summaryrefslogtreecommitdiff
diff options
context:
space:
mode:
-rw-r--r--.gitattributes4
-rw-r--r--LICENSE.txt11
-rw-r--r--README.md2
-rw-r--r--old/65051-0.txt3882
-rw-r--r--old/65051-0.zipbin85725 -> 0 bytes
-rw-r--r--old/65051-h.zipbin255118 -> 0 bytes
-rw-r--r--old/65051-h/65051-h.htm5711
-rw-r--r--old/65051-h/images/cover.jpgbin166322 -> 0 bytes
8 files changed, 17 insertions, 9593 deletions
diff --git a/.gitattributes b/.gitattributes
new file mode 100644
index 0000000..d7b82bc
--- /dev/null
+++ b/.gitattributes
@@ -0,0 +1,4 @@
+*.txt text eol=lf
+*.htm text eol=lf
+*.html text eol=lf
+*.md text eol=lf
diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt
new file mode 100644
index 0000000..6312041
--- /dev/null
+++ b/LICENSE.txt
@@ -0,0 +1,11 @@
+This eBook, including all associated images, markup, improvements,
+metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be
+in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES.
+
+Procedures for determining public domain status are described in
+the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org.
+
+No investigation has been made concerning possible copyrights in
+jurisdictions other than the United States. Anyone seeking to utilize
+this eBook outside of the United States should confirm copyright
+status under the laws that apply to them.
diff --git a/README.md b/README.md
new file mode 100644
index 0000000..ef64cbc
--- /dev/null
+++ b/README.md
@@ -0,0 +1,2 @@
+Project Gutenberg (https://www.gutenberg.org) public repository for
+eBook #65051 (https://www.gutenberg.org/ebooks/65051)
diff --git a/old/65051-0.txt b/old/65051-0.txt
deleted file mode 100644
index 896ce2a..0000000
--- a/old/65051-0.txt
+++ /dev/null
@@ -1,3882 +0,0 @@
-The Project Gutenberg eBook of La pace domestica - L'elisir di lunga vita -
-La borsa, by Honoré de Balzac
-
-This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and
-most other parts of the world at no cost and with almost no restrictions
-whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms
-of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at
-www.gutenberg.org. If you are not located in the United States, you
-will have to check the laws of the country where you are located before
-using this eBook.
-
-Title: La pace domestica - L'elisir di lunga vita - La borsa
- Racconti scelti
-
-Author: Honoré de Balzac
-
-Release Date: April 10, 2021 [eBook #65051]
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: UTF-8
-
-Produced by: Barbara Magni and the Online Distributed Proofreading Team at
- http://www.pgdp.net (This file was produced from images made
- available by The Internet Archive)
-
-*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK LA PACE DOMESTICA - L'ELISIR DI
-LUNGA VITA - LA BORSA ***
-
- BIBLIOTECA UNIVERSALE
-
-
- LA PACE DOMESTICA
-
- L'ELISIR DI LUNGA VITA — LA BORSA
-
-
- RACCONTI SCELTI
-
- DI
-
- ONORATO BALZAC
-
-
-
- MILANO
- EDOARDO SONZOGNO, EDITORE
- 14 — Via Pasquirolo — 14
- _1893._
-
-
-
-
- Milano. — Tip. dello Stab. di E. Sonzogno.
-
-
-
-
-PREFAZIONE
-
-
-Abbiamo già dato la biografia di Balzac, allorquando si pubblicarono
-i volumi contenenti _Mercadet l'affarista, Il lutto, Fisiologia del
-matrimonio, Gl'impiegati_. Quale prefazione a questo volume che si
-sta pubblicando, il quale contiene _La pace domestica, L'elisir di
-lunga vita, La borsa_, reputiamo opportuno citare il giudizio che
-dello stesso Balzac hanno pronunziato quei due grandi luminari della
-letteratura francese, che furono Vittor Hugo e Lamartine.
-
-Victor Hugo ha scritto: «Il nome di Balzac lascierà una traccia
-luminosa alla nostra epoca ed a quella che vi seguirà. Egli era dei
-primi fra i grandi, dei più alti fra i migliori. Tutti i suoi libri
-ne formano un solo, un libro vivo, luminoso, profondo, ove si vede
-il viavai, il camminare, il moversi, con un non so che di sgomento
-e di terribile, misto alla realtà dell'intero nostro incivilimento
-contemporaneo; un libro maraviglioso che il poeta intitolò _commedia_
-e che avrebbe potuto intitolare _storia_; che prende tutte le
-forme e tutti gli stili; che supera Tacito e tocca Svetonio; che
-attraversa Beaumarchais e giunge fino a Rabelais; un libro che è
-tutto osservazione ed imaginazione; che prodiga il vero, l'intimo, il
-borghese, il triviale, il materiale e che, in certi momenti, attraverso
-tutte le realtà della vita repentinamente e largamente strappate,
-lascia tutto ad un tratto scorgere l'ideale più tetro e tragico. A sua
-insaputa, il voglia o no, consenziente o no, l'autore di quest'opera
-immensa e strana è della forte stirpe degli scrittori rivoluzionarii.
-Egli va dritto alla meta. Afferra pel corpo la società moderna; strappa
-a tutti un brandello, agli uni l'illusione, agli altri la speranza,
-a questo un grido, a quello una maschera; fruga il vizio, disseca la
-passione, scruta, scandaglia l'uomo, l'anima, il cuore, le viscere, il
-cervello, l'abisso che ciascuno ha in sè.»
-
-E Lamartine scrisse di lui:
-
-«I tre caratteri predominanti del talento di Balzac sono: la verità, il
-patetico e la moralità. Bisogna aggiungervi l'invenzione drammatica,
-che lo rende in prosa eguale e spesso superiore a Molière. So che a
-questa parola si leverà un grido di scandalo e di sacrilegio da tutta
-la Francia; ma, senza punto detrarre all'autore del _Misantropo_ di
-ciò che la perfezione del suo verso aggiunge all'originalità del suo
-talento e proclamandolo, come tutti, incomparabile e inimitabile,
-il mio entusiasmo per il gran commediografo del secolo di Luigi XIV
-non mi renderà mai ingiusto ed ingrato verso un altro, inferiore in
-locuzione; eguale, se non superiore, in convinzione; pure incomparabile
-in fecondità: Balzac! Quante volte leggendolo e svolgendo con lui i
-prodigiosi ed inesauribili meandri della sua inventiva, ho esclamato
-fra me e me: «La Francia ha due Molière; il Molière in versi e il
-Molière in prosa!» Balzac è anzitutto il gran geografo delle passioni.
-Non so che istinto rivelatore ed osservatore gli ha insegnato che i
-luoghi e gli uomini sono vincolati da legami segreti; che il tal sito
-è un'idea, la tal muraglia è un carattere, e che per ben riuscire in
-un ritratto fa d'uopo dipingere una camera. Quest'analogia e fedeltà
-stanno ai suoi romanzi come il paesaggio alle grandi scene del dramma.
-Gl'imbecilli si lagnano della minuziosità apparente di descrizione;
-gl'intelligenti l'ammirano. In lui tutto incomincia con un simile
-ambiente de' suoi personaggi, prefazione dell'uomo. Anzi è appunto in
-ciò ch'egli spiegò il maggior estro. Ecco, per esempio, il principio di
-_Eugenia Grandet_, ecco l'avaro, assai diversamente concepito da quello
-di Plauto, di Terenzio e di Molière. La commedia di carattere va fino
-al riso nelle caricature di questi grandi commediografi. In Balzac va
-fino al pianto. Gli uni si burlavano ridevolmente dell'avaro nel motto
-famoso: Che fare in quella galera? L'altro fa detestare il vizio e
-odiare il vizioso.»
-
-
-
-
-LA PACE DOMESTICA
-
-
-L'avventura riprodotta in questa scena accadde verso la fine del mese
-di novembre 1809, nel punto in cui il fuggitivo impero di Napoleone
-era all'apogeo del suo splendore. Le fanfare della vittoria di Wagram
-rimbombavano ancora nel cuore della monarchia austriaca. La pace era
-segnata tra la Francia e la coalizione. I re ed i principi vennero
-allora, come astri, a compire le loro evoluzioni intorno a Napoleone,
-che si procurò la soddisfazione di trascinarsi dietro l'Europa,
-magnifico saggio della potenza che spiegò più tardi a Dresda.
-
-Mai, al dire dei contemporanei, Parigi aveva vedute feste più belle
-di quelle che precedettero e seguirono il matrimonio di questo sovrano
-con un'arciduchessa d'Austria, mai nei giorni più splendidi dell'antica
-monarchia, tante teste coronate accorsero sulle rive della Senna, e mai
-l'aristocrazia francese fu ricca e brillante come allora. I diamanti
-sparsi a profusione sulle acconciature, i ricami d'oro e d'argento
-delle uniformi, fecero tale contrasto coll'indigenza repubblicana, che
-sembrava vedere le ricchezze del globo affluire nei saloni di Parigi.
-Un'ebbrezza generale aveva come colpito questo impero d'un giorno.
-Tutti i militari, senza eccettuare il loro capo, godevano da ricchi
-improvvisati i tesori conquistati da un milione d'uomini colle spalline
-di lana, le cui esigenze erano soddisfatte con alcune aune di nastro
-rosso. A quell'epoca la maggior parte delle donne affettava quella
-facilità di costumi e quel rilassamento della morale che segnalò il
-regno di Luigi XV. Sia per imitare i modi della monarchia caduta, sia
-che certi membri della famiglia imperiale ne avessero dato l'esempio,
-come lo pretendevano i _Frondeur_ del sobborgo San Germano, è certo che
-uomini e donne, tutti si lanciarono nei piaceri con una intrepidità che
-pareva presagire la fine del mondo. Ma v'era allora un'altra ragione
-di questa licenza. La passione delle donne pei militari divenne una
-specie di frenesia e combinava troppo bene colle viste dell'imperatore
-perchè vi mettesse un freno. Le frequenti riprese di guerra, che
-fecero somigliare ad armistizii tutti i trattati conclusi da Napoleone,
-esponevano le passioni a scioglimenti così rapidi quanto le decisioni
-del capo supremo di questi kolbach, di questi dolman e di questi
-pennacchi, che piacquero tanto al bel sesso. I cuori furono allora
-nomadi come i reggimenti. Da un primo ad un quinto bollettino della
-grande armata, una donna poteva essere successivamente amante, sposa,
-madre e vedova. Era la prospettiva d'una prossima vedovanza, quella di
-una dotazione, o la speranza di portare un nome consegnato alla storia,
-che rendeva così seducenti i militari? Le donne furono trascinate
-verso di essi dalla certezza che il segreto delle loro passioni sarebbe
-sepolto sui campi di battaglia, e la causa di questo dolce fanatismo
-si deve cercare nella nobile attrattiva che ha su di esse il coraggio?
-Forse queste ragioni, che il futuro storico dei costumi imperiali si
-divertirà senza dubbio a pesare, entravano tutte per qualche cosa nella
-loro facilità ad abbandonarsi agli amori. Checchè ne sia confessiamolo
-gli allori coprirono allora molti falli, le donne cercarono con ardore
-quegli arditi avventurieri, che loro parevano vere sorgenti d'onori, di
-ricchezze e di piaceri, ed agli occhi delle giovinette, una spallina,
-quel geroglifico futuro, significava onore e libertà. Un tratto di
-quell'epoca unica nel nostri annali e che la caratterizza, fu una
-passione sfrenata per tutto ciò che brillava; mai non vi furono tanti
-fuochi artificiali, mai il diamante raggiunse sì alto valore.
-
-Gli uomini, avidi come le donne di quei ciottoli bianchi, se ne
-impadronivano al pari di esse. Forse la necessità di dare al bottino
-la forma più facile al trasporto, mise nell'armata i giojelli in voga.
-Un uomo non era tanto ridicolo come lo sarebbe oggi, quando lo sparato
-della sua camicia o le sue dita presentavano agli sguardi dei grossi
-diamanti. Murat, uomo affatto orientale, diede l'esempio di un lusso
-assurdo presso i militari moderni.
-
-Il conte di Gondreville, uno dei Luculli di quel Senato conservatore
-che nulla conservò, non aveva protratta la sua festa in onore della
-pace che per far meglio la corte a Napoleone, sforzandosi di eclissare
-gli adulatori dai quali era stato prevenuto. Gli ambasciatori di
-tutte le potenze amiche della Francia col beneficio dell'inventario,
-i personaggi più importanti dell'impero, perfino alcuni principi,
-erano in quel momento riuniti nei saloni dell'opulento senatore.
-La danza languiva; ognuno attendeva l'imperatore, la cui presenza
-era stata promessa dal conte. Napoleone avrebbe mantenuta la parola
-senza la scena che scoppiò la sera stessa fra Giuseppina e lui,
-scena che preludiò al divorzio di quegli augusti sposi. La notizia
-di quell'avventura, allora tenuta segretissima, ma che fu raccolta
-dalla storia, non pervenne alle orecchie dei cortigiani, e non influì
-altrimenti che per l'assenza di Napoleone sulla gajezza della festa
-del conte di Gondreville. Le più belle donne di Parigi, affrettatesi a
-recarsi da lui, sulla fede di una diceria, vi facevano in quel momento
-una gara di lusso, civetteria, abbigliamenti e bellezza. Orgogliosa
-delle sue ricchezze, la banca vi sfidava gli splendidi generali ed i
-grandi uffiziali dell'impero, recentemente rimpinziti di croci, titoli
-e decorazioni.
-
-Questi grandi balli erano sempre occasioni colte dalle famiglie ricche
-per produrvi le loro ereditiere agli occhi dei pretoriani di Napoleone,
-nella folle speranza di cambiare le magnifiche loro doti contro un
-incerto favore. Le donne che si credevano abbastanza forti della
-sola loro beltà venivano a provarne la potenza. Là, come altrove, il
-divertimento non era che una maschera. I volti sereni e ridenti, le
-fronti calme nascondevano calcoli odiosi; le dichiarazioni d'amicizia
-erano menzogne, e più di un personaggio diffidava meno de' suoi nemici
-che degli amici. Queste osservazioni erano necessarie per spiegare
-i fatti del piccolo imbroglio, soggetto di questa scena, per quanto
-mitigata, dei costumi che regnavano allora nei saloni di Parigi.
-
-— Volgete un po' gli occhi verso quella colonna spezzata che porta un
-candelabro, non vedete una giovine donna, pettinata alla Chinese? Là,
-nell'angolo a sinistra. Essa ha delle campanule azzurre nel mazzo di
-capelli castani che cadono a fiotti sulla sua testa. Non vedete? è così
-pallida che la si crederebbe sofferente, è graziosa e molto piccina;
-in questo momento volge la testa verso di noi; i suoi occhi azzurri,
-tagliati a mandorla ed incantevolmente soavi, pajono fatti apposta
-per piangere. Ma, guardate! ella si abbassa per guardare madama de
-Vaudremont attraverso questo dedalo di teste sempre in moto, le cui
-alte pettinature le intercettano la visuale.
-
-— Ah! ci sono, caro mio. Tu non avevi che a indicarmela come la più
-bianca di tutte le donne che sono qui, e l'avrei riconosciuta; essa
-ha la più bella carnagione ch'io abbia mai ammirata. Da qui ti sfido
-a distinguere sul suo collo le perle che separano ognuno degli zaffiri
-della sua collana. Ma essa deve avere della virtù o della civetteria,
-giacchè è molto se i merletti del suo corsetto permettono di sospettare
-la bellezza dei contorni Che spalle, che bianchezza di giglio!
-
-— Chi è? chiese, quello che aveva parlato per il primo.
-
-— Non lo so.
-
-— Aristocratico! volete dunque, Montcornet, tenervele tutte per voi?
-
-— Ti sta bene il burlarmi! rispose Montcornet sorridendo. Credi avere
-il diritto di insultare un povero generale come me, perchè, rivale
-fortunato di Soulanges, tu non fai una sola piroetta che non allarmi
-madama di Vaudremont? Oppure è perchè io non sono arrivato che da un
-mese nella terra promessa? Siete ben insolenti voi altri amministratori
-che restate inchiodati sulle vostre sedie mentre noi siamo in mezzo
-alle bombe. Via, signor referendario, lasciateci spigolare nel campo il
-cui possesso precario non vi resta che al momento in cui noi altri lo
-abbandoniamo. Che diamine! bisogna che tutti vivano! Amico mio, se tu
-conoscessi i tedeschi, mi faresti, io credo, qualche servizio presso la
-parigina che ti è cara.
-
-— Generale, poichè voi avete onorata della vostra attenzione questa
-donna che vedo qui per la prima volta, abbiate la carità di dirmi se
-l'avete vista a ballare.
-
-— Eh, mio caro Marziale, da dove vieni? Se ti mandano in ambasciata,
-auguro male dei tuoi successi. Non vedi tre ranghi delle più intrepide
-civette di Parigi fra essa e lo sciame dei ballerini che ronza sotto il
-lampadario, e non hai avuto bisogno del tuo occhialetto per scoprirla
-all'angolo di quella colonna, ove pare sepolta nell'oscurità, ad
-onta delle candele che brillano sopra la sua testa? Fra essa e noi
-scintillano tanti occhi e tanti diamanti, ondeggiano tante piume, tanti
-merletti, fiori e treccie, che sarebbe un vero miracolo se qualche
-ballerino potesse scorgerla in mezzo a questi astri. Come, Marziale,
-non hai tu indovinata la moglie di qualche sottoprefetto della Lippe o
-della Dyle, che viene a tentare di rendere prefetto il suo marito?
-
-— Oh! lo sarà, disse con vivacità il referendario.
-
-— Ne dubito, replicò il colonnello del corazzieri ridendo, sembra così
-nuova all'intrigo come tu alla diplomazia. Scommetto, Marziale, che tu
-non sai perchè si trova là.
-
-Il referendario guardò il colonnello dei corazzieri della guardia con
-un'aria che dava a divedere altrettanta indifferenza quanta curiosità.
-
-— Ebbene, disse Montcornet continuando, ella sarà senza dubbio arrivata
-alle nove precise, forse la prima, e probabilmente avrà imbarazzato
-molto la contessa di Gondreville la quale non sa cucire due idee.
-Respinta dalla padrona di casa, cacciata di sedia in sedia da qualche
-nuova arrivata, fino nelle tenebre di questo cantuccio, ella vi si
-sarà lasciata chiudere, vittima della gelosia di queste dame che non
-avranno chiesto di meglio che seppellire così quella figura pericolosa.
-Essa non avrà avuto amici per incoraggiarla a difendere la piazza
-che ha dovuto occupare di tratto in prima linea; ognuna di queste
-perfide danzatrici avrà intimato agli uomini della sua congrega di non
-impegnare la nostra povera amica, sotto pena di terribili castighi.
-Ecco, mio caro, come questi esseri così teneri e candidi in apparenza
-avranno stretta la loro coalizione contro l'incognita; e ciò senza
-che alcune di quelle donne si sia detto altro che: — Conoscete voi,
-mia cara, quella piccola dama azzurra? To', Marziale, se tu vuoi
-in un quarto d'ora essere soprafatto di occhiate lusinghiere e di
-interrogazioni provocanti più che forse non ne riceverai in tutta la
-tua vita, tenta di forzare la triplice barriera che difende la regina
-della Dyle, della Lippe, o della Charente. Vedrai se la più stupida
-di queste donne non saprà trovare al momento un'astuzia capace di
-trattenere l'uomo più determinato a mettere in luce la nostra gemente
-incognita. Non ti pare che abbia un po' l'aria di un'elegia?
-
-— Vi pare, Montcornet? sarebbe dunque una donna maritata?
-
-— Perchè non sarebbe vedova?
-
-— Sarebbe più attiva, disse ridendo il referendario.
-
-— Forse è una vedova il cui marito giuoca alla _bouillotte_, replicò il
-bel corazziere.
-
-— Infatti dopo la pace, vi sono tante di queste vedove! rispose
-Marziale. Ma, mio caro Montcornet, noi siamo due ingenui. Quella testa
-manifesta ancora troppa innocenza, respira ancora troppa gioventù e
-freschezza sulla fronte e intorno alle tempie, perchè sia una donna.
-Che toni di carne vigorosi! nulla di logoro nei rilievi del naso. Le
-labbra, il mento, tutto in questa figura è fresco come un bottone di
-rosa bianca, benchè la fisionomia ne sia come velata dalle nubi della
-tristezza. Cosa può far piangere questa giovinetta?
-
-— Le donne piangono tanto per poco, disse il colonnello.
-
-— Non so, riprese Marziale, ma ella non piange per essere là senza
-ballare; il suo cordoglio non data da oggi; si vede che per questa sera
-si è fatta bella con premeditazione. Essa ama già, lo scommetterei.
-
-— Bah! forse è la figlia di qualche principuccio di Germania; nessuno
-le parla, disse Montcornet.
-
-— Ah! come è disgraziata una povera ragazza! replicò Marziale. Si può
-avere più grazia e più finezza della nostra incognita? Ebbene, non
-una delle megere che le stanno intorno, e che si dicono sensibili, le
-rivolgerà la parola. Se parlasse, vedremmo se i suoi denti sono belli.
-
-— Oh, oh, tu bolli come il latte alla minima elevazione di temperatura!
-gridò il colonnello, un po' piccato di trovare così presto un rivale
-nel suo amico.
-
-— Come, disse il referendario, senza accorgersi dell'interrogazione del
-generale, e dirigendo l'occhialino su tutte le persone che stavano loro
-d'intorno, come! nessuno qui potrà nominarci questo fiore esotico?
-
-— Eh, sarà qualche damigella di compagnia, gli disse Montcornet.
-
-— Buono! una damigella di compagnia che porta zaffiri degni d'una
-regina ed un abito di _malines_! Contatela ad altri, generale. Anche
-voi non sareste molto forte in diplomazia se nei vostri apprezzamenti
-passaste in un momento dalla principessa tedesca alla damigella di
-compagnia.
-
-Il generale Montcornet fermò per il braccio un ometto grasso, i cui
-capelli mezzo grigi e gli occhi intelligenti si vedevano nei vani di
-tutte le porte e che si mischiava senza complimenti ai diversi gruppi,
-nei quali era accolto con rispetto.
-
-— Gondreville, caro amico, gli disse Montcornet, chi è quella graziosa
-donnina seduta laggiù sotto quell'immenso candelabro?
-
-— Il candelabro? Ravrio, mio caro, me ne ha dato il disegno Isabey.
-
-— Oh! ho già riconosciuto il tuo gusto ed il tuo fasto nel mobilio, ma
-la donna?
-
-— Ah! non la conosco. Sarà senza dubbio un'amica di mia moglie.
-
-— O la tua amante, vecchio briccone.
-
-— No, parola d'onore! La contessa di Gondreville è la sola donna capace
-di invitare persone che nessuno conosce.
-
-Ad onta di questa osservazione piena d'acrimonia, il grosso ometto
-conservò sulle sue labbra il sorriso di soddisfazione interna che vi
-aveva fatto nascere la supposizione del colonnello dei corazzieri.
-Costui raggiunse in un gruppo vicino il referendario occupato,
-ma inutilmente, a cercare notizie sulla sconosciuta. Lo prese pel
-braccio e gli disse all'orecchio: — Mio caro Marziale, sta in guardia!
-Madama di Vaudremont ti osserva da alcuni minuti con un'attenzione
-deplorabile; è donna da indovinare, al movimento solo delle tue
-labbra, ciò che tu mi dicesti; i nostri gesti sono già stati troppo
-significativi, ella ne ha benissimo scoperta e seguita la direzione, ed
-io la credo in questo momento più occupata di noi stessi della piccola
-dama azzurra.
-
-— Vecchia astuzia di guerra, mio caro Montcornet. Del resto che
-m'importa? Io sono come l'imperatore; quando faccio delle conquiste le
-mantengo.
-
-— Marziale! la tua fatuità ha bisogno di una lezione. Come! borghese,
-tu hai l'onore di essere il marito designato di madama de Vaudremont,
-una vedova di ventidue anni, che ha la miseria di quattromila napoleoni
-di rendita, di una donna che ti mette in dito dei diamanti belli come
-questo, aggiunse prendendo la mano sinistra del referendario che
-gliela abbandonò con compiacenza, ed hai ancora la pretesa di fare
-il Lovelace, come se fossi colonnello e costretto a mantenere nelle
-guarnigioni la riputazione militare! Ohibò! Ma rifletti dunque a tutto
-ciò che puoi perdere.
-
-— Almeno non perderò la mia libertà, replicò Marziale con un riso
-forzato.
-
-Gettò uno sguardo appassionato a madama de Vaudremont la quale non gli
-rispose che con un sorriso pieno d'inquietudine, giacchè aveva visto il
-colonnello esaminare l'anello del referendario.
-
-— Ascolta, Marziale, ripresa il colonnello, se tu volteggi intorno alla
-mia giovane sconosciuta, io intraprenderò la conquista di madama de
-Vaudremont.
-
-— Permesso, caro corazziere, ma voi non otterrete nulla, disse il
-giovine referendario mettendo la nitida unghia del suo pollice sotto
-uno del denti superiori, e cavandone un piccolo strepito motteggiatore.
-
-— Pensa che io sono celibe, riprese il colonnello, che la mia spada è
-tutta la mia fortuna, e che sfidarmi così è mettere Tantalo a sedere
-davanti ad un banchetto che divorerà.
-
-— Prrr!
-
-Questo insolente cumolo di consonanti fu la risposta alla provocazione
-del generale. La moda di quel tempo obbligava un uomo a portare al
-ballo i calzoni di casimiro bianco e le calze di seta. Questo grazioso
-costume metteva in rilievo la perfezione delle forme di Montcornet,
-allora in età di trentacinque anni, e che attirava gli sguardi per
-l'alta statura obbligatoria nei corazzieri della guardia imperiale,
-la cui bell'uniforme dava maggior risalto alla sua imponenza, ancora
-giovane ad onta della pinguedine che doveva all'equitazione. I suoi
-baffi neri completavano l'espressione franca di una faccia veramente
-militare la cui fronte era larga e scoperta, il naso aquilino, la
-bocca vermiglia. I modi di Montcornet, improntati di una certa nobiltà
-dovuta all'abitudine del comando, potevano piacere ad una donna che
-avesse avuto il buon senso di non fare di suo marito uno schiavo. Il
-colonnello sorrise guardando il referendario, uno dei suoi migliori
-amici di collegio, la cui piccola statura svelta l'obbligò, per
-rispondere alla sua canzonatura, ad abbassare un po' l'amichevole sua
-occhiatina.
-
-Il barone Marziale De la Roche-Hugon era un giovane provenzale
-che Napoleone proteggeva e sembrava designare per qualche pomposa
-ambasciata. Egli aveva sedotto l'imperatore con una compiacenza
-italiana, col genio dell'intrigo, con quell'eloquenza da salone e
-quella scienza dei modi che surrogano tanto facilmente le qualità
-eminenti di un uomo solido. Benchè vivace e giovane, la sua figura
-possedeva già lo splendore immobile della latta, una delle qualità
-indispensabili ai diplomatici e che permette loro di nascondere
-le proprie emozioni, di mascherare i sentimenti, se pure questa
-impassibilità non annunzia in essi l'assenza di ogni emozione e la
-morte dei sentimenti.
-
-Si può considerare il cuore dei diplomatici come un problema
-insolubile, giacchè i tre più illustri ambasciatori dell'epoca si sono
-segnalati per la persistenza nell'odio e per le affezioni romanzesche.
-Tuttavia Marziale apparteneva a quella classe d'uomini capaci di
-calcolare il loro avvenire in mezzo ai più ardenti piaceri; egli aveva
-già giudicato il mondo ed occultata la sua ambizione sotto la fatuità
-dall'uomo fortunato in amore, mascherando il suo talento sotto la
-livrea della mediocrità, dopo aver osservato la rapidità con cui si
-avanzavano le persone che davano un po' d'ombra al padrone.
-
-I due amici furono costretti a lasciarsi dandosi una cordiale stretta
-di mano. Il ritornello che preveniva le dame di formare le quadriglie
-di una nuova contradanza, cacciò gli uomini dal vasto spazio in cui
-stavano discorrendo in mezzo alla sala. Questa rapida conversazione,
-tenuta nell'intervallo che separa sempre le contradanze, ebbe luogo
-davanti al camino del gran salone del palazzo Gondreville. Le domande e
-risposte di questa chiacchierata, abbastanza comune in un ballo, erano
-state come susurrate da ciascuno dei due interlocutori all'orecchio del
-vicino. Tuttavia le girandole e i candelabri del camino spandevano sui
-due amici una luce così abbondante, che le loro figure troppo vivamente
-illuminate non poterono nascondere, malgrado la loro discrezione
-diplomatica, l'impercettibile espressione dei loro sentimenti, nè
-all'astuta contessa, nè alla candida sconosciuta. Questo spionaggio del
-pensiero è forse per gli oziosi uno dei piaceri che trovano nel mondo,
-mentre tante ingenue vittime vi si annojano senza osare di convenirne.
-
-Per comprendere tutto l'interesse di questa conversazione è necessario
-raccontare un avvenimento che per invisibili legami andava a
-congiungersi coi personaggi di questo piccolo dramma, allora sparsi nel
-salone. Alle undici di sera circa, nel momento in cui le danzatrici
-riprendevano i loro posti, la società del palazzo Gondreville aveva
-veduto apparire la più bella donna di Parigi, la regina della moda,
-la sola che mancasse a quella splendida riunione. Essa si faceva una
-legge di non mai arrivare che nel momento in cui le sale offrivano
-quel movimento animato che non permette alle donne di conservare
-a lungo la freschezza del volto nè quello della toeletta. Questo
-momento rapido è come la primavera del ballo. Un'ora dopo, quando
-il piacere è passato, quando sopraggiunge la stanchezza, tutto vi è
-logoro. Madama de Vaudremont non commetteva mai il fallo di restare
-ad una festa per mostrarvi dei fiori languenti, dei ricci cadenti,
-delle guarnizioni sciupate, con una figura simile a tutte quelle che,
-incalzate dal sonno, non sempre lo ingannano. Essa si guardava bene di
-lasciar vedere, come le sue rivali, la sua bellezza sonnolente; sapeva
-sostenere abilmente la sua riputazione di civetteria, ritirandosi
-sempre da un ballo altrettanto brillante come quando vi era entrata.
-Le donne si dicevano all'orecchio con un sentimento d'invidia che
-preparava e metteva tante toelette quanti balli vi erano in una sera.
-Questa volta madama de Vaudremont non doveva essere padrona di lasciare
-a suo capriccio il salone dove arrivava allora trionfalmente. Fermatasi
-un istante sulla porta, gettò degli sguardi osservatori, benchè rapidi,
-sulle donne, i cui abbigliamenti furono tosto studiati affine di
-convincersi che il suo li eclisserebbe tutti.
-
-La celebre civetta si offerse all'ammirazione dell'adunanza, condotta
-da uno dei più bravi colonnelli dell'artiglieria della guardia, un
-favorito dell'imperatore, il conte di Soulanges. L'unione momentanea
-e fortuita di questi due personaggi ebbe senza dubbio qualche cosa di
-misterioso. Udendo annunziare il signor di Soulanges e la contessa di
-Vaudremont, alcune donne che facevano tappezzeria si alzarono, e alcuni
-uomini passati nella sala vicina si affollarono alle porte delta sala
-principale. Uno di quei burloni, che non mancano mai in queste numerose
-riunioni, vedendo entrare la contessa ed il suo cavaliere disse: —
-«Ora le donne avevano altrettanta curiosità di contemplare un uomo
-fedele alla sua passione, come gli uomini di esaminare una bella donna
-difficile a conservare.» Benchè il conte di Soulanges, giovane di circa
-trentadue anni, fosse dotato di quel temperamento nervoso che produce
-nell'uomo le grandi qualità, le sue forme gracili e la sua tinta
-pallida prevenivan poco in suo favore; i suoi occhi neri annunziavano
-molta vivacità, ma in società era taciturno, e nulla in lui rivelava
-uno di quei talenti oratorii che dovevano brillare alla destra nelle
-assemblee legislative della Ristorazione. La contessa di Vaudremont,
-donna alta, leggiermente pingue, d'una pelle splendida per bianchezza,
-che portava bene la sua testolina, e possedeva l'immenso vantaggio di
-inspirare l'amore colla gentilezza dei modi, era di quelle creature
-che mantengono tutte le promesse fatte dalla loro bellezza. Quella
-coppia, divenuta per alcuni momenti oggetto dell'attenzione generale,
-non lasciò lungo tempo il campo alla curiosità di esercitarsi sul suo
-conto. Il colonnello e la contessa pareva comprendessero perfettamente
-che il caso li aveva messi in una posizione imbarazzante. Vedendoli
-avanzarsi, Marziale si slanciò nel gruppo di uomini che occupava il
-posto al camino, per osservare attraverso le teste che gli facevano
-una specie di barriera, madama de Vaudremont coll'attenzione gelosa che
-dà il primo fuoco della passione: una voce segreta sembrava dirgli che
-il successo di cui s'inorgogliva era forse precario; ma il sorriso di
-fredda cortesia con cui la contessa ringraziò il signor De Soulanges
-ed il gesto che fece per congedarlo sedendosi presso madama de
-Gondreville, distesero tutti i muscoli che la gelosia aveva contratti
-sul suo volto. Tuttavia, vedendo in piedi a due passi dal canapè
-sul quale trovavasi madama de Vaudremont, Soulanges, che pareva non
-comprendere lo sguardo con cui la giovine civetta gli aveva detto che
-essi rappresentavano l'uno e l'altra una parte ridicola, il provenzale
-dalla testa vulcanica tornò ad aggrottare le nere sopraciglia che
-ombreggiavano i suoi occhi azzurri, carezzò, per darsi un po' di
-contegno, i ricci dei suoi capelli bruni, e senza tradire l'emozione
-che gli faceva palpitare il cuore, sorvegliò il modo in cui si
-conducevano la contessa ed il signor de Soulanges, pure scherzando coi
-vicini; fu allora che strinse la mano al colonnello, il quale veniva a
-rinnovare con esso la conoscenza; ma l'ascoltò senza intenderlo, tanto
-era preoccupato. Soulanges gettò occhiate tranquille sulla quadrupla
-fila di donne che incorniciava l'immenso salone del senatore, ammirando
-quella decorazione di diamanti, di rubini, di perle, di manipoli d'oro
-e di teste adorne il cui splendore faceva quasi impallidire i lumi
-delle candele, il cristallo dei candelabri e le dorature.
-
-La calma noncurante del suo rivale fece perdere la bussola al
-referendario. Incapace di moderare la segreta impazienza che lo
-trasportava, Marziale si avanzò alla volta di madama de Vaudremont
-per salutarla. Quando comparve il provenzale, Soulanges gli lanciò
-uno sguardo torbido e stornò con atto impertinente la testa. Un grave
-silenzio regnò nella sala in cui la curiosità era al colmo. Tutte le
-teste tese presentavano i sentimenti più bizzarri; ognuno attendeva e
-temeva uno di quegli scandali che le persone bene educate si guardano
-sempre dal provocare. Tutto a un tratto la pallida figura del conte
-divenne rossa come lo scarlatto delle sue pistagne, ed i suoi sguardi
-si abbassarono d'un tratto a terra per non lasciare indovinare il
-soggetto del suo turbamento. Vedendo la sconosciuta modestamente
-situata al piede del candelabro, passò con aria triste dinanzi al
-referendario e si rifugiò in una delle sale da giuoco. Marziale e
-l'assemblea credettero che Soulanges gli cedesse pubblicamente il posto
-per paura del ridicolo che si attacca sempre agli amanti detronizzati.
-Il referendario rialzò fieramente la testa, guardò la sconosciuta, poi,
-quando si assise con tutta disinvoltura presso madama de Vaudremont,
-l'ascoltò con aria tanto distratta che non udì queste parole
-pronunziate dalla civetta sotto il ventaglio: — Marziale, mi farete il
-piacere di non portare questa sera l'anello che mi avete carpito. Ho
-le mie ragioni, e ve le spiegherò fra breve, quando ci ritireremo. Mi
-darete il braccio per andare dalla principessa di Wagram.
-
-— Perchè avete accettato il braccio del colonnello? chiese il barone.
-
-— Lo incontrai sotto il peristilio, ella rispose; ma lasciatemi, ci
-guardano tutti.
-
-Marziale raggiunse il colonnello dei corazzieri. La piccola dama
-azzurra divenne allora il vincolo comune dell'inquietudine che agitava
-ad un tempo e così diversamente il corazziere, Soulanges, Marziale
-e la contessa di Vaudremont. Quando i due amici si erano separati
-lanciandosi la sfida che chiuse la loro conversazione, il referendario
-mosse verso madama de Vaudremont e seppe collocarla nel mezzo della più
-brillante quadriglia. Mercè quella specie d'ebrezza in cui una donna
-è sempre immersa dalla danza, ed il moto del ballo in cui gli uomini
-si mostrano col ciarlatanismo della toeletta, la quale non dà loro
-minori attrattive che alle donne, Marziale credette potersi abbandonare
-impunemente all'incanto che lo trascinava verso l'incognita. Se riuscì
-a sottrarre all'attività inquieta degli occhi della contessa i primi
-sguardi che gettò sulla dama azzurra fu ben tosto sorpreso in flagrante
-delitto, e, se fece scusare una prima preoccupazione, non giustificò
-l'impertinente silenzio che oppose più tardi alla più seducente delle
-interrogazioni che una donna possa rivolgere ad un uomo: Mi amate
-questa sera? Più egli era distratto, più la contessa si mostrava
-stringente ed importuna. Mentre Marziale ballava, il colonnello andò
-di gruppo in gruppo cercando notizie sulla giovine sconosciuta. Dopo
-avere stancata la compiacenza di tutte le persone, ed anche quella
-degli indifferenti, si decideva ad approfittare d'un momento in cui la
-contessa di Gondreville pareva libera, per chiedere ad essa medesima
-il nome di quella dama misteriosa, quando scoperse un leggiero vuoto
-fra la colonna spezzata che sosteneva il candelabro e i due divani
-che vi mettevano capo. Il colonnello approfittò del momento in cui la
-danza lasciava vacante una parte delle sedie che formavano parecchie
-linee fortificate difese da mamme o donne in età, ed imprese ad
-attraversare quella palizzata coperta di scialli e fazzoletti. Cominciò
-a complimentare le vedove; poi, di donna in donna, di galanteria in
-galanteria finì per raggiungere presso l'incognita il posto vuoto. A
-rischio d'impigliarsi nei grifoni e nei draghi dell'immenso candelabro,
-si mantenne là sotto il fuoco della cera, con gran dispetto di
-Marziale. Troppo astuto per interpellare di primo tratto la piccola
-dama azzurra che aveva alla destra, il colonnello cominciò col dire
-ad una signora, grande, abbastanza brutta, che era seduta alla sua
-sinistra: — È questo, signora, un magnifico ballo! Che lusso! che
-movimento! Parola d'onore, le donne sono tutte belle! Se voi non
-ballate, gli è senza dubbio che non ne avete voglia.
-
-Questa insipida conversazione intavolata dal colonnello aveva per
-iscopo di far parlare la sua vicina di destra, che, silenziosa e
-preoccupata, non gli porgeva la menoma attenzione. L'ufficiale teneva
-in riserva una quantità di frasi che dovevano finire con un: E voi
-madama? sul quale contava molto. Ma ebbe una strana sorpresa vedendo
-alcune lagrime negli occhi della sconosciuta, che pareva interamente
-assorta in madama de Vaudremont.
-
-— La signora è senza dubbio maritata? arrischiò alla fine il colonnello
-Montcornet con voce titubante.
-
-— Sì, signore, rispose l'incognita.
-
-— E vostro marito è qui senza dubbio?
-
-— Sì, signore.
-
-— E allora perchè restate a questo posto? forse per civetteria?
-
-L'afflitta sorrise tristamente.
-
-— Accordatemi l'onore, madama, di essere vostro cavaliere per la
-contradanza che segue, e certo non vi ricondurrò qui. Vedo presso il
-camino un posto vuoto, venite. Quando tanta gente ha tutta la smania
-di dominare, e la follia del giorno è la monarchia, non capisco perchè
-voi rifiutereste di accettare il titolo di regina del ballo, che pare
-spetti alla vostra bellezza.
-
-— Signore, io non ballerò.
-
-L'intonazione secca delle risposte di quella donna era così
-scoraggiante, che il colonnello si vide costretto ad abbandonare la
-piazza. Marziale, che indovinò l'ultima domanda del colonnello ed il
-rifiuto che gli toccava, si mise a sorridere e si accarezzò il mento
-facendo brillare l'anello che aveva in dito.
-
-— Di che cosa ridete? gli disse la contessa de Vaudremont.
-
-— Dell'insuccesso del povero colonnello, che ha fatto un passo da
-collegiale....
-
-— Vi avevo pregato di togliervi l'anello, disse la contessa
-interrompendolo.
-
-— Non l'avevo capito.
-
-— Se non capite nulla questa sera, sapete però veder tutto, replicò
-madama de Vaudremont alquanto piccata.
-
-— Ecco un giovane che mostra un brillante molto bello, disse allora la
-sconosciuta al colonnello.
-
-— Magnifico, egli rispose; quel giovine è il barone Marziale de la
-Roche-Hugon, uno de' miei migliori amici.
-
-— Vi ringrazio d'avermi detto il suo nome, ella replicò; mi sembra
-molto gentile.
-
-— Sì, ma è un po' leggiero.
-
-— Si direbbe che sia in buoni rapporti colla contessa di Vaudremont,
-chiese la giovine signora interrogando cogli occhi il colonnello.
-
-— Nei migliori!
-
-La sconosciuta impallidì.
-
-— Via, pensò il militare, essa ama quel diavolo di Marziale.
-
-— Credevo che madama de Vaudremont fosse da tempo impegnata col signor
-de Soulanges, soggiunse la giovin donna un po' rimessa dal cruccio
-interno che aveva alterato lo splendore del suo viso.
-
-— Da otto giorni la contessa lo burla, rispose il colonnello. Ma dovete
-aver visto quel povero Soulanges quando entrò; tenta ancora di non
-credere alla sua sfortuna.
-
-— L'ho veduto, disse la dama azzurra. Poi aggiunse un: «signore, vi
-ringrazio,» che equivaleva ad un congedo.
-
-In quel momento la contradanza stava per finire, e il colonnello,
-deluso, non ebbe che il tempo di ritrarsi dicendosi a modo di
-consolazione: — È maritata.
-
-— Ebbene! valoroso corazziere, esclamò il barone trascinando il
-colonnello nel vano d'una finestra per respirarvi l'aria pura dei
-giardini, a che punto siete?
-
-— È maritata, mio caro
-
-— E che cosa importa?
-
-— Oh diavolo! io sono un uomo costumato, e non voglio più rivolgermi
-che alle donne le quali posso sposare. D'altronde, Marziale, mi ha
-formalmente dimostrata l'intenzione di non ballare.
-
-— Colonnello, scommettiamo il vostro leardo contro cento napoleoni che
-questa sera ballerà con me.
-
-— Accetto, disse il colonnello prendendo la mano del vagheggino.
-Intanto vado a vedere Soulanges; egli forse conosce questa dama, che mi
-parve si interessasse di lui.
-
-— Mio bravo, avete perduto, disse Marziale ridendo. I miei occhi si
-sono incontrati coi suoi, e me ne intendo; Caro colonnello, non ve ne
-avrete a male se ballerò con lei dopo il rifiuto che vi è toccato.
-
-— No, no, riderà bene chi riderà ultimo. Del resto, Marziale, io sono
-bel giuocatore e buon nemico; vi prevengo che essa ama i diamanti.
-
-Ciò detto, i due amici si separarono. Il generale Montcornet si diresse
-verso la sala da giuoco, ove vide il conte di Soulanges seduto ad un
-tavolo di _bugliotta_. Benchè fra i due colonnelli non esistesse che
-quell'amicizia banale che è determinata dai pericoli della guerra e
-dai doveri del servizio, il colonnello dei corazzieri fu dolorosamente
-colpito nel vedere il colonnello d'artiglieria, che conosceva per
-uomo saggio, impegnato in una partita nella quale poteva rovinarsi.
-I mucchi d'oro e di biglietti sparsi sul fatale tappeto attestavano
-il furore del giuoco. Un circolo silenzioso d'uomini circondava i
-giuocatori che erano al tavolo. Tutti si udivano pronunciare parole
-come: _Passo, giuoco, tengo, mille luigi, tenuti_; ma guardando quei
-cinque individui immobili pareva non parlassero che cogli occhi. Quando
-il colonnello, spaventato dal pallore di Soulanges, s'avvicinò a lui,
-il conte guadagnava. L'ambasciatore austriaco, un celebre banchiere,
-si alzava completamente spogliato di somme considerevoli. Soulanges
-divenne ancora più cupo e, raccogliendo una massa d'oro e di biglietti,
-non contò nemmeno: un amaro dispetto increspo le sue labbra: pareva
-minacciasse la fortuna invece di ringraziarla dei suoi favori.
-
-— Coraggio, gli disse il colonnello, coraggio Soulanges! Poi, credendo
-di fargli un vero servizio strappandolo al giuoco. — Venite, aggiunse,
-ho una buona notizia a darvi, ma ad una condizione.
-
-— Quale? chiese Soulanges.
-
-— Quella di rispondere a quanto vi chiederò.
-
-Il conte di Soulanges si alzò bruscamente, mise con aria incurante
-quanto aveva guadagnato in un fazzoletto che aveva tormentato
-convulsivamente, ed il suo viso era così stravolto, che nessun
-giuocatore pensò di trovare fuori di proposito che si ritirasse. Anzi
-i volti degli altri parvero rasserenarsi quando quella testa sgarbata e
-triste non fu più nel cerchio luminoso che descriveva al di sopra della
-tavola una lampada da _bugliotta_.
-
-— Questi diavoli di militari se la intendono come i ladri in fiera,
-disse a voce alta un diplomatico della galleria prendendo il posto del
-colonnello.
-
-Una sola figura smorta e stanca si volse verso il sopraggiunto, e gli
-disse lanciandogli uno sguardo vivacissimo: — Chi dice militare, non
-dice civile, signor ministro.
-
-— Mio caro, disse Montcornet a Soulanges attirandolo in un canto,
-questa mattina l'imperatore ha fatto i vostri elogi e la vostra
-promozione al maresciallato non è più dubbia.
-
-— Il padrone non ama l'artiglieria.
-
-— Sì, ma adora la nobiltà, e voi siete un ex! Il padrone, riprese
-Montcornet, disse che quelli i quali si erano ammogliati a Parigi
-durante la campagna non dovevano essere considerati come in disgrazia.
-Ebbene?
-
-Il conte di Soulanges pareva non capir nulla di questo discorso.
-
-— Orsù, spero adesso, continuò il colonnello, che mi direte se
-conoscete una graziosa donnina seduta ai piedi d'un candelabro...
-
-A quelle parole gli occhi del conte si animarono. Prese con tutta
-violenza la mano del colonnello: — Mio caro generale, gli disse con
-accento sensibilmente alterato, se altri fuori di voi mi facesse questa
-domanda, gli spaccherei il cranio con questa massa d'oro. Lasciatemi,
-ve ne prego. Questa sera ho più voglia di bruciarmi le cervella che...
-Odio tutto ciò che vedo. Quindi parto. Questa gioja, questa musica,
-queste faccie stupide che ridono mi assassinano.
-
-— Mio povero amico, riprese con voce dolce Montcornet, battendo
-amichevolmente sulla mano di Soulanges; voi siete appassionato! Che
-direste dunque se vi facessi sapere che Marziale pensa tanto poco a
-madama de Vaudremont, da essere innamorato di quella damina?
-
-— Se le parla, gridò Soulanges balbettando per la rabbia, lo spianerò
-come il suo portafogli, quand'anche quel balordo fosse nel circolo
-dell'imperatore.
-
-E il conte cadde come annientato sulla poltrona verso la quale il
-colonnello l'aveva condotto. Quest'ultimo si ritirò lentamente,
-essendosi accorto che Soulanges era in preda ad una collera troppo
-violenta perchè potessero calmarlo o gli scherzi o le cure di
-un'amicizia superficiale. Quando il colonnello Montcornet rientrò nel
-gran salone del ballo, madama de Vaudremont fu la prima persona che si
-presentò agli occhi suoi, e notò sul suo volto, d'ordinario così calmo,
-le traccie di un'agitazione mal celata. Vicino ad essa era vacante una
-sedia; il colonnello andò a sedervisi.
-
-— Scommetto che avete dei dispiaceri, egli disse.
-
-— Un'inezia, generale. Vorrei essere via di qui; ho promesso di
-assistere al ballo della granduchessa di Bug, e bisogna che prima vada
-dalla principessa di Wagram. Il signor De la Roche-Hugon, che lo sa, si
-diverte a civettare colle vedove.
-
-— Non è proprio questo il soggetto della vostra inquietudine, e
-scommetto cento luigi che questa sera resterete qui.
-
-— Impertinente!
-
-— Ho dunque detto la verità?
-
-— Ebbene! che cosa penso? riprese la contessa dando un colpo di
-ventaglio sulle dita del colonnello. Se lo indovinate, sono capace di
-ricompensarvi.
-
-— Non accetto la sfida; avrei troppe probabilità favorevoli.
-
-— Presuntuoso!
-
-— Voi temete di vedere Marziale ai piedi...
-
-— Di chi? domandò la contessa ostentando sorpresa.
-
-— Di quel candelabro, rispose il colonnello mostrando la bella
-incognita, e guardando la contessa con un'attenzione che la impacciava.
-
-— Avete indovinato, rispose la civetta celandosi il viso sotto il
-ventaglio, col quale si mise a giuocare. La vecchia dama di Grandlieu,
-che, come sapete, è maliziosa al pari di una scimia, riprese dopo
-un momento di silenzio, mi ha detto poco fa che il signor De la
-Roche-Hugon correva dei pericoli a corteggiare quella sconosciuta che
-si trova qui come una guastafeste. Preferirei vedere la morte anzichè
-questa figura crudelmente bella e pallida come una visione. È il mio
-cattivo genio. Madama di Grandlieu, continuò dopo essersi lasciato
-sfuggire un atto di dispetto, che non va al ballo se non per veder
-tutto fingendo di dormire, mi ha terribilmente inquietata. Marziale mi
-pagherà caro il tiro che mi giuoca. Tuttavia, generale, poichè è vostro
-amico, impegnatelo a non darmi dei dispiaceri.
-
-— Ho veduto un uomo che si propone nientemeno che di bruciargli le
-cervella se si rivolge a quella damina. Quell'uomo, madama, mantiene
-la parola. Ma io conosco Marziale; siffatti pericoli sono altrettanti
-incoraggiamenti. Vi ha di più: noi abbiamo scommesso... e qui abbassò
-la voce.
-
-— Davvero? chiese la contessa.
-
-— Sul mio onore.
-
-— Grazie, generale, rispose madama de Vaudremont lanciandogli
-un'occhiata piena di civetteria.
-
-— Mi farete l'onore di ballare con me?
-
-— Sì, ma la seconda contradanza. Durante questa voglio sapere dove può
-finire questo intrigo, e sapere chi è quella piccola dama azzurra; ha
-l'aria di una donna di spirito.
-
-Il colonnello, vedendo che madama di Vaudremont voleva restar sola, si
-allontanò, soddisfatto di avere cominciato così bene il suo assedio.
-
-Si incontrano nelle feste alcune signore le quali, come madama di
-Grandlieu, sono là al pari di vecchi marinai occupati sulla riva del
-mare a contemplare i giovani marinai alle prese colle tempeste. In quel
-momento madama di Grandlieu, che pareva interessarsi ai personaggi di
-questa scena, potè facilmente indovinare la lotta a cui era in preda
-la contessa. La giovine civetta aveva un bel farsi vento con grazia,
-sorridere a tutti i giovani che la salutavano ed usare tutte le astuzie
-di cui si serve una donna per occultare la sua emozione; la vedova, una
-delle più perspicaci e maliziose duchesse che il secolo diciottesimo
-avesse legate al decimonono, sapeva leggere nel suo cuore e nel suo
-pensiero. La vecchia dama pareva conoscesse i movimenti impercettibili
-che rivelano le affezioni dell'animo. La piega più leggiera di quella
-fronte bianca e pura, il più insensibile trasalire delle guancie, i
-moti delle sopraciglia, l'inflessione meno visibile delle labbra il
-cui mobile corallo nulla poteva occultarle, erano per la duchessa come
-lo scritto di un libro. Dal fondo della sua poltrona, che riempiva
-completamente colla sua veste, la civetta emerita, chiacchierando
-con un diplomatico che l'aveva ricercata per raccogliere gli aneddoti
-ch'ella narrava così bene, ammirava sè stessa nella civettuola giovine;
-le acquistò simpatia vedendola occultare così bene il suo dolore e
-gli strazii del suo cuore. Madama de Vaudremont provava infatti tanto
-dolore quanta era la gajezza che fingeva: aveva creduto di trovare in
-Marziale un uomo di talento sul cui appoggio contava per abbellire la
-sua vita con tutti gli incanti del potere; in quel momento riconosceva
-un errore altrettanto crudele per la sua riputazione come pel suo
-amor proprio. In lei, come in tutte le altre donne di quell'epoca,
-la subitaneità delle passioni ne aumentava la vivacità. Le anime che
-vivono molto e presto non soffrono meno di quelle che si consumano
-in una sola affezione. La predilezione della contessa per Marziale
-datava dalla vigilia, è vero; ma il più inetto dei chirurgi sa che la
-sofferenza causata dall'amputazione di un membro vivo è più dolorosa
-di quella di un membro ammalato. Nel gusto di madama de Vaudremont
-per Marziale vi era dell'avvenire, mentre la sua passione precedente
-era senza speranze ed avvelenata dai rimorsi di Soulanges. La vecchia
-duchessa, che spiava il momento opportuno di parlare alla contessa, si
-affrettò a congedare il suo ambasciatore; giacchè a fronte di amanti
-in collera ogni altro interesse vien meno, anche per una donna in età.
-Per impegnare la battaglia, madama de Grandlieu lanciò a madama de
-Vaudremont un'occhiata sardonica che fece temere alla giovine civetta
-di vedere il suo destino nelle mani della vedova. Vi sono sguardi da
-donna a donna che somigliano alle fiaccole nello scioglimento d'una
-tragedia. Bisogna aver conosciuto questa duchessa per apprezzare il
-terrore che l'espressione del suo volto cagionava alla contessa. Madama
-de Grandlieu era alta, ed i suoi lineamenti facevano dire di lei: ecco
-una donna che ha dovuto esser bella! Si copriva le gote con tanto
-belletto che le sue rughe quasi più non apparivano; ma, lontani dal
-ricevere uno splendore fittizio da quel carmino carico, i suoi occhi
-non erano che più appannati. Portava una gran quantità di diamanti
-e si vestiva con abbastanza gusto per non cadere nel ridicolo. Il
-suo naso appuntito faceva presentire l'epigramma. Una dentiera ben
-disposta conservava alla sua bocca una smorfia d'ironia che ricordava
-quella di Voltaire. Però la squisita cortesia dei suoi modi raddolciva
-tanto il giro malizioso delle sue idee, che non la si poteva accusare
-di malignità. Gli occhi grigi della vecchia dama si animarono; uno
-sguardo trionfale, accompagnato da un sorriso che significava: — Ve
-l'aveva pare promesso! — attraversò la sala e sparse l'incarnato della
-speranza sulle gote pallide della giovine donna che gemeva a piedi
-del candelabro. Questa alleanza fra madama de Grandlieu e l'incognita
-non poteva sfuggire all'occhio esperto della contessa di Vaudremont,
-che intravide un mistero e volle penetrarlo. In quel momento il barone
-della Roche-Hugon, dopo di aver finito di interpellare tutte le anziane
-senza poter conoscere il nome della dama azzurra, si rivolgeva, non
-sapendo dove dare il capo, alla contessa di Gondreville, e non ne
-riceveva che questa risposta poco soddisfacente: — È una dama che mi ha
-presentata la vecchia duchessa di Grandlieu. Volgendosi per caso verso
-la poltrona occupata dalla vecchia signora, il referendario sorprese
-lo sguardo d'intelligenza lanciato all'incognita, e benchè da qualche
-tempo non si trovasse in troppo buoni rapporti con lei, risolse di
-abbordarla. Vedendo quel nabisso di barone che gironzava intorno alla
-sua poltrona, la vecchia duchessa sorrise con una malignità sardonica
-e guardò madama de Vaudremont con un'aria che fece sorridere il
-colonnello Montcornet.
-
-— Se la vecchia zingara si atteggia all'amicizia, pensò il barone, gli
-è che senza dubbio mi vuol giuocare qualche brutto tiro. — Madama, le
-disse, mi dicono che siete incaricata di vegliare sopra un tesoro ben
-prezioso.
-
-— Mi pigliate per un drago? chiese la vecchia dama. Ma di chi parlate?
-aggiunse con una dolcezza di voce che fece rinascere in Marziale la
-speranza.
-
-— Di quella damina sconosciuta che la gelosia di tutte queste civette
-ha confinata laggiù. Voi senza dubbio conoscete la sua famiglia?
-
-— Sì, disse la duchessa, ma che volete farne di un'ereditiera di
-provincia, maritata da qualche tempo, una giovane di buona nascita che
-non conoscete, voi altri, essa non va in nessun luogo.
-
-— Perchè essa non balla? È tanto bella! Volete che stringiamo un
-trattato di pace? Se vi degnate informarmi di tutto ciò che ho
-interesse a sapere, vi giuro che la vostra domanda di restituzione del
-bosco di Marigny pel demanio straordinario sarà caldamente appoggiata
-presso l'imperatore.
-
-— Signore, rispose la vecchia dama con una ingannevole gravità,
-conducetemi la contessa di Vaudremont. Vi prometto di rivelarle
-il mistero che rende tanto interessante la vostra incognita. Ecco,
-tutti gli uomini che sono alla festa sono giunti allo stesso grado
-di curiosità di voi. Gli occhi si dirigono involontariamente verso
-questo candelabro ove la mia protetta si è modestamente collocata; essa
-raccoglie tutti gli omaggi che le si vollero rapire. Fortunato colui
-che piglierà per ballerine! Qui si interruppe fissando la contessa
-di Vaudremont con una di quelle occhiate che dicono così bene: Noi
-parliamo di voi. Poi aggiunse: Penso che preferirete apprendere il nome
-dell'incognita dalla bocca della vostra bella contessa piuttosto che
-dalla mia?
-
-L'attitudine della duchessa era così provocante, che madama de
-Vaudremont si alzò, venne presso a lei, si sedette sulla sedia che le
-offerse Marziale, e senza fare attenzione a lui: — Indovino, madama, le
-disse ridendo, che parlate di me; ma confesso la mia inferiorità, non
-so se in bene o in male.
-
-Madama di Grandlieu strinse colla mano secca e rugosa la bella mano
-della giovine donna e con un tono di compassione, le rispose a voce
-bassa: — Povera piccina!
-
-Le due donne si guardarono. Madama de Vaudremont capì che Marziale era
-di troppo, e lo congedò dicendo con aria imperiosa: Lasciateci!
-
-Il referendario, poco soddisfatto al vedere la contessa sotto il
-fascino della pericolosa sibilla che l'aveva attirato presso di sè, le
-lanciò uno di quegli sguardi d'uomo, potenti su un cuore cieco, ma che
-appaiono ridicoli ad una donna quando comincia a giudicare colui di cui
-si è invaghita.
-
-— Avreste la pretesa di scimiottare l'imperatore? disse madama di
-Vaudremont volgendo a metà il capo per contemplare il referendario con
-aria ironica.
-
-Marziale aveva troppa esperienza di mondo, troppa finezza e calcolo
-per esporsi a romperla con una donna così bene accetta alla corte, ed
-alla quale l'imperatore voleva dare marito; contava d'altronde sulla
-gelosia che si proponeva di destare in lei come sul miglior mezzo per
-indovinare il secreto della sua freddezza, e si allontanò tanto più
-volontieri che in quel momento una nuova contradanza metteva tutti
-in moto. Il barone parve cedesse il posto per le quadriglie, andò ad
-appoggiarsi ai marmo d'una _console_, incrociò le braccia sul petto
-e rimase tutto occupato del colloquio delle due dame. Di tratto in
-tratto teneva dietro agli sguardi che ambedue gettarono a più riprese
-sull'incognita. Paragonando allora la contessa a quella bellezza
-nuova che il mistero rendeva così attraente, il barone si abbandonò
-agli odiosi calcoli che fanno d'abitudine gli uomini fortunati in
-amore: egli ondeggiava fra una fortuna da afferrare ed un capriccio
-da accontentare: il riflesso dei lumi dava tale risalto alla sua
-figura pensierosa e cupa sulle tappezzerie di moerro bianco alle quali
-appoggiava i suoi capelli neri, che lo si sarebbe potuto paragonare a
-qualche cattivo genio. Da lontano certo più di uno pensò: Ecco un altro
-povero diavolo che non pare divertirsi molto!
