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If you are not located in the United States, you -will have to check the laws of the country where you are located before -using this eBook. - -Title: La pace domestica - L'elisir di lunga vita - La borsa - Racconti scelti - -Author: Honoré de Balzac - -Release Date: April 10, 2021 [eBook #65051] - -Language: Italian - -Character set encoding: UTF-8 - -Produced by: Barbara Magni and the Online Distributed Proofreading Team at - http://www.pgdp.net (This file was produced from images made - available by The Internet Archive) - -*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK LA PACE DOMESTICA - L'ELISIR DI -LUNGA VITA - LA BORSA *** - - BIBLIOTECA UNIVERSALE - - - LA PACE DOMESTICA - - L'ELISIR DI LUNGA VITA — LA BORSA - - - RACCONTI SCELTI - - DI - - ONORATO BALZAC - - - - MILANO - EDOARDO SONZOGNO, EDITORE - 14 — Via Pasquirolo — 14 - _1893._ - - - - - Milano. — Tip. dello Stab. di E. Sonzogno. - - - - -PREFAZIONE - - -Abbiamo già dato la biografia di Balzac, allorquando si pubblicarono -i volumi contenenti _Mercadet l'affarista, Il lutto, Fisiologia del -matrimonio, Gl'impiegati_. Quale prefazione a questo volume che si -sta pubblicando, il quale contiene _La pace domestica, L'elisir di -lunga vita, La borsa_, reputiamo opportuno citare il giudizio che -dello stesso Balzac hanno pronunziato quei due grandi luminari della -letteratura francese, che furono Vittor Hugo e Lamartine. - -Victor Hugo ha scritto: «Il nome di Balzac lascierà una traccia -luminosa alla nostra epoca ed a quella che vi seguirà. Egli era dei -primi fra i grandi, dei più alti fra i migliori. Tutti i suoi libri -ne formano un solo, un libro vivo, luminoso, profondo, ove si vede -il viavai, il camminare, il moversi, con un non so che di sgomento -e di terribile, misto alla realtà dell'intero nostro incivilimento -contemporaneo; un libro maraviglioso che il poeta intitolò _commedia_ -e che avrebbe potuto intitolare _storia_; che prende tutte le -forme e tutti gli stili; che supera Tacito e tocca Svetonio; che -attraversa Beaumarchais e giunge fino a Rabelais; un libro che è -tutto osservazione ed imaginazione; che prodiga il vero, l'intimo, il -borghese, il triviale, il materiale e che, in certi momenti, attraverso -tutte le realtà della vita repentinamente e largamente strappate, -lascia tutto ad un tratto scorgere l'ideale più tetro e tragico. A sua -insaputa, il voglia o no, consenziente o no, l'autore di quest'opera -immensa e strana è della forte stirpe degli scrittori rivoluzionarii. -Egli va dritto alla meta. Afferra pel corpo la società moderna; strappa -a tutti un brandello, agli uni l'illusione, agli altri la speranza, -a questo un grido, a quello una maschera; fruga il vizio, disseca la -passione, scruta, scandaglia l'uomo, l'anima, il cuore, le viscere, il -cervello, l'abisso che ciascuno ha in sè.» - -E Lamartine scrisse di lui: - -«I tre caratteri predominanti del talento di Balzac sono: la verità, il -patetico e la moralità. Bisogna aggiungervi l'invenzione drammatica, -che lo rende in prosa eguale e spesso superiore a Molière. So che a -questa parola si leverà un grido di scandalo e di sacrilegio da tutta -la Francia; ma, senza punto detrarre all'autore del _Misantropo_ di -ciò che la perfezione del suo verso aggiunge all'originalità del suo -talento e proclamandolo, come tutti, incomparabile e inimitabile, -il mio entusiasmo per il gran commediografo del secolo di Luigi XIV -non mi renderà mai ingiusto ed ingrato verso un altro, inferiore in -locuzione; eguale, se non superiore, in convinzione; pure incomparabile -in fecondità: Balzac! Quante volte leggendolo e svolgendo con lui i -prodigiosi ed inesauribili meandri della sua inventiva, ho esclamato -fra me e me: «La Francia ha due Molière; il Molière in versi e il -Molière in prosa!» Balzac è anzitutto il gran geografo delle passioni. -Non so che istinto rivelatore ed osservatore gli ha insegnato che i -luoghi e gli uomini sono vincolati da legami segreti; che il tal sito -è un'idea, la tal muraglia è un carattere, e che per ben riuscire in -un ritratto fa d'uopo dipingere una camera. Quest'analogia e fedeltà -stanno ai suoi romanzi come il paesaggio alle grandi scene del dramma. -Gl'imbecilli si lagnano della minuziosità apparente di descrizione; -gl'intelligenti l'ammirano. In lui tutto incomincia con un simile -ambiente de' suoi personaggi, prefazione dell'uomo. Anzi è appunto in -ciò ch'egli spiegò il maggior estro. Ecco, per esempio, il principio di -_Eugenia Grandet_, ecco l'avaro, assai diversamente concepito da quello -di Plauto, di Terenzio e di Molière. La commedia di carattere va fino -al riso nelle caricature di questi grandi commediografi. In Balzac va -fino al pianto. Gli uni si burlavano ridevolmente dell'avaro nel motto -famoso: Che fare in quella galera? L'altro fa detestare il vizio e -odiare il vizioso.» - - - - -LA PACE DOMESTICA - - -L'avventura riprodotta in questa scena accadde verso la