decidermi ad una
+relazione intima quale la vorresti tu... Come mio marito io avrei
+interesse a non rovinarti e a non disonorarti; come amante forse non
+meriteresti da me questi riguardi. Vedi che ti parlo schietto!
+
+---E se io acconsentissi e ti promettessi di sposarti?--ripigliò
+Enrico--saresti tu pronta a raccontarmi il tuo passato?
+
+--Certamente--rispose Nanà franca come una torre.
+
+--E chi dovrà essere il primo a promettere?
+
+--Tu.
+
+--E perchè non tu, piuttosto?
+
+--Perchè sarebbe perfettamente inutile, che io raccontassi la storia
+della mia vita ad un uomo, che non dovesse poi essere nulla per me.
+
+--Puoi tu giurarmi fin d'ora che il tuo passato non ha nulla, che sia
+indegno di un gentiluomo il quale promettesse di darti il suo nome?
+
+Nanà non arrossì ma non rispose subito. Chiamò a raccolta in un attimo
+tutte le facoltà della simulazione e della dissimulazione, poi disse
+con calore:
+
+--Tu sai bene, Enrico, che io sono un'artista da teatro, e non una
+vestale.
+
+--Questo non conta! Io non parlo di errori, parlo di macchie
+indelebili. Una volta che tu fossi divenuta la contessa O'Stiary
+nessuno avrebbe più il diritto di richiamare il tuo passato, tranne
+nel caso che fosse un passato infame. Ciò che io ti domando si è se la
+tua mano possa mettersi nella mia senza tremare che un giorno o
+l'altro un uomo abbia il diritto di dirti una di quelle frasi che io
+non potrei lavare che a prezzo della vita dell'uno o dell'altro.
+
+Nanà lo ascoltava cogli occhi fissati ne' suoi. Ella ripetè la sua
+scusa.
+
+--Già ti dissi che non fui maritata e che ho un figlio. Il mio povero
+Louiset non ha mai conosciuto suo padre. Fu un errore di giovinezza.
+Se nondimeno tu hai il coraggio di farmi tua moglie, ti giuro che
+diventerò il modello delle spose, giacchè ho conosciuto il mondo e
+sono certa di poterti assicurare su quel punto. Se non accetti,
+Enrico, sarà meglio che non ci rivediamo. Io ti restituirò, a suo
+tempo, la somma che mi hai favorita... E tal sia di noi.
+
+Enrico la interruppe con un gesto...
+
+--Sarà meglio che non ci vediamo più--proseguì Nanà--giacchè la nostra
+situazione diventerebbe assurda e pericolosa per entrambi.
+
+Per quanto il giovine fosse appassionato non aveva perduto però fin
+l'ultimo lume della ragione e della prudenza. Forse l'imagine
+sofferente e bella della Elisa vegliava ancora per lui in un cantuccio
+del suo cuore.
+
+Si diede a passeggiare pensieroso.
+
+--Dunque?--domandò Nanà poco dopo.
+
+--Se io dovessi promettere, crederesti tu alla mia parola?
+
+--Come a Dio!--rispose Nanà con entusiasmo non finto.
+
+Questa frase diè coraggio ad Enrico. Prese le due mani di Nanà, la
+attirò a sè e le disse:
+
+--Mi vuoi tu un po'di bene?
+
+--Come al miglior amico che io mi abbia--rispose la donna.
+
+Enrico la strinse sul petto. Ella si sciolse, scivolando fuori
+dell'abbraccio, e dicendo in francese:
+
+--_Voyons! Pas de bêtises!_
+
+* * * * *
+
+La frase fu crudele per Enrico.
+
+Prese il cappello e uscì.
+
+Nanà non lo richiamò.
+
+Ella si conosceva. Temeva che il subitaneo bollor del sangue non le
+facesse perdere il frutto della sua lunga resistenza.
+
+Ma Enrico era troppo leale e troppo inesperto per una simile donna.
+
+Del resto, cogli ardimenti della fantasia Nanà aveva risolto il
+problema di restare casta, con Enrico, pur non soffrendo. Ella non
+avrebbe potuto resistere altrimenti. Trovava il suo amante così
+timido, così riguardoso e così bello, che anche con tutta la potenza
+del calcolo di cui si era armata, ella era sicura che non avrebbe
+saputo sempre trovare la virtù della resistenza, se la fantasia,
+avvezza a ben altro, non le avesse prestato spontaneamente collo
+sfogo, il suo aiuto. Quando Enrico, al colmo della passione le
+ricingeva la vita e la copriva di insaziabili baci, ella si
+abbandonava per un istante alle voluttà di quell'adorazione e gemeva
+come donna a cui pel soverchio piacere sta per mancare la vita; poi si
+scioglieva a un tratto da lui, sicura ormai di non cedere. Era
+l'abbominazione d'una depravazione parigina, che, se Dio vuole, non è
+ancora comune fra le nostre donne!
+
+* * * * *
+
+Questo giuoco andava da più settimane, quando avvenne un caso che
+diede una grande rinfiammata alla passione di Enrico.
+
+Nanà in quel tempo stava con lui buona parte del giorno. Essa andava
+al di lui studio al mattino e vi stava fino alle due. Al dopo pranzo
+Enrico tornava da lei fino a mezzanotte e ne partiva congedato sempre,
+e sempre più appassionato.
+
+Ma appena partito lui, un ombra d'uomo, che si spiccava da un angolo
+buio, dov'era stato a vedetta, scivolava lungo il muro della casa
+d'onde era uscito il sofferente giovine, lo seguiva da lungi per un
+tratto e quando lo vedeva bene avviato, e s'era assicurato che non
+pensava a spiare, tornava rapido, metteva la chiave nella toppa dello
+sportello di Nanà e spariva in esso.
+
+Quell'ombra, che alla luce appariva essere quella del marchesino
+Sappia, l'intimo amico di Enrico, usciva poi da quello sportello,
+verso le cinque del mattino.
+
+Enrico non aveva pensato ancora di essere geloso. Un'idea fissa lo
+consolava dei rifiuti costanti di quella donna, ch'egli amava ormai
+alla follia; un'idea che l'amor proprio gli faceva sembrare
+eminentemente logica e chiara. Se Nanà era tanto riservata con lui,
+come avrebbe potuto egli accogliere il sospetto ch'ella non lo fosse
+con tutti?
+
+Alle necessità della sua vita dispendiosa egli ci aveva già pensato
+assai. Era pronto a rinnovar la dose appena Nanà gli avesse lasciato
+intendere di non aver più danaro, e glielo aveva detto esplicitamente.
+Non le doveva mancar nulla! Perchè lo avrebbe essa tradito? A che
+scopo?
+
+* * * * *
+
+Una sera Nanà gli disse:
+
+--Domani non posso venire allo studio.
+
+--Perchè?
+
+--È arrivata da Parigi una mia amica. Debbo passar la giornata con
+lei.
+
+--Chi è?
+
+--_Madame Monrichard_--rispose Nanà molto franca.
+
+--Dove stà?
+
+--Non so bene--disse la donna con un poco di impazienza.--Domani verrà
+qui e mi farò dire dov'è discesa ad alloggiare.
+
+--A che ora verrà domani da te?
+
+--Non lo so. Potrà venire prima di mezzo giorno e forse potrà venir
+dopo. È però necessario ch'io l'aspetti in casa.
+
+--Bene, verrò io da te all'ora che tu avresti dovuto venir da me.
+
+Nanà restò un poco perplessa, poi disse:
+
+--No, non voglio che tu la veda.
+
+--Perchè?
+
+--Perchè è molto bella.
+
+--Che idea!
+
+--Ho paura che la ti piaccia più di me.
+
+--Non c'è pericolo. Via!
+
+--No, non voglio assolutamente.
+
+* * * * *
+
+La mattina dopo Enrico entrava alle dieci nell'andito della porta di
+Nanà, e il portinaio gli andava incontro porgendogli una lettera.
+
+Aveva le cifre di Nanà e diceva:
+
+
+
+"Caro Enrico"
+
+"Madame Monrichard è venuta alle otto e mezza e mi ha condotto con lei
+in campagna a godere gli ultimi giorni di autunno. Non torneremo a
+Milano che a notte. Amami. A rivederci domani al tuo studio."
+
+"LA TUA NANÀ."
+
+
+
+--A che ora è uscita stamattina la signora?--domandò Enrico scevro
+ancora da vero sospetto, ma col cuore molestato da un vago
+presentimento di sciagura...
+
+--È uscita alle nove con una signora.
+
+--Bella molto?
+
+--Oh no, tutt'altro; brutta e vecchia.
+
+--"Brutta e vecchia!"--sclamò fra sè Enrico il quale si ricordava che
+Nanà il giorno prima gli aveva detto _madame_ Monrichard essere
+giovine e bella.
+
+--È andata in campagna n'è vero?
+
+--Non so. Non m'ha detto nulla.
+
+--Com'era vestita?
+
+--Come al solito, di nero.
+
+--Grazie--rispose Enrico, e uscì turbato.
+
+Era quello il primo attacco di gelosia che risentisse di sua vita.
+
+Ora come assicurarsi? Come avere le traccie di lei? Dove rincorrerla?
+Dove sperare di trovarla?
+
+Ricorse anche lui al solito mezzo comune, antico, volgare, come i
+sospetti negli innamorati e la cupidigia nelle cameriere, ma sicuro
+sempre, per quanto sfruttato da secoli.
+
+Tornò indietro, levò dal portamonete un biglietto da dieci lire, lo
+pose in mano al portinaio, che si guardò bene dal ritirarla senza di
+esso, e gli disse:--Stasera quand'essa torna a casa ne avrete il
+doppio se mi saprete dire da chi è accompagnata e se verrete ad
+avvisarmene subito. E gli diè l'indirizzo.
+
+--Signor conte illustrissimo--sclamò il portinaio cavando il berretto
+fino a terra--lei sarà servita.
+
+"Guadagnar trenta lire, solo per accontentare un capriccio di
+innocente curiosità ad un bel giovane... non c'è male" pensava il
+portinaio. "A Milano queste cose si vedono di rado."
+
+Verso la mezzanotte Enrico si vide comparir dinanzi, nel luogo fissato
+al convegno, il valentuomo sorridente, che gli narrò come avesse avuta
+la pazienza di stare dalle nove fino allora ad aspettar nella via il
+_brougham_, che doveva portar a casa la signora Nanà.
+
+--Ebbene? Con chi tornò?
+
+--È arrivata in un _brougham_, accompagnata da un signore, che è
+rimasto nel legno. Essa discese, senza farsi aiutare da lui, si volse
+gli disse _À revoir_, entrò in casa; e il _brougham_ partì di
+galloppo.
+
+A Enrico si aprivano gli occhi. Nanà lo tradiva.
+
+Diede al portinaio i venti franchi promessi, dicendogli:
+
+--Va bene. State attento che ne guadagnerete degli altri.
+
+E lo congedò con un gesto severo.
+
+Il povero giovane, non sapeva ancora per prova che cosa fosse gelosia.
+Non imaginava di quali morsi orrendi sia capace questo egoismo esimio,
+questo desiderio violento di conservare tutta per sè la donna che si
+ama e di impedire che altri ce la possano togliere. La Elisa, la
+vergine bella e pudica, scelta dal suo cuore adolescente, della quale
+egli aveva creduto per un pezzo d'essere innamorato, non gli aveva
+fatto provar mai neppure l'ombra di quell'uragano, di quella
+disperazione, che sentiva in quel punto sorgere nel cuore, e pigliarvi
+delle proporzioni rapide e spaventose. La Elisa non gli aveva fatto
+provare tutt'al più che una leggera puntura dell'amor proprio, quel
+giorno ch'ella s'era data a civettare con Aldo Rubieri, per tentar di
+smoverlo dalle freddezze, che a sua volta le davano tanto dolore! E si
+ricordò di quella leggera velleità di gelosia, e la paragonò allo
+spasimo atroce di quel momento in cui il portinaio, che pensava di
+poter guadagnare i venti franchi, era venuto sorridente e lieto a
+raccontargli il tradimento della sua donna.
+
+Passata la botta però, cominciò il dubbio che in simili casi, è, per
+così dire, di prammatica. La gelosia invero non esiste che allo stato
+di dubbio. Se fosse certezza non sarebbe più gelosia. La gelosia
+spinge la creatura alla ricerca della propria disgrazia, e finchè v'ha
+ricerca, v'ha dubbio. Quando la certezza è entrata, la disperazione o
+la guarigione sono vicine.
+
+Enrico, adunque, cominciò a dubitare e a cercare tutte le ragioni
+plausibili per scusare Nanà e per non crederla rea. Perchè, perchè lo
+avrebbe tradito? E non trovava risposta al perchè? Era invece così
+facile il trovarla, s'egli avesse conosciuto Nanà o avesse avuto
+soltanto una maggiore esperienza dell'animo femminile.
+
+Come al solito, dunque il paravento dell'orgoglio gli celò i molti
+perchè, dai quali una donna della tempra di Nanà può essere spinta a
+tradir un'amante, ch'ella abbia scelto a marito, e decise di aspettar
+a condannarla dopo di averla bene interrogata.
+
+La notte gli portò consiglio. Aspettò di piè fermo Nanà nel suo
+studio, cercando di nascondere sotto una calma completa la sua immensa
+emozione.
+
+Nanà alle dieci fece la sua comparsa più bella e più lieta che mai.
+Egli l'accolse, come il solito, andandole incontro e stendendole le
+due mani; Nanà gli presentò la fronte da baciare.
+
+Ella s'accorse ch'egli era pallido come un cadavere.
+
+Egli invece fece mostra di non accorgersi del moto gentile di Nanà, e
+la fece sedere:
+
+--Dunque ti sei divertita?
+
+--Quando?--domandò la donna col suo sorriso più sincero.
+
+--Ieri in campagna.
+
+--Ah sì, moltissimo.
+
+--A che ora sei tornata a Milano?
+
+--Coll'ultima corsa.
+
+--E chi è che ti accompagnò a casa?
+
+--Monrichard.
+
+--Il marito della tua amica?
+
+--Precisamente.
+
+Poco mancò che Enrico non mandasse un grido di gioia e non si curvasse
+ad abbracciare Nanà e a dimandarle scusa de' suoi sospetti. Tutto si
+spiegava perfettamente. Egli era stato geloso d'una vana ombra. Come
+mai non aveva pensato prima che quell'uomo che aveva accompagnata a
+casa la sua Nanà, era, doveva essere, il signor Monrichard? Rise fra
+sè di aver sofferto tanto!
+
+La sua gioia però doveva durar poco. Tutt'a un tratto si ricordò che
+la portinaia, il giorno prima, gli aveva detto che Nanà quella mattina
+era uscita di casa con una vecchia.
+
+Allora le domandò.
+
+--Ieri mattina a che ora è venuta a prenderti questa bellezza che tu
+non vuoi che io conosca?
+
+Nanà ebbe dal canto suo un sospetto. Quell'interrogatorio di Enrico,
+quel suo fare un po' diverso dal solito, non la lasciava tranquilla.
+
+--Son venuti a prendermi alle nove--rispose stando a cavallo sulle
+frasi.
+
+--E sei uscita con lei?
+
+Nanà non rispose subito. Il suo sospetto s'accresceva.
+
+--Ma perchè mi fai tante domande quest'oggi?--gli domandò.
+
+--Perchè mi interesso de' fatti tuoi--rispose Enrico colla voce più
+indifferente, che gli fu possibile di trovare in gola.
+
+Egli fingeva d'essere tutto intento a preparare la tavolozza.
+
+--Dunque?
+
+--Dunque che cosa?--domandò Nanà.
+
+--T'ho pregata di dirmi se fu _madame_ Monrichard che venne a
+prenderti.
+
+--E con chi t'imagini che io sia uscita di casa?--sclamò Nanà
+levandosi.
+
+--Io non imagino nulla. Domando.
+
+--Ebbene no. Uscii con sua madre che è venuta a prendermi in vece sua.
+
+Enrico fu nuovamente sul punto di saltar al collo di Nanà. Ma ebbe
+vergogna di confessarsi reo, e non gliene disse nulla.
+
+E quel giorno passò senz'altri incidenti.
+
+Nell'animo di Enrico però era rimasto un lievito di inquietudine vaga,
+un'intuizione dell'inganno, un presentimento di sventura, che non lo
+lasciavano quieto.
+
+Tornò dal portinaio della casa di Nanà:
+
+--Questi sono quaranta franchi--disse.--Io ho bisogno di sapere chi
+viene a trovare la signora quando io non ci sono.
+
+--Se me l'avesse domandato prima glielo avrei già detto--rispose il
+portinaio.
+
+--Parla dunque?
+
+--Quando lei è partito, verso mezzanotte viene un signore che ha la
+chiave. Io sono a letto, ma lo sento entrare e montar piano, piano.
+
+--Possibile;--sclamò Enrico.--Ch'ella sia così imprudente?
+
+--Ella spera che io non glielo dica; ma lei è più generoso della
+signora, dunque....
+
+--Ah, dunque la signora vi ha fatto dei regali per comperare il vostro
+silenzio?
+
+--Oh, no, signore--rispose il portinaio--perchè poi io sono un
+galantuomo, e se la signora mi avesse pagato per tacere, io avrei
+taciuto. Mi ha fatto un regalo sì, ma un'inezia, e non mi ha detto
+nulla di tacere, perchè essa spera forse che io non senta a entrare
+l'amico Ciliegia.
+
+--E voi siete certo che egli va da Nanà?
+
+--Può figurarsi! Dopo due o tre sere che l'avevo sentito a entrare, mi
+sono preparato giù dal letto a piè scalzi, e pian pianino sono uscito
+fuori e ho veduto che andava al primo piano.
+
+--Ma a che ora viene egli?
+
+--Un quarto d'ora dopo che lei è partito.