-
-Colla spalla destra leggiermente appoggiata sullo stipite della porta
-che si trovava fra la sala da ballo e quella del giuoco, il colonnello
-poteva ridere in incognito sotto i suoi folti mustacchi, godere il
-piacere di contemplare il tumulto del ballo; vedeva cento belle teste
-turbinare ai capricci della danza; leggeva in alcune figure, come su
-quelle della contessa e del suo amico Marziale, i segreti della loro
-agitazione; poi, volgendo il capo, si chiedeva qual rapporto esistesse
-fra l'aria triste del conte di Soulanges, sempre assiso sul divano, e
-la fisionomia addolorata della dama incognita sul volto della quale
-apparivano tratto tratto le gioje della speranza e le angoscie di
-un terrore involontario. Montcornet era là come il re della festa,
-trovava in quel quadro vivente l'intero panorama del mondo, e ne
-rideva raccogliendo i sorrisi interessati di cento donne brillanti
-e magnificamente abbigliate: un colonnello della guardia imperiale,
-posto che corrispondeva al grado di generale di brigata, era certo
-uno dei più bei partiti dell'esercito. Era all'incirca mezzanotte.
-Le conversazioni, i giuochi, la danza, la civetteria, gli interessi,
-le malignità ed i progetti, tutto arrivava a quel grado di calore che
-strappa ad un giovane questa esclamazione: — Che bel ballo!
-
-— Mio angioletto, diceva madama di Grandlieu alla contessa, voi
-siete in una età nella quale di falli io ne ho commessi parecchi.
-Vedendovi testè soffrire mortalmente, mi venne in mente di darvi alcuni
-caritatevoli avvisi. Commettere degli errori a ventidue anni, non è un
-guastare il suo avvenire, lacerare la veste che si ha da portare? Mia
-cara, noi non impariamo che molto tardi a servircene senza isdruscirla.
-Continuate, cuor mio, a procurarvi dei nemici abili e degli amici
-che non abbiano una linea di condotta, e vedrete che fior di vita
-condurrete un giorno.
-
-— Ah! madama, una donna ha un gran da fare per essere felice, non è
-vero? esclamò ingenuamente la contessa.
-
-— Mia piccina, alla vostra età bisogna saper scegliere fra i piaceri e
-la felicità. Voi volete sposare Marziale, che non è abbastanza sciocco
-per fare un buon marito, nè abbastanza appassionato per essere un
-amante. Egli ha dei debiti, mia cara: è un uomo da mangiarsi la vostra
-sostanza; ma questo non sarebbe nulla se vi procurasse la felicità. Non
-vedete come è vecchio? Quest'uomo deve essere stato ammalato le tante
-volte, ed ora fa le ultime armi. Fra tre anni sarà un uomo finito.
-Comincierà l'ambizioso e forse riuscirà. Io non lo credo. Chi è poi?
-un intrigante che può possedere a meraviglia lo spirito degli affari
-e chiacchierare piacevolmente; ma è troppo presuntuoso per avere un
-vero merito; non andrà lontano. D'altronde, guardatelo! Non si legge
-sulla sua fronte che in questo momento non vede in voi una giovane
-e bella donna, ma i due milioni che possedete? Egli non vi ama, cara
-mia, vi calcola come un affare. Se volete maritarvi, prendete un uomo
-più avanzato d'età, che goda riputazione e sia a metà del suo cammino.
-Una vedova non deve trattare il proprio matrimonio come un capriccio
-amoroso.
-
-In quel momento gli occhi delle due donne si fissarono sulla bella
-figura del colonnello Montcornet.
-
-— Se volete rappresentare la difficile parte della civetta e non
-maritarvi, riprese la duchessa con bonomia, ah! cara mia, saprete
-meglio d'ogni altra accumulare le nubi d'una tempesta e dissiparla. Ma,
-ve ne scongiuro, non prendete mai piacere a disturbare la pace delle
-famiglie, a distruggerne l'unione, e la fortuna delle donne che sono
-felici. Io, mia cara, l'ho rappresentata questa parte pericolosa. Oh!
-mio Dio, per un trionfo dell'amor proprio si assassinano spesso delle
-povere creature virtuose; giacchè, mia cara, donne virtuose ne esistono
-realmente. Sono venuta qui per pregarvi. Sì, voi siete la causa della
-mia comparsa in questa sala che puzza di popolo. Non ci sono degli
-attori? Altre volte si ricevevano nel _boudoir_; ma in sala, ohibò!
-Perchè mi guardate con aria tanto sbalordita? Ascoltatemi: se volete
-burlarvi degli uomini, mettete in fiamme il cuore di quelli che non
-hanno doveri da compire; gli altri non ci perdonano i disordini che
-li hanno resi felici. Approfittate di questa massima dovuta alla mia
-vecchia esperienza. Questo povero Soulanges, per esempio, al quale
-avete fatto girare la testa!... ebbene, sapete su chi cadevano i vostri
-colpi?... Egli è ammogliato da sei mesi, adorato da un'incantevole
-creatura che egli ama e che inganna; essa vive nelle lagrime e nel più
-doloroso silenzio. Soulanges ebbe a momenti dei rimorsi più crudeli
-che non fossero dolci i suoi piaceri. E voi, furbetta, l'avete tradito.
-Ebbene! venite a contemplare l'opera vostra!
-
-La vecchia duchessa prese la mano di madama de Vaudremont, e si
-alzarono.
-
-— Ecco, le disse madama di Grandlieu mostrandole collo sguardo
-l'incognita pallida e tremante sotto i bagliori del candelabro, ecco
-la mia nipotina: la contessa di Soulanges oggi ha finalmente ceduto
-alle mie istanze, ha acconsentito a lasciare la camera di dolore in cui
-la vista del suo bambino non le arrecava che ben scarse consolazioni.
-La vedete? vi sembra bella? ebbene, cara mia, giudicate di quello che
-doveva essere quando la felicità spandeva la sua luce su quella figura.
-
-La contessa volse altrove in silenzio la testa e parve in preda a gravi
-riflessioni. La duchessa la condusse fino alla porta della sala da
-giuoco: poi, dopo avervi gettata un'occhiata, come se volesse cercarvi
-qualcuno: — Ed ecco Soulanges, disse alla giovine civetta con un tono
-di voce profondo.
-
-La contessa rabbrividì vedendo nell'angolo meno illuminato della sala
-la figura pallida e contratta di Soulanges appoggiato ad una poltrona.
-L'abbattimento delle membra e l'immobilità della fronte rivelavano
-tutto il suo dolore; i giuocatori andavano e venivano dinanzi a lui
-senza fargli più che tanta attenzione, come se non esistesse. Il
-quadro che offrivano la moglie in lagrime ed il marito tetro e cupo,
-separati l'uno dall'altra in mezzo a quella festa, come due metà di un
-albero colpito dal fulmine, ebbe forse qualche cosa di profetico per la
-contessa. Temette vedervi un'imagine delle vendette che l'avvenire le
-serbava. Il suo cuore non era ancora abbastanza logoro: serrò la mano
-della duchessa ringraziandola con uno di quei sorrisi che hanno una
-certa grazia infantile.
-
-— Mia cara ragazza, le disse la vecchia all'orecchio, pensate bene che
-noi sappiamo tanto respingere gli omaggi degli uomini come attirarli. —
-È vostra, se non siete uno sciocco.
-
-Queste ultime parole furono susurrate da madama de Grandlieu
-all'orecchio del colonnello Montcornet, mentre la bella contessa si
-abbandonava alla compassione che le inspirava l'aspetto di Soulanges,
-giacchè l'amava ancora abbastanza per volerlo restituire alla felicità.
-
-— Oh! come saprò pregarlo, disse a madama de Grandlieu.
-
-— Guardatevene bene, mia cara! esclamò la duchessa ritornando alla
-sua poltrona; scegliete un buon marito e chiudete la porta a mio
-nipote. Non offritegli neppure la vostra amicizia. Credetemi, ragazza
-mia, una donna non riceve da un'altra donna il cuore di suo marito: è
-cento volte più felice di credere d'averlo riconquistato ella stessa.
-Conducendo qui mia nipote, credo averle dato un eccellente mezzo di
-riguadagnare l'affezione di suo marito. Non vi chiedo che di ammaliare
-il generale.
-
-E quando le mostrò l'amico del referendario, la contessa sorrise.
-
-— Ebbene, madama, sapete finalmente il nome di questa incognita?
-domandò il barone con aria piccata alla contessa quando fu sola.
-
-— Sì, disse madama de Vaudremont guardando il referendario.
-
-Il suo volto esprimeva tanta astuzia quanta gajezza. Il sorriso che
-spandeva la vita sulle sue labbra e sulle sue guancie, l'umida luce
-degli occhi suoi, erano simili a quei fuochi fatui che ingannano
-il viaggiatore. Marziale, che si credeva sempre amato, prese allora
-quell'attitudine della quale si compiace tanto un uomo presso quella
-che ama e disse con aria pretensiosa: — Non ve ne avrete a male, se
-sembro tenerci molto a sapere quel nome?
-
-— E non ve ne avrete a male, replicò madama de Vaudremont, se per un
-resto di amore non ve lo dico, e se vi proibisco di fare il più piccolo
-passo verso quella giovine dama? Arrischiereste forse la vostra vita.
-
-— Madama, perdere il vostro favore non è più che perdere la vita?
-
-— Marziale, disse severamente la contessa, è madama di Soulanges. Suo
-marito vi brucierebbe le cervella, se pure ne avete.
-
-— Ah, ah! replicò ridendo il vagheggino, il colonnello lascierà vivere
-in pace colui che gli ha rapito il vostro cuore e si batterebbe per
-sua moglie? Che inversione di principii! Ve ne prego, permettetemi di
-ballare con quella piccola dama. Potrete così avere la prova del poco
-amore che vi portava quel cuore di ghiaccio, giacchè se il colonnello
-non trova di suo genio che io faccia ballare sua moglie dopo avere
-tollerato che vi...
-
-— Ma ella ama suo marito.
-
-— Ostacolo di più che avrò il piacere di vincere.
-
-— Ah! disse la contessa con un sorriso amaro, voi ci punite egualmente
-dei nostri errori e dei nostri pentimenti.
-
-— Non andate in collera, disse vivamente Marziale. Oh! ve ne prego,
-perdonatemi. Via, non penso più a madama di Soulanges.
-
-— Meritereste bene che vi mandassi a lei.
-
-— Ci vado, disse il barone ridendo, e tornerò più innamorato che mai di
-voi. La più bella donna del mondo non può impadronirsi di un cuore che
-vi appartiene.
-
-— Vale a dire che volete guadagnare il cavallo del colonnello.
-
-— Ah! traditore, disse ridendo e minacciando col dito l'amico che
-sorrideva.
-
-Il colonnello arrivò, il barone gli cedette il suo posto presso la
-contessa cui disse in modo sardonico: Madama, ecco un uomo che si è
-vantato di guadagnare le vostre buone grazie in una sera.
-
-Allontanandosi si applaudì di avere rivoltato l'amor proprio della
-contessa e spacciato Montcornet; ma ad onta della sua finezza
-abituale, non aveva capito l'ironia di cui erano piene le parole di
-madama de Vaudremont, e non si accorse che ella aveva fatto verso il
-suo amico tanta strada, quanta egli verso di lei, benchè inscienti
-l'uno dell'altra. Nel momento in cui il referendario si avvicinava
-farfalleggiando al candelabro sotto cui la contessa di Soulanges,
-pallida e timida, non sembrava vivere che cogli occhi, suo marito
-arrivò presso la porta della sala cogli sguardi scintillanti di
-passione. La vecchia duchessa, attenta a tutto, si slanciò verso
-suo nipote, gli chiese il suo braccio e la sua carrozza per uscire,
-pretestando una noja mortale e lusingandosi di prevenire così un
-deplorevole scandalo. Innanzi di partire fece un singolare segno
-d'intelligenza a sua nipote, indicandole l'intraprendente cavaliere
-che si preparava a parlarle, e questo segno pareva dirle: — Eccolo,
-vendicati!
-
-Madama de Vaudremont sorprese l'occhiata della zia e della nipote,
-una subitanea luce la illuminò, temette d'essere lo zimbello di quella
-vecchia signora così dotta e così astuta nell'intrigo.
-
-A quel pensiero l'amor proprio di madama de Vaudremont provò forse
-maggiore interesse della curiosità a trovare il filo di quell'intrigo.
-La preoccupazione interna alla quale fu in preda non la lasciò padrona
-di sè. Il colonnello, interpretando a favor suo l'indirizzo che si
-rivelava nei discorsi e nei modi della contessa, divenne più ardente
-e più insistente. I vecchi diplomatici svogliati, che si divertivano a
-seguire le espressioni delle fisionomie, non avevano mai trovato tanti
-intrighi cui tener dietro ed indovinare. Le passioni che agitavano
-le due coppie diversificavano ad ogni passo in quelle sale animate,
-riproducendosi con altre gradazioni su altre figure. Lo spettacolo di
-tante passioni vive, di tutte queste lotte amorose, vendette dolci,
-favori crudeli, sguardi infiammati, li richiamava con maggior vivezza
-alla loro impotenza. Finalmente il barone aveva potuto sedersi vicino
-alla contessa di Soulanges. I suoi occhi erravano furtivamente su
-un collo fresco come la rugiada, profumato come un fiore di campo.
-Ammirava da vicino le bellezze che da lungi l'avevano sbalordito.
-Poteva vedere un piedino ben calzato, misurare coll'occhio un vitino
-snello e grazioso. A quell'epoca le donne annodavano la cintura
-dell'abito precisamente al di sotto del seno, ad imitazione delle
-statue greche, moda spietata per le donne il cui busto avesse qualche
-difetto. Gettando degli sguardi furtivi su quel seno, Marziale rimase
-incantato della perfezione di forme della contessa.
-
-— Non avete ballato una sola volta questa sera, signora, egli disse con
-voce dolce e lusinghiera; ritengo, non sarà per mancanza di cavaliere.
-
-— Non vado nel mondo, sono sconosciuta, rispose freddamente madama di
-Soulanges che nulla aveva capito nello sguardo della zia.
-
-Marziale allora, per darsi un contegno, manovrò il bel diamante che
-ornava la sua mano sinistra; le fiamme lanciate dalla pietra parvero
-gettare una subita luce nell'anima della giovine contessa, che arrossì
-e guardò il barone con una espressione indefinibile.
-
-— Amate il bello? chiese il provenzale, per tentare di riannodare la
-conversazione.
-
-— Oh! molto, signore.
-
-A quella strana risposta i loro sguardi s'incontrarono. Il giovane,
-sorpreso dall'accento penetrante che svegliò nel suo cuore una vaga
-speranza, aveva tosto interrogato gli occhi della giovine signora.
-
-— Ebbene, madama, non è temerità da parte mia il proporvi di fare con
-voi la prima contradanza?
-
-Un'ingenua confusione colorò in rosso le bianche gote della contessa.
-
-— Ma, signore, ho già rifiutato un ballerino, un militare.
-
-— Sarebbe quel gran colonnello di cavalleria che vedete laggiù?
-
-— Precisamente.
-
-— È mio amico, non temete di nulla. Mi accordate il favore che oso
-sperare?
-
-— Sì, signore.
-
-Quella voce accusava un'emozione così nuova, così profonda che l'anima
-logora del referendario ne fu scossa. Si sentì invaso dalla timidità
-di un collegiale, si disorientò, la sua testa meridionale si infiammò,
-volle parlare, le sue espressioni gli parvero sgraziate, al confronto
-delle risposte spiritose ed acute di madama Soulanges. Fu buona
-ventura per lui che la contradanza cominciasse. In piedi presso la sua
-bella danzatrice si trovò più a posto. Per molti uomini la danza è un
-modo di essere; spiegando le grazie del corpo ritengono di agire più
-potentemente che collo spirito sul cuore delle donne. Il provenzale
-voleva in quel momento usare tutti i suoi mezzi di seduzione. Aveva
-condotta la sua conquista alla quadriglia. Mentre l'orchestra eseguiva
-il preludio della prima figura, il barone provava un'incredibile
-soddisfazione di orgoglio quando, passando in rivista le ballerine
-collocate sulle fronti di quel formidabile quadrato, si accorse che
-l'abbigliamento di madama di Soulanges sfidava perfino quello di
-madama de Vaudremout, che per un caso, forse procurato, taceva col
-colonnello il _vis-à-vis_ del barone e della dama azzurra. Gli sguardi
-si fissarono un momento su madama de Soulanges, un mormorio lusinghiero
-annunziava essere essa il soggetto del discorso di ogni cavaliere colla
-sua ballerina. Le occhiate d'invidia e d'ammirazione si incrociavano su
-di lei così vivamente, che la giovine donna, timida per un trionfo al
-quale pareva volersi sottrarre, abbassò modestamente gli occhi, arrossì
-e non fece che diventare più deliziosa.
-
-Non rialzò le pupille che per guardare il suo ballerino, inebriato,
-come se avesse voluto scaricare su di lui la gloria di questi omaggi
-e dirgli che preferiva il suo a tutti gli altri: mise dell'ingenuità
-nella sua civetteria, o piuttosto parve abbandonarsi a quella prima
-ammirazione dalla quale comincia l'amore con quella buona fede che
-non si incontra se non nei cuori giovani. Quando ballò gli spettatori
-poterono facilmente credere non spiegasse le sue grazie che per
-Marziale; e, benchè modesta e nuova ai maneggi delle sale dorate, seppe
-al pari della più consumata civetta alzare a proposito gli occhi su di
-lui e abbassarli con una finta modestia. Quando le nuove leggi di una
-contradanza, inventata dal ballerino Trenis, alla quale diede il suo
-nome, condussero Marziale davanti al colonnello: — Ho guadagnato il tuo
-cavallo, gli disse ridendo.
-
-— Sì, ma hai perduto ottanta mila lire di rendita, replicò il
-colonnello mostrandogli madama de Vaudremont.
-
-— E che m'importa? rispose Marziale; madama di Soulanges vale dei
-milioni.
-
-Alla fine di quella contradanza, più di un bisbiglio susurrò a più
-di un orecchio. Le donne meno belle facevano della morale coi loro
-ballerini a proposito dei vincolo nascente fra Marziale e la contessa
-di Soulanges. Le più belle erano sbalordite da una tale facilità.
-Gli uomini non concepivano la fortuna del piccolo referendario nel
-quale non trovavano nulla di molto seducente. Alcune donne indulgenti
-dicevano che non bisognava precipitare un giudizio sulla contessa; i
-giovani sarebbero bene infelici se uno sguardo espressivo od alcuni
-passi eseguiti con grazia fossero sufficienti per compromettere
-una donna. Marziale solo conosceva la portata della sua felicità.
-All'ultima figura, quando le dame della quadriglia vennero a fare il
-molinello, le sue dita strinsero quelle della contessa, e gli parve
-sentire attraverso la pelle fina e profumata dei guanti che le dita
-della giovane rispondessero all'amoroso suo appello.
-
-— Madama, le disse nel punto in cui finì la contradanza, non tornate in
-quell'angolo odioso dove avete finora seppellito la vostra figura e la
-vostra toeletta. L'ammirazione è il solo profitto che possiate ritrarre
-dai diamanti che ornano il vostro collo così bianco e le vostre treccie
-così bene ordinate? Venite a fare una passeggiata nelle sale e godervi
-della festa e di voi stessa.
-
-Madama de Soulanges seguì il suo seduttore, il quale pensava che gli
-sarebbe più certamente appartenuta, se fosse riuscito a metterla in
-pubblico. Ambedue fecero allora alcuni giri attraverso i gruppi, che
-ingombravano le sale del palazzo. La contessa di Soulanges, inquieta,
-si arrestava un momento prima di entrare in ciascuna sala, e non vi
-penetrava se non dopo aver teso il collo per gettare uno sguardo su
-tutti gli uomini. Questa paura, che colmava di gioja il referendario,
-non pareva calmata se non quando egli aveva detto alla tremante sua
-compagna: — Rassicuratevi, non c'è. Giunsero così fino ad un'immensa
-galleria di quadri, situata in un'ala del palazzo, e donde si godeva in
-anticipazione del magnifico aspetto di un desco preparato per trecento
-persone. Siccome la cena stava per cominciare, Marziale trascinò la
-contessa verso un gabinetto ovale che prospettava sui giardini, ove
-i fiori più rari ed alcuni arbusti formavano un boschetto profumato
-sotto brillanti tappezzerie azzurre. Il mormorio della festa la veniva
-a morire. Entrandovi la contessa trasalì, e rifiutò ostinatamente di
-seguirvi il giovane: ma dopo aver gettati gli occhi sopra uno specchio,
-senza dubbio vi vide dei testimonii, giacchè andò a sedersi con
-abbastanza disinvoltura sopra un'ottomana.
-
-— Questo gabinetto è delizioso, ella disse ammirando una tappezzeria
-color del cielo tempestata di perle.
-
-— Tutto vi respira amore e voluttà, disse il giovane estremamente
-commosso.
-
-Col favore della luce misteriosa che vi regnava guardò la contessa
-e sorprese sulla sua fisionomia dolcemente agitata un'espressione
-di imbarazzo, di pudore, di desiderio, che lo incantò. La giovine
-donna sorrise, e quel sorriso sembrò ponesse una fine alla lotta dei
-sentimenti che si urtavano nel suo cuore, prese col modo più seducente
-la mano sinistra del suo adoratore, e ne levò l'anello sul quale aveva
-fermata l'attenzione.
-
-— Il bel diamante! esclamò coll'ingenuo accento d'una giovinetta che
-lascia travedere le lusinghe d'un primo tentativo.
-
-Marziale, commosso dalla carezza involontaria ma inebbriante che la
-contessa gli aveva fatto levandogli il brillante, fissò su di lei
-sguardi scintillanti come l'anello.
-
-— Portatelo, le disse, in ricordo di quest'ora celeste e per amore di...
-
-Essa lo contemplava con tale estasi, che egli non finì: le baciò la
-mano.
-
-— Me lo regalate? ella disse con aria meravigliata.
-
-— Vorrei offrirvi il mondo intiero.
-
-— Non scherzate? rispose colla voce alterata da una soddisfazione
-troppo viva.
-
-— Non accettate che il mio diamante?
-
-— Non me lo riprenderete mai? chiese.
-
-— Mai.
-
-Ella si mise l'anello in dito. Marziale, contando su una prossima
-felicità, fece il gesto di passare la mano sul corpo della contessa,
-che si alzò di botto, e disse con voce chiara, senza emozione di
-sorta: — Signore, accetto questo diamante con tanto minor scrupolo,
-inquantochè mi appartiene.
-
-Il referendario rimase interdetto.
-
-— Il signor di Soulanges lo prese non ha guari sulla mia tavoletta e mi
-disse d'averlo perduto.
-
-— Siete in errore, madama, disse Marziale, piccato, l'ho avuto da
-madama de Vaudremont.
-
-— Precisamente, replicò ella sorridendo. Mio marito si è fatto prestare
-da me questo anello, l'ha regalato a lei, essa ve ne ha fatto un dono;
-il mio anello ha viaggiato, ecco tutto. Questo anello mi insegnerà
-forse tutto ciò che ignoro e mi apprenderà il segreto di piacer sempre.
-Signore, riprese, se non fosse stato mio, siate certo che non avrei
-arrischiato di pagarlo così caro, giacchè, a quanto si dice, una
-giovane presso voi è in pericolo. Ma ecco, continuò facendo scattare
-una molla nascosta sotto la pietra, vi sono ancora i capelli del signor
-di Soulanges.
-
-E si slanciò nelle sale con tanta prestezza che pareva inutile tentare
-di raggiungerla, e d'altronde Marziale confuso non era in vena di
-proseguire l'avventura. Il riso di madama de Soulanges aveva trovato
-un'eco nel gabinetto, in cui il giovine bellimbusto scorse fra due
-arboscelli il colonnello e madama de Vaudremont che ridevano di tutto
-cuore.
-
-— Vuoi il mio cavallo per correre dietro alla tua conquista? gli disse
-il colonnello.
-
-La buona grazia con cui il barone sopportò le celie con cui
-l'assalirono madama de Vaudremont e Montcornet gli valse la loro
-discrezione su quella serata, nella quale il suo amico scambiò il
-cavallo di battaglia con una donna giovine, ricca e bella.
-
-Mentre la contessa di Soulanges varcava l'intervallo che separa la
-Chaussée d'Antin dal sobborgo San Germano, in cui dimorava, fu in
-preda alle più vive inquietudini. Prima di abbandonare il palazzo di
-Gondreville ne aveva percorse le sale senza incontrarvi nè sua zia nè
-suo marito, partiti senza di lei. Dei terribili presentimenti vennero
-allora a tormentare la sua anima ingenua. Testimonio discreto delle
-sofferenze provate da suo marito dal giorno che madama de Vaudremont
-l'aveva attaccato al suo carro, sperava che un prossimo pentimento le
-avrebbe ricondotto lo sposo. Era quindi con una incredibile ripugnanza
-che aveva acconsentito al piano concepito da sua zia, madama di
-Grandlieu, ed in quel momento temeva di aver commesso un errore.
-
-Quella serata aveva rattristata la sua anima candida. Sgomentata da
-principio dall'aria sofferente e cupa del conte di Soulanges, lo fu
-ancora più dalla bellezza della sua rivale, e la corruzione del gran
-mondo le stringeva il cuore. Passando sul Ponte Reale, buttò via i
-capelli profanati che si trovavano sotto il diamante, già offerto come
-pegno di puro amore. Pianse ricordando le vive sofferenze alle quali
-era da lungo tempo in preda, e fremette pensando che il dovere delle
-donne le quali vogliono ottenere la pace in casa le costringeva a
-seppellire nel fondo del cuore angoscie crudeli come la sua.
-
-— Ahimè! diceva, come possono fare le donne che non amano? Dov'è la
-sorgente della loro indulgenza? Io non posso credere, come dice mia
-zia, che basti la ragione per sostenerle in tali abnegazioni.
-
-Sospirava ancora quando il suo servitore abbassò l'elegante
-predella dalla quale si lanciò nel vestibolo del suo palazzo. Salì
-precipitosamente le scale, e quando giunse nella sua camera, trasalì di
-terrore vedendo suo marito seduto presso il camino.
-
-— Da quando, mia cara, andate al ballo senza di me, senza prevenirmi?
-chiese con voce alterata. Sappiate che una donna senza suo marito è
-sempre spostata. Voi eravate singolarmente compromessa nell'angolo
-oscuro in cui vi eravate cacciata.
-
-— Oh mio buon Leone, ella disse con voce carezzevole, non ho potuto
-resistere al piacere di vederti senza che tu mi vedessi. Mia zia mi ha
-condotta a questo ballo, e vi sono stata ben fortunata.
-
-Queste parole disarmarono gli sguardi del conte della loro severità
-fittizia, giacchè egli si era fatto a sè stesso vivi rimproveri udendo
-il ritorno di sua moglie, che senza dubbio al ballo era stata informata
-di una infedeltà che egli sperava averle occultata, e giusta il costume
-degli amanti che si sentono in colpa tentava, movendo pel primo querela
-alla contessa, di evitare la sua collera troppo giusta. Guardò in
-silenzio sua moglie che gli parve più bella che mai. Felice di vedere
-suo marito sorridente e di trovarlo a quell'ora in una camera dove da
-qualche tempo veniva con minor frequenza, la contessa lo guardò così
-teneramente che arrossì ed abbassò gli occhi. Questa clemenza inebbriò
-tanto più Soulanges in quanto che succedeva ai tormenti che aveva
-provati durante il ballo; prese la mano di sua moglie e la baciò per
-riconoscenza; non si trova spesso della riconosoenza nell'amore?
-
-— Ortensia, che hai al dito che mi ha fatto tanto male alle labbra?
-chiese ridendo.
-
-— Il mio diamante, che tu dicevi perduto ed io ho ritrovato.
-
-Il generale Montcornet non sposò madama de Vaudremont, ad onta della
-buona intelligenza nella quale ambedue vissero per alcuni momenti,
-giacchè essa fu una delle vittime dello spaventevole incendio che
-rese eternamente celebre il balio dato dall'ambasciatore d'Austria,
-in occasione del matrimonio dell'imperatore Napoleone colla figlia
-dell'imperatore Francesco II.
-
-
-
-
-L'ELISIR DI LUNGA VITA
-
-
-AL LETTORE
-
-Nell'esordio della vita letteraria dell'autore un amico morto da tempo,
-gli fornì il soggetto di questo studio che più tardi trovò in una
-raccolta pubblicata verso il principio di questo secolo; e, secondo
-le sue congetture, è una fantasia dovuta al Hoffmann di Berlino,
-pubblicata in qualche almanacco di Germania e dimenticata nelle opere
-di lui dagli editori. La Commedia Umana è abbastanza ricca d'invenzioni
-per permettere all'inventore di confessare un innocente prestito; come
-il buon La-Fontaine, egli del resto avrà trattato al modo suo e senza
-saperlo un fatto già narrato. Questo non fu uno di quegli scherzi di
-moda nel 1830, epoca in cui ogni autore _faceva dell'atroce_, per il
-piacere delle ragazze. Quando sarete arrivato all'elegante parricidio
-di Don Giovanni, cercate di indovinare la condotta che in circostanze
-presso a poco simili terrebbero quegli onesti che, nel secolo
-decimonono, prendono danaro a vitalizio sulla fede di un catarro, e
-quelli che affittano una casa ad una vecchia per tutto il resto dei
-suoi giorni. Risusciterebbero essi i loro assicurati? Desidererei
-che dei pesatori giurati di coscienze esaminassero qual grado di
-somiglianza può esistere fra Don Giovanni ed i padri che maritano le
-loro figlie a motivo _delle speranze_. La società umana che, al dire
-di alcuni filosofi, cammina nella via del progresso, considera come un
-passo verso il bene l'arte di attendere la morte? Questa scienza ha
-creato dei mestieri onorevoli, mediante i quali si vive della morte.
-Lo stato sociale di certe persone è quello di sperare una morte; la
-covano, accoccolandosi ogni mattina sopra un cadavere, e se ne fanno un
-guanciale per la sera: sono i coadjutori, i cardinali, i sopranumerari,
-i tontinieri, ecc. Aggiungetevi molte persone delicate, che hanno
-premura di acquistare una proprietà il cui prezzo è superiore ai loro
-mezzi, ma che stabiliscono logicamente ed a freddo le probabilità di
-vita che restano ai loro padri od alle loro suocere, ottuagenarie o
-settuagenarie, dicendo: — «Prima di tre anni erediterò necessariamente
-e, allora....» Un omicida ci dà meno nausea di una spia. L'omicida
-ha forse ceduto a un moto di pazzia, può pentirsi, riabilitarsi.
-Ma la spia è sempre spia; è spia in letto, a tavola, camminando, di
-giorno, di notte; è vile ogni minuto. Si può essere omicida come è
-vile una spia? Eppure non ravvisate nella società una folla di esseri
-indotti dalle nostre leggi, dai nostri costumi, dagli usi, a pensare
-incessantemente alla morte dei loro, ad agognarla?
-
-Essi pensano ciò che vale una bara contrattando dei _cachemires_ per
-le loro donne, salendo le scale di un teatro, desiderando di andare ai
-_Bouffons_, sospirando una carrozza. Assassinano delle care creature,
-incantevoli di innocenza, nel momento in cui la sera offrono loro da
-baciare le fronti infantili dicendo: «Buona sera, papà!» Vedono ad
-ogni momento degli occhi che vorrebbero chiudere e che si riaprono
-ogni mattina alla luce come quelli di Belvidero in questo _studio_.
-Dio solo sa il numero di parricidii che si commettono col pensiero!
-Figuratevi un uomo che deve passare mille scudi di rendita vitalizia ad
-una vecchia, e che ambedue vivono in campagna, separati da un ruscello,
-ma abbastanza estranei l'uno all'altra, per potere odiarsi cordialmente
-senza mancare a quelle convenienze umane che mettono una maschera sul
-viso di due fratelli, di cui l'uno avrà il maggiorasco, l'altro una
-legittima. Tutta la civiltà europea riposa sull'_eredità_ come sopra
-un perno; sarebbe stoltezza sopprimerlo, ma non si potrebbe, come nelle
-macchine che formano l'orgoglio della nostra epoca, perfezionare questa
-ruota essenziale?
-
-Se l'autore ha conservato questa vecchia formola: _Al lettore_ in
-un'opera in cui cerca di rappresentare tutte le forme letterarie, si
-è per fare un'osservazione relativa ad alcuni studii ed in ispecie
-a questo. Ognuna delle sue composizioni è basata su delle idee più o
-meno nuove, la cui manifestazione gli sembra utile; può tenere alla
-priorità di certe forme, di certi pensieri, che, di poi, sono passati
-nel dominio letterario, e si sono talvolta volgarizzati. Le date della
-primitiva pubblicazione di ciascun studio non devono dunque riuscire
-indifferenti a quelli dei lettori che vorranno rendergli giustizia.
-
-La lettura ci procura amici sconosciuti, e quale amico è un lettore!
-Abbiamo degli amici noti che non leggono una riga di nostro! L'autore
-spera aver pagato il suo debito dedicando quest'opera DIIS IGNOTIS.
-
- . . . . . . .
-
-In un sontuoso palazzo di Ferrara, una sera d'inverno Don Juan
-Belvidero, dava un festino ad un principe della casa d'Este. A
-quell'epoca una festa era uno spettacolo meraviglioso che solo potevano
-realizzare ricchezze da re o da gran signore. Sedute intorno ad un
-tavolo illuminato da candele profumate, sette allegre dame scambiavano
-dolci propositi fra ammirabili capi d'opera, i cui candidi marmi si
-staccavano sulle pareti di stucco rosso e contrastavano coi ricchi
-tappeti di Turchia. Vestite di seta, scintillanti d'oro e cariche
-di pietre preziose che brillavano meno degli occhi loro, tutte
-raccontavano energiche passioni, ma diverse come lo erano le loro
-bellezze. Esse non differenziavano nè di parole nè di idee; l'aria,
-uno sguardo, qualche gesto e l'accento servivano alle loro parole di
-commentarii libertini, lascivi, melanconici o scherzosi.
-
-Una pareva dire: — La mia bellezza sa riscaldare il cuore gelato dei
-vecchi.
-
-L'altra: — Amo restare sdrajata sui cuscini, per pensare con ebbrezza a
-quelli che mi adorano.
-
-Una terza, novizia di queste feste, voleva arrossire: — In fondo
-del cuore sento un rimorso, ella diceva. Sono cattolica ed ho paura
-dell'inferno. Ma vi amo tanto, oh tanto, che posso sacrificarvi
-l'eternità.
-
-La quarta, vuotando una tazza di vino di Chio, sclamava: — Viva
-l'allegria! Ad ogni aurora io prendo una nuova vita. Dimentica del
-passato, ebra ancora degli assalti della vigilia, tutte le sere
-esaurisco una vita di felicità, una vita piena d'amore!
-
-La donna seduta presso Belvidero lo guardava con occhi infocati. Era
-silenziosa. — Non mi affiderei ai _bravi_ per uccidere il mio amante,
-se mi abbandonasse! Poi aveva riso; ma la sua mano convulsiva rompeva
-una scatola d'oro da confetti, miracolosamente scolpita. — Quando sarai
-tu granduca? dimandò la sesta al principe con una espressione di gioja
-omicida fra i denti, e di delirio bacchico negli occhi. — E tu, quando
-morrà tuo padre? disse la settima ridendo e gettando il suo mazzo a
-Don Giovanni con un gesto inebriante di civetteria. Era una innocente
-giovinetta, avvezza a scherzare con tutte le cose sacre. — Ah! non me
-ne parlate, gridò il giovine e bello Don Juan Belvidero, non vi è al
-mondo che un padre eterno, e sventura vuole che l'abbia io.
-
-Le sette cortigiane di Ferrara, gli amici di Don Giovanni ed il
-principe stesso gettarono un grido d'orrore. Duecento anni dopo e
-sotto Luigi XV la gente di buon gusto avrebbe riso di quella sortita.
-Ma fors'anche sul principio di un'orgia le anime avevano ancora troppa
-lucidità. Ad onta del fuoco delle candele, del grido delle passioni,
-dell'aspetto dei vasi d'oro e d'argento, del fumo dei vini, ad onta
-della contemplazione delle donne più incantevoli, vi era forse ancora,
-nel fondo dei cuori, un po' di quella vergogna per le cose umane e
-divine che lotta fino a tanto che l'orgia l'abbia annegata negli ultimi
-fiotti d'un vino spumante. Tuttavia i fiori erano già appassiti, gli
-occhi si inebetivano, e l'ubbriachezza guadagnava terreno, secondo
-l'espressione di Rabelais, fino ai sandali. In quel momento di
-silenzio, s'aprì una porta e, come al convito di Baldassare, Dio si
-fece riconoscere; comparve sotto le sembianze di un vecchio domestico
-dai capelli bianchi, dal passo tremante, dalle sopraciglia contratte;
-entrò con aria triste, sprezzò con un'occhiata le corone, le tazze di
-vermiglia, le piramidi di frutta, lo splendore della festa, la porpora
-dei volti sbalorditi ed i colori dei cuscini su cui si affondavano le
-candide braccia delle donne; finalmente gettò il lutto su quella follia
-dicendo con voce cavernosa queste tristi parole: — Monsignore, vostro
-padre è moribondo. Don Giovanni si alzò dicendo ai suoi ospiti un gesto
-che può tradursi così: «Scusatemi, non sono cose che accadono tutti i
-giorni.»
-
-La morte di un padre non sorprende spesso i giovan nel mezzo degli
-splendori della vita, nel seno delle follie di un'orgia? La morte è
-così subitanea ne' suoi capricci come una cortigiana nelle sue collere;
-ma, più fedele, non ha mai ingannato alcuno.
-
-Quando Don Giovanni ebbe chiusa la porta della sala, camminò in
-una lunga galleria altrettanto fredda quanto oscura, e si sforzò di
-assumere un'apparenza teatrale; pensando alla sua parte di figlio aveva
-buttata via col tovagliolo la mattana. La notte era nera. Il servitore
-silenzioso che conduceva il giovine verso una camera mortuaria, faceva
-scarsamente lume al suo padrone, di modo che la _morte_, ajutata dal
-freddo, dal silenzio, dall'oscurità, per una reazione d'ubbriacatura
-forse, potè insinuare alcune riflessioni nell'animo di questo
-dissipatore, che interrogò la sua vita e divenne pensieroso come un
-uomo sotto processo che s'incammina al tribunale.
-
-Bartolomeo Belvidero padre di Don Giovanni era un vecchio nonagenario
-che aveva passata la maggior parte della sua vita nei traffichi
-mercantili. Avendo spesso attraversati i magici paesi dell'Oriente,
-aveva acquistate immense ricchezze e cognizioni, come egli diceva, più
-preziose dell'oro e dei diamanti dei quali allora più non si curava. —
-Preferisco un dente ad un rubino ed il potere al sapere, diceva qualche
-volta sorridendo. Questo buon padre si compiaceva nell'udire Don
-Giovanni raccontargli una scappata giovanile, e diceva con aria maligna
-prodigandogli l'oro: Mio caro figlio, non fare altre sciocchezze che
-quelle le quali ti divertiranno. — Era il solo vecchio che provasse
-piacere a vedere un giovane; l'amor paterno lo illudeva nella
-contemplazione di una vita così brillante. All'età di sessant'anni
-Belvidero si era innamorato di un angelo di pace e di bellezza.
-Don Giovanni era stato il solo frutto di questo tardo e passeggero
-amore. Dopo quindici anni il buon uomo deplorava la perdita della
-sua cara Juana. I numerosi suoi servitori e suo figlio attribuivano a
-questo dolore del vecchio le singolari abitudini che aveva contratte.
-Rifugiato nell'ala più incomoda del suo palazzo, Bartolomeo non ne
-usciva che assai di rado, e Don Giovanni stesso non poteva penetrare
-nell'appartamento di suo padre senza averne ottenuto il permesso.
-Se questo volontario anacoreta andava e veniva nel palazzo, o per le
-vie di Ferrara, pareva in cerca di cosa che gli mancasse; camminava
-tutto impensierito, indeciso, preoccupato come un uomo in lotta con
-un'idea o con un ricordo. Mentre il giovane dava delle feste sontuose,
-ed il palazzo rimbombava degli scoppii della sua gioja, i cavalli
-scalpitavano nelle corti e i paggi questionavano giocando ai dadi sui
-gradini, Bartolomeo mangiava sette oncie di pane al giorno e beveva
-dell'acqua. Se gli occorreva un po' di pollame, era per darne le ossa
-ad un barbone nero, suo fedel compagno. Durante la malattia, se il
-suono del corno e gli abbajamenti dei cani lo sorprendevano nel sonno,
-si accontentava di dire: — Ah! è Don Giovanni che rincasa.
-
-Su questa terra non si era mai incontrato un padre così comodo e così
-indulgente, quindi il giovane Belvidero, avvezzo a trattarlo senza
-complimenti, aveva tutti i difetti dei fanciulli viziati; viveva con
-Bartolomeo come una cortigiana capricciosa vive con un antico amante,
-facendo passare un'impertinenza con un sorriso, vendendo il suo buon
-umore e lasciandosi amare. Ricostruendo mentalmente il quadro dei
-suoi anni giovanili, Don Giovanni si accorse che gli sarebbe stato
-difficile trovare in difetto la bontà di suo padre. Sentendo in
-fondo al cuore nascere un rimorso, nel momento in cui attraversava
-la galleria, si sentì quasi spinto a perdonare a Belvidero d'aver
-vissuto così a lungo. Tornava a sentimenti di pietà filiale, come un
-ladro diventa uomo onesto per il possibile godimento di un milione
-bene occultato. In breve il giovane attraversò le alte e fredde sale
-che componevano l'appartamento di suo padre. Dopo aver provato gli
-effetti d'un'atmosfera umida, respirata l'aria densa, l'odore stantìo
-che esalava dalle vecchie tappezzerie e dagli armadii coperti di
-polvere, si trovò nell'antica camera del vecchio, davanti a un letto
-nauseabondo, presso un focolare quasi spento. Una lampada posta sopra
-un tavolo di forma gotica, gettava a intervalli ineguali degli sprazzi
-di luce più o meno forti sul letto e mostrava così la figura del
-vecchio sotto aspetti sempre diversi. Il freddo fischiava attraverso le
-finestre mal chiuse; e la neve sferzando i vetri produceva uno strepito
-sordo. Questa scena faceva un contrasto così spiccato con quella che
-Don Giovanni aveva lasciata, che non potè a meno di trasalire. Poi
-ebbe freddo quando, avvicinandosi al letto, un barbaglio abbastanza
-violento di luce, spinto da un soffio di vento, illuminò la testa di
-suo padre; i lineamenti ne erano scomposti, la pelle aderente alle
-ossa aveva delle tinte verdognole che la bianchezza del guanciale su
-cui riposava il vegliardo rendeva ancora più orribili; contratta dal
-dolore, la bocca semichiusa e priva di denti lasciava passare alcuni
-sospiri la cui lugubre energia era sostenuta dagli urli della tempesta.
-Ad onta di questi segni di distruzione, su quella testa splendeva un
-carattere incredibile di potenza. Uno spirito superiore vi combatteva
-la morte. Gli occhi, infossati dalla malattia, avevano una fissità
-singolare. Pareva che Bartolomeo cercasse col suo sguardo di morente di
-uccidere un nemico steso ai piedi del suo letto. Quello sguardo fisso e
-freddo era tanto più spaventoso, in quanto che la testa restava in una
-immobilità simile a quella dei cranii posti sulle tavole dei medici.
-Il corpo, nettamente disegnato dalle coperte del letto, annunziava che
-le membra del vecchio avevano la stessa rigidezza. Tutto era morto,
-meno gli occhi. I suoni poi che uscivano dalla bocca avevano qualche
-cosa di meccanico. Don Giovanni provò una certa vergogna di arrivare
-al letto di suo padre morente conservando sul petto il mazzolino di una
-cortigiana, e portandovi i profumi di una festa ed il sentore del vino.
-
-— Tu ti divertivi! sclamò il vecchio, vedendo suo figlio.
-
-Nello stesso momento la voce pura e leggiera d'una cantante che
-rallegrava i convitati, fortificata dagli accordi della viola sulla
-quale si accompagnava, dominò i rantoli dell'uragano, e risuonò fino
-in quella funebre stanza. Don Giovanni voleva non intendere quella
-selvaggia affermazione data a suo padre.
-
-Bartolomeo disse: — Non te ne faccio un carico, figliuol mio.
-
-Questa parola piena di dolcezza fece male a Don Giovanni, che non
-perdonò a suo padre quella pungente bontà. — Che rimorso per me, padre
-mio! gli disse ipocritamente. — Povero Juanino, rispose il morente con
-voce sorda, sono sempre stato così buono con te, che tu non desidererai
-la mia morte? — Oh, sclamò Don Giovanni, se fosse possibile rendervi
-la vita dandovi una parte della mia! (Queste cose si possono sempre
-dire, pensava lo scialacquatore; gli è come se offrissi il mondo alla
-mia amante.) Appena finito il suo pensiero, il barbone abbajò. Quella
-voce intelligente fece fremere Don Giovanni: credette di essere stato
-compreso dal cane. — Sapeva bene, figlio mio, che potevo contare su
-di te, gridò il moribonda Io vivrò. Va, tu sarai contento. Vivrò,
-ma senza toglierti un giorno di quelli che ti appartengono. — Ha il
-delirio, disse fra sè Don Giovanni. Poi aggiunse a voce alta: Si, caro
-padre, voi vivrete certo, tanto come me, giacchè la vostra imagine sarà
-continuamente nel mio cuore. — Non si tratta di questa vita, disse
-il vecchio signore raccogliendo le sue forze per mettersi a sedere,
-giacchè fu agitato da uno di quei sospetti che non nascono se non sotto
-il capezzale dei morenti. Ascolta, figlio mio, continuò con una voce
-affievolita da quest'ultimo sforzo, io non ho maggior voglia di morire
-che tu non l'abbia di far senza innamorate, vino, cavalli, falconi,
-cani ed oro. — Lo credo bene, pensò il figlio inginocchiandosi davanti
-al letto e baciando una delle mani cadaveriche di Bartolomeo. Ma,
-riprese a dire, padre mio, mio caro padre, bisogna sottomettersi alla
-volontà di Dio! — Dio son io, replicò il vecchio brontolando. — Non
-bestemmiate! gridò il giovane vedendo l'aria minacciosa che assunsero i
-tratti di suo padre. Guardatevene bene; avete ricevuta rastrema unzione
-ed io non potrei più consolarmi, se vi vedessi morire in peccato. —
-Vuoi ascoltarmi? gridò il morente ringhiando.
-
-Don Giovanni tacque. Regnò un orribile silenzio. Attraverso i pesanti
-fischi della neve, gli accordi della viola e la voce deliziosa
-arrivarono ancora, deboli come lo spuntare del giorno. Il moribondo
-sorrise. — Ti ringrazio di aver invitato delle cantanti, d'aver
-condotto della musica. Una festa, delle donne giovani e belle, bianche
-coi capelli neri! tutti i piaceri della vita. Falle restare, io sto per
-rinascere. — Il delirio è al colmo, disse Don Giovanni. — Ho scoperto
-un mezzo per risuscitare. Guarda! Cerca nel cassetto del tavolo,
-l'aprirai spingendo una molla nascosta dal grifone. — Ci sono, padre
-mio.
-
-— Là, bravo, prendi una boccettina di cristallo di rocca.
-
-— Eccola. — Ho impiegato venti anni a.... In quel momento il vecchio
-sentì avvicinarsi la sua fine, e raccolse tutta la sua energia per
-dire: appena avrò reso l'ultimo sospiro, mi strofinerai tutto con
-quell'acqua, ed io risusciterò. — Ve n'è ben poca replicò, il giovane.
-
-Se Bartolomeo non poteva più parlare, aveva ancora la facoltà di
-intendere e di vedere; a quelle parole volse la testa verso Don
-Giovanni con un movimento spaventosamente brusco; il suo collo restò
-torto come quello di una statua di marmo dal pensiero dello scultore
-condannata a guardare da un lato: i suoi occhi ingranditi contrassero
-una ributtante immobilità. Era morto, morto perdendo la sua sola, la
-sua ultima illusione. Cercando un asilo nel cuore di suo figlio, vi
-trovava una tomba più vuota di quella che di solito gli uomini fanno
-ai loro morti. Quindi i suoi capelli furono sparpagliati dall'orrore,
-ed il suo sguardo convulso parlava ancora. Era un padre che si levava
-dal suo sepolcro per domandare vendetta a Dio! — To'! il buon uomo è
-finito, esclamò Don Giovanni.
-
-Nella premura di presentare alla luce della lampada la boccetta
-misteriosa, come un bevitore consulta la sua bottiglia alla fine del
-pranzo, non aveva veduto imbianchire l'occhio di suo padre. Il cane
-estatico contemplava alternativamente il padrone morto e l'elisir, come
-Don Giovanni guardava tratto tratto suo padre e la fiala. La lampada
-gettava delle fiamme ondeggianti. Il silenzio era profondo, la viola
-muta. Belvidero trasalì credendo di vedere suo padre che si muoveva.
-Intimidito dall'espressione fredda dei suoi occhi accusatori, li
-chiuse, come avrebbe spinta una persiana mossa dal vento in una notte
-d'autunno. Si tenne ritto, immobile, ingolfato in un mondo di pensieri.
-Tutto ad un tratto uno strepito aspro, simile allo stridore di una
-molla irrugginita, ruppe quel silenzio. Don Giovanni, sorpreso, per
-poco non lasciò cadere la boccetta. Un sudore più freddo dell'acciajo
-d'un pugnale, esci dai suoi pori. Un gallo di legno dipinto si alzò al
-di sopra di un orologio e cantò tre volte. Era una di quelle macchine
-ingegnose coll'ajuto delle quali i dotti di quell'epoca si facevano
-svegliare all'ora fissata pei loro lavori. L'alba tingeva già in rosso
-le finestre. Don Giovanni aveva passate dieci ore a riflettere. Il
-vecchio orologio era più fedele al suo servizio ch'egli non lo fosse
-nel compimento dei suoi doveri verso Bartolomeo. Quel meccanismo si
-componeva di legno, di molle, di corde, di ruote, mentre egli aveva
-quel meccanismo particolare all'uomo che chiamasi un cuore. Per non
-esporsi più a perdere il misterioso liquore, lo scettico Don Giovanni
-lo ricollocò nel cassetto della piccola tavola gotica. In quel momento
-solenne udì nelle gallerie un sordo tumulto; erano voci confuse, risa
-soffocate, passi leggieri, fruscii di seta, insomma lo strepito di una
-allegra brigata che cerca di raccogliersi.
-
-La porta si aperse, ed il principe, gli amici di Don Giovanni, le sette
-cortigiane, le cantatrici, apparvero nello strano disordine in cui si
-trovano delle danzatrici sorprese dal chiarore del mattino, quando il
-sole lotta colle fiamme delle candele che impallidiscono. Arrivavano
-tutti per dare al giovine ereditiero le consolazioni d'uso. — Oh! oh!
-il povero Don Giovanni avrebbe dunque presa sul serio questa morte?
-disse il principe all'orecchio della Brambilla. — Ma suo padre era un
-gran buon uomo, ella rispose.
-
-Le meditazioni notturne di Don Giovanni avevano impressa sui suoi
-lineamenti un'espressione così singolare, che impose silenzio a
-quel gruppo. Gli uomini restarono immobili. Le donne, i cui labbri
-erano arsi dal vino, le cui gote erano chiazzate dai baci, si
-inginocchiarono e si misero a pregare. Don Giovanni non potè a meno
-di trasalire vedendo gli splendori, le gioje, le risa, i canti, la
-gioventù, la bellezza, il potere, tutte le personificazioni della
-vita, prosternarsi così davanti alla morte. Ma in questa adorabile
-Italia, stravizzo e religione si accoppiavano allora così bene, che la
-religione era uno stravizzo, lo stravizzo una religione. Il principe
-strinse affettuosamente la mano a Don Giovanni, poi tutte le faccie
-avendo formulata simultaneamente la stessa smorfia tra la tristezza
-e l'indifferenza, quella fantasmagoria disparve lasciando vuota la
-sala. Un bel quadro della vita! Discendendo le scale il principe disse
-alla Roverbella: — Eh! chi avrebbe creduto Don Giovanni uno spaccone
-d'empietà! Ama suo padre! — Avete osservato il cane nero? chiese la
-Brambilla. — Eccolo immensamente ricco, soggiunse sospirando la Bianca
-Cavatoline. — Che m'importa? sclamò la fiera Varenese, quella che aveva
-spezzata la scatola da confetti. — Come? Che t'importa? esclamò il
-duca. Coi suoi scudi adesso è altrettanto principe quanto lo sono io.
-
-Da principio Don Giovanni, agitato da mille pensieri, ondeggiò fra
-diversi partiti. Dopo avere consultato il tesoro ammassato da suo
-padre, tornò la sera nella camera mortuaria coll'anima gonfia di un
-terribile egoismo. Trovò nell'appartamento tutte le persone della
-casa occupate a disporre gli ornamenti del letto di parata sul quale
-_fu monsignore_ doveva essere espostoli giorno dopo, in mezzo ad una
-superba camera ardente, curioso spettacolo che tutta Ferrara doveva
-venire ad ammirare. Don Giovanni fece un segno, ed i suoi uomini si
-fermarono tutti, interdetti, tremanti. — Lasciatemi solo qui, disse con
-voce alterata, non vi ritornerete che al momento in cui io uscirò.
-
-Quando non risuonarono più che debolmente i passi del vecchio servitore
-che se ne andava per l'ultimo, Don Giovanni chiuse affrettatamente la
-porta, e, sicuro d'essere solo, esclamò: — Proviamo!
-
-Il corpo di Bartolomeo era steso su una lunga tavola. Per togliere agli
-occhi di tutti lo schifoso spettacolo di un cadavere che l'estrema
-decrepitezza e la magrezza rendevano simile ad uno scheletro, gli
-imbalsamatori avevano gettato sul corpo un drappo che l'avviluppava,
-meno la testa. Quella specie di mummia giaceva nel mezzo della camera
-ed il drappo, naturalmente morbido, ne disegnava vagamente le forme, ma
-acute, stecchite, gracili. Il volto era già segnato da larghe chiazze
-violacee che indicavano la necessità di completare l'imbalsamazione. Ad
-onta dello scetticismo di cui era armato, Don Giovanni tremò sturando
-la magica fiala di cristallo. Quando arrivò presso alla testa, fu
-anzi costretto di attendere un istante, tanto tremava. Ma quel giovane
-era stato di buon'ora sapientemente corrotto dai costumi d'una corte
-dissoluta; una riflessione degna del duca d'Urbino venne a dargli un
-coraggio eccitato da un vivo sentimento di curiosità; gli sembrava anzi
-che il demonio gli avesse suggerito queste parole che rimbombarono nel
-suo cuore: _Imbevigli un occhio!_ Prese un pannolino e dopo averlo con
-parsimonia intinto nel prezioso liquore, lo passò leggiermente sulla
-pupilla destra del cadavere. L'occhio si aperse. — Ah! ah! disse Don
-Giovanni stringendo in pugno la boccetta, come noi stringeremmo in
-sogno il ramo al quale siamo sospesi al di sopra di un precipizio.
-
-Vedeva un occhio pieno di vita, un occhio di fanciullo in una testa
-da morto; la luce vi tremolava in mezzo ad un fluido giovanile e,
-protetto da belle ciglia nere, scintillava simile a quei lumi isolati
-che il viaggiatore vede in una campagna deserta nelle sere d'inverno.
-Quell'occhio fiammeggiante pareva volesse slanciarsi su Don Giovanni,
-e pensava, accusava, condannava, minacciava, giudicava, parlava. Vi
-si agitavano tutte le passioni umane. Erano le preghiere più tenere;
-una collera di re, poi l'amore di una giovinetta che chiede grazia
-ai suoi carnefici; finalmente lo sguardo profondo che getta un uomo
-nel salire l'ultimo gradino del patibolo. Scintillava tanta vita in
-quel frammento di vita, che Don Giovanni spaventato rinculò, passeggiò
-per la camera, senza osare di mirare quell'occhio che rivedeva sulle
-pareti, sulle tappezzerie. La camera era seminata di punte piene di
-fuoco, di vita, d'intelligenza. Dappertutto brillavano degli occhi che
-gli abbajavano dietro. — Sarebbe risuscitato per altri cento anni,
-gridò involontariamente quando, ricondotto davanti a suo padre da
-un'influenza diabolica, contemplò quella scintilla luminosa.
-
-Tutto ad un tratto la pupilla intelligente si chiuse e si riaperse
-subitanea, come quella di una donna che acconsente. Se una voce avesse
-gridato: «Sì!» Don Giovanni non ne avrebbe provato maggior spavento. —
-Che fare? pensò. — Sì, disse l'occhio ammiccando con una sorprendente
-ironia. — Ah! ah! gridò Don Giovanni, v'è della stregoneria. E
-s'avvicinò all'occhio per schiacciarlo. Una grossa lagrima rotolò sulle
-guancie appassite del cadavere, e cadde sulla mano di Belvidero. —
-Scotta, gridò egli sedendo.
-
-Questa lotta l'aveva estenuato come se, a somiglianza di Giacobbe,
-avesse combattuto contro un angelo.
-
-Finalmente si alzò dicendo: — Purchè non si versi sangue! Poi,
-raccogliendo quel tanto di coraggio che basta per essere vile,
-schiacciò l'occhio, comprimendolo con un pannolino, ma senza guardarlo.
-Si udì un gemito, inatteso, ma terribile. Il povero barbone spirava
-urlando. — Che sia a parte del segreto? si domandò Don Giovanni
-guardando la bestia fedele.
-
-Don Giovanni Belvidero passò per un figlio pio. Inalzò un monumento di
-marmo bianco sulla tomba di suo padre, ed affidò l'esecuzione delle
-sue statue ai più celebri artisti dell'epoca. Non fu perfettamente
-tranquillo se non il giorno in cui la statua paterna, inginocchiata
-davanti alla religione, impose l'enorme suo peso su quella fossa,
-in fondo alla quale seppellì il solo rimorso che avesse sfiorato il
-suo cuore nei momenti di fisica stanchezza. Inventariando le immense
-ricchezze ammassate dal vecchio orientalista, Don Giovanni divenne
-avaro; non aveva da provvedere a due vite umane? Il suo sguardo
-profondamente scrutatore penetrò nel principio della vita sociale, ed
-abbracciò tanto meglio il mondo, in quanto lo vedeva attraverso una
-tomba. Analizzò gli uomini e le cose, per finirla in una volta col
-passato rappresentato dalla storia, col presente raffigurato dalla
-legge, coll'avvenire svelato dalla religione. Prese l'anima e la
-materia, le gettò in un crogiuolo, non vi trovò nulla, e da allora
-divenne _Don Giovanni_!
-
-Padrone delle illusioni della vita, si lanciò giovine e bello nella
-vita, sprezzando il mondo, ma facendosene padrone. La sua felicità
-non poteva essere quella felicità borghese che si pasce di un
-_lesso_ periodico, d'un buon scaldaletto per l'inverno, d'una lampada
-per la notte e di pantofole nuove ogni trimestre. No, egli non si
-impadronì dell'esistenza come una scimia che afferra una noce, e senza
-trastullarsi a lungo, spogliò saggiamente i volgari involucri del
-frutto per gustarne la polpa saporita.
-
-La poesia ed i sublimi trasporti della passione umana non gli vennero
-più tra i piedi. Non commise l'errore di quegli uomini potenti i
-quali, imaginando talvolta che le piccole anime credano alle grandi,
-si avvisano di scambiare gli alti pensieri dell'avvenire colla moneta
-spicciola delle nostre idee vitalizie. Egli ben poteva come essi
-camminare i piedi sulla terra, la testa nei cieli; ma amava meglio
-stare seduto ed asciugare col suoi baci più di un labbro di donna
-tenera, fresca e profumata; giacchè simile alla morte, dove passava
-divorava tutto senza pudore, volendo un amore di possesso, un amore
-orientale dai piaceri lunghi e focili. Non amando nelle donne che _la
-donna_, si fece dell'ironia un abito naturale all'anima sua. Quando le
-sue amanti si servivano di un letto per salire al cielo, ove andavano
-a perdersi in un'estasi delirante, Don Giovanni ve le seguiva, grave,
-espansivo, sincero quanto può esserlo uno studente tedesco. Ma diceva
-io, quando la sua innamorata, folle, smarrita, diceva _noi_! Sapeva
-mirabilmente lasciarsi trascinare da una donna. Era sempre abbastanza
-forte per lasciarle credere che tremava come un giovine collegiale che
-in un ballo dice alla sua prima ballerina: «Amate la danza?» Ma sapeva
-anche ruggire a proposito, sfoderare la potente sua spada e sfracellare
-i commendatori. V'era dello scherno nella sua semplicità e del riso
-nelle sue lagrime, giacchè sapeva piangere come una donna quando
-dice a suo marito: «Regalami carrozza e cavalli, o muojo tisica.»
-Pei negozianti il mondo è una balla o una massa di biglietti in
-circolazione; per la maggior parte dei giovani è una donna; per alcune
-donne è un uomo; per certi individui è un salone, una consorteria, un
-quartiere, una città; per Don Giovanni l'universo era lui. Modello di
-grazia e di nobiltà, d'uno spirito seducente, attaccò la sua barca a
-tutte le rive; ma facendosi condurre non andava che dove voleva essere
-condotto. Più visse, più dubitò. Esaminando gli uomini indovinò spesso
-che il coraggio era temerità; la prudenza poltroneria; la generosità
-astuzia; la giustizia un delitto; la delicatezza una ingenuità; la
-probità un'organizzazione; e per una fatalità singolare si accorse
-che le persone veramente probe, delicate, giuste, generose, prudenti e
-coraggiose, non godevano presso gli uomini considerazione di sorta. Che
-gelido scherzo! si disse. Non viene da un Dio. Ed allora, rinunciando
-ad un mondo migliore, non si levò mai il cappello udendo pronunciare
-un nome e considerò i santi di pietra nelle chiese come opere d'arte.
-In tal modo, comprendendo il meccanismo delle società umane, non
-urtava mai troppo i pregiudizii, perchè non era tanto potente come il
-carnefice; ma maneggiava le leggi sociali con quella grazia e quello
-spirito così ben resi nella scena con Monsieur Dimanche. Fu infatti il
-tipo del Don Giovanni di Molière, del Faust di Goethe, del Manfredo di
-Byron o del Melmoth di Maturin. Grandi imagini tracciate dai più grandi
-genii d'Europa, ed ai quali non mancarono gli accordi di Mozart come
-forse la lira di Rossini. Imagini terribili che il principio del male,
-esistente nell'uomo, fa eterne, e delle quali di secolo in secolo si
-ritrovano alcuni esemplari; sia che questo tipo entri a trattare cogli
-uomini incarnandosi in Mirabeau, sia che si accontenti di agire in
-silenzio come Bonaparte, o di conglobare l'universo in un'ironia come
-il divino Rabelais; oppure anco sia che rida degli esseri invece di
-insultare le cose, come il maresciallo di Richelieu; e meglio ancora,
-sia che si burli degli uomini e delle cose come il più celebre dei
-nostri ambasciatori. Ma il genio profondo di Don Giovanni Belvidero
-riassunse, in anticipazione, tutti questi genii. Si burlò di tutto. La
-sua vita era uno scherno che comprendeva uomini, cose, instituzioni,
-idee. Quanto all'eternità, aveva chiacchierato famigliarmente una
-mezz'ora col papa Giulio II ed alla fine della conversazione gli disse
-ridendo: — Se bisogna assolutamente scegliere, amo meglio credere a Dio
-che al diavolo; la potenza unita alla bontà offre sempre più risorse
-che il genio del male. — Sì un Dio, vuole che si faccia penitenza in
-questo mondo... — Voi dunque pensate sempre alle vostre indulgenze?
-rispose Belvidero. Ebbene! per pentirmi dei falli della prima mia vita,
-ho in riserva tutta un'esistenza. — Ah! se intendi così la vecchiaja,
-esclamò il papa, arrischii di essere canonizzato. — Dopo il vostro
-inalzamento al soglio pontificio si può credere qualunque cosa.
-
-E se ne andarono a vedere gli operaj occupati a costruire l'immensa
-basilica consacrata a san Pietro. — San Pietro è l'uomo di genio che ci
-ha costituito il nostro doppio potere, disse il papa a Don Giovanni, e
-merita questo monumento. Ma alle volte, di notte, penso che un diluvio
-passerà la spugna su di ciò e bisognerà ricominciare...
-
-Don Giovanni ed il papa si misero a ridere: si erano intesi. Uno
-sciocco sarebbe andato il giorno dopo a divertirsi con Giulio II da
-Raffaello, o nella deliziosa villa Madama; ma Belvidero andò a vederlo
-officiare pontificalmente per convincersi dei suoi dubbii. In un'orgia
-La Rovere avrebbe potuto smentirsi e commentare l'Apocalisse.
-
-Ad ogni modo questa leggenda non fu intrapresa per fornire materiali a
-quelli che volessero scrivere delle memorie sulla vita di Don Giovanni;
-è destinata a provare agli uomini onesti che Belvidero non è morto nel
-suo duello con una pietra, come vogliono far credere alcuni litografi.
-Allorchè Don Giovanni Belvidero raggiunse l'età di 60 anni, venne a
-stabilirsi in Ispagna.
-
-Là, nella sua tarda età, sposò una bella ed incantevole andalusa. Ma,
-per calcolo, non fu nè buon padre, nè buon marito. Aveva osservato che
-non siamo mai amati teneramente se non dalle donne delle quali non ci
-curiamo più che tanto. Dona Elvira, santamente allevata da una vecchia
-zia nel fondo dell'Andalusia, in un castello a poche leghe da San
-Lucar, era tutta abnegazione e grazia. Don Giovanni indovinò che quella
-giovinetta sarebbe donna da combattere lungamente una passione prima di
-cedervi; sperò quindi poterla conservare virtuosa fino alla sua morte.
-Fu uno scherzo serio, una partita a scacchi che voleva riservarsi di
-giuocare negli ultimi suoi giorni. Forte di tutti gli errori commessi
-da suo padre Bartolomeo, Don Giovanni risolse di far servire le
-minime azioni della sua vecchiaja alla riescita del dramma che doveva
-compiersi al suo letto di morte. Quindi la maggior parte delle sue
-ricchezze restò sepolta nelle cantine del suo palazzo a Ferrara, ove
-andava di raro. Quanto all'altra metà della sua sostanza, fu collocata
-a vitalizio, per interessare alla durata della sua vita la moglie
-ed i figli, specie di astuzia che suo padre avrebbe dovuto usare;
-ma questa speculazione machiavellica non gli fu molto necessaria.
-Il giovine Filippo Belvidero suo figlio divenne uno spagnuolo così
-conscienziosamente religioso quanto suo padre era empio, in virtù forse
-del proverbio: _a padre avaro figliuol prodigo_. L'abate di San Lucar
-fu scelto da Don Giovanni per dirigere le conscienze della duchessa
-di Belvidero e di Filippo. Questo ecclesiastico era un sant'uomo,
-bello della persona, mirabilmente proporzionato, che aveva dei begli
-occhi neri, una testa alla Tiberio, logorata dai digiuni, bianca di
-macerazioni, e giornalmente tentato come lo sono tutti i solitarii.
-Il vecchio signore sperava forse di potere uccidere anche un frate
-prima di fluire la prima locazione della sua vita. Ma sia che l'abate
-fosse abbastanza forte quanto poteva esserlo lo stesso Don Giovanni,
-sia che Dona Elvira avesse più prudenza o virtù che la Spagna non
-accordi alle donne, Don Giovanni fu costretto a passare i suoi ultimi
-giorni come un vecchio curato di campagna senza scandali in casa.
-Alle volte si divertiva a trovare il figlio o la moglie in fallo nei
-doveri di religione, e voleva imperiosamente che eseguissero tutte le
-obbligazioni imposte ai fedeli della corte di Roma. Finalmente non era
-mai tanto felice come quando udiva il galante abate di San Lucar, Dona
-Elvira e Filippo occupati a discutere un caso di conscienza.
-
-Intanto, ad onta delle cure prodigiose che il signor Don Giovanni
-Belvidero metteva per la propria conservazione, i giorni della
-decrepitezza arrivarono; con quell'età dolorosa vennero gli strilli
-dell'impotenza, strilli tanto più strazianti, quanto più ricchi erano i
-ricordi della sua bollente giovinezza, e della sua voluttuosa maturità.
-Quest'uomo in cui l'ultimo grado dell'ironia era di impegnare gli
-altri a credere alle leggi ed ai principii dei quali egli si burlava,
-si addormentava la sera su un _forse_! Questo modello di buon genere,
-questo duca, vigoroso in un'orgia, superbo alle corti, grazioso colle
-donne, i cui cuori erano stati da lui torti come un villano torce
-un laccio di vimini, quest'uomo di genio aveva un catarro ostinato,
-una sciatica importuna, una gotta brutale. Vedeva che i suoi denti
-l'abbandonavano, come alla fine di una serata, le dame più bianche, le
-meglio abbigliate se ne vanno ad una ad una lasciando la sala deserta
-e smobiliata. Finalmente le ardite sue mani tremarono, le sue svelte
-gambe vacillarono, ed alla sera l'apoplessia gli serrò il collo colle
-sue mani adunche e glaciali. Da quel giorno fatale divenne torbido e
-duro. Accusava la devozione di suo figlio e di sua moglie, pretendendo
-a volte che non gli prodigassero le loro cure toccanti e delicate
-colla voluta tenerezza se non perchè aveva fatto vitalizio di tutta
-la sua sostanza. Elvira e Filippo versavano allora lagrime amare e
-raddoppiavano le carezze al malizioso vecchio la cui voce arrocata
-si faceva affettuosa per dir loro: — Amici miei, mia cara moglie,
-mi perdonate, non è vero? Io vi tormento un poco. Ahimè! Gran Dio!
-come si servì di me per provare queste due creature celesti! Io, che
-dovrei essere la loro gioja, sono il loro flagello. — Così li incatenò
-ai piedi del suo letto, facendo loro dimenticare dei mesi intieri
-di impazienza e di crudeltà con un'ora in cui per essi spiegava i
-tesori sempre nuovi della sua grazia e di una falsa tenerezza. Sistema
-paterno che gli riescì infinitamente meglio di quello che suo padre
-aveva usato con lui. Finalmente arrivò a tal grado di malattia che per
-metterlo a letto bisognava manovrarlo come una feluca che entra in un
-canale pericoloso. Poi il giorno della morte arrivò. Questo brillante
-e scettico personaggio, la cui Intelligenza sopraviveva sola alla più
-terribile delle distruzioni, vide entrare un medico ed un confessore,
-le sue due antipatie. Ma con essi fu gioviale. Non aveva per sè un lume
-scintillante dietro il velo dell'avvenire? Su questa tela, di piombo
-per gli altri, diafana per lui, le leggiere, incantevoli delizie della
-gioventù scherzavano come ombre.
-
-Fu in una bella sera d'estate che Don Giovanni sentì l'avvicinarsi
-della morte. Il cielo di Spagna era d'un'ammirabile purezza, gli
-aranceti profumavano l'aria, le stelle distillavano luci vive
-e fresche, la natura sembrava dargli dei pegni sicuri della sua
-risurrezione; un figlio pietoso ed obbediente lo contemplava con amore
-e rispetto. Verso le undici volle restar solo con quell'essere candido.
-— Filippo, gli disse con una voce così tenera e così affettuosa che il
-giovane trasalì e pianse di gioja. Mai quel padre inflessibile aveva
-pronunciato; Filippo, in tal modo. — Ascoltami, figlio mio, continuò
-il moribondo. Io sono un gran peccatore. Quindi, durante tutta la mia
-vita ho pensato alla mia morte. Fui già l'amico del gran pontefice
-Giulio II. Quell'illustre pontefice temette che l'eccessiva irritazione
-dei miei sensi non mi facesse commettere qualche peccato mortale
-nell'intervallo in cui avessi a morire e quello in cui avessi ricevuto
-l'estrema unzione; mi regalò una fiala nella quale esiste l'acqua santa
-già tempo scaturita dalla roccia nel deserto. Ho conservato il segreto
-su questa dilapidazione del tesoro della chiesa, ma sono autorizzato a
-rivelare questo mistero a mio figlio _in articulo mortis_. Troverete la
-fiala nel cassetto di questa tavola gotica che non ha mai abbandonato
-il capezzale del mio letto... Il prezioso cristallo potrà servirvi
-ancora, mio amato Filippo. Giuratemi, per la vostra salute eterna, di
-eseguire puntualmente i miei ordini.
-
-Filippo guardò suo padre. Don Giovanni era troppo al fatto dei
-sentimenti umani per non morire in pace sulla fede di un tal sguardo. —
-Tu meritavi un altro padre, aggiunse Don Giovanni. Oso confessarti che
-nel momento in cui il rispettabile abate di San Lucar mi amministrava
-il viatico, io pensava all'incompatibilità di due potenze così grandi
-come il diavolo e Dio... — Oh! padre mio! — E riflettevo che quando
-Satana farà pace, dovrà, se non vuol essere un gran miserabile,
-stipulare il perdono dei suoi aderenti. Questo pensiero mi perseguita.
-Andrai dunque all'inferno se tu, mio figlio, non adempi la mia volontà
-— Ditemela subito, papà. — Appena avrò chiusi gli occhi, continuò Don
-Giovanni dopo alcuni minuti, prenderai il mio cadavere, ancora caldo,
-e lo stenderai su una tavola in mezzo a questa stanza. Poi spegnerai
-questa lampada; deve bastare la luce delle stelle. Mi spoglierai dei
-miei abiti; e mentre tu reciterai dei _pater_ e degii _ave_ sollevando
-l'anima a Dio, avrai cura di umettare con quest'acqua santa i miei
-occhi, le mie labbra, tutta la testa per prima, poi successivamente le
-membra del corpo; ma, caro figlio mio, la potenza di Dio è così grande
-che non dovrai stupirti di nulla!
-
-Allora Don Giovanni, che sentiva avvicinarsi la morte, aggiunse con
-voce terribile: — Tieni ben franca la fiala. Poi spirò dolcemente nelle
-braccia d'un figlio le cui lagrime abbondanti caddero sulla sua faccia
-ironica e smorta.
-
-Era circa la mezzanotte quando Don Filippo Belvidero collocò il
-cadavere di suo padre sulla tavola. Dopo averne baciata la fronte
-minacciosa e i capelli grigi, spense la lampada. Il lume dolce prodotto
-dal chiaro di luna, i cui riflessi bizzarri illuminavano la campagna,
-permisero a Filippo di intravedere indistintamente il cadavere di suo
-padre come qualche cosa di bianco in mezzo all'ombra. Il giovine imbibì
-del liquore un pannolino, ed assorto nella preghiera unse fedelmente
-quella testa sacra in mezzo ad un profondo silenzio. Intendeva, è vero,
-dei fremiti indefinibili, ma li attribuiva agli scherzi del venticello
-fra le cime degli alberi. Quando ebbe bagnato il braccio destro, si
-sentì stringere fortemente il collo da un braccio giovane e vigoroso,
-il braccio di suo padre! Gettò un grido straziante e lasciò cadere
-la fiala che si spezzò. Il liquore svaporò. La gente del castello
-accorse, munita di torcie. Quel grido li aveva spaventati e sorpresi,
-come se la tromba del giudizio universale avesse scosso l'universo.
-In un momento la camera fu piena di gente. La folla tremante vide Don
-Filippo svenuto, ma tenuto fermo dal braccio potente di suo padre che
-gli serrava il collo. Poi, cosa sopranaturale, gli astanti videro la
-testa di Don Giovanni, giovane e bella come quella dell'Antinoo; una
-testa dai capelli neri, dagli occhi brillanti, dalla bocca vermiglia
-che si agitava spaventevolmente senza poter muovere lo scheletro cui
-apparteneva. Un vecchio servo gridò: — Miracolo! E tutti gli spagnuoli
-ripeterono: Miracolo! Troppo pia per ammettere i misteri della magia,
-Dona Elvira mandò a cercare l'abate di San Lucar. Allorchè il priore
-vide il miracolo cogli occhi proprii, risolse di approfittarne da uomo
-di spirito e da abate che meglio non domandava di un aumento delle
-sue rendite. Dichiarando tosto che il signor Don Giovanni sarebbe
-infallibilmente canonizzato, decretò la cerimonia dell'apoteosi nel suo
-convento, che d'allora in poi, disse, si chiamerebbe San-Juan-de-Lucar.
-A quelle parole la testa fece un smorfia abbastanza comica.
-
-Il gusto degli Spagnuoli per siffatte solennità è così noto, che
-non deve essere difficile credere alle baldorie religiose colle
-quali l'abate di San Lucar celebrò la traslazione del _beato Don
-Juan Belvidero_ nella sua chiesa. Alcuni giorni dopo la morte di
-quell'illustre signore, il miracolo della sua imperfetta risurrezione
-si era subitaneamente narrata di villaggio in villaggio in un raggio di
-oltre cinquanta leghe attorno a San Lucar, ed era già uno spettacolo
-vedere i curiosi per le strade; essi vennero da tutte le parti,
-ingolositi da un _Te Deum_ cantato al chiarore delle fiaccole. L'antica
-moschea del convento di San Lucar, meraviglioso edifizio inalzato
-dai Mori e le cui volte udivano da tre secoli il nome di Gesù Cristo
-sostituito a quello di Allah, non potè contenere la folla accorsa a
-vedere la cerimonia. Stipati come formiche, gli hidalgos in mantello
-di velluto, armati delle loro buone spade, stavano in piedi attorno ai
-pilastri senza trovar posto da piegare le ginocchia, le quali non si
-piegavano che là. Incantevoli paesane, i cui corsetti disegnavano le
-vaghe forme, davano il braccio a vecchi coi capelli bianchi. Giovani
-dagli occhi di fuoco si trovavano a fianco di vecchie signore in gala.
-Poi erano coppie ansimanti di gioja, fidanzate curiose condotte dai
-loro innamorati; sposi recenti; fanciulli timidi condotti a mano.
-Tutta gente ricca di colori, brillante di contrasti, carica di fiori,
-smaltata, che faceva un grazioso tumulto nel silenzio della notte. Le
-ampie porte della chiesa si aprirono. Quelli che, venuti troppo tardi,
-restarono di fuori, vedevano di lontano attraverso le porte aperte
-una scena di cui le decorazioni vaporose delle nostre opere moderne
-non saprebbero dare una debole idea. Devote e peccatori, premurose di
-guadagnarsi le buone grazie di un nuovo santo, accesero in suo onore
-migliaia di ceri in quella vasta chiesa, lumi interessati che davano
-un magico aspetto al monumento. Le nere arcate, le colonne e i loro
-capitelli, le cappelle profonde e brillanti d'oro e d'argento, le
-gallerie, i rabeschi saraceni, i tratti più delicati di quella scultura
-gentile, si disegnavano in quella luce sovrabbondante come le figure
-capricciose che si formano in un braciere ardente. Era un oceano di
-fuochi, dominato nel fondo della chiesa dal coro dorato ove sorgeva
-l'altar maggiore, la cui pompa avrebbe rivaleggiato con quella del sole
-nascente.
-
-Infatti lo splendore delle lampade d'oro, dei candelabri d'argento,
-delle bandiere, dei pennoni, dei santi e degli _ex voto_ impallidiva
-davanti alla cassa in cui si trovava Don Giovanni. Il corpo dell'empio
-scintillava di pietre preziose, fiori, cristalli, diamanti, oro, piume
-bianche come le ali di un serafino, e sostituiva sull'altare un quadro
-di Cristo. Intorno a lui brillavano numerosi ceri che lanciavano
-nell'aria onde di fuoco. Il buon abate di San Lucar, parato cogli abiti
-pontificali, colla mitra tempestata di pietre preziose, il rocchetto,
-il pastorale d'oro, sedeva re del coro, sopra una poltrona di un lusso
-imperiale, nel mezzo di tutto il suo clero, composto d'impassibili
-vecchi dai capelli d'argento, vestiti di fini camici e che lo
-circondavano, simili ai santi confessori che i pittori aggruppano
-intorno al Padre Eterno. Il gran cantore ed i dignitarii del capitolo,
-decorati delle brillanti insegne della loro vanità ecclesiastica,
-andavano e venivano in mezzo alle nubi d'incenso, simili agli astri che
-circolano sul firmamento. Quando giunse l'ora del trionfo, le campane
-destarono gli echi delle campagne, e quell'immensa assemblea lanciò
-verso Dio il primo grido delle lodi col quale comincia il _Te Deum_,
-grido sublimo! Erano voci pure e leggiere, voci di donne in estasi,
-miste alle voci gravi e forti degli uomini, migliaja di voci così
-potenti, che l'organo non ne dominò l'assieme ad onta dei muggiti delle
-sue canne. Soltanto le note acute, giovanili, dei ragazzi del coro,
-e le lunghe note di alcuni bassi, suscitarono delle idee graziose,
-dipinsero l'infanzia e la forza, in quell'incantevole concerto di voci
-umane confuse in un sentimento d'amore. — _Te Deum laudamus!_
-
-Dal seno di quella cattedrale gremita di donne ed uomini inginocchiati,
-il canto uscì simile ad una luce che scintilla d'un tratto nella
-notte, ed il silenzio fu rotto come da un colpo di tuono. Le voci
-si sollevarono colle nubi d'incenso che gettavano veli diafani ed
-azzurrognoli sulle fantastiche meraviglie dell'architettura. Tutto
-era ricchezza, profumo, luce, melodia. Nel punto in cui quella musica
-d'amore e di riconoscenza si lanciò verso l'altare, Don Giovanni,
-troppo galante per non ringraziare, troppo spiritoso per non capire la
-burla, rispose con un riso terribile e si compose con dignità nella sua
-cassa. Ma il diavolo avendo richiamato alla sua mente l'eventualità
-che correva di essere preso per un uomo ordinario, un santo, un
-Bonifacio, un Pantaleone, turbò quella melodia d'amore con un urlo
-al quale si unirono le mille voci dell'inferno. La terra benediva, il
-cielo malediva. La chiesa ne tremò sulle antiche fondamenta. — _Te Deum
-laudamus!_ diceva l'assemblea. — Andate a tutti i diavoli, bestioni che
-siete! Dio, Dio! _Carajos demonios_, animali, quanto siete stupidi col
-vostro decrepito Dio!
-
-E un torrente d'imprecazioni si sprigionò come un torrente di lave
-ardenti in una eruzione del Vesuvio. — _Deus Sabaoth, Sabaoth!_
-gridarono i cristiani. — Voi insultate la maestà dell'inferno, rispose
-Don Giovanni, la cui bocca digrignava i denti.
-
-Poco dopo il braccio vivo potè passare al di sopra della cassa e
-minacciò l'assemblea con gesti pieni di disperazione ed ironia. — Il
-Santo ci benedisce, dissero le vecchie, i fanciulli ed i fidanzati,
-gente credula.
-
-Ecco come spesso siamo delusi nelle nostre adorazioni. L'uomo superiore
-si burla di quelli che lo complimentano, e complimenta qualche volta
-quelli dei quali si burla in fondo al cuore.
-
-Nel momento in cui l'abate, prosternato davanti all'altare, cantava:
-— _Sancte Johannes ora pro nobis!_ udì abbastanza distintamente: —
-O minchione! — Che cosa succede lassù? gridò il sottopriore vedendo
-moversi la cassa. — Il santo fa il diavolo, rispose l'abate.
-
-Allora quella testa viva si staccò violentemente dal corpo che non
-viveva più e cadde sul cranio giallo del celebrante. — Ricordati di
-donna Elvira, gridò la testa divorando quella dell'abate.
-
-Quest'ultimo gettò un grido orrendo che turbò la cerimonia. Tutti i
-preti accorsero e circondarono il loro sovrano. — Imbecille, di' dunque
-che vi è un Dio! gridò la voce nel momento in cui l'abate, morsicato
-nel cervello, spirava.
-
-
-
-
-LA BORSA
-
-
-Per le anime facili alle espansioni vi è un'ora deliziosa che giunge
-al momento in cui la notte non è fatta ed il giorno se n'è ito. La
-luce crepuscolare getta allora le sue molli tinte od i suoi riflessi
-bizzarri su tutti gli oggetti e favorisce una fantasticheria che si
-sposa vagamente agli effetti di luce ed ombra. Il silenzio che regna
-quasi sempre in quel momento lo rende specialmente caro agli artisti
-che si raccolgono, si piantano ad alcuni passi dai loro lavori cui non
-possono più attendere, e li giudicano inebriandosi dei soggetto il cui
-intimo significato si appalesa allora alla seconda vista del genio.
-Favoriti dal chiaroscuro i ripieghi materiali dell'arte per far credere
-alla realtà scompajono completamente. Se si tratta di un quadro, le
-persone che rappresenta, pare camminino e parlino: l'ombra si fa ombra,
-il giorno è giorno, la carne è viva, gli occhi si muovono, il sangue
-scorre per le vene, le stoffe hanno dei fruscii. L'imaginazione viene
-in ajuto della naturalezza d'ogni particolare, e non si vedono più che
-le bellezze dell'opera. A quell'ora l'illusione regna dispotica; forse
-sorge colla notte; l'illusione non è per il pensiero una specie di
-notte che noi popoliamo di sogni?
-
-L'illusione spiega allora le sue ali, trascina l'anima nel mondo
-delle fantasie, mondo fertile di voluttuosi capricci, in cui l'artista
-dimentica il mondo positivo, la vigilia, il domani, l'avvenire, tutto,
-perfino le sue miserie, le buone come le cattive. In quell'ora magica
-un giovine pittore, uomo di talento, e che nell'arte non vedeva che
-l'arte, era salito sulla scala addoppiata che gli serviva a dipingere
-una tela grande, alta, pressochè finita. Là, criticandosi, ammirandosi
-in buona fede, abbandonandosi al corso dei suoi pensieri, si ingolfava
-in una di quelle meditazioni che rapiscono l'anima e la fanno più
-grande, accarezzandola e consolandola. Certo la sua fantasticheria
-durò a lungo. La notte sopraggiunse. Sia ch'egli volesse discendere
-dalla scala, sia che avesse fatto un movimento imprudente credendosi
-sul tavolato, il fatto non gli permise un esatto ricordo del suo
-accidente, cadde, battè la testa sopra uno sgabello, restò privo di
-sensi e senza moto per un lasso di un tempo la cui durata non potè
-conoscere. Una voce soave lo destò dalla specie di assopimento in cui
-era immerso. Allorchè schiuse gli occhi, prontamente li richiuse sotto
-l'impressione di una viva luce; ma attraverso il velo che avviluppava
-i suoi sensi udì il bisbiglio di due donne e sentì la testa riposare
-fra due giovani, timide mani Riprese in breve i sensi ed alla luce di
-una di quelle lampade antiche, che diconsi _a doppia corrente d'aria_,
-potè scorgere la più deliziosa testa di giovinetta che mai avesse
-veduto, una di quelle teste che passano ben spesso per un capriccio
-del pennello, ma che tutto ad un tratto realizzò per lui le teorie di
-quel bello ideale che ogni artista si crea e dal quale ha origine il
-suo talento. Il volto della sconosciuta apparteneva, per così dire, al
-tipo tino e delicato della scuola di Proudhon, e possedeva pure quella
-poesia che Girodet dava alle sue figure fantastiche. La freschezza,
-delle tempie, la regolarità delle sopraciglia, la purezza delle linee,
-la verginità fortemente scolpita in tutti i tratti di quella fisionomia
-facevano della fanciulla una creazione perfetta. La taglia era svelta
-e sottile, le forme delicate. I suoi abiti, benchè semplici e puliti,
-non annunziavano nè ricchezza nè miseria. Ritornando in sè il pittore
-espresse la sua ammirazione con uno sguardo di sorpresa e balbettò
-confusi ringraziamenti.
-
-Trovò che la sua fronte era stata stretta con un fazzoletto, e ad onta
-dell'odore particolare agli studi di pittore, riconobbe l'acre sentore
-dell'etere, senza dubbio adoperato per farlo riavere dallo svenimento.
-Poi finì per vedere una vecchia che rassomigliava alle marchese
-dell'antico regime, e che teneva la lampada dando dei consigli alla
-giovine sconosciuta.
-
-— Signore, rispose la giovinetta ad una delle domande fattele dal
-pittore in quel momento in cui era tuttora nella confusione di idee
-prodotte dalia caduta, mia madre ed io abbiamo udito il rumore del
-vostro corpo sul pavimento, ci parve di udire un gemito. Il silenzio
-susseguito alla caduta ci ha spaventate e ci siamo affrettate a
-salire. Trovando la chiave alla porta ci siamo per buona sorte permesso
-d'entrare, e vi abbiamo visto steso a terra senza movimento. Mia madre
-andò a cercare quanto occorreva per fare una compressa e rianimarvi.
-Voi siete ferito alla fronte, là, ve ne accorgete?
-
-— Adesso sì, egli disse.
-
-— Oh non sarà nulla, osservò la vecchia. La vostra testa, per buona
-sorte, è caduta su questo mannichino.
-
-— Mi sento infinitamente meglio, rispose il pittore, non ho più altro
-bisogno all'infuori d'una carrozza per restituirmi a casa. La portinaia
-andrà a cercarmene una.
-
-Egli voleva rinnovare i suoi ringraziamenti alle due incognite, ma
-ad ogni frase la vecchia l'interrompeva dicendo: — Domani, signore,
-abbiate cura di applicarvi delle sanguisughe, o farvi fare un salasso,
-bere qualche tazza di decotto vulnerario; curatevi, le cadute sono
-pericolose.
-
-La giovinetta guardava di soppiatto il pittore ed i quadri dello
-studio. Il suo contegno ed i suoi sguardi erano di una perfetta
-decenza; la sua curiosità rassomigliava a distrazione ed i suoi occhi
-sembravano esprimere quell'interesse che le donne prendono, con una
-spontaneità tutta grazia, ad ogni nostra sfortuna. Le due sconosciute
-alla presenza del pittore sofferente sembravano dimenticare le opere
-sue. Allorchè egli le ebbe tranquillate sul proprio conto, uscirono
-esaminandole con una sollecitudine priva ad un tempo di enfasi e di
-famigliarità, senza fargli domande indiscrete nè cercare di inspirargli
-il desiderio di conoscerle. Le loro azioni ebbero l'impronta di
-una natura squisita e del buon gusto. I loro modi nobili e semplici
-produssero dapprima poco effetto sul pittore; ma più tardi, quando
-si risovvenne di tutte le circostanze di questo avvenimento, ne fu
-vivamente colpito. Arrivando al piano inferiore a quello in cui si
-trovava lo studio del pittore, la vecchia sclamò con dolcezza: —
-Adelaide, tu hai lasciata aperta la porta.
-
-— Era per venire in mio soccorso, rispose il pittore con un sorriso di
-riconoscenza.
-
-— Mamma mia, voi siete discesa appena adesso, replicò la giovinetta
-arrossendo.
-
-— Volete che vi accompagniamo fino abbasso? disse la mamma al pittore.
-La scala è scura.
-
-— Grazie, signora, mi sento molto meglio.
-
-— Tenetevi fermo alla sbarra.
-
-Le due donne restarono sul pianerottolo per far lume al giovane
-ascoltando i suoi passi.
-
-Per comprendere tutto ciò che questa scena poteva avere di curioso e di
-inatteso per il pittore, è d'uopo aggiungere che solo da alcuni giorni
-egli aveva collocato il suo studio negli abbaini di quella casa, nel
-luogo più oscuro e più pantanoso della via Suresne, quasi dirimpetto
-alla chiesa della Maddalena, a due passi dal suo appartamento che
-si trovava in via dei Campi Elisi. La celebrità che il suo talento
-gli aveva acquistata, avendolo fatto uno degli artisti più cari alla
-Francia, cominciava a non più sentire le strette del bisogno e godeva,
-a dir suo, delle sue ultime miserie. Invece di andare a lavorare in uno
-di quegli studii situati presso le barriere ed il cui modico affitto
-era altra volta in rapporto colla modestia dei suoi guadagni, aveva
-soddisfatto ad un desiderio che si rinnovava tutti i giorni evitando
-una lunga corsa e la perdita di un tempo divenuto per lui più prezioso
-che mai. Nessuno al mondo avrebbe inspirato tanto interesse come
-Ippolito Schinner, se avesse acconsentito a farsi conoscere; ma egli
-non confidava con leggierezza i segreti della sua vita. Era l'idolo
-di una madre povera che l'aveva educato a costo delle più grandi
-privazioni. La signorina Schinner, figlia d'un fittabile alsaziano,
-non era mai stata maritata. La sua anima tenera era stata crudelmente
-oltraggiata da un uomo ricco che non vantava troppa delicatezza
-in fatto d'amore. Il giorno in cui, ancora ragazza, ed in tutto lo
-splendore della sua bellezza, subì, a spese del suo onore e dei suoi
-ideali, quella disillusione che ci colpisce così lentamente e così
-presto, giacchè crediamo il più tardi possibile al male e ci sembra
-arrivi sempre troppo presto, quel giorno fu un secolo di riflessioni,
-e fu pure il giorno de' pensieri religiosi e della rassegnazione.
-Ella rifiutò l'elemosina di colui che l'aveva ingannata, rinunziò al
-mondo e si fece una gloria del suo fallo. Si dedicò tutta all'amore
-materno chiedendogli le sue delizie in compenso dei godimenti sociali
-cui rinunciava. Visse del suo lavoro accumulando nel figlio un
-tesoro. Così, più tardi, un giorno, un'ora, la compensò dei lunghi
-e lenti sacrificii della sua indigenza. All'ultima esposizione suo
-figlio aveva ottenuto la croce della legione d'onore. Nei giornali,
-unanimi in favore di un talento sconosciuto, risonavano ancora le lodi
-sincere. Gli artisti stessi riconoscevano Schinner per un maestro ed i
-negozianti coprivano d'oro i suoi quadri.
-
-A venticinque anni Ippolito Schinner, cui sua madre aveva trasmessa
-l'anima sua di donna, aveva, meglio che mai, compresa la sua posizione
-nel mondo. Volendo rendere a sua madre le gioje di cui l'aveva privata
-la società per tanto tempo, viveva per lei, sperando, mercè la gloria e
-la fortuna, di vederla un giorno felice, ricca, considerata, attorniata
-dagli uomini più celebri. Schinner aveva quindi scelto i suoi amici
-fra gli uomini più onorevoli e più distinti. Difficile nella scelta
-delle sue relazioni, voleva sempre più inalzare la sua posizione,
-già così elevata per il suo talento. Costringendolo alla solitudine,
-questa madre dei grandi pensieri, il lavoro cui si era dedicato nella
-sua gioventù l'aveva mantenuto nelle belle credenze che sono il decoro
-del primi giorni della vita. La sua anima adolescente non sconosceva
-alcuno di quei mille pudori che fanno del giovane un essere a sè il
-cui cuore abbonda di felicità, di poesia, di speranze vergini, deboli
-agli occhi dei disillusi, ma profonde perchè semplici. Era stato dotato
-di quelle maniere dolci e gentili che si addicono così bene all'anima
-e seducono anche quelli che non le comprendono. Era ben fatto. La sua
-voce che partiva dal cuore ne palesava agli altri i nobili sentimenti,
-ed attestava nell'accento una vera modestia, un certo candore. Chi lo
-vedeva, si sentiva attratto a lui da una di quelle influenze morali
-che i dotti non hanno ancora esaminate a fondo; essi vi troverebbero
-qualche fenomeno di galvanismo, o l'azione di non so qual fluido e
-formulerebbero i nostri sentimenti con certe proporzioni di ossigeno
-e di elettricità. Questi particolari faranno forse comprendere alle
-persone ardite per carattere ed agli uomini bene incravattati perchè,
-durante l'assenza del portinaio che aveva mandato a cercare una
-carrozza in fondo alla via della Maddalena, Ippolito Schinner non
-fece alla portinaja interpellanza qualsiasi sulle due persone che gli
-avevano dimostrato il loro buon cuore. Ma, quantunque egli rispondesse
-con dei sì e dei no alle domande, naturali in simile circostanza, che
-gli vennero rivolte da questa donna sul suo accidente e sull'intervento
-officioso delle inquiline del quarto piano, non potè impedirle di
-obbedire all'istinto dei portinaj: essa gli parlò delle due sconosciute
-secondo gli interessi della sua politica ed i giudizii sotterranei
-della portineria.
-
-— Ah! disse, è senza dubbio la signorina Leseigneur e sua madre!
-Sono qui da quattro anni e non sappiamo ancora che cosa facciano. La
-mattina, solo però fino a mezzodì, una vecchia servente, mezzo sorda,
-e che non parla più di un muro, viene a far loro i servizii. La sera,
-due o tre vecchi signori, decorati come voi, signore, di cui uno ha
-carrozza e servitori ed al quale si danno da cinquanta mila lire circa
-di rendita, vengono da lei e vi restano spesso molto tardi. Sono, del
-resto, inquilini molto tranquilli, come voi, signore. E poi, economi,
-vivono di nulla. Appena arriva una lettera, la pagano. È strano,
-signore, la madre ha un nome diverso della figlia. Ah! quando vanno
-alle Tuileries, la signorina è motto attraente, e non esce una volta
-senza essere inseguita da giovinotti ai quali chiude la porta in
-faccia, e fa bene. Il padrone di casa non permetterebbe.
-
-La carrozza era arrivata. Ippolito non volle saperne di più e tornò a
-casa sua. Sua madre, cui raccontò la sua avventura, tornò a medicargli
-la ferita e non gli permise di tornare il dì dopo allo studio. Sentito
-un medico, vennero date diverse prescrizioni ed Ippolito restò in
-casa per tre giorni. Durante questa reclusione la sua imaginazione
-disoccupata gli ricordò con vivacità, e quasi a frammenti, i
-particolari della scena che aveva avuto sotto gli occhi dopo il suo
-svenimento. Il profilo della giovinetta si delineava nettamente sulle
-tenebre della sua visione interna: rivedeva il volto appassito della
-madre e sentiva ancora lo mani di Adelaide; ricordava un gesto, che
-a primo tratto l'aveva poco colpito, ma le cui grazie squisite erano
-messe in rilievo dal ricordo; poi venne un momento in cui i suoni d'una
-voce melodiosa abbellita a distanza dalla memoria, si ripresentarono
-d'un tratto, come oggetti che dal fondo dell'acqua emergono alla
-superficie. Così, il giorno in cui gli fu permesso di riprendere i
-suoi lavori, tornò per tempo al suo studio; ma la visita, che aveva
-incontestabilmente il diritto di fare alle sue vicine; era la vera
-causa della sua premura; dimenticava già i suoi quadri incominciati.
-
-Nel momento in cui una passione rompe i suoi ritegni, si trovano del
-piaceri inesplicabili che comprendono quelli che hanno amato. Così
-alcuni comprenderanno perchè ii pittore salì lentamente gli scalini del
-quarto piano, ed avranno la chiave del segreto delle pulsazioni che si
-succedettero nel suo cuore al momento in cui vide la porta bruna del
-modesto appartamento abitato dalla signorina Leseigneur. Quella ragazza
-che non portava il nome di sua madre aveva destate mille simpatie nel
-giovine pittore; voleva vedere fra loro certe analogie di posizione
-e le regalava le sventure della sua origine. Lavorando, Ippolito si
-lasciò andare colla massima compiacenza a pensieri d'amore, e, per uno
-scopo che non sapeva bene spiegarsi, fece molto strepito per obbligare
-le due dame ad occuparsi di lui come egli si occupava di loro. Si
-trattenne fino tardi nello studio, vi pranzò; indi verso le sette
-discese dalle sue vicine.
-
-Nessun pittore di costumi ha osato iniziarci, forse per pudore, ai
-secreti veramente curiosi di certe esistenze parigine, ai misteri di
-quelle abitazioni d'onde escono toelette così fresche e così eleganti,
-donne brillanti che, ricche in apparenza, lasciano in casa vedere
-dappertutto i segni di una fortuna equivoca. Se la pittura è qui
-disegnata con troppa franchezza, se vi trovate delle lungaggini, non ne
-accusate la descrizione che forma, per così dire, corpo colla storia;
-giacchè l'aspetto dell'appartamento abitato dalle due vicine ebbe una
-grande influenza sui sentimenti e sulle speranze di Ippolito Schinner.
-
-La casa apparteneva ad uno di quei proprietarii in cui è insito un
-orrore profondo per le riparazioni e gli abbellimenti, uno di quegli
-uomini che considerano la loro posizione di proprietario parigino come
-uno stato. Nella gran catena delle specie morali questa gente tiene
-il mezzo fra l'avaro e l'usurajo. Ottimisti per calcolo, sono fedeli
-allo _statu quo_ dell'Austria. Se parlate di smuovere un infisso od
-una porta, di praticare la più necessaria delle innovazioni, i loro
-occhi brillano, la loro bile si commuove, si impennano come cavalli
-spaventati.
-
-Quando il vento ha rovesciato qualche comignolo dei loro camini, sono
-ammalati e si privano di una serata al _Ginnasio_ od alla _Porta San
-Martino_, a motivo delle riparazioni. Ippolito, che a proposito di
-certi abbellimenti da praticare nel suo studio aveva avuto gratis
-la rappresentazione di una scena comica col signor Molineux, non si
-meravigliò delle intonazioni nere ed untuose, delle tinte oliacee,
-delle macchie ed altri accessorii abbastanza disgustosi che decoravano
-le stanze. Quelle stigmate di miseria non sono del resto senza poesia
-agli occhi di un artista.
-
-La signorina Leseigneur venne ella stessa ad aprire la porta. Vedendo
-il giovine pittore, lo salutò; poi, nello stesso tempo, con quella
-destrezza parigina e con quella presenza di spirito che è un dono della
-fierezza, si rivolse per chiudere la porta di una tramezza a vetri
-attraverso la quale Ippolito avrebbe potuto vedere alcune biancherie
-stese sopra corde al di sopra di fornelli economici, un vecchio letto
-di cinghie, la bragia, il carbone, i ferri da stirare, la fontana
-filtrante, il vasellame e tutti gli utensili necessarii all'economia
-domestica di una casa ristretta. Alcune cortine di mussolina abbastanza
-pulite nascondevano questo _cafarnao_, parola d'uso per designare
-famigliarmente questa specie di laboratorio, del resto male illuminato
-dalla scarsa luce presa a prestito da una corte vicina. Col rapido
-colpo d'occhio degli artisti, Ippolito vide la destinazione, i mobili,
-l'assieme e lo stato di questa prima camera divisa in due. La parte
-rispettabile, che serviva contemporaneamente d'anticamera e di sala
-da pranzo, era coperta da una vecchia tappezzeria color aurora ad
-orli vellutati, senza dubbio fabbricata da Reveillon, i cui buchi
-e le macchie erano stati accuratamente dissimulati mediante ostie
-da suggellare. Delle incisioni che rappresentavano le battaglie
-d'Alessandro, lavoro di Lebrun, ma colle cornici dalle dorature
-scolorite, decoravano simmetricamente le pareti. Nel mezzo di questa
-camera vi era un tavolo d'acajù massiccio, di forma antica e dagli orli
-logori. Una piccola stufa, il cui tubo dritto o senza gomito era appena
-visibile, si trovava dinanzi al camino il cui focolare conteneva un
-armadio.
-
-Per uno strano contrasto, le sedie presentavano qualche traccia di
-uno splendore passato: erano di acajù scolpito; ma il marocchino
-rosso del sedere, i chiodi dorati e la passamanteria mostravano
-cicatrici numerose come quelle dei vecchi sergenti della guardia
-imperiale. Questa stanza serviva da museo a certe cose che non si
-incontrano se non in tale specie di famiglie anfibie, oggetti senza
-nome che partecipano ad un tempo al lusso ed alla miseria. Fra le
-altre curiosità Ippolito vide un cannocchiale magnificamente ornato,
-sospeso al di sotto del piccolo specchio verdastro che decorava il
-camino. Per fare il pajo con questo strano mobile vi era tra il camino
-e la tramezza una misera credenza dipinta in acajù, quello fra tutti
-i legnami che meno si riesce a simulare. Ma il pavimento rosso e
-sdrucciolevole, ma i logori tappetini collocati davanti alle sedie,
-ma i mobili, tutto risplendeva per quella proprietà di manutenzione
-che da un falso bagliore alle cose vecchie, meglio rilevandone i
-difetti, l'età, i lunghi servizii. Regnava in quella stanza un sentore
-indefinibile risultante dalle esalazioni del cafarnao mescolate
-ai vapori della sala da pranzo ed a quelli della scala, benchè la
-finestra fosse semiaperta e l'aria della strada agitasse le tende di
-percallo, accuratamente distese, in modo da nascondere gli stipiti
-in cui gli inquilini precedenti avevano segnata la loro presenza con
-diverse incrostazioni, specie di affreschi domestici. Adelaide aprì
-prontamente l'uscio dell'altra camera in cui introdusse il pittore
-con certo piacere. Ippolito, che aveva già veduto presso sua madre
-gli stessi sintomi d'indigenza, li osservava colla singolare vivacità
-d'impressione che caratterizza i primi acquisti della nostra memoria,
-ed entrò meglio che altri non l'avrebbe fatto nei particolari di
-questa esistenza. Riconoscendo gli oggetti della sua età infantile,
-questo buon giovine non sentì di questa miseria occultata disprezzo, nè
-orgoglio del lusso che aveva conquistato per sua madre.
-
-— Ebbene, signore! spero che non sentirete più gli effetti della
-vostra caduta? gli disse la vecchia, levandosi da una vecchia poltrona
-collocata all'angolo del camino, e presentandogli una sedia.
-
-— No, signora. Vengo a ringraziarvi delle premure che mi avete usato, e
-sopratutto la signorina che m'ha udito cadere.
-
-Dicendo questa frase, satura dell'adorabile stupidità che danno
-all'anima i primi turbamenti dell'amor vero, Ippolito guardava la
-giovinetta. Adelaide accendeva la lampada a doppia corrente d'aria,
-allo scopo di far scomparire una candela inastata sopra una gran bugia
-di rame e adorna di scanalature sporgenti per l'abbondanza dello scolo.
-
-Fece un lieve saluto, andò a riporre la bugia nell'anticamera, ritornò
-per collocare la lampada sul camino e sedette presso sua madre, un
-po' indietro del pittore, per poterlo guardare, con suo comodo dandosi
-l'aria di essere occupatissima del contegno della lampada la cui fiamma
-sotto l'influenza dell'umidità di un vetro sporco, gettava faville
-dibattendosi con un lucignolo nero e mal tagliato. Vedendo il gran
-specchio che ornava la caminiera, Ippolito vi gettò prontamente gli
-occhi per ammirare Adelaide. La piccola astuzia della giovinetta non
-servì dunque che ad imbarazzarli ambedue. Discorrendo colla signora
-Leseigneur, giacchè Ippolito le dava a caso questo nome, esaminò la
-sala, ma con prudenza e di soppiatto. Il focolare era così pieno di
-ceneri, che si vedevano appena le figure egiziane degli alari in ferro.
-Due tizzoni cercavano di riunirsi avanti un ceppo, interrato con tanta
-cura come fosse il tesoro d'un avaro. Un vecchio tappeto d'Aubusson,
-ben rattoppato, ben ripulito, logoro come l'abito di un invalido, non
-copriva tutto il pavimento smorzandone appena il freddo. I muri avevano
-per ornamento una tappezzeria rossastra che figurava una stoffa di
-damasco a disegni gialli. Nel mezzo della parete opposta a quella in
-cui si trovavano le finestre, il pittore vide una apertura segreta
-e le pieghe fatte nella tappezzeria dalle due porte di un'alcova ove
-senza dubbio andava a dormire la signora Leseigneur. Un canapè situato
-dinanzi a questa apertura segreta la mascherava imperfettamente. In
-faccia al camino v'era un tavolo d'acajù molto bello, i cui ornati
-non mancavano nè di ricchezza nè di buon gusto. Un ritratto appeso al
-di sopra rappresentava un militare d'alto grado: ma la scarsità della
-luce non permise al pittore di distinguere a quale arma appartenesse.
-Quell'orribile sgorbio pareva, del resto, fatto in China anzichè a
-Parigi. Alle finestre alcune tende di seta rossa erano scolorite come
-i mobili tappezzati in giallo e rosso che guarnivano questa sala a
-doppio uso. Sul marmo del tavolo, una preziosa guantiera di malachite
-sosteneva una dozzina di tazze da caffè magnificamente dipinte e
-senza dubbio fatte a Sèvres. Sul camino troneggiava l'eterna pendola
-dell'Impero, un guerriero che guida i quattro cavalli d'un carro la
-cui ruota porta ad ogni raggio la cifra di un'ora. Le candele dei
-candelabri erano gialle pel fumo, e ad ogni angolo dell'intelajatura
-si vedeva un vaso di porcellana nel quale si trovava un mazzo di fiori
-artificiali, pieni di polvere ed ammuffiti. Nel mezzo della stanza
-Ippolito osservò un tavolo da giuoco in pieno assetto e delle carte
-nuove. Per un osservatore vi era un non so che di desolante nello
-spettacolo di questa miseria imbellettata come una vecchia che vuol far
-dire il falso al suo viso. A questo spettacolo ogni uomo di buon senso
-si sarebbe proposto in segreto e ili primo acchito questa specie di
-dilemma: O queste due donne sono la stessa probità, o vivon d'intrighi
-e di giuoco. Ma, vedendo Adelaide, un giovane puro come Schinner doveva
-credere all'innocenza la più perfetta e dare le cause più onorevoli
-all'incoerenza del mobilio.
-
-— Figlia mia, disse la vecchia alla giovinetta, ho freddo, fateci un
-po' di fuoco e datemi il mio scialle.
-
-Adelaide andò in una camera attigua alla sala e ritornò portando a sua
-madre uno scialle di cascemir che, nuovo, aveva dovuto essere di gran
-valore, essendone indiani i disegni; ma, vecchio, senza freschezza e
-tutto a rattoppi, armonizzava coi mobili. La signora Leseigneur vi si
-avviluppò in modo assai artistico e coll'abilità di una vecchia che
-vuol far credere alla verità delle sue parole. La giovinetta corse
-lestamente al cafarnao e ritornò con una manciata di legna minuta che
-gettò bravamente sul fuoco per riattizzarlo.
-
-Sarà molto difficile tradurre la conversazione che ebbe luogo fra
-queste tre persone. Guidato dal tatto che si acquista colle disgrazie
-provate dall'infanzia, Ippolito non osava permettersi la menoma
-osservazione relativa alla posizione delle sue vicine, vedendo intorno
-a sè i sintomi di un imbarazzo così mal celato. La più semplice
-domanda sarebbe stata indiscreta, e non doveva essere fatta che
-dopo un'amicizia già antica. Tuttavia il pittore era profondamente
-preoccupato di questa miseria celata, la sua anima generosa ne
-soffriva; ma sapendo ciò che ogni specie di pietà, anche la più amica,
-può avere di offensivo, si trovava impacciato nel disaccordo che
-esisteva fra i suoi pensieri e le sue parole. Le due donne parlarono
-dapprima di pittura indovinando benissimo gli imbarazzi segreti che
-produce una prima visita; esse forse li provavano e la natura dei loro
-spirito fornì loro mille risorse per farli cessare. Interrogando il
-giovine sui procedimenti materiali dell'arte sua, sui suoi studii,
-Adelaide e sua madre l'incoraggiarono a discorrere. Gli indefiniti
-i nonnulla della loro conversazione, animati dalla benevolenza,
-condussero in modo affatto naturale Ippolito a fare alcune osservazioni
-o riflessioni che dipingevano la natura dei suoi costumi e dell'animo
-suo. I dispiaceri avevano prematuramente avvizzito il volto della
-vecchia, che una volta senza dubbio era stata bella; ora non le
-rimanevano più che i tratti salienti, i contorni, in una parola lo
-scheletro di una fisionomia il cui insieme indicava una gran finezza,
-molta grazia nel muovere gli occhi nei quali si trovava l'espressione
-particolare alle dame dell'antica corte e che non si saprebbe definire.
-Questi lineamenti, così fini, così delicati, potevano ben anche
-denotare dei cattivi sentimenti, far supporre l'astuzia e l'inganno
-femminile portato ad un alto grado di perversità anzichè mostrare
-le delicatezze di un'anima bella. In fatto il volto delle donne ha
-una cosa che mette in imbarazzo l'osservatore volgare, che cioè vi è
-impercettibile la differenza fra la franchezza e la doppiezza, il genio
-dell'intrigo e il genio del cuore. L'uomo dotato di vista penetrante
-indovina queste gradazioni inafferrabili, prodotte da una linea più o
-meno curva, da una fossetta più o meno marcata, da una sporgenza più o
-meno tonda o prominente.
-
-L'apprezzamento di questi diagnostici è tutto riservato all'intuizione,
-che sola può far scoprire quello che altri ha interesse ad occultare.
-Il volto di questa signora era il _fac simile_ dell'appartamento
-che abitava; pareva altrettanto difficile sapere se quella miseria
-occultava dei vizii od un'alta probità, come il riconoscere se la
-madre d'Adelaide era un'antica civetta abituala a lutto pesare, tutto
-calcolare, tutto vendere, o una donna piena di nobiltà e di qualità
-amabili. All'età di Schinner il primo movimento del cuore è di credere
-al bene. Quindi, contemplando la fronte nobile e quasi sdegnosa di
-Adelaide, guardando quegli occhi pieni d'anima e di pensieri, respirò,
-per così dire, i soavi e modesti profumi della virtù. Nel mezzo della
-conversazione colse il destro di parlare dei ritratti in generale, per
-avere il diritto di e sa- minare l'orribile pastello di cui tutte le
-tinte erano impallidite, e da cui era in gran parte caduta la polvere.
-
-— Senza dubbio voi avete affetto a questa pittura a motivo della
-rassomiglianza, mie signore, giacchè il disegno è orribile, disse
-guardando Adelaide.
-
-— È stato fatto a Calcutta in gran fretta, rispose la madre con voce
-commossa.
-
-Contemplò lo schizzo informe con quell'abbandono profondo che deriva
-dai ricordi di felicità quando si ridestano e piombano sul cuore come
-una rugiada benefica alle cui fresche impressioni amiamo abbandonarci;
-ma nell'espressione del volto della vecchia signora apparvero altresì
-le traccie di un eterno cordoglio. Almeno il pittore volle interpretare
-così l'attitudine o la fisionomia della sua vicina, presso la quale
-andò a sedersi.
-
-— Madama, aggiunse, qualche tempo ancora, od i colori di questo
-pastello saranno scomparsi. Il ritratto non esisterà più che nella
-vostra memoria. Là voi vedrete una figura che vi è cara, gli altri
-non ne capiranno più nulla. Volete permettermi di riportare quella
-figura sulla tela? Vi sarà fissata più durevolmente che sulla carta.
-Accordatemi, in grazia della nostra vicinanza, il piacere di farvi
-questo servizio. Vi sono momenti in cui un artista ama sollevarsi dalle
-sue grandi composizioni con lavori di minore portata: il rifare questa
-tosta Rara per me una distrazione.
-
-La vecchia udendo queste parole trasalì, n Adelaide gettò sul pittore
-uno di quelli sguardi concentrati che pajono uno zampillo dell'anima.
-
-Ippolito voleva appartenere alle sue due vicine con qualche vincolo
-ed acquistarsi il diritto di mescolarsi alla loro esistenza. La sua
-offerta rivolgendosi alle più vive affezioni del cuore, era la sola
-che gli fosse possibile fare; accontentava il suo orgoglio d'artista, e
-non aveva nulla d'offensivo per le due dame. Madama Leseigneur accettò
-senza entusiasmo nè rammarico, ma con quella conscienza delle grandi
-anime che sanno l'importanza dei vincoli che si stringono con simili
-obbligazioni e che ne fanno un magnifico elogio, una prova di stima.
-
-— Si, ella disse; e quello dei capitani di vascello. Il signor De
-Ruvilie, mio marito, è morto a Batavia in seguito ad una ferita
-ricevuta in un combattimento contro un vascello inglese che incontrò
-sulle coste d'Asia. Egli montava una fregata di cinquantasei cannoni
-e la _Revenge_ era un vascello di novantasei. La lotta fu affatto
-ineguale, ma egli si difese così coraggiosamente che vi durò Ano alla
-notte e potè mettersi in salvo. Quando tornai in Francia, Bonaparte
-non era ancora al potere, e mi fu rifiutata una pensione. Allorchè
-ultimamente la sollecitai di nuovo, il ministro mi disse con durezza
-che se il barone De Ruville fosse emigrato, l'avrei conservato! che
-oggi sarebbe senza dubbio contrammiraglio; finalmente Sua Eccellenza
-Ani per oppormi non so qual legge sulle prescrizioni. Questo passo, al
-quale alcuni amici mi avevano spinta, non lo feci che per la mia povera
-Adelaide. Ho sempre provato ripugnanza a stendere la mano in nome di un
-dolore che toglie ad una donna la voce e le forze. Non amo questa stima
-pecuniaria di un sangue versato irreparabilmente...
-
-— Mamma mia, la conversazione su questo soggetto ti fa sempre male.
-
-A queste parole d'Adelaide la baronessa Leseigneur De Rouville chinò la
-testa e tacque.
-
-— Signore, disse la giovinetta ad Ippolito, io credevo che il lavoro
-dei pittori in generale non facesse gran fracasso.
-
-A tale questione, Schinner arrossì pensando al rumore che aveva fatto.
-Adelaide non insistè e gli risparmiò una bugia, alzandosi d'un tratto
-allo strepito d'una carrozza che si fermava alla porta; passò nella sua
-camera, dalla quale ritornò tosto con due candellieri dorati guerniti
-di candele incominciate che prestamente accese, e senza attendere il
-suono del campanello apri l'uscio della prima stanza di cui abbassò
-la lampada. Il suono di un bacio ricevuto e dato rimbombò Ano nel
-cuore di Ippolito. L'impazienza che il giovine provava di vedere colui
-Che trattava così famigliarmente Adelaide non Ai soddisfatta tanto
-presto. I sopraggiunti ebbero colla giovinetta una conversazione a
-voce bassa che egli trovò molto lunga. Finalmente la signorina De
-Rouville ricomparve seguita da due uomini, il cui abito, la fisionomia
-e l'aspetto erano tutta una storia. In età di circa sessanta anni il
-primo portava uno di quegli abiti, inventati credo da Luigi X VII!
-allora regnante, o nel quale il più difficile problema abbigliativo era
-stato risolto da un sarto che doveva restare immortale. Questo artista
-conosceva, per certo l'arte delle transizioni che costituì tutto il
-genio di quell'epoca politicamente così mobile. Non è forse merito
-assai raro quello di saper giudicare i proprii tempi?
-
-Questo abito, che i giovani d'oggi possono ritenere una favola, non era
-nè civile nè militare e poteva passare a volta a volta per militare e
-per civile. Dei fiori di giglio ornavano le risvolte delle due falde
-posteriori.
-
-I bottoni dorati erano pur essi a dori di giglio. Sulle spalle, due
-striscio vuote aspettavano delle spalline inutili. Questi due sintomi
-di milizia eran là come una petizione senza postilla. Nel vecchio,
-sulla bottoniera del suo abito di panno turchino fiorivano diversi
-nastri. Egli aveva senza dubbio in mano il suo tricorno guernito di
-un nastro d'oro, giacchè i nivei ricci dei suoi capelli incipriati
-non presentavano traccia della pressione d'un cappello. Pareva non
-avesse più di cinquantanni e sembrava godere di una robusta salute.