+
+--Non sareste capace di dirmi chi è?
+
+--Credo di saperne il nome.
+
+--Ed è?
+
+--È il signor Aldo Rubieri--rispose il portinaio confondendo un nome
+con un altro.
+
+Forse a bella posta?
+
+Chi lo sa!
+
+--Aldo Rubieri;--sciamò Enrico volgendo il dorso al portinaio e
+andandosene senza dirgli crepa:--"Lo avrei giurato!"--pensava.--"Ah!
+giustizia di Dio, egli dunque mi ha vilmente ingannato quand'io l'ho
+scongiurato di dirmi se fra lui e lei erano passate delle intimità?...
+E d'altronde?... Non ebbe il coraggio di posare nuda dinanzi a lui?
+Non ci sono che le modelle o le amanti che posino nude. Ma modella non
+è. Dunque! Stupido, idiota che fui finora a non capirlo."
+
+Enrico a quel punto si sentì assalito da una violentissima smania di
+piangere; e per soffocare l'esplosione del dolore che lo soffocava e
+per non farsi scorgere per la via coi lucciconi, che nessuna forza
+umana è valida a trattenere quando il cordoglio è al colmo, si cacciò
+in un _brougham_, disse al cocchiere:
+
+--Va a casa del marchese Sappia.
+
+E gli indicò la via calando le cortine.
+
+* * * * *
+
+Ferdinando Sappia era in casa.
+
+Enrico fece irruzione nella sua camera allo stesso modo e peggio di
+quel giorno ch'era andato da lui a chiedergli diecimila franchi da
+prestare a Nanà.
+
+Vedendolo entrare pallido, cogli occhi rossi, sottosopra, convulso, il
+marchese, che in quel punto stava studiando sulla carta geografica un
+certo suo progettato viaggio in Europa, si volse, mise le due mani sui
+fianchi e stette ad aspettare che Enrico si spiegasse.
+
+Enrico si lasciò cadere, un po' drammaticamente, ma pur senza aria di
+posare, in una sedia e taceva.
+
+--Cosa c'è?--domandò il Sappia.
+
+--Nanà è una gran p....!--sclamò Enrico.
+
+Il Sappia capì che si trattava forse di lui stesso e si armò di
+dissimulazione.
+
+L'autore dei _Promessi Sposi_ scrisse che: l'uomo onesto in faccia al
+malvagio piace generalmente imaginarselo con la fronte alta, con lo
+sguardo sicuro, col petto rilevato, con lo scilinguàgnolo bene
+sciolto.
+
+Il marchese Sappia non era un malvagio, ma sentiva, da quella frase
+appassionata di Enrico, di avere verso di lui tutto il torto che un
+amico può confessare a sè stesso di avere in faccia all'amico tradito.
+
+Sciaguratamente, in questa nostra vita contemporanea, la morale
+amorosa ha create tali e tante leggi in contrasto flagrante fra di
+loro, che il raccappezzarne una assoluta e fissa nel caso di Sappia
+sarebbe opera superiore ad ogni filosofico criterio.
+
+Sappia _tradiva_ davvero l'amico? Non faceva egli quello
+che--volgarmente--chiamasi _il suo mestiere_ di uomo elegante? Non
+aveva egli un diritto su Nanà, anteriore a quello di Enrico? Poteva
+egli in coscienza credersi reo di lesa amicizia? Avrebbe egli avuto il
+dovere di raccontare ad Enrico il perchè ed il come Nanà fosse stata
+obbligata a riceverlo lui, di notte, mentre s'era mostrata sempre
+restìa e inflessibilmente, se non casta, cauta, con lui?
+
+Tutte queste domande si erano affollate nel cervello di Sappia nel
+breve spazio di tempo, che scorse fra l'esclamazione di Enrico e
+quella che egli fu obbligato di rispondergli, per non metterlo in
+sospetto.
+
+--Te l'avevo pur detto di guardarti!--sclamò Sappia.--Ora spiegati.
+
+Enrico gli raccontò tutto sinceramente.
+
+--Ma chi è costui che va da lei di notte?--domandò il Sappia con finta
+indifferenza.--Il portinaio ti ha detto chi sia?
+
+--Sì--rispose Enrico--è lo scultore.
+
+--Lo scultore?
+
+--Aldo Rubieri!
+
+Il marchese tirò dai precordi un gran fiato; egli intanto si sentì
+sollevato da un bel peso. La tempesta che vedeva scatenarsi sul
+proprio capo, si scioglieva in sereno per andar a devastare il campo
+del vicino. E il primissimo moto del suo egoismo fu di lietezza.
+
+Ma il secondo, repentissimo, nel suo animo fu di sorpresa e di rabbia.
+L'amor proprio pigliò tosto il sopravvento. Così subitaneo, a dir
+vero, che si confuse col primo e gli fece sclamare con accento
+sincero:
+
+--Dici vero? Aldo Rubieri? Ah, canaglia! Non lo sapevo!
+
+Enrico scambiò l'interesse, che la voce, lo sguardo e il gesto del
+marchese gli dimostravano come una commiserazione per la propria
+sventura, e rispose ingenuamente:
+
+--Ti pare? Tu che sai tutto di me; dimmi che nome merita Nanà? Dillo
+che nome merita quella donna infame?
+
+A questo punto la chimica--per modo di dire--amorosa di que' due amici
+diventava assai complessa e confusa. Enrico si credeva di fronte ad un
+amico senza colpa. Il marchese che non aveva "il buono testimonio
+della propria coscienza, nè il sentimento della giustizia della
+propria causa" era rimasto leggermente imbarazzato e silenzioso.
+
+O'Stiary proseguiva:
+
+--Tu che ne dici? Che cosa mi resta a fare? Levarmela dalla mente ora
+è impossibile! Non avrei mai creduto che una donna potesse rendermi
+così vile e stupido! Lo riconosco.... Ma è più forte di me, è più
+forte della mia volontà! Oramai non posso più far senza di lei.
+
+--Non c'è che un viaggio!--disse Sappia--Va via... va a Parigi. Vengo
+anch'io.
+
+--Impossibile! Ci ho pensato. Ma ritornerei dopo tre giorni. Che cosa
+vorresti facessi in viaggio se ella mi ha come... ammaliato?
+
+--Capisco, capisco!--ripetè il Sappia sopra pensiero.--Ma sai bene,
+Enrico, in queste cose non si possono dare consigli. Io non ho mai
+provato che cosa sia questo tormento. La mia Luisa io non l'amo
+abbastanza per esserne geloso.
+
+E stettero silenziosi entrambi per un cinque minuti.
+
+La conclusione fu che il Sappia non diede altro consiglio ad Enrico e
+che Enrico si accontentò per quel giorno d'essersi sfogato coll'amico
+traditore.
+
+Così, e non altrimenti, corre ai giorni nostri la _vita vera_. E chi
+desideroso di non trovarla tanto sconclusionata e smorta volesse
+caldeggiarla e idealizzarla, per seguire i dettami di chi odia la
+pretta verità, correrebbe rischio di dipingere una società di
+fantasia, mille e mille altre volte descritta dai maestri del passato,
+ma sterile poi e vuota di ammaestramenti ai filosofi socialisti.
+
+
+
+
+XII.
+
+
+Nanà riceveva in casa gli amici ai venerdì; quel giorno era appunto di
+venerdì, Enrico decise di non lasciarsi vedere. Gli seccava di
+mostrarsi presso di lei in faccia a Rubieri, a Sappia, a Marliani, a
+Salis, a Bianconi, che forse sapevano del suo attaccamento per Nanà, e
+avrebbero indovinato il suo spasimo. Egli era furente contro Aldo
+Rubieri e gli dava in cuor suo del traditore, dell'ipocrita e del
+paltoniere. Giurava non volerlo più salutare.
+
+Quella sera da Nanà c'era un dramma nell'aria.
+
+Nanà era sdraiata nel suo seggiolone e guardava spesso alle lancette
+del pendolo. Erano già le dieci ed Enrico non era comparso ancora. Già
+due o tre volte Marliani e Sappia le avevano notato questo ritardo.
+C'erano quella sera dalla Nanà oltre i due nominati, la signora Fanny,
+la padrona di casa, la Luisa, Bonaventuri e Cantis. I Francesi erano
+partiti da Milano. Marliani s'era seduto accanto a Nanà e le parlava
+sottovoce. Essa non lo udiva; pensava al conte.
+
+--Mi risponderai una volta?--disse alla fine il giovine molto
+duramente.
+
+Nanà ne fu scossa e si rizzò sulla vita. Guardò Marliani come donna
+che si desti da un sogno e:
+
+--_Fiche moi la paix_!--gli disse; e tornò a sdraiarsi.
+
+--Ascolta Nanà--proseguì Marliani sottovoce.--Così non la può andare.
+O tu mi dici che il conte non è nulla per te ed io ti credo, guarda,
+sulla parola e ti domando perdono delle insolenze che ti dissi ieri; o
+tu persisti a trattarmi così, e allora io ti ripeto che sei la più
+infame delle sgualdrine che io abbia conosciuto, e ti giuro che la
+prima volta che lo trovo, lo provoco e mi batto con lui all'ultimo
+sangue; ma prima gli dico il bel mestiere che facevi a Parigi... bada.
+
+--Oh?--sclamò Nanà; e scoppiò in una risata, perchè gli altri non
+s'accorgessero che la tempesta ruggiva. Ma poi pensò che bisognava
+tener buono il Marliani e riprese:--Tu sei troppo gentiluomo per fare
+una simile vigliaccheria.
+
+--Bada Nanà a non scherzare col fuoco. Tu non sai quello che mi fai
+soffrire. Non farti insultare daccapo.
+
+--Ma _crè nom de_... che siano proprio tutti continuamente uguali
+questi signori uomini?--sclamò Nanà quasi parlando a sè stessa.--Io
+credevo venendo in Italia di trovare tutt'altra cosa di quello che
+avevo trovato a Parigi.... M'accorgo che alla lunga valevano ancora
+meglio i miei compatrioti!
+
+--Io voglio una risposta--insisteva Marliani.--Io ti ho avvisata; la
+colpa di ciò che accadrà sarà tutta tua Nanà se non mi rispondi.
+
+--Che cosa vuoi che ti risponda, vediamo, maleducato che sei!
+
+--Se tu ami il conte O'Stiary.
+
+--Io non amo nessuno.
+
+--Ma egli è innamorato di te.
+
+--Bella novità! Chi è dei presenti, che non è innamorato di me?
+
+--Tu vuoi sposarlo.
+
+--Chi lo dice?
+
+--Me lo ha detto il Sappia.
+
+--Il Sappia è un asino--disse Nanà senza curarsi di mitigare
+l'epiteto, che le venne spontaneo sulle labbra.
+
+--Perchè dunque mi tratti così? Perchè mi hai lusingato di nuovo per
+farmi soffire così?
+
+--Com'è che ti tratto?--domandò Nanà.--Tu vorresti dunque che io fossi
+continuamente nelle tue braccia? Tu non vuoi assolutamente ammettere
+che ho fissato di mutare la mia vita? Siete dunque voi che
+continuamente vi opponete a che una donna possa diventare onesta? T'ho
+io forse detto qualche volta d'essere innamorata di te? E se io non
+sono innamorata con quale diritto pretendi tu che io resti eternamente
+la tua amante?
+
+--Qui non c'entra il diritto!--disse Marliani.--In amore so benissimo
+che non esistono diritti. I diritti non esistono che nel matrimonio.
+Ebbene! vuoi tu sposarmi Nanà? Io sono pronto.
+
+--Ma dunque siamo proprio daccapo come laggiù?--gridò Nanà ridendo e
+facendosi udire da tutti perchè si credesse che il loro dialogo fosse
+leggiero e insignificante.
+
+La Luisa, che stava civettando con Salis, volse il capo e domandò:
+
+--Dove laggiù?
+
+--A Parigi--rispose Nanà.--Figuratevi che il signor Marliani mi stava
+offrendo il suo cuore e la sua mano...
+
+Marliani si levò ridendo, sdegnato e andò a suonar una _polka_ al
+pianoforte.
+
+Così, signori, così e non altrimenti, si esplica e si mostra la vita
+contemporanea. Regina, sovrana, arbitra, dea d'ogni cosa, al giorno
+d'oggi, è la santa dissimulazione, giacchè il peggior delitto di cui
+si possa macchiare un giovine odierno è quello di farsi vedere
+innamorato d'una donna... Ciò che nel medio evo era dovere d'ogni uomo
+bennato ciò che costituiva la vita de' cavalieri e dei trovatori oggi
+è diventato ridicolaggine.
+
+Che cosa volete capir bene de' fatti suoi quando vedete un uomo che
+ha--come dicono gl'_idealisti_--la morte nel cuore andar a sedersi
+dinanzi a un pianoforte a suonar una _polka_ allegra di Marco Sala o
+di Strauss, come l'uomo più spensierato della terra?
+
+* * * * *
+
+Enrico O'Stiary entrò in quel punto.
+
+Egli non aveva potuto tenere la risoluzione di non andar quella sera
+da Nanà.
+
+S'era lasciato portare di transazione in transazione dinanzi alla
+porta di lei, aveva montate quelle scale maledette, era entrato
+protestando sempre, ma trascinato, suo malgrado, da una vera _forza
+irresistibile_, arcana, fatale.
+
+Un oh! sincero e prolungato, lo accolse. Egli era simpatico a tutti,
+tranne che a Marliani, il quale lo esecrava. La Luisa gli corse
+incontro e lo presentò alla società come un figliuol prodigo, che fa
+ritorno alla magione.
+
+Questa alzata d'ingegno della Luisa non è a dire come dispiacesse
+all'Enrico, segretamente. Ma bisognava sopratutto avere del contegno.
+E lo ebbe.
+
+Nanà e Sappia furono i soli ad accorgersi che sotto a quel fare in
+apparenza ilare e disinvolto covava più fiera la tempesta che mai. Gli
+altri non capirono nulla.
+
+Enrico strinse la mano a Nanà dicendole buona sera, senza tradire la
+benchè minima emozione, poi si confuse ai crocchi circostanti.
+
+Allora il Marliani si staccò dal pianoforte, andò vicino a Nanà e le
+disse sottovoce:
+
+--O tu questa notte mi ricevi o io vado a provocarlo, ti avviso.
+
+--No, non posso.
+
+--Qualunque cosa avvenga Nanà, ricordati che la colpa è tutta tua.
+
+--Bene, finiscila, non seccarmi.
+
+Essa non credeva che Marliani avesse coraggio.
+
+* * * * *
+
+Questi si levò pallido, zuffolando a sordino. Nei momenti più
+terribili, nelle crisi più tormentose del cuore, Marliani zuffolava a
+sordino, col muso in fuori.
+
+Si avviò verso O'Stiary.
+
+Nanà si volse repentinamente dall'altra parte dove stava Cantis, il
+giovinetto d'avvocato, che immemore d'ogni altra cosa che della
+propria adorazione concupiscente, stava là a covare cogli occhi il
+profilo di Nanà e il profluvio de' suoi capelli d'oro, e l'alabastrina
+morbidezza di quella sua pelle indemoniata, e il dolce avvallarsi del
+seno scoperto fin quasi ai capezzoli, tutte cose che mettevano nelle
+vene degli uomini, che l'avvicinavano così strepitosi fremiti.
+
+Essa gli disse:
+
+--Ernesto, avete voi coraggio per amor mio?
+
+--Oh, lo sapete bene, Nanà--rispose l'adolescente con immensa
+convinzione.--Io sono pronto a dar anche la vita per voi.
+
+--Marliani poc'anzi mi ha insultata. Io voglio essere vendicata, ma
+sull'istante. Andate là, provocatelo, fatelo uscire con voi dalla
+sala... Ma fate presto.... Sarete poi contento di me.
+
+Cantis s'alzò come invasato dal furore di Marte. Si slanciò presso
+Marliani, che stava d'accanto ad O'Stiary, e andava battendo colla
+sinistra un guanto sulla palma della mano opposta. O'Stiary stava
+colle spalle a lui rivolte, parlando colla Luisa e fingendo
+disinvoltura.
+
+--Caro signor Marliani--disse il giovinetto--avrei a dirle due parole.
+
+--A me?--sclamò il Marliani volgendosi di mala voglia a chi veniva
+così in mal punto a interrompere il suo divisamento.
+
+--Sì, a lei, a lei, se le accomoda--rispose forte il Cantis, in modo
+da essere inteso da tutti.--Oggi in studio m'è capitato di vedere il
+di lei riverito nome come gerente della ditta Marliani e
+Compagni--proseguì il giovinetto--e vorrei per suo bene metterla
+sull'avviso di certe cose, che devono interessarla assai.
+
+--Ma che cosa c'entra ora?
+
+--C'entra molto. Anzi, se non le è di disturbo, la prego di uscire con
+me.
+
+--Uscire? Perchè uscire?
+
+--Perchè non vorrei far uno scandalo qui fra questi signori, che hanno
+il diritto di non seccarsi per una nostra questione personale. Mi
+capirà che non è questo il luogo per certe spiegazioni! La prego di
+uscire con me.
+
+--Ah!--sclamò il Marliani.--Vedo che lei ha delle idee!--Davvero però
+che questo è un bel caso.
+
+Così dicendo diede una squadrata a lui e una squadrata ad Enrico, che
+aveva voltata la faccia verso di lui e stava ad ascoltare quel
+diverbio senza capire nè sospettare di nulla.
+
+--È davvero un bel caso! parola d'onore!--ripigliò Marliani
+amaramente--sono a' suoi comandi.
+
+E s'incamminò verso l'uscio, seguito da Ernesto Cantis. Schiuse
+l'imposta e mentre stava per oltrepassare la soglia dell'uscio gli
+venne un'idea. Si volse e sclamò guardando ferocemente a Nanà:
+
+--Oh, ma forse ho sbagliato a dirlo un caso. Ma riderà bene chi riderà
+l'ultimo.