-Pure accusando il carattere leale e franco dei vecchi emigrati, la
-sua fisionomia dinotava anche i costumi libertini e facili, le gaje
-passioni e la noncuranza di quei moschettieri una volta così celebri
-nei fasti della galanteria. I suoi gesti, il suo portamento, le sue
-maniere, annunziavano che non voleva correggersi, nè del suo realismo,
-nè della sua religione, nè dei suoi amori.
-
-Una figura veramente fantastica teneva dietro a queste pretensioso
-_voltigeur de Louis XV_ (era il nomignolo dato dai bonapartisti
-a questi nobili avanzi della monarchia) ma per ben dipingerla
-bisognerebbe farne la parte principale del quadro di cui non è che un
-accessorio. Figuratevi un individuo secco e magro, vestito come il
-primo, ma che non ne era, per così dire, che il riflesso o l'ombra.
-L'abito nuovo nell'uno era vecchio e sdruscito nell'altro.
-
-La cipria del capelli sembrava meno bianca nel secondo, l'oro dei fiori
-di giglio meno splendente, i tentativi di spalline più disperati e più
-raggrinzati, l'intelligenza più fiacca, la vita più di quella del primo
-inoltrata preso il termine fatale. Finalmente, realizzava quel motto
-di Rivarol su Champcenetz: «È il mio Chiaro di luna.» Egli non era che
-il bis dell'altro, un bis pallido e meschino, giacchè correva fra i
-due tutta la differenza che esiste fra la' prima e l'ultima tiratura
-di una litografia. Questo vecchio muto fu un mistero pel pittore e
-restò sempre un mistero. Il cavaliere — era cavaliere — non parlò e
-nessuno parlò a lui. Era un amico, un parente povero, un uomo che si
-attaccava al vecchio galante come una damigella di compagnia presso una
-vecchia signora? Teneva il mezzo fra il cane, il pappagallo e l'amico?
-Aveva salvato le sostanze o soltanto la vita del suo benefattore? Era
-il _Trim_ di un altro capitano Tobia? Altrove, come dalla baronessa
-De Rouville, eccitava la curiosità senza mai soddisfarla. Chi poteva,
-sotto la Ristorazione, ricordarsi l'attaccamento che prima della
-Rivoluzione legava questo cavaliere alla donna del suo amico, morta da
-vent'anni?
-
-Il personaggio che pareva il più nuovo di questi due avanzi, si inoltrò
-con galanteria verso la baronessa De Rouville, le baciò la mano, e
-si sedette presso di lei. L'altro salutò e si collocò presso il suo
-tipo, ad una distanza rappresentata da due sedie. Adelaide venne ad
-appoggiare i gomiti sullo schienale della poltrona occupata dal vecchio
-gentiluomo, imitando, senza saperlo, la posa che Guerin ha data alla
-sorella di Didone nel celebre suo quadro. Benchè la famigliarità del
-gentiluomo fosse quella di un padre, pel momento parve che le sue
-libertà spiacessero alla giovinetta.
-
-— Ebbene, mi fai il broncio? disse gettando su Schinner uno di quegli
-sguardi obliqui pieni di finezza e di malizia, sguardi diplomatici
-la cui espressione tradiva la prudente inquietudine, la curiosità
-cortese delle persone bene educate che vedendo uno sconosciuto sembra
-domandino: — È dei nostri?
-
-— Ecco il nostro vicino, gli disse la vecchia mostrandogli Ippolito. Il
-signore è un celebre pittore il cui nome vi deve essere noto malgrado
-la vostra indifferenza per le arti.
-
-Il gentiluomo riconobbe la malizia della sua vecchia amica
-nell'omissione del nome, e salutò il giovane.
-
-— Certamente, egli disse, ho inteso parlar molto dei suoi quadri
-all'ultima esposizione. Il talento ha dei bei privilegi, signore,
-aggiunse guardando il nastro rosso dell'artista. Questa distinzione,
-che noi dobbiamo conquistare al prezzo del nostro sangue e di lunghi
-servizii, voi l'ottenete da giovani; ma tutte le glorie sono sorelle,
-aggiunse portando la mano alla sua decorazione di San Luigi.
-
-Ippolito balbettò alcune parole di ringraziamento, e ricadde nel
-suo silenzio accontentandosi di rimirare con entusiasmo la bella
-testa della giovinetta che l'aveva incantato. In breve si immerse
-in quella contemplazione senza più pensare alla miseria profonda
-dell'appartamento. Per lui il volto di Adelaide si staccava da
-un'atmosfera luminosa. Rispose brevemente alle domande che gli furono
-rivolte e che fortunatamente capì, grazie a una facoltà singolare
-dell'anima nostra, il cui pensiero può, qualche volta, in certo modo
-raddoppiarsi. A chi non è accaduto d'essere assorto in una meditazione
-voluttuosa o triste, di ascoltarne nell'interno la voce ed assistere
-ad una conversazione o ad una lettura? Ammirabile dualismo che spesso
-ajuta a compatire i nojosi. Feconda e ridente la speranza gli versò
-mille pensieri di felicità, e non volle più nulla osservare intorno
-a sè. Dopo un certo lasso di tempo si accorse che la vecchia dama e
-sua figlia giocavano col vecchio gentiluomo. Quanto al satellite di
-colui, fedele alla sua condizione di ombra, si teneva in piedi dietro
-l'amico, il cui giuoco lo preoccupava, rispondendo alle mute domande
-che gli faceva il giuocatore con delle piccole smorfie approvative, che
-ripetevano i movimenti interrogatorii dell'altra fisionomia.
-
-— Du Holga, perdo sempre, diceva il gentiluomo.
-
-— Scartate male, riprese la baronessa De Rouville.
-
-— Ecco tre mesi che non ho potuto guadagnarvi una partita sola, egli
-riprese.
-
-— Ha gli assi il signor conte? domandò la vecchia dama.
-
-— Sì, ancora uno segnato, egli disse.
-
-— Volete che vi dia un consiglio? diceva Adelaide.
-
-— No, no, resta dinanzi a me. Perbacco! sarebbe perdere troppo il non
-averti in faccia.
-
-Finalmente la partita finì. Il gentiluomo estrasse la sua borsa,
-e gettando due luigi sul tappeto, non senza mal umore: — Quaranta
-franchi, giusti come l'oro, disse. Eh diavolo! sono le undici!
-
-— Sono le undici, ripetè il personaggio muto guardando il pittore.
-
-Il giovine, intendendo questa parola un po' più distintamente di tutte
-le altre, pensò che era tempo di ritirarsi. Ritornando allora nel
-mondo delle idee volgari, trovò alcuni luoghi comuni per prendere la
-parola, salutò la baronessa, sua figlia, i due sconosciuti, ed uscì in
-preda alle prime felicità dell'amor vero, senza cercare di analizzare i
-piccoli avvenimenti di quella serata.
-
-Il giorno dopo il giovine pittore provò il desiderio più violento di
-rivedere Adelaide. Se avesse dato ascolto alla sua passione, sarebbe
-andato dalle sue vicine fino dalle sei del mattino, arrivando allo
-studio. Fu però ancora tanto ragionevole da attendere fin dopo mezzodì.
-Appena credette poter presentarsi a madama De Rouville, discese,
-suonò, ed arrossendo come una ragazza domandò timidamente il ritratto
-del barone De Rouville alla signorina Leseigneur che era venuta ad
-aprirgli.
-
-— Ma entrate, gli disse Adelaide che senza dubbio l'aveva udito
-discendere dal suo studio.
-
-Il pittore la seguì, timido, sconcertato, non sapendo proferir parola
-tanto la felicità lo rendeva stupido. Vedere Adelaide, udire il fruscio
-della sua veste, dopo aver desiderato per tutta una mattina di essere
-presso di lei, dopo essersi alzato cento volte dicendo: — Vado abbasso,
-e non essere ancora disceso; era per lui vivere con tale esuberanza,
-che simili sensazioni troppo prolungate gli avrebbero logorata l'anima.
-Il cuore ha la potenza singolare di dare un prezzo straordinario ai
-nonnulla. Che gioja non è per un viaggiatore il raccogliere un filo
-d'erba, una foglia sconosciuta, se in quella ricerca ha rischiata la
-vita. I nonnulla dell'amore sono così: la vecchia non era nella sala.
-Quando la giovinetta vi si trovò sola col pittore, portò una sedia per
-staccare il ritratto, ma accorgendosi che non poteva toglierlo via
-senza mettere il piede sul tavolo, si volse ad Ippolito e gli disse
-arrossendo: — Non sono abbastanza grande. Vorreste prenderlo voi?
-
-Un sentimento di pudore, rivelato dall'espressione della sua fisionomia
-e dall'accento della sua voce, era il vero motivo della sua dimanda,
-ed il giovine, così comprendendola, le gettò uno di quegli sguardi
-intelligenti che sono il linguaggio più dolce dell'amore. Adelaide
-vedendo che il pittore l'aveva indovinata, abbassò gli occhi per un
-movimento di fierezza il cui segreto appartiene alle vergini.
-
-Non trovando una parola, e quasi intimidito, il pittore prese allora
-il quadro, l'esaminò con gravità e mettendolo in luce presso la
-finestra, se ne andò senza dir altro alla signorina Leseigneur che:
-— Ve lo restituirò presto. Tutti e due in quel rapido istante avevano
-provata una di quelle vive commozioni i cui effetti sull'animo possono
-paragonarsi a quelli che produce un sasso gettato nel fondo di un lago.
-Le riflessioni più dolci nascevano e si succedevano, indefinibili,
-moltiplicate, senza meta, agitando il cuore come le rughe circolari che
-piegano per lungo tempo l'onda diramandosi dal punto dove è caduto il
-sasso. Ippolito tornò al suo studio, armato di quel ritratto. Il suo
-cavalletto era già stato munito di una tela; una tavolozza era carica
-di colori; i pennelli erano puliti, il luogo e l'ora opportuni.
-
-Quindi fino all'ora del pranzo lavorò al ritratto con quell'ardore che
-gli artisti mettono nei loro capricci. Ritornò la sera stessa dalla
-baronessa De Rouville, e vi rimase dalle nove alle undici. All'infuori
-dei differenti soggetti di conversazione, quella sera somigliò
-esattamente alla precedente.
-
-I due vecchi arrivarono alla stessa ora, ebbe luogo la stessa partita a
-picchetto, dai giocatori furono dette le stesse frasi, la somma perduta
-dall'amico di Adelaide fu dello stesso importo di quella perduta
-il giorno prima; soltanto Ippolito, un po' più incoraggiato, osò
-discorrere colla giovinetta.
-
-Passarono così otto giorni, durante i quali i sentimenti del pittore
-e quelli di Adelaide subirono quelle deliziose e lente trasformazioni
-che conducono le anime all'accordo perfetto. Di giorno in giorno lo
-sguardo con cui Adelaide accoglieva l'amico era divenuto più intimo,
-più confidente, più gajo, più franco; la sua voce, le sue maniere
-ebbero qualche cosa di più molle, di più famigliare. Tutti e due
-ridevano, discorrevano, si comunicavano i loro pensieri, parlando
-di sè stessi coll'ingenuità di due fanciulli che nello spazio di un
-giorno hanno stretta amicizia, come se si fossero veduti da tre anni.
-Schinner giocava al picchetto. Ignorante e novizio, faceva naturalmente
-l'alunnato e, come il vecchio, perdeva tutte le partite. Senza essersi
-ancora confidato il loro amore, i due amanti sapevano di appartenersi
-l'un l'altro. Ippolito aveva esercitato con fortuna il suo potere sulla
-timida amica. Molte concessioni gli erano state fatte da Adelaide la
-quale, timida e devota aveva di quei falsi malumori che l'amante meno
-abile e la giovinetta più primitiva inventano e di cui si servono
-di continuo, come i fanciulli viziati abusano del potere che loro
-dà l'amore della madre. Ogni famigliarità era cessata fra il vecchio
-ed Adelaide. La giovinetta aveva naturalmente compresa la tristezza
-del pittore ed i pensieri occulti nelle pieghe della sua fronte,
-nell'accento brusco delle poche parole che pronunciava allorchè il
-vecchio baciava senza riguardo alcuno le mani od il collo di Adelaide.
-Dal canto suo la signorina Leseigneur chiedeva al suo amante stretto
-conto delle menome sue azioni. Era così infelice, così inquieta quando
-Ippolito non veniva; sapeva così bene rimproverarlo per le sue assenze,
-che il pittore cessò di trovarsi coi suoi amici e di andare in società.
-
-Adelaide lasciò trapelare la gelosia naturale alle donne udendo che
-talvolta, uscendo da madama De Rouville alle undici, il pittore faceva
-ancora delle visite e si recava nei saloni più brillanti di Parigi. Da
-principio pretendeva che questo genere di vita fosse pernicioso alla
-salute: poi trovò modo di dirgli, con quella profonda convinzione alla
-quale danno tanta forza l'accento, il gesto, e lo sguardo d'una persona
-amata: «Che un uomo obbligato a prodigare a più donne in una volta il
-suo tempo e le grazie del suo spirito, non poteva essere oggetto di una
-viva affezione.» Il pittore fu dunque condotto, tanto dal dispotismo
-della passione che dalle esigenze di una fanciulla innamorata, a non
-vivere che in quel piccolo appartamento in cui tutto gli piaceva.
-Mai vi fu amore più puro e più ardente. Da una parte e dall'altra la
-stessa fede, la stessa delicatezza, fecero crescere quella passione
-senza l'ajuto dei sagrifizi coi quali molti cercano di provarsi il loro
-amore. Fra essi esisteva uno scambio continuo di sensazioni dolci,
-e non sapevano chi più ne dava e più ne riceveva. Una involontaria
-tendenza rendeva sempre più stretta l'unione delle anime loro. Il
-progresso di questo sentimento vero fu così rapido, che due mesi dopo
-l'accidente cui il pittore doveva la felicità di avere conosciuta
-Adelaide, la loro vita era diventata una vita sola. Cominciando dal
-mattino la giovinetta udendo il passo del suo innamorato poteva dire
-a se stessa: è là! Quando Ippolito tornava da sua madre, all'ora del
-pranzo, non mancava mai di venire a salutare le sue vicine, e la sera,
-all'ora solita, accorreva colla puntualità d'innamorato. La donna più
-tirannica e più ambiziosa in amore non avrebbe quindi potuto fare
-il menomo rimprovero al giovine pittore. Anche Adelaide godeva una
-felicità, affatto pura ed illimitata vedendo realizzarsi in tutta la
-sua estensione l'ideale che alla sua età è tanto naturale sognare. Il
-vecchio gentiluomo veniva meno di frequente; il geloso Ippolito l'aveva
-la sera sostituito al tappeto verde, nella sua costante sfortuna al
-giuoco. Tuttavia, in mezzo alla sua felicità, pensando alla disastrosa
-situazione di madama De Rouville, giacchè aveva avuto più di una prova
-della sua miseria, non poteva spacciare un pensiero importuno. Già più
-volte ritornando a casa si era detto: — Come! Venti franchi tutte le
-sere! E non osava confessarsi i suoi sospetti odiosi. Impiegò due mesi
-a fare il ritratto, e quando fu finito, verniciato, messo in cornice,
-lo contemplò come una delle sue opere migliori. Madama la baronessa De
-Rouville non gliene aveva più parlato. Era noncuranza o fierezza? Il
-pittore non voleva spiegarsi questo silenzio.
-
-Fece con Adelaide il lieto complotto di mettere il ritratto al suo
-posto durante la passeggiata che sua madre faceva ordinariamente alle
-Tuileries. Adelaide salì sola, per la prima volta, allo studio di
-Ippolito, col pretesto di vedere il ritratto nella luce favorevole
-sotto la quale era stato dipinto. Restò muta ed immobile, in preda
-ad una contemplazione deliziosa in cui fondevansi in un solo tutti i
-sentimenti della donna. Non si riassumono essi tutti in una giusta
-ammirazione dell'uomo amato? Allorchè il pittore, inquieto di quel
-silenzio, si chinò per vedere la giovinetta, essa gli stese la mano,
-senza poter dire una parola; ma due lagrime eranle cadute dagli occhi.
-Ippolito prese quella mano, la coperse di baci, e per un momento si
-guardarono in silenzio, essendo ambedue per confessarsi il loro amore
-e non osandolo. Il pittore teneva nelle sue la mano d'Adelaide ed uno
-stesso calore, uno stesso movimento loro appresero che i loro cuori
-battevano ambedue colla stessa forza. Troppo commossa, la giovinetta si
-allontanò dolcemente da Ippolito, e disse gettandogli un'occhiata piena
-d'ingenuità:
-
-— Voi farete ben felice mia madre!
-
-— Che? vostra madre soltanto? egli domandò.
-
-— Oh, io lo sono anche troppo.
-
-Il pittore abbassò la testa e rimase silenzioso, stordito dalla
-violenza dei sentimenti che l'accento di questa frase svegliò nel suo
-cuore. Comprendendo allora tutto il pericolo di quella situazione,
-essi discesero e misero il ritratto al suo posto. Ippolito pranzò
-per la prima volta colla baronessa e con sua figlia. Fu festeggiato,
-complimentato da madama De Rouville con una rara bonomia. Nella
-sua tenerezza, tutta in lagrime, la vecchia dama volle baciarlo. La
-sera, il vecchio emigrato, aulico camerata del barone De Rouville,
-col quale aveva vissuto fraternamente, fece alle sue due amiche una
-visita per annunziar loro che era stato nominato vice-ammiraglio. Le
-sue navigazioni terrestri attraverso la Germania e la Russia gli erano
-state contate come campagne navali. All'aspetto del ritratto strinse
-cordialmente la mano al pittore ed esclamò: — In fede mia! benchè la
-mia vecchia carcassa non valga la pena di essere conservata, darei ben
-volontieri cinquecento pistole per vedermi così somigliante come il mio
-vecchio Rouville.
-
-A questa proposta la baronessa guardò il suo amico e sorrise lasciando
-scaturire dal suo volto i sintomi di una subita riconoscenza. Ippolito
-credette indovinare che il vecchio ammiraglio voleva offrirgli il
-prezzo dei due ritratti pagando il suo. La sua fierezza d'artista,
-forse tanto come la sua gelosia, si offese di quell'idea e rispose: —
-Signore, se fossi ritrattista non avrei fatto questo qui.
-
-L'ammiraglio si morse le labbra e si mise a giocare. Il pittore
-restò presso Adelaide, che gli propose di fare una partita; accettò.
-Giocando, osservò in madama De Rouville un ardore pel giuoco che lo
-sorprese. Mai quella vecchia baronessa aveva dimostrato un desiderio
-così ardente di guadagno, nè un piacere così vivo palpando le monete
-d'oro del gentiluomo. Durante la serata, brutti sospetti vennero a
-turbare la felicitò di Ippolito e gli inspirarono la diffidenza. Madama
-De Rouville viveva dunque del giuoco? Non giocava essa in quel momento
-per soddisfare qualche debito, o spinta da qualche necessità? Forse
-non aveva pagato l'affitto. Quel vecchio pareva abbastanza fino per
-lasciarsi prendere impunemente il danaro. Quale poteva dunque essere
-l'interesse che lui, ricco, attirava in quella povera casa? Perchè una
-volta era così famigliare con Adelaide, e perchè ad un tratto aveva
-rinunziato ai privilegi acquistati, forse dovuti? Queste riflessioni
-gli vennero involontariamente, e l'eccitarono ad esaminare con nuova
-attenzione il vecchio e la baronessa. Fu malcontento delle loro arie
-d'intelligenza e degli sguardi obliqui che gettavano su Adelaide e su
-lui. «Mi ingannerebbero?» fu per Ippolito un'ultima idea, orribile,
-demoralizzante, ed alla quale credette quel tanto che bastava per
-esserne torturato. Volle restare dopo la partenza dei due vecchi per
-confermare i suoi sospetti o dissiparli. Aveva cavata la sua borsa
-per pagare Adelaide; ma, in preda ai suoi pensieri tumultuosi, mise la
-borsa sulla tavola e cadde in una fantasticheria che durò poco; indi,
-vergognandosi del suo silenzio, si alzò, rispose ad una interrogazione
-banale fattagli da madama De Rouville e si avvicinò a lei per potere,
-discorrendo, meglio esaminare quel vecchio volto. Uscì in preda a mille
-incertezze. Appena aveva fatti alcuni gradini, si ricordò di avere
-dimenticato il danaro sul tavolo e ritornò.
-
-— Vi ho lasciato la mia borsa? disse alla giovinetta.
-
-— No, rispose ella arrossendo.
-
-— La credeva là, egli riprese, mostrando il tavolo da giuoco; ma,
-vergognoso per Adelaide e per la baronessa di non vedervela, le guardò
-con aria inebetita che le fece ridere, impallidì e continuò tastando
-il gilè: «Mi sono ingannato; l'ho senza dubbio.» Salutò ed uscì. In
-uno dei lati di quella borsa vi erano quindici luigi, nell'altro degli
-spiccioli. Il furto era così flagrante, così sfrontatamente negato,
-che Ippolito non poteva più conservare dubbio sulla moralità delle
-sue vicine. Si fermò sulla scala, la discese con pena: le gambe gli
-tremavano, aveva le vertigini, sudava, gelava, e si trovava impotente
-a lottare coll'atroce commozione cagionatagli dalla rovina di tutte le
-sue speranze. In quel momento raccapezzò nella memoria una quantità di
-osservazioni, futili in apparenza, ma che corroboravano i terribili
-sospetti ai quali era stato in preda, e che servivano a riprova
-della verità dell'ultimo fatto, aprendogli gli occhi sul carattere
-e sulla vita di quelle due donne. Avevano dunque aspettato che fosse
-consegnato il ritratto per rubare la borsa? Combinato, il furto era
-ancora più odioso. Il pittore si ricordò, per sua sventura, che da
-due o tre sere Adelaide, mentre sembrava esaminare con una curiosità
-di ragazza il lavoro speciale della rete di seta usata, probabilmente
-verificava il danaro contenuto nella borsa, con scherzi in apparenza
-innocenti, ma che senza dubbio avevano lo scopo di spiare il momento
-in cui la somma fosse abbastanza rilevante per essere sottratta.
-— Il vecchio ammiraglio ha forse delle eccellenti ragioni per non
-sposare Adelaide, ed allora la baronessa avrà cercato di... A quella
-supposizione si fermò non completando nemmeno il suo pensiero che fu
-distrutto da una riflessione assai giusta. — Se la baronessa, pensò,
-spera di farmi sposare sua figlia, esse non m'avrebbero derubato.
-Poi, per non rinunciare alle sue illusioni, al suo amore già così
-saldamente radicato, tentò di cercare qualche giustificazione nel caso.
-— La mia borsa sarà cascata per terra, diceva; sarà restata sulla mia
-poltrona. Forse l'ho; sono tanto distratto! Si frugò convulsivamente e
-non trovò la maledetta borsa. La sua memoria crudele gli raffigurava
-tratto tratto la fatale verità. Vedeva distintamente la sua borsa
-distesa sul tappeto; ma, non dubitando più del furto, scusava Adelaide,
-dicendo che non si dovevano giudicare così lestamente i disgraziati.
-Vi era senza dubbio un segreto in quell'azione così degradante. Non
-voleva che quella fiera e nobile figura fosse una maschera. Tuttavia
-queil'appartamento così miserabile gli parve spoglio della poesia
-dell'amore che tutto abbellisce; lo vide sporco e indecente, lo
-considerò come il simbolo di una vita intima senza nobiltà, disoccupata
-e viziosa. I nostri sentimenti non sono, per così dire, scritti sulle
-cose che ne circondano? Il mattino dopo si alzò senza aver dormito.
-Il dolore del cuore, questa grave malattia morale, aveva fatto in lui
-enormi progressi Perdere una felicità sognata, rinunziare a tutto un
-avvenire, è un tormento più acuto di quello cagionato dalla rovina di
-una felicità provata, per quanto sia stata completa: la speranza non
-è forse migliore del ricordo? Le meditazioni in cui cade tutto ad un
-tratto l'anima nostra sono allora come un mare senza sponde nel seno
-del quale noi possiamo nuotare per un momento, ma in cui è necessario
-che il nostro amore si anneghi e muoja.
-
-È una morte orribile. Non sono i sentimenti la parte più brillante
-della nostra vita? Da questa morte parziale derivano in certe
-organizzazioni delicate o forti le grandi rovine prodotte dalla
-disillusione, dalle speranze e dalle passioni tradite. Così fu
-del giovine pittore. Uscì per tempissimo, assorto nelle sue idee,
-dimenticando tutto il mondo. Per un caso che non aveva nulla di
-straordinario, incontrò uno dei suoi amici più intimi, camerata
-di collegio e di studio, col quale aveva vissuto meglio che con un
-fratello.
-
-— Ebbene, Ippolito, cos'hai? gli disse Francesco Souchet, giovine
-scultore che aveva allora ottenuto il gran premio e doveva partire per
-l'Italia.
-
-— Sono sfortunatissimo, rispose gravemente Ippolito.
-
-— Non è che un affare di cuore che ti possa dare affanno. Danaro,
-gloria, considerazione, nulla ti manca.
-
-A poco a poco le confidenze cominciarono, ed il pittore confessò il suo
-amore. Quando parlò della via Suresne e d'una giovinetta alloggiata
-ad un quarto piano: — Alto là! gridò allegramente Souchet. È una
-giovinetta che vedo tutte le mattine all'Assunzione ed alla quale fo la
-corte. Sua madre è una baronessa! Ci credi tu alle baronesse alloggiate
-al quarto piano? Brrr!... Ah! tu sei un uomo dell'età dell'oro; ma essa
-ha una figura, un'aria che dicono tutto. Come! Non hai indovinato che
-cosa è alla maniera con cui tiene il suo scialle?
-
-I due amici passeggiarono a lungo, e loro si unirono parecchi giovani
-che conoscevano Souchet e Schinner. L'avventura del pittore, giudicata
-di poca importanza, fu loro contata dallo scultore.
-
-— Ed anch'esso ha veduto quella ragazza!
-
-Furono osservazioni, risa, burle, fatte innocentemente e con tutto il
-brio degli artisti, ma delle quali Ippolito soffriva orribilmente.
-Un certo intimo pudore lo metteva in triste posizione vedendo il
-segreto del suo cuore trattato con tanta leggierezza, la sua passione
-lacerata, fatta in brandelli, una giovinetta sconosciuta e la cui vita
-pareva così modesta, sottoposta a giudizii veri o falsi, pronunciati
-con tanta indifferenza. Affettò di essere spinto da uno spirito
-di contraddizione; chiese seriamente a ciascuno le prove delle sue
-asserzioni, e gli scherzi ripresero da capo.
-
-— Ma, caro amico, hai veduto lo scialle della baronessa? diceva Souchet.
-
-— Hai seguito la piccina, la mattina, quando trotta all'Assunzione?
-diceva Giuseppe Bridau, un birichino dello studio di Gres.
-
-— Ah! la madre ha, fra le altre virtù, un certo abito grigio che
-considero come un tipo, disse Bixion, il caricaturista.
-
-— Ascolta, Ippolito, riprese lo scultore, vieni qui verso le quattro
-ed analizza un po' gli andamenti della madre e della figlia. Se dopo
-hai dei dubbii, ebbene! da te non si caverà mai nulla. Sarai capace di
-sposare la figlia della tua portinaja.
-
-In preda ai sentimenti più opposti, il pittore abbandonò i suoi amici.
-Adelaide e sua madre gli sembravano esseri superiori a queste accuse,
-ed in fondo al cuore provava rimorso di avere sospettata la purezza di
-quella giovane così semplice e così bella.
-
-Andò al suo studio, passò davanti alla porta dell'appartamento in cui
-si trovava Adelaide, e provò il senso di dolore al cuore che non lascia
-luogo ad esitanze. Amava la signorina De Rouville con tanta passione
-che, ad onta del furto della borsa, l'adorava ancora. Il suo amore
-era quello del cavaliere Des Grieux che ammira e purifica la sua bella
-perfino sulla carretta che conduce alla prigione le donne perdute. —
-Perchè il mio amore non la renderebbe la più pura di tutte le donne?
-Perchè abbandonarla al male, al vizio, senza porgerle una mano amica?
-Questa missione gli piacque. L'amore trae profitto da ogni cosa. Nulla
-più seducente per un giovane che fare la parte del genio del bene
-presso una donna. Vi è qualche cosa di romanzesco in tale impresa che
-s'addice alle anime esaltate. Non è forse la massima devozione sotto
-la forma più elevata, più gentile? Non vi è della grandezza nel sapere
-che si ama abbastanza per amare ancora là ove l'amore degli altri si
-estingue e muore? Ippolito si assise nel suo studio, contemplò il suo
-quadro senza punto lavorarvi, non vedendo le figure che attraverso
-alcune lagrime che gli ondeggiavano negli occhi, tenendo sempre la
-tavolozza alla mano, avanzandosi verso la tela come per raddolcire
-una tinta, ma non toccandola. La notte lo colse in quell'attitudine.
-Svegliato dalla sua fantasticheria dall'oscurità, discese, incontrò
-il vecchio ammiraglio sulle scale, gli gettò una triste occhiata
-salutandolo, e fuggì. Aveva avuta l'intenzione di entrare dalle sue
-vicine, ma l'aspetto del protettore d'Adelaide gli gelò il cuore e
-fece svanire la sua risoluzione. Si chiese per la centesima volta quale
-interesse poteva condurre quel vecchio libertino, ricco di ottantamila
-lire di rendita, in quel quarto piano ove perdeva circa quaranta
-franchi tutte le sere; e quell'interesse credette indovinarlo. Il
-giorno dopo ed i seguenti Ippolito si ingolfò nel lavoro per cercare di
-combattere la sua passione, colla foga delle idee e della concezione.
-Riescì a mezzo. Lo studio lo consolò senza però arrivare a soffocare
-i ricordi di tante ore carezzevoli passate presso Adelaide. Una sera,
-nel lasciare il suo studio, trovò la porta dell'appartamento delle
-due signore semichiusa. Vi era una persona in piedi nel vano della
-finestra. La disposizione della porta e della scala non permettevano
-al pittore di passare senza vedere Adelaide; la salutò freddamente,
-lanciandole una occhiata indifferente; ma, giudicando dalle sue le
-sofferenze di quella giovinetta, provò un sussulto interno nel pensare
-all'amarezza che quello sguardo e quella freddezza dovevano gettare
-in un cuore innamorato. Coronare le più dolci feste che mai abbiano
-rallegrate anime pure con un dispetto di otto giorni, collo sprezzo
-più profondo, più completo!... triste scioglimento! Forse la borsa
-era stata trovata, e forse ogni sera Adelaide aveva aspettato il suo
-amico. Questo pensiero così semplice, così naturale, fece provare
-nuovi rimorsi all'innamorato. Si domandò se le prove d'attaccamento
-che la giovinetta gli aveva date, se le incantevoli conversazioni,
-improntate da un amore che l'aveva entusiasmato, non meritavano almeno
-un'inchiesta, non valevano una giustificazione. Vergognandosi di aver
-resistito per una settimana ai voti del cuore e trovandosi quasi reo
-per quella lotta, la sera stessa andò da madama De Rouville. Tutti i
-suoi sospetti, tutti i suoi cattivi pensieri, svanirono all'aspetto
-della giovinetta pallida e dimagrata.
-
-— Mio Dio, che avete? le disse dopo avere salutata la baronessa.
-
-Adelaide non gli rispose, ma gli lanciò un'occhiata piena di
-malinconia, un'occhiata triste, scoraggiata, che gli fece male.
-
-— Avete senza dubbio lavorato molto, disse la vecchia, siete cambiato.
-Noi siamo la causa della vostra reclusione. Questo ritratto avrà
-ritardato alcuni quadri importanti per la vostra riputazione.
-
-Ippolito fu felice di trovare una scusa così buona alla sua
-indelicatezza.
-
-— Sì, disse, sono stato molto occupato, ma ho sofferto...
-
-A quelle parole Adelaide alzò la testa, guardò il suo amante, ed i suoi
-occhi inquieti non gli rimproverarono più nulla.
-
-— Voi ci supponevate molto indifferenti a ciò che di bene e di male vi
-può accadere? disse la vecchia.
-
-— Ebbi torto, egli rispose. Tuttavia vi sono dolori che non si
-potrebbero confidare ad alcuno, nemmeno ad un sentimento meno recente
-di quello di cui voi mi onorate...
-
-— La sincerità, la forza dell'amicizia non si devono misurare dal
-tempo. Ho visto dei vecchi amici non scambiarsi una lagrima nella
-sventura, disse la baronessa crollando la testa.
-
-— Ma che avete dunque? chiese il giovine ad Adelaide.
-
-— Oh! nulla, rispose la baronessa. Adelaide ha passato alcune notti
-per finire un lavoro femminile e non ha voluto darmi ascolto quando le
-dicevo che un giorno più un giorno meno poco importava...
-
-Ippolito non ascoltava. Vedendo quelle due figure così nobili, così
-calme, arrossiva dei suoi sospetti ed attribuiva la perdita della sua
-borsa a qualche caso inesplicabile.
-
-Quella serata fu deliziosa per lui, e fors'anche per lei. Vi sono
-segreti che le anime giovani comprendono così bene! Adelaide indovinava
-ciò che pensasse Ippolito. Senza volere confessare i suoi torti, il
-pittore li riconosceva; ritornava alla sua amante più invaghito, più
-affettuoso, cercando così di guadagnare un tacito perdono.
-
-Adelaide gustava gioje così perfette, così dolci, che non le parevano
-pagate troppo con tutta la sciagura che aveva così crudelmente
-straziato l'anima sua.
-
-L'accordo così vero dei loro cuori, quell'intimità piena di magia, fu
-però turbata da una parola della baronessa De Rouville.
-
-— Facciamo la nostra partitina? ella disse, giacchè il mio vecchio
-Kergarouët mi tiene il broncio.
-
-Questa frase risvegliò tutti i sospetti del giovine pittore, che
-arrossì guardando la madre di Adelaide; ma non vide su quel volto che
-l'espressione di una bonomia sincera; nessuna seconda intenzione ne
-distruggeva la piacevolezza; la finezza non era perfida, la malizia
-pareva dolce, e nessun rimorso ne alterava la calma.
-
-Allora si mise alla tavola da giuoco.
-
-Adelaide volle dividere la sorte del pittore, pretendendo che non
-conoscesse il picchetto, ed avendo bisogno d'un socio.
-
-Madama De Rouville e sua figlia si fecero durante la partita dei
-segni d'intelligenza che inquietavano tanto più Ippolito, inquantochè
-guadagnava; ma poi alla fine un ultimo colpo rese i due amanti debitori
-della baronessa.
-
-Volendo cercare delle monete nelle tasche, il pittore ritirò le mani da
-sopra la tavola, ed allora vide davanti a sè una borsa che Adelaide vi
-aveva fatto scivolare senza ch'egli se ne accorgesse; la povera ragazza
-teneva l'antica, e per darsi contegno si occupava a cercarvi del danaro
-per pagare sua madre.
-
-Il sangue di Ippolito affluì tutto al suo cuore con impeto sì grande
-che fu sul punto di venir meno.
-
-La borsa nuova sostituita alla sua e che conteneva i suoi quindici
-luigi, era ricamata in perle d'oro.
-
-I cappii, le nappine, tutto attestava il buon gusto di Adelaide, che
-senza dubbio aveva esaurito il suo peculio negli ornamenti di quel
-grazioso lavoro.
-
-Era impossibile dire con maggior delicatezza che il dono del pittore
-non poteva essere ricompensato che con un attestato d'affezione.
-
-Quando Ippolito, soprafatto dalla felicità, volse gli occhi su Adelaide
-e sulla baronessa, le vide tremanti di gioja e felici dell'amabile
-soperchieria.
-
-Egli si trovò piccolo, meschino, babbeo; avrebbe voluto punirsi,
-lacerarsi il cuore.
-
-Alcune lagrime gli spuntarono negli occhi, si alzò con un moto
-irresistibile, prese Adelaide fra le braccia, la strinse al seno, le
-rapì un bacio, poi, con una buona fede d'artista:
-
-— Ve la chiedo in moglie! sclamò guardando la baronessa.
-
-Adelaide gettava sul pittore degli sguardi mezzo corrucciati e madama
-De Rouville, un po' sorpresa, cercava una risposta, quando la scena fu
-interrotta dallo strepito del campanello.
-
-Il vecchio ammiraglio comparve seguito dalla sua ombra e dalla signora
-Schinner.
-
-Dopo avere indovinato la causa dei dispiaceri che suo figlio aveva
-inutilmente cercato di nasconderle, la madre di Ippolito aveva preso
-informazioni su Adelaide da alcuno dei suoi amici.
-
-Giustamente allarmata dalle calunnie che pesavano su quella giovinetta
-all'insaputa del conte di Kergarouët, il cui nome gli fu detto
-dalla portinaja, era andata a narrarle al vice-ammiraglio, che nella
-sua collera diceva di «voler andare a tagliare le orecchie a quei
-furfanti.» Animato dalla sua bile, aveva comunicato alla signora
-Schinner il segreto delle perdite volontarie che faceva al giuoco,
-giacchè la fierezza della baronessa non gli lasciava che quel mezzo
-ingegnoso per soccorrerla.
-
-Allorchè madama Schinner salutò madama De Rouville, questa guardò
-il conte di Kergarouët, Ippolito, Adelaide, e disse colla grazia del
-cuore: — Pare che questa sera siamo in famiglia.
-
-
- FINE.
-
-
-
-
-INDICE
-
-
- Prefazione Pag. 3
- La pace domestica 7
- L'elisir di lunga vita 43
- La borsa 67
-
-
-
-
-
-Nota del Trascrittore
-
-Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo
-senza annotazione minimi errori tipografici. Per comodità di lettura
-è stato aggiunto un indice a fine volume.
-
-*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK LA PACE DOMESTICA - L'ELISIR DI
-LUNGA VITA - LA BORSA ***
-
-Updated editions will replace the previous one--the old editions will
-be renamed.
-
-Creating the works from print editions not protected by U.S. copyright
-law means that no one owns a United States copyright in these works,
-so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the
-United States without permission and without paying copyright
-royalties. Special rules, set forth in the General Terms of Use part
-of this license, apply to copying and distributing Project
-Gutenberg-tm electronic works to protect the PROJECT GUTENBERG-tm
-concept and trademark. Project Gutenberg is a registered trademark,
-and may not be used if you charge for an eBook, except by following
-the terms of the trademark license, including paying royalties for use
-of the Project Gutenberg trademark. If you do not charge anything for
-copies of this eBook, complying with the trademark license is very
-easy. You may use this eBook for nearly any purpose such as creation
-of derivative works, reports, performances and research. Project
-Gutenberg eBooks may be modified and printed and given away--you may
-do practically ANYTHING in the United States with eBooks not protected
-by U.S. copyright law. Redistribution is subject to the trademark
-license, especially commercial redistribution.
-
-START: FULL LICENSE
-
-THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE
-PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK
-
-To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free
-distribution of electronic works, by using or distributing this work
-(or any other work associated in any way with the phrase "Project
-Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full
-Project Gutenberg-tm License available with this file or online at
-www.gutenberg.org/license.
-
-Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project
-Gutenberg-tm electronic works
-
-1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm
-electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to
-and accept all the terms of this license and intellectual property
-(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all
-the terms of this agreement, you must cease using and return or
-destroy all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your
-possession. If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a
-Project Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound
-by the terms of this agreement, you may obtain a refund from the
-person or entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph
-1.E.8.
-
-1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be
-used on or associated in any way with an electronic work by people who
-agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few
-things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works
-even without complying with the full terms of this agreement. See
-paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project
-Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this
-agreement and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm
-electronic works. See paragraph 1.E below.
-
-1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the
-Foundation" or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection
-of Project Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual
-works in the collection are in the public domain in the United
-States. If an individual work is unprotected by copyright law in the
-United States and you are located in the United States, we do not
-claim a right to prevent you from copying, distributing, performing,
-displaying or creating derivative works based on the work as long as
-all references to Project Gutenberg are removed. Of course, we hope
-that you will support the Project Gutenberg-tm mission of promoting
-free access to electronic works by freely sharing Project Gutenberg-tm
-works in compliance with the terms of this agreement for keeping the
-Project Gutenberg-tm name associated with the work. You can easily
-comply with the terms of this agreement by keeping this work in the
-same format with its attached full Project Gutenberg-tm License when
-you share it without charge with others.
-
-1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern
-what you can do with this work. Copyright laws in most countries are
-in a constant state of change. If you are outside the United States,
-check the laws of your country in addition to the terms of this
-agreement before downloading, copying, displaying, performing,
-distributing or creating derivative works based on this work or any
-other Project Gutenberg-tm work. The Foundation makes no
-representations concerning the copyright status of any work in any
-country other than the United States.
-
-1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg:
-
-1.E.1. The following sentence, with active links to, or other
-immediate access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear
-prominently whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work
-on which the phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the
-phrase "Project Gutenberg" is associated) is accessed, displayed,
-performed, viewed, copied or distributed:
-
- This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and
- most other parts of the world at no cost and with almost no
- restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it
- under the terms of the Project Gutenberg License included with this
- eBook or online at www.gutenberg.org. If you are not located in the
- United States, you will have to check the laws of the country where
- you are located before using this eBook.
-
-1.E.2. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is
-derived from texts not protected by U.S. copyright law (does not
-contain a notice indicating that it is posted with permission of the
-copyright holder), the work can be copied and distributed to anyone in
-the United States without paying any fees or charges. If you are
-redistributing or providing access to a work with the phrase "Project
-Gutenberg" associated with or appearing on the work, you must comply
-either with the requirements of paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 or
-obtain permission for the use of the work and the Project Gutenberg-tm
-trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or 1.E.9.
-
-1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted
-with the permission of the copyright holder, your use and distribution
-must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any
-additional terms imposed by the copyright holder. Additional terms
-will be linked to the Project Gutenberg-tm License for all works
-posted with the permission of the copyright holder found at the
-beginning of this work.
-
-1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm
-License terms from this work, or any files containing a part of this
-work or any other work associated with Project Gutenberg-tm.
-
-1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this
-electronic work, or any part of this electronic work, without
-prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with
-active links or immediate access to the full terms of the Project
-Gutenberg-tm License.
-
-1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary,
-compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including
-any word processing or hypertext form. However, if you provide access
-to or distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format
-other than "Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official
-version posted on the official Project Gutenberg-tm website
-(www.gutenberg.org), you must, at no additional cost, fee or expense
-to the user, provide a copy, a means of exporting a copy, or a means
-of obtaining a copy upon request, of the work in its original "Plain
-Vanilla ASCII" or other form. Any alternate format must include the
-full Project Gutenberg-tm License as specified in paragraph 1.E.1.
-
-1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,
-performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works
-unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.
-
-1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing
-access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works
-provided that:
-
-* You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
- the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method
- you already use to calculate your applicable taxes. The fee is owed
- to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he has
- agreed to donate royalties under this paragraph to the Project
- Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments must be paid
- within 60 days following each date on which you prepare (or are
- legally required to prepare) your periodic tax returns. Royalty
- payments should be clearly marked as such and sent to the Project
- Gutenberg Literary Archive Foundation at the address specified in
- Section 4, "Information about donations to the Project Gutenberg
- Literary Archive Foundation."
-
-* You provide a full refund of any money paid by a user who notifies
- you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he
- does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm
- License. You must require such a user to return or destroy all
- copies of the works possessed in a physical medium and discontinue
- all use of and all access to other copies of Project Gutenberg-tm
- works.
-
-* You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of
- any money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
- electronic work is discovered and reported to you within 90 days of
- receipt of the work.
-
-* You comply with all other terms of this agreement for free
- distribution of Project Gutenberg-tm works.
-
-1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project
-Gutenberg-tm electronic work or group of works on different terms than
-are set forth in this agreement, you must obtain permission in writing
-from the Project Gutenberg Literary Archive Foundation, the manager of
-the Project Gutenberg-tm trademark. Contact the Foundation as set
-forth in Section 3 below.
-
-1.F.
-
-1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable
-effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread
-works not protected by U.S. copyright law in creating the Project
-Gutenberg-tm collection. Despite these efforts, Project Gutenberg-tm
-electronic works, and the medium on which they may be stored, may
-contain "Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate
-or corrupt data, transcription errors, a copyright or other
-intellectual property infringement, a defective or damaged disk or
-other medium, a computer virus, or computer codes that damage or
-cannot be read by your equipment.
-
-1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right
-of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project
-Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project
-Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project
-Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all
-liability to you for damages, costs and expenses, including legal
-fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT
-LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE
-PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE
-TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE
-LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR
-INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
-DAMAGE.
-
-1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a
-defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
-receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a
-written explanation to the person you received the work from. If you
-received the work on a physical medium, you must return the medium
-with your written explanation. The person or entity that provided you
-with the defective work may elect to provide a replacement copy in
-lieu of a refund. If you received the work electronically, the person
-or entity providing it to you may choose to give you a second
-opportunity to receive the work electronically in lieu of a refund. If
-the second copy is also defective, you may demand a refund in writing
-without further opportunities to fix the problem.
-
-1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth
-in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS', WITH NO
-OTHER WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT
-LIMITED TO WARRANTIES OF MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
-
-1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied
-warranties or the exclusion or limitation of certain types of
-damages. If any disclaimer or limitation set forth in this agreement
-violates the law of the state applicable to this agreement, the
-agreement shall be interpreted to make the maximum disclaimer or
-limitation permitted by the applicable state law. The invalidity or
-unenforceability of any provision of this agreement shall not void the
-remaining provisions.
-
-1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the
-trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone
-providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in
-accordance with this agreement, and any volunteers associated with the
-production, promotion and distribution of Project Gutenberg-tm
-electronic works, harmless from all liability, costs and expenses,
-including legal fees, that arise directly or indirectly from any of
-the following which you do or cause to occur: (a) distribution of this
-or any Project Gutenberg-tm work, (b) alteration, modification, or
-additions or deletions to any Project Gutenberg-tm work, and (c) any
-Defect you cause.
-
-Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
-
-Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
-electronic works in formats readable by the widest variety of
-computers including obsolete, old, middle-aged and new computers. It
-exists because of the efforts of hundreds of volunteers and donations
-from people in all walks of life.
-
-Volunteers and financial support to provide volunteers with the
-assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
-goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
-remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
-Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
-and permanent future for Project Gutenberg-tm and future
-generations. To learn more about the Project Gutenberg Literary
-Archive Foundation and how your efforts and donations can help, see
-Sections 3 and 4 and the Foundation information page at
-www.gutenberg.org
-
-Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary
-Archive Foundation
-
-The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non-profit
-501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
-state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
-Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
-number is 64-6221541. Contributions to the Project Gutenberg Literary
-Archive Foundation are tax deductible to the full extent permitted by
-U.S. federal laws and your state's laws.
-
-The Foundation's business office is located at 809 North 1500 West,
-Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887. Email contact links and up
-to date contact information can be found at the Foundation's website
-and official page at www.gutenberg.org/contact
-
-Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
-Literary Archive Foundation
-
-Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without
-widespread public support and donations to carry out its mission of
-increasing the number of public domain and licensed works that can be
-freely distributed in machine-readable form accessible by the widest
-array of equipment including outdated equipment. Many small donations
-($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
-status with the IRS.
-
-The Foundation is committed to complying with the laws regulating
-charities and charitable donations in all 50 states of the United
-States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
-considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
-with these requirements. We do not solicit donations in locations
-where we have not received written confirmation of compliance. To SEND
-DONATIONS or determine the status of compliance for any particular
-state visit www.gutenberg.org/donate
-
-While we cannot and do not solicit contributions from states where we
-have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
-against accepting unsolicited donations from donors in such states who
-approach us with offers to donate.
-
-International donations are gratefully accepted, but we cannot make
-any statements concerning tax treatment of donations received from
-outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
-
-Please check the Project Gutenberg web pages for current donation
-methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
-ways including checks, online payments and credit card donations. To
-donate, please visit: www.gutenberg.org/donate
-
-Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic works
-
-Professor Michael S. Hart was the originator of the Project
-Gutenberg-tm concept of a library of electronic works that could be
-freely shared with anyone. For forty years, he produced and
-distributed Project Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of
-volunteer support.
-
-Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
-editions, all of which are confirmed as not protected by copyright in
-the U.S. unless a copyright notice is included. Thus, we do not
-necessarily keep eBooks in compliance with any particular paper
-edition.
-
-Most people start at our website which has the main PG search
-facility: www.gutenberg.org
-
-This website includes information about Project Gutenberg-tm,
-including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
-Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
-subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
diff --git a/old/65051-0.zip b/old/65051-0.zip
deleted file mode 100644
index 3b57fd6..0000000
--- a/old/65051-0.zip
+++ /dev/null
Binary files differ
diff --git a/old/65051-h.zip b/old/65051-h.zip
deleted file mode 100644
index 4c39e46..0000000
--- a/old/65051-h.zip
+++ /dev/null
Binary files differ
diff --git a/old/65051-h/65051-h.htm b/old/65051-h/65051-h.htm
deleted file mode 100644
index d031ada..0000000
--- a/old/65051-h/65051-h.htm
+++ /dev/null
@@ -1,5711 +0,0 @@
-<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.1//EN"
-"http://www.w3.org/TR/xhtml11/DTD/xhtml11.dtd">
-
-<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it">
-<head>
- <meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=utf-8" />
- <title>
- La pace domestica; L'elisir di lunga vita; La borsa, di Honoré de Balzac
- </title>
- <link rel="coverpage" href="images/cover.jpg" />
- <style type="text/css">
-body {margin-left: 10%; margin-right: 10%;}
-
-p {margin-top: .5em; margin-bottom: 0em; line-height: 1.2; text-align: justify;}
-.center {text-align: center; text-indent: 0;}
-
-div.booktitle {page-break-before: always; padding: 3em;}
-div.titlepage {text-align: center; margin: 0 5%; padding: 2em 0; page-break-before: always; page-break-after: always;}
-div.titlepage p {text-align: inherit;}
-div.verso {text-align: center; padding-top: 2em; font-size: 95%; margin: 0 10%;}
-div.verso p {text-align: inherit;}
-div.somm {page-break-before: always; padding-top: 3em;}
-div.chapter {page-break-before: always; padding-top: 3em;}
-div.chapter h2 {page-break-before: avoid;}
-
-h1,h2,h3 {text-align: center; font-style: normal;
-font-weight: normal; line-height: 1.5;}
-h1 {font-size: 150%;}
-h2 {font-size: 140%; margin-top: 1em; margin-bottom: 2em; page-break-before: avoid;}
-h3 {font-size: 120%;}
-
-hr {width: 70%; margin-top: 1em; margin-bottom: 1em; margin-left: 15%; margin-right: 15%; clear: both;}
-hr.mid {width: 50%; margin-left: 25%; margin-right: 25%;}
-hr.minor {width: 20%; margin-left: 40%; margin-right: 40%;}
-hr.silver {width: 90%; margin-left: 5%; margin-right: 5%; border-top: none; border-right: none; border-bottom: thin solid silver; border-left: none;}
-.x-ebookmaker hr.silver {display: none;}
-
-.pagenum {position: absolute; right: 2%; font-style: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; font-size: 65%; text-align: right; color: #999999; background-color: #ffffff; clear: left;}
-
-.pad4 {margin-top: 4em;}
-.pad2 {margin-top: 2em;}
-.pad1 {margin-top: 1em;}
-
-.x-small {font-size: 70%;}
-.small {font-size: 85%;}
-.large {font-size: 115%;}
-.x-large {font-size: 130%;}
-.main-t {font-size: 200%; line-height: 1.5em;}
-.g {letter-spacing: .2em;}
-.smcap {font-variant: small-caps;}
-
-table {margin: auto; border-collapse: collapse;}
-.indice {width: 80%; line-height: 1em; margin-top: 2em;}
-.indice td {vertical-align: top; padding-left: 1.5em; text-indent: -1em;}
-.indice td.pag {text-align: right; vertical-align: bottom; white-space: nowrap;}
-
-.tnote {background-color: #f7f1e3; color: #000; padding: 1em 1em 2em 1em;
- margin: 3em 10%; font-family: sans-serif; font-size: 90%; page-break-before: always;}
-.tntitle {text-align: center; text-indent: 0; padding: 1em; font-size: 120%; margin-bottom: 1em;}
-.tnote p {padding: 0 1em;}
-.covernote {visibility: hidden; display: none;}
-.x-ebookmaker .covernote {visibility: visible; display: block;}
-
- </style>
- </head>
-<body>
-
-<div style='text-align:center; font-size:1.2em; font-weight:bold'>The Project Gutenberg eBook of La pace domestica - L'elisir di lunga vita - La borsa, by Honoré de Balzac</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and
-most other parts of the world at no cost and with almost no restrictions
-whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms
-of the Project Gutenberg License included with this eBook or online
-at <a href="https://www.gutenberg.org">www.gutenberg.org</a>. If you
-are not located in the United States, you will have to check the laws of the
-country where you are located before using this eBook.
-</div>
-
-<table style='min-width:0; padding:0; margin-left:0; border-collapse:collapse'>
- <tr><td>Title:</td><td>La pace domestica - L'elisir di lunga vita - La borsa</td></tr>
- <tr><td></td><td>Racconti scelti</td></tr>
-</table>
-
-<div style='display:block; margin-top:1em; margin-bottom:1em; margin-left:2em; text-indent:-2em'>Author: Honoré de Balzac</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>Release Date: April 10, 2021 [eBook #65051]</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>Language: Italian</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>Character set encoding: UTF-8</div>
-
-<div style='display:block; margin-left:2em; text-indent:-2em'>Produced by: Barbara Magni and the Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This file was produced from images made available by The Internet Archive)</div>
-
-<div style='margin-top:2em; margin-bottom:4em'>*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK LA PACE DOMESTICA - L'ELISIR DI LUNGA VITA - LA BORSA ***</div>
-
-<div class="booktitle">
-<h1>
-LA PACE DOMESTICA<br />
-L'ELISIR DI LUNGA VITA<br />
-LA BORSA
-</h1>
-</div>
-
-<hr class="silver" />
-
-<div class="titlepage">
-<p class="large">
-BIBLIOTECA UNIVERSALE
-</p>
-<hr class="mid" />
-
-<p class="pad2 main-t">
-LA PACE DOMESTICA<br />
-L'ELISIR DI LUNGA VITA<br />
-LA BORSA
-</p>
-
-<p class="pad2 large">
-RACCONTI SCELTI
-</p>
-
-<p class="pad1 x-small">
-DI
-</p>
-
-<p class="pad1 x-large">
-ONORATO BALZAC
-</p>
-
-<p class="pad4">
-<span class="large g">MILANO</span><br />
-EDOARDO SONZOGNO, EDITORE<br />
-<span class="small">14 — Via Pasquirolo — 14</span><br />
-<i>1893.</i>
-</p>
-</div>
-
-<div class="verso">
-<hr class="mid" />
-<p>
-Milano. — Tip. dello Stab. di E. Sonzogno.
-</p>
-<hr class="mid" />
-</div>
-
-<div class="somm">
-<hr />
-<p class="center x-large"><a href="#indice" id="indfront">INDICE</a></p>
-<hr />
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_3">[3]</span>
-</p>
-
-<h2 id="prefazione">PREFAZIONE</h2>
-</div>
-
-<p>
-Abbiamo già dato la biografia di Balzac, allorquando
-si pubblicarono i volumi contenenti <i>Mercadet l'affarista,
-Il lutto, Fisiologia del matrimonio, Gl'impiegati</i>.
-Quale prefazione a questo volume che si sta pubblicando,
-il quale contiene <i>La pace domestica, L'elisir di
-lunga vita, La borsa</i>, reputiamo opportuno citare il
-giudizio che dello stesso Balzac hanno pronunziato
-quei due grandi luminari della letteratura francese,
-che furono Vittor Hugo e Lamartine.
-</p>
-
-<p>
-Victor Hugo ha scritto: «Il nome di Balzac lascierà
-una traccia luminosa alla nostra epoca ed a
-quella che vi seguirà. Egli era dei primi fra i grandi,
-dei più alti fra i migliori. Tutti i suoi libri ne formano
-un solo, un libro vivo, luminoso, profondo, ove
-si vede il viavai, il camminare, il moversi, con un
-non so che di sgomento e di terribile, misto alla
-realtà dell'intero nostro incivilimento contemporaneo;
-un libro maraviglioso che il poeta intitolò <i>commedia</i>
-e che avrebbe potuto intitolare <i>storia</i>; che
-prende tutte le forme e tutti gli stili; che supera
-Tacito e tocca Svetonio; che attraversa Beaumarchais
-e giunge fino a Rabelais; un libro che è tutto osservazione
-ed imaginazione; che prodiga il vero, l'intimo,
-il borghese, il triviale, il materiale e che, in
-certi momenti, attraverso tutte le realtà della vita
-repentinamente e largamente strappate, lascia tutto
-ad un tratto scorgere l'ideale più tetro e tragico. A
-sua insaputa, il voglia o no, consenziente o no, l'autore
-di quest'opera immensa e strana è della forte
-stirpe degli scrittori rivoluzionarii. Egli va dritto alla
-meta. Afferra pel corpo la società moderna; strappa
-a tutti un brandello, agli uni l'illusione, agli altri la
-speranza, a questo un grido, a quello una maschera;
-fruga il vizio, disseca la passione, scruta, scandaglia
-l'uomo, l'anima, il cuore, le viscere, il cervello, l'abisso
-che ciascuno ha in sè.»
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_4">[4]</span>
-</p>
-
-<p>
-E Lamartine scrisse di lui:
-</p>
-
-<p>
-«I tre caratteri predominanti del talento di Balzac
-sono: la verità, il patetico e la moralità. Bisogna aggiungervi
-l'invenzione drammatica, che lo rende in
-prosa eguale e spesso superiore a Molière. So che a
-questa parola si leverà un grido di scandalo e di
-sacrilegio da tutta la Francia; ma, senza punto detrarre
-all'autore del <i>Misantropo</i> di ciò che la perfezione
-del suo verso aggiunge all'originalità del suo
-talento e proclamandolo, come tutti, incomparabile e
-inimitabile, il mio entusiasmo per il gran commediografo
-del secolo di Luigi XIV non mi renderà mai
-ingiusto ed ingrato verso un altro, inferiore in locuzione;
-eguale, se non superiore, in convinzione; pure
-incomparabile in fecondità: Balzac! Quante volte leggendolo
-e svolgendo con lui i prodigiosi ed inesauribili
-meandri della sua inventiva, ho esclamato fra
-me e me: «La Francia ha due Molière; il Molière
-in versi e il Molière in prosa!» Balzac è anzitutto
-il gran geografo delle passioni. Non so che istinto
-rivelatore ed osservatore gli ha insegnato che i luoghi
-e gli uomini sono vincolati da legami segreti;
-che il tal sito è un'idea, la tal muraglia è un carattere,
-e che per ben riuscire in un ritratto fa d'uopo
-dipingere una camera. Quest'analogia e fedeltà stanno
-ai suoi romanzi come il paesaggio alle grandi scene
-del dramma. Gl'imbecilli si lagnano della minuziosità
-apparente di descrizione; gl'intelligenti l'ammirano.
-In lui tutto incomincia con un simile ambiente de'
-suoi personaggi, prefazione dell'uomo. Anzi è appunto
-in ciò ch'egli spiegò il maggior estro. Ecco, per esempio,
-il principio di <i>Eugenia Grandet</i>, ecco l'avaro,
-assai diversamente concepito da quello di Plauto, di
-Terenzio e di Molière. La commedia di carattere va
-fino al riso nelle caricature di questi grandi commediografi.
-In Balzac va fino al pianto. Gli uni si burlavano
-ridevolmente dell'avaro nel motto famoso:
-Che fare in quella galera? L'altro fa detestare il
-vizio e odiare il vizioso.»
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_7">[7]</span>
-</p>
-
-<h2 id="lapace">LA PACE DOMESTICA</h2>
-</div>
-
-<p>
-L'avventura riprodotta in questa scena accadde verso
-la fine del mese di novembre 1809, nel punto in cui il
-fuggitivo impero di Napoleone era all'apogeo del suo
-splendore. Le fanfare della vittoria di Wagram rimbombavano
-ancora nel cuore della monarchia austriaca. La
-pace era segnata tra la Francia e la coalizione. I re ed
-i principi vennero allora, come astri, a compire le loro
-evoluzioni intorno a Napoleone, che si procurò la soddisfazione
-di trascinarsi dietro l'Europa, magnifico saggio
-della potenza che spiegò più tardi a Dresda.