+
+* * * * *
+
+--Cos'è stato?
+
+--È pazzo?
+
+--Che mosca l'ha punto?
+
+--Quel _pivello_ però ha un certo _chic_ di buona compagnia!
+
+--Si vede che è una vecchia ruggine!
+
+--Amerei sapere cosa va a succedere.
+
+--Bisognerebbe tenerli d'occhio...
+
+--Non la può finir liscia.
+
+Queste e altrettanti frasi uscirono dagli astanti appena quei due
+furono usciti.
+
+La sola Nanà sapeva tutto ma pregò tutti di star al suo posto. Gli
+altri si perdevano in false congetture.
+
+Nessuno dunque si mosse per tener d'occhio i due contendenti. E dopo
+cinque minuti tutti li avevano già scordati.
+
+--Che cos'hai stasera, Enrico, che non mi dirigi la parola?--disse
+Nanà al conte.
+
+--Non t'ho diretta la parola--rispose il conte coi denti stretti come
+un Inglese, lasciandone scivolar fuori le sillabe staccate e
+sibilanti, tanto era l'emozione da cui si sentiva preso--perchè avrei
+avuto voglia di ucciderti. Ora sono più calmo e ti parlo.
+
+--Uccidermi? Perchè?
+
+--Perchè tu sei la più infame prostituta, la più spudorata sgualdrina,
+che io abbia mai conosciuta di mia vita--rispose freddamente O'Stiary.
+
+* * * * *
+
+Nanà impallidì; si volse a cercare colla mano la spalliera d'una sedia
+e si lasciò cadere in essa come stanca.
+
+Era, in cinque minuti, il secondo sanguinoso insulto, ch'essa riceveva
+sul viso. Ciò che bolliva nella sua anima di _cocotte_ francese, basta
+accennarlo per farlo capire.
+
+--Perchè mi dici queste ingiurie?--balbettò.--Che cosa ti ho fatto?
+
+--Che cosa mi hai fatto? Tu hai tanta fronte di domandarmelo? Chi è
+che è uscito anche stamattina all'alba da queste camere?
+
+--Nessuno--rispose franca Nanà.
+
+E questa volta diceva il vero.
+
+--Sei bugiarda. Io so tutto.
+
+--Che cosa sai?
+
+--So che madama Monrichard è una invenzione, so che non sei partita da
+Milano, so che non sei tornata a casa ieri sera col marito di questa
+tua pretesa amica, so insomma che Aldo Rubieri sta con te tutte le
+notti, mentre tu mi fai soffrire per comparire onesta e per riuscir a
+sposarmi.
+
+--Se tutto questo che hai detto fosse un amasso di menzogne e di
+calunnie?--disse Nanà--che nome meriteresti tu?
+
+--Se tu sei capace di provarmi che io mi sono ingannato mi assoggetto
+a qualunque sagrificio. Ma subito.
+
+--Subito in che modo?
+
+--Mettiti il cappello e andiamo insieme a trovare madama Monrichard
+con suo marito e sua madre.
+
+--Ah, questo, per esempio, è impossibile--rispose Nanà sforzandosi di
+ridere.--Vorresti ch'io lasciassi qui gli amici? E poi io te l'ho già
+detto, non voglio che tu la conosca la Monrichard. È un puntiglio!...
+Pensa pure tutto quello che vuoi di me e non seccarmi oltre.
+
+Su questo _ultimatum_ stettero un minuto in silenzio.
+
+--Enrico--disse Nanà ad un tratto--vuoi tu avere la prova la più certa
+che io non penso che a te solo, che non ho altri intorno a me, che non
+desidero altro che di poter essere tua?
+
+--Parla.
+
+--Partiamo da Milano, conducimi in fondo della terra, su una montagna
+dove nessuno sappia che viviamo, senza lasciar a Milano traccie di
+noi, senza che alcuno possa venir a seccarci. Sarai persuaso allora? E
+per farti vedere che io non ci ho interesse ma che ti amo non voglio
+neppure che tu mi dia la tua parola d'onore, che prima di esigere che
+io sia tua, mi sposerai... Ma almeno saprò che anche tu sei lontano
+dalla tua Elisa.
+
+Nanà non gli aveva mai parlato così.
+
+Enrico fu vinto. Lo spasimo che aveva durato fino allora lo aveva reso
+debole come un vigliacco: non diversamente il torturato dai frati
+domenicani riusciva dopo il tormento degli stivaletti o dopo lo
+strazio delle tanaglie roventi a dichiararsi reo d'un delitto
+imaginario.
+
+La felicità che gli pioveva a un tratto sul cuore dalle parole di Nanà
+era troppo viva, perchè egli ponesse indugio ad accettare la proposta
+di quella donna, che lo aveva ammaliato e che si dava anima e corpo in
+suo potere. Come avrebbe ella potuto resistergli ancora, una volta,
+che fossero insieme notte e giorno fuori di Milano?
+
+La vittoria, finalmente, la sospirata, la agognata vittoria era certa!
+
+In quel momento il desiderio lunghissimo e intenso, l'idea della
+conquista e del trionfo non gli lasciarono discernere neppur in ombra
+tutto quello che v'era di estremamente grave in una fuga da Milano
+colla famosa Nanà.
+
+E d'altronde ci avesse anche pensato come avrebbe potuto ritirarsi?
+Non ne avrebbe avuto nè la forza, nè la volontà.
+
+Acconsentì. In cinque minuti s'intesero e fissarono il punto della
+partenza. Doveva essere pel domani. Enrico non doveva dir ad anima
+viva che stava per andarsene da Milano. Avrebbero poi preso in affitto
+una qualche villetta romita in Isvizzera, e là sarebbero vissuti
+felici come due colombi nel nido.
+
+In questo suonò la mezzanotte al pendolo sul piano del camino.
+
+Sappia s'alzò e venne a stringere la mano a Nanà per congedarsi,
+dicendole sottovoce:
+
+--Fra mezz'ora?
+
+--Impossibile! Non venire--gli sussurrò Nanà.--A domani; ti dirò poi.
+
+Tutti s'erano levati e si congedarono l'un dietro all'altro.
+
+* * * * *
+
+Nanà era sul punto di riuscir nell'intento. Ma pensava esserle duopo
+di usare molta cautela, per scongiurare il pericolo d'essere sfatata
+da' suoi furibondi adoratori, i quali avrebbero potuto scoprir il suo
+nido d'amore e mettere in guardia Enrico contro di lei.
+
+Quanto ai documenti che sarebbero venuti da Parigi, i documenti
+necessarî al matrimonio, ella aveva già disposto le cose in modo da
+riuscire per bene.
+
+Gli amici, che essa temeva sopratutti, erano il Marliani ed il Sappia,
+che conoscevano il di lei turpe passato.
+
+Era indispensabile disporre in modo le cose che essi non potessero
+parlare, non dovessero tradirla.
+
+La mattina stessa del giorno anteriore alla partenza ella andò da
+Marliani in via Valpetrosa.
+
+Vedendola entrare, il giovinetto si strappò di testa la callotta di
+Bibò, balzò in piedi e mosse incontro alla bella donna, aggrottando le
+sopracciglia, ma beato in cuor suo.
+
+--Tu sarai sorpreso--disse Nanà--di vedermi qui da te, n'è vero?
+
+--Non ti dissimulo....
+
+--Vengo, prima di tutto, a vedere cosa è successo iera sera con
+Cantis.
+
+--È pazzo quel fanciullo o l'hai aizzato tu stessa contro di me?
+
+--Perchè vorresti ch'io lo avessi aizzato contro di te?
+
+--Per salvare il tuo amante dalla mia vendetta.
+
+--Ma che amante!--disse Nanà sedendosi.--E dunque com'è finita.
+
+--Gli ho mandati i padrini e li aspetto fra poco.
+
+--Io non voglio che vi battiate.
+
+--Vedremo. Non ti posso dir nulla.
+
+--Io sono venuta a salutarti perchè parto.
+
+--Parti? Per dove?
+
+--Per Vienna.
+
+--Col principe?
+
+--Quale principe?
+
+--Il Kuvasoff.
+
+--Che c'entro io col Kuvasoff.
+
+--Via Nanà, non farmi l'innocentina.
+
+--Io ti dico che non parto col principe.
+
+--Con chi dunque?
+
+--Parto con un banchiere ricchissimo... che ha promesso di sposarmi.
+
+--E il conte O'Stiary.
+
+--Lo pianto qui.
+
+--Davvero?
+
+--Non posso partir con due.
+
+--Poverino!
+
+--Lo compiangi?
+
+--È tanto innamorato. Ma però fai benone.
+
+--Ti pare?
+
+--Benone ti dico. Non avresti potuto continuare un mese con lui.
+
+--Perchè?--domandò Nanà con voce molto indifferente.
+
+--Perchè ormai egli è spiantato... peggio di me.
+
+--Spiantato?
+
+--Spiantatissimo.
+
+--Da quando in qua?--domandò Nanà guardandosi le unghie.
+
+--Dacchè cominciò a far debiti.
+
+--Ha dunque molti debiti quel povero ragazzo?
+
+--Ne ha per circa settecento mila franchi.
+
+--È impossibile! Mi avrebbe mentito allora quando mi parlava del
+testamento di suo padre.
+
+--Domandalo al marchese Sappia, domandalo a Aldo Rubieri che lo sanno
+meglio di me.
+
+--Non ha egli ereditato da suo padre più di un milione?
+
+--Cosa c'entra? Un piccolo, un miserabile milione, che egli sciupò in
+poco più di tre anni.
+
+--Sarà molto dunque se riuscirà a conservare duecento o trecentomila
+franchi in tutto e per tutto?
+
+--Ma neanche. A poter disporre dell'eredità gli manca ancora un mese a
+dir molto. Pagati gli interessi e i debiti plateali egli resterà nudo
+come il giorno che è venuto al mondo.
+
+"Avrei fatto un bell'affare, sposandolo" pensò Nanà in cuor suo.
+
+Ma poi riflettè:
+
+"Non sarà vero nulla! Costui parla per gelosia."
+
+--Bene,--diss'ella--queste cose già a me poco importano. Io non sono
+venuta da te per questo come puoi imaginarti. Sono venuta da te,
+portata da un piccolo rimorso a chiederti un servizio.
+
+--Di danaro?--domandò sollecito il Marliani, colla voce in cui si
+sentiva il disinganno.
+
+Nanà pensò di lasciar credere per poco al Marliani ch'essa volesse
+chiedergli danaro, per vedere poi accolta con migliore garbo la sua
+preghiera, quando gli avesse detto che non si trattava punto di
+chiedergli un prestito.
+
+--Danaro! danaro!--diss'ella--sempre questo maledetto danaro!
+
+E si fermò a guardare Marliani nel bianco degli occhi.
+
+* * * * *
+
+--Ebbene, parla--disse il giovine--in ciò che posso.
+
+Nanà, vedendo le buone disposizioni di Marliani, fu lì lì per
+chiedergliene subito davvero. Ma poi pensando d'aver qualche cosa di
+più interessante pel capo, ripigliò ridendo:
+
+--No, non voglio avere ancora danaro da te, se non me lo sarò
+meritato. Dopo se potrai darmi un paio di mille franchi, mi farai gran
+piacere. Sappi dunque che io potrò giovarti assai se mi vorrai
+obbedire... Vedi che in caso tu non mi daresti che la senseria.
+
+--In fondo sei una gran buona fanciulla!--disse Marliani che
+cominciava a intenerirsi.
+
+--Io non voglio lasciare di me brutta memoria in questa città, che mi
+è stata tanto gentile e simpatica. Noi forse non ci vedremo mai più;
+ma ho bisogno di partire col cuore in pace e sono venuta come vedi, a
+congedarmi. Vuoi tu che ci lasciamo in pace?
+
+--Come si fa a negarti una cosa simile?--sclamò il meneghino, che
+s'inteneriva sempre più.
+
+--Eppure io so che tu stavi preparando una vendetta.
+
+--Sì..., ti confesserò che io avevo stabilito di scrivere a O'Stiary
+per metterlo in guardia contro di te e per raccontargli il tuo
+passato, come del resto, te l'ho minacciato ieri sera.
+
+--Vedi dunque che ho fatto bene a venire da te. Io non so quando
+partirò, ma nel frattempo tu puoi figurarti quanto io ci tenga che i
+miei amici non sappiano nulla di brutto sul conto mio. Noi dunque
+dobbiamo tornare amici, almeno fino alla mia partenza. Poi ci
+scriveremo... È così bello sapere che si hanno qua e là dei cuori che
+pensano a noi, che ci vogliono bene. Accetti?
+
+--T'ho già detto, Nanà, t'ho già detto che a te nulla si nega--rispose
+il giovine che sentiva a sfumar dall'animo dolce ogni risentimento
+verso quella strega di bellezza.
+
+--Ebbene, ascolta un mio progetto su di te. Dal giorno che ti seppi in
+cattiva posizione, io ho pensato di far qualche cosa a tuo vantaggio.
+Vedi che io ho cuore. Avrei trovato il modo di farti qui in Milano una
+buona posizione.
+
+--Tu?
+
+--L'uomo col quale debbo partire--disse Nanà--tiene qui a Milano
+moltissimi interessi bancarî e commerciali. Io ho il potere di farti
+nominare suo rappresentante. Si tratta per te di otto o diecimila
+franchi di guadagno all'anno.
+
+Marliani stentava a credere alle proprie orecchie. "Possibile che
+Nanà--Nanà egoista, Nanà spensierata, Nanà prodiga, Nanà alienissima
+dagli affari,--fosse così buona e così provvida per lui?"
+
+--Tu mi colmi--disse egli prendendo una mano della bella e
+baciucchiandogliela con passione. Stasera ti porterò i due mila
+franchi.
+
+Ah, se la Bibò fosse entrata in quel momento!
+
+I baci di Marliani erano espressivi al punto da scrocchiare sulla
+pelle di Nanà come la frusta d'un postiglione _in grazia divina_.
+
+--Ascolta dunque--ripigliò Nanà ritirando dolcemente le mani da quelle
+di Marliani.--Io non posso metterti in relazione qui a Milano con lui,
+perchè egli non vuol essere conosciuto. Ma ti fidi di me?
+
+--Come non fidarmi?
+
+--Vieni a trovarmi dopo pranzo, ma non dopo le otto. Saremo soli e
+discorreremo. Ti dirò tutto quello che avrò ottenuto per te dal mio
+nuovo... grande industriale.
+
+--Come ringraziarti?
+
+--Non voglio ringraziamenti; voglio soltanto essere tua amica e star
+certa che tu non mi vuoi far del male.
+
+Nanà si era levata in piedi e aveva stesa la destra a Marliani per
+congedarsi.
+
+--Non ne dubitare, angelo mio--disse Marliani ricominciando a
+imprimere un'altra sonora dose di baci sulla di lei mano.
+
+E fu in questo punto e sulla frase: "non dubitarne, angelo mio" che
+Bibò fece la sua tacita comparsa dalla fatal porticina di fronte alla
+scrivania.
+
+Nanà aveva già voltate le spalle a quell'usciolo e non vide Bibò.
+Soltanto che, udì il Marliani, il quale, tutt'a un tratto, cambiando
+perfino il tono di voce, soggiungeva:
+
+--Questi baci fatti così, e quella frase "angelo mio" detta da lei in
+tal modo, sono certo faranno crollare il teatro sotto gli applausi.
+
+Essa si volse indietro come per dirgli: "ma cosa diamine mi vai
+farneticando ora?" vide Bibò, terribile, colle mani sui fianchi, la
+faccia scarlatta, le furie nello sguardo capì tutto e non potè a meno
+che scoppiare in una omerica risata, dicendo a Marliani: addio, addio!
+
+Bibò diè un passo innanzi. Nanà uscì fuori in fretta si cacciò nel suo
+_brougham_ e disparve ridendo sempre.
+
+Bibò e Fiffo fecero una _lite impiccata_ e tale, che se ne ricordano
+ancora oggi i casigliani.
+
+Il lettore se la imagini.
+
+* * * * *
+
+--"Uno è a posto!" pensò Nanà. Ora al marchese Sappia. Da lui saprò se
+è vero che Enrico è rovinato... In tal caso mi attacco definitivamente
+al principe; lo obbligo a dividersi da sua moglie e vado in Russia con
+lui.
+
+Il marchese Ferdinando Sappia aveva le sue entrate notturne da Nanà al
+martedì e al sabbato. Questo fatto urterà i nervi e il senso morale di
+ogni persona ben nata; urtò anche i miei. Ma ne ha colpa forse il
+romanziero se certe donne sono proprio così fatte?
+
+Se le adulate, se nascondete _il vero _su di esse, dov'è la morale?
+
+Il Sappia era uno dei tre a cui la cortigiana parigina impartiva i
+suoi favori--lei credeva in gran segreto,--per soddisfare a' imperiosi
+bisogni di donna afrodisiaca, e al suo bilancio eternamente in
+_deficit_, come quello del regno d'Italia; malgrado che a rimpinzarlo
+ci avessero già pensato in quattro: Marliani, O'Stiary, Sappia e
+Kuvasoff.
+
+Quanto al principe Kuvasoff, era ammogliato ad una mongola, brutta e
+gelosa come una gatta in aprile, e teneva un appartamentino per gli
+appuntamenti con Nanà in una nota via.
+
+* * * * *
+
+Dinanzi alla porta di casa Sappia, Nanà scese dal _brougham_, entrò
+dal portinaio e lo pregò di avvertire il marchese che una signora
+aveva urgente bisogno di parlargli.
+
+Il marchese padre e la marchesa madre erano in campagna.
+
+Sappia discese. Essa lo pregò di accompagnarla sin da Rubieri e
+rientrarono entrambi in carrozza.