-</p>
-
-<p>
-Mai, al dire dei contemporanei, Parigi aveva vedute
-feste più belle di quelle che precedettero e seguirono il
-matrimonio di questo sovrano con un'arciduchessa d'Austria,
-mai nei giorni più splendidi dell'antica monarchia,
-tante teste coronate accorsero sulle rive della Senna, e
-mai l'aristocrazia francese fu ricca e brillante come allora.
-I diamanti sparsi a profusione sulle acconciature, i
-ricami d'oro e d'argento delle uniformi, fecero tale contrasto
-coll'indigenza repubblicana, che sembrava vedere
-le ricchezze del globo affluire nei saloni di Parigi. Un'ebbrezza
-generale aveva come colpito questo impero d'un
-giorno. Tutti i militari, senza eccettuare il loro capo, godevano
-da ricchi improvvisati i tesori conquistati da un
-milione d'uomini colle spalline di lana, le cui esigenze
-erano soddisfatte con alcune aune di nastro rosso. A
-<span class="pagenum" id="Page_8">[8]</span>
-quell'epoca la maggior parte delle donne affettava quella
-facilità di costumi e quel rilassamento della morale che
-segnalò il regno di Luigi XV. Sia per imitare i modi della
-monarchia caduta, sia che certi membri della famiglia
-imperiale ne avessero dato l'esempio, come lo pretendevano
-i <i>Frondeur</i> del sobborgo San Germano, è certo che
-uomini e donne, tutti si lanciarono nei piaceri con una
-intrepidità che pareva presagire la fine del mondo. Ma
-v'era allora un'altra ragione di questa licenza. La passione
-delle donne pei militari divenne una specie di frenesia
-e combinava troppo bene colle viste dell'imperatore
-perchè vi mettesse un freno. Le frequenti riprese
-di guerra, che fecero somigliare ad armistizii tutti i trattati
-conclusi da Napoleone, esponevano le passioni a scioglimenti
-così rapidi quanto le decisioni del capo supremo
-di questi kolbach, di questi dolman e di questi pennacchi,
-che piacquero tanto al bel sesso. I cuori furono allora
-nomadi come i reggimenti. Da un primo ad un
-quinto bollettino della grande armata, una donna poteva
-essere successivamente amante, sposa, madre e vedova.
-Era la prospettiva d'una prossima vedovanza, quella di
-una dotazione, o la speranza di portare un nome consegnato
-alla storia, che rendeva così seducenti i militari?
-Le donne furono trascinate verso di essi dalla certezza
-che il segreto delle loro passioni sarebbe sepolto sui
-campi di battaglia, e la causa di questo dolce fanatismo
-si deve cercare nella nobile attrattiva che ha su di esse il
-coraggio? Forse queste ragioni, che il futuro storico dei
-costumi imperiali si divertirà senza dubbio a pesare, entravano
-tutte per qualche cosa nella loro facilità ad abbandonarsi
-agli amori. Checchè ne sia confessiamolo
-gli allori coprirono allora molti falli, le donne cercarono
-con ardore quegli arditi avventurieri, che loro parevano
-vere sorgenti d'onori, di ricchezze e di piaceri, ed agli
-occhi delle giovinette, una spallina, quel geroglifico futuro,
-significava onore e libertà. Un tratto di quell'epoca
-unica nel nostri annali e che la caratterizza, fu una passione
-sfrenata per tutto ciò che brillava; mai non vi
-furono tanti fuochi artificiali, mai il diamante raggiunse
-sì alto valore.
-</p>
-
-<p>
-Gli uomini, avidi come le donne di quei ciottoli bianchi,
-se ne impadronivano al pari di esse. Forse la necessità
-di dare al bottino la forma più facile al trasporto, mise
-<span class="pagenum" id="Page_9">[9]</span>
-nell'armata i giojelli in voga. Un uomo non era tanto
-ridicolo come lo sarebbe oggi, quando lo sparato della
-sua camicia o le sue dita presentavano agli sguardi dei
-grossi diamanti. Murat, uomo affatto orientale, diede l'esempio
-di un lusso assurdo presso i militari moderni.
-</p>
-
-<p>
-Il conte di Gondreville, uno dei Luculli di quel Senato
-conservatore che nulla conservò, non aveva protratta la
-sua festa in onore della pace che per far meglio la corte
-a Napoleone, sforzandosi di eclissare gli adulatori dai
-quali era stato prevenuto. Gli ambasciatori di tutte le
-potenze amiche della Francia col beneficio dell'inventario,
-i personaggi più importanti dell'impero, perfino
-alcuni principi, erano in quel momento riuniti nei saloni
-dell'opulento senatore. La danza languiva; ognuno attendeva
-l'imperatore, la cui presenza era stata promessa
-dal conte. Napoleone avrebbe mantenuta la parola senza
-la scena che scoppiò la sera stessa fra Giuseppina e lui,
-scena che preludiò al divorzio di quegli augusti sposi. La
-notizia di quell'avventura, allora tenuta segretissima, ma
-che fu raccolta dalla storia, non pervenne alle orecchie
-dei cortigiani, e non influì altrimenti che per l'assenza
-di Napoleone sulla gajezza della festa del conte di Gondreville.
-Le più belle donne di Parigi, affrettatesi a recarsi
-da lui, sulla fede di una diceria, vi facevano in quel
-momento una gara di lusso, civetteria, abbigliamenti e
-bellezza. Orgogliosa delle sue ricchezze, la banca vi sfidava
-gli splendidi generali ed i grandi uffiziali dell'impero,
-recentemente rimpinziti di croci, titoli e decorazioni.
-</p>
-
-<p>
-Questi grandi balli erano sempre occasioni colte dalle
-famiglie ricche per produrvi le loro ereditiere agli occhi
-dei pretoriani di Napoleone, nella folle speranza di cambiare
-le magnifiche loro doti contro un incerto favore.
-Le donne che si credevano abbastanza forti della sola loro
-beltà venivano a provarne la potenza. Là, come altrove,
-il divertimento non era che una maschera. I volti sereni
-e ridenti, le fronti calme nascondevano calcoli odiosi; le
-dichiarazioni d'amicizia erano menzogne, e più di un
-personaggio diffidava meno de' suoi nemici che degli
-amici. Queste osservazioni erano necessarie per spiegare
-i fatti del piccolo imbroglio, soggetto di questa scena,
-per quanto mitigata, dei costumi che regnavano allora
-nei saloni di Parigi.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_10">[10]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Volgete un po' gli occhi verso quella colonna spezzata
-che porta un candelabro, non vedete una giovine
-donna, pettinata alla Chinese? Là, nell'angolo a sinistra.
-Essa ha delle campanule azzurre nel mazzo di capelli
-castani che cadono a fiotti sulla sua testa. Non vedete?
-è così pallida che la si crederebbe sofferente, è graziosa
-e molto piccina; in questo momento volge la testa verso
-di noi; i suoi occhi azzurri, tagliati a mandorla ed incantevolmente
-soavi, pajono fatti apposta per piangere.
-Ma, guardate! ella si abbassa per guardare madama de
-Vaudremont attraverso questo dedalo di teste sempre in
-moto, le cui alte pettinature le intercettano la visuale.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! ci sono, caro mio. Tu non avevi che a indicarmela
-come la più bianca di tutte le donne che sono
-qui, e l'avrei riconosciuta; essa ha la più bella carnagione
-ch'io abbia mai ammirata. Da qui ti sfido a distinguere
-sul suo collo le perle che separano ognuno degli
-zaffiri della sua collana. Ma essa deve avere della virtù
-o della civetteria, giacchè è molto se i merletti del suo
-corsetto permettono di sospettare la bellezza dei contorni
-Che spalle, che bianchezza di giglio!
-</p>
-
-<p>
-— Chi è? chiese, quello che aveva parlato per il
-primo.
-</p>
-
-<p>
-— Non lo so.
-</p>
-
-<p>
-— Aristocratico! volete dunque, Montcornet, tenervele
-tutte per voi?
-</p>
-
-<p>
-— Ti sta bene il burlarmi! rispose Montcornet sorridendo.
-Credi avere il diritto di insultare un povero generale
-come me, perchè, rivale fortunato di Soulanges,
-tu non fai una sola piroetta che non allarmi madama di
-Vaudremont? Oppure è perchè io non sono arrivato che
-da un mese nella terra promessa? Siete ben insolenti
-voi altri amministratori che restate inchiodati sulle vostre
-sedie mentre noi siamo in mezzo alle bombe. Via, signor
-referendario, lasciateci spigolare nel campo il cui possesso
-precario non vi resta che al momento in cui noi altri lo
-abbandoniamo. Che diamine! bisogna che tutti vivano!
-Amico mio, se tu conoscessi i tedeschi, mi faresti, io
-credo, qualche servizio presso la parigina che ti è cara.
-</p>
-
-<p>
-— Generale, poichè voi avete onorata della vostra attenzione
-questa donna che vedo qui per la prima volta,
-abbiate la carità di dirmi se l'avete vista a ballare.
-</p>
-
-<p>
-— Eh, mio caro Marziale, da dove vieni? Se ti mandano
-<span class="pagenum" id="Page_11">[11]</span>
-in ambasciata, auguro male dei tuoi successi. Non
-vedi tre ranghi delle più intrepide civette di Parigi fra
-essa e lo sciame dei ballerini che ronza sotto il lampadario,
-e non hai avuto bisogno del tuo occhialetto per
-scoprirla all'angolo di quella colonna, ove pare sepolta
-nell'oscurità, ad onta delle candele che brillano sopra la
-sua testa? Fra essa e noi scintillano tanti occhi e tanti
-diamanti, ondeggiano tante piume, tanti merletti, fiori e
-treccie, che sarebbe un vero miracolo se qualche ballerino
-potesse scorgerla in mezzo a questi astri. Come,
-Marziale, non hai tu indovinata la moglie di qualche sottoprefetto
-della Lippe o della Dyle, che viene a tentare
-di rendere prefetto il suo marito?
-</p>
-
-<p>
-— Oh! lo sarà, disse con vivacità il referendario.
-</p>
-
-<p>
-— Ne dubito, replicò il colonnello del corazzieri ridendo,
-sembra così nuova all'intrigo come tu alla diplomazia.
-Scommetto, Marziale, che tu non sai perchè si trova là.
-</p>
-
-<p>
-Il referendario guardò il colonnello dei corazzieri della
-guardia con un'aria che dava a divedere altrettanta indifferenza
-quanta curiosità.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, disse Montcornet continuando, ella sarà
-senza dubbio arrivata alle nove precise, forse la prima,
-e probabilmente avrà imbarazzato molto la contessa di
-Gondreville la quale non sa cucire due idee. Respinta
-dalla padrona di casa, cacciata di sedia in sedia da qualche
-nuova arrivata, fino nelle tenebre di questo cantuccio,
-ella vi si sarà lasciata chiudere, vittima della gelosia
-di queste dame che non avranno chiesto di meglio che
-seppellire così quella figura pericolosa. Essa non avrà
-avuto amici per incoraggiarla a difendere la piazza che
-ha dovuto occupare di tratto in prima linea; ognuna di
-queste perfide danzatrici avrà intimato agli uomini della
-sua congrega di non impegnare la nostra povera amica,
-sotto pena di terribili castighi. Ecco, mio caro, come questi
-esseri così teneri e candidi in apparenza avranno
-stretta la loro coalizione contro l'incognita; e ciò senza
-che alcune di quelle donne si sia detto altro che: — Conoscete
-voi, mia cara, quella piccola dama azzurra? To',
-Marziale, se tu vuoi in un quarto d'ora essere soprafatto
-di occhiate lusinghiere e di interrogazioni provocanti più
-che forse non ne riceverai in tutta la tua vita, tenta di
-forzare la triplice barriera che difende la regina della
-Dyle, della Lippe, o della Charente. Vedrai se la più stupida
-<span class="pagenum" id="Page_12">[12]</span>
-di queste donne non saprà trovare al momento un'astuzia
-capace di trattenere l'uomo più determinato a
-mettere in luce la nostra gemente incognita. Non ti pare
-che abbia un po' l'aria di un'elegia?
-</p>
-
-<p>
-— Vi pare, Montcornet? sarebbe dunque una donna
-maritata?
-</p>
-
-<p>
-— Perchè non sarebbe vedova?
-</p>
-
-<p>
-— Sarebbe più attiva, disse ridendo il referendario.
-</p>
-
-<p>
-— Forse è una vedova il cui marito giuoca alla <i>bouillotte</i>,
-replicò il bel corazziere.
-</p>
-
-<p>
-— Infatti dopo la pace, vi sono tante di queste vedove!
-rispose Marziale. Ma, mio caro Montcornet, noi siamo
-due ingenui. Quella testa manifesta ancora troppa innocenza,
-respira ancora troppa gioventù e freschezza sulla
-fronte e intorno alle tempie, perchè sia una donna. Che
-toni di carne vigorosi! nulla di logoro nei rilievi del
-naso. Le labbra, il mento, tutto in questa figura è fresco
-come un bottone di rosa bianca, benchè la fisionomia ne
-sia come velata dalle nubi della tristezza. Cosa può far
-piangere questa giovinetta?
-</p>
-
-<p>
-— Le donne piangono tanto per poco, disse il colonnello.
-</p>
-
-<p>
-— Non so, riprese Marziale, ma ella non piange per
-essere là senza ballare; il suo cordoglio non data da
-oggi; si vede che per questa sera si è fatta bella con
-premeditazione. Essa ama già, lo scommetterei.
-</p>
-
-<p>
-— Bah! forse è la figlia di qualche principuccio di
-Germania; nessuno le parla, disse Montcornet.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! come è disgraziata una povera ragazza! replicò
-Marziale. Si può avere più grazia e più finezza della nostra
-incognita? Ebbene, non una delle megere che le
-stanno intorno, e che si dicono sensibili, le rivolgerà la
-parola. Se parlasse, vedremmo se i suoi denti sono
-belli.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, oh, tu bolli come il latte alla minima elevazione
-di temperatura! gridò il colonnello, un po' piccato di
-trovare così presto un rivale nel suo amico.
-</p>
-
-<p>
-— Come, disse il referendario, senza accorgersi dell'interrogazione
-del generale, e dirigendo l'occhialino su
-tutte le persone che stavano loro d'intorno, come! nessuno
-qui potrà nominarci questo fiore esotico?
-</p>
-
-<p>
-— Eh, sarà qualche damigella di compagnia, gli disse
-Montcornet.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_13">[13]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Buono! una damigella di compagnia che porta zaffiri
-degni d'una regina ed un abito di <i>malines</i>! Contatela
-ad altri, generale. Anche voi non sareste molto
-forte in diplomazia se nei vostri apprezzamenti passaste
-in un momento dalla principessa tedesca alla damigella
-di compagnia.
-</p>
-
-<p>
-Il generale Montcornet fermò per il braccio un ometto
-grasso, i cui capelli mezzo grigi e gli occhi intelligenti
-si vedevano nei vani di tutte le porte e che si mischiava
-senza complimenti ai diversi gruppi, nei quali era accolto
-con rispetto.
-</p>
-
-<p>
-— Gondreville, caro amico, gli disse Montcornet, chi
-è quella graziosa donnina seduta laggiù sotto quell'immenso
-candelabro?
-</p>
-
-<p>
-— Il candelabro? Ravrio, mio caro, me ne ha dato il
-disegno Isabey.
-</p>
-
-<p>
-— Oh! ho già riconosciuto il tuo gusto ed il tuo fasto
-nel mobilio, ma la donna?
-</p>
-
-<p>
-— Ah! non la conosco. Sarà senza dubbio un'amica
-di mia moglie.
-</p>
-
-<p>
-— O la tua amante, vecchio briccone.
-</p>
-
-<p>
-— No, parola d'onore! La contessa di Gondreville è la
-sola donna capace di invitare persone che nessuno conosce.
-</p>
-
-<p>
-Ad onta di questa osservazione piena d'acrimonia, il
-grosso ometto conservò sulle sue labbra il sorriso di soddisfazione
-interna che vi aveva fatto nascere la supposizione
-del colonnello dei corazzieri. Costui raggiunse in
-un gruppo vicino il referendario occupato, ma inutilmente,
-a cercare notizie sulla sconosciuta. Lo prese pel
-braccio e gli disse all'orecchio: — Mio caro Marziale, sta
-in guardia! Madama di Vaudremont ti osserva da alcuni
-minuti con un'attenzione deplorabile; è donna da indovinare,
-al movimento solo delle tue labbra, ciò che tu
-mi dicesti; i nostri gesti sono già stati troppo significativi,
-ella ne ha benissimo scoperta e seguita la direzione,
-ed io la credo in questo momento più occupata di
-noi stessi della piccola dama azzurra.
-</p>
-
-<p>
-— Vecchia astuzia di guerra, mio caro Montcornet. Del
-resto che m'importa? Io sono come l'imperatore; quando
-faccio delle conquiste le mantengo.
-</p>
-
-<p>
-— Marziale! la tua fatuità ha bisogno di una lezione.
-Come! borghese, tu hai l'onore di essere il marito designato
-<span class="pagenum" id="Page_14">[14]</span>
-di madama de Vaudremont, una vedova di ventidue
-anni, che ha la miseria di quattromila napoleoni di
-rendita, di una donna che ti mette in dito dei diamanti
-belli come questo, aggiunse prendendo la mano sinistra
-del referendario che gliela abbandonò con compiacenza,
-ed hai ancora la pretesa di fare il Lovelace, come se fossi
-colonnello e costretto a mantenere nelle guarnigioni la
-riputazione militare! Ohibò! Ma rifletti dunque a tutto
-ciò che puoi perdere.
-</p>
-
-<p>
-— Almeno non perderò la mia libertà, replicò Marziale
-con un riso forzato.
-</p>
-
-<p>
-Gettò uno sguardo appassionato a madama de Vaudremont
-la quale non gli rispose che con un sorriso pieno
-d'inquietudine, giacchè aveva visto il colonnello esaminare
-l'anello del referendario.
-</p>
-
-<p>
-— Ascolta, Marziale, ripresa il colonnello, se tu volteggi
-intorno alla mia giovane sconosciuta, io intraprenderò
-la conquista di madama de Vaudremont.
-</p>
-
-<p>
-— Permesso, caro corazziere, ma voi non otterrete nulla,
-disse il giovine referendario mettendo la nitida unghia
-del suo pollice sotto uno del denti superiori, e cavandone
-un piccolo strepito motteggiatore.
-</p>
-
-<p>
-— Pensa che io sono celibe, riprese il colonnello, che
-la mia spada è tutta la mia fortuna, e che sfidarmi così
-è mettere Tantalo a sedere davanti ad un banchetto che
-divorerà.
-</p>
-
-<p>
-— Prrr!
-</p>
-
-<p>
-Questo insolente cumolo di consonanti fu la risposta
-alla provocazione del generale. La moda di quel tempo
-obbligava un uomo a portare al ballo i calzoni di casimiro
-bianco e le calze di seta. Questo grazioso costume
-metteva in rilievo la perfezione delle forme di
-Montcornet, allora in età di trentacinque anni, e che attirava
-gli sguardi per l'alta statura obbligatoria nei corazzieri
-della guardia imperiale, la cui bell'uniforme dava
-maggior risalto alla sua imponenza, ancora giovane ad
-onta della pinguedine che doveva all'equitazione. I suoi
-baffi neri completavano l'espressione franca di una faccia
-veramente militare la cui fronte era larga e scoperta, il
-naso aquilino, la bocca vermiglia. I modi di Montcornet,
-improntati di una certa nobiltà dovuta all'abitudine del
-comando, potevano piacere ad una donna che avesse
-avuto il buon senso di non fare di suo marito uno schiavo.
-<span class="pagenum" id="Page_15">[15]</span>
-Il colonnello sorrise guardando il referendario, uno dei
-suoi migliori amici di collegio, la cui piccola statura svelta
-l'obbligò, per rispondere alla sua canzonatura, ad abbassare
-un po' l'amichevole sua occhiatina.
-</p>
-
-<p>
-Il barone Marziale De la Roche-Hugon era un giovane
-provenzale che Napoleone proteggeva e sembrava designare
-per qualche pomposa ambasciata. Egli aveva sedotto
-l'imperatore con una compiacenza italiana, col genio
-dell'intrigo, con quell'eloquenza da salone e quella
-scienza dei modi che surrogano tanto facilmente le qualità
-eminenti di un uomo solido. Benchè vivace e giovane, la
-sua figura possedeva già lo splendore immobile della
-latta, una delle qualità indispensabili ai diplomatici e che
-permette loro di nascondere le proprie emozioni, di mascherare
-i sentimenti, se pure questa impassibilità non
-annunzia in essi l'assenza di ogni emozione e la morte
-dei sentimenti.
-</p>
-
-<p>
-Si può considerare il cuore dei diplomatici come un
-problema insolubile, giacchè i tre più illustri ambasciatori
-dell'epoca si sono segnalati per la persistenza nell'odio
-e per le affezioni romanzesche. Tuttavia Marziale
-apparteneva a quella classe d'uomini capaci di calcolare
-il loro avvenire in mezzo ai più ardenti piaceri; egli
-aveva già giudicato il mondo ed occultata la sua ambizione
-sotto la fatuità dall'uomo fortunato in amore, mascherando
-il suo talento sotto la livrea della mediocrità,
-dopo aver osservato la rapidità con cui si avanzavano le
-persone che davano un po' d'ombra al padrone.
-</p>
-
-<p>
-I due amici furono costretti a lasciarsi dandosi una
-cordiale stretta di mano. Il ritornello che preveniva le
-dame di formare le quadriglie di una nuova contradanza,
-cacciò gli uomini dal vasto spazio in cui stavano discorrendo
-in mezzo alla sala. Questa rapida conversazione,
-tenuta nell'intervallo che separa sempre le contradanze,
-ebbe luogo davanti al camino del gran salone del palazzo
-Gondreville. Le domande e risposte di questa chiacchierata,
-abbastanza comune in un ballo, erano state come
-susurrate da ciascuno dei due interlocutori all'orecchio
-del vicino. Tuttavia le girandole e i candelabri del camino
-spandevano sui due amici una luce così abbondante,
-che le loro figure troppo vivamente illuminate non poterono
-nascondere, malgrado la loro discrezione diplomatica,
-l'impercettibile espressione dei loro sentimenti, nè
-<span class="pagenum" id="Page_16">[16]</span>
-all'astuta contessa, nè alla candida sconosciuta. Questo
-spionaggio del pensiero è forse per gli oziosi uno dei
-piaceri che trovano nel mondo, mentre tante ingenue
-vittime vi si annojano senza osare di convenirne.
-</p>
-
-<p>
-Per comprendere tutto l'interesse di questa conversazione
-è necessario raccontare un avvenimento che per
-invisibili legami andava a congiungersi coi personaggi
-di questo piccolo dramma, allora sparsi nel salone. Alle
-undici di sera circa, nel momento in cui le danzatrici
-riprendevano i loro posti, la società del palazzo Gondreville
-aveva veduto apparire la più bella donna di Parigi,
-la regina della moda, la sola che mancasse a quella splendida
-riunione. Essa si faceva una legge di non mai arrivare
-che nel momento in cui le sale offrivano quel movimento
-animato che non permette alle donne di conservare
-a lungo la freschezza del volto nè quello della toeletta.
-Questo momento rapido è come la primavera del
-ballo. Un'ora dopo, quando il piacere è passato, quando
-sopraggiunge la stanchezza, tutto vi è logoro. Madama
-de Vaudremont non commetteva mai il fallo di restare
-ad una festa per mostrarvi dei fiori languenti, dei ricci
-cadenti, delle guarnizioni sciupate, con una figura simile
-a tutte quelle che, incalzate dal sonno, non sempre lo ingannano.
-Essa si guardava bene di lasciar vedere, come
-le sue rivali, la sua bellezza sonnolente; sapeva sostenere
-abilmente la sua riputazione di civetteria, ritirandosi
-sempre da un ballo altrettanto brillante come quando vi
-era entrata. Le donne si dicevano all'orecchio con un
-sentimento d'invidia che preparava e metteva tante toelette
-quanti balli vi erano in una sera. Questa volta madama
-de Vaudremont non doveva essere padrona di lasciare
-a suo capriccio il salone dove arrivava allora
-trionfalmente. Fermatasi un istante sulla porta, gettò
-degli sguardi osservatori, benchè rapidi, sulle donne, i
-cui abbigliamenti furono tosto studiati affine di convincersi
-che il suo li eclisserebbe tutti.
-</p>
-
-<p>
-La celebre civetta si offerse all'ammirazione dell'adunanza,
-condotta da uno dei più bravi colonnelli dell'artiglieria
-della guardia, un favorito dell'imperatore, il conte
-di Soulanges. L'unione momentanea e fortuita di questi
-due personaggi ebbe senza dubbio qualche cosa di misterioso.
-Udendo annunziare il signor di Soulanges e la
-contessa di Vaudremont, alcune donne che facevano tappezzeria
-<span class="pagenum" id="Page_17">[17]</span>
-si alzarono, e alcuni uomini passati nella sala
-vicina si affollarono alle porte delta sala principale. Uno
-di quei burloni, che non mancano mai in queste numerose
-riunioni, vedendo entrare la contessa ed il suo
-cavaliere disse: — «Ora le donne avevano altrettanta
-curiosità di contemplare un uomo fedele alla sua passione,
-come gli uomini di esaminare una bella donna
-difficile a conservare.» Benchè il conte di Soulanges,
-giovane di circa trentadue anni, fosse dotato di quel temperamento
-nervoso che produce nell'uomo le grandi qualità,
-le sue forme gracili e la sua tinta pallida prevenivan
-poco in suo favore; i suoi occhi neri annunziavano
-molta vivacità, ma in società era taciturno, e nulla in
-lui rivelava uno di quei talenti oratorii che dovevano
-brillare alla destra nelle assemblee legislative della Ristorazione.
-La contessa di Vaudremont, donna alta, leggiermente
-pingue, d'una pelle splendida per bianchezza,
-che portava bene la sua testolina, e possedeva l'immenso
-vantaggio di inspirare l'amore colla gentilezza dei
-modi, era di quelle creature che mantengono tutte le
-promesse fatte dalla loro bellezza. Quella coppia, divenuta
-per alcuni momenti oggetto dell'attenzione generale, non
-lasciò lungo tempo il campo alla curiosità di esercitarsi
-sul suo conto. Il colonnello e la contessa pareva comprendessero
-perfettamente che il caso li aveva messi in
-una posizione imbarazzante. Vedendoli avanzarsi, Marziale
-si slanciò nel gruppo di uomini che occupava il
-posto al camino, per osservare attraverso le teste che
-gli facevano una specie di barriera, madama de Vaudremont
-coll'attenzione gelosa che dà il primo fuoco della
-passione: una voce segreta sembrava dirgli che il successo
-di cui s'inorgogliva era forse precario; ma il sorriso
-di fredda cortesia con cui la contessa ringraziò il
-signor De Soulanges ed il gesto che fece per congedarlo
-sedendosi presso madama de Gondreville, distesero tutti
-i muscoli che la gelosia aveva contratti sul suo volto.
-Tuttavia, vedendo in piedi a due passi dal canapè sul
-quale trovavasi madama de Vaudremont, Soulanges, che
-pareva non comprendere lo sguardo con cui la giovine
-civetta gli aveva detto che essi rappresentavano l'uno e
-l'altra una parte ridicola, il provenzale dalla testa vulcanica
-tornò ad aggrottare le nere sopraciglia che ombreggiavano
-i suoi occhi azzurri, carezzò, per darsi un po' di
-<span class="pagenum" id="Page_18">[18]</span>
-contegno, i ricci dei suoi capelli bruni, e senza tradire
-l'emozione che gli faceva palpitare il cuore, sorvegliò il
-modo in cui si conducevano la contessa ed il signor de
-Soulanges, pure scherzando coi vicini; fu allora che
-strinse la mano al colonnello, il quale veniva a rinnovare
-con esso la conoscenza; ma l'ascoltò senza intenderlo,
-tanto era preoccupato. Soulanges gettò occhiate tranquille
-sulla quadrupla fila di donne che incorniciava
-l'immenso salone del senatore, ammirando quella decorazione
-di diamanti, di rubini, di perle, di manipoli d'oro
-e di teste adorne il cui splendore faceva quasi impallidire
-i lumi delle candele, il cristallo dei candelabri e le
-dorature.
-</p>
-
-<p>
-La calma noncurante del suo rivale fece perdere la
-bussola al referendario. Incapace di moderare la segreta
-impazienza che lo trasportava, Marziale si avanzò alla
-volta di madama de Vaudremont per salutarla. Quando
-comparve il provenzale, Soulanges gli lanciò uno sguardo
-torbido e stornò con atto impertinente la testa. Un grave
-silenzio regnò nella sala in cui la curiosità era al colmo.
-Tutte le teste tese presentavano i sentimenti più bizzarri;
-ognuno attendeva e temeva uno di quegli scandali
-che le persone bene educate si guardano sempre dal
-provocare. Tutto a un tratto la pallida figura del conte
-divenne rossa come lo scarlatto delle sue pistagne, ed
-i suoi sguardi si abbassarono d'un tratto a terra per non
-lasciare indovinare il soggetto del suo turbamento. Vedendo
-la sconosciuta modestamente situata al piede del
-candelabro, passò con aria triste dinanzi al referendario e
-si rifugiò in una delle sale da giuoco. Marziale e l'assemblea
-credettero che Soulanges gli cedesse pubblicamente
-il posto per paura del ridicolo che si attacca sempre agli
-amanti detronizzati. Il referendario rialzò fieramente la
-testa, guardò la sconosciuta, poi, quando si assise con
-tutta disinvoltura presso madama de Vaudremont, l'ascoltò
-con aria tanto distratta che non udì queste parole
-pronunziate dalla civetta sotto il ventaglio: — Marziale,
-mi farete il piacere di non portare questa sera l'anello
-che mi avete carpito. Ho le mie ragioni, e ve le spiegherò
-fra breve, quando ci ritireremo. Mi darete il braccio per
-andare dalla principessa di Wagram.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè avete accettato il braccio del colonnello?
-chiese il barone.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_19">[19]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Lo incontrai sotto il peristilio, ella rispose; ma lasciatemi,
-ci guardano tutti.
-</p>
-
-<p>
-Marziale raggiunse il colonnello dei corazzieri. La piccola
-dama azzurra divenne allora il vincolo comune
-dell'inquietudine che agitava ad un tempo e così diversamente
-il corazziere, Soulanges, Marziale e la contessa
-di Vaudremont. Quando i due amici si erano separati
-lanciandosi la sfida che chiuse la loro conversazione,
-il referendario mosse verso madama de Vaudremont e
-seppe collocarla nel mezzo della più brillante quadriglia.
-Mercè quella specie d'ebrezza in cui una donna è sempre
-immersa dalla danza, ed il moto del ballo in cui gli
-uomini si mostrano col ciarlatanismo della toeletta, la
-quale non dà loro minori attrattive che alle donne, Marziale
-credette potersi abbandonare impunemente all'incanto
-che lo trascinava verso l'incognita. Se riuscì a sottrarre
-all'attività inquieta degli occhi della contessa i primi
-sguardi che gettò sulla dama azzurra fu ben tosto sorpreso
-in flagrante delitto, e, se fece scusare una prima
-preoccupazione, non giustificò l'impertinente silenzio che
-oppose più tardi alla più seducente delle interrogazioni
-che una donna possa rivolgere ad un uomo: Mi amate
-questa sera? Più egli era distratto, più la contessa si mostrava
-stringente ed importuna. Mentre Marziale ballava,
-il colonnello andò di gruppo in gruppo cercando notizie
-sulla giovine sconosciuta. Dopo avere stancata la compiacenza
-di tutte le persone, ed anche quella degli indifferenti,
-si decideva ad approfittare d'un momento in cui
-la contessa di Gondreville pareva libera, per chiedere ad
-essa medesima il nome di quella dama misteriosa, quando
-scoperse un leggiero vuoto fra la colonna spezzata che
-sosteneva il candelabro e i due divani che vi mettevano
-capo. Il colonnello approfittò del momento in cui la danza
-lasciava vacante una parte delle sedie che formavano
-parecchie linee fortificate difese da mamme o donne in
-età, ed imprese ad attraversare quella palizzata coperta
-di scialli e fazzoletti. Cominciò a complimentare le vedove;
-poi, di donna in donna, di galanteria in galanteria
-finì per raggiungere presso l'incognita il posto vuoto.
-A rischio d'impigliarsi nei grifoni e nei draghi dell'immenso
-candelabro, si mantenne là sotto il fuoco della
-cera, con gran dispetto di Marziale. Troppo astuto per
-interpellare di primo tratto la piccola dama azzurra che
-<span class="pagenum" id="Page_20">[20]</span>
-aveva alla destra, il colonnello cominciò col dire ad una
-signora, grande, abbastanza brutta, che era seduta alla
-sua sinistra: — È questo, signora, un magnifico ballo!
-Che lusso! che movimento! Parola d'onore, le donne sono
-tutte belle! Se voi non ballate, gli è senza dubbio che
-non ne avete voglia.
-</p>
-
-<p>
-Questa insipida conversazione intavolata dal colonnello
-aveva per iscopo di far parlare la sua vicina di destra,
-che, silenziosa e preoccupata, non gli porgeva la menoma
-attenzione. L'ufficiale teneva in riserva una quantità di
-frasi che dovevano finire con un: E voi madama? sul
-quale contava molto. Ma ebbe una strana sorpresa vedendo
-alcune lagrime negli occhi della sconosciuta, che
-pareva interamente assorta in madama de Vaudremont.
-</p>
-
-<p>
-— La signora è senza dubbio maritata? arrischiò alla
-fine il colonnello Montcornet con voce titubante.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, signore, rispose l'incognita.
-</p>
-
-<p>
-— E vostro marito è qui senza dubbio?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, signore.
-</p>
-
-<p>
-— E allora perchè restate a questo posto? forse per
-civetteria?
-</p>
-
-<p>
-L'afflitta sorrise tristamente.
-</p>
-
-<p>
-— Accordatemi l'onore, madama, di essere vostro cavaliere
-per la contradanza che segue, e certo non vi ricondurrò
-qui. Vedo presso il camino un posto vuoto, venite.
-Quando tanta gente ha tutta la smania di dominare,
-e la follia del giorno è la monarchia, non capisco
-perchè voi rifiutereste di accettare il titolo di regina del
-ballo, che pare spetti alla vostra bellezza.
-</p>
-
-<p>
-— Signore, io non ballerò.
-</p>
-
-<p>
-L'intonazione secca delle risposte di quella donna era
-così scoraggiante, che il colonnello si vide costretto ad
-abbandonare la piazza. Marziale, che indovinò l'ultima
-domanda del colonnello ed il rifiuto che gli toccava, si
-mise a sorridere e si accarezzò il mento facendo brillare
-l'anello che aveva in dito.
-</p>
-
-<p>
-— Di che cosa ridete? gli disse la contessa de Vaudremont.
-</p>
-
-<p>
-— Dell'insuccesso del povero colonnello, che ha fatto
-un passo da collegiale....
-</p>
-
-<p>
-— Vi avevo pregato di togliervi l'anello, disse la contessa
-interrompendolo.
-</p>
-
-<p>
-— Non l'avevo capito.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_21">[21]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Se non capite nulla questa sera, sapete però veder
-tutto, replicò madama de Vaudremont alquanto piccata.
-</p>
-
-<p>
-— Ecco un giovane che mostra un brillante molto
-bello, disse allora la sconosciuta al colonnello.
-</p>
-
-<p>
-— Magnifico, egli rispose; quel giovine è il barone
-Marziale de la Roche-Hugon, uno de' miei migliori amici.
-</p>
-
-<p>
-— Vi ringrazio d'avermi detto il suo nome, ella replicò;
-mi sembra molto gentile.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ma è un po' leggiero.
-</p>
-
-<p>
-— Si direbbe che sia in buoni rapporti colla contessa
-di Vaudremont, chiese la giovine signora interrogando
-cogli occhi il colonnello.
-</p>
-
-<p>
-— Nei migliori!
-</p>
-
-<p>
-La sconosciuta impallidì.
-</p>
-
-<p>
-— Via, pensò il militare, essa ama quel diavolo di Marziale.
-</p>
-
-<p>
-— Credevo che madama de Vaudremont fosse da tempo
-impegnata col signor de Soulanges, soggiunse la giovin
-donna un po' rimessa dal cruccio interno che aveva alterato
-lo splendore del suo viso.
-</p>
-
-<p>
-— Da otto giorni la contessa lo burla, rispose il colonnello.
-Ma dovete aver visto quel povero Soulanges
-quando entrò; tenta ancora di non credere alla sua sfortuna.
-</p>
-
-<p>
-— L'ho veduto, disse la dama azzurra. Poi aggiunse
-un: «signore, vi ringrazio,» che equivaleva ad un congedo.
-</p>
-
-<p>
-In quel momento la contradanza stava per finire, e il colonnello,
-deluso, non ebbe che il tempo di ritrarsi dicendosi
-a modo di consolazione: — È maritata.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene! valoroso corazziere, esclamò il barone trascinando
-il colonnello nel vano d'una finestra per respirarvi
-l'aria pura dei giardini, a che punto siete?
-</p>
-
-<p>
-— È maritata, mio caro
-</p>
-
-<p>
-— E che cosa importa?
-</p>
-
-<p>
-— Oh diavolo! io sono un uomo costumato, e non voglio
-più rivolgermi che alle donne le quali posso sposare.
-D'altronde, Marziale, mi ha formalmente dimostrata l'intenzione
-di non ballare.
-</p>
-
-<p>
-— Colonnello, scommettiamo il vostro leardo contro
-cento napoleoni che questa sera ballerà con me.
-</p>
-
-<p>
-— Accetto, disse il colonnello prendendo la mano del
-vagheggino. Intanto vado a vedere Soulanges; egli forse
-conosce questa dama, che mi parve si interessasse di lui.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_22">[22]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Mio bravo, avete perduto, disse Marziale ridendo. I
-miei occhi si sono incontrati coi suoi, e me ne intendo;
-Caro colonnello, non ve ne avrete a male se ballerò con
-lei dopo il rifiuto che vi è toccato.
-</p>
-
-<p>
-— No, no, riderà bene chi riderà ultimo. Del resto, Marziale,
-io sono bel giuocatore e buon nemico; vi prevengo
-che essa ama i diamanti.
-</p>
-
-<p>
-Ciò detto, i due amici si separarono. Il generale Montcornet
-si diresse verso la sala da giuoco, ove vide il
-conte di Soulanges seduto ad un tavolo di <i>bugliotta</i>. Benchè
-fra i due colonnelli non esistesse che quell'amicizia
-banale che è determinata dai pericoli della guerra e dai
-doveri del servizio, il colonnello dei corazzieri fu dolorosamente
-colpito nel vedere il colonnello d'artiglieria, che
-conosceva per uomo saggio, impegnato in una partita
-nella quale poteva rovinarsi. I mucchi d'oro e di biglietti
-sparsi sul fatale tappeto attestavano il furore del giuoco.
-Un circolo silenzioso d'uomini circondava i giuocatori che
-erano al tavolo. Tutti si udivano pronunciare parole come:
-<i>Passo, giuoco, tengo, mille luigi, tenuti</i>; ma guardando
-quei cinque individui immobili pareva non parlassero che
-cogli occhi. Quando il colonnello, spaventato dal pallore
-di Soulanges, s'avvicinò a lui, il conte guadagnava. L'ambasciatore
-austriaco, un celebre banchiere, si alzava completamente
-spogliato di somme considerevoli. Soulanges
-divenne ancora più cupo e, raccogliendo una massa d'oro
-e di biglietti, non contò nemmeno: un amaro dispetto increspo
-le sue labbra: pareva minacciasse la fortuna invece
-di ringraziarla dei suoi favori.
-</p>
-
-<p>
-— Coraggio, gli disse il colonnello, coraggio Soulanges!
-Poi, credendo di fargli un vero servizio strappandolo al
-giuoco. — Venite, aggiunse, ho una buona notizia a darvi,
-ma ad una condizione.
-</p>
-
-<p>
-— Quale? chiese Soulanges.
-</p>
-
-<p>
-— Quella di rispondere a quanto vi chiederò.
-</p>
-
-<p>
-Il conte di Soulanges si alzò bruscamente, mise con
-aria incurante quanto aveva guadagnato in un fazzoletto
-che aveva tormentato convulsivamente, ed il suo viso
-era così stravolto, che nessun giuocatore pensò di trovare
-fuori di proposito che si ritirasse. Anzi i volti degli altri
-parvero rasserenarsi quando quella testa sgarbata e triste
-non fu più nel cerchio luminoso che descriveva al di sopra
-della tavola una lampada da <i>bugliotta</i>.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_23">[23]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Questi diavoli di militari se la intendono come i ladri
-in fiera, disse a voce alta un diplomatico della galleria
-prendendo il posto del colonnello.
-</p>
-
-<p>
-Una sola figura smorta e stanca si volse verso il sopraggiunto,
-e gli disse lanciandogli uno sguardo vivacissimo: — Chi
-dice militare, non dice civile, signor ministro.
-</p>
-
-<p>
-— Mio caro, disse Montcornet a Soulanges attirandolo
-in un canto, questa mattina l'imperatore ha fatto i vostri
-elogi e la vostra promozione al maresciallato non è più
-dubbia.
-</p>
-
-<p>
-— Il padrone non ama l'artiglieria.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ma adora la nobiltà, e voi siete un ex! Il padrone,
-riprese Montcornet, disse che quelli i quali si erano
-ammogliati a Parigi durante la campagna non dovevano
-essere considerati come in disgrazia. Ebbene?
-</p>
-
-<p>
-Il conte di Soulanges pareva non capir nulla di questo
-discorso.
-</p>
-
-<p>
-— Orsù, spero adesso, continuò il colonnello, che mi
-direte se conoscete una graziosa donnina seduta ai piedi
-d'un candelabro...
-</p>
-
-<p>
-A quelle parole gli occhi del conte si animarono. Prese
-con tutta violenza la mano del colonnello: — Mio caro
-generale, gli disse con accento sensibilmente alterato, se
-altri fuori di voi mi facesse questa domanda, gli spaccherei
-il cranio con questa massa d'oro. Lasciatemi, ve
-ne prego. Questa sera ho più voglia di bruciarmi le cervella
-che... Odio tutto ciò che vedo. Quindi parto. Questa
-gioja, questa musica, queste faccie stupide che ridono
-mi assassinano.
-</p>
-
-<p>
-— Mio povero amico, riprese con voce dolce Montcornet,
-battendo amichevolmente sulla mano di Soulanges; voi
-siete appassionato! Che direste dunque se vi facessi sapere
-che Marziale pensa tanto poco a madama de Vaudremont,
-da essere innamorato di quella damina?
-</p>
-
-<p>
-— Se le parla, gridò Soulanges balbettando per la
-rabbia, lo spianerò come il suo portafogli, quand'anche
-quel balordo fosse nel circolo dell'imperatore.
-</p>
-
-<p>
-E il conte cadde come annientato sulla poltrona verso
-la quale il colonnello l'aveva condotto. Quest'ultimo si
-ritirò lentamente, essendosi accorto che Soulanges era in
-preda ad una collera troppo violenta perchè potessero
-calmarlo o gli scherzi o le cure di un'amicizia superficiale.
-<span class="pagenum" id="Page_24">[24]</span>
-Quando il colonnello Montcornet rientrò nel gran
-salone del ballo, madama de Vaudremont fu la prima
-persona che si presentò agli occhi suoi, e notò sul suo
-volto, d'ordinario così calmo, le traccie di un'agitazione
-mal celata. Vicino ad essa era vacante una sedia; il colonnello
-andò a sedervisi.
-</p>
-
-<p>
-— Scommetto che avete dei dispiaceri, egli disse.
-</p>
-
-<p>
-— Un'inezia, generale. Vorrei essere via di qui; ho promesso
-di assistere al ballo della granduchessa di Bug, e
-bisogna che prima vada dalla principessa di Wagram. Il
-signor De la Roche-Hugon, che lo sa, si diverte a civettare
-colle vedove.
-</p>
-
-<p>
-— Non è proprio questo il soggetto della vostra inquietudine,
-e scommetto cento luigi che questa sera resterete
-qui.
-</p>
-
-<p>
-— Impertinente!
-</p>
-
-<p>
-— Ho dunque detto la verità?
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene! che cosa penso? riprese la contessa dando
-un colpo di ventaglio sulle dita del colonnello. Se lo indovinate,
-sono capace di ricompensarvi.
-</p>
-
-<p>
-— Non accetto la sfida; avrei troppe probabilità favorevoli.
-</p>
-
-<p>
-— Presuntuoso!
-</p>
-
-<p>
-— Voi temete di vedere Marziale ai piedi...
-</p>
-
-<p>
-— Di chi? domandò la contessa ostentando sorpresa.
-</p>
-
-<p>
-— Di quel candelabro, rispose il colonnello mostrando
-la bella incognita, e guardando la contessa con un'attenzione
-che la impacciava.
-</p>
-
-<p>
-— Avete indovinato, rispose la civetta celandosi il viso
-sotto il ventaglio, col quale si mise a giuocare. La vecchia
-dama di Grandlieu, che, come sapete, è maliziosa al pari
-di una scimia, riprese dopo un momento di silenzio, mi
-ha detto poco fa che il signor De la Roche-Hugon correva
-dei pericoli a corteggiare quella sconosciuta che si
-trova qui come una guastafeste. Preferirei vedere la morte
-anzichè questa figura crudelmente bella e pallida come
-una visione. È il mio cattivo genio. Madama di Grandlieu,
-continuò dopo essersi lasciato sfuggire un atto di
-dispetto, che non va al ballo se non per veder tutto fingendo
-di dormire, mi ha terribilmente inquietata. Marziale
-mi pagherà caro il tiro che mi giuoca. Tuttavia,
-generale, poichè è vostro amico, impegnatelo a non darmi
-dei dispiaceri.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_25">[25]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Ho veduto un uomo che si propone nientemeno che
-di bruciargli le cervella se si rivolge a quella damina.
-Quell'uomo, madama, mantiene la parola. Ma io conosco
-Marziale; siffatti pericoli sono altrettanti incoraggiamenti.
-Vi ha di più: noi abbiamo scommesso... e qui abbassò la
-voce.
-</p>
-
-<p>
-— Davvero? chiese la contessa.
-</p>
-
-<p>
-— Sul mio onore.
-</p>
-
-<p>
-— Grazie, generale, rispose madama de Vaudremont
-lanciandogli un'occhiata piena di civetteria.
-</p>
-
-<p>
-— Mi farete l'onore di ballare con me?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ma la seconda contradanza. Durante questa voglio
-sapere dove può finire questo intrigo, e sapere chi è
-quella piccola dama azzurra; ha l'aria di una donna di
-spirito.
-</p>
-
-<p>
-Il colonnello, vedendo che madama di Vaudremont voleva
-restar sola, si allontanò, soddisfatto di avere cominciato
-così bene il suo assedio.
-</p>
-
-<p>
-Si incontrano nelle feste alcune signore le quali, come
-madama di Grandlieu, sono là al pari di vecchi marinai
-occupati sulla riva del mare a contemplare i giovani marinai
-alle prese colle tempeste. In quel momento madama
-di Grandlieu, che pareva interessarsi ai personaggi di
-questa scena, potè facilmente indovinare la lotta a cui era
-in preda la contessa. La giovine civetta aveva un bel
-farsi vento con grazia, sorridere a tutti i giovani che la
-salutavano ed usare tutte le astuzie di cui si serve una
-donna per occultare la sua emozione; la vedova, una delle
-più perspicaci e maliziose duchesse che il secolo diciottesimo
-avesse legate al decimonono, sapeva leggere nel
-suo cuore e nel suo pensiero. La vecchia dama pareva
-conoscesse i movimenti impercettibili che rivelano le affezioni
-dell'animo. La piega più leggiera di quella fronte
-bianca e pura, il più insensibile trasalire delle guancie,
-i moti delle sopraciglia, l'inflessione meno visibile delle
-labbra il cui mobile corallo nulla poteva occultarle, erano
-per la duchessa come lo scritto di un libro. Dal fondo
-della sua poltrona, che riempiva completamente colla sua
-veste, la civetta emerita, chiacchierando con un diplomatico
-che l'aveva ricercata per raccogliere gli aneddoti
-ch'ella narrava così bene, ammirava sè stessa nella civettuola
-giovine; le acquistò simpatia vedendola occultare
-così bene il suo dolore e gli strazii del suo cuore.
-<span class="pagenum" id="Page_26">[26]</span>
-Madama de Vaudremont provava infatti tanto dolore
-quanta era la gajezza che fingeva: aveva creduto di trovare
-in Marziale un uomo di talento sul cui appoggio
-contava per abbellire la sua vita con tutti gli incanti del
-potere; in quel momento riconosceva un errore altrettanto
-crudele per la sua riputazione come pel suo amor
-proprio. In lei, come in tutte le altre donne di quell'epoca,
-la subitaneità delle passioni ne aumentava la vivacità.
-Le anime che vivono molto e presto non soffrono
-meno di quelle che si consumano in una sola affezione.
-La predilezione della contessa per Marziale datava dalla
-vigilia, è vero; ma il più inetto dei chirurgi sa che la sofferenza
-causata dall'amputazione di un membro vivo è
-più dolorosa di quella di un membro ammalato. Nel gusto
-di madama de Vaudremont per Marziale vi era dell'avvenire,
-mentre la sua passione precedente era senza
-speranze ed avvelenata dai rimorsi di Soulanges. La vecchia
-duchessa, che spiava il momento opportuno di parlare
-alla contessa, si affrettò a congedare il suo ambasciatore;
-giacchè a fronte di amanti in collera ogni altro
-interesse vien meno, anche per una donna in età. Per
-impegnare la battaglia, madama de Grandlieu lanciò a
-madama de Vaudremont un'occhiata sardonica che fece
-temere alla giovine civetta di vedere il suo destino nelle
-mani della vedova. Vi sono sguardi da donna a donna
-che somigliano alle fiaccole nello scioglimento d'una tragedia.
-Bisogna aver conosciuto questa duchessa per apprezzare
-il terrore che l'espressione del suo volto cagionava
-alla contessa. Madama de Grandlieu era alta, ed i
-suoi lineamenti facevano dire di lei: ecco una donna che
-ha dovuto esser bella! Si copriva le gote con tanto belletto
-che le sue rughe quasi più non apparivano; ma,
-lontani dal ricevere uno splendore fittizio da quel carmino
-carico, i suoi occhi non erano che più appannati.
-Portava una gran quantità di diamanti e si vestiva con
-abbastanza gusto per non cadere nel ridicolo. Il suo naso
-appuntito faceva presentire l'epigramma. Una dentiera
-ben disposta conservava alla sua bocca una smorfia d'ironia
-che ricordava quella di Voltaire. Però la squisita
-cortesia dei suoi modi raddolciva tanto il giro malizioso
-delle sue idee, che non la si poteva accusare di malignità.
-Gli occhi grigi della vecchia dama si animarono; uno
-sguardo trionfale, accompagnato da un sorriso che significava: — Ve
-<span class="pagenum" id="Page_27">[27]</span>
-l'aveva pare promesso! — attraversò la sala
-e sparse l'incarnato della speranza sulle gote pallide della
-giovine donna che gemeva a piedi del candelabro. Questa
-alleanza fra madama de Grandlieu e l'incognita non poteva
-sfuggire all'occhio esperto della contessa di Vaudremont,
-che intravide un mistero e volle penetrarlo. In
-quel momento il barone della Roche-Hugon, dopo di aver
-finito di interpellare tutte le anziane senza poter conoscere
-il nome della dama azzurra, si rivolgeva, non sapendo
-dove dare il capo, alla contessa di Gondreville, e
-non ne riceveva che questa risposta poco soddisfacente: — È
-una dama che mi ha presentata la vecchia duchessa
-di Grandlieu. Volgendosi per caso verso la poltrona occupata
-dalla vecchia signora, il referendario sorprese lo
-sguardo d'intelligenza lanciato all'incognita, e benchè da
-qualche tempo non si trovasse in troppo buoni rapporti
-con lei, risolse di abbordarla. Vedendo quel nabisso di
-barone che gironzava intorno alla sua poltrona, la vecchia
-duchessa sorrise con una malignità sardonica e
-guardò madama de Vaudremont con un'aria che fece
-sorridere il colonnello Montcornet.
-</p>
-
-<p>
-— Se la vecchia zingara si atteggia all'amicizia, pensò
-il barone, gli è che senza dubbio mi vuol giuocare qualche
-brutto tiro. — Madama, le disse, mi dicono che siete
-incaricata di vegliare sopra un tesoro ben prezioso.
-</p>
-
-<p>
-— Mi pigliate per un drago? chiese la vecchia dama.
-Ma di chi parlate? aggiunse con una dolcezza di voce
-che fece rinascere in Marziale la speranza.
-</p>
-
-<p>
-— Di quella damina sconosciuta che la gelosia di tutte
-queste civette ha confinata laggiù. Voi senza dubbio
-conoscete la sua famiglia?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, disse la duchessa, ma che volete farne di un'ereditiera
-di provincia, maritata da qualche tempo, una giovane
-di buona nascita che non conoscete, voi altri, essa
-non va in nessun luogo.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè essa non balla? È tanto bella! Volete che
-stringiamo un trattato di pace? Se vi degnate informarmi
-di tutto ciò che ho interesse a sapere, vi giuro che la
-vostra domanda di restituzione del bosco di Marigny pel
-demanio straordinario sarà caldamente appoggiata presso
-l'imperatore.
-</p>
-
-<p>
-— Signore, rispose la vecchia dama con una ingannevole
-gravità, conducetemi la contessa di Vaudremont. Vi
-<span class="pagenum" id="Page_28">[28]</span>
-prometto di rivelarle il mistero che rende tanto interessante
-la vostra incognita. Ecco, tutti gli uomini che sono
-alla festa sono giunti allo stesso grado di curiosità di
-voi. Gli occhi si dirigono involontariamente verso questo
-candelabro ove la mia protetta si è modestamente collocata;
-essa raccoglie tutti gli omaggi che le si vollero rapire.
-Fortunato colui che piglierà per ballerine! Qui si
-interruppe fissando la contessa di Vaudremont con una
-di quelle occhiate che dicono così bene: Noi parliamo
-di voi. Poi aggiunse: Penso che preferirete apprendere
-il nome dell'incognita dalla bocca della vostra bella contessa
-piuttosto che dalla mia?
-</p>
-
-<p>
-L'attitudine della duchessa era così provocante, che madama
-de Vaudremont si alzò, venne presso a lei, si sedette
-sulla sedia che le offerse Marziale, e senza fare attenzione
-a lui: — Indovino, madama, le disse ridendo,
-che parlate di me; ma confesso la mia inferiorità, non
-so se in bene o in male.
-</p>
-
-<p>
-Madama di Grandlieu strinse colla mano secca e rugosa
-la bella mano della giovine donna e con un tono
-di compassione, le rispose a voce bassa: — Povera piccina!
-</p>
-
-<p>
-Le due donne si guardarono. Madama de Vaudremont
-capì che Marziale era di troppo, e lo congedò dicendo
-con aria imperiosa: Lasciateci!
-</p>
-
-<p>
-Il referendario, poco soddisfatto al vedere la contessa
-sotto il fascino della pericolosa sibilla che l'aveva attirato
-presso di sè, le lanciò uno di quegli sguardi d'uomo,
-potenti su un cuore cieco, ma che appaiono ridicoli ad
-una donna quando comincia a giudicare colui di cui si è
-invaghita.
-</p>
-
-<p>
-— Avreste la pretesa di scimiottare l'imperatore? disse
-madama di Vaudremont volgendo a metà il capo per contemplare
-il referendario con aria ironica.
-</p>
-
-<p>
-Marziale aveva troppa esperienza di mondo, troppa finezza
-e calcolo per esporsi a romperla con una donna
-così bene accetta alla corte, ed alla quale l'imperatore
-voleva dare marito; contava d'altronde sulla gelosia che
-si proponeva di destare in lei come sul miglior mezzo
-per indovinare il secreto della sua freddezza, e si allontanò
-tanto più volontieri che in quel momento una nuova
-contradanza metteva tutti in moto. Il barone parve cedesse
-il posto per le quadriglie, andò ad appoggiarsi ai
-<span class="pagenum" id="Page_29">[29]</span>
-marmo d'una <i>console</i>, incrociò le braccia sul petto e rimase
-tutto occupato del colloquio delle due dame. Di
-tratto in tratto teneva dietro agli sguardi che ambedue
-gettarono a più riprese sull'incognita. Paragonando allora
-la contessa a quella bellezza nuova che il mistero rendeva
-così attraente, il barone si abbandonò agli odiosi
-calcoli che fanno d'abitudine gli uomini fortunati in amore:
-egli ondeggiava fra una fortuna da afferrare ed un capriccio
-da accontentare: il riflesso dei lumi dava tale
-risalto alla sua figura pensierosa e cupa sulle tappezzerie
-di moerro bianco alle quali appoggiava i suoi capelli neri,
-che lo si sarebbe potuto paragonare a qualche cattivo
-genio. Da lontano certo più di uno pensò: Ecco un altro
-povero diavolo che non pare divertirsi molto!
-</p>
-
-<p>
-Colla spalla destra leggiermente appoggiata sullo stipite
-della porta che si trovava fra la sala da ballo e quella
-del giuoco, il colonnello poteva ridere in incognito sotto
-i suoi folti mustacchi, godere il piacere di contemplare
-il tumulto del ballo; vedeva cento belle teste turbinare
-ai capricci della danza; leggeva in alcune figure, come
-su quelle della contessa e del suo amico Marziale, i segreti
-della loro agitazione; poi, volgendo il capo, si chiedeva
-qual rapporto esistesse fra l'aria triste del conte di
-Soulanges, sempre assiso sul divano, e la fisionomia addolorata
-della dama incognita sul volto della quale apparivano
-tratto tratto le gioje della speranza e le angoscie
-di un terrore involontario. Montcornet era là come il
-re della festa, trovava in quel quadro vivente l'intero panorama
-del mondo, e ne rideva raccogliendo i sorrisi interessati
-di cento donne brillanti e magnificamente abbigliate:
-un colonnello della guardia imperiale, posto che
-corrispondeva al grado di generale di brigata, era certo
-uno dei più bei partiti dell'esercito. Era all'incirca mezzanotte.
-Le conversazioni, i giuochi, la danza, la civetteria,
-gli interessi, le malignità ed i progetti, tutto arrivava
-a quel grado di calore che strappa ad un giovane
-questa esclamazione: — Che bel ballo!
-</p>
-
-<p>
-— Mio angioletto, diceva madama di Grandlieu alla
-contessa, voi siete in una età nella quale di falli io ne
-ho commessi parecchi. Vedendovi testè soffrire mortalmente,
-mi venne in mente di darvi alcuni caritatevoli
-avvisi. Commettere degli errori a ventidue anni, non è
-un guastare il suo avvenire, lacerare la veste che si ha
-<span class="pagenum" id="Page_30">[30]</span>
-da portare? Mia cara, noi non impariamo che molto tardi
-a servircene senza isdruscirla. Continuate, cuor mio, a
-procurarvi dei nemici abili e degli amici che non abbiano
-una linea di condotta, e vedrete che fior di vita condurrete
-un giorno.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! madama, una donna ha un gran da fare per
-essere felice, non è vero? esclamò ingenuamente la contessa.
-</p>
-
-<p>
-— Mia piccina, alla vostra età bisogna saper scegliere
-fra i piaceri e la felicità. Voi volete sposare Marziale, che
-non è abbastanza sciocco per fare un buon marito, nè abbastanza
-appassionato per essere un amante. Egli ha dei
-debiti, mia cara: è un uomo da mangiarsi la vostra sostanza;
-ma questo non sarebbe nulla se vi procurasse la
-felicità. Non vedete come è vecchio? Quest'uomo deve
-essere stato ammalato le tante volte, ed ora fa le ultime
-armi. Fra tre anni sarà un uomo finito. Comincierà l'ambizioso
-e forse riuscirà. Io non lo credo. Chi è poi? un
-intrigante che può possedere a meraviglia lo spirito degli
-affari e chiacchierare piacevolmente; ma è troppo presuntuoso
-per avere un vero merito; non andrà lontano.
-D'altronde, guardatelo! Non si legge sulla sua fronte che
-in questo momento non vede in voi una giovane e bella
-donna, ma i due milioni che possedete? Egli non vi ama,
-cara mia, vi calcola come un affare. Se volete maritarvi,
-prendete un uomo più avanzato d'età, che goda riputazione
-e sia a metà del suo cammino. Una vedova non
-deve trattare il proprio matrimonio come un capriccio
-amoroso.
-</p>
-
-<p>
-In quel momento gli occhi delle due donne si fissarono
-sulla bella figura del colonnello Montcornet.
-</p>
-
-<p>
-— Se volete rappresentare la difficile parte della civetta
-e non maritarvi, riprese la duchessa con bonomia,
-ah! cara mia, saprete meglio d'ogni altra accumulare le
-nubi d'una tempesta e dissiparla. Ma, ve ne scongiuro,
-non prendete mai piacere a disturbare la pace delle famiglie,
-a distruggerne l'unione, e la fortuna delle donne che
-sono felici. Io, mia cara, l'ho rappresentata questa parte
-pericolosa. Oh! mio Dio, per un trionfo dell'amor proprio
-si assassinano spesso delle povere creature virtuose;
-giacchè, mia cara, donne virtuose ne esistono realmente.
-Sono venuta qui per pregarvi. Sì, voi siete la causa della
-mia comparsa in questa sala che puzza di popolo. Non ci
-<span class="pagenum" id="Page_31">[31]</span>
-sono degli attori? Altre volte si ricevevano nel <i>boudoir</i>;
-ma in sala, ohibò! Perchè mi guardate con aria tanto
-sbalordita? Ascoltatemi: se volete burlarvi degli uomini,
-mettete in fiamme il cuore di quelli che non hanno doveri
-da compire; gli altri non ci perdonano i disordini
-che li hanno resi felici. Approfittate di questa massima
-dovuta alla mia vecchia esperienza. Questo povero Soulanges,
-per esempio, al quale avete fatto girare la testa!...
-ebbene, sapete su chi cadevano i vostri colpi?... Egli è ammogliato
-da sei mesi, adorato da un'incantevole creatura
-che egli ama e che inganna; essa vive nelle lagrime e
-nel più doloroso silenzio. Soulanges ebbe a momenti dei
-rimorsi più crudeli che non fossero dolci i suoi piaceri.
-E voi, furbetta, l'avete tradito. Ebbene! venite a contemplare
-l'opera vostra!
-</p>
-
-<p>
-La vecchia duchessa prese la mano di madama de Vaudremont,
-e si alzarono.
-</p>
-
-<p>
-— Ecco, le disse madama di Grandlieu mostrandole
-collo sguardo l'incognita pallida e tremante sotto i bagliori
-del candelabro, ecco la mia nipotina: la contessa
-di Soulanges oggi ha finalmente ceduto alle mie istanze,
-ha acconsentito a lasciare la camera di dolore in cui la
-vista del suo bambino non le arrecava che ben scarse
-consolazioni. La vedete? vi sembra bella? ebbene, cara
-mia, giudicate di quello che doveva essere quando la
-felicità spandeva la sua luce su quella figura.
-</p>
-
-<p>
-La contessa volse altrove in silenzio la testa e parve
-in preda a gravi riflessioni. La duchessa la condusse fino
-alla porta della sala da giuoco: poi, dopo avervi gettata
-un'occhiata, come se volesse cercarvi qualcuno: — Ed
-ecco Soulanges, disse alla giovine civetta con un tono
-di voce profondo.
-</p>
-
-<p>
-La contessa rabbrividì vedendo nell'angolo meno illuminato
-della sala la figura pallida e contratta di Soulanges
-appoggiato ad una poltrona. L'abbattimento delle
-membra e l'immobilità della fronte rivelavano tutto il
-suo dolore; i giuocatori andavano e venivano dinanzi a
-lui senza fargli più che tanta attenzione, come se non
-esistesse. Il quadro che offrivano la moglie in lagrime
-ed il marito tetro e cupo, separati l'uno dall'altra in
-mezzo a quella festa, come due metà di un albero colpito
-dal fulmine, ebbe forse qualche cosa di profetico per
-la contessa. Temette vedervi un'imagine delle vendette
-<span class="pagenum" id="Page_32">[32]</span>
-che l'avvenire le serbava. Il suo cuore non era ancora
-abbastanza logoro: serrò la mano della duchessa ringraziandola
-con uno di quei sorrisi che hanno una certa
-grazia infantile.
-</p>
-
-<p>
-— Mia cara ragazza, le disse la vecchia all'orecchio,
-pensate bene che noi sappiamo tanto respingere gli
-omaggi degli uomini come attirarli. — È vostra, se non
-siete uno sciocco.
-</p>
-
-<p>
-Queste ultime parole furono susurrate da madama de
-Grandlieu all'orecchio del colonnello Montcornet, mentre
-la bella contessa si abbandonava alla compassione che le
-inspirava l'aspetto di Soulanges, giacchè l'amava ancora
-abbastanza per volerlo restituire alla felicità.
-</p>
-
-<p>
-— Oh! come saprò pregarlo, disse a madama de
-Grandlieu.
-</p>
-
-<p>
-— Guardatevene bene, mia cara! esclamò la duchessa
-ritornando alla sua poltrona; scegliete un buon marito e
-chiudete la porta a mio nipote. Non offritegli neppure la
-vostra amicizia. Credetemi, ragazza mia, una donna non
-riceve da un'altra donna il cuore di suo marito: è cento
-volte più felice di credere d'averlo riconquistato ella
-stessa. Conducendo qui mia nipote, credo averle dato un
-eccellente mezzo di riguadagnare l'affezione di suo marito.
-Non vi chiedo che di ammaliare il generale.
-</p>
-
-<p>
-E quando le mostrò l'amico del referendario, la contessa
-sorrise.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, madama, sapete finalmente il nome di questa
-incognita? domandò il barone con aria piccata alla
-contessa quando fu sola.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, disse madama de Vaudremont guardando il referendario.
-</p>
-
-<p>
-Il suo volto esprimeva tanta astuzia quanta gajezza. Il
-sorriso che spandeva la vita sulle sue labbra e sulle sue
-guancie, l'umida luce degli occhi suoi, erano simili a
-quei fuochi fatui che ingannano il viaggiatore. Marziale,
-che si credeva sempre amato, prese allora quell'attitudine
-della quale si compiace tanto un uomo presso quella che
-ama e disse con aria pretensiosa: — Non ve ne avrete
-a male, se sembro tenerci molto a sapere quel nome?
-</p>
-
-<p>
-— E non ve ne avrete a male, replicò madama de Vaudremont,
-se per un resto di amore non ve lo dico, e se
-vi proibisco di fare il più piccolo passo verso quella giovine
-dama? Arrischiereste forse la vostra vita.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_33">[33]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Madama, perdere il vostro favore non è più che perdere
-la vita?
-</p>
-
-<p>
-— Marziale, disse severamente la contessa, è madama
-di Soulanges. Suo marito vi brucierebbe le cervella, se
-pure ne avete.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, ah! replicò ridendo il vagheggino, il colonnello
-lascierà vivere in pace colui che gli ha rapito il vostro
-cuore e si batterebbe per sua moglie? Che inversione di
-principii! Ve ne prego, permettetemi di ballare con quella
-piccola dama. Potrete così avere la prova del poco amore
-che vi portava quel cuore di ghiaccio, giacchè se il colonnello
-non trova di suo genio che io faccia ballare
-sua moglie dopo avere tollerato che vi...
-</p>
-
-<p>
-— Ma ella ama suo marito.
-</p>
-
-<p>
-— Ostacolo di più che avrò il piacere di vincere.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! disse la contessa con un sorriso amaro, voi ci
-punite egualmente dei nostri errori e dei nostri pentimenti.
-</p>
-
-<p>
-— Non andate in collera, disse vivamente Marziale. Oh!
-ve ne prego, perdonatemi. Via, non penso più a madama
-di Soulanges.
-</p>
-
-<p>
-— Meritereste bene che vi mandassi a lei.
-</p>
-
-<p>
-— Ci vado, disse il barone ridendo, e tornerò più innamorato
-che mai di voi. La più bella donna del mondo
-non può impadronirsi di un cuore che vi appartiene.
-</p>
-
-<p>
-— Vale a dire che volete guadagnare il cavallo del
-colonnello.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! traditore, disse ridendo e minacciando col dito
-l'amico che sorrideva.
-</p>
-
-<p>
-Il colonnello arrivò, il barone gli cedette il suo posto
-presso la contessa cui disse in modo sardonico: Madama,
-ecco un uomo che si è vantato di guadagnare le vostre
-buone grazie in una sera.
-</p>
-
-<p>
-Allontanandosi si applaudì di avere rivoltato l'amor
-proprio della contessa e spacciato Montcornet; ma ad
-onta della sua finezza abituale, non aveva capito l'ironia
-di cui erano piene le parole di madama de Vaudremont,
-e non si accorse che ella aveva fatto verso il suo amico
-tanta strada, quanta egli verso di lei, benchè inscienti
-l'uno dell'altra. Nel momento in cui il referendario si avvicinava
-farfalleggiando al candelabro sotto cui la contessa
-di Soulanges, pallida e timida, non sembrava vivere
-che cogli occhi, suo marito arrivò presso la porta della
-<span class="pagenum" id="Page_34">[34]</span>
-sala cogli sguardi scintillanti di passione. La vecchia duchessa,
-attenta a tutto, si slanciò verso suo nipote, gli
-chiese il suo braccio e la sua carrozza per uscire, pretestando
-una noja mortale e lusingandosi di prevenire così
-un deplorevole scandalo. Innanzi di partire fece un singolare
-segno d'intelligenza a sua nipote, indicandole l'intraprendente
-cavaliere che si preparava a parlarle, e questo
-segno pareva dirle: — Eccolo, vendicati!
-</p>
-
-<p>
-Madama de Vaudremont sorprese l'occhiata della zia e
-della nipote, una subitanea luce la illuminò, temette d'essere
-lo zimbello di quella vecchia signora così dotta e
-così astuta nell'intrigo.
-</p>
-
-<p>
-A quel pensiero l'amor proprio di madama de Vaudremont
-provò forse maggiore interesse della curiosità a
-trovare il filo di quell'intrigo. La preoccupazione interna
-alla quale fu in preda non la lasciò padrona di sè. Il colonnello,
-interpretando a favor suo l'indirizzo che si rivelava
-nei discorsi e nei modi della contessa, divenne
-più ardente e più insistente. I vecchi diplomatici svogliati,
-che si divertivano a seguire le espressioni delle
-fisionomie, non avevano mai trovato tanti intrighi cui tener
-dietro ed indovinare. Le passioni che agitavano le
-due coppie diversificavano ad ogni passo in quelle sale
-animate, riproducendosi con altre gradazioni su altre figure.
-Lo spettacolo di tante passioni vive, di tutte queste
-lotte amorose, vendette dolci, favori crudeli, sguardi infiammati,
-li richiamava con maggior vivezza alla loro impotenza.
-Finalmente il barone aveva potuto sedersi vicino
-alla contessa di Soulanges. I suoi occhi erravano furtivamente
-su un collo fresco come la rugiada, profumato
-come un fiore di campo. Ammirava da vicino le bellezze
-che da lungi l'avevano sbalordito. Poteva vedere
-un piedino ben calzato, misurare coll'occhio un vitino
-snello e grazioso. A quell'epoca le donne annodavano la
-cintura dell'abito precisamente al di sotto del seno, ad
-imitazione delle statue greche, moda spietata per le donne
-il cui busto avesse qualche difetto. Gettando degli sguardi
-furtivi su quel seno, Marziale rimase incantato della perfezione
-di forme della contessa.
-</p>
-
-<p>
-— Non avete ballato una sola volta questa sera, signora,
-egli disse con voce dolce e lusinghiera; ritengo,
-non sarà per mancanza di cavaliere.
-</p>
-
-<p>
-— Non vado nel mondo, sono sconosciuta, rispose freddamente
-<span class="pagenum" id="Page_35">[35]</span>
-madama di Soulanges che nulla aveva capito
-nello sguardo della zia.
-</p>
-
-<p>
-Marziale allora, per darsi un contegno, manovrò il bel
-diamante che ornava la sua mano sinistra; le fiamme
-lanciate dalla pietra parvero gettare una subita luce nell'anima
-della giovine contessa, che arrossì e guardò il
-barone con una espressione indefinibile.
-</p>
-
-<p>
-— Amate il bello? chiese il provenzale, per tentare di
-riannodare la conversazione.
-</p>
-
-<p>
-— Oh! molto, signore.
-</p>
-
-<p>
-A quella strana risposta i loro sguardi s'incontrarono.
-Il giovane, sorpreso dall'accento penetrante che svegliò
-nel suo cuore una vaga speranza, aveva tosto interrogato
-gli occhi della giovine signora.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, madama, non è temerità da parte mia il
-proporvi di fare con voi la prima contradanza?
-</p>
-
-<p>
-Un'ingenua confusione colorò in rosso le bianche gote
-della contessa.
-</p>
-
-<p>
-— Ma, signore, ho già rifiutato un ballerino, un militare.
-</p>
-
-<p>
-— Sarebbe quel gran colonnello di cavalleria che vedete
-laggiù?
-</p>
-
-<p>
-— Precisamente.
-</p>
-
-<p>
-— È mio amico, non temete di nulla. Mi accordate il
-favore che oso sperare?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, signore.
-</p>
-
-<p>
-Quella voce accusava un'emozione così nuova, così
-profonda che l'anima logora del referendario ne fu scossa.
-Si sentì invaso dalla timidità di un collegiale, si disorientò,
-la sua testa meridionale si infiammò, volle parlare,
-le sue espressioni gli parvero sgraziate, al confronto
-delle risposte spiritose ed acute di madama Soulanges.
-Fu buona ventura per lui che la contradanza cominciasse.
-In piedi presso la sua bella danzatrice si trovò
-più a posto. Per molti uomini la danza è un modo di essere;
-spiegando le grazie del corpo ritengono di agire più
-potentemente che collo spirito sul cuore delle donne. Il
-provenzale voleva in quel momento usare tutti i suoi mezzi
-di seduzione. Aveva condotta la sua conquista alla quadriglia.
-Mentre l'orchestra eseguiva il preludio della prima
-figura, il barone provava un'incredibile soddisfazione di
-orgoglio quando, passando in rivista le ballerine collocate
-sulle fronti di quel formidabile quadrato, si accorse che
-<span class="pagenum" id="Page_36">[36]</span>
-l'abbigliamento di madama di Soulanges sfidava perfino
-quello di madama de Vaudremout, che per un caso, forse
-procurato, taceva col colonnello il <i>vis-à-vis</i> del barone e
-della dama azzurra. Gli sguardi si fissarono un momento
-su madama de Soulanges, un mormorio lusinghiero annunziava
-essere essa il soggetto del discorso di ogni cavaliere
-colla sua ballerina. Le occhiate d'invidia e d'ammirazione
-si incrociavano su di lei così vivamente, che la
-giovine donna, timida per un trionfo al quale pareva volersi
-sottrarre, abbassò modestamente gli occhi, arrossì
-e non fece che diventare più deliziosa.
-</p>
-
-<p>
-Non rialzò le pupille che per guardare il suo ballerino,
-inebriato, come se avesse voluto scaricare su di lui la gloria
-di questi omaggi e dirgli che preferiva il suo a tutti
-gli altri: mise dell'ingenuità nella sua civetteria, o piuttosto
-parve abbandonarsi a quella prima ammirazione
-dalla quale comincia l'amore con quella buona fede che
-non si incontra se non nei cuori giovani. Quando ballò
-gli spettatori poterono facilmente credere non spiegasse
-le sue grazie che per Marziale; e, benchè modesta e nuova
-ai maneggi delle sale dorate, seppe al pari della più consumata
-civetta alzare a proposito gli occhi su di lui e abbassarli
-con una finta modestia. Quando le nuove leggi
-di una contradanza, inventata dal ballerino Trenis, alla
-quale diede il suo nome, condussero Marziale davanti al
-colonnello: — Ho guadagnato il tuo cavallo, gli disse
-ridendo.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ma hai perduto ottanta mila lire di rendita, replicò
-il colonnello mostrandogli madama de Vaudremont.
-</p>
-
-<p>
-— E che m'importa? rispose Marziale; madama di
-Soulanges vale dei milioni.
-</p>
-
-<p>
-Alla fine di quella contradanza, più di un bisbiglio susurrò
-a più di un orecchio. Le donne meno belle facevano
-della morale coi loro ballerini a proposito dei vincolo
-nascente fra Marziale e la contessa di Soulanges.
-Le più belle erano sbalordite da una tale facilità. Gli uomini
-non concepivano la fortuna del piccolo referendario
-nel quale non trovavano nulla di molto seducente. Alcune
-donne indulgenti dicevano che non bisognava precipitare
-un giudizio sulla contessa; i giovani sarebbero
-bene infelici se uno sguardo espressivo od alcuni passi
-eseguiti con grazia fossero sufficienti per compromettere
-una donna. Marziale solo conosceva la portata della sua
-<span class="pagenum" id="Page_37">[37]</span>
-felicità. All'ultima figura, quando le dame della quadriglia
-vennero a fare il molinello, le sue dita strinsero
-quelle della contessa, e gli parve sentire attraverso la
-pelle fina e profumata dei guanti che le dita della giovane
-rispondessero all'amoroso suo appello.
-</p>
-
-<p>
-— Madama, le disse nel punto in cui finì la contradanza,
-non tornate in quell'angolo odioso dove avete finora
-seppellito la vostra figura e la vostra toeletta. L'ammirazione
-è il solo profitto che possiate ritrarre dai diamanti
-che ornano il vostro collo così bianco e le vostre
-treccie così bene ordinate? Venite a fare una passeggiata
-nelle sale e godervi della festa e di voi stessa.
-</p>
-
-<p>
-Madama de Soulanges seguì il suo seduttore, il quale
-pensava che gli sarebbe più certamente appartenuta, se
-fosse riuscito a metterla in pubblico. Ambedue fecero allora
-alcuni giri attraverso i gruppi, che ingombravano le
-sale del palazzo. La contessa di Soulanges, inquieta, si
-arrestava un momento prima di entrare in ciascuna sala,
-e non vi penetrava se non dopo aver teso il collo per
-gettare uno sguardo su tutti gli uomini. Questa paura,
-che colmava di gioja il referendario, non pareva calmata
-se non quando egli aveva detto alla tremante sua compagna:
-— Rassicuratevi, non c'è. Giunsero così fino ad
-un'immensa galleria di quadri, situata in un'ala del palazzo,
-e donde si godeva in anticipazione del magnifico
-aspetto di un desco preparato per trecento persone.
-Siccome la cena stava per cominciare, Marziale trascinò
-la contessa verso un gabinetto ovale che prospettava sui
-giardini, ove i fiori più rari ed alcuni arbusti formavano
-un boschetto profumato sotto brillanti tappezzerie azzurre.
-Il mormorio della festa la veniva a morire. Entrandovi la
-contessa trasalì, e rifiutò ostinatamente di seguirvi il
-giovane: ma dopo aver gettati gli occhi sopra uno specchio,
-senza dubbio vi vide dei testimonii, giacchè andò a
-sedersi con abbastanza disinvoltura sopra un'ottomana.
-</p>
-
-<p>
-— Questo gabinetto è delizioso, ella disse ammirando
-una tappezzeria color del cielo tempestata di perle.
-</p>
-
-<p>
-— Tutto vi respira amore e voluttà, disse il giovane
-estremamente commosso.
-</p>
-
-<p>
-Col favore della luce misteriosa che vi regnava guardò
-la contessa e sorprese sulla sua fisionomia dolcemente
-agitata un'espressione di imbarazzo, di pudore, di desiderio,
-che lo incantò. La giovine donna sorrise, e quel
-<span class="pagenum" id="Page_38">[38]</span>
-sorriso sembrò ponesse una fine alla lotta dei sentimenti
-che si urtavano nel suo cuore, prese col modo più seducente
-la mano sinistra del suo adoratore, e ne levò l'anello
-sul quale aveva fermata l'attenzione.
-</p>
-
-<p>
-— Il bel diamante! esclamò coll'ingenuo accento d'una
-giovinetta che lascia travedere le lusinghe d'un primo
-tentativo.
-</p>
-
-<p>
-Marziale, commosso dalla carezza involontaria ma inebbriante
-che la contessa gli aveva fatto levandogli il brillante,
-fissò su di lei sguardi scintillanti come l'anello.
-</p>
-
-<p>
-— Portatelo, le disse, in ricordo di quest'ora celeste e
-per amore di...
-</p>
-
-<p>
-Essa lo contemplava con tale estasi, che egli non finì:
-le baciò la mano.
-</p>
-
-<p>
-— Me lo regalate? ella disse con aria meravigliata.
-</p>
-
-<p>
-— Vorrei offrirvi il mondo intiero.
-</p>
-
-<p>
-— Non scherzate? rispose colla voce alterata da una
-soddisfazione troppo viva.
-</p>
-
-<p>
-— Non accettate che il mio diamante?
-</p>
-
-<p>
-— Non me lo riprenderete mai? chiese.
-</p>
-
-<p>
-— Mai.
-</p>
-
-<p>
-Ella si mise l'anello in dito. Marziale, contando su una
-prossima felicità, fece il gesto di passare la mano sul
-corpo della contessa, che si alzò di botto, e disse con
-voce chiara, senza emozione di sorta: — Signore, accetto
-questo diamante con tanto minor scrupolo, inquantochè
-mi appartiene.
-</p>
-
-<p>
-Il referendario rimase interdetto.
-</p>
-
-<p>
-— Il signor di Soulanges lo prese non ha guari sulla
-mia tavoletta e mi disse d'averlo perduto.
-</p>
-
-<p>
-— Siete in errore, madama, disse Marziale, piccato,
-l'ho avuto da madama de Vaudremont.
-</p>
-
-<p>
-— Precisamente, replicò ella sorridendo. Mio marito si
-è fatto prestare da me questo anello, l'ha regalato a lei,
-essa ve ne ha fatto un dono; il mio anello ha viaggiato,
-ecco tutto. Questo anello mi insegnerà forse tutto ciò che
-ignoro e mi apprenderà il segreto di piacer sempre. Signore,
-riprese, se non fosse stato mio, siate certo che
-non avrei arrischiato di pagarlo così caro, giacchè, a
-quanto si dice, una giovane presso voi è in pericolo. Ma
-ecco, continuò facendo scattare una molla nascosta sotto
-la pietra, vi sono ancora i capelli del signor di Soulanges.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_39">[39]</span>
-</p>
-
-<p>
-E si slanciò nelle sale con tanta prestezza che pareva
-inutile tentare di raggiungerla, e d'altronde Marziale confuso
-non era in vena di proseguire l'avventura. Il riso di
-madama de Soulanges aveva trovato un'eco nel gabinetto,
-in cui il giovine bellimbusto scorse fra due arboscelli
-il colonnello e madama de Vaudremont che ridevano
-di tutto cuore.
-</p>
-
-<p>
-— Vuoi il mio cavallo per correre dietro alla tua conquista?
-gli disse il colonnello.
-</p>
-
-<p>
-La buona grazia con cui il barone sopportò le celie
-con cui l'assalirono madama de Vaudremont e Montcornet
-gli valse la loro discrezione su quella serata, nella
-quale il suo amico scambiò il cavallo di battaglia con
-una donna giovine, ricca e bella.
-</p>
-
-<p>
-Mentre la contessa di Soulanges varcava l'intervallo
-che separa la Chaussée d'Antin dal sobborgo San Germano,
-in cui dimorava, fu in preda alle più vive inquietudini.
-Prima di abbandonare il palazzo di Gondreville
-ne aveva percorse le sale senza incontrarvi nè sua zia
-nè suo marito, partiti senza di lei. Dei terribili presentimenti
-vennero allora a tormentare la sua anima ingenua.
-Testimonio discreto delle sofferenze provate da suo
-marito dal giorno che madama de Vaudremont l'aveva
-attaccato al suo carro, sperava che un prossimo pentimento
-le avrebbe ricondotto lo sposo. Era quindi con
-una incredibile ripugnanza che aveva acconsentito al
-piano concepito da sua zia, madama di Grandlieu, ed in
-quel momento temeva di aver commesso un errore.
-</p>
-
-<p>
-Quella serata aveva rattristata la sua anima candida.
-Sgomentata da principio dall'aria sofferente e cupa del
-conte di Soulanges, lo fu ancora più dalla bellezza della
-sua rivale, e la corruzione del gran mondo le stringeva
-il cuore. Passando sul Ponte Reale, buttò via i capelli
-profanati che si trovavano sotto il diamante, già offerto
-come pegno di puro amore. Pianse ricordando le
-vive sofferenze alle quali era da lungo tempo in preda,
-e fremette pensando che il dovere delle donne le quali
-vogliono ottenere la pace in casa le costringeva a seppellire
-nel fondo del cuore angoscie crudeli come la sua.
-</p>
-
-<p>
-— Ahimè! diceva, come possono fare le donne che non
-amano? Dov'è la sorgente della loro indulgenza? Io
-non posso credere, come dice mia zia, che basti la ragione
-per sostenerle in tali abnegazioni.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_40">[40]</span>
-</p>
-
-<p>
-Sospirava ancora quando il suo servitore abbassò l'elegante
-predella dalla quale si lanciò nel vestibolo del
-suo palazzo. Salì precipitosamente le scale, e quando
-giunse nella sua camera, trasalì di terrore vedendo suo
-marito seduto presso il camino.
-</p>
-
-<p>
-— Da quando, mia cara, andate al ballo senza di me,
-senza prevenirmi? chiese con voce alterata. Sappiate che
-una donna senza suo marito è sempre spostata. Voi eravate
-singolarmente compromessa nell'angolo oscuro in
-cui vi eravate cacciata.
-</p>
-
-<p>
-— Oh mio buon Leone, ella disse con voce carezzevole,
-non ho potuto resistere al piacere di vederti senza che
-tu mi vedessi. Mia zia mi ha condotta a questo ballo, e
-vi sono stata ben fortunata.
-</p>
-
-<p>
-Queste parole disarmarono gli sguardi del conte della
-loro severità fittizia, giacchè egli si era fatto a sè stesso
-vivi rimproveri udendo il ritorno di sua moglie, che senza
-dubbio al ballo era stata informata di una infedeltà che
-egli sperava averle occultata, e giusta il costume degli
-amanti che si sentono in colpa tentava, movendo pel
-primo querela alla contessa, di evitare la sua collera
-troppo giusta. Guardò in silenzio sua moglie che gli parve
-più bella che mai. Felice di vedere suo marito sorridente
-e di trovarlo a quell'ora in una camera dove da qualche
-tempo veniva con minor frequenza, la contessa lo guardò
-così teneramente che arrossì ed abbassò gli occhi. Questa
-clemenza inebbriò tanto più Soulanges in quanto che succedeva
-ai tormenti che aveva provati durante il ballo;
-prese la mano di sua moglie e la baciò per riconoscenza;
-non si trova spesso della riconosoenza nell'amore?
-</p>
-
-<p>
-— Ortensia, che hai al dito che mi ha fatto tanto male
-alle labbra? chiese ridendo.
-</p>
-
-<p>
-— Il mio diamante, che tu dicevi perduto ed io ho ritrovato.
-</p>
-
-<p>
-Il generale Montcornet non sposò madama de Vaudremont,
-ad onta della buona intelligenza nella quale ambedue
-vissero per alcuni momenti, giacchè essa fu una
-delle vittime dello spaventevole incendio che rese eternamente
-celebre il balio dato dall'ambasciatore d'Austria, in
-occasione del matrimonio dell'imperatore Napoleone colla
-figlia dell'imperatore Francesco II.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_43">[43]</span>
-</p>
-
-<h2 id="elisir">L'ELISIR DI LUNGA VITA</h2>
-</div>
-
-<h3>AL LETTORE</h3>
-
-<p>
-Nell'esordio della vita letteraria dell'autore un amico
-morto da tempo, gli fornì il soggetto di questo studio
-che più tardi trovò in una raccolta pubblicata verso il
-principio di questo secolo; e, secondo le sue congetture,
-è una fantasia dovuta al Hoffmann di Berlino, pubblicata
-in qualche almanacco di Germania e dimenticata nelle
-opere di lui dagli editori. La Commedia Umana è abbastanza
-ricca d'invenzioni per permettere all'inventore
-di confessare un innocente prestito; come il buon La-Fontaine,
-egli del resto avrà trattato al modo suo e senza
-saperlo un fatto già narrato. Questo non fu uno di quegli
-scherzi di moda nel 1830, epoca in cui ogni autore <i>faceva
-dell'atroce</i>, per il piacere delle ragazze. Quando sarete
-arrivato all'elegante parricidio di Don Giovanni, cercate
-di indovinare la condotta che in circostanze presso a
-poco simili terrebbero quegli onesti che, nel secolo decimonono,
-prendono danaro a vitalizio sulla fede di un catarro,
-e quelli che affittano una casa ad una vecchia per
-tutto il resto dei suoi giorni. Risusciterebbero essi i loro
-assicurati? Desidererei che dei pesatori giurati di coscienze
-esaminassero qual grado di somiglianza può esistere
-fra Don Giovanni ed i padri che maritano le loro
-figlie a motivo <i>delle speranze</i>. La società umana che, al
-dire di alcuni filosofi, cammina nella via del progresso,
-considera come un passo verso il bene l'arte di attendere
-<span class="pagenum" id="Page_44">[44]</span>
-la morte? Questa scienza ha creato dei mestieri
-onorevoli, mediante i quali si vive della morte. Lo stato
-sociale di certe persone è quello di sperare una morte;
-la covano, accoccolandosi ogni mattina sopra un cadavere,
-e se ne fanno un guanciale per la sera: sono i
-coadjutori, i cardinali, i sopranumerari, i tontinieri, ecc.
-Aggiungetevi molte persone delicate, che hanno premura
-di acquistare una proprietà il cui prezzo è superiore ai loro
-mezzi, ma che stabiliscono logicamente ed a freddo le
-probabilità di vita che restano ai loro padri od alle loro
-suocere, ottuagenarie o settuagenarie, dicendo: — «Prima
-di tre anni erediterò necessariamente e, allora....»
-Un omicida ci dà meno nausea di una spia. L'omicida
-ha forse ceduto a un moto di pazzia, può pentirsi, riabilitarsi.
-Ma la spia è sempre spia; è spia in letto, a tavola,
-camminando, di giorno, di notte; è vile ogni minuto.
-Si può essere omicida come è vile una spia? Eppure
-non ravvisate nella società una folla di esseri indotti
-dalle nostre leggi, dai nostri costumi, dagli usi, a pensare
-incessantemente alla morte dei loro, ad agognarla?
-</p>
-
-<p>
-Essi pensano ciò che vale una bara contrattando dei
-<i>cachemires</i> per le loro donne, salendo le scale di un teatro,
-desiderando di andare ai <i>Bouffons</i>, sospirando una
-carrozza. Assassinano delle care creature, incantevoli di
-innocenza, nel momento in cui la sera offrono loro da
-baciare le fronti infantili dicendo: «Buona sera, papà!»
-Vedono ad ogni momento degli occhi che vorrebbero
-chiudere e che si riaprono ogni mattina alla luce come
-quelli di Belvidero in questo <i>studio</i>. Dio solo sa il numero
-di parricidii che si commettono col pensiero! Figuratevi
-un uomo che deve passare mille scudi di rendita
-vitalizia ad una vecchia, e che ambedue vivono in
-campagna, separati da un ruscello, ma abbastanza estranei
-l'uno all'altra, per potere odiarsi cordialmente senza
-mancare a quelle convenienze umane che mettono una
-maschera sul viso di due fratelli, di cui l'uno avrà il
-maggiorasco, l'altro una legittima. Tutta la civiltà europea
-riposa sull'<i>eredità</i> come sopra un perno; sarebbe
-stoltezza sopprimerlo, ma non si potrebbe, come nelle
-macchine che formano l'orgoglio della nostra epoca, perfezionare
-questa ruota essenziale?
-</p>
-
-<p>
-Se l'autore ha conservato questa vecchia formola: <i>Al
-lettore</i> in un'opera in cui cerca di rappresentare tutte le
-<span class="pagenum" id="Page_45">[45]</span>
-forme letterarie, si è per fare un'osservazione relativa
-ad alcuni studii ed in ispecie a questo. Ognuna delle sue
-composizioni è basata su delle idee più o meno nuove,
-la cui manifestazione gli sembra utile; può tenere alla
-priorità di certe forme, di certi pensieri, che, di poi, sono
-passati nel dominio letterario, e si sono talvolta volgarizzati.
-Le date della primitiva pubblicazione di ciascun
-studio non devono dunque riuscire indifferenti a quelli
-dei lettori che vorranno rendergli giustizia.
-</p>
-
-<p>
-La lettura ci procura amici sconosciuti, e quale amico
-è un lettore! Abbiamo degli amici noti che non leggono
-una riga di nostro! L'autore spera aver pagato il suo
-debito dedicando quest'opera <span class="smcap">Diis Ignotis</span>.
-</p>
-
-<hr class="minor" />
-
-<p class="pad2">
-In un sontuoso palazzo di Ferrara, una sera d'inverno
-Don Juan Belvidero, dava un festino ad un principe della
-casa d'Este. A quell'epoca una festa era uno spettacolo
-meraviglioso che solo potevano realizzare ricchezze da
-re o da gran signore. Sedute intorno ad un tavolo illuminato
-da candele profumate, sette allegre dame scambiavano
-dolci propositi fra ammirabili capi d'opera, i cui
-candidi marmi si staccavano sulle pareti di stucco rosso
-e contrastavano coi ricchi tappeti di Turchia. Vestite di
-seta, scintillanti d'oro e cariche di pietre preziose che
-brillavano meno degli occhi loro, tutte raccontavano energiche
-passioni, ma diverse come lo erano le loro bellezze.
-Esse non differenziavano nè di parole nè di idee; l'aria,
-uno sguardo, qualche gesto e l'accento servivano alle loro
-parole di commentarii libertini, lascivi, melanconici o
-scherzosi.
-</p>
-
-<p>
-Una pareva dire: — La mia bellezza sa riscaldare il
-cuore gelato dei vecchi.
-</p>
-
-<p>
-L'altra: — Amo restare sdrajata sui cuscini, per pensare
-con ebbrezza a quelli che mi adorano.
-</p>
-
-<p>
-Una terza, novizia di queste feste, voleva arrossire: — In
-fondo del cuore sento un rimorso, ella diceva. Sono
-cattolica ed ho paura dell'inferno. Ma vi amo tanto, oh
-tanto, che posso sacrificarvi l'eternità.
-</p>
-
-<p>
-La quarta, vuotando una tazza di vino di Chio, sclamava: — Viva
-l'allegria! Ad ogni aurora io prendo una
-nuova vita. Dimentica del passato, ebra ancora degli
-<span class="pagenum" id="Page_46">[46]</span>
-assalti della vigilia, tutte le sere esaurisco una vita di
-felicità, una vita piena d'amore!
-</p>
-
-<p>
-La donna seduta presso Belvidero lo guardava con
-occhi infocati. Era silenziosa. — Non mi affiderei ai
-<i>bravi</i> per uccidere il mio amante, se mi abbandonasse!
-Poi aveva riso; ma la sua mano convulsiva rompeva una
-scatola d'oro da confetti, miracolosamente scolpita. — Quando
-sarai tu granduca? dimandò la sesta al principe
-con una espressione di gioja omicida fra i denti, e di
-delirio bacchico negli occhi. — E tu, quando morrà tuo
-padre? disse la settima ridendo e gettando il suo mazzo
-a Don Giovanni con un gesto inebriante di civetteria.
-Era una innocente giovinetta, avvezza a scherzare con
-tutte le cose sacre. — Ah! non me ne parlate, gridò il
-giovine e bello Don Juan Belvidero, non vi è al mondo
-che un padre eterno, e sventura vuole che l'abbia io.
-</p>
-
-<p>
-Le sette cortigiane di Ferrara, gli amici di Don Giovanni
-ed il principe stesso gettarono un grido d'orrore.
-Duecento anni dopo e sotto Luigi XV la gente di buon
-gusto avrebbe riso di quella sortita. Ma fors'anche sul
-principio di un'orgia le anime avevano ancora troppa
-lucidità. Ad onta del fuoco delle candele, del grido delle
-passioni, dell'aspetto dei vasi d'oro e d'argento, del fumo
-dei vini, ad onta della contemplazione delle donne più
-incantevoli, vi era forse ancora, nel fondo dei cuori, un
-po' di quella vergogna per le cose umane e divine che
-lotta fino a tanto che l'orgia l'abbia annegata negli ultimi
-fiotti d'un vino spumante. Tuttavia i fiori erano già
-appassiti, gli occhi si inebetivano, e l'ubbriachezza guadagnava
-terreno, secondo l'espressione di Rabelais, fino
-ai sandali. In quel momento di silenzio, s'aprì una porta
-e, come al convito di Baldassare, Dio si fece riconoscere;
-comparve sotto le sembianze di un vecchio domestico dai
-capelli bianchi, dal passo tremante, dalle sopraciglia contratte;
-entrò con aria triste, sprezzò con un'occhiata le
-corone, le tazze di vermiglia, le piramidi di frutta, lo
-splendore della festa, la porpora dei volti sbalorditi ed
-i colori dei cuscini su cui si affondavano le candide braccia
-delle donne; finalmente gettò il lutto su quella follia
-dicendo con voce cavernosa queste tristi parole: — Monsignore,
-vostro padre è moribondo. Don Giovanni si alzò
-dicendo ai suoi ospiti un gesto che può tradursi così: «Scusatemi,
-non sono cose che accadono tutti i giorni.»
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_47">[47]</span>
-</p>
-
-<p>
-La morte di un padre non sorprende spesso i giovan
-nel mezzo degli splendori della vita, nel seno delle follie
-di un'orgia? La morte è così subitanea ne' suoi capricci
-come una cortigiana nelle sue collere; ma, più fedele, non
-ha mai ingannato alcuno.
-</p>
-
-<p>
-Quando Don Giovanni ebbe chiusa la porta della sala,
-camminò in una lunga galleria altrettanto fredda quanto
-oscura, e si sforzò di assumere un'apparenza teatrale;
-pensando alla sua parte di figlio aveva buttata via col
-tovagliolo la mattana. La notte era nera. Il servitore silenzioso
-che conduceva il giovine verso una camera
-mortuaria, faceva scarsamente lume al suo padrone, di
-modo che la <i>morte</i>, ajutata dal freddo, dal silenzio, dall'oscurità,
-per una reazione d'ubbriacatura forse, potè
-insinuare alcune riflessioni nell'animo di questo dissipatore,
-che interrogò la sua vita e divenne pensieroso come
-un uomo sotto processo che s'incammina al tribunale.
-</p>
-
-<p>
-Bartolomeo Belvidero padre di Don Giovanni era un
-vecchio nonagenario che aveva passata la maggior parte
-della sua vita nei traffichi mercantili. Avendo spesso attraversati
-i magici paesi dell'Oriente, aveva acquistate
-immense ricchezze e cognizioni, come egli diceva, più
-preziose dell'oro e dei diamanti dei quali allora più non
-si curava. — Preferisco un dente ad un rubino ed il potere
-al sapere, diceva qualche volta sorridendo. Questo
-buon padre si compiaceva nell'udire Don Giovanni raccontargli
-una scappata giovanile, e diceva con aria maligna
-prodigandogli l'oro: Mio caro figlio, non fare altre
-sciocchezze che quelle le quali ti divertiranno. — Era
-il solo vecchio che provasse piacere a vedere un giovane;
-l'amor paterno lo illudeva nella contemplazione
-di una vita così brillante. All'età di sessant'anni Belvidero
-si era innamorato di un angelo di pace e di bellezza.
-Don Giovanni era stato il solo frutto di questo
-tardo e passeggero amore. Dopo quindici anni il buon
-uomo deplorava la perdita della sua cara Juana. I numerosi
-suoi servitori e suo figlio attribuivano a questo
-dolore del vecchio le singolari abitudini che aveva contratte.
-Rifugiato nell'ala più incomoda del suo palazzo,
-Bartolomeo non ne usciva che assai di rado, e Don Giovanni
-stesso non poteva penetrare nell'appartamento di
-suo padre senza averne ottenuto il permesso. Se questo
-volontario anacoreta andava e veniva nel palazzo, o per
-<span class="pagenum" id="Page_48">[48]</span>
-le vie di Ferrara, pareva in cerca di cosa che gli mancasse;
-camminava tutto impensierito, indeciso, preoccupato
-come un uomo in lotta con un'idea o con un ricordo.
-Mentre il giovane dava delle feste sontuose, ed il
-palazzo rimbombava degli scoppii della sua gioja, i cavalli
-scalpitavano nelle corti e i paggi questionavano giocando
-ai dadi sui gradini, Bartolomeo mangiava sette
-oncie di pane al giorno e beveva dell'acqua. Se gli occorreva
-un po' di pollame, era per darne le ossa ad un barbone
-nero, suo fedel compagno. Durante la malattia, se
-il suono del corno e gli abbajamenti dei cani lo sorprendevano
-nel sonno, si accontentava di dire: — Ah! è Don
-Giovanni che rincasa.
-</p>
-
-<p>
-Su questa terra non si era mai incontrato un padre
-così comodo e così indulgente, quindi il giovane Belvidero,
-avvezzo a trattarlo senza complimenti, aveva tutti
-i difetti dei fanciulli viziati; viveva con Bartolomeo come
-una cortigiana capricciosa vive con un antico amante,
-facendo passare un'impertinenza con un sorriso, vendendo
-il suo buon umore e lasciandosi amare. Ricostruendo
-mentalmente il quadro dei suoi anni giovanili,
-Don Giovanni si accorse che gli sarebbe stato difficile
-trovare in difetto la bontà di suo padre. Sentendo in
-fondo al cuore nascere un rimorso, nel momento in cui
-attraversava la galleria, si sentì quasi spinto a perdonare a
-Belvidero d'aver vissuto così a lungo. Tornava a sentimenti
-di pietà filiale, come un ladro diventa uomo onesto
-per il possibile godimento di un milione bene occultato.
-In breve il giovane attraversò le alte e fredde sale che
-componevano l'appartamento di suo padre. Dopo aver
-provato gli effetti d'un'atmosfera umida, respirata l'aria
-densa, l'odore stantìo che esalava dalle vecchie tappezzerie
-e dagli armadii coperti di polvere, si trovò nell'antica
-camera del vecchio, davanti a un letto nauseabondo,
-presso un focolare quasi spento. Una lampada posta sopra
-un tavolo di forma gotica, gettava a intervalli ineguali
-degli sprazzi di luce più o meno forti sul letto e
-mostrava così la figura del vecchio sotto aspetti sempre
-diversi. Il freddo fischiava attraverso le finestre mal
-chiuse; e la neve sferzando i vetri produceva uno strepito
-sordo. Questa scena faceva un contrasto così spiccato
-con quella che Don Giovanni aveva lasciata, che
-non potè a meno di trasalire. Poi ebbe freddo quando,
-<span class="pagenum" id="Page_49">[49]</span>
-avvicinandosi al letto, un barbaglio abbastanza violento
-di luce, spinto da un soffio di vento, illuminò la testa
-di suo padre; i lineamenti ne erano scomposti, la pelle
-aderente alle ossa aveva delle tinte verdognole che la
-bianchezza del guanciale su cui riposava il vegliardo
-rendeva ancora più orribili; contratta dal dolore, la bocca
-semichiusa e priva di denti lasciava passare alcuni sospiri
-la cui lugubre energia era sostenuta dagli urli
-della tempesta. Ad onta di questi segni di distruzione,
-su quella testa splendeva un carattere incredibile di potenza.
-Uno spirito superiore vi combatteva la morte. Gli
-occhi, infossati dalla malattia, avevano una fissità singolare.
-Pareva che Bartolomeo cercasse col suo sguardo
-di morente di uccidere un nemico steso ai piedi del suo
-letto. Quello sguardo fisso e freddo era tanto più spaventoso,
-in quanto che la testa restava in una immobilità simile
-a quella dei cranii posti sulle tavole dei medici. Il
-corpo, nettamente disegnato dalle coperte del letto, annunziava
-che le membra del vecchio avevano la stessa
-rigidezza. Tutto era morto, meno gli occhi. I suoni poi
-che uscivano dalla bocca avevano qualche cosa di meccanico.
-Don Giovanni provò una certa vergogna di arrivare
-al letto di suo padre morente conservando sul
-petto il mazzolino di una cortigiana, e portandovi i profumi
-di una festa ed il sentore del vino.
-</p>
-
-<p>
-— Tu ti divertivi! sclamò il vecchio, vedendo suo
-figlio.
-</p>
-
-<p>
-Nello stesso momento la voce pura e leggiera d'una
-cantante che rallegrava i convitati, fortificata dagli accordi
-della viola sulla quale si accompagnava, dominò i
-rantoli dell'uragano, e risuonò fino in quella funebre
-stanza. Don Giovanni voleva non intendere quella selvaggia
-affermazione data a suo padre.
-</p>
-
-<p>
-Bartolomeo disse: — Non te ne faccio un carico, figliuol
-mio.
-</p>
-
-<p>
-Questa parola piena di dolcezza fece male a Don Giovanni,
-che non perdonò a suo padre quella pungente
-bontà. — Che rimorso per me, padre mio! gli disse ipocritamente. — Povero
-Juanino, rispose il morente con
-voce sorda, sono sempre stato così buono con te, che tu
-non desidererai la mia morte? — Oh, sclamò Don Giovanni,
-se fosse possibile rendervi la vita dandovi una
-parte della mia! (Queste cose si possono sempre dire,
-<span class="pagenum" id="Page_50">[50]</span>
-pensava lo scialacquatore; gli è come se offrissi il mondo
-alla mia amante.) Appena finito il suo pensiero, il barbone
-abbajò. Quella voce intelligente fece fremere Don
-Giovanni: credette di essere stato compreso dal cane. — Sapeva
-bene, figlio mio, che potevo contare su di te,
-gridò il moribonda Io vivrò. Va, tu sarai contento. Vivrò,
-ma senza toglierti un giorno di quelli che ti appartengono. — Ha
-il delirio, disse fra sè Don Giovanni. Poi
-aggiunse a voce alta: Si, caro padre, voi vivrete certo,
-tanto come me, giacchè la vostra imagine sarà continuamente
-nel mio cuore. — Non si tratta di questa vita,
-disse il vecchio signore raccogliendo le sue forze per
-mettersi a sedere, giacchè fu agitato da uno di quei sospetti
-che non nascono se non sotto il capezzale dei
-morenti. Ascolta, figlio mio, continuò con una voce affievolita
-da quest'ultimo sforzo, io non ho maggior voglia
-di morire che tu non l'abbia di far senza innamorate,
-vino, cavalli, falconi, cani ed oro. — Lo credo bene,
-pensò il figlio inginocchiandosi davanti al letto e baciando
-una delle mani cadaveriche di Bartolomeo. Ma,
-riprese a dire, padre mio, mio caro padre, bisogna sottomettersi
-alla volontà di Dio! — Dio son io, replicò il
-vecchio brontolando. — Non bestemmiate! gridò il giovane
-vedendo l'aria minacciosa che assunsero i tratti di
-suo padre. Guardatevene bene; avete ricevuta rastrema
-unzione ed io non potrei più consolarmi, se vi vedessi
-morire in peccato. — Vuoi ascoltarmi? gridò il morente
-ringhiando.
-</p>
-
-<p>
-Don Giovanni tacque. Regnò un orribile silenzio. Attraverso
-i pesanti fischi della neve, gli accordi della viola
-e la voce deliziosa arrivarono ancora, deboli come lo
-spuntare del giorno. Il moribondo sorrise. — Ti ringrazio
-di aver invitato delle cantanti, d'aver condotto della
-musica. Una festa, delle donne giovani e belle, bianche
-coi capelli neri! tutti i piaceri della vita. Falle restare,
-io sto per rinascere. — Il delirio è al colmo, disse Don
-Giovanni. — Ho scoperto un mezzo per risuscitare. Guarda!
-Cerca nel cassetto del tavolo, l'aprirai spingendo
-una molla nascosta dal grifone. — Ci sono, padre mio.
-</p>
-
-<p>
-— Là, bravo, prendi una boccettina di cristallo di rocca.
-</p>
-
-<p>
-— Eccola. — Ho impiegato venti anni a.... In quel momento
-il vecchio sentì avvicinarsi la sua fine, e raccolse
-tutta la sua energia per dire: appena avrò reso l'ultimo
-<span class="pagenum" id="Page_51">[51]</span>
-sospiro, mi strofinerai tutto con quell'acqua, ed io risusciterò. — Ve
-n'è ben poca replicò, il giovane.
-</p>
-
-<p>
-Se Bartolomeo non poteva più parlare, aveva ancora
-la facoltà di intendere e di vedere; a quelle parole volse
-la testa verso Don Giovanni con un movimento spaventosamente
-brusco; il suo collo restò torto come quello di
-una statua di marmo dal pensiero dello scultore condannata
-a guardare da un lato: i suoi occhi ingranditi contrassero
-una ributtante immobilità. Era morto, morto
-perdendo la sua sola, la sua ultima illusione. Cercando
-un asilo nel cuore di suo figlio, vi trovava una tomba
-più vuota di quella che di solito gli uomini fanno ai loro
-morti. Quindi i suoi capelli furono sparpagliati dall'orrore,
-ed il suo sguardo convulso parlava ancora. Era un
-padre che si levava dal suo sepolcro per domandare
-vendetta a Dio! — To'! il buon uomo è finito, esclamò
-Don Giovanni.
-</p>
-
-<p>
-Nella premura di presentare alla luce della lampada
-la boccetta misteriosa, come un bevitore consulta la sua
-bottiglia alla fine del pranzo, non aveva veduto imbianchire
-l'occhio di suo padre. Il cane estatico contemplava
-alternativamente il padrone morto e l'elisir, come Don
-Giovanni guardava tratto tratto suo padre e la fiala. La
-lampada gettava delle fiamme ondeggianti. Il silenzio
-era profondo, la viola muta. Belvidero trasalì credendo
-di vedere suo padre che si muoveva. Intimidito dall'espressione
-fredda dei suoi occhi accusatori, li chiuse,
-come avrebbe spinta una persiana mossa dal vento in
-una notte d'autunno. Si tenne ritto, immobile, ingolfato
-in un mondo di pensieri. Tutto ad un tratto uno strepito
-aspro, simile allo stridore di una molla irrugginita,
-ruppe quel silenzio. Don Giovanni, sorpreso, per poco non
-lasciò cadere la boccetta. Un sudore più freddo dell'acciajo
-d'un pugnale, esci dai suoi pori. Un gallo di legno
-dipinto si alzò al di sopra di un orologio e cantò tre
-volte. Era una di quelle macchine ingegnose coll'ajuto
-delle quali i dotti di quell'epoca si facevano svegliare
-all'ora fissata pei loro lavori. L'alba tingeva già in
-rosso le finestre. Don Giovanni aveva passate dieci ore
-a riflettere. Il vecchio orologio era più fedele al suo
-servizio ch'egli non lo fosse nel compimento dei suoi
-doveri verso Bartolomeo. Quel meccanismo si componeva
-di legno, di molle, di corde, di ruote, mentre egli
-<span class="pagenum" id="Page_52">[52]</span>
-aveva quel meccanismo particolare all'uomo che chiamasi
-un cuore. Per non esporsi più a perdere il misterioso
-liquore, lo scettico Don Giovanni lo ricollocò nel
-cassetto della piccola tavola gotica. In quel momento solenne
-udì nelle gallerie un sordo tumulto; erano voci
-confuse, risa soffocate, passi leggieri, fruscii di seta, insomma
-lo strepito di una allegra brigata che cerca di
-raccogliersi.
-</p>
-
-<p>
-La porta si aperse, ed il principe, gli amici di Don
-Giovanni, le sette cortigiane, le cantatrici, apparvero nello
-strano disordine in cui si trovano delle danzatrici sorprese
-dal chiarore del mattino, quando il sole lotta colle
-fiamme delle candele che impallidiscono. Arrivavano tutti
-per dare al giovine ereditiero le consolazioni d'uso. — Oh!
-oh! il povero Don Giovanni avrebbe dunque presa
-sul serio questa morte? disse il principe all'orecchio della
-Brambilla. — Ma suo padre era un gran buon uomo,
-ella rispose.
-</p>
-
-<p>
-Le meditazioni notturne di Don Giovanni avevano impressa
-sui suoi lineamenti un'espressione così singolare,
-che impose silenzio a quel gruppo. Gli uomini restarono
-immobili. Le donne, i cui labbri erano arsi dal vino, le
-cui gote erano chiazzate dai baci, si inginocchiarono e
-si misero a pregare. Don Giovanni non potè a meno di
-trasalire vedendo gli splendori, le gioje, le risa, i canti,
-la gioventù, la bellezza, il potere, tutte le personificazioni
-della vita, prosternarsi così davanti alla morte. Ma
-in questa adorabile Italia, stravizzo e religione si accoppiavano
-allora così bene, che la religione era uno stravizzo,
-lo stravizzo una religione. Il principe strinse affettuosamente
-la mano a Don Giovanni, poi tutte le faccie
-avendo formulata simultaneamente la stessa smorfia
-tra la tristezza e l'indifferenza, quella fantasmagoria disparve
-lasciando vuota la sala. Un bel quadro della vita!
-Discendendo le scale il principe disse alla Roverbella:
-— Eh! chi avrebbe creduto Don Giovanni uno spaccone
-d'empietà! Ama suo padre! — Avete osservato il cane
-nero? chiese la Brambilla. — Eccolo immensamente ricco,
-soggiunse sospirando la Bianca Cavatoline. — Che m'importa?
-sclamò la fiera Varenese, quella che aveva spezzata
-la scatola da confetti. — Come? Che t'importa? esclamò
-il duca. Coi suoi scudi adesso è altrettanto principe quanto
-lo sono io.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_53">[53]</span>
-</p>
-
-<p>
-Da principio Don Giovanni, agitato da mille pensieri,
-ondeggiò fra diversi partiti. Dopo avere consultato il tesoro
-ammassato da suo padre, tornò la sera nella camera
-mortuaria coll'anima gonfia di un terribile egoismo.
-Trovò nell'appartamento tutte le persone della casa occupate
-a disporre gli ornamenti del letto di parata sul
-quale <i>fu monsignore</i> doveva essere espostoli giorno dopo,
-in mezzo ad una superba camera ardente, curioso spettacolo
-che tutta Ferrara doveva venire ad ammirare. Don
-Giovanni fece un segno, ed i suoi uomini si fermarono
-tutti, interdetti, tremanti. — Lasciatemi solo qui, disse
-con voce alterata, non vi ritornerete che al momento in
-cui io uscirò.
-</p>
-
-<p>
-Quando non risuonarono più che debolmente i passi
-del vecchio servitore che se ne andava per l'ultimo, Don
-Giovanni chiuse affrettatamente la porta, e, sicuro d'essere
-solo, esclamò: — Proviamo!
-</p>
-
-<p>
-Il corpo di Bartolomeo era steso su una lunga tavola.
-Per togliere agli occhi di tutti lo schifoso spettacolo di
-un cadavere che l'estrema decrepitezza e la magrezza
-rendevano simile ad uno scheletro, gli imbalsamatori avevano
-gettato sul corpo un drappo che l'avviluppava, meno
-la testa. Quella specie di mummia giaceva nel mezzo
-della camera ed il drappo, naturalmente morbido, ne disegnava
-vagamente le forme, ma acute, stecchite, gracili.
-Il volto era già segnato da larghe chiazze violacee che
-indicavano la necessità di completare l'imbalsamazione.
-Ad onta dello scetticismo di cui era armato, Don Giovanni
-tremò sturando la magica fiala di cristallo. Quando
-arrivò presso alla testa, fu anzi costretto di attendere un
-istante, tanto tremava. Ma quel giovane era stato di
-buon'ora sapientemente corrotto dai costumi d'una corte
-dissoluta; una riflessione degna del duca d'Urbino venne
-a dargli un coraggio eccitato da un vivo sentimento di
-curiosità; gli sembrava anzi che il demonio gli avesse
-suggerito queste parole che rimbombarono nel suo cuore:
-<i>Imbevigli un occhio!</i> Prese un pannolino e dopo averlo
-con parsimonia intinto nel prezioso liquore, lo passò leggiermente
-sulla pupilla destra del cadavere. L'occhio
-si aperse. — Ah! ah! disse Don Giovanni stringendo in
-pugno la boccetta, come noi stringeremmo in sogno il
-ramo al quale siamo sospesi al di sopra di un precipizio.
-</p>
-
-<p>
-Vedeva un occhio pieno di vita, un occhio di fanciullo
-<span class="pagenum" id="Page_54">[54]</span>
-in una testa da morto; la luce vi tremolava in mezzo ad
-un fluido giovanile e, protetto da belle ciglia nere, scintillava
-simile a quei lumi isolati che il viaggiatore vede
-in una campagna deserta nelle sere d'inverno. Quell'occhio
-fiammeggiante pareva volesse slanciarsi su Don
-Giovanni, e pensava, accusava, condannava, minacciava,
-giudicava, parlava. Vi si agitavano tutte le passioni umane.
-Erano le preghiere più tenere; una collera di re, poi l'amore
-di una giovinetta che chiede grazia ai suoi carnefici;
-finalmente lo sguardo profondo che getta un uomo
-nel salire l'ultimo gradino del patibolo. Scintillava tanta
-vita in quel frammento di vita, che Don Giovanni spaventato
-rinculò, passeggiò per la camera, senza osare di
-mirare quell'occhio che rivedeva sulle pareti, sulle tappezzerie.
-La camera era seminata di punte piene di fuoco,
-di vita, d'intelligenza. Dappertutto brillavano degli occhi
-che gli abbajavano dietro. — Sarebbe risuscitato per altri
-cento anni, gridò involontariamente quando, ricondotto
-davanti a suo padre da un'influenza diabolica, contemplò
-quella scintilla luminosa.
-</p>
-
-<p>
-Tutto ad un tratto la pupilla intelligente si chiuse e
-si riaperse subitanea, come quella di una donna che acconsente.
-Se una voce avesse gridato: «Sì!» Don Giovanni
-non ne avrebbe provato maggior spavento. — Che
-fare? pensò. — Sì, disse l'occhio ammiccando con una
-sorprendente ironia. — Ah! ah! gridò Don Giovanni, v'è
-della stregoneria. E s'avvicinò all'occhio per schiacciarlo.
-Una grossa lagrima rotolò sulle guancie appassite del
-cadavere, e cadde sulla mano di Belvidero. — Scotta, gridò
-egli sedendo.
-</p>
-
-<p>
-Questa lotta l'aveva estenuato come se, a somiglianza
-di Giacobbe, avesse combattuto contro un angelo.
-</p>
-
-<p>
-Finalmente si alzò dicendo: — Purchè non si versi
-sangue! Poi, raccogliendo quel tanto di coraggio che basta
-per essere vile, schiacciò l'occhio, comprimendolo con
-un pannolino, ma senza guardarlo. Si udì un gemito, inatteso,
-ma terribile. Il povero barbone spirava urlando. — Che
-sia a parte del segreto? si domandò Don Giovanni
-guardando la bestia fedele.
-</p>
-
-<p>
-Don Giovanni Belvidero passò per un figlio pio. Inalzò
-un monumento di marmo bianco sulla tomba di suo padre,
-ed affidò l'esecuzione delle sue statue ai più celebri
-artisti dell'epoca. Non fu perfettamente tranquillo se non
-<span class="pagenum" id="Page_55">[55]</span>
-il giorno in cui la statua paterna, inginocchiata davanti
-alla religione, impose l'enorme suo peso su quella fossa,
-in fondo alla quale seppellì il solo rimorso che avesse
-sfiorato il suo cuore nei momenti di fisica stanchezza. Inventariando
-le immense ricchezze ammassate dal vecchio
-orientalista, Don Giovanni divenne avaro; non aveva da
-provvedere a due vite umane? Il suo sguardo profondamente
-scrutatore penetrò nel principio della vita sociale,
-ed abbracciò tanto meglio il mondo, in quanto lo vedeva
-attraverso una tomba. Analizzò gli uomini e le cose, per
-finirla in una volta col passato rappresentato dalla storia,
-col presente raffigurato dalla legge, coll'avvenire svelato
-dalla religione. Prese l'anima e la materia, le gettò in
-un crogiuolo, non vi trovò nulla, e da allora divenne <i>Don
-Giovanni</i>!