+
+--Che cosa c'è di nuovo?
+
+--Io credevo--disse Nanà--che tu fossi un gentiluomo e temo di dovermi
+disingannare.
+
+--Mi farai piacere a spiegarti.
+
+--Ti avevo pregato di non dire al tuo amico O'Stiary in qual luogo a
+Parigi tu mi avessi incontrata.
+
+--Ebbene?
+
+--Non è che a me importi del conte O'Stiary o di chiunque altri di
+questa terra; ma gli è soltanto che mi dispiace di trovar in te un
+uomo che dice di amarmi e che non ha saputo mantener il segreto.
+
+--Enrico ti ha forse detto di aver saputo di madama Tricon?
+
+--No, ma se lo sa non puoi essere stato che tu a dirglielo.
+
+--Se lo sa non può essere stato che Marliani. Io non potevo dirglielo,
+neppur volendo, giacchè quando gli parlai di te gli ho inventate cose
+tali che ora avrei fatto la figura d'un bugiardo e d'un _blagueur_, se
+avessi dovuto dirgli la verità.
+
+Da questa confessione del Sappia Nanà fu pienamente rassicurata.
+
+--Ebbene ti credo. L'avrà saputo da Marliani. Oh del resto ormai poco
+m'importa, giacchè devi sapere, mio caro, che io sono obbligata di
+partire da Milano.
+
+--Tu parti?--sclamò il Sappia leggermente commosso da questa notizia.
+
+--Tu non sai ancora un segreto della mia vita, che ho sempre taciuto a
+tutti.
+
+--Ed è?
+
+--Io sono maritata.
+
+--Tu?
+
+--E amo mio marito.
+
+--Tu?
+
+--Mio marito mi richiama a sè in Francia e mi perdona il mio passato.
+
+--Dov'è ora questo tuo marito?
+
+--A Parigi.
+
+--E tu fai conto di tornar a Parigi?
+
+--Sì--rispose Nanà mestamente.
+
+--È molto tempo che sei maritata?
+
+--Due anni.
+
+--Dunque quando io ti vidi a Parigi non lo eri ancora?
+
+--No.
+
+--Tuo marito è ricco o povero?
+
+--È povero.
+
+--E tu vuoi tornargli insieme?
+
+--Si. Egli riconosce e addotta il mio Louiset.
+
+--E lo ami?
+
+--Sì.
+
+--E quando partirai?
+
+--Non lo so. Aspetto ch'egli mi telegrafi il giorno.
+
+--E di Enrico, del mio povero conte, che ne fai tu?
+
+--Lo lascio.
+
+--Egli ne morrà.
+
+--Oh non si muore più adesso per queste cose--sclamò Nanà.--Egli
+sposerà la sua Elisa.
+
+--Ahimè!--disse il Sappia.--Io temo che anche quel suo matrimonio sia
+andato a monte.
+
+--Perchè?
+
+--Perchè Enrico è rovinato. E tu certo non puoi vantarti di non
+esserci entrata in buona parte.
+
+--Ma è dunque vero, che è rovinato quel povero Enrico?--sclamò Nanà
+con voce compassionevole.
+
+E fra sè pensava intanto "Ah il mio _petit crev_ stai fresco ora."
+
+--Non gli resterà tanto da tenersi un cavallo.
+
+--Io non ne ho colpa. Io non gli ho mai chiesto danaro. I regali già
+non si possono rifiutare.
+
+--Oh del resto--notò il Sappia--ti permetto di non avere rimorsi. Egli
+era già quasi rovinato prima che tu venissi a Milano.
+
+"Assolutamente--pensò Nanà fra sè--se lo sposassi ora che posso essere
+certa che egli è rovinato, sarei una gran baggea. Bisognerà pensare ad
+altro."
+
+--Senti un pò--disse Sappia.--Se io ti accompagnassi a Parigi? Che ne
+pensi?
+
+--Impossibile.
+
+--Perchè impossibile?
+
+--Perchè mio marito verrà a levarmi di qui.
+
+Il Sappia si strinse nelle spalle. Che cosa gli restava a dirle di
+più? Egli non era l'uomo da far delle pazzie per Nanà. Anzi ond'essere
+vero sempre, fino alla feccia, c'è da confessare che tra i pensieri
+del marchese scattò spontanea e pronta questa frase che fa onore alla
+di lui saggezza: "Meglio così! Tanti risparmiati!"
+
+La confessione però, di quell'amore per un marito qualunque, gli
+giungeva così nuova ed eteroclita, che ne dubitò. Si propose di
+sorvegliare Nanà e di scoprire l'arcano, che doveva covare sotto
+l'apparente sincerità della _cocotte_.
+
+* * * * *
+
+Erano giunti a casa di Aldo Rubieri.
+
+--A rivederci questa sera--disse Nanà.--A proposito, sai che ieri sera
+Enrico non è venuto da me?
+
+--Tiene il broncio?
+
+--Sicuro.
+
+* * * * *
+
+Il Sappia tornò col _brougham_ a casa. Nanà trasse di tasca una
+piccola chiave, fè il giro dietro la casetta di Rubieri e per una
+porticina seminascosta dietro l'edera entrò nel guardino.
+
+* * * * *
+
+Gignous avrebbe delirato di gioia, vedendolo.
+
+Parlo del giardino di Aldo Rubieri, che Mattia Corvino chiamava con
+innocente iperbole il _giardino incantato_.
+
+Era vasto. Ma quantunque chiuso fra quattro mura, sembrava sterminato
+intorno intorno. I muri erano tutti coperti di edera folta, e dinanzi
+ai muri, stavano piantate tre filari di pini delle Alpi.
+
+Nell'edera, Aldo aveva saputo praticare certi effetti di luce, di
+chiaroscuri e di sfondi, da farli scambiare fra le macchie più
+avanzate, per cannocchiali di una foresta folta, che contornasse
+tutt'all'ingiro il giardino.
+
+Un'illusione ottica maravigliosa.
+
+Certo era quello il più bello e il più fresco giardino di Milano.
+D'onde mai il Rubieri fosse andato a tirare l'acqua perennemente
+zampillante dalle tre fontane e formante la vaga cascatella, tra il
+tufo e i sempreverdi, nessuno lo sapeva, tranne Nanà, la signora
+Marietta e il Cicerone. Il fatto è che v'era una delizia di frescura e
+di verde ammirabile.
+
+Nanà aveva dichiarato che ci sarebbe vissuta volentieri tutta la vita.
+Rubieri aveva accolta quella dichiarazione come un complimento al suo
+buon gusto e null'altro.
+
+* * * * *
+
+--Sei qui, mia splendida bellezza?--disse Aldo vedendola entrare nello
+studio.
+
+--Sono qui, e per l'ultima volta. Dopodomani parto--rispose Nanà.
+
+--Dove vai?
+
+--A Napoli.
+
+--A far che?
+
+--A recitare. Sono scritturata a mille franchi al mese.
+
+--Tu?
+
+--Io.
+
+--Ma chi è quell'impresario balordo, che ha il coraggio di darti mille
+franchi al mese?
+
+--Come siete sempre grossolano con me, caro Aldo!--disse Nanà.
+
+--Ah, tu sai bene che io non faccio complimenti neppur alle donne
+belle.
+
+Il Rubieri fin dal primo giorno s'era avvezzo a non subire il fascino
+sensuale di Nanà. Egli considerava la sua modella come una bellissima
+creazione dal solo punto di vista dell'arte. Tutte le moine e le
+seduzioni di lei, non erano riuscite a smuoverlo dalla sua sovrana
+indifferenza.
+
+Egli aveva altro pel capo.
+
+La trattava come un fanciullo, e Nanà sentiva di lui un poco di
+soggezione. Era tutto il rovescio di quello che accadeva cogli altri
+adoratori, i quali invece avevano suddizione di lei.
+
+Talvolta Rubieri le parlava seriamente come da padre. Egli amava di
+comparire ai di lei occhi un uomo serio. Oltre che, era portato a
+questo dal suo carattere, pensava che parlando in francese di cose
+serie, egli avrebbe fatto miglior figura.
+
+Pei _calembours_ egli non ci aveva l'incornatura.
+
+Nanà trovava un gusto nuovo a questa, per lei, grandissima novità. Se
+a Parigi qualcuno le avesse detto una cosa simile, gli avrebbe dato
+dell'idiota. Ella si sentiva come riabilitata ai propri occhi, finchè
+stava con Rubieri e ascoltava senza noia il suo Fidia. Spesso, ella si
+maravigliava d'essere capace di udire senza sbadigli certe tirate, che
+era avvezza a considerare come solenni pedanterie. Ma il segreto di
+questa nuova attenzione lo si comprende pensando che ella aveva ormai
+uno scopo serio nella sua vita.
+
+--Nanà, ascolta--disse Rubieri sedendosi vicino a lei--io ho bisogno
+di sapere da te se il conte O'Stiary ti accompagnerà a Napoli.
+
+Nanà guardò sorpresa in faccia a Rubieri.
+
+--Perchè mi hai fatta questa domanda?
+
+--Perchè ci ho il mio grande interesse a fartela.
+
+--Si può sapere questo interesse?
+
+--Non c'è nulla che mi vieti di dirtelo. Tu sai che Enrico era
+promesso sposo della signorina Elisa Martelli.
+
+--Ebbene?
+
+--Da qualche tempo questo matrimonio pericolava assai, perchè Enrico
+pensava tanto alla bella Elisa come io penso alla regina di Golconda.
+
+--Lo so.
+
+--Ma se tu riesci a condurlo via con te, gli è come dire che andrebbe
+proprio a monte del tutto e definitivamente.
+
+--Ah, ho capito; e allora tu, n'è vero, ti faresti sotto?
+
+--Perchè no? È una delle più belle fanciulle di Milano.
+
+--Con trecentomila lire di dote.
+
+--Non dico di no.
+
+--E se io ci riuscissi a fare questo colpo, quale sarebbe la mia
+ricompensa?
+
+--Proponi.
+
+--Ma prima di tutto è necessario che io sappia in quali acque si trova
+oggi il conte. È vero che è rovinato?
+
+--Non del tutto, ma quasi.
+
+--Capirai Aldo, che il fuggire con un uomo rovinato, di cui non si sia
+pazzamente innamorata, non è proprio l'ideale del saper vivere.
+
+--A me basterebbe che tu me lo tenessi lontano un mese. Per questo
+mese io penserei a te.
+
+--Io non mi fido.
+
+--E se ti sborsassi il danaro prima di partire?
+
+--Allora sì.
+
+--Ti bastano duemila franchi?
+
+--Peuh! Facciamo tre.
+
+Aldo si alzò, e andava difilato allo scrigno, quando un dubbio lo fece
+arrestare:
+
+--Tu non ti fidavi di me. Dovrò io fidarmi di te?
+
+--Se non ti fidi tralascia--disse Nanà.
+
+--Non potresti dirmi qualche cosa che mi affidasse che tu saprai
+davvero trascinarti dietro il giovinetto?
+
+A Nanà venne un'idea splendida.
+
+--Io l'ho il mezzo.
+
+--Quale?
+
+--Gli scrivo un biglietto qui; egli mi risponderà che è pronto a
+fuggire con me, e tu lo leggerai pel primo.
+
+--Se tu sei così brava ti snocciolo subito uno sull'altro i tre
+biglietti da mille.
+
+--Dammi da scrivere.
+
+Aldo la condusse nel gabinetto da studio.
+
+Nanà scrisse:
+
+
+
+"Mio adorato Enrico,
+
+"M'è nato il dubbio che tu abbia mutato di parere. Assicurami subito
+che tu sarai pronto questa sera, per l'ultima corsa di Arona, a
+partire con me. È necessario che non ci vediamo prima di quell'ora per
+non dare sospetti. Alle dieci io ti aspetto in casa. Sarò pronta. A
+rivederci. Rispondimi subito.
+
+"Tua NANÀ."
+
+
+
+Un'ora dopo il Mattia Corvino, che era stato mandato a portare il
+biglietto al conte O'Stiary, recava la risposta:
+
+
+
+"Mia Nanà,
+
+"Non dubitare. Alle dieci di questa sera io sarò da te e partiremo
+insieme. Io ho già salutato Milano forse per sempre. Ciò che però non
+ti ho ancora detto a voce te lo dico in questo estremo momento. Io non
+sono più ricco e a te povera Nanà toccherà forse di avere delle
+privazioni per vivere con me. È un dovere imprescindibile che mi
+spinge ora a farti questa confessione. Mi ami tu abbastanza malgrado
+ciò? Me lo dirai domani sera lungi da Milano, quando sarai finalmente
+nelle mie braccia.
+
+"Tuo ENRICO."
+
+
+
+--Che ne dici?--domandò Nanà trionfante. Rubieri era pensieroso.
+
+--A che pensi?
+
+--Penso che voi due vi eravate già intesi di fuggire stasera insieme.
+
+--Può darsi!
+
+--Senza le mie tremila lire, dunque?
+
+--Ero venuta per chiedertele ugualmente.
+
+--E se io te le avessi negate?
+
+--Saresti stato padronissimo. Ma ora mi pare che mancheresti di
+delicatezza.
+
+--Ho scherzato. Volevo vedere come la pigliavi.
+
+Aldo andò allo scrigno portò a Nanà i tremila franchi, ch'ella ripose
+con grandissima indifferenza e con un semplice _merci_ nel
+portamonete.
+
+Poi dato uno sguardo all'orologio e col pretesto delle mille faccende
+che le restavano da sbrigare per poter partire, s'accomiatò.
+
+* * * * *
+
+"Queste le tengo," pensò Nanà, rincantucciata nel _brougham_, che la
+portava alla palazzina del principe Kuvasoff; e andava palpando e
+ripalpando il portamonete con immenso giubilo.
+
+* * * * *
+
+Il principe Kuvasoff aveva i suoi erotici colloqui con Nanà
+nell'appartamentino della casa in cui trovasi oggi la _Cronaca
+Grigia_. Essa aveva due uscite. Il principe entrava da una parte, Nanà
+dall'altra; e quando si lasciavano, Nanà usciva dalla parte per cui il
+principe era venuto e viceversa. In tal modo essi avevano sventate le
+ricerche assidue della principessa, la quale teneva due spie sulle
+traccie di suo marito e non aveva potuto saper nulla ancora di quel
+convegno.
+
+--Mio caro principe--disse Nanà--che arrivata prima di lui stava
+sdraiata su un'ottomana ad aspettarlo fumando una sigaretta--oggi
+grandi novità. C'è chi si è incaricato di rapirmi a voi.
+
+--Ah dev'essere un grande uomo di forza costui!--sclamò il principe
+sedendosi vicino a Nanà e cingendole la vita col braccio.
+
+--Egli mi ama come un pazzo--disse Nanà.
+
+--Ed io dunque vi amo forse come un saggio?
+
+--Vediamo dunque. Che cosa sareste pronto a fare voi per me ond'io non
+accetti le proposte di quell'altro?
+
+--Tutto quello che vuoi.
+
+--Sareste pronto principe a dividervi dalla principessa e a condurmi
+in Russia con voi, come mi avete detto altre volte?
+
+--Sempre. Io già da un pezzo, lo sai, rumino l'idea di liberarmi da
+quell'arpia.
+
+--Allora birba chi manca. Toccate.
+
+Il principe diè la mano a Nanà.
+
+--Quando partiamo?
+
+--Anche stanotte se vuoi.
+
+--Sta bene. Io sono pronta.
+
+--Ma non converrà partire insieme.
+
+--È vero partiamo da soli e troviamoci in un'altra città.
+
+--Dove per esempio?
+
+--A Venezia. È sulla strada per andar in Russia.
+
+Furono presi tutti gli accordi più necessari, e il principe le diede
+cento napoleoni d'oro per le spese del viaggio da Milano a Venezia.
+
+E Nanà li mise insieme ai tremila franchi di Rubieri.
+
+Il resto del colloquio andò poi co' suoi fiocchi; ma noi è meglio che
+lo lasciamo nell'ombra.
+
+* * * * *
+
+Il giorno dopo tutta Milano,--voglio dire la tutta Milano settembrina,
+che ha tempo e voglia di occuparsi dei fatti altrui--parlava della
+sparizione di Nanà e di quella contemporanea del conte Enrico
+O'Stiary.
+
+Quanto al principe Kuvasoff egli si fece veder al Corso in _coupè_
+allato di sua moglie, e non lasciò Milano per Venezia che il giorno
+dopo.
+
+Ma che cosa era capitato ad Enrico O'Stiary?
+
+Due ore prima di quella fissata alla partenza con Nanà egli era andato
+da lei, e aveva trovato dal portinaio questo biglietto:
+
+
+
+"Caro Enrico,
+
+"Siamo sorvegliati. È impossibile andar via insieme. Io deludo lo
+spionaggio di chi potrebbe impedirmi di partire con te e parto subito.
+Mi troverai a Torino al Feder, a meno che non mi tocchi di continuare
+il viaggio fino a Macon.
+
+"A rivederci.
+
+"TUA NANÀ."
+
+
+
+Enrico questa volta non ebbe sospetti gravi; ma sentì una specie di
+maraviglia disgustosa, che ci fosse taluno il quale potesse impedire
+la partenza di Nanà. La sua mente corse tosto a Aldo Rubieri, ch'egli
+credeva suo fortunato rivale, e fu lì lì per andare da lui a
+chiedergli una spiegazione. Ma consultato l'orologio capì che non
+aveva tempo da perdere; mandò Aldo al diavolo in cuor suo, e
+giubilando al pensiero che fra poche ore si sarebbe trovato al fianco
+della donna adorata, si fece condurre alla stazione dove pranzò;
+quindi partì per Torino.
+
+* * * * *
+
+Chi domandasse poi il perchè Nanà si fosse divertita a far anche
+quest'ultima burla crudele ad Enrico mostrerebbe di non conoscere di
+quali capricci sia fecondo l'isterismo d'una _cocotte parigina_.
+
+
+
+
+XIII.
+
+
+Suonavano le nove e mezza di mattino al campanile del villaggio sul
+Lario, che sorgeva a un tiro di pistola dalla villa del notaio
+Martelli.
+
+Egli stava in giardino a potar i suoi fiori, quando il domestico gli
+annunciò una visita sbarcata poco prima dal vapore.
+
+--Sarà quel capo scarico d'un mio pupillo, mi imagino--disse don
+Ignazio.
+
+--No signore. È il signor Aldo Rubieri.
+
+--Ah, tanto meglio!--sclamò il notaio; e deposta la forbice gli corse
+incontro tutto lieto.
+
+--Benvenuto, benvenuto--cominciò a gridar da lungi, alzando le due
+braccia come un telegrafo--Che buon vento?
+
+--Lei non m'aspettava?
+
+--Ma sì, certo che l'aspettavamo tutti--disse il notaio.--Però
+credevamo che lei venisse colla seconda corsa.
+
+--Ho dormito a Como. Ecco perchè sono qui così presto. Ieri sera ho
+perduto l'ultimo vapore e non ho avuto il coraggio di fare questo
+tratto in barca.
+
+--Sfido io! Le donne poltrone sono ancora a letto... o tutt'al più
+alla _toilette_. Non sanno godere la campagna quelle pettegole.
+
+--Oh, del resto non sono che le nove.
+
+--Bravo, bravo!--sclamò don Ignazio entrando nel salotto e mettendosi
+a sedere.--Oh, giacchè siamo soli, parliamo dunque un poco seriamente
+dei nostri affari. Il suo amico che mi fece l'onore di domandarmi in
+di lei nome la mano della mia Elisa, le avrà portata la mia risposta.
+
+--Ed io sono venuto incoraggiato appunto da quella risposta--disse
+Rubieri.
+
+--Lei può imaginarsi se io non sarei felice. Ma le dirò la verità, noi
+non abbiamo ancora avuto occasione di parlarne alla Elisa.
+
+--È naturale! L'amico mi portò la lieta notizia soltanto ieri mattina,
+ed io due ore dopo partivo da Milano.
+
+--Mi ascolti, caro Rubieri--disse il notaio invitando lo scultore a
+seder dinanzi a sè.--Lei sa che da qualche tempo io vagheggio l'idea
+di ottenere dalla Giunta municipale quella tal concessione di cui le
+ho parlato e che deve far più ricca d'assai mia figlia che lei mi fa
+l'onore di chiedermi in isposa. Mia figlia è unica, e naturalmente...
+Lei è assessore e mi dicono che può tutto presso il conte sindaco.
+
+--Oh questo è una esagerazione--sclamò Rubieri.
+
+--Sì sì, m'hanno assicurato che il sindaco la stima assai, e fa tutto
+quello che lei gli suggerisce.
+
+--Non negherò che il conte sindaco abbia una certa deferenza per
+me--rispose Aldo--ma da questa al far tutto ciò che io desidero ci
+corre. E poi c'è il Consiglio.
+
+--Ma lei appartiene alla maggioranza....
+
+--Questo è vero! Se il sindaco vuole, del Consiglio ce ne infischiamo.
+
+--Dunque una mano lava l'altra. Io le do mia figlia e lei mi fa
+ottenere la concessione.
+
+--Mi spiacerebbe che la signorina Elisa sapesse che....
+
+--La Elisa non deve saper nulla delle nostre faccende--disse il
+padre.--Siamo intesi?
+
+--Ma dal canto mio--rispose Aldo--lei può imaginarsi se non mi metterò
+colle mani e coi piedi perchè questa concessione le sia data... se non
+che....
+
+--Non è certo di ottenerla?
+
+--Come lei, caro don Ignazio, non è certo di ottenere il consenso di
+sua figlia.
+
+--Eh l'otterremo, non la dubiti, l'otterremo--sclamò il notaio
+scotendo il capo con un sorriso fra il malizioso e il soddisfatto.--La
+Elisa è una testolina sì, che ha le sue idee, non dico, ma che non mi
+ha mai disobbedito finora; e credo non vorrà cominciare dal momento
+che io le proporrò un giovinotto come lei, un uomo celebre, assessore
+municipale....
+
+--Basta basta, don Ignazio, non la mi faccia arrossire ora. Piuttosto
+le dirò..., caro cavaliere... le esporrò un mio dubbio..., ch'ella
+potrà distruggere o avvalorare secondo la verità. Io, come lei può ben
+pensare, non vorrei per tutto l'oro del mondo ottenere da sua figlia
+un consenso che potesse per avventura essere un po' forzato. Io non
+sono in confidenza colla signorina Elisa e non so come ella stia di
+cuore. So però, come tutti gli amici di casa, ch'ella ebbe sempre una
+grande inclinazione per il suo compagno d'infanzia....
+
+--Vedo dove ella tende--disse don Ignazio--e le risponderò
+francamente. La Elisa infatti aveva un certo attaccamento per il conte
+Enrico, mio pupillo, ed io e mia moglie certamente saremmo stati
+felici di vederla diventare contessa, se quel balordo di un giovinotto
+non avesse distrutto, colla sua condotta impossibile, ogni nostra
+speranza.
+
+--Sta bene--riprese il Rubieri--e non sarò io certo che mi lamenterò
+di questo fatto. Soltanto che... lei sa bene... le fanciulle talvolta
+amano più gli scavezzacolli che i giovani ordinati e prudenti.
+
+--Oh io spero poi che la mia Elisa sia ormai persuasa che io non le
+darei giammai il consenso di sposare il conte.
+
+--Lo credo--disse Rubieri--ma ciò non mi dice ancora ch'essa non ne
+sia sempre innamorata.
+
+Il padre a questa uscita di Rubieri stette muto, ma col capo alzato,
+collo sguardo fisso e col labbro infuori, pareva chiaramente dicesse:
+
+"Chi va mai a sapere ciò che si cela nel cuore di una fanciulla?
+Questo toccherà a lei!"
+
+--Certo che--riprese Aldo--quando la signorina Elisa saprà quello che
+è accaduto ieri sera del nostro Enrico...
+
+--Che cos'è accaduto?
+
+--Vedo che lei non sa nulla... e da un lato mi dispiace di dover
+essere proprio io il uuncio di nuova disgrazia.
+
+--Cosa diamine gli è capitato? Forse ha perduto qualche altra somma al
+giuoco?
+
+--Peggio.
+
+--Peggio di perdere al giuoco?--domandò con sorpresa don Ignazio--La
+dica, la dica.
+
+--È partito da Milano con quella sua...
+
+--Ah quella donnaccia francese... forse... la di lei modella?
+
+--Precisamente.
+
+Don Ignazio si gettò sul cordone di un campanello e al servo che
+comparve sulla soglia dell'uscio disse:
+
+--La signora è levata?
+
+--Donna Eugenia... sissignore.
+
+--Ditele che venga giù subito, che c'è qui il signor Rubieri.
+
+Poi voltosi a questi:
+
+--Ella è ben certa che sia proprio partito con lei?
+
+--Certissimo.
+
+--Essa ha nome Nanà, n'è vero?
+
+--Nanà appunto.
+
+--Ah, che testa, che testa!--gridò don Ignazio giungendo le mani in
+atto di maraviglia.--Ma già fu sempre uno scapestrato! Si poteva
+aspettar da lui questo e altro.
+
+Donna Eugenia comparve, e le fu raccontata la cosa.
+
+Ella se ne mostrò altrettanto addolorata quanto suo marito pareva ne
+giubilasse.
+
+--Ormai--sclamò egli--spero bene che la ragazza sarà persuasa e
+convinta, e non avrà più ragione da opporci. Tocca a te ora, cara
+Eugenia, a informarla.
+
+La signora Eugenia protestò che non ne aveva il coraggio.
+
+Ella avrebbe passato il lago a nuoto più volentieri che dar all'Elisa
+quel brutto colpo.
+
+Povera donna come sei ammiranda nel tuo materno imbarazzo!
+
+Ella si era prestata spesso a far quello che suo marito le
+raccomandava di fare, cioè dissuadere la fanciulla dal voler bene
+all'Enrico.
+
+La Elisa dal canto suo non aveva mai aperto a sua madre l'animo
+proprio ferito nel vedersi trascurata dal suo giovine amante.
+
+Regnava tra madre e figlia una specie di delicatezza, una suggezione
+riguardosa su questo argomento. Entrambe temevano di farsi
+reciprocamente un dispiacere, e ne tacevano.
+
+"Oh, non c'è argomento--pensava la madre--che valga a distruggere
+l'impero di dieci anni di sogni e d'illusioni d'amore."
+
+Ma volere o non volere bisognava spiegarsi. Bisognava aprir gli occhi
+alla innocente creatura e raccontarle finalmente la fuga di
+quell'ingrato.
+
+* * * * *
+
+--Ascolta Elisa...--incominciò--io capisco che tu pensi ancora... Ed
+io t'avrei a dire una cosa molto seria quest'oggi. Ti imagini tu,
+cara, di che cosa io ti voglia... dire?
+
+--Me lo imagino--rispose la fanciulla con un sorriso tra la speranza e
+la malinconia.
+
+--Dimmelo allora.
+
+--Io spero che tu mi voglia parlare di Enrico.
+
+La signora Martelli attirò sua figlia al seno e la baciò
+passionatamente.
+
+--Oh, perchè piangi?--sclamò Elisa vedendo i lucciconi negli occhi di
+sua madre.
+
+--Ascolta Elisa. Se tu dovessi persuaderti che il conte O'Stiary non è
+degno di te?
+
+--Tu me lo hai fatto capire altre volte--disse la fanciulla--ma io non
+voglio crederlo ancora. Egli è pieno di cuore e di onore. Che
+cos'avrebbe fatto per non essere più degno di me?
+
+--S'egli ti avesse miseramente ingannata, dicendoti che ti amava,
+mentre....
+
+La Elisa si rizzò in piedi come se una molla potente l'avesse sospinta
+in alto, e portò istintivamente le due mani sui polsi.
+
+--Mamma, per carità!
+
+--Lo dicevo io--sclamò sua madre spaventata.--No, anima mia, non far
+così. Elisa... chissà che non sia una calunnia... quetati.
+
+La fanciulla si era rimessa tosto.
+
+--Ah!--disse con un gran sospiro--non è dunque una cosa certa? E
+difatti è impossibile! Io sento che egli non ama che me. Ne sono
+sicura. Io lo so ch'egli ha conosciuto un'altra donna. So tutto... ma!
+
+"Oh molte altre donne" pensò fra sè la madre.
+
+--Ma egli non ci ha voluto bene a quella... Me lo confessò lui stesso.
+Fu una sorpresa, un capriccio, che so io?
+
+La signora Eugenia ascoltava sua figlia con una specie di sgomento.
+Essa non aveva calcolato la portata del colpo che era obbligata di
+darle. Essa non credeva che sua figlia fosse capace di tanto affetto.
+
+--Ma--ricominciò la povera donna--se invece ci fosse in lui qualche
+cosa di molto serio? Se egli ti dovesse dare la prova certa del suo
+tradimento?
+
+--La prova?--sclamò la Elisa sorpresa. Quale prova? Che cosa ha fatto?
+Oh, finchè egli stesso non me lo dica colla sua bocca, che ha cessato
+di volermi bene a me sola, io non crederò a nessuno.
+
+--E s'egli non potesse più dirtelo?
+
+--Oh mamma!--gridò la Elisa sopraffatta da queste strane
+parole.--Perchè? Che cosa gli è accaduto? Per pietà mamma.
+
+--No, non spaventarti così, cuor mio! Oh Elisa la mia Elisa, sia
+buona, non far soffrire in questo modo la tua povera mamma... sia
+ragionevole.
+
+--Ma sei tu mamma che mi fai soffrir me!--disse la fanciulla.--Oh
+parla, ti scongiuro.
+
+--Credi tu che se non fosse necessario io non t'avrei risparmiato
+questo dolore?
+
+--Ebbene, parla mamma, ti ascolto; vedi, sono ragionevole, parla, sono
+buona....
+
+E fu allora che la madre le narrò la fuga scandalosa di Enrico con
+Nanà.
+
+* * * * *
+
+Elisa che stava in piedi si sedette, pallida molto. A sua madre che la
+fissava ansiosamente, sembrava di vederla come a trasformarsi. Non una
+esclamazione, non un lamento, non una lagrima.
+
+--Quando successe questo?--domandò la fanciulla con voce ferma.
+
+--Ieri l'altro. Fu Rubieri stesso che venne a dircelo.
+
+--È cosa certa? Rubieri non potrebbe essersi ingannato?
+
+--Ah, pur troppo no; diede tutti i particolari.
+
+E la madre baciò con passione la Elisa.
+
+Allora la povera fanciulla fu presa dall'accoramento; il gruppo del
+dolore si sciolse, e scoppiò in lagrime.
+
+--Oh mamma, bisogna che tu mi guidi, se no non so che cosa accadrà di
+me--diceva la povera fanciulla singhiozzando.
+
+Così dicendo, ella stringeva convulsivamente le mani di donna Eugenia
+e le portava alle labbra per baciarle, come un bimbo che domanda
+scusa.
+
+--Io lo amo mamma, io lo amo il mio Enrico. Mi pareva che egli fosse
+così sincero. Io non vivevo che per lui!
+
+--Elisa, fatti animo--le disse donna Eugenia--bisogna che tu impieghi
+ogni mezzo per dimenticarlo. Tu sei troppo esaltata, figlia mia. Oh,
+credi tu forse che io non ti comprenda? Credi tu forse che anch'io....
+
+Si arrestò. Un'emozione profonda scuoteva suo malgrado quell'anima,
+che pareva a tutti impassibile e fredda. Un segreto di amore stava per
+cader dalle labbra della matrona; erano forse più di vent'anni che il
+suo cuore si era chiuso alla idea d'amare un'altra creatura che non
+fosse la sua Elisa; il dolore di sua figlia aveva risvegliato nel suo
+cuore la lontana rimembranza. Una tempesta assai terribile doveva
+avere durato quel cuore, che da tanto tempo scordava di avere
+sofferto, se la nuova passione di sua figlia vi aveva saputo ridestare
+tanto eco di dolore e di compianto.
+
+La madre accolse la sua creatura nel braccio destro; colla mano
+sinistra le fece appoggiare la testolina sul proprio seno. E le sue
+lagrime di madre cadevano sulla bionda testolina di quel suo angelo
+sconsolato, e il dolore di entrambe, pur tanto diverso, si confondeva
+là su quel seno in un solo dolore.
+
+
+
+
+XIV.
+
+
+L'anima appassionata ha le sue rivoluzioni come la storia dei popoli.
+Lo spirito sotto l'aculeo dei tormenti morali si trasforma a poco a
+poco, accogliendo consigli e propositi dianzi sconosciuti.
+
+Elisa all'annuncio della partenza di Enrico con Nanà, sentì d'essere
+stata scossa nel più profondo di tutte le sue convinzioni. Ogni
+sentimento ne fu stravolto. L'amore così confidente e puro, la
+speranza che le freddezze di Enrico fossero passaggere, quella stessa
+sua verginale indifferenza intorno al motivo sensuale, che allontanava
+da lei il suo giovine amante, e la stima immensa che essa gli
+conservava pur sempre, malgrado tutto, furono rovinati in un punto
+solo nel di lei cuore. Non le restava più dubbio. Enrico le aveva
+mentito.
+
+Come fosse violento lo strazio della povera fanciulla, che pure, per
+istinto di orgoglio e per delicatezza verso sua madre, lo comprimeva
+dentro di sè, sarà chiaro a coloro che avranno capito bene quale fosse
+il carattere di Elisa. Forse ad altri parrebbe esagerazione. Essa non
+aveva neppure come le anime credenti un rifugio al dolore nella
+preghiera. Enrico le aveva insegnato che la preghiera verso lassù è un
+non senso, perchè nessuno nel cielo imaginario dei credenti può star
+ad ascoltare le querimonie degli afflitti, ed essa gli aveva creduto.
+La poverina sentiva dentro di sè qualche cosa che moriva. Essa
+comprendeva che forse, ancorchè Enrico fosse tornato a lei subito, non
+lo avrebbe più amato come prima, non gli avrebbe più creduto, non si
+sarebbe più, come moglie, data a lui con trasporto.
+
+Elisa non aveva precisamente le nozioni, che danno lo schifo alle
+donne sapute, che sdegnano di accogliere un uomo che esce colle labbra
+roride dei baci d'altra donna. Ma capiva quasi per intuizione questo
+vero, e si disperava di sentire in cuore che il suo amore, così bello,
+era stato spezzato forse per sempre. Nondimeno, di quando in quando,
+in Elisa ardeva una fiamma intensa di sentimento, che si esaltava e
+che si ostinava a non voler credere il suo Enrico un traditore. La sua
+voce era tanto sincera quand'egli le aveva detto di amarla lei sola!
+Ella non l'odiava ancora. Essa voleva riudire le sue espressioni,
+avere da lui una spiegazione di quella sua mancanza di fede, essere da
+lui convinta che aveva mutato. E allora si sarebbe decisa sulla
+propria sorte.
+
+Verso la metà d'ottobre, la famiglia Martelli ritornò a Milano. Di
+Enrico nessuna notizia.
+
+Un giovedì, nel salotto stavano radunate quattro persone; era una
+brutta giornata, piovosa e buia. La signora Martelli, la Elisa presso
+al camino, parlavano fra loro sottovoce. Il marchese d'Arco in piedi
+addossato al focolare colle mani raccolte dietro la schiena, tacendo
+pensava. Egli era arrivato da poco e non aveva ancora parlato; don
+Ignazio passeggiava borbottando in su ed in giù.