-</p>
-
-<p>
-Padrone delle illusioni della vita, si lanciò giovine e
-bello nella vita, sprezzando il mondo, ma facendosene padrone.
-La sua felicità non poteva essere quella felicità
-borghese che si pasce di un <i>lesso</i> periodico, d'un buon
-scaldaletto per l'inverno, d'una lampada per la notte e
-di pantofole nuove ogni trimestre. No, egli non si impadronì
-dell'esistenza come una scimia che afferra una
-noce, e senza trastullarsi a lungo, spogliò saggiamente i
-volgari involucri del frutto per gustarne la polpa saporita.
-</p>
-
-<p>
-La poesia ed i sublimi trasporti della passione umana
-non gli vennero più tra i piedi. Non commise l'errore di
-quegli uomini potenti i quali, imaginando talvolta che le
-piccole anime credano alle grandi, si avvisano di scambiare
-gli alti pensieri dell'avvenire colla moneta spicciola
-delle nostre idee vitalizie. Egli ben poteva come essi
-camminare i piedi sulla terra, la testa nei cieli; ma amava
-meglio stare seduto ed asciugare col suoi baci più di un
-labbro di donna tenera, fresca e profumata; giacchè simile
-alla morte, dove passava divorava tutto senza pudore,
-volendo un amore di possesso, un amore orientale
-dai piaceri lunghi e focili. Non amando nelle donne che
-<i>la donna</i>, si fece dell'ironia un abito naturale all'anima
-sua. Quando le sue amanti si servivano di un letto per
-salire al cielo, ove andavano a perdersi in un'estasi delirante,
-Don Giovanni ve le seguiva, grave, espansivo,
-sincero quanto può esserlo uno studente tedesco. Ma diceva
-io, quando la sua innamorata, folle, smarrita, diceva
-<i>noi</i>! Sapeva mirabilmente lasciarsi trascinare da una
-<span class="pagenum" id="Page_56">[56]</span>
-donna. Era sempre abbastanza forte per lasciarle credere
-che tremava come un giovine collegiale che in un ballo
-dice alla sua prima ballerina: «Amate la danza?» Ma
-sapeva anche ruggire a proposito, sfoderare la potente
-sua spada e sfracellare i commendatori. V'era dello
-scherno nella sua semplicità e del riso nelle sue lagrime,
-giacchè sapeva piangere come una donna quando dice
-a suo marito: «Regalami carrozza e cavalli, o muojo tisica.»
-Pei negozianti il mondo è una balla o una massa
-di biglietti in circolazione; per la maggior parte dei giovani
-è una donna; per alcune donne è un uomo; per
-certi individui è un salone, una consorteria, un quartiere,
-una città; per Don Giovanni l'universo era lui. Modello
-di grazia e di nobiltà, d'uno spirito seducente, attaccò la
-sua barca a tutte le rive; ma facendosi condurre non
-andava che dove voleva essere condotto. Più visse, più
-dubitò. Esaminando gli uomini indovinò spesso che il coraggio
-era temerità; la prudenza poltroneria; la generosità
-astuzia; la giustizia un delitto; la delicatezza una
-ingenuità; la probità un'organizzazione; e per una fatalità
-singolare si accorse che le persone veramente probe,
-delicate, giuste, generose, prudenti e coraggiose, non
-godevano presso gli uomini considerazione di sorta. Che
-gelido scherzo! si disse. Non viene da un Dio. Ed allora,
-rinunciando ad un mondo migliore, non si levò mai
-il cappello udendo pronunciare un nome e considerò i
-santi di pietra nelle chiese come opere d'arte. In tal modo,
-comprendendo il meccanismo delle società umane, non
-urtava mai troppo i pregiudizii, perchè non era tanto
-potente come il carnefice; ma maneggiava le leggi sociali
-con quella grazia e quello spirito così ben resi nella
-scena con Monsieur Dimanche. Fu infatti il tipo del Don
-Giovanni di Molière, del Faust di Goethe, del Manfredo
-di Byron o del Melmoth di Maturin. Grandi imagini tracciate
-dai più grandi genii d'Europa, ed ai quali non mancarono
-gli accordi di Mozart come forse la lira di Rossini.
-Imagini terribili che il principio del male, esistente
-nell'uomo, fa eterne, e delle quali di secolo in secolo si
-ritrovano alcuni esemplari; sia che questo tipo entri a
-trattare cogli uomini incarnandosi in Mirabeau, sia che
-si accontenti di agire in silenzio come Bonaparte, o di
-conglobare l'universo in un'ironia come il divino Rabelais;
-oppure anco sia che rida degli esseri invece di insultare
-<span class="pagenum" id="Page_57">[57]</span>
-le cose, come il maresciallo di Richelieu; e meglio
-ancora, sia che si burli degli uomini e delle cose
-come il più celebre dei nostri ambasciatori. Ma il genio
-profondo di Don Giovanni Belvidero riassunse, in anticipazione,
-tutti questi genii. Si burlò di tutto. La sua vita
-era uno scherno che comprendeva uomini, cose, instituzioni,
-idee. Quanto all'eternità, aveva chiacchierato famigliarmente
-una mezz'ora col papa Giulio II ed alla fine della
-conversazione gli disse ridendo: — Se bisogna assolutamente
-scegliere, amo meglio credere a Dio che al diavolo;
-la potenza unita alla bontà offre sempre più risorse
-che il genio del male. — Sì un Dio, vuole che si faccia
-penitenza in questo mondo... — Voi dunque pensate
-sempre alle vostre indulgenze? rispose Belvidero. Ebbene!
-per pentirmi dei falli della prima mia vita, ho in
-riserva tutta un'esistenza. — Ah! se intendi così la vecchiaja,
-esclamò il papa, arrischii di essere canonizzato. — Dopo
-il vostro inalzamento al soglio pontificio si può
-credere qualunque cosa.
-</p>
-
-<p>
-E se ne andarono a vedere gli operaj occupati a costruire
-l'immensa basilica consacrata a san Pietro. — San
-Pietro è l'uomo di genio che ci ha costituito il nostro
-doppio potere, disse il papa a Don Giovanni, e merita
-questo monumento. Ma alle volte, di notte, penso che un
-diluvio passerà la spugna su di ciò e bisognerà ricominciare...
-</p>
-
-<p>
-Don Giovanni ed il papa si misero a ridere: si erano
-intesi. Uno sciocco sarebbe andato il giorno dopo a divertirsi
-con Giulio II da Raffaello, o nella deliziosa villa
-Madama; ma Belvidero andò a vederlo officiare pontificalmente
-per convincersi dei suoi dubbii. In un'orgia La Rovere
-avrebbe potuto smentirsi e commentare l'Apocalisse.
-</p>
-
-<p>
-Ad ogni modo questa leggenda non fu intrapresa per
-fornire materiali a quelli che volessero scrivere delle memorie
-sulla vita di Don Giovanni; è destinata a provare
-agli uomini onesti che Belvidero non è morto nel suo
-duello con una pietra, come vogliono far credere alcuni
-litografi. Allorchè Don Giovanni Belvidero raggiunse
-l'età di 60 anni, venne a stabilirsi in Ispagna.
-</p>
-
-<p>
-Là, nella sua tarda età, sposò una bella ed incantevole
-andalusa. Ma, per calcolo, non fu nè buon padre,
-nè buon marito. Aveva osservato che non siamo mai
-amati teneramente se non dalle donne delle quali non ci
-<span class="pagenum" id="Page_58">[58]</span>
-curiamo più che tanto. Dona Elvira, santamente allevata
-da una vecchia zia nel fondo dell'Andalusia, in un castello
-a poche leghe da San Lucar, era tutta abnegazione
-e grazia. Don Giovanni indovinò che quella giovinetta
-sarebbe donna da combattere lungamente una passione
-prima di cedervi; sperò quindi poterla conservare virtuosa
-fino alla sua morte. Fu uno scherzo serio, una partita a
-scacchi che voleva riservarsi di giuocare negli ultimi
-suoi giorni. Forte di tutti gli errori commessi da suo
-padre Bartolomeo, Don Giovanni risolse di far servire le
-minime azioni della sua vecchiaja alla riescita del dramma
-che doveva compiersi al suo letto di morte. Quindi la
-maggior parte delle sue ricchezze restò sepolta nelle cantine
-del suo palazzo a Ferrara, ove andava di raro. Quanto
-all'altra metà della sua sostanza, fu collocata a vitalizio,
-per interessare alla durata della sua vita la moglie ed i
-figli, specie di astuzia che suo padre avrebbe dovuto usare;
-ma questa speculazione machiavellica non gli fu molto
-necessaria. Il giovine Filippo Belvidero suo figlio divenne
-uno spagnuolo così conscienziosamente religioso quanto
-suo padre era empio, in virtù forse del proverbio: <i>a padre
-avaro figliuol prodigo</i>. L'abate di San Lucar fu scelto
-da Don Giovanni per dirigere le conscienze della duchessa
-di Belvidero e di Filippo. Questo ecclesiastico era un
-sant'uomo, bello della persona, mirabilmente proporzionato,
-che aveva dei begli occhi neri, una testa alla Tiberio,
-logorata dai digiuni, bianca di macerazioni, e giornalmente
-tentato come lo sono tutti i solitarii. Il vecchio
-signore sperava forse di potere uccidere anche un frate
-prima di fluire la prima locazione della sua vita. Ma sia
-che l'abate fosse abbastanza forte quanto poteva esserlo
-lo stesso Don Giovanni, sia che Dona Elvira avesse
-più prudenza o virtù che la Spagna non accordi alle
-donne, Don Giovanni fu costretto a passare i suoi ultimi
-giorni come un vecchio curato di campagna senza scandali
-in casa. Alle volte si divertiva a trovare il figlio o la
-moglie in fallo nei doveri di religione, e voleva imperiosamente
-che eseguissero tutte le obbligazioni imposte ai
-fedeli della corte di Roma. Finalmente non era mai tanto
-felice come quando udiva il galante abate di San Lucar,
-Dona Elvira e Filippo occupati a discutere un caso di
-conscienza.
-</p>
-
-<p>
-Intanto, ad onta delle cure prodigiose che il signor
-<span class="pagenum" id="Page_59">[59]</span>
-Don Giovanni Belvidero metteva per la propria conservazione,
-i giorni della decrepitezza arrivarono; con quell'età
-dolorosa vennero gli strilli dell'impotenza, strilli
-tanto più strazianti, quanto più ricchi erano i ricordi
-della sua bollente giovinezza, e della sua voluttuosa maturità.
-Quest'uomo in cui l'ultimo grado dell'ironia era
-di impegnare gli altri a credere alle leggi ed ai principii
-dei quali egli si burlava, si addormentava la sera su
-un <i>forse</i>! Questo modello di buon genere, questo duca,
-vigoroso in un'orgia, superbo alle corti, grazioso colle
-donne, i cui cuori erano stati da lui torti come un villano
-torce un laccio di vimini, quest'uomo di genio aveva un
-catarro ostinato, una sciatica importuna, una gotta brutale.
-Vedeva che i suoi denti l'abbandonavano, come alla
-fine di una serata, le dame più bianche, le meglio abbigliate
-se ne vanno ad una ad una lasciando la sala deserta
-e smobiliata. Finalmente le ardite sue mani tremarono,
-le sue svelte gambe vacillarono, ed alla sera l'apoplessia
-gli serrò il collo colle sue mani adunche e
-glaciali. Da quel giorno fatale divenne torbido e duro.
-Accusava la devozione di suo figlio e di sua moglie, pretendendo
-a volte che non gli prodigassero le loro cure
-toccanti e delicate colla voluta tenerezza se non perchè
-aveva fatto vitalizio di tutta la sua sostanza. Elvira e Filippo
-versavano allora lagrime amare e raddoppiavano le
-carezze al malizioso vecchio la cui voce arrocata si faceva
-affettuosa per dir loro: — Amici miei, mia cara moglie,
-mi perdonate, non è vero? Io vi tormento un poco.
-Ahimè! Gran Dio! come si servì di me per provare queste
-due creature celesti! Io, che dovrei essere la loro
-gioja, sono il loro flagello. — Così li incatenò ai piedi
-del suo letto, facendo loro dimenticare dei mesi intieri
-di impazienza e di crudeltà con un'ora in cui per essi
-spiegava i tesori sempre nuovi della sua grazia e di una
-falsa tenerezza. Sistema paterno che gli riescì infinitamente
-meglio di quello che suo padre aveva usato con
-lui. Finalmente arrivò a tal grado di malattia che per
-metterlo a letto bisognava manovrarlo come una feluca
-che entra in un canale pericoloso. Poi il giorno della
-morte arrivò. Questo brillante e scettico personaggio, la
-cui Intelligenza sopraviveva sola alla più terribile delle
-distruzioni, vide entrare un medico ed un confessore, le
-sue due antipatie. Ma con essi fu gioviale. Non aveva per
-<span class="pagenum" id="Page_60">[60]</span>
-sè un lume scintillante dietro il velo dell'avvenire? Su
-questa tela, di piombo per gli altri, diafana per lui, le
-leggiere, incantevoli delizie della gioventù scherzavano
-come ombre.
-</p>
-
-<p>
-Fu in una bella sera d'estate che Don Giovanni sentì
-l'avvicinarsi della morte. Il cielo di Spagna era d'un'ammirabile
-purezza, gli aranceti profumavano l'aria, le stelle
-distillavano luci vive e fresche, la natura sembrava dargli
-dei pegni sicuri della sua risurrezione; un figlio pietoso
-ed obbediente lo contemplava con amore e rispetto. Verso
-le undici volle restar solo con quell'essere candido. — Filippo,
-gli disse con una voce così tenera e così affettuosa
-che il giovane trasalì e pianse di gioja. Mai quel
-padre inflessibile aveva pronunciato; Filippo, in tal modo. — Ascoltami,
-figlio mio, continuò il moribondo. Io sono
-un gran peccatore. Quindi, durante tutta la mia vita ho
-pensato alla mia morte. Fui già l'amico del gran pontefice
-Giulio II. Quell'illustre pontefice temette che l'eccessiva
-irritazione dei miei sensi non mi facesse commettere
-qualche peccato mortale nell'intervallo in cui avessi a
-morire e quello in cui avessi ricevuto l'estrema unzione;
-mi regalò una fiala nella quale esiste l'acqua santa già
-tempo scaturita dalla roccia nel deserto. Ho conservato
-il segreto su questa dilapidazione del tesoro della chiesa,
-ma sono autorizzato a rivelare questo mistero a mio figlio
-<i>in articulo mortis</i>. Troverete la fiala nel cassetto di
-questa tavola gotica che non ha mai abbandonato il capezzale
-del mio letto... Il prezioso cristallo potrà servirvi
-ancora, mio amato Filippo. Giuratemi, per la vostra salute
-eterna, di eseguire puntualmente i miei ordini.
-</p>
-
-<p>
-Filippo guardò suo padre. Don Giovanni era troppo al
-fatto dei sentimenti umani per non morire in pace sulla
-fede di un tal sguardo. — Tu meritavi un altro padre,
-aggiunse Don Giovanni. Oso confessarti che nel momento
-in cui il rispettabile abate di San Lucar mi amministrava
-il viatico, io pensava all'incompatibilità di due potenze
-così grandi come il diavolo e Dio... — Oh! padre mio! — E
-riflettevo che quando Satana farà pace, dovrà, se non
-vuol essere un gran miserabile, stipulare il perdono dei
-suoi aderenti. Questo pensiero mi perseguita. Andrai
-dunque all'inferno se tu, mio figlio, non adempi la mia
-volontà — Ditemela subito, papà. — Appena avrò chiusi
-gli occhi, continuò Don Giovanni dopo alcuni minuti,
-<span class="pagenum" id="Page_61">[61]</span>
-prenderai il mio cadavere, ancora caldo, e lo stenderai
-su una tavola in mezzo a questa stanza. Poi spegnerai
-questa lampada; deve bastare la luce delle stelle. Mi spoglierai
-dei miei abiti; e mentre tu reciterai dei <i>pater</i> e
-degii <i>ave</i> sollevando l'anima a Dio, avrai cura di umettare
-con quest'acqua santa i miei occhi, le mie labbra,
-tutta la testa per prima, poi successivamente le membra
-del corpo; ma, caro figlio mio, la potenza di Dio è così
-grande che non dovrai stupirti di nulla!
-</p>
-
-<p>
-Allora Don Giovanni, che sentiva avvicinarsi la morte,
-aggiunse con voce terribile: — Tieni ben franca la fiala.
-Poi spirò dolcemente nelle braccia d'un figlio le cui lagrime
-abbondanti caddero sulla sua faccia ironica e smorta.
-</p>
-
-<p>
-Era circa la mezzanotte quando Don Filippo Belvidero
-collocò il cadavere di suo padre sulla tavola. Dopo
-averne baciata la fronte minacciosa e i capelli grigi,
-spense la lampada. Il lume dolce prodotto dal chiaro di
-luna, i cui riflessi bizzarri illuminavano la campagna, permisero
-a Filippo di intravedere indistintamente il cadavere
-di suo padre come qualche cosa di bianco in mezzo
-all'ombra. Il giovine imbibì del liquore un pannolino, ed
-assorto nella preghiera unse fedelmente quella testa sacra
-in mezzo ad un profondo silenzio. Intendeva, è vero,
-dei fremiti indefinibili, ma li attribuiva agli scherzi del
-venticello fra le cime degli alberi. Quando ebbe bagnato
-il braccio destro, si sentì stringere fortemente il collo da
-un braccio giovane e vigoroso, il braccio di suo padre!
-Gettò un grido straziante e lasciò cadere la fiala che si
-spezzò. Il liquore svaporò. La gente del castello accorse,
-munita di torcie. Quel grido li aveva spaventati e sorpresi,
-come se la tromba del giudizio universale avesse
-scosso l'universo. In un momento la camera fu piena di
-gente. La folla tremante vide Don Filippo svenuto, ma
-tenuto fermo dal braccio potente di suo padre che gli
-serrava il collo. Poi, cosa sopranaturale, gli astanti videro
-la testa di Don Giovanni, giovane e bella come
-quella dell'Antinoo; una testa dai capelli neri, dagli occhi
-brillanti, dalla bocca vermiglia che si agitava spaventevolmente
-senza poter muovere lo scheletro cui apparteneva.
-Un vecchio servo gridò: — Miracolo! E tutti
-gli spagnuoli ripeterono: Miracolo! Troppo pia per ammettere
-i misteri della magia, Dona Elvira mandò a cercare
-l'abate di San Lucar. Allorchè il priore vide il miracolo
-<span class="pagenum" id="Page_62">[62]</span>
-cogli occhi proprii, risolse di approfittarne da uomo
-di spirito e da abate che meglio non domandava di un
-aumento delle sue rendite. Dichiarando tosto che il signor
-Don Giovanni sarebbe infallibilmente canonizzato,
-decretò la cerimonia dell'apoteosi nel suo convento, che
-d'allora in poi, disse, si chiamerebbe San-Juan-de-Lucar.
-A quelle parole la testa fece un smorfia abbastanza comica.
-</p>
-
-<p>
-Il gusto degli Spagnuoli per siffatte solennità è così
-noto, che non deve essere difficile credere alle baldorie
-religiose colle quali l'abate di San Lucar celebrò la traslazione
-del <i>beato Don Juan Belvidero</i> nella sua chiesa.
-Alcuni giorni dopo la morte di quell'illustre signore, il
-miracolo della sua imperfetta risurrezione si era subitaneamente
-narrata di villaggio in villaggio in un raggio
-di oltre cinquanta leghe attorno a San Lucar, ed era già
-uno spettacolo vedere i curiosi per le strade; essi vennero
-da tutte le parti, ingolositi da un <i>Te Deum</i> cantato
-al chiarore delle fiaccole. L'antica moschea del convento
-di San Lucar, meraviglioso edifizio inalzato dai Mori e
-le cui volte udivano da tre secoli il nome di Gesù Cristo
-sostituito a quello di Allah, non potè contenere la folla
-accorsa a vedere la cerimonia. Stipati come formiche,
-gli hidalgos in mantello di velluto, armati delle loro
-buone spade, stavano in piedi attorno ai pilastri senza
-trovar posto da piegare le ginocchia, le quali non si piegavano
-che là. Incantevoli paesane, i cui corsetti disegnavano
-le vaghe forme, davano il braccio a vecchi coi
-capelli bianchi. Giovani dagli occhi di fuoco si trovavano
-a fianco di vecchie signore in gala. Poi erano coppie ansimanti
-di gioja, fidanzate curiose condotte dai loro innamorati;
-sposi recenti; fanciulli timidi condotti a mano.
-Tutta gente ricca di colori, brillante di contrasti, carica
-di fiori, smaltata, che faceva un grazioso tumulto nel silenzio
-della notte. Le ampie porte della chiesa si aprirono.
-Quelli che, venuti troppo tardi, restarono di fuori, vedevano
-di lontano attraverso le porte aperte una scena di
-cui le decorazioni vaporose delle nostre opere moderne
-non saprebbero dare una debole idea. Devote e peccatori,
-premurose di guadagnarsi le buone grazie di un nuovo
-santo, accesero in suo onore migliaia di ceri in quella
-vasta chiesa, lumi interessati che davano un magico
-aspetto al monumento. Le nere arcate, le colonne e i loro
-capitelli, le cappelle profonde e brillanti d'oro e d'argento,
-<span class="pagenum" id="Page_63">[63]</span>
-le gallerie, i rabeschi saraceni, i tratti più delicati di
-quella scultura gentile, si disegnavano in quella luce sovrabbondante
-come le figure capricciose che si formano
-in un braciere ardente. Era un oceano di fuochi, dominato
-nel fondo della chiesa dal coro dorato ove sorgeva
-l'altar maggiore, la cui pompa avrebbe rivaleggiato con
-quella del sole nascente.
-</p>
-
-<p>
-Infatti lo splendore delle lampade d'oro, dei candelabri
-d'argento, delle bandiere, dei pennoni, dei santi e degli
-<i>ex voto</i> impallidiva davanti alla cassa in cui si trovava
-Don Giovanni. Il corpo dell'empio scintillava di pietre
-preziose, fiori, cristalli, diamanti, oro, piume bianche come
-le ali di un serafino, e sostituiva sull'altare un quadro di
-Cristo. Intorno a lui brillavano numerosi ceri che lanciavano
-nell'aria onde di fuoco. Il buon abate di San Lucar,
-parato cogli abiti pontificali, colla mitra tempestata di
-pietre preziose, il rocchetto, il pastorale d'oro, sedeva re
-del coro, sopra una poltrona di un lusso imperiale, nel
-mezzo di tutto il suo clero, composto d'impassibili vecchi
-dai capelli d'argento, vestiti di fini camici e che lo
-circondavano, simili ai santi confessori che i pittori aggruppano
-intorno al Padre Eterno. Il gran cantore ed i
-dignitarii del capitolo, decorati delle brillanti insegne
-della loro vanità ecclesiastica, andavano e venivano in
-mezzo alle nubi d'incenso, simili agli astri che circolano
-sul firmamento. Quando giunse l'ora del trionfo, le campane
-destarono gli echi delle campagne, e quell'immensa
-assemblea lanciò verso Dio il primo grido delle lodi col
-quale comincia il <i>Te Deum</i>, grido sublimo! Erano voci
-pure e leggiere, voci di donne in estasi, miste alle voci
-gravi e forti degli uomini, migliaja di voci così potenti,
-che l'organo non ne dominò l'assieme ad onta dei muggiti
-delle sue canne. Soltanto le note acute, giovanili,
-dei ragazzi del coro, e le lunghe note di alcuni bassi,
-suscitarono delle idee graziose, dipinsero l'infanzia e la
-forza, in quell'incantevole concerto di voci umane confuse
-in un sentimento d'amore. — <i>Te Deum laudamus!</i>
-</p>
-
-<p>
-Dal seno di quella cattedrale gremita di donne ed uomini
-inginocchiati, il canto uscì simile ad una luce che scintilla
-d'un tratto nella notte, ed il silenzio fu rotto come
-da un colpo di tuono. Le voci si sollevarono colle nubi
-d'incenso che gettavano veli diafani ed azzurrognoli sulle
-fantastiche meraviglie dell'architettura. Tutto era ricchezza,
-<span class="pagenum" id="Page_64">[64]</span>
-profumo, luce, melodia. Nel punto in cui quella
-musica d'amore e di riconoscenza si lanciò verso l'altare,
-Don Giovanni, troppo galante per non ringraziare, troppo
-spiritoso per non capire la burla, rispose con un riso
-terribile e si compose con dignità nella sua cassa. Ma il
-diavolo avendo richiamato alla sua mente l'eventualità
-che correva di essere preso per un uomo ordinario, un
-santo, un Bonifacio, un Pantaleone, turbò quella melodia
-d'amore con un urlo al quale si unirono le mille voci
-dell'inferno. La terra benediva, il cielo malediva. La
-chiesa ne tremò sulle antiche fondamenta. — <i>Te Deum
-laudamus!</i> diceva l'assemblea. — Andate a tutti i diavoli,
-bestioni che siete! Dio, Dio! <i>Carajos demonios</i>, animali,
-quanto siete stupidi col vostro decrepito Dio!
-</p>
-
-<p>
-E un torrente d'imprecazioni si sprigionò come un torrente
-di lave ardenti in una eruzione del Vesuvio. — <i>Deus
-Sabaoth, Sabaoth!</i> gridarono i cristiani. — Voi insultate
-la maestà dell'inferno, rispose Don Giovanni, la cui
-bocca digrignava i denti.
-</p>
-
-<p>
-Poco dopo il braccio vivo potè passare al di sopra della
-cassa e minacciò l'assemblea con gesti pieni di disperazione
-ed ironia. — Il Santo ci benedisce, dissero le vecchie,
-i fanciulli ed i fidanzati, gente credula.
-</p>
-
-<p>
-Ecco come spesso siamo delusi nelle nostre adorazioni.
-L'uomo superiore si burla di quelli che lo complimentano,
-e complimenta qualche volta quelli dei quali si burla in
-fondo al cuore.
-</p>
-
-<p>
-Nel momento in cui l'abate, prosternato davanti all'altare,
-cantava: — <i>Sancte Johannes ora pro nobis!</i> udì abbastanza
-distintamente: — O minchione! — Che cosa succede
-lassù? gridò il sottopriore vedendo moversi la cassa. — Il
-santo fa il diavolo, rispose l'abate.
-</p>
-
-<p>
-Allora quella testa viva si staccò violentemente dal
-corpo che non viveva più e cadde sul cranio giallo del
-celebrante. — Ricordati di donna Elvira, gridò la testa
-divorando quella dell'abate.
-</p>
-
-<p>
-Quest'ultimo gettò un grido orrendo che turbò la cerimonia.
-Tutti i preti accorsero e circondarono il loro
-sovrano. — Imbecille, di' dunque che vi è un Dio! gridò
-la voce nel momento in cui l'abate, morsicato nel cervello,
-spirava.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_67">[67]</span>
-</p>
-
-<h2 id="borsa">LA BORSA</h2>
-</div>
-
-<p>
-Per le anime facili alle espansioni vi è un'ora deliziosa
-che giunge al momento in cui la notte non è fatta ed il
-giorno se n'è ito. La luce crepuscolare getta allora le
-sue molli tinte od i suoi riflessi bizzarri su tutti gli oggetti
-e favorisce una fantasticheria che si sposa vagamente
-agli effetti di luce ed ombra. Il silenzio che regna
-quasi sempre in quel momento lo rende specialmente
-caro agli artisti che si raccolgono, si piantano ad alcuni
-passi dai loro lavori cui non possono più attendere, e li
-giudicano inebriandosi dei soggetto il cui intimo significato
-si appalesa allora alla seconda vista del genio. Favoriti
-dal chiaroscuro i ripieghi materiali dell'arte per
-far credere alla realtà scompajono completamente. Se
-si tratta di un quadro, le persone che rappresenta, pare
-camminino e parlino: l'ombra si fa ombra, il giorno è
-giorno, la carne è viva, gli occhi si muovono, il sangue
-scorre per le vene, le stoffe hanno dei fruscii. L'imaginazione
-viene in ajuto della naturalezza d'ogni particolare,
-e non si vedono più che le bellezze dell'opera. A
-quell'ora l'illusione regna dispotica; forse sorge colla
-notte; l'illusione non è per il pensiero una specie di
-notte che noi popoliamo di sogni?
-</p>
-
-<p>
-L'illusione spiega allora le sue ali, trascina l'anima nel
-mondo delle fantasie, mondo fertile di voluttuosi capricci,
-in cui l'artista dimentica il mondo positivo, la vigilia,
-il domani, l'avvenire, tutto, perfino le sue miserie,
-<span class="pagenum" id="Page_68">[68]</span>
-le buone come le cattive. In quell'ora magica un giovine
-pittore, uomo di talento, e che nell'arte non vedeva che
-l'arte, era salito sulla scala addoppiata che gli serviva a
-dipingere una tela grande, alta, pressochè finita. Là, criticandosi,
-ammirandosi in buona fede, abbandonandosi al
-corso dei suoi pensieri, si ingolfava in una di quelle meditazioni
-che rapiscono l'anima e la fanno più grande, accarezzandola
-e consolandola. Certo la sua fantasticheria durò
-a lungo. La notte sopraggiunse. Sia ch'egli volesse discendere
-dalla scala, sia che avesse fatto un movimento imprudente
-credendosi sul tavolato, il fatto non gli permise un
-esatto ricordo del suo accidente, cadde, battè la testa sopra
-uno sgabello, restò privo di sensi e senza moto per
-un lasso di un tempo la cui durata non potè conoscere.
-Una voce soave lo destò dalla specie di assopimento in
-cui era immerso. Allorchè schiuse gli occhi, prontamente
-li richiuse sotto l'impressione di una viva luce; ma attraverso
-il velo che avviluppava i suoi sensi udì il bisbiglio
-di due donne e sentì la testa riposare fra due giovani,
-timide mani Riprese in breve i sensi ed alla luce
-di una di quelle lampade antiche, che diconsi <i>a doppia
-corrente d'aria</i>, potè scorgere la più deliziosa testa di
-giovinetta che mai avesse veduto, una di quelle teste che
-passano ben spesso per un capriccio del pennello, ma
-che tutto ad un tratto realizzò per lui le teorie di quel
-bello ideale che ogni artista si crea e dal quale ha origine
-il suo talento. Il volto della sconosciuta apparteneva,
-per così dire, al tipo tino e delicato della scuola di
-Proudhon, e possedeva pure quella poesia che Girodet
-dava alle sue figure fantastiche. La freschezza, delle
-tempie, la regolarità delle sopraciglia, la purezza delle
-linee, la verginità fortemente scolpita in tutti i tratti di
-quella fisionomia facevano della fanciulla una creazione
-perfetta. La taglia era svelta e sottile, le forme delicate.
-I suoi abiti, benchè semplici e puliti, non annunziavano
-nè ricchezza nè miseria. Ritornando in sè il pittore espresse
-la sua ammirazione con uno sguardo di sorpresa e balbettò
-confusi ringraziamenti.
-</p>
-
-<p>
-Trovò che la sua fronte era stata stretta con un fazzoletto,
-e ad onta dell'odore particolare agli studi di pittore,
-riconobbe l'acre sentore dell'etere, senza dubbio adoperato
-per farlo riavere dallo svenimento. Poi finì per
-vedere una vecchia che rassomigliava alle marchese dell'antico
-<span class="pagenum" id="Page_69">[69]</span>
-regime, e che teneva la lampada dando dei consigli
-alla giovine sconosciuta.
-</p>
-
-<p>
-— Signore, rispose la giovinetta ad una delle domande
-fattele dal pittore in quel momento in cui era tuttora
-nella confusione di idee prodotte dalia caduta, mia madre
-ed io abbiamo udito il rumore del vostro corpo sul
-pavimento, ci parve di udire un gemito. Il silenzio susseguito
-alla caduta ci ha spaventate e ci siamo affrettate
-a salire. Trovando la chiave alla porta ci siamo per buona
-sorte permesso d'entrare, e vi abbiamo visto steso a terra
-senza movimento. Mia madre andò a cercare quanto occorreva
-per fare una compressa e rianimarvi. Voi siete
-ferito alla fronte, là, ve ne accorgete?
-</p>
-
-<p>
-— Adesso sì, egli disse.
-</p>
-
-<p>
-— Oh non sarà nulla, osservò la vecchia. La vostra
-testa, per buona sorte, è caduta su questo mannichino.
-</p>
-
-<p>
-— Mi sento infinitamente meglio, rispose il pittore, non
-ho più altro bisogno all'infuori d'una carrozza per restituirmi
-a casa. La portinaia andrà a cercarmene una.
-</p>
-
-<p>
-Egli voleva rinnovare i suoi ringraziamenti alle due incognite,
-ma ad ogni frase la vecchia l'interrompeva dicendo: — Domani,
-signore, abbiate cura di applicarvi delle
-sanguisughe, o farvi fare un salasso, bere qualche tazza di
-decotto vulnerario; curatevi, le cadute sono pericolose.
-</p>
-
-<p>
-La giovinetta guardava di soppiatto il pittore ed i quadri
-dello studio. Il suo contegno ed i suoi sguardi erano
-di una perfetta decenza; la sua curiosità rassomigliava
-a distrazione ed i suoi occhi sembravano esprimere quell'interesse
-che le donne prendono, con una spontaneità
-tutta grazia, ad ogni nostra sfortuna. Le due sconosciute
-alla presenza del pittore sofferente sembravano dimenticare
-le opere sue. Allorchè egli le ebbe tranquillate sul
-proprio conto, uscirono esaminandole con una sollecitudine
-priva ad un tempo di enfasi e di famigliarità, senza
-fargli domande indiscrete nè cercare di inspirargli il desiderio
-di conoscerle. Le loro azioni ebbero l'impronta di
-una natura squisita e del buon gusto. I loro modi nobili
-e semplici produssero dapprima poco effetto sul pittore;
-ma più tardi, quando si risovvenne di tutte le circostanze
-di questo avvenimento, ne fu vivamente colpito. Arrivando
-al piano inferiore a quello in cui si trovava lo studio del
-pittore, la vecchia sclamò con dolcezza: — Adelaide, tu
-hai lasciata aperta la porta.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_70">[70]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Era per venire in mio soccorso, rispose il pittore con
-un sorriso di riconoscenza.
-</p>
-
-<p>
-— Mamma mia, voi siete discesa appena adesso, replicò
-la giovinetta arrossendo.
-</p>
-
-<p>
-— Volete che vi accompagniamo fino abbasso? disse
-la mamma al pittore. La scala è scura.
-</p>
-
-<p>
-— Grazie, signora, mi sento molto meglio.
-</p>
-
-<p>
-— Tenetevi fermo alla sbarra.
-</p>
-
-<p>
-Le due donne restarono sul pianerottolo per far lume
-al giovane ascoltando i suoi passi.
-</p>
-
-<p>
-Per comprendere tutto ciò che questa scena poteva
-avere di curioso e di inatteso per il pittore, è d'uopo aggiungere
-che solo da alcuni giorni egli aveva collocato
-il suo studio negli abbaini di quella casa, nel luogo più
-oscuro e più pantanoso della via Suresne, quasi dirimpetto
-alla chiesa della Maddalena, a due passi dal suo
-appartamento che si trovava in via dei Campi Elisi. La
-celebrità che il suo talento gli aveva acquistata, avendolo
-fatto uno degli artisti più cari alla Francia, cominciava
-a non più sentire le strette del bisogno e godeva,
-a dir suo, delle sue ultime miserie. Invece di andare
-a lavorare in uno di quegli studii situati presso le
-barriere ed il cui modico affitto era altra volta in rapporto
-colla modestia dei suoi guadagni, aveva soddisfatto
-ad un desiderio che si rinnovava tutti i giorni evitando
-una lunga corsa e la perdita di un tempo divenuto per
-lui più prezioso che mai. Nessuno al mondo avrebbe
-inspirato tanto interesse come Ippolito Schinner, se avesse
-acconsentito a farsi conoscere; ma egli non confidava con
-leggierezza i segreti della sua vita. Era l'idolo di una madre
-povera che l'aveva educato a costo delle più grandi
-privazioni. La signorina Schinner, figlia d'un fittabile
-alsaziano, non era mai stata maritata. La sua anima
-tenera era stata crudelmente oltraggiata da un uomo
-ricco che non vantava troppa delicatezza in fatto d'amore.
-Il giorno in cui, ancora ragazza, ed in tutto lo splendore
-della sua bellezza, subì, a spese del suo onore e dei suoi
-ideali, quella disillusione che ci colpisce così lentamente
-e così presto, giacchè crediamo il più tardi possibile al
-male e ci sembra arrivi sempre troppo presto, quel giorno
-fu un secolo di riflessioni, e fu pure il giorno de' pensieri
-religiosi e della rassegnazione. Ella rifiutò l'elemosina
-di colui che l'aveva ingannata, rinunziò al mondo e si
-<span class="pagenum" id="Page_71">[71]</span>
-fece una gloria del suo fallo. Si dedicò tutta all'amore
-materno chiedendogli le sue delizie in compenso dei godimenti
-sociali cui rinunciava. Visse del suo lavoro accumulando
-nel figlio un tesoro. Così, più tardi, un giorno,
-un'ora, la compensò dei lunghi e lenti sacrificii della sua
-indigenza. All'ultima esposizione suo figlio aveva ottenuto
-la croce della legione d'onore. Nei giornali, unanimi in
-favore di un talento sconosciuto, risonavano ancora le
-lodi sincere. Gli artisti stessi riconoscevano Schinner per
-un maestro ed i negozianti coprivano d'oro i suoi quadri.
-</p>
-
-<p>
-A venticinque anni Ippolito Schinner, cui sua madre
-aveva trasmessa l'anima sua di donna, aveva, meglio che
-mai, compresa la sua posizione nel mondo. Volendo rendere
-a sua madre le gioje di cui l'aveva privata la società
-per tanto tempo, viveva per lei, sperando, mercè
-la gloria e la fortuna, di vederla un giorno felice, ricca,
-considerata, attorniata dagli uomini più celebri. Schinner
-aveva quindi scelto i suoi amici fra gli uomini più onorevoli
-e più distinti. Difficile nella scelta delle sue relazioni,
-voleva sempre più inalzare la sua posizione, già
-così elevata per il suo talento. Costringendolo alla solitudine,
-questa madre dei grandi pensieri, il lavoro cui
-si era dedicato nella sua gioventù l'aveva mantenuto
-nelle belle credenze che sono il decoro del primi giorni
-della vita. La sua anima adolescente non sconosceva
-alcuno di quei mille pudori che fanno del giovane un
-essere a sè il cui cuore abbonda di felicità, di poesia,
-di speranze vergini, deboli agli occhi dei disillusi, ma
-profonde perchè semplici. Era stato dotato di quelle maniere
-dolci e gentili che si addicono così bene all'anima
-e seducono anche quelli che non le comprendono. Era
-ben fatto. La sua voce che partiva dal cuore ne palesava
-agli altri i nobili sentimenti, ed attestava nell'accento
-una vera modestia, un certo candore. Chi lo vedeva, si
-sentiva attratto a lui da una di quelle influenze morali
-che i dotti non hanno ancora esaminate a fondo; essi vi
-troverebbero qualche fenomeno di galvanismo, o l'azione
-di non so qual fluido e formulerebbero i nostri sentimenti
-con certe proporzioni di ossigeno e di elettricità.
-Questi particolari faranno forse comprendere alle persone
-ardite per carattere ed agli uomini bene incravattati perchè,
-durante l'assenza del portinaio che aveva mandato
-a cercare una carrozza in fondo alla via della Maddalena,
-<span class="pagenum" id="Page_72">[72]</span>
-Ippolito Schinner non fece alla portinaja interpellanza
-qualsiasi sulle due persone che gli avevano dimostrato
-il loro buon cuore. Ma, quantunque egli rispondesse con
-dei sì e dei no alle domande, naturali in simile circostanza,
-che gli vennero rivolte da questa donna sul suo
-accidente e sull'intervento officioso delle inquiline del
-quarto piano, non potè impedirle di obbedire all'istinto
-dei portinaj: essa gli parlò delle due sconosciute secondo
-gli interessi della sua politica ed i giudizii sotterranei
-della portineria.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! disse, è senza dubbio la signorina Leseigneur
-e sua madre! Sono qui da quattro anni e non sappiamo
-ancora che cosa facciano. La mattina, solo però fino a mezzodì,
-una vecchia servente, mezzo sorda, e che non parla
-più di un muro, viene a far loro i servizii. La sera, due
-o tre vecchi signori, decorati come voi, signore, di cui uno
-ha carrozza e servitori ed al quale si danno da cinquanta
-mila lire circa di rendita, vengono da lei e vi restano
-spesso molto tardi. Sono, del resto, inquilini molto tranquilli,
-come voi, signore. E poi, economi, vivono di nulla.
-Appena arriva una lettera, la pagano. È strano, signore,
-la madre ha un nome diverso della figlia. Ah! quando
-vanno alle Tuileries, la signorina è motto attraente, e non
-esce una volta senza essere inseguita da giovinotti ai
-quali chiude la porta in faccia, e fa bene. Il padrone di
-casa non permetterebbe.
-</p>
-
-<p>
-La carrozza era arrivata. Ippolito non volle saperne di
-più e tornò a casa sua. Sua madre, cui raccontò la sua
-avventura, tornò a medicargli la ferita e non gli permise
-di tornare il dì dopo allo studio. Sentito un medico, vennero
-date diverse prescrizioni ed Ippolito restò in casa per
-tre giorni. Durante questa reclusione la sua imaginazione
-disoccupata gli ricordò con vivacità, e quasi a frammenti,
-i particolari della scena che aveva avuto sotto gli occhi
-dopo il suo svenimento. Il profilo della giovinetta si delineava
-nettamente sulle tenebre della sua visione interna:
-rivedeva il volto appassito della madre e sentiva
-ancora lo mani di Adelaide; ricordava un gesto, che a
-primo tratto l'aveva poco colpito, ma le cui grazie squisite
-erano messe in rilievo dal ricordo; poi venne un momento
-in cui i suoni d'una voce melodiosa abbellita a distanza
-dalla memoria, si ripresentarono d'un tratto, come oggetti
-che dal fondo dell'acqua emergono alla superficie.
-<span class="pagenum" id="Page_73">[73]</span>
-Così, il giorno in cui gli fu permesso di riprendere i suoi
-lavori, tornò per tempo al suo studio; ma la visita, che
-aveva incontestabilmente il diritto di fare alle sue vicine;
-era la vera causa della sua premura; dimenticava
-già i suoi quadri incominciati.
-</p>
-
-<p>
-Nel momento in cui una passione rompe i suoi ritegni,
-si trovano del piaceri inesplicabili che comprendono
-quelli che hanno amato. Così alcuni comprenderanno
-perchè ii pittore salì lentamente gli scalini del quarto
-piano, ed avranno la chiave del segreto delle pulsazioni
-che si succedettero nel suo cuore al momento in cui vide
-la porta bruna del modesto appartamento abitato dalla
-signorina Leseigneur. Quella ragazza che non portava
-il nome di sua madre aveva destate mille simpatie nel
-giovine pittore; voleva vedere fra loro certe analogie di
-posizione e le regalava le sventure della sua origine. Lavorando,
-Ippolito si lasciò andare colla massima compiacenza
-a pensieri d'amore, e, per uno scopo che non
-sapeva bene spiegarsi, fece molto strepito per obbligare
-le due dame ad occuparsi di lui come egli si occupava
-di loro. Si trattenne fino tardi nello studio, vi pranzò;
-indi verso le sette discese dalle sue vicine.
-</p>
-
-<p>
-Nessun pittore di costumi ha osato iniziarci, forse per
-pudore, ai secreti veramente curiosi di certe esistenze
-parigine, ai misteri di quelle abitazioni d'onde escono toelette
-così fresche e così eleganti, donne brillanti che, ricche
-in apparenza, lasciano in casa vedere dappertutto i
-segni di una fortuna equivoca. Se la pittura è qui disegnata
-con troppa franchezza, se vi trovate delle lungaggini,
-non ne accusate la descrizione che forma, per così
-dire, corpo colla storia; giacchè l'aspetto dell'appartamento
-abitato dalle due vicine ebbe una grande influenza
-sui sentimenti e sulle speranze di Ippolito Schinner.
-</p>
-
-<p>
-La casa apparteneva ad uno di quei proprietarii in cui
-è insito un orrore profondo per le riparazioni e gli abbellimenti,
-uno di quegli uomini che considerano la loro posizione
-di proprietario parigino come uno stato. Nella
-gran catena delle specie morali questa gente tiene il
-mezzo fra l'avaro e l'usurajo. Ottimisti per calcolo, sono
-fedeli allo <i>statu quo</i> dell'Austria. Se parlate di smuovere
-un infisso od una porta, di praticare la più necessaria
-delle innovazioni, i loro occhi brillano, la loro bile si
-commuove, si impennano come cavalli spaventati.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_74">[74]</span>
-</p>
-
-<p>
-Quando il vento ha rovesciato qualche comignolo dei
-loro camini, sono ammalati e si privano di una serata al
-<i>Ginnasio</i> od alla <i>Porta San Martino</i>, a motivo delle riparazioni.
-Ippolito, che a proposito di certi abbellimenti da
-praticare nel suo studio aveva avuto gratis la rappresentazione
-di una scena comica col signor Molineux, non si
-meravigliò delle intonazioni nere ed untuose, delle tinte
-oliacee, delle macchie ed altri accessorii abbastanza disgustosi
-che decoravano le stanze. Quelle stigmate di
-miseria non sono del resto senza poesia agli occhi di un
-artista.
-</p>
-
-<p>
-La signorina Leseigneur venne ella stessa ad aprire la
-porta. Vedendo il giovine pittore, lo salutò; poi, nello
-stesso tempo, con quella destrezza parigina e con quella
-presenza di spirito che è un dono della fierezza, si rivolse
-per chiudere la porta di una tramezza a vetri attraverso
-la quale Ippolito avrebbe potuto vedere alcune biancherie
-stese sopra corde al di sopra di fornelli economici,
-un vecchio letto di cinghie, la bragia, il carbone, i ferri
-da stirare, la fontana filtrante, il vasellame e tutti gli
-utensili necessarii all'economia domestica di una casa ristretta.
-Alcune cortine di mussolina abbastanza pulite nascondevano
-questo <i>cafarnao</i>, parola d'uso per designare
-famigliarmente questa specie di laboratorio, del resto
-male illuminato dalla scarsa luce presa a prestito da una
-corte vicina. Col rapido colpo d'occhio degli artisti, Ippolito
-vide la destinazione, i mobili, l'assieme e lo stato
-di questa prima camera divisa in due. La parte rispettabile,
-che serviva contemporaneamente d'anticamera e di
-sala da pranzo, era coperta da una vecchia tappezzeria
-color aurora ad orli vellutati, senza dubbio fabbricata da
-Reveillon, i cui buchi e le macchie erano stati accuratamente
-dissimulati mediante ostie da suggellare. Delle
-incisioni che rappresentavano le battaglie d'Alessandro,
-lavoro di Lebrun, ma colle cornici dalle dorature scolorite,
-decoravano simmetricamente le pareti. Nel mezzo
-di questa camera vi era un tavolo d'acajù massiccio, di
-forma antica e dagli orli logori. Una piccola stufa, il cui
-tubo dritto o senza gomito era appena visibile, si trovava
-dinanzi al camino il cui focolare conteneva un armadio.
-</p>
-
-<p>
-Per uno strano contrasto, le sedie presentavano qualche
-traccia di uno splendore passato: erano di acajù scolpito;
-ma il marocchino rosso del sedere, i chiodi dorati
-<span class="pagenum" id="Page_75">[75]</span>
-e la passamanteria mostravano cicatrici numerose come
-quelle dei vecchi sergenti della guardia imperiale. Questa
-stanza serviva da museo a certe cose che non si incontrano
-se non in tale specie di famiglie anfibie, oggetti senza
-nome che partecipano ad un tempo al lusso ed alla miseria.
-Fra le altre curiosità Ippolito vide un cannocchiale
-magnificamente ornato, sospeso al di sotto del piccolo
-specchio verdastro che decorava il camino. Per fare il
-pajo con questo strano mobile vi era tra il camino e la
-tramezza una misera credenza dipinta in acajù, quello
-fra tutti i legnami che meno si riesce a simulare. Ma il
-pavimento rosso e sdrucciolevole, ma i logori tappetini
-collocati davanti alle sedie, ma i mobili, tutto risplendeva
-per quella proprietà di manutenzione che da un
-falso bagliore alle cose vecchie, meglio rilevandone i difetti,
-l'età, i lunghi servizii. Regnava in quella stanza un
-sentore indefinibile risultante dalle esalazioni del cafarnao
-mescolate ai vapori della sala da pranzo ed a
-quelli della scala, benchè la finestra fosse semiaperta e
-l'aria della strada agitasse le tende di percallo, accuratamente
-distese, in modo da nascondere gli stipiti in cui
-gli inquilini precedenti avevano segnata la loro presenza
-con diverse incrostazioni, specie di affreschi domestici.
-Adelaide aprì prontamente l'uscio dell'altra camera in
-cui introdusse il pittore con certo piacere. Ippolito, che
-aveva già veduto presso sua madre gli stessi sintomi d'indigenza,
-li osservava colla singolare vivacità d'impressione
-che caratterizza i primi acquisti della nostra memoria,
-ed entrò meglio che altri non l'avrebbe fatto nei
-particolari di questa esistenza. Riconoscendo gli oggetti
-della sua età infantile, questo buon giovine non sentì di
-questa miseria occultata disprezzo, nè orgoglio del lusso
-che aveva conquistato per sua madre.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, signore! spero che non sentirete più gli effetti
-della vostra caduta? gli disse la vecchia, levandosi
-da una vecchia poltrona collocata all'angolo del camino,
-e presentandogli una sedia.
-</p>
-
-<p>
-— No, signora. Vengo a ringraziarvi delle premure che
-mi avete usato, e sopratutto la signorina che m'ha udito
-cadere.
-</p>
-
-<p>
-Dicendo questa frase, satura dell'adorabile stupidità che danno
-all'anima i primi turbamenti dell'amor vero, Ippolito
-guardava la giovinetta. Adelaide accendeva la lampada
-<span class="pagenum" id="Page_76">[76]</span>
-a doppia corrente d'aria, allo scopo di far scomparire
-una candela inastata sopra una gran bugia di rame
-e adorna di scanalature sporgenti per l'abbondanza dello
-scolo.
-</p>
-
-<p>
-Fece un lieve saluto, andò a riporre la bugia nell'anticamera,
-ritornò per collocare la lampada sul camino e
-sedette presso sua madre, un po' indietro del pittore, per
-poterlo guardare, con suo comodo dandosi l'aria di essere
-occupatissima del contegno della lampada la cui fiamma
-sotto l'influenza dell'umidità di un vetro sporco, gettava
-faville dibattendosi con un lucignolo nero e mal tagliato.
-Vedendo il gran specchio che ornava la caminiera, Ippolito
-vi gettò prontamente gli occhi per ammirare Adelaide.
-La piccola astuzia della giovinetta non servì dunque
-che ad imbarazzarli ambedue. Discorrendo colla signora
-Leseigneur, giacchè Ippolito le dava a caso questo
-nome, esaminò la sala, ma con prudenza e di soppiatto.
-Il focolare era così pieno di ceneri, che si vedevano
-appena le figure egiziane degli alari in ferro. Due tizzoni
-cercavano di riunirsi avanti un ceppo, interrato con tanta
-cura come fosse il tesoro d'un avaro. Un vecchio tappeto
-d'Aubusson, ben rattoppato, ben ripulito, logoro come
-l'abito di un invalido, non copriva tutto il pavimento
-smorzandone appena il freddo. I muri avevano per ornamento
-una tappezzeria rossastra che figurava una stoffa di
-damasco a disegni gialli. Nel mezzo della parete opposta
-a quella in cui si trovavano le finestre, il pittore vide una
-apertura segreta e le pieghe fatte nella tappezzeria dalle
-due porte di un'alcova ove senza dubbio andava a dormire
-la signora Leseigneur. Un canapè situato dinanzi a
-questa apertura segreta la mascherava imperfettamente.
-In faccia al camino v'era un tavolo d'acajù molto bello,
-i cui ornati non mancavano nè di ricchezza nè di buon
-gusto. Un ritratto appeso al di sopra rappresentava un
-militare d'alto grado: ma la scarsità della luce non permise
-al pittore di distinguere a quale arma appartenesse.
-Quell'orribile sgorbio pareva, del resto, fatto in China anzichè
-a Parigi. Alle finestre alcune tende di seta rossa
-erano scolorite come i mobili tappezzati in giallo e rosso
-che guarnivano questa sala a doppio uso. Sul marmo del
-tavolo, una preziosa guantiera di malachite sosteneva una
-dozzina di tazze da caffè magnificamente dipinte e senza
-dubbio fatte a Sèvres. Sul camino troneggiava l'eterna pendola
-<span class="pagenum" id="Page_77">[77]</span>
-dell'Impero, un guerriero che guida i quattro cavalli
-d'un carro la cui ruota porta ad ogni raggio la cifra di
-un'ora. Le candele dei candelabri erano gialle pel fumo,
-e ad ogni angolo dell'intelajatura si vedeva un vaso di
-porcellana nel quale si trovava un mazzo di fiori artificiali,
-pieni di polvere ed ammuffiti. Nel mezzo della
-stanza Ippolito osservò un tavolo da giuoco in pieno assetto
-e delle carte nuove. Per un osservatore vi era un
-non so che di desolante nello spettacolo di questa miseria
-imbellettata come una vecchia che vuol far dire il
-falso al suo viso. A questo spettacolo ogni uomo di buon
-senso si sarebbe proposto in segreto e ili primo acchito
-questa specie di dilemma: O queste due donne sono la
-stessa probità, o vivon d'intrighi e di giuoco. Ma, vedendo
-Adelaide, un giovane puro come Schinner doveva credere
-all'innocenza la più perfetta e dare le cause più onorevoli
-all'incoerenza del mobilio.
-</p>
-
-<p>
-— Figlia mia, disse la vecchia alla giovinetta, ho freddo,
-fateci un po' di fuoco e datemi il mio scialle.
-</p>
-
-<p>
-Adelaide andò in una camera attigua alla sala e ritornò
-portando a sua madre uno scialle di cascemir che,
-nuovo, aveva dovuto essere di gran valore, essendone
-indiani i disegni; ma, vecchio, senza freschezza e tutto a
-rattoppi, armonizzava coi mobili. La signora Leseigneur
-vi si avviluppò in modo assai artistico e coll'abilità di
-una vecchia che vuol far credere alla verità delle sue
-parole. La giovinetta corse lestamente al cafarnao e ritornò
-con una manciata di legna minuta che gettò bravamente
-sul fuoco per riattizzarlo.
-</p>
-
-<p>
-Sarà molto difficile tradurre la conversazione che ebbe
-luogo fra queste tre persone. Guidato dal tatto che si
-acquista colle disgrazie provate dall'infanzia, Ippolito non
-osava permettersi la menoma osservazione relativa alla
-posizione delle sue vicine, vedendo intorno a sè i sintomi
-di un imbarazzo così mal celato. La più semplice domanda
-sarebbe stata indiscreta, e non doveva essere fatta
-che dopo un'amicizia già antica. Tuttavia il pittore era
-profondamente preoccupato di questa miseria celata, la
-sua anima generosa ne soffriva; ma sapendo ciò che ogni
-specie di pietà, anche la più amica, può avere di offensivo,
-si trovava impacciato nel disaccordo che esisteva fra i
-suoi pensieri e le sue parole. Le due donne parlarono
-dapprima di pittura indovinando benissimo gli imbarazzi
-<span class="pagenum" id="Page_78">[78]</span>
-segreti che produce una prima visita; esse forse li provavano
-e la natura dei loro spirito fornì loro mille risorse
-per farli cessare. Interrogando il giovine sui procedimenti
-materiali dell'arte sua, sui suoi studii, Adelaide
-e sua madre l'incoraggiarono a discorrere. Gli indefiniti
-i nonnulla della loro conversazione, animati dalla benevolenza,
-condussero in modo affatto naturale Ippolito
-a fare alcune osservazioni o riflessioni che dipingevano
-la natura dei suoi costumi e dell'animo suo. I dispiaceri
-avevano prematuramente avvizzito il volto della vecchia,
-che una volta senza dubbio era stata bella; ora non le
-rimanevano più che i tratti salienti, i contorni, in una
-parola lo scheletro di una fisionomia il cui insieme indicava
-una gran finezza, molta grazia nel muovere gli occhi
-nei quali si trovava l'espressione particolare alle
-dame dell'antica corte e che non si saprebbe definire.
-Questi lineamenti, così fini, così delicati, potevano ben
-anche denotare dei cattivi sentimenti, far supporre l'astuzia
-e l'inganno femminile portato ad un alto grado di perversità
-anzichè mostrare le delicatezze di un'anima bella.
-In fatto il volto delle donne ha una cosa che mette in
-imbarazzo l'osservatore volgare, che cioè vi è impercettibile
-la differenza fra la franchezza e la doppiezza, il genio
-dell'intrigo e il genio del cuore. L'uomo dotato di vista
-penetrante indovina queste gradazioni inafferrabili, prodotte
-da una linea più o meno curva, da una fossetta più
-o meno marcata, da una sporgenza più o meno tonda o
-prominente.
-</p>
-
-<p>
-L'apprezzamento di questi diagnostici è tutto riservato
-all'intuizione, che sola può far scoprire quello che altri
-ha interesse ad occultare. Il volto di questa signora era
-il <i>fac simile</i> dell'appartamento che abitava; pareva altrettanto
-difficile sapere se quella miseria occultava dei
-vizii od un'alta probità, come il riconoscere se la madre
-d'Adelaide era un'antica civetta abituala a lutto pesare,
-tutto calcolare, tutto vendere, o una donna piena di
-nobiltà e di qualità amabili. All'età di Schinner il primo
-movimento del cuore è di credere al bene. Quindi, contemplando
-la fronte nobile e quasi sdegnosa di Adelaide,
-guardando quegli occhi pieni d'anima e di pensieri, respirò,
-per così dire, i soavi e modesti profumi della
-virtù. Nel mezzo della conversazione colse il destro di
-parlare dei ritratti in generale, per avere il diritto di e sa-
-<span class="pagenum" id="Page_79">[79]</span>
-minare l'orribile pastello di cui tutte le tinte erano impallidite,
-e da cui era in gran parte caduta la polvere.
-</p>
-
-<p>
-— Senza dubbio voi avete affetto a questa pittura a
-motivo della rassomiglianza, mie signore, giacchè il disegno
-è orribile, disse guardando Adelaide.
-</p>
-
-<p>
-— È stato fatto a Calcutta in gran fretta, rispose la
-madre con voce commossa.
-</p>
-
-<p>
-Contemplò lo schizzo informe con quell'abbandono profondo
-che deriva dai ricordi di felicità quando si ridestano
-e piombano sul cuore come una rugiada benefica
-alle cui fresche impressioni amiamo abbandonarci; ma
-nell'espressione del volto della vecchia signora apparvero
-altresì le traccie di un eterno cordoglio. Almeno il pittore
-volle interpretare così l'attitudine o la fisionomia
-della sua vicina, presso la quale andò a sedersi.
-</p>
-
-<p>
-— Madama, aggiunse, qualche tempo ancora, od i colori
-di questo pastello saranno scomparsi. Il ritratto non
-esisterà più che nella vostra memoria. Là voi vedrete una
-figura che vi è cara, gli altri non ne capiranno più nulla.
-Volete permettermi di riportare quella figura sulla tela?
-Vi sarà fissata più durevolmente che sulla carta. Accordatemi,
-in grazia della nostra vicinanza, il piacere di
-farvi questo servizio. Vi sono momenti in cui un artista
-ama sollevarsi dalle sue grandi composizioni con lavori
-di minore portata: il rifare questa tosta Rara per me una
-distrazione.
-</p>
-
-<p>
-La vecchia udendo queste parole trasalì, n Adelaide
-gettò sul pittore uno di quelli sguardi concentrati che
-pajono uno zampillo dell'anima.