+
+--Mancherebbe anche questa--sclamò egli a un tratto--che mi facesse
+aspettare questo brigante d'un sor Marliani.
+
+E diede un'occhiata al pendolo confrontandolo col proprio orologio.
+
+--Tre e mezza--disse--e io gli aveva dato appuntamento alle tre.
+
+--Si potrebbe sapere--domandò il marchese--quale sia il suo progetto,
+don Ignazio?
+
+--Proporgli la transazione del cinquanta percento.
+
+--Posso mettere anch'io una parola?--soggiunse donna Eugenia.
+
+--Sì, la dica lei--sclamò il marchese--che sono certo non potrà essere
+che per bene.
+
+--Volevo dire a mio marito che la transazione col... con quell'uomo
+che verrà tra poco è impossibile.
+
+--Perchè impossibile?--sclamò don Ignazio fermandosi sulle gambe
+aperte.--Chi lo dice? Io ne ho messi al dovere di quelli peggiori del
+signor Marliani, io.
+
+--Non parlo di costui--rispose la signora Eugenia con dolcezza--io
+parlo del tuo pupillo, il quale mi ha dichiarato molte volte di voler
+pagare i suoi debiti fino all'ultimo centesimo.
+
+--Quand'è che ha dichiarato questo?
+
+--Molte volte.
+
+--Ma è matto da legare--gridava questi.--Egli vorrebbe fare anche
+quest' ultima castroneria per giunta?
+
+--Caro il mio cavaliere--disse il marchese con quella sua pacatezza
+aristocratica, che non si smentiva mai.--A me pare che le sue donne
+abbiano perfettamente ragione.
+
+--Ma va bene! Anche lei adesso, insieme alle donne. Tutti addosso a
+me. La casa abbrucia, diamoci il fuoco. C'è da perderne la testa!
+
+--Andiamo, andiamo--osservò il marchese ridendo non la si riscaldi per
+così poco.
+
+--È vero o non è vero, che queste cambiali furono da lui firmate,
+mentre non aveva ancora il diritto di firmarle, secondo il testamento
+di suo padre?
+
+--E così?--domandò il marchese.
+
+--Come, e così? Vuol dire che la sua firma vale quanto quella d'un
+minorenne o d'un interdetto, che per legge non valgono nulla.
+
+--Ma che c'entra qui la legge, caro cavaliere? Dall'avere ventitre
+anni e trecentosessantaquattro giorni, all'averne ventitre e
+trecentosessantacinque, che è come a dire ventiquattro, non scorre che
+un giorno, anzi, che dico, un'ora, un minuto. E vorrebbe lei che un
+uomo d'onore credesse di non essere un minuto prima quello che la
+legge gli concede di essere un minuto dopo?
+
+--Oh, caro marchese--ribattè il notaio--le chiacchere son chiacchere e
+i danari son danari. Io sono un uomo positivo, io. Io guardo in faccia
+alla legge, alla maestà della legge, e non vado a cercare cinque ruote
+in un carro.
+
+--La legge, caro cavaliere, è stata fatta per coloro che non ne hanno
+un'altra assai più bella e più forte a questo posto--rispose con molta
+nobiltà il marchese, ponendo una mano sulla sinistra del petto.--I
+galantuomini a Milano e dovunque hanno una legge che vale più di tutti
+i Codici di questa terra, e più di qualunque timore dell'altro mondo e
+che si chiama il punto d'onore.
+
+--Sì, il punto d'onore non lo nego è una bella cosa,--disse don
+Ignazio.--Ma se questi briganti di strozzini si accontentano di
+pigliar la metà dovremo dar loro il tutto?
+
+--Si accontentano è un modo di dire. Ma la questione non è lì. Non
+sono gli usurai che devono essere contenti, è l'Enrico.
+
+--Dunque egli dovrà proprio esser rovinato di rami e di radici?
+Venduto che sia il podere e questa casa all'Enrico non restano più di
+trenta o quaranta mila lire.
+
+--C'è stato un re di Francia--disse il marchese--che dopo la battaglia
+di Pavia ebbe a dire: tutto è perduto fuor che l'onore.
+
+--Oh ma l'Enrico non è re di Francia e noi non siamo a Pavia--sclamò
+il notaio con un certo disprezzo.--Se a Milano si saprà che O'Stiary
+ha pagato fino all'ultimo centesimo mentre avrebbe potuto farne di
+meno faranno tutto quanti una figura di cioccolattiere.
+
+* * * * *
+
+Nel frattempo la povera Elisa, restava là presso sua madre immobile,
+incerta e senza parola.
+
+Quando udì da suo padre il nome del suo Enrico sentì il dolore
+sgrupparsi nel petto e si mise a lagrimare sommessa.
+
+Sua madre se ne accorse.
+
+--Non far così Elisa--le disse sottovoce--tu finirai coll'ammalarti,
+cara la mia figliuola, se continui ad accorarti in questo modo.
+
+--Oh, magari mi ammalassi, che almeno non sentirei più nulla, non
+vedrei più nulla, non mi direbbero più nulla. Io non desidero che di
+morire.
+
+--Ma che cosa dici Elisa? Non far così dunque, te ne scongiuro.
+
+--Che cosa mi resta a fare a me a questo mondo?
+
+--Oh, ti resta di voler bene a me, che morirei subito se tu mi avessi
+a mancare. Vorresti tu forse far morire tua madre?
+
+--Oh, no, mamma--rispose la Elisa abbracciandola con affetto.--Ebbene,
+io mi farò suora.
+
+--Ma che suora?--sclamò don Ignazio che aveva colta a volo la frase di
+sua figlia.--Ho da sentir di peggio? Non si usa più adesso ad andar
+monaca. Non troveresti neppur il monastero.
+
+--Oh, non è vero! Mi sono già informata.
+
+--Bella risorsa! Suora di carità! La prima carità comincia da casa
+sua. Non mancherebbe altro che di dover perdere l'unica figlia per
+quel bel mobile d'un signor conte.
+
+Il babbo, sbirciava la sua figliuola, come chi sente compassione, e
+pur non vorrebbe mostrarla.
+
+--Ma chi doveva andar a pensare una cosa simile?--ripigliò--Anch'io
+dico il vero m'ero lusingato che tu saresti diventata la signora
+contessa, e che poi colla vostra influenza avrei potuto... basta,
+castelli in aria!... tutte cose andate a monte.... Ma io lo so di chi
+è la colpa.
+
+E così dicendo strisciò un'occhiata rapida sul marchese e sua moglie.
+
+--Lo dici forse per me?--domandò questa.
+
+--No, lo dico per me!
+
+--Scusa, ma avresti torto.
+
+--Lo dico per te, lo dico per il marchese, e lo dico perfino per
+quella vecchia minchiona d'una balia, che andò a prestargli i danari
+che aveva messi da parte. Tutti quanti contro di me. Pareva fossi io
+quello che gettava i danari dalla finestra.
+
+Il marchese s'accontentò di sorridere e di crollare il capo.
+
+La signora Eugenia invece non stette zitta:
+
+--No, no, per te non c'è questo pericolo! Io non ti dicevo altro se
+non che non bisognava lasciarlo andar in mano degli strozzini.
+
+--Brava! Perchè non dici addirittura che sono stato io a metterlo in
+mano degli strozzini?
+
+--Già è inutile parlare con te--disse come rassegnata la signora
+Eugenia.--Io dico soltanto che se tu l'avessi preso colle buone quando
+è venuto la prima volta a contarti quello che gli era capitato, e se
+tu gli avessi pagati i primi debiti egli avessi...
+
+--Brava, benone! I primi debiti erano debiti di giuoco.--Chi gli ha
+detto di pagarli?
+
+--Oh ma che dici?
+
+--La legge non li contempla--proseguì il notaio imperterrito.
+
+--Tu sei riuscito perfino a rimproverarlo perchè faceva delle
+carità--disse la signora Eugenia.
+
+--Sicuro, e me ne vanto! E lui, che crede di essere un liberale,
+dovrebbe sapere che i suoi filosofi, i suoi progressisti, dicono che
+la carità fatta in quel modo è una cattiva cosa, perchè fomenta l'ozio
+che è il padre dei vizi. Non sono io che ha inventata questa
+dottrina... E poi se il far la carità è una soddisfazione dell'amor
+proprio che si prova, bisogna saper fare un sagrifizio e privarsene!
+
+Entrò il servo recando una lettera.
+
+Era Aldo Rubieri che annunciava al notaio di aver parlato al sindaco
+per quella tal concessione, e d'esser pieno di buone speranze. La
+lettera terminava pregando il padre a volergli dire qualche cosa circa
+la risoluzione della signorina Elisa a suo riguardo.
+
+"Proviamo un poco" pensò il notaio avvicinandosi alla fanciulla.
+
+E cominciò:
+
+--Senti un poco, Ida. Tu sai che il signor Rubieri, già da qualche
+tempo aspetta che tu gli dica che non lo rifiuti per sposo.
+
+La Elisa ebbe come un sobbalzo.
+
+--Non te lo dico--continuò suo padre--per forzare la tua volontà; ma
+siccome egli amerebbe sapere da te qualche cosa in proposito, mi volgo
+a te.
+
+"Se accettassi?"--pensava intanto la Elisa.--"Ah, Enrico credeva forse
+di non esserci che lui a questo mondo?"
+
+--Ormai--continuava suo padre--hai avuto tempo abbastanza di pensarci
+sopra, e questa volta se tu persisti a non volerne sapere sarà certo
+l'ultima volta che egli rinnoverà la domanda.
+
+"Potrei vendicarmi in questo modo"--continuava nella sua testolina la
+fanciulla.--"Potrei fargli vedere che ci sono degli altri che mi
+cercano e che mi amano."
+
+--Che ne dici? Tu sai che sarebbe un eccellente partito.
+
+--Ebbene sì, babbo--disse a un tratto la Elisa balzando in piedi.--Lo
+accetto.
+
+"È piena di talento!"--pensò il babbo dal canto suo.
+
+La madre invece le susurrava sottovoce:
+
+--Ah, Elisa, non precipitare, pensaci sopra.
+
+--Ecco là!--sclamò stizzosamente il notaio.--Appena a sua figlia viene
+una buona ispirazione lei fa di tutto per cacciargliela indietro.
+
+--Guarda quello che fai--ripetè donna Eugenia.--Guarda a non pentirti
+più tardi.
+
+--Oh, mamma, basta che io possa uscire da questa posizione orribile,
+ti giuro, sono pronta a qualunque sagrificio. Io non voglio che
+l'Enrico creda che io mi dispero per lui. Ormai l'ho atteso
+abbastanza.
+
+--Brava! Che fermezza! Tutta suo padre!
+
+--Sarebbe dunque più un puntiglio che altro?--le domandò sua madre.
+
+--Ma lascia fare a lei una buona volta, o benedetta donna!--gridò il
+padre.
+
+Poi rivoltosi alla Elisa:
+
+--Tu sei disposta?
+
+--Sono decisa.
+
+--Per carità, Ignazio, non precipitare....
+
+--Oh, che donna! Ha più giudizio lei che tu. Si potrebbe desiderare
+forse un migliore partito? È un artista, è vero, ma che artista!
+Bell'uomo! Ricco... assessore municipale....
+
+--Va bene; ma non fa bisogno di rispondergli subito.
+
+--Ebbene, faremo così--disse don Ignazio.--Lo inviterò a pranzo e
+intanto la Elisa avrà tempo di decidersi; e in fin di tavola gli
+parlerò io, secondo che ella avrà deciso.
+
+--E poi se...?
+
+--Oh Dio, e poi e poi, se la Elisa non vorrà assolutamente lo avremo
+invitato a pranzo per... pulirgli la bocca...
+
+--No, sono decisa--ripetè la fanciulla.--È necessario ch'io esca da
+questo stato umiliante.
+
+--Va benissimo--sclamò il padre.--Tu, Eugenia, pensa a mandarlo ad
+invitare a pranzo.
+
+Entrò in questo il servo ed annunciò il signor Marliani.
+
+--S'è degnato, se Dio vuole!--sclamò don Ignazio.--Fallo entrare lì
+nel gabinetto e digli che vengo subito.
+
+* * * * *
+
+--Io l'ho mandata a chiamare--disse poi quando l'ebbe raggiunto--per
+vedere di aggiustarci per le cambiali del mio pupillo il conte
+O'Stiary.
+
+--Lei è il procuratore della signora Bibiana Martorelli, n'è vero?
+
+--Per servirla.
+
+--Io spero che anche lei sarà del mio parere, che sia necessario
+trovare un mezzo di non lasciare che si venda la possessione e questa
+casa.
+
+--Ma io credo--osservò il Marliani--che tanto una che l'altra siano
+già state vendute stamattina.
+
+--So ben ch'ella mi burla. Io, tutore del conte dovrei saperlo prima
+di chiunque.
+
+--Il conte O'Stiary è tornato a Milano oggi stesso, e da due giorni ha
+compiti i ventiquattro anni.
+
+--Tutto questo lo so benissimo, ma le assicuro che la vendita delle
+sue proprietà non può essere stata fatta senza che io ne sappia nulla,
+e spero che lei sarà d'avviso che al giorno d'oggi chi vende si rovina
+e chi compera non sa mai neppur lui di aver fatto un buon affare.
+Dunque la creditrice sarà più contenta di vedersi pagata alla scadenza
+con uno sconto regolare, ma con moneta più o meno sonante.
+
+--Ah, certo. Meno seccature.
+
+--Allora non ci resta che fissare d'amore e d'accordo la cifra del
+debito del conte per poter ritirare tutte le sue cambiali.
+
+--Eccola--disse il Marliani--e cavato di tasca il portafogli rimise a
+don Ignazio una carta su cui c'era la distinta delle scadenze del
+figliuol prodigo.
+
+Don Ignazio ne fu spaventato. E sapeva che Marliani non era il solo
+creditore.
+
+--Cosa facciamo?--domandò egli dopo alquante geremiadi, che trovarono
+un impassibile ascoltatore nel Marliani.
+
+--Come dice?--sclamò egli allungando il collo e fingendo di non aver
+capita la domanda del notaio.
+
+--Dico che qui bisogna tagliare, tagliare e accontentarsi.
+
+--Ah, non credo che la mia cliente ci voglia sentire da questo
+orecchio. Ella non può assolutamente rinunciare ai proprii diritti.
+
+--Ah, quando lei parla di diritti--sclamò il notaio riscaldandosi--io
+le farò memoria che le cambiali del conte sono valevoli quanto quelle
+di un minorenne.
+
+--Domando scusa--ribattè freddamente il Marliani.--Noi sapevamo, del
+resto, che il conte, minorenne o maggiorenne che fosse, non avrebbe
+fatto disonore alla propria firma.
+
+--Qui non si tratta di onore o di disonore--gridò il notaio--si tratta
+di diritto, e io ho la legge per me e potrei, volendo, rifiutarmi di
+pagare.
+
+--La scusi, non la si riscaldi. Le osservo che oggi il conte è uscito
+dall'interdetto e lei non è più suo tutore.
+
+--Ma lei non pensa che io ho il mezzo di far causa e di vincerla
+sicuramente?
+
+--Mi dorrebbe assai per il signor marchese Sappia, il quale è garante,
+e a cui toccherebbe di pagare lo stesso. Del resto lei sa bene che noi
+potremmo in caso intaccare il signor conte di truffa, giacchè avrebbe
+tacciuto di essere interdetto.
+
+--Ah, malandrini!--gridò il notaio.--Intaccarlo di truffa dopo di
+averlo così ridotto alla perdizione?
+
+L'accento e la sprezzante espressione del gesto che accompagnarono
+quella frase furono tali che Marliani balzò in piedi:
+
+--Ehi, dico, signor notaio stimatissimo, la stia nei termini, o
+ch'io.... Le ripeto che non si vuol perdere un centesimo, e basta
+così.
+
+--Ah canaglia--mormorò fra i denti don Ignazio.--E fu preso da un
+accesso di rabbia.--Io non so chi mi tenga.... Vada fuori, vada fuori
+subito da questo luogo se non vuol ch'io faccia uno sproposito...
+fuori, fuori...
+
+Così dicendo, rovesciando una sedia, quasi per salvar sè stesso dal
+commetterlo davvero, uscì dalla sala maledicendo gli usurai, il
+pupillo, le cambiali e un poco anche il proprio carattere tanto
+opposto alla sua professione.
+
+* * * * *
+
+La Elisa, intanto che suo padre usciva infuriato da un uscio, entrava
+in quel gabinetto dall'altro colla balia, che aveva trovata in
+anticamera, e che udendo la voce stizzosa e alta del notaio, accorreva
+per sapere che cosa fosse accaduto. Ambedue intesero le ultime
+ingiurie.
+
+Trovarono il Marliani lì ritto in piedi colla testa un po' reclinata
+verso l'uscio d'onde era sparito don Ignazio, come un uomo che mastica
+fra sè una ingiuria segreta.
+
+--Mio padre forse l'ha offeso--disse la Elisa a occhi bassi.--Io sono
+sua figlia e sono quì pronta a domandarle scusa per lui, se ella vorrà
+promettermi....
+
+--Prometterle che cosa?--domandò il Marliani un poco sorpreso e molto
+lusingato dalle parole di quella soave bellezza.
+
+--Lei è venuto per aggiustare la faccenda del signor conte O'Stiary
+mio cugino, non è vero?
+
+--Per servirla.
+
+--Ebbene io le prometto che lei non perderà niente e sarà pagato fino
+all'ultimo centesimo. Mia zia mi ha lasciato trecentomila lire e io
+sono anche pronta a cederle a lei, se lei mi promette di non far del
+male a... mio cugino....
+
+"Ho capito!" pensò fra sè Marliani. "Qui c'è da trafficare il soldo."
+
+Poi soggiunse.
+
+--Lei però la mi pare ben giovine.