-</p>
-
-<p>
-Ippolito voleva appartenere alle sue due vicine con
-qualche vincolo ed acquistarsi il diritto di mescolarsi alla
-loro esistenza. La sua offerta rivolgendosi alle più vive
-affezioni del cuore, era la sola che gli fosse possibile fare;
-accontentava il suo orgoglio d'artista, e non aveva nulla
-d'offensivo per le due dame. Madama Leseigneur accettò
-senza entusiasmo nè rammarico, ma con quella conscienza
-delle grandi anime che sanno l'importanza dei vincoli
-che si stringono con simili obbligazioni e che ne fanno
-un magnifico elogio, una prova di stima.
-</p>
-
-<p>
-— Si, ella disse; e quello dei capitani di vascello. Il
-signor De Ruvilie, mio marito, è morto a Batavia in seguito
-ad una ferita ricevuta in un combattimento contro
-un vascello inglese che incontrò sulle coste d'Asia. Egli
-<span class="pagenum" id="Page_80">[80]</span>
-montava una fregata di cinquantasei cannoni e la <i>Revenge</i>
-era un vascello di novantasei. La lotta fu affatto
-ineguale, ma egli si difese così coraggiosamente che vi
-durò Ano alla notte e potè mettersi in salvo. Quando tornai
-in Francia, Bonaparte non era ancora al potere, e mi
-fu rifiutata una pensione. Allorchè ultimamente la sollecitai
-di nuovo, il ministro mi disse con durezza che se
-il barone De Ruville fosse emigrato, l'avrei conservato!
-che oggi sarebbe senza dubbio contrammiraglio; finalmente
-Sua Eccellenza Ani per oppormi non so qual legge
-sulle prescrizioni. Questo passo, al quale alcuni amici mi
-avevano spinta, non lo feci che per la mia povera Adelaide.
-Ho sempre provato ripugnanza a stendere la mano
-in nome di un dolore che toglie ad una donna la voce
-e le forze. Non amo questa stima pecuniaria di un sangue
-versato irreparabilmente...
-</p>
-
-<p>
-— Mamma mia, la conversazione su questo soggetto ti
-fa sempre male.
-</p>
-
-<p>
-A queste parole d'Adelaide la baronessa Leseigneur De
-Rouville chinò la testa e tacque.
-</p>
-
-<p>
-— Signore, disse la giovinetta ad Ippolito, io credevo
-che il lavoro dei pittori in generale non facesse gran fracasso.
-</p>
-
-<p>
-A tale questione, Schinner arrossì pensando al rumore
-che aveva fatto. Adelaide non insistè e gli risparmiò una
-bugia, alzandosi d'un tratto allo strepito d'una carrozza
-che si fermava alla porta; passò nella sua camera, dalla
-quale ritornò tosto con due candellieri dorati guerniti di
-candele incominciate che prestamente accese, e senza
-attendere il suono del campanello apri l'uscio della prima
-stanza di cui abbassò la lampada. Il suono di un bacio
-ricevuto e dato rimbombò Ano nel cuore di Ippolito. L'impazienza
-che il giovine provava di vedere colui Che trattava
-così famigliarmente Adelaide non Ai soddisfatta
-tanto presto. I sopraggiunti ebbero colla giovinetta una
-conversazione a voce bassa che egli trovò molto lunga.
-Finalmente la signorina De Rouville ricomparve seguita da
-due uomini, il cui abito, la fisionomia e l'aspetto erano
-tutta una storia. In età di circa sessanta anni il primo
-portava uno di quegli abiti, inventati credo da Luigi X VII!
-allora regnante, o nel quale il più difficile problema abbigliativo
-era stato risolto da un sarto che doveva restare
-immortale. Questo artista conosceva, per certo l'arte
-<span class="pagenum" id="Page_81">[81]</span>
-delle transizioni che costituì tutto il genio di quell'epoca
-politicamente così mobile. Non è forse merito assai raro
-quello di saper giudicare i proprii tempi?
-</p>
-
-<p>
-Questo abito, che i giovani d'oggi possono ritenere una
-favola, non era nè civile nè militare e poteva passare a
-volta a volta per militare e per civile. Dei fiori di giglio
-ornavano le risvolte delle due falde posteriori.
-</p>
-
-<p>
-I bottoni dorati erano pur essi a dori di giglio. Sulle
-spalle, due striscio vuote aspettavano delle spalline inutili.
-Questi due sintomi di milizia eran là come una petizione
-senza postilla. Nel vecchio, sulla bottoniera del
-suo abito di panno turchino fiorivano diversi nastri. Egli
-aveva senza dubbio in mano il suo tricorno guernito di
-un nastro d'oro, giacchè i nivei ricci dei suoi capelli incipriati
-non presentavano traccia della pressione d'un
-cappello. Pareva non avesse più di cinquantanni e sembrava
-godere di una robusta salute. Pure accusando il
-carattere leale e franco dei vecchi emigrati, la sua fisionomia
-dinotava anche i costumi libertini e facili, le gaje
-passioni e la noncuranza di quei moschettieri una volta
-così celebri nei fasti della galanteria. I suoi gesti, il suo
-portamento, le sue maniere, annunziavano che non voleva
-correggersi, nè del suo realismo, nè della sua religione,
-nè dei suoi amori.
-</p>
-
-<p>
-Una figura veramente fantastica teneva dietro a queste
-pretensioso <i>voltigeur de Louis XV</i> (era il nomignolo dato
-dai bonapartisti a questi nobili avanzi della monarchia)
-ma per ben dipingerla bisognerebbe farne la parte principale
-del quadro di cui non è che un accessorio. Figuratevi
-un individuo secco e magro, vestito come il primo,
-ma che non ne era, per così dire, che il riflesso o l'ombra.
-L'abito nuovo nell'uno era vecchio e sdruscito nell'altro.
-</p>
-
-<p>
-La cipria del capelli sembrava meno bianca nel secondo,
-l'oro dei fiori di giglio meno splendente, i tentativi di
-spalline più disperati e più raggrinzati, l'intelligenza più
-fiacca, la vita più di quella del primo inoltrata preso il
-termine fatale. Finalmente, realizzava quel motto di Rivarol
-su Champcenetz: «È il mio Chiaro di luna.» Egli
-non era che il bis dell'altro, un bis pallido e meschino,
-giacchè correva fra i due tutta la differenza che esiste
-fra la' prima e l'ultima tiratura di una litografia. Questo
-vecchio muto fu un mistero pel pittore e restò sempre
-<span class="pagenum" id="Page_82">[82]</span>
-un mistero. Il cavaliere — era cavaliere — non parlò e nessuno
-parlò a lui. Era un amico, un parente povero, un
-uomo che si attaccava al vecchio galante come una damigella
-di compagnia presso una vecchia signora? Teneva
-il mezzo fra il cane, il pappagallo e l'amico? Aveva
-salvato le sostanze o soltanto la vita del suo benefattore?
-Era il <i>Trim</i> di un altro capitano Tobia? Altrove, come
-dalla baronessa De Rouville, eccitava la curiosità senza
-mai soddisfarla. Chi poteva, sotto la Ristorazione, ricordarsi
-l'attaccamento che prima della Rivoluzione legava
-questo cavaliere alla donna del suo amico, morta da vent'anni?
-</p>
-
-<p>
-Il personaggio che pareva il più nuovo di questi due
-avanzi, si inoltrò con galanteria verso la baronessa De
-Rouville, le baciò la mano, e si sedette presso di lei.
-L'altro salutò e si collocò presso il suo tipo, ad una distanza
-rappresentata da due sedie. Adelaide venne ad
-appoggiare i gomiti sullo schienale della poltrona occupata
-dal vecchio gentiluomo, imitando, senza saperlo, la
-posa che Guerin ha data alla sorella di Didone nel celebre
-suo quadro. Benchè la famigliarità del gentiluomo
-fosse quella di un padre, pel momento parve che le sue
-libertà spiacessero alla giovinetta.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, mi fai il broncio? disse gettando su Schinner
-uno di quegli sguardi obliqui pieni di finezza e di
-malizia, sguardi diplomatici la cui espressione tradiva la
-prudente inquietudine, la curiosità cortese delle persone
-bene educate che vedendo uno sconosciuto sembra domandino: — È
-dei nostri?
-</p>
-
-<p>
-— Ecco il nostro vicino, gli disse la vecchia mostrandogli
-Ippolito. Il signore è un celebre pittore il cui nome
-vi deve essere noto malgrado la vostra indifferenza per
-le arti.
-</p>
-
-<p>
-Il gentiluomo riconobbe la malizia della sua vecchia
-amica nell'omissione del nome, e salutò il giovane.
-</p>
-
-<p>
-— Certamente, egli disse, ho inteso parlar molto dei
-suoi quadri all'ultima esposizione. Il talento ha dei bei
-privilegi, signore, aggiunse guardando il nastro rosso
-dell'artista. Questa distinzione, che noi dobbiamo conquistare
-al prezzo del nostro sangue e di lunghi servizii, voi
-l'ottenete da giovani; ma tutte le glorie sono sorelle, aggiunse
-portando la mano alla sua decorazione di San
-Luigi.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_83">[83]</span>
-</p>
-
-<p>
-Ippolito balbettò alcune parole di ringraziamento, e ricadde
-nel suo silenzio accontentandosi di rimirare con
-entusiasmo la bella testa della giovinetta che l'aveva incantato.
-In breve si immerse in quella contemplazione
-senza più pensare alla miseria profonda dell'appartamento.
-Per lui il volto di Adelaide si staccava da un'atmosfera
-luminosa. Rispose brevemente alle domande che
-gli furono rivolte e che fortunatamente capì, grazie a una
-facoltà singolare dell'anima nostra, il cui pensiero può,
-qualche volta, in certo modo raddoppiarsi. A chi non è
-accaduto d'essere assorto in una meditazione voluttuosa
-o triste, di ascoltarne nell'interno la voce ed assistere ad
-una conversazione o ad una lettura? Ammirabile dualismo
-che spesso ajuta a compatire i nojosi. Feconda e
-ridente la speranza gli versò mille pensieri di felicità, e
-non volle più nulla osservare intorno a sè. Dopo un certo
-lasso di tempo si accorse che la vecchia dama e sua figlia
-giocavano col vecchio gentiluomo. Quanto al satellite di colui,
-fedele alla sua condizione di ombra, si teneva in
-piedi dietro l'amico, il cui giuoco lo preoccupava, rispondendo
-alle mute domande che gli faceva il giuocatore
-con delle piccole smorfie approvative, che ripetevano i
-movimenti interrogatorii dell'altra fisionomia.
-</p>
-
-<p>
-— Du Holga, perdo sempre, diceva il gentiluomo.
-</p>
-
-<p>
-— Scartate male, riprese la baronessa De Rouville.
-</p>
-
-<p>
-— Ecco tre mesi che non ho potuto guadagnarvi una
-partita sola, egli riprese.
-</p>
-
-<p>
-— Ha gli assi il signor conte? domandò la vecchia
-dama.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ancora uno segnato, egli disse.
-</p>
-
-<p>
-— Volete che vi dia un consiglio? diceva Adelaide.
-</p>
-
-<p>
-— No, no, resta dinanzi a me. Perbacco! sarebbe perdere
-troppo il non averti in faccia.
-</p>
-
-<p>
-Finalmente la partita finì. Il gentiluomo estrasse la sua
-borsa, e gettando due luigi sul tappeto, non senza mal
-umore: — Quaranta franchi, giusti come l'oro, disse. Eh
-diavolo! sono le undici!
-</p>
-
-<p>
-— Sono le undici, ripetè il personaggio muto guardando
-il pittore.
-</p>
-
-<p>
-Il giovine, intendendo questa parola un po' più distintamente
-di tutte le altre, pensò che era tempo di ritirarsi. Ritornando
-allora nel mondo delle idee volgari, trovò alcuni
-luoghi comuni per prendere la parola, salutò la baronessa,
-<span class="pagenum" id="Page_84">[84]</span>
-sua figlia, i due sconosciuti, ed uscì in preda alle prime felicità
-dell'amor vero, senza cercare di analizzare i piccoli
-avvenimenti di quella serata.
-</p>
-
-<p>
-Il giorno dopo il giovine pittore provò il desiderio più
-violento di rivedere Adelaide. Se avesse dato ascolto alla
-sua passione, sarebbe andato dalle sue vicine fino dalle
-sei del mattino, arrivando allo studio. Fu però ancora
-tanto ragionevole da attendere fin dopo mezzodì. Appena
-credette poter presentarsi a madama De Rouville, discese,
-suonò, ed arrossendo come una ragazza domandò timidamente
-il ritratto del barone De Rouville alla signorina
-Leseigneur che era venuta ad aprirgli.
-</p>
-
-<p>
-— Ma entrate, gli disse Adelaide che senza dubbio
-l'aveva udito discendere dal suo studio.
-</p>
-
-<p>
-Il pittore la seguì, timido, sconcertato, non sapendo
-proferir parola tanto la felicità lo rendeva stupido. Vedere
-Adelaide, udire il fruscio della sua veste, dopo aver
-desiderato per tutta una mattina di essere presso di lei,
-dopo essersi alzato cento volte dicendo: — Vado abbasso,
-e non essere ancora disceso; era per lui vivere con tale
-esuberanza, che simili sensazioni troppo prolungate gli
-avrebbero logorata l'anima. Il cuore ha la potenza singolare
-di dare un prezzo straordinario ai nonnulla. Che
-gioja non è per un viaggiatore il raccogliere un filo
-d'erba, una foglia sconosciuta, se in quella ricerca ha
-rischiata la vita. I nonnulla dell'amore sono così: la vecchia
-non era nella sala. Quando la giovinetta vi si trovò
-sola col pittore, portò una sedia per staccare il ritratto,
-ma accorgendosi che non poteva toglierlo via senza mettere
-il piede sul tavolo, si volse ad Ippolito e gli disse
-arrossendo: — Non sono abbastanza grande. Vorreste
-prenderlo voi?
-</p>
-
-<p>
-Un sentimento di pudore, rivelato dall'espressione della
-sua fisionomia e dall'accento della sua voce, era il vero
-motivo della sua dimanda, ed il giovine, così comprendendola,
-le gettò uno di quegli sguardi intelligenti che
-sono il linguaggio più dolce dell'amore. Adelaide vedendo
-che il pittore l'aveva indovinata, abbassò gli occhi per
-un movimento di fierezza il cui segreto appartiene alle
-vergini.
-</p>
-
-<p>
-Non trovando una parola, e quasi intimidito, il pittore
-prese allora il quadro, l'esaminò con gravità e mettendolo
-in luce presso la finestra, se ne andò senza dir altro
-<span class="pagenum" id="Page_85">[85]</span>
-alla signorina Leseigneur che: — Ve lo restituirò presto.
-Tutti e due in quel rapido istante avevano provata una
-di quelle vive commozioni i cui effetti sull'animo possono
-paragonarsi a quelli che produce un sasso gettato nel
-fondo di un lago. Le riflessioni più dolci nascevano e si
-succedevano, indefinibili, moltiplicate, senza meta, agitando
-il cuore come le rughe circolari che piegano per
-lungo tempo l'onda diramandosi dal punto dove è caduto
-il sasso. Ippolito tornò al suo studio, armato di quel ritratto.
-Il suo cavalletto era già stato munito di una tela;
-una tavolozza era carica di colori; i pennelli erano puliti,
-il luogo e l'ora opportuni.
-</p>
-
-<p>
-Quindi fino all'ora del pranzo lavorò al ritratto con
-quell'ardore che gli artisti mettono nei loro capricci. Ritornò
-la sera stessa dalla baronessa De Rouville, e vi rimase
-dalle nove alle undici. All'infuori dei differenti soggetti
-di conversazione, quella sera somigliò esattamente
-alla precedente.
-</p>
-
-<p>
-I due vecchi arrivarono alla stessa ora, ebbe luogo la
-stessa partita a picchetto, dai giocatori furono dette le
-stesse frasi, la somma perduta dall'amico di Adelaide fu
-dello stesso importo di quella perduta il giorno prima;
-soltanto Ippolito, un po' più incoraggiato, osò discorrere
-colla giovinetta.
-</p>
-
-<p>
-Passarono così otto giorni, durante i quali i sentimenti
-del pittore e quelli di Adelaide subirono quelle deliziose
-e lente trasformazioni che conducono le anime all'accordo
-perfetto. Di giorno in giorno lo sguardo con cui
-Adelaide accoglieva l'amico era divenuto più intimo, più
-confidente, più gajo, più franco; la sua voce, le sue maniere
-ebbero qualche cosa di più molle, di più famigliare.
-Tutti e due ridevano, discorrevano, si comunicavano i
-loro pensieri, parlando di sè stessi coll'ingenuità di due
-fanciulli che nello spazio di un giorno hanno stretta amicizia,
-come se si fossero veduti da tre anni. Schinner giocava
-al picchetto. Ignorante e novizio, faceva naturalmente
-l'alunnato e, come il vecchio, perdeva tutte le partite.
-Senza essersi ancora confidato il loro amore, i due
-amanti sapevano di appartenersi l'un l'altro. Ippolito
-aveva esercitato con fortuna il suo potere sulla timida
-amica. Molte concessioni gli erano state fatte da Adelaide
-la quale, timida e devota aveva di quei falsi malumori che
-l'amante meno abile e la giovinetta più primitiva inventano
-<span class="pagenum" id="Page_86">[86]</span>
-e di cui si servono di continuo, come i fanciulli viziati
-abusano del potere che loro dà l'amore della madre.
-Ogni famigliarità era cessata fra il vecchio ed Adelaide.
-La giovinetta aveva naturalmente compresa la tristezza
-del pittore ed i pensieri occulti nelle pieghe della
-sua fronte, nell'accento brusco delle poche parole che pronunciava
-allorchè il vecchio baciava senza riguardo alcuno
-le mani od il collo di Adelaide. Dal canto suo la
-signorina Leseigneur chiedeva al suo amante stretto
-conto delle menome sue azioni. Era così infelice, così inquieta
-quando Ippolito non veniva; sapeva così bene rimproverarlo
-per le sue assenze, che il pittore cessò di trovarsi
-coi suoi amici e di andare in società.
-</p>
-
-<p>
-Adelaide lasciò trapelare la gelosia naturale alle donne
-udendo che talvolta, uscendo da madama De Rouville alle
-undici, il pittore faceva ancora delle visite e si recava
-nei saloni più brillanti di Parigi. Da principio pretendeva
-che questo genere di vita fosse pernicioso alla salute:
-poi trovò modo di dirgli, con quella profonda convinzione
-alla quale danno tanta forza l'accento, il gesto, e lo
-sguardo d'una persona amata: «Che un uomo obbligato
-a prodigare a più donne in una volta il suo tempo e le
-grazie del suo spirito, non poteva essere oggetto di una
-viva affezione.» Il pittore fu dunque condotto, tanto dal
-dispotismo della passione che dalle esigenze di una fanciulla
-innamorata, a non vivere che in quel piccolo appartamento
-in cui tutto gli piaceva. Mai vi fu amore più
-puro e più ardente. Da una parte e dall'altra la stessa
-fede, la stessa delicatezza, fecero crescere quella passione
-senza l'ajuto dei sagrifizi coi quali molti cercano
-di provarsi il loro amore. Fra essi esisteva uno scambio
-continuo di sensazioni dolci, e non sapevano chi più ne
-dava e più ne riceveva. Una involontaria tendenza rendeva
-sempre più stretta l'unione delle anime loro. Il progresso
-di questo sentimento vero fu così rapido, che due
-mesi dopo l'accidente cui il pittore doveva la felicità di
-avere conosciuta Adelaide, la loro vita era diventata una
-vita sola. Cominciando dal mattino la giovinetta udendo
-il passo del suo innamorato poteva dire a se stessa: è
-là! Quando Ippolito tornava da sua madre, all'ora del
-pranzo, non mancava mai di venire a salutare le sue vicine,
-e la sera, all'ora solita, accorreva colla puntualità
-d'innamorato. La donna più tirannica e più ambiziosa in
-<span class="pagenum" id="Page_87">[87]</span>
-amore non avrebbe quindi potuto fare il menomo rimprovero
-al giovine pittore. Anche Adelaide godeva una
-felicità, affatto pura ed illimitata vedendo realizzarsi in
-tutta la sua estensione l'ideale che alla sua età è tanto
-naturale sognare. Il vecchio gentiluomo veniva meno di
-frequente; il geloso Ippolito l'aveva la sera sostituito al
-tappeto verde, nella sua costante sfortuna al giuoco. Tuttavia,
-in mezzo alla sua felicità, pensando alla disastrosa
-situazione di madama De Rouville, giacchè aveva avuto
-più di una prova della sua miseria, non poteva spacciare
-un pensiero importuno. Già più volte ritornando a casa
-si era detto: — Come! Venti franchi tutte le sere! E non
-osava confessarsi i suoi sospetti odiosi. Impiegò due mesi
-a fare il ritratto, e quando fu finito, verniciato, messo
-in cornice, lo contemplò come una delle sue opere migliori.
-Madama la baronessa De Rouville non gliene
-aveva più parlato. Era noncuranza o fierezza? Il pittore
-non voleva spiegarsi questo silenzio.
-</p>
-
-<p>
-Fece con Adelaide il lieto complotto di mettere il ritratto
-al suo posto durante la passeggiata che sua madre
-faceva ordinariamente alle Tuileries. Adelaide salì sola, per
-la prima volta, allo studio di Ippolito, col pretesto di vedere
-il ritratto nella luce favorevole sotto la quale era stato dipinto.
-Restò muta ed immobile, in preda ad una contemplazione
-deliziosa in cui fondevansi in un solo tutti i sentimenti
-della donna. Non si riassumono essi tutti in una
-giusta ammirazione dell'uomo amato? Allorchè il pittore,
-inquieto di quel silenzio, si chinò per vedere la giovinetta,
-essa gli stese la mano, senza poter dire una parola;
-ma due lagrime eranle cadute dagli occhi. Ippolito
-prese quella mano, la coperse di baci, e per un momento
-si guardarono in silenzio, essendo ambedue per confessarsi
-il loro amore e non osandolo. Il pittore teneva nelle
-sue la mano d'Adelaide ed uno stesso calore, uno stesso
-movimento loro appresero che i loro cuori battevano ambedue
-colla stessa forza. Troppo commossa, la giovinetta
-si allontanò dolcemente da Ippolito, e disse gettandogli
-un'occhiata piena d'ingenuità:
-</p>
-
-<p>
-— Voi farete ben felice mia madre!
-</p>
-
-<p>
-— Che? vostra madre soltanto? egli domandò.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, io lo sono anche troppo.
-</p>
-
-<p>
-Il pittore abbassò la testa e rimase silenzioso, stordito
-dalla violenza dei sentimenti che l'accento di questa frase
-<span class="pagenum" id="Page_88">[88]</span>
-svegliò nel suo cuore. Comprendendo allora tutto il pericolo
-di quella situazione, essi discesero e misero il ritratto
-al suo posto. Ippolito pranzò per la prima volta
-colla baronessa e con sua figlia. Fu festeggiato, complimentato
-da madama De Rouville con una rara bonomia.
-Nella sua tenerezza, tutta in lagrime, la vecchia dama
-volle baciarlo. La sera, il vecchio emigrato, aulico camerata
-del barone De Rouville, col quale aveva vissuto fraternamente,
-fece alle sue due amiche una visita per annunziar
-loro che era stato nominato vice-ammiraglio. Le
-sue navigazioni terrestri attraverso la Germania e la Russia
-gli erano state contate come campagne navali. All'aspetto
-del ritratto strinse cordialmente la mano al pittore
-ed esclamò: — In fede mia! benchè la mia vecchia
-carcassa non valga la pena di essere conservata, darei
-ben volontieri cinquecento pistole per vedermi così somigliante
-come il mio vecchio Rouville.
-</p>
-
-<p>
-A questa proposta la baronessa guardò il suo amico e
-sorrise lasciando scaturire dal suo volto i sintomi di una
-subita riconoscenza. Ippolito credette indovinare che il
-vecchio ammiraglio voleva offrirgli il prezzo dei due ritratti
-pagando il suo. La sua fierezza d'artista, forse tanto
-come la sua gelosia, si offese di quell'idea e rispose: — Signore,
-se fossi ritrattista non avrei fatto questo qui.
-</p>
-
-<p>
-L'ammiraglio si morse le labbra e si mise a giocare. Il
-pittore restò presso Adelaide, che gli propose di fare una
-partita; accettò. Giocando, osservò in madama De Rouville
-un ardore pel giuoco che lo sorprese. Mai quella
-vecchia baronessa aveva dimostrato un desiderio così ardente
-di guadagno, nè un piacere così vivo palpando le
-monete d'oro del gentiluomo. Durante la serata, brutti
-sospetti vennero a turbare la felicitò di Ippolito e gli
-inspirarono la diffidenza. Madama De Rouville viveva
-dunque del giuoco? Non giocava essa in quel momento
-per soddisfare qualche debito, o spinta da qualche necessità?
-Forse non aveva pagato l'affitto. Quel vecchio
-pareva abbastanza fino per lasciarsi prendere impunemente
-il danaro. Quale poteva dunque essere l'interesse
-che lui, ricco, attirava in quella povera casa? Perchè
-una volta era così famigliare con Adelaide, e perchè ad
-un tratto aveva rinunziato ai privilegi acquistati, forse
-dovuti? Queste riflessioni gli vennero involontariamente,
-e l'eccitarono ad esaminare con nuova attenzione il vecchio
-<span class="pagenum" id="Page_89">[89]</span>
-e la baronessa. Fu malcontento delle loro arie d'intelligenza
-e degli sguardi obliqui che gettavano su Adelaide
-e su lui. «Mi ingannerebbero?» fu per Ippolito
-un'ultima idea, orribile, demoralizzante, ed alla quale credette
-quel tanto che bastava per esserne torturato. Volle
-restare dopo la partenza dei due vecchi per confermare i
-suoi sospetti o dissiparli. Aveva cavata la sua borsa per
-pagare Adelaide; ma, in preda ai suoi pensieri tumultuosi,
-mise la borsa sulla tavola e cadde in una fantasticheria
-che durò poco; indi, vergognandosi del suo silenzio,
-si alzò, rispose ad una interrogazione banale fattagli
-da madama De Rouville e si avvicinò a lei per potere,
-discorrendo, meglio esaminare quel vecchio volto.
-Uscì in preda a mille incertezze. Appena aveva fatti alcuni
-gradini, si ricordò di avere dimenticato il danaro
-sul tavolo e ritornò.
-</p>
-
-<p>
-— Vi ho lasciato la mia borsa? disse alla giovinetta.
-</p>
-
-<p>
-— No, rispose ella arrossendo.
-</p>
-
-<p>
-— La credeva là, egli riprese, mostrando il tavolo da
-giuoco; ma, vergognoso per Adelaide e per la baronessa
-di non vedervela, le guardò con aria inebetita che le fece
-ridere, impallidì e continuò tastando il gilè: «Mi sono
-ingannato; l'ho senza dubbio.» Salutò ed uscì. In uno
-dei lati di quella borsa vi erano quindici luigi, nell'altro
-degli spiccioli. Il furto era così flagrante, così sfrontatamente
-negato, che Ippolito non poteva più conservare
-dubbio sulla moralità delle sue vicine. Si fermò sulla
-scala, la discese con pena: le gambe gli tremavano, aveva
-le vertigini, sudava, gelava, e si trovava impotente a
-lottare coll'atroce commozione cagionatagli dalla rovina
-di tutte le sue speranze. In quel momento raccapezzò
-nella memoria una quantità di osservazioni, futili in apparenza,
-ma che corroboravano i terribili sospetti ai quali
-era stato in preda, e che servivano a riprova della verità
-dell'ultimo fatto, aprendogli gli occhi sul carattere e sulla
-vita di quelle due donne. Avevano dunque aspettato che
-fosse consegnato il ritratto per rubare la borsa? Combinato,
-il furto era ancora più odioso. Il pittore si ricordò,
-per sua sventura, che da due o tre sere Adelaide,
-mentre sembrava esaminare con una curiosità di ragazza
-il lavoro speciale della rete di seta usata, probabilmente
-verificava il danaro contenuto nella borsa, con
-scherzi in apparenza innocenti, ma che senza dubbio
-<span class="pagenum" id="Page_90">[90]</span>
-avevano lo scopo di spiare il momento in cui la somma
-fosse abbastanza rilevante per essere sottratta. — Il vecchio
-ammiraglio ha forse delle eccellenti ragioni per non
-sposare Adelaide, ed allora la baronessa avrà cercato di...
-A quella supposizione si fermò non completando nemmeno
-il suo pensiero che fu distrutto da una riflessione
-assai giusta. — Se la baronessa, pensò, spera di farmi
-sposare sua figlia, esse non m'avrebbero derubato. Poi,
-per non rinunciare alle sue illusioni, al suo amore già
-così saldamente radicato, tentò di cercare qualche giustificazione
-nel caso. — La mia borsa sarà cascata per
-terra, diceva; sarà restata sulla mia poltrona. Forse l'ho;
-sono tanto distratto! Si frugò convulsivamente e non
-trovò la maledetta borsa. La sua memoria crudele gli
-raffigurava tratto tratto la fatale verità. Vedeva distintamente
-la sua borsa distesa sul tappeto; ma, non dubitando
-più del furto, scusava Adelaide, dicendo che non si
-dovevano giudicare così lestamente i disgraziati. Vi era
-senza dubbio un segreto in quell'azione così degradante.
-Non voleva che quella fiera e nobile figura fosse una
-maschera. Tuttavia queil'appartamento così miserabile
-gli parve spoglio della poesia dell'amore che tutto abbellisce;
-lo vide sporco e indecente, lo considerò come
-il simbolo di una vita intima senza nobiltà, disoccupata
-e viziosa. I nostri sentimenti non sono, per così dire,
-scritti sulle cose che ne circondano? Il mattino dopo si
-alzò senza aver dormito. Il dolore del cuore, questa grave
-malattia morale, aveva fatto in lui enormi progressi Perdere
-una felicità sognata, rinunziare a tutto un avvenire,
-è un tormento più acuto di quello cagionato dalla rovina
-di una felicità provata, per quanto sia stata completa:
-la speranza non è forse migliore del ricordo? Le
-meditazioni in cui cade tutto ad un tratto l'anima nostra
-sono allora come un mare senza sponde nel seno del
-quale noi possiamo nuotare per un momento, ma in cui
-è necessario che il nostro amore si anneghi e muoja.
-</p>
-
-<p>
-È una morte orribile. Non sono i sentimenti la parte
-più brillante della nostra vita? Da questa morte parziale
-derivano in certe organizzazioni delicate o forti le grandi
-rovine prodotte dalla disillusione, dalle speranze e dalle
-passioni tradite. Così fu del giovine pittore. Uscì per tempissimo,
-assorto nelle sue idee, dimenticando tutto il
-mondo. Per un caso che non aveva nulla di straordinario,
-<span class="pagenum" id="Page_91">[91]</span>
-incontrò uno dei suoi amici più intimi, camerata di
-collegio e di studio, col quale aveva vissuto meglio che
-con un fratello.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, Ippolito, cos'hai? gli disse Francesco Souchet,
-giovine scultore che aveva allora ottenuto il gran
-premio e doveva partire per l'Italia.
-</p>
-
-<p>
-— Sono sfortunatissimo, rispose gravemente Ippolito.
-</p>
-
-<p>
-— Non è che un affare di cuore che ti possa dare affanno.
-Danaro, gloria, considerazione, nulla ti manca.
-</p>
-
-<p>
-A poco a poco le confidenze cominciarono, ed il pittore
-confessò il suo amore. Quando parlò della via Suresne
-e d'una giovinetta alloggiata ad un quarto piano: — Alto
-là! gridò allegramente Souchet. È una giovinetta
-che vedo tutte le mattine all'Assunzione ed alla quale fo
-la corte. Sua madre è una baronessa! Ci credi tu alle
-baronesse alloggiate al quarto piano? Brrr!... Ah! tu sei
-un uomo dell'età dell'oro; ma essa ha una figura, un'aria
-che dicono tutto. Come! Non hai indovinato che cosa è
-alla maniera con cui tiene il suo scialle?
-</p>
-
-<p>
-I due amici passeggiarono a lungo, e loro si unirono
-parecchi giovani che conoscevano Souchet e Schinner.
-L'avventura del pittore, giudicata di poca importanza, fu
-loro contata dallo scultore.
-</p>
-
-<p>
-— Ed anch'esso ha veduto quella ragazza!
-</p>
-
-<p>
-Furono osservazioni, risa, burle, fatte innocentemente
-e con tutto il brio degli artisti, ma delle quali Ippolito
-soffriva orribilmente. Un certo intimo pudore lo metteva
-in triste posizione vedendo il segreto del suo cuore trattato
-con tanta leggierezza, la sua passione lacerata, fatta
-in brandelli, una giovinetta sconosciuta e la cui vita pareva
-così modesta, sottoposta a giudizii veri o falsi, pronunciati
-con tanta indifferenza. Affettò di essere spinto
-da uno spirito di contraddizione; chiese seriamente a ciascuno
-le prove delle sue asserzioni, e gli scherzi ripresero
-da capo.
-</p>
-
-<p>
-— Ma, caro amico, hai veduto lo scialle della baronessa?
-diceva Souchet.
-</p>
-
-<p>
-— Hai seguito la piccina, la mattina, quando trotta all'Assunzione?
-diceva Giuseppe Bridau, un birichino dello
-studio di Gres.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! la madre ha, fra le altre virtù, un certo abito
-grigio che considero come un tipo, disse Bixion, il caricaturista.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_92">[92]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Ascolta, Ippolito, riprese lo scultore, vieni qui verso
-le quattro ed analizza un po' gli andamenti della madre
-e della figlia. Se dopo hai dei dubbii, ebbene! da te non
-si caverà mai nulla. Sarai capace di sposare la figlia della
-tua portinaja.
-</p>
-
-<p>
-In preda ai sentimenti più opposti, il pittore abbandonò
-i suoi amici. Adelaide e sua madre gli sembravano
-esseri superiori a queste accuse, ed in fondo al cuore
-provava rimorso di avere sospettata la purezza di quella
-giovane così semplice e così bella.
-</p>
-
-<p>
-Andò al suo studio, passò davanti alla porta dell'appartamento
-in cui si trovava Adelaide, e provò il senso di
-dolore al cuore che non lascia luogo ad esitanze. Amava
-la signorina De Rouville con tanta passione che, ad onta
-del furto della borsa, l'adorava ancora. Il suo amore era
-quello del cavaliere Des Grieux che ammira e purifica la
-sua bella perfino sulla carretta che conduce alla prigione
-le donne perdute. — Perchè il mio amore non la renderebbe
-la più pura di tutte le donne? Perchè abbandonarla
-al male, al vizio, senza porgerle una mano amica?
-Questa missione gli piacque. L'amore trae profitto da
-ogni cosa. Nulla più seducente per un giovane che fare
-la parte del genio del bene presso una donna. Vi è qualche
-cosa di romanzesco in tale impresa che s'addice alle
-anime esaltate. Non è forse la massima devozione sotto
-la forma più elevata, più gentile? Non vi è della grandezza
-nel sapere che si ama abbastanza per amare ancora
-là ove l'amore degli altri si estingue e muore? Ippolito
-si assise nel suo studio, contemplò il suo quadro
-senza punto lavorarvi, non vedendo le figure che attraverso
-alcune lagrime che gli ondeggiavano negli occhi,
-tenendo sempre la tavolozza alla mano, avanzandosi verso
-la tela come per raddolcire una tinta, ma non toccandola.
-La notte lo colse in quell'attitudine. Svegliato dalla
-sua fantasticheria dall'oscurità, discese, incontrò il vecchio
-ammiraglio sulle scale, gli gettò una triste occhiata
-salutandolo, e fuggì. Aveva avuta l'intenzione di entrare
-dalle sue vicine, ma l'aspetto del protettore d'Adelaide
-gli gelò il cuore e fece svanire la sua risoluzione. Si
-chiese per la centesima volta quale interesse poteva condurre
-quel vecchio libertino, ricco di ottantamila lire di
-rendita, in quel quarto piano ove perdeva circa quaranta
-franchi tutte le sere; e quell'interesse credette indovinarlo.
-<span class="pagenum" id="Page_93">[93]</span>
-Il giorno dopo ed i seguenti Ippolito si ingolfò nel
-lavoro per cercare di combattere la sua passione, colla
-foga delle idee e della concezione. Riescì a mezzo. Lo
-studio lo consolò senza però arrivare a soffocare i ricordi
-di tante ore carezzevoli passate presso Adelaide. Una sera,
-nel lasciare il suo studio, trovò la porta dell'appartamento
-delle due signore semichiusa. Vi era una persona in
-piedi nel vano della finestra. La disposizione della porta
-e della scala non permettevano al pittore di passare senza
-vedere Adelaide; la salutò freddamente, lanciandole una
-occhiata indifferente; ma, giudicando dalle sue le sofferenze
-di quella giovinetta, provò un sussulto interno nel
-pensare all'amarezza che quello sguardo e quella freddezza
-dovevano gettare in un cuore innamorato. Coronare
-le più dolci feste che mai abbiano rallegrate anime
-pure con un dispetto di otto giorni, collo sprezzo più profondo,
-più completo!... triste scioglimento! Forse la borsa
-era stata trovata, e forse ogni sera Adelaide aveva aspettato
-il suo amico. Questo pensiero così semplice, così
-naturale, fece provare nuovi rimorsi all'innamorato. Si
-domandò se le prove d'attaccamento che la giovinetta
-gli aveva date, se le incantevoli conversazioni, improntate
-da un amore che l'aveva entusiasmato, non meritavano
-almeno un'inchiesta, non valevano una giustificazione.
-Vergognandosi di aver resistito per una settimana
-ai voti del cuore e trovandosi quasi reo per quella lotta,
-la sera stessa andò da madama De Rouville. Tutti i suoi
-sospetti, tutti i suoi cattivi pensieri, svanirono all'aspetto
-della giovinetta pallida e dimagrata.
-</p>
-
-<p>
-— Mio Dio, che avete? le disse dopo avere salutata la
-baronessa.
-</p>
-
-<p>
-Adelaide non gli rispose, ma gli lanciò un'occhiata
-piena di malinconia, un'occhiata triste, scoraggiata, che
-gli fece male.
-</p>
-
-<p>
-— Avete senza dubbio lavorato molto, disse la vecchia,
-siete cambiato. Noi siamo la causa della vostra reclusione.
-Questo ritratto avrà ritardato alcuni quadri importanti
-per la vostra riputazione.
-</p>
-
-<p>
-Ippolito fu felice di trovare una scusa così buona alla
-sua indelicatezza.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, disse, sono stato molto occupato, ma ho sofferto...
-</p>
-
-<p>
-A quelle parole Adelaide alzò la testa, guardò il suo
-<span class="pagenum" id="Page_94">[94]</span>
-amante, ed i suoi occhi inquieti non gli rimproverarono
-più nulla.
-</p>
-
-<p>
-— Voi ci supponevate molto indifferenti a ciò che di
-bene e di male vi può accadere? disse la vecchia.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbi torto, egli rispose. Tuttavia vi sono dolori che
-non si potrebbero confidare ad alcuno, nemmeno ad un
-sentimento meno recente di quello di cui voi mi onorate...
-</p>
-
-<p>
-— La sincerità, la forza dell'amicizia non si devono
-misurare dal tempo. Ho visto dei vecchi amici non scambiarsi
-una lagrima nella sventura, disse la baronessa crollando
-la testa.
-</p>
-
-<p>
-— Ma che avete dunque? chiese il giovine ad Adelaide.
-</p>
-
-<p>
-— Oh! nulla, rispose la baronessa. Adelaide ha passato
-alcune notti per finire un lavoro femminile e non ha voluto
-darmi ascolto quando le dicevo che un giorno più
-un giorno meno poco importava...
-</p>
-
-<p>
-Ippolito non ascoltava. Vedendo quelle due figure così
-nobili, così calme, arrossiva dei suoi sospetti ed attribuiva
-la perdita della sua borsa a qualche caso inesplicabile.
-</p>
-
-<p>
-Quella serata fu deliziosa per lui, e fors'anche per lei. Vi
-sono segreti che le anime giovani comprendono così bene!
-Adelaide indovinava ciò che pensasse Ippolito. Senza volere
-confessare i suoi torti, il pittore li riconosceva; ritornava
-alla sua amante più invaghito, più affettuoso,
-cercando così di guadagnare un tacito perdono.
-</p>
-
-<p>
-Adelaide gustava gioje così perfette, così dolci, che non
-le parevano pagate troppo con tutta la sciagura che aveva
-così crudelmente straziato l'anima sua.
-</p>
-
-<p>
-L'accordo così vero dei loro cuori, quell'intimità piena
-di magia, fu però turbata da una parola della baronessa
-De Rouville.
-</p>
-
-<p>
-— Facciamo la nostra partitina? ella disse, giacchè il
-mio vecchio Kergarouët mi tiene il broncio.
-</p>
-
-<p>
-Questa frase risvegliò tutti i sospetti del giovine pittore,
-che arrossì guardando la madre di Adelaide; ma non vide
-su quel volto che l'espressione di una bonomia sincera;
-nessuna seconda intenzione ne distruggeva la piacevolezza;
-la finezza non era perfida, la malizia pareva dolce,
-e nessun rimorso ne alterava la calma.
-</p>
-
-<p>
-Allora si mise alla tavola da giuoco.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_95">[95]</span>
-</p>
-
-<p>
-Adelaide volle dividere la sorte del pittore, pretendendo
-che non conoscesse il picchetto, ed avendo bisogno d'un
-socio.
-</p>
-
-<p>
-Madama De Rouville e sua figlia si fecero durante la
-partita dei segni d'intelligenza che inquietavano tanto
-più Ippolito, inquantochè guadagnava; ma poi alla fine
-un ultimo colpo rese i due amanti debitori della baronessa.
-</p>
-
-<p>
-Volendo cercare delle monete nelle tasche, il pittore
-ritirò le mani da sopra la tavola, ed allora vide davanti
-a sè una borsa che Adelaide vi aveva fatto scivolare
-senza ch'egli se ne accorgesse; la povera ragazza teneva
-l'antica, e per darsi contegno si occupava a cercarvi del
-danaro per pagare sua madre.
-</p>
-
-<p>
-Il sangue di Ippolito affluì tutto al suo cuore con impeto
-sì grande che fu sul punto di venir meno.
-</p>
-
-<p>
-La borsa nuova sostituita alla sua e che conteneva i
-suoi quindici luigi, era ricamata in perle d'oro.
-</p>
-
-<p>
-I cappii, le nappine, tutto attestava il buon gusto di
-Adelaide, che senza dubbio aveva esaurito il suo peculio
-negli ornamenti di quel grazioso lavoro.
-</p>
-
-<p>
-Era impossibile dire con maggior delicatezza che il
-dono del pittore non poteva essere ricompensato che con
-un attestato d'affezione.
-</p>
-
-<p>
-Quando Ippolito, soprafatto dalla felicità, volse gli occhi
-su Adelaide e sulla baronessa, le vide tremanti di gioja e
-felici dell'amabile soperchieria.
-</p>
-
-<p>
-Egli si trovò piccolo, meschino, babbeo; avrebbe voluto
-punirsi, lacerarsi il cuore.
-</p>
-
-<p>
-Alcune lagrime gli spuntarono negli occhi, si alzò con
-un moto irresistibile, prese Adelaide fra le braccia, la
-strinse al seno, le rapì un bacio, poi, con una buona fede
-d'artista:
-</p>
-
-<p>
-— Ve la chiedo in moglie! sclamò guardando la baronessa.
-</p>
-
-<p>
-Adelaide gettava sul pittore degli sguardi mezzo corrucciati
-e madama De Rouville, un po' sorpresa, cercava
-una risposta, quando la scena fu interrotta dallo strepito
-del campanello.
-</p>
-
-<p>
-Il vecchio ammiraglio comparve seguito dalla sua ombra
-e dalla signora Schinner.
-</p>
-
-<p>
-Dopo avere indovinato la causa dei dispiaceri che suo
-figlio aveva inutilmente cercato di nasconderle, la madre
-<span class="pagenum" id="Page_96">[96]</span>
-di Ippolito aveva preso informazioni su Adelaide da alcuno
-dei suoi amici.
-</p>
-
-<p>
-Giustamente allarmata dalle calunnie che pesavano su
-quella giovinetta all'insaputa del conte di Kergarouët,
-il cui nome gli fu detto dalla portinaja, era andata a
-narrarle al vice-ammiraglio, che nella sua collera diceva
-di «voler andare a tagliare le orecchie a quei furfanti.»
-Animato dalla sua bile, aveva comunicato alla signora
-Schinner il segreto delle perdite volontarie che faceva al
-giuoco, giacchè la fierezza della baronessa non gli lasciava
-che quel mezzo ingegnoso per soccorrerla.
-</p>
-
-<p>
-Allorchè madama Schinner salutò madama De Rouville,
-questa guardò il conte di Kergarouët, Ippolito, Adelaide,
-e disse colla grazia del cuore: — Pare che questa sera
-siamo in famiglia.
-</p>
-
-<p class="pad2 center large">
-<span class="smcap">Fine.</span>
-</p>
-
-<div class="somm">
-
-<h2><a id="indice" href="#indfront">
-INDICE</a></h2>
-
-<table class="indice" summary="">
- <tr>
- <td>Prefazione</td> <td class="pag"><a href="#prefazione">Pag. 3</a></td>
- </tr>
- <tr>
- <td>La pace domestica</td> <td class="pag"><a href="#lapace">7</a></td>
- </tr>
- <tr>
- <td>L'elisir di lunga vita</td> <td class="pag"><a href="#elisir">43</a></td>
- </tr>
- <tr>
- <td>La borsa</td> <td class="pag"><a href="#borsa">67</a></td>
- </tr>
-</table>
-
-<hr />
-</div>
-
-<div class="tnote">
-<p class="tntitle">
-Nota del Trascrittore
-</p>
-
-<p>
-Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione
-minimi errori tipografici. Per comodità di lettura è stato aggiunto un indice a fine volume.
-</p>
-
-<p class="covernote">
-Copertina creata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio.
-</p>
-</div>
-
-<div style='display:block; margin-top:4em'>*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK LA PACE DOMESTICA - L'ELISIR DI LUNGA VITA - LA BORSA ***</div>
-<div style='text-align:left'>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-Updated editions will replace the previous one&#8212;the old editions will
-be renamed.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-Creating the works from print editions not protected by U.S. copyright
-law means that no one owns a United States copyright in these works,
-so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the United
-States without permission and without paying copyright
-royalties. Special rules, set forth in the General Terms of Use part
-of this license, apply to copying and distributing Project
-Gutenberg&#8482; electronic works to protect the PROJECT GUTENBERG&#8482;
-concept and trademark. Project Gutenberg is a registered trademark,
-and may not be used if you charge for an eBook, except by following
-the terms of the trademark license, including paying royalties for use
-of the Project Gutenberg trademark. If you do not charge anything for
-copies of this eBook, complying with the trademark license is very
-easy. You may use this eBook for nearly any purpose such as creation
-of derivative works, reports, performances and research. Project
-Gutenberg eBooks may be modified and printed and given away--you may
-do practically ANYTHING in the United States with eBooks not protected
-by U.S. copyright law. Redistribution is subject to the trademark
-license, especially commercial redistribution.
-</div>
-
-<div style='margin:0.83em 0; font-size:1.1em; text-align:center'>START: FULL LICENSE<br />
-<span style='font-size:smaller'>THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE<br />
-PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK</span>
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-To protect the Project Gutenberg&#8482; mission of promoting the free
-distribution of electronic works, by using or distributing this work
-(or any other work associated in any way with the phrase &#8220;Project
-Gutenberg&#8221;), you agree to comply with all the terms of the Full
-Project Gutenberg&#8482; License available with this file or online at
-www.gutenberg.org/license.
-</div>
-
-<div style='display:block; font-size:1.1em; margin:1em 0; font-weight:bold'>
-Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg&#8482; electronic works
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg&#8482;
-electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to
-and accept all the terms of this license and intellectual property
-(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all
-the terms of this agreement, you must cease using and return or
-destroy all copies of Project Gutenberg&#8482; electronic works in your
-possession. If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a
-Project Gutenberg&#8482; electronic work and you do not agree to be bound
-by the terms of this agreement, you may obtain a refund from the person
-or entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.B. &#8220;Project Gutenberg&#8221; is a registered trademark. It may only be
-used on or associated in any way with an electronic work by people who
-agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few
-things that you can do with most Project Gutenberg&#8482; electronic works
-even without complying with the full terms of this agreement. See
-paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project
-Gutenberg&#8482; electronic works if you follow the terms of this
-agreement and help preserve free future access to Project Gutenberg&#8482;
-electronic works. See paragraph 1.E below.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation (&#8220;the
-Foundation&#8221; or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection
-of Project Gutenberg&#8482; electronic works. Nearly all the individual
-works in the collection are in the public domain in the United
-States. If an individual work is unprotected by copyright law in the
-United States and you are located in the United States, we do not
-claim a right to prevent you from copying, distributing, performing,
-displaying or creating derivative works based on the work as long as
-all references to Project Gutenberg are removed. Of course, we hope
-that you will support the Project Gutenberg&#8482; mission of promoting
-free access to electronic works by freely sharing Project Gutenberg&#8482;
-works in compliance with the terms of this agreement for keeping the
-Project Gutenberg&#8482; name associated with the work. You can easily
-comply with the terms of this agreement by keeping this work in the
-same format with its attached full Project Gutenberg&#8482; License when
-you share it without charge with others.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern
-what you can do with this work. Copyright laws in most countries are
-in a constant state of change. If you are outside the United States,
-check the laws of your country in addition to the terms of this
-agreement before downloading, copying, displaying, performing,
-distributing or creating derivative works based on this work or any
-other Project Gutenberg&#8482; work. The Foundation makes no
-representations concerning the copyright status of any work in any
-country other than the United States.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg:
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.E.1. The following sentence, with active links to, or other
-immediate access to, the full Project Gutenberg&#8482; License must appear
-prominently whenever any copy of a Project Gutenberg&#8482; work (any work
-on which the phrase &#8220;Project Gutenberg&#8221; appears, or with which the
-phrase &#8220;Project Gutenberg&#8221; is associated) is accessed, displayed,
-performed, viewed, copied or distributed:
-</div>
-
-<blockquote>
- <div style='display:block; margin:1em 0'>
- This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and most
- other parts of the world at no cost and with almost no restrictions
- whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms
- of the Project Gutenberg License included with this eBook or online
- at <a href="https://www.gutenberg.org">www.gutenberg.org</a>. If you
- are not located in the United States, you will have to check the laws
- of the country where you are located before using this eBook.
- </div>
-</blockquote>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.E.2. If an individual Project Gutenberg&#8482; electronic work is
-derived from texts not protected by U.S. copyright law (does not
-contain a notice indicating that it is posted with permission of the
-copyright holder), the work can be copied and distributed to anyone in
-the United States without paying any fees or charges. If you are
-redistributing or providing access to a work with the phrase &#8220;Project
-Gutenberg&#8221; associated with or appearing on the work, you must comply
-either with the requirements of paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 or
-obtain permission for the use of the work and the Project Gutenberg&#8482;
-trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or 1.E.9.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.E.3. If an individual Project Gutenberg&#8482; electronic work is posted
-with the permission of the copyright holder, your use and distribution
-must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any
-additional terms imposed by the copyright holder. Additional terms
-will be linked to the Project Gutenberg&#8482; License for all works
-posted with the permission of the copyright holder found at the
-beginning of this work.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg&#8482;
-License terms from this work, or any files containing a part of this
-work or any other work associated with Project Gutenberg&#8482;.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this
-electronic work, or any part of this electronic work, without
-prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with
-active links or immediate access to the full terms of the Project
-Gutenberg&#8482; License.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary,
-compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including
-any word processing or hypertext form. However, if you provide access
-to or distribute copies of a Project Gutenberg&#8482; work in a format
-other than &#8220;Plain Vanilla ASCII&#8221; or other format used in the official
-version posted on the official Project Gutenberg&#8482; website
-(www.gutenberg.org), you must, at no additional cost, fee or expense
-to the user, provide a copy, a means of exporting a copy, or a means
-of obtaining a copy upon request, of the work in its original &#8220;Plain
-Vanilla ASCII&#8221; or other form. Any alternate format must include the
-full Project Gutenberg&#8482; License as specified in paragraph 1.E.1.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,
-performing, copying or distributing any Project Gutenberg&#8482; works
-unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing
-access to or distributing Project Gutenberg&#8482; electronic works
-provided that:
-</div>
-
-<div style='margin-left:0.7em;'>
- <div style='text-indent:-0.7em'>
- &bull; You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
- the use of Project Gutenberg&#8482; works calculated using the method
- you already use to calculate your applicable taxes. The fee is owed
- to the owner of the Project Gutenberg&#8482; trademark, but he has
- agreed to donate royalties under this paragraph to the Project
- Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments must be paid
- within 60 days following each date on which you prepare (or are
- legally required to prepare) your periodic tax returns. Royalty
- payments should be clearly marked as such and sent to the Project
- Gutenberg Literary Archive Foundation at the address specified in
- Section 4, &#8220;Information about donations to the Project Gutenberg
- Literary Archive Foundation.&#8221;
- </div>
-
- <div style='text-indent:-0.7em'>
- &bull; You provide a full refund of any money paid by a user who notifies
- you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he
- does not agree to the terms of the full Project Gutenberg&#8482;
- License. You must require such a user to return or destroy all
- copies of the works possessed in a physical medium and discontinue
- all use of and all access to other copies of Project Gutenberg&#8482;
- works.
- </div>
-
- <div style='text-indent:-0.7em'>
- &bull; You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of
- any money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
- electronic work is discovered and reported to you within 90 days of
- receipt of the work.
- </div>
-
- <div style='text-indent:-0.7em'>
- &bull; You comply with all other terms of this agreement for free
- distribution of Project Gutenberg&#8482; works.
- </div>
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project
-Gutenberg&#8482; electronic work or group of works on different terms than
-are set forth in this agreement, you must obtain permission in writing
-from the Project Gutenberg Literary Archive Foundation, the manager of
-the Project Gutenberg&#8482; trademark. Contact the Foundation as set
-forth in Section 3 below.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.F.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable
-effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread
-works not protected by U.S. copyright law in creating the Project
-Gutenberg&#8482; collection. Despite these efforts, Project Gutenberg&#8482;
-electronic works, and the medium on which they may be stored, may
-contain &#8220;Defects,&#8221; such as, but not limited to, incomplete, inaccurate
-or corrupt data, transcription errors, a copyright or other
-intellectual property infringement, a defective or damaged disk or
-other medium, a computer virus, or computer codes that damage or
-cannot be read by your equipment.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the &#8220;Right
-of Replacement or Refund&#8221; described in paragraph 1.F.3, the Project
-Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project
-Gutenberg&#8482; trademark, and any other party distributing a Project
-Gutenberg&#8482; electronic work under this agreement, disclaim all
-liability to you for damages, costs and expenses, including legal
-fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT
-LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE
-PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE
-TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE
-LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR
-INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
-DAMAGE.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a
-defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
-receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a
-written explanation to the person you received the work from. If you
-received the work on a physical medium, you must return the medium
-with your written explanation. The person or entity that provided you
-with the defective work may elect to provide a replacement copy in
-lieu of a refund. If you received the work electronically, the person
-or entity providing it to you may choose to give you a second
-opportunity to receive the work electronically in lieu of a refund. If
-the second copy is also defective, you may demand a refund in writing
-without further opportunities to fix the problem.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth
-in paragraph 1.F.3, this work is provided to you &#8216;AS-IS&#8217;, WITH NO
-OTHER WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT
-LIMITED TO WARRANTIES OF MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied
-warranties or the exclusion or limitation of certain types of
-damages. If any disclaimer or limitation set forth in this agreement
-violates the law of the state applicable to this agreement, the
-agreement shall be interpreted to make the maximum disclaimer or
-limitation permitted by the applicable state law. The invalidity or
-unenforceability of any provision of this agreement shall not void the
-remaining provisions.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the
-trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone
-providing copies of Project Gutenberg&#8482; electronic works in
-accordance with this agreement, and any volunteers associated with the
-production, promotion and distribution of Project Gutenberg&#8482;
-electronic works, harmless from all liability, costs and expenses,
-including legal fees, that arise directly or indirectly from any of
-the following which you do or cause to occur: (a) distribution of this
-or any Project Gutenberg&#8482; work, (b) alteration, modification, or
-additions or deletions to any Project Gutenberg&#8482; work, and (c) any
-Defect you cause.
-</div>
-
-<div style='display:block; font-size:1.1em; margin:1em 0; font-weight:bold'>
-Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg&#8482;
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-Project Gutenberg&#8482; is synonymous with the free distribution of
-electronic works in formats readable by the widest variety of
-computers including obsolete, old, middle-aged and new computers. It
-exists because of the efforts of hundreds of volunteers and donations
-from people in all walks of life.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-Volunteers and financial support to provide volunteers with the
-assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg&#8482;&#8217;s
-goals and ensuring that the Project Gutenberg&#8482; collection will
-remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
-Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
-and permanent future for Project Gutenberg&#8482; and future
-generations. To learn more about the Project Gutenberg Literary
-Archive Foundation and how your efforts and donations can help, see
-Sections 3 and 4 and the Foundation information page at www.gutenberg.org.
-</div>
-
-<div style='display:block; font-size:1.1em; margin:1em 0; font-weight:bold'>
-Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non-profit
-501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
-state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
-Revenue Service. The Foundation&#8217;s EIN or federal tax identification
-number is 64-6221541. Contributions to the Project Gutenberg Literary
-Archive Foundation are tax deductible to the full extent permitted by
-U.S. federal laws and your state&#8217;s laws.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-The Foundation&#8217;s business office is located at 809 North 1500 West,
-Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887. Email contact links and up
-to date contact information can be found at the Foundation&#8217;s website
-and official page at www.gutenberg.org/contact
-</div>
-
-<div style='display:block; font-size:1.1em; margin:1em 0; font-weight:bold'>
-Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-Project Gutenberg&#8482; depends upon and cannot survive without widespread
-public support and donations to carry out its mission of
-increasing the number of public domain and licensed works that can be
-freely distributed in machine-readable form accessible by the widest
-array of equipment including outdated equipment. Many small donations
-($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
-status with the IRS.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-The Foundation is committed to complying with the laws regulating
-charities and charitable donations in all 50 states of the United
-States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
-considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
-with these requirements. We do not solicit donations in locations
-where we have not received written confirmation of compliance. To SEND
-DONATIONS or determine the status of compliance for any particular state
-visit <a href="https://www.gutenberg.org/donate/">www.gutenberg.org/donate</a>.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-While we cannot and do not solicit contributions from states where we
-have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
-against accepting unsolicited donations from donors in such states who
-approach us with offers to donate.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-International donations are gratefully accepted, but we cannot make
-any statements concerning tax treatment of donations received from
-outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-Please check the Project Gutenberg web pages for current donation
-methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
-ways including checks, online payments and credit card donations. To
-donate, please visit: www.gutenberg.org/donate
-</div>
-
-<div style='display:block; font-size:1.1em; margin:1em 0; font-weight:bold'>
-Section 5. General Information About Project Gutenberg&#8482; electronic works
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-Professor Michael S. Hart was the originator of the Project
-Gutenberg&#8482; concept of a library of electronic works that could be
-freely shared with anyone. For forty years, he produced and
-distributed Project Gutenberg&#8482; eBooks with only a loose network of
-volunteer support.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-Project Gutenberg&#8482; eBooks are often created from several printed
-editions, all of which are confirmed as not protected by copyright in
-the U.S. unless a copyright notice is included. Thus, we do not
-necessarily keep eBooks in compliance with any particular paper
-edition.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-Most people start at our website which has the main PG search
-facility: <a href="https://www.gutenberg.org">www.gutenberg.org</a>.
-</div>
-
-<div style='display:block; margin:1em 0'>
-This website includes information about Project Gutenberg&#8482;,
-including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
-Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
-subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
-</div>
-
-</div>
-
-</body>
-</html>
diff --git a/old/65051-h/images/cover.jpg b/old/65051-h/images/cover.jpg
deleted file mode 100644
index 4785b75..0000000
--- a/old/65051-h/images/cover.jpg
+++ /dev/null
Binary files differ