+
+--Ho diciott'anni.
+
+--Bella età!--sclamò il Marliani.--Ma più bella assai per lei che per
+me.
+
+--In che modo?
+
+--Vede. Per essere padrone di disporre del fatto proprio le mancano
+ancora tre anni.
+
+--Lo so--rispose la Elisa stringendosi alla balia come per chiederle
+aiuto e consiglio...--Lo so. Ma per esempio, se io potessi ottenere il
+consenso di chi dovesse diventare mio marito... mi pare.
+
+In questo, Enrico O'Stiary, era comparso sull'uscio aperto non veduto
+da alcuno, e si era fermato ritto sulla soglia.
+
+--È necessario allora di provvedere molto presto--disse il
+Marliani--giacchè domani scade la cambiale più grossa, e il creditore,
+se non fosse pagato, sarebbe costretto di fare i suoi passi.
+
+--Domani io credo che si potrà trovare chi si assume di pagarla--disse
+Elisa.
+
+Enrico mosse un passo innanzi.
+
+Tutti e tre gli altri si volsero a lui.
+
+--Non fa bisogno che lei si rivolga a questa signorina per essere
+pagato--disse Enrico con un gesto di disprezzo a Marliani.--I miei
+fondi e questa casa furono venduti questa mattina istessa ad un
+procuratore di una persona da nominarsi, e lei sarà pagato fin
+all'ultima lira. E non ho più altro da dirle.
+
+--Signor conte non ne dubitavo--disse Marliani.--Servo suo.
+
+Ed uscì.
+
+* * * * *
+
+Elisa teneva le palpebre abbassate. Aveva presa una mano della balia e
+la teneva stretta nella sua col braccio teso in giù. Pareva di marmo
+se la vita non si fosse rivelata dall'affannoso movimento del seno
+verginale.
+
+La vecchia tremava e teneva i suoi piccoli occhi pieni di amore
+fissati nelle sembianze del suo Enrico.
+
+--Ho udito--disse questi senza muoversi dal suo posto--quello che tu
+buona Elisa avresti voluto fare per me. Permettimi di ringraziartene e
+di domandarti perdono per quello che è passato.
+
+E stette commosso ad aspettare che la fanciulla gli rispondesse una
+parola, facesse un atto, gli alzasse gli occhi in fronte.
+
+Questa non disse che:
+
+--La mamma è di là. Debbo andare da lei.
+
+E fece atto di muoversi.
+
+La balia, quasi senza volerlo, la trattenne.
+
+--No--disse Enrico andando a lei e prendendole la mano che restava
+libera--per carità Elisa una parola sola di perdono, che non mi lasci
+partire così disperato. Fra poche ore io andrò a Firenze dove penso di
+arrolarmi nell'esercito. Forse non ci vedremo mai più. Ma per carità,
+non lasciarmi andar via così.
+
+--Che cosa importa a te del mio perdono?--disse Elisa con un'aria di
+risoluzione tranquilla, ma con una voce in cui si sentivano le
+lagrime.--Sono forse io ancora qualche cosa per te? Va a cercare il
+perdono a quella donna che ha più diritto di me di concederlo.
+
+--Elisa ti supplico, non parlami di quella donna. Io non so più che
+ella esista, te lo giuro. sì, lo confesso, fui un miserabile; ma ti
+giuro ancora per tutto ciò che ho di più sacro che io non l'ho amata
+mai. Ora lo sento con sicurezza....
+
+--Oh, me l'avevi già detto un'altra volta!--sclamò Elisa.--E
+invece....
+
+--È vero, ma quando ti dico che se mi guardo indietro ho vergogna di
+me stesso! E voi altre due potrete dire d'essere le sole a questo
+mondo che hanno potuto sentire da me parole simili. Io che non ho mai
+chiesto perdono neppur a mia madre. Si è vero. Io non so quel che sia
+accaduto di me. Ero pazzo! Era orgoglio! Ah, se credessi agli
+incantesimi, direi che la mi aveva stregato. Io la odiavo e pur non
+potevo staccarmi da lei. Elisa perdonami. Non ti chiedo più. Perchè
+dovrei ingannarti, ora che debbo partire per espiare i miei errori?
+Capisco che mi son reso indegno di te e non ti chiedo di più del
+perdono. Non ho più il diritto di dirti che io non amo, che non ho mai
+amata altra donna fuori di te. Oh, non lasciarmi partire in collera
+Elisa. E tu balia, pregala anche tu dunque....
+
+--Ma perchè ora la vuol tornar via da Milano?--sclamò la buona vecchia
+scoppiando in lagrime.
+
+--Povera balia! Oh vedo che tu mi vuoi più bene di lei. Che cosa
+vorresti tu che io facessi ancora a Milano? Vorresti forse che mi
+fermassi per vederla forse diventare la moglie d'un altro? Non vedi
+che la mi odia?
+
+--Ah Enrico!--sclamò la Elisa con un gran sospiro.
+
+--Mi perdoni?--domandò Enrico ansiosamente.
+
+--No--rispose la fanciulla con un filo di voce--ormai io non ho più
+nulla a perdonarti. Io sono promessa ad altri.
+
+--Addio. Tu non mi vedrai più. E se accadrà del male, ricordati Elisa,
+ora sarà per colpa tua.
+
+Enrico si volse, e sull'uscio incontrò don Ignazio che entrava.
+
+* * * * *
+
+Mentre questo colloquio accadeva nel gabinetto il domestico era
+rientrato in sala dove stavano donna Eugenia e il marchese d'Arco e le
+aveva detto sottovoce:
+
+--C'è qui fuori un signore e una signora che domandano di parlare a
+lei.
+
+--Chi sono?
+
+--Sono forastieri; parlano fra loro in tedesco.
+
+--Bene falli entrare.
+
+--Chi mai saranno?--domandò il marchese.
+
+--Ma; ora vedremo!
+
+Poco stante, duri come stoccafissi, con un'aria fra la compunzione e
+la dignità, facevano il loro poco solenne ingresso nella sala il
+signor Rikherwenzel e sua figlia Leopoldina, di Vienna.
+
+"Cosa vorranno mai da me questi signori" sì domandò fra sè donna
+Eugenia, mentre il marchese dopo averli salutati con un cenno di testa
+si disponeva ad andarsene.
+
+--No, la si fermi--le disse la signora Eugenia sottovoce.
+
+--Siniora--disse Leopoldina--lei deve scusare nostra venuta da lei.
+Noi venire per affare di suo e nostro vantaggio molto importante.
+
+--Ah!--sclamò donna Eugenia--forse mi vogliono parlar in segreto?
+
+--Oh no, siniora. Il siniore può benissimo ascoltare non essendoci
+niente di segreto.
+
+--Tanto meglio. E a chi ho l'onore di parlare?--domandò la padrona di
+casa facendo ai due forestieri un cenno perchè si accomodassero.
+
+--Questo è mio padre Leopoldo Rikherwenzel che non parla bella lingua
+italiana e io sono sua figlia Leopoldina.
+
+Al marchese che si era messo a studiarli passò negli occhi un lampo
+umoristico.
+
+"Se quello è suo padre--pensò--questa sarà probabilmente sua figlia."
+
+--S'accomodino--disse donna Eugenia.
+
+--Noi essere venuti--ripigliò la Leopoldina--per scongiurare una
+sventura in questa casa. Noi avere saputo sua figlia essere promessa
+sposa al signor scultore Aldo Rubieri, non è vero?
+
+La signora Eugenia inarcò le sopracciglia e non rispose subito.
+
+"Cosa mai possono entrarci costoro nei fatti nostri?" pensò.
+
+Ma poi rispose subito:
+
+--A dire la verità nulla è combinato ancora, perchè egli non ha avuto
+ancora il nostro consenso.
+
+--Pene, tanto meglio per tutti allora--sclamò la Leopoldina sorridendo
+come una scimmia--perchè noi poter mostrare documenti per provare che
+sinior Aldo Rubieri non può sposare sua figlia.
+
+--Documenti!--sclamò un poco sorpresa donna Elena.
+
+--Sissignora. Lei deve sapere che sinior Aldo è mio promesso sposo da
+dieci anni e che io ho amato sempre sempre lui e che ho aspettato
+sempre lui, e lui non poter mancare a suo promesso senza molto
+sagrificio di danaro per contratto in carto pollato, e anche per sua
+parola d'onore.
+
+Così dicendo l'austriaca zitellona sporgeva alla signora Eugenia la
+lettera colla quale il Rubieri s'era impegnato a pagare quella somma,
+come è già noto ai lettori.
+
+--Io non leggo il tedesco--disse la signora Eugenia dopo aver dato uno
+sguardo su quella lettera.--Ma non monta. Tant'è che la mi dica di che
+si tratta e in che cosa possa entrarci io, madre della Elisa.
+
+--Lei sapere certamente--disse la Leopoldina--che sinior Rubieri è
+figlio di un generale austriaco al servizio di nostri Kaiser
+Ferdinando e Franz Joseph.
+
+--Certo che lo so--rispose donna Eugenia.--Ed è anzi un vanto della
+vita di suo figlio l'esser fuggito dalla famiglia per venir a battersi
+co' suoi compatrioti.
+
+Leopoldina leggermente imbarazzata a questo punto raccontò il resto
+della storia e terminò dicendo:
+
+--Noi in tribunale siamo decisi di fare grosso scandalo perchè avere
+trovato finalmente bravo avvocato che farà la nostra causa senza fare
+spendere a noi troppi danari, e abbiamo pensato di venire a prevenire
+la siniora per suo regolamento.
+
+Donna Eugenia a questo punto stava in forse tra il ridere e lo star
+seria. L'eteroclito stile dell'austriaca fanciulla le consigliava
+l'ilarità, ma la storiella a carico dell'uomo che ambiva alla mano
+della sua Elisa l'aveva un po' turbata.
+
+Ringraziò la signora Leopoldina delle sue buone intenzioni e soggiunse
+che avrebbe comunicate quelle notizie a suo marito, il quale avrebbe
+presa quella determinazione che fosse del caso. Li congedò con quella
+cortesia fredda e cerimoniosa che è più eloquente talvolta di
+un'insolenza e che a buon intenditore vuol dire: mi facciano però la
+finezza di non venirmi più fra i piedi.
+
+In fondo però la madre provava una segreta contentezza. Ella non s'era
+ancora persuasa che la sua Elisa non dovesse diventare la contessa
+O'Stiary. E quando aperse l'animo al marchese su questo punto trovò in
+lui un certo sorriso e un assentimento che le fu di buonissimo
+augurio.
+
+--Andiamo dunque a vedere che cosa ne dice mio marito--fece ella dando
+il braccio al marchese.
+
+E s'avviarono verso il gabinetto.
+
+* * * * *
+
+--Io non ho più nulla a perdonarti.--Aveva detto la Elisa al
+conte.--Io sono promessa ad altri.
+
+--Addio--le aveva risposto Enrico--e se accadrà del male ricordati
+Elisa che sarà per tua colpa.
+
+In questo don Ignazio era comparso.
+
+Egli era ancora un poco acceso in volto per la collera di dianzi.
+
+--Come, è qui lei?--disse fermandosi e dando un'occhiata severa alla
+Elisa e alla balia.
+
+--Sì, zio--rispose Enrico rimettendosi--non ho voluto andare al mio
+destino prima di venire a salutarvi tutti in casa.
+
+--E... dove fai conto di tornare, se è lecito?--domandò il notaio con
+voce ironica e quasi stizzosa.
+
+La risposta di Enrico fu interrotta appunto dal comparire di donna
+Eugenia e del marchese d'Arco.
+
+Enrico salutò affettuosamente la signora poi mosse incontro al
+marchese e gli strinse la mano.
+
+--Ah testolina, testolina!--disse questi metà severo metà
+sorridente.--Sentiamo un poco che cosa fai conto di fare dunque?
+
+--Sì, vediamo questi progetti fioriti--soggiunse don Ignazio.
+
+--Sono semplicissimi. Io partirò questa sera per Firenze dove mi
+arrolerò come volontario in qualche reggimento. Ho delle
+raccomandazioni pel ministro della guerra; sono già stato tenuto abile
+al servizio tre anni sono, e spero mi accetterà. Il mio amico Sappia è
+incaricato di venir da te, caro zio, per aggiustare tutte le mie
+faccende.
+
+--E dire che gli ho già pagato il cambio!--sclamò il notaio.--Tu
+vorresti dunque andar a far il soldato semplice?
+
+--Certo. Non potrei pretendere di più per ora.
+
+--Bel mestiere! Mangiar nella gamella e scopar i cessi.
+
+--Far il soldato per il proprio paese--rispose Enrico--è l'unico
+mestiere che convenga a chi ha fatta la vita che ho fatto io finora.
+
+--Eppure--riprese don Ignazio--se tu promettessi di far proprio
+giudizio una buona volta, ci sarebbe ancora la speranza di accomodare
+i tuoi imbrogli salvandoti parte di sostanza. Io mi impegnerei di
+risparmiare un centinaio e più di mille lire.
+
+--Via, non parlarne, caro zio--rispose Enrico con dolcezza.--Ho detto
+poc'anzi all'usuraio che i creditori saranno pagati tutti fino
+all'ultimo centesimo. Io rispetto troppo la mia firma.
+
+--Insomma non c'è verso di fargli mettere il capo a partito--borbottò
+il notaio ponendosi a sedere come sfiduciato.--È una testa falsa... e
+addio patria!
+
+Mentre don Ignazio pronunciava questo giudizio sul suo pupillo il
+marchese d'Arco, che come il suo solito non aveva ancora aperto bocca,
+avvicinatosi a Enrico e messogli una mano sulla spalla gli diceva:
+
+--Bravo Enrico. Hai fatto il tuo dovere d'uomo d'onore e questo deve
+essere sempre dinanzi ad ogni cosa.
+
+--Ma sì, ma bravo, ma benone!--sclamava il notaio dimenandosi ne'
+panni.
+
+--Cara zia--disse Enrico a donna Eugenia prendendole una mano--io ti
+ringrazio ancora di tutte le bontà che avesti per me e spero mi
+perdonerai se per causa mia hai dovute subir delle... seccature....
+
+--Oh caro Enrico... io vorrei soltanto vederti un po' a posto.
+
+Enrico si valse alla Elisa.
+
+--Addio Elisa... e ricordati qualche volta del tuo compagno
+d'infanzia....
+
+E siccome sentiva venir un fiume di lagrime agli occhi si volse alla
+balia.
+
+--E anche tu, povera balia, addio e perdona se qualche volta....
+
+Non potè proseguire. Si sentiva strozzare dal pianto. Stava per fuggir
+via.
+
+--Enrico vieni qua--disse il marchese.--Io sono il tuo padrino e ora
+voglio mettere di esser tuo padre. Se tuo padre fosse qui... forse non
+sarebbe accaduto ciò che è accaduto... ma in caso ti direbbe: sì, va a
+far il soldato pel tuo paese, giacchè quella scuola di abnegazioni e
+di sagrifici la ti farà diventare un uomo come si deve. Ma io non ho
+il coraggio di lasciarti partire così; e poi non posso neanche vedere
+quella cara fanciulla e quella povera vecchia piangere in quel modo...
+e poi... e poi, ti dico la santa verità, non vorrei io stesso....
+
+E per non piangere tentò di ridere.
+
+--La ringrazio marchese di queste buone parole--disse Enrico
+stringendogli affettuosamente la mano.--Ma ora tutto è impossibile;
+non potrei più stare a Milano lo stesso....
+
+--Andiamo dunque lei, don Ignazio, signor burbero benefico, faccia la
+pace col suo pupillo e gli perdoni ogni cosa. Siamo stati giovani
+anche noi... che diavolo!
+
+--Oh per il male che ha fatto a me--rispose don Ignazio tirando una
+presa di tabacco--io gli ho già bell'è perdonato. Mi duole soltanto
+che ora sia troppo tardi in quanto _alla morale_, e che il mio perdono
+non gli possa più fare nè caldo nè freddo a quest'ora.
+
+--La guardi quella sua povera Elisa com'è addolorata--riprese
+sottovoce il marchese.
+
+--La Elisa? Ah so bene poi che la mi burla, caro marchese--ripigliò
+don Ignazio levandosi.--No, no, no. Ha voluto lui essere uno
+spiantato? Tal sia di lui! Io non potrei in coscienza rompere il collo
+a mia figlia col pretesto che si vogliono bene. Il mal d'amore passa
+in fretta, ma i matrimoni sono eterni.
+
+--Vediamo, vediamo--ripigliò il marchese tirando don Ignazio in
+disparte.--Bisogna che non lo lasciamo andar a soldato. Io non voglio.
+Mi secca di vederlo partire.
+
+--Faccia lei! Trovi lei il mezzo. Che cosa vuol mai che io le dica?
+Io, se anche lei m'avesse lasciato fare, m'impegnavo di salvargli una
+parte di sostanza. Non ha voluto? Peggio per lui! E non fu anche lei a
+lodarlo?
+
+--Enrico--ripigliò il marchese volgendosi al giovine--prometti tu sul
+tuo onore di far giudizio, di non metter mai più il piede in una bisca
+e di essere degno insomma della Elisa?
+
+--Ma che cosa dice, marchese, che cosa dice?--sclamò il notaio con la
+voce d'un uomo che è risoluto a farsi intendere seriamente.--Lei dice
+delle cose impossibili; a questa cosa non c'è più da pensarci e da un
+pezzo. Sono suo padre o non sono suo padre? Benedetto uomo! Vuol dir
+tutto lui!
+
+--Non dubitare, caro zio--disse l'Enrico con dolcezza malinconica.--Tu
+sei esaudito lo stesso. Capisco anch'io che ora non potrei più
+accettare quello che avrebbe dovuto essere la mia... quello che dice
+il marchese. Spero di riuscire a farmi onore e a cercarmi una
+posizione indipendente e degna di un gentiluomo.... E allora... se la
+Elisa mi avrà perdonato... se non avrà sposato un altr'uomo....
+
+--Ah questo è un altro paio di maniche!--sclamò don Ignazio.
+
+--Quanto a lei, marchese--ripigliò il giovine conte volgendosi al
+d'Arco--la mi permetta di ringraziarla, delle sue buone parole. Oh io
+sento che la Elisa sarebbe stata la sola donna al mondo che avrebbe
+potuto farmi felice, ma non ho saputo meritarmela ed è giusto che
+succeda ciò che deve succedere. Adesso non potrei, dovessi morire di
+dolore, aspirare a lei....
+
+--Naturalmente!--osservò don Ignazio.
+
+--Non vorrei si dicesse che dopo avere sprecato in tre anni tutto il
+mio avere sono andato ad attaccare il cappello in casa di mia moglie.
+
+--Oh per questo sarebbe il minor male!--sclamò don Ignazio.
+
+--Ho piacere di sentirti a parlare così--disse allora il marchese
+alzandosi, d'ond'era seduto, con una specie di risoluzione di buon
+augurio.
+
+La Elisa, che con le gote irrigate di lagrime stava stretta a sua
+madre, alzò gli occhi roridi in faccia al marchese, e vide sulla di
+lui fisonomia uno di que' buoni sorrisi arguti, che il d'Arco
+possedeva quando stava per dire qualche cosa di molto bello e di molto
+buono.
+
+--Dunque allora se non è che questo--disse egli con voce posata e
+chiara--dovete sapere cari miei, che quella persona da nominarsi, la
+quale ha trattato questa mattina la compera della possessione di
+Enrico e di questo palazzo, sono proprio io. Io non potevo permettere
+naturalmente, che la casa O'Stiary e la campagna, dove passai tanti
+bei giorni de' miei anni giovanili, andasse in mano di _cani e
+boriani_. La somma fu già rimessa al marchese Sappia, che è garante
+anche pei debiti di Enrico, e che penserà a pagare ogni cosa. Io sono
+dunque il nuovo proprietario e credo di aver fatto un discreto
+contratto. Siccome però io sono solo al mondo e non so davvero che
+farne del superfluo, così tu, Enrico, mi permetterai di dirti, che
+tanto la tenuta quanto questa casa, sono ancora cosa tua.
+
+--Ah, questo è troppo, marchese!--sclamò Enrico.
+
+E rimase interdetto, e non pensò di buttarglisi al collo, come avrebbe
+fatto chiunque altri, che non avesse avuto il di lui orgoglio nelle
+vene.
+
+Il marchese era, lo sappiamo già, un vero filosofo, e non si lasciava
+mai influenzare dall'amor proprio.
+
+Anche quella titubanza dignitosa, anzi superba, di Enrico, gli
+piacque; egli non s'adontò che il giovine conte fosse restìo ad
+accettare la sua donazione. Gli si avvicinò e gli disse:
+
+--Sei tutto tuo padre! Ma pensa che la Elisa ti ama....
+
+E additò la cara fanciulla che stava presso donna Eugenia.
+
+I di lei occhi, maravigliati, pieni di riconoscenza, intenti, inondati
+da una gioia che non lasciava più luogo a dubbio, stavano fissi in
+quelli del marchese.
+
+Ella si spiccò da sua madre, si slanciò con subitaneo moto verso di
+lui, gli prese la mano e sclamò:
+
+--Ah, come l'adoro lei, marchese. Come è buono! E questo valse
+all'Enrico come cento perdoni.
+
+* * * * *
+
+Io ho fiducia che il lettore mi dispensi volentieri dal riferire la
+storia retrospettiva del viaggetto affannoso di Enrico verso Parigi,
+in cerca di Nanà, che viaggiava invece verso la Piccola Russia, col
+principe Kuvaloff; come pure che egli non desideri ch'io gli debba
+descrivere la delusione di Rubieri, quando venne a pranzo e si trovò
+_pulita la bocca_. Nè come sia andata a finir la faccenda--che restò
+incruentissima del resto--fra Marliani e Cantis--nè a raccontargli del
+fallimento della Romea, inezie tutte che facilmente si sciolgono
+coll'imaginazione.
+
+* * * * *
+
+Quanto a Nanà, non stette più di un mese col principe Kuvaloff.
+Quand'egli cominciò a trattarla a furia di _knout_, essa cercò in Kiew
+un suo compatriota parrucchiere, che tornava in occidente, e si fece
+rapire da lui.
+
+* * * * *
+
+La sua fine è nota.
+
+Zola ci racconta, che essa morì di vaiuolo al _Grand Hôtel_ a Parigi,
+in quei giorni in cui i Francesi, ebbri di certezze gloriose, che
+dovevano mutarsi in disastri incredibili, passavano in folla sui
+_boulevards_ gridando in cadenza: _à Berlin, à Berlin!_
+
+* * * * *
+
+Molti lettori hanno il difetto di venir qui in fondo a cercare come
+vada a finire la panzana.
+
+Qui panzana vera non c'è stata. In ogni modo mi permettano di non
+accontentare questa loro illegittima curiosità.
+
+La contessa O'Stiary è oggi viva ancora? È dessa felice? È infelice?
+
+Chi lo sa?
+
+Mettiamo ch'ella sia infelice.
+
+L'è questa un'ipotesi che sbaglia di rado.
+
+Un ultima preghiera al lettore: Se non l'ha ancora letta, legga
+l'_Entratura_. Mi farà un gran piacere.
+
+
+
+FINE
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK, NANA A MILANO ***
+
+This file should be named 8nnml10.txt or 8nnml10.zip
+Corrected EDITIONS of our eBooks get a new NUMBER, 8nnml11.txt
+VERSIONS based on separate sources get new LETTER, 8nnml10a.txt
+
+Project Gutenberg eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the US
+unless a copyright notice is included. Thus, we usually do not
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+We are now trying to release all our eBooks one year in advance
+of the official release dates, leaving time for better editing.
+Please be encouraged to tell us about any error or corrections,
+even years after the official publication date.
+
+Please note neither this listing nor its contents are final til
+midnight of the last day of the month of any such announcement.
+The official release date of all Project Gutenberg eBooks is at
+Midnight, Central Time, of the last day of the stated month. A
+preliminary version may often be posted for suggestion, comment
+and editing by those who wish to do so.
+
+Most people start at our Web sites at:
+http://gutenberg.net or
+http://promo.net/pg
+
+These Web sites include award-winning information about Project
+Gutenberg, including how to donate, how to help produce our new
+eBooks, and how to subscribe to our email newsletter (free!).
+
+
+Those of you who want to download any eBook before announcement
+can get to them as follows, and just download by date. This is
+also a good way to get them instantly upon announcement, as the
+indexes our cataloguers produce obviously take a while after an
+announcement goes out in the Project Gutenberg Newsletter.
+
+http://www.ibiblio.org/gutenberg/etext05 or
+ftp://ftp.ibiblio.org/pub/docs/books/gutenberg/etext05
+
+Or /etext04, 03, 02, 01, 00, 99, 98, 97, 96, 95, 94, 93, 92, 92,
+91 or 90
+
+Just search by the first five letters of the filename you want,
+as it appears in our Newsletters.
+
+
+Information about Project Gutenberg (one page)
+
+We produce about two million dollars for each hour we work. The
+time it takes us, a rather conservative estimate, is fifty hours
+to get any eBook selected, entered, proofread, edited, copyright
+searched and analyzed, the copyright letters written, etc. Our
+projected audience is one hundred million readers. If the value
+per text is nominally estimated at one dollar then we produce $2
+million dollars per hour in 2002 as we release over 100 new text
+files per month: 1240 more eBooks in 2001 for a total of 4000+
+We are already on our way to trying for 2000 more eBooks in 2002
+If they reach just 1-2% of the world's population then the total
+will reach over half a trillion eBooks given away by year's end.
+
+The Goal of Project Gutenberg is to Give Away 1 Trillion eBooks!
+This is ten thousand titles each to one hundred million readers,
+which is only about 4% of the present number of computer users.
+
+Here is the briefest record of our progress (* means estimated):
+
+eBooks Year Month
+
+ 1 1971 July
+ 10 1991 January
+ 100 1994 January
+ 1000 1997 August
+ 1500 1998 October
+ 2000 1999 December
+ 2500 2000 December
+ 3000 2001 November
+ 4000 2001 October/November
+ 6000 2002 December*
+ 9000 2003 November*
+10000 2004 January*
+
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation has been created
+to secure a future for Project Gutenberg into the next millennium.
+
+We need your donations more than ever!
+
+As of February, 2002, contributions are being solicited from people
+and organizations in: Alabama, Alaska, Arkansas, Connecticut,
+Delaware, District of Columbia, Florida, Georgia, Hawaii, Illinois,
+Indiana, Iowa, Kansas, Kentucky, Louisiana, Maine, Massachusetts,
+Michigan, Mississippi, Missouri, Montana, Nebraska, Nevada, New
+Hampshire, New Jersey, New Mexico, New York, North Carolina, Ohio,
+Oklahoma, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island, South Carolina, South
+Dakota, Tennessee, Texas, Utah, Vermont, Virginia, Washington, West
+Virginia, Wisconsin, and Wyoming.
+
+We have filed in all 50 states now, but these are the only ones
+that have responded.
+
+As the requirements for other states are met, additions to this list
+will be made and fund raising will begin in the additional states.
+Please feel free to ask to check the status of your state.
+
+In answer to various questions we have received on this:
+
+We are constantly working on finishing the paperwork to legally
+request donations in all 50 states. If your state is not listed and
+you would like to know if we have added it since the list you have,
+just ask.
+
+While we cannot solicit donations from people in states where we are
+not yet registered, we know of no prohibition against accepting
+donations from donors in these states who approach us with an offer to
+donate.
+
+International donations are accepted, but we don't know ANYTHING about
+how to make them tax-deductible, or even if they CAN be made
+deductible, and don't have the staff to handle it even if there are
+ways.
+
+Donations by check or money order may be sent to:
+
+ PROJECT GUTENBERG LITERARY ARCHIVE FOUNDATION
+ 809 North 1500 West
+ Salt Lake City, UT 84116
+
+Contact us if you want to arrange for a wire transfer or payment
+method other than by check or money order.
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation has been approved by
+the US Internal Revenue Service as a 501(c)(3) organization with EIN
+[Employee Identification Number] 64-622154. Donations are
+tax-deductible to the maximum extent permitted by law. As fund-raising
+requirements for other states are met, additions to this list will be
+made and fund-raising will begin in the additional states.
+
+We need your donations more than ever!
+
+You can get up to date donation information online at:
+
+http://www.gutenberg.net/donation.html
+
+
+***
+
+If you can't reach Project Gutenberg,
+you can always email directly to:
+
+Michael S. Hart <hart@pobox.com>
+
+Prof. Hart will answer or forward your message.
+
+We would prefer to send you information by email.
+
+
+**The Legal Small Print**
+
+
+(Three Pages)
+
+***START**THE SMALL PRINT!**FOR PUBLIC DOMAIN EBOOKS**START***
+Why is this "Small Print!" statement here? You know: lawyers.
+They tell us you might sue us if there is something wrong with
+your copy of this eBook, even if you got it for free from
+someone other than us, and even if what's wrong is not our
+fault. So, among other things, this "Small Print!" statement
+disclaims most of our liability to you. It also tells you how
+you may distribute copies of this eBook if you want to.
+
+*BEFORE!* YOU USE OR READ THIS EBOOK
+By using or reading any part of this PROJECT GUTENBERG-tm
+eBook, you indicate that you understand, agree to and accept
+this "Small Print!" statement. If you do not, you can receive
+a refund of the money (if any) you paid for this eBook by
+sending a request within 30 days of receiving it to the person
+you got it from. If you received this eBook on a physical
+medium (such as a disk), you must return it with your request.
+
+ABOUT PROJECT GUTENBERG-TM EBOOKS
+This PROJECT GUTENBERG-tm eBook, like most PROJECT GUTENBERG-tm eBooks,
+is a "public domain" work distributed by Professor Michael S. Hart
+through the Project Gutenberg Association (the "Project").
+Among other things, this means that no one owns a United States copyright
+on or for this work, so the Project (and you!) can copy and
+distribute it in the United States without permission and
+without paying copyright royalties. Special rules, set forth
+below, apply if you wish to copy and distribute this eBook
+under the "PROJECT GUTENBERG" trademark.
+
+Please do not use the "PROJECT GUTENBERG" trademark to market
+any commercial products without permission.
+
+To create these eBooks, the Project expends considerable
+efforts to identify, transcribe and proofread public domain
+works. Despite these efforts, the Project's eBooks and any
+medium they may be on may contain "Defects". Among other
+things, Defects may take the form of incomplete, inaccurate or
+corrupt data, transcription errors, a copyright or other
+intellectual property infringement, a defective or damaged
+disk or other eBook medium, a computer virus, or computer
+codes that damage or cannot be read by your equipment.
+
+LIMITED WARRANTY; DISCLAIMER OF DAMAGES
+But for the "Right of Replacement or Refund" described below,
+[1] Michael Hart and the Foundation (and any other party you may
+receive this eBook from as a PROJECT GUTENBERG-tm eBook) disclaims
+all liability to you for damages, costs and expenses, including
+legal fees, and [2] YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE OR
+UNDER STRICT LIABILITY, OR FOR BREACH OF WARRANTY OR CONTRACT,
+INCLUDING BUT NOT LIMITED TO INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE
+OR INCIDENTAL DAMAGES, EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE
+POSSIBILITY OF SUCH DAMAGES.
+
+If you discover a Defect in this eBook within 90 days of
+receiving it, you can receive a refund of the money (if any)
+you paid for it by sending an explanatory note within that
+time to the person you received it from. If you received it
+on a physical medium, you must return it with your note, and
+such person may choose to alternatively give you a replacement
+copy. If you received it electronically, such person may
+choose to alternatively give you a second opportunity to
+receive it electronically.
+
+THIS EBOOK IS OTHERWISE PROVIDED TO YOU "AS-IS". NO OTHER
+WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, ARE MADE TO YOU AS
+TO THE EBOOK OR ANY MEDIUM IT MAY BE ON, INCLUDING BUT NOT
+LIMITED TO WARRANTIES OF MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR A
+PARTICULAR PURPOSE.
+
+Some states do not allow disclaimers of implied warranties or
+the exclusion or limitation of consequential damages, so the
+above disclaimers and exclusions may not apply to you, and you
+may have other legal rights.
+
+INDEMNITY
+You will indemnify and hold Michael Hart, the Foundation,
+and its trustees and agents, and any volunteers associated
+with the production and distribution of Project Gutenberg-tm
+texts harmless, from all liability, cost and expense, including
+legal fees, that arise directly or indirectly from any of the
+following that you do or cause: [1] distribution of this eBook,
+[2] alteration, modification, or addition to the eBook,
+or [3] any Defect.
+
+DISTRIBUTION UNDER "PROJECT GUTENBERG-tm"
+You may distribute copies of this eBook electronically, or by
+disk, book or any other medium if you either delete this
+"Small Print!" and all other references to Project Gutenberg,
+or:
+
+[1] Only give exact copies of it. Among other things, this
+ requires that you do not remove, alter or modify the
+ eBook or this "small print!" statement. You may however,
+ if you wish, distribute this eBook in machine readable
+ binary, compressed, mark-up, or proprietary form,
+ including any form resulting from conversion by word
+ processing or hypertext software, but only so long as
+ *EITHER*:
+
+ [*] The eBook, when displayed, is clearly readable, and
+ does *not* contain characters other than those
+ intended by the author of the work, although tilde
+ (~), asterisk (*) and underline (_) characters may
+ be used to convey punctuation intended by the
+ author, and additional characters may be used to
+ indicate hypertext links; OR
+
+ [*] The eBook may be readily converted by the reader at
+ no expense into plain ASCII, EBCDIC or equivalent
+ form by the program that displays the eBook (as is
+ the case, for instance, with most word processors);
+ OR
+
+ [*] You provide, or agree to also provide on request at
+ no additional cost, fee or expense, a copy of the
+ eBook in its original plain ASCII form (or in EBCDIC
+ or other equivalent proprietary form).
+
+[2] Honor the eBook refund and replacement provisions of this
+ "Small Print!" statement.
+
+[3] Pay a trademark license fee to the Foundation of 20% of the
+ gross profits you derive calculated using the method you
+ already use to calculate your applicable taxes. If you
+ don't derive profits, no royalty is due. Royalties are
+ payable to "Project Gutenberg Literary Archive Foundation"
+ the 60 days following each date you prepare (or were
+ legally required to prepare) your annual (or equivalent
+ periodic) tax return. Please contact us beforehand to
+ let us know your plans and to work out the details.
+
+WHAT IF YOU *WANT* TO SEND MONEY EVEN IF YOU DON'T HAVE TO?
+Project Gutenberg is dedicated to increasing the number of
+public domain and licensed works that can be freely distributed
+in machine readable form.
+
+The Project gratefully accepts contributions of money, time,
+public domain materials, or royalty free copyright licenses.
+Money should be paid to the:
+"Project Gutenberg Literary Archive Foundation."
+
+If you are interested in contributing scanning equipment or
+software or other items, please contact Michael Hart at:
+hart@pobox.com
+
+[Portions of this eBook's header and trailer may be reprinted only
+when distributed free of all fees. Copyright (C) 2001, 2002 by
+Michael S. Hart. Project Gutenberg is a TradeMark and may not be
+used in any sales of Project Gutenberg eBooks or other materials be
+they hardware or software or any other related product without
+express permission.]
+
+*END THE SMALL PRINT! FOR PUBLIC DOMAIN EBOOKS*Ver.02/11/02*END*
+
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Binary files differ