fine del mese -di novembre 1809, nel punto in cui il fuggitivo impero di Napoleone -era all'apogeo del suo splendore. Le fanfare della vittoria di Wagram -rimbombavano ancora nel cuore della monarchia austriaca. La pace era -segnata tra la Francia e la coalizione. I re ed i principi vennero -allora, come astri, a compire le loro evoluzioni intorno a Napoleone, -che si procurò la soddisfazione di trascinarsi dietro l'Europa, -magnifico saggio della potenza che spiegò più tardi a Dresda. - -Mai, al dire dei contemporanei, Parigi aveva vedute feste più belle -di quelle che precedettero e seguirono il matrimonio di questo sovrano -con un'arciduchessa d'Austria, mai nei giorni più splendidi dell'antica -monarchia, tante teste coronate accorsero sulle rive della Senna, e mai -l'aristocrazia francese fu ricca e brillante come allora. I diamanti -sparsi a profusione sulle acconciature, i ricami d'oro e d'argento -delle uniformi, fecero tale contrasto coll'indigenza repubblicana, che -sembrava vedere le ricchezze del globo affluire nei saloni di Parigi. -Un'ebbrezza generale aveva come colpito questo impero d'un giorno. -Tutti i militari, senza eccettuare il loro capo, godevano da ricchi -improvvisati i tesori conquistati da un milione d'uomini colle spalline -di lana, le cui esigenze erano soddisfatte con alcune aune di nastro -rosso. A quell'epoca la maggior parte delle donne affettava quella -facilità di costumi e quel rilassamento della morale che segnalò il -regno di Luigi XV. Sia per imitare i modi della monarchia caduta, sia -che certi membri della famiglia imperiale ne avessero dato l'esempio, -come lo pretendevano i _Frondeur_ del sobborgo San Germano, è certo che -uomini e donne, tutti si lanciarono nei piaceri con una intrepidità che -pareva presagire la fine del mondo. Ma v'era allora un'altra ragione -di questa licenza. La passione delle donne pei militari divenne una -specie di frenesia e combinava troppo bene colle viste dell'imperatore -perchè vi mettesse un freno. Le frequenti riprese di guerra, che -fecero somigliare ad armistizii tutti i trattati conclusi da Napoleone, -esponevano le passioni a scioglimenti così rapidi quanto le decisioni -del capo supremo di questi kolbach, di questi dolman e di questi -pennacchi, che piacquero tanto al bel sesso. I cuori furono allora -nomadi come i reggimenti. Da un primo ad un quinto bollettino della -grande armata, una donna poteva essere successivamente amante, sposa, -madre e vedova. Era la prospettiva d'una prossima vedovanza, quella di -una dotazione, o la speranza di portare un nome consegnato alla storia, -che rendeva così seducenti i militari? Le donne furono trascinate -verso di essi dalla certezza che il segreto delle loro passioni sarebbe -sepolto sui campi di battaglia, e la causa di questo dolce fanatismo -si deve cercare nella nobile attrattiva che ha su di esse il coraggio? -Forse queste ragioni, che il futuro storico dei costumi imperiali si -divertirà senza dubbio a pesare, entravano tutte per qualche cosa nella -loro facilità ad abbandonarsi agli amori. Checchè ne sia confessiamolo -gli allori coprirono allora molti falli, le donne cercarono con ardore -quegli arditi avventurieri, che loro parevano vere sorgenti d'onori, di -ricchezze e di piaceri, ed agli occhi delle giovinette, una spallina, -quel geroglifico futuro, significava onore e libertà. Un tratto di -quell'epoca unica nel nostri annali e che la caratterizza, fu una -passione sfrenata per tutto ciò che brillava; mai non vi furono tanti -fuochi artificiali, mai il diamante raggiunse sì alto valore. - -Gli uomini, avidi come le donne di quei ciottoli bianchi, se ne -impadronivano al pari di esse. Forse la necessità di dare al bottino -la forma più facile al trasporto, mise nell'armata i giojelli in voga. -Un uomo non era tanto ridicolo come lo sarebbe oggi, quando lo sparato -della sua camicia o le sue dita presentavano agli sguardi dei grossi -diamanti. Murat, uomo affatto orientale, diede l'esempio di un lusso -assurdo presso i militari moderni. - -Il conte di Gondreville, uno dei Luculli di quel Senato conservatore -che nulla conservò, non aveva protratta la sua festa in onore della -pace che per far meglio la corte a Napoleone, sforzandosi di eclissare -gli adulatori dai quali era stato prevenuto. Gli ambasciatori di -tutte le potenze amiche della Francia col beneficio dell'inventario, -i personaggi più importanti dell'impero, perfino alcuni principi, -erano in quel momento riuniti nei saloni dell'opulento senatore. -La danza languiva; ognuno attendeva l'imperatore, la cui presenza -era stata promessa dal conte. Napoleone avrebbe mantenuta la parola -senza la scena che scoppiò la sera stessa fra Giuseppina e lui, -scena che preludiò al divorzio di quegli augusti sposi. La notizia -di quell'avventura, allora tenuta segretissima, ma che fu raccolta -dalla storia, non pervenne alle orecchie dei cortigiani, e non influì -altrimenti che per l'assenza di Napoleone sulla gajezza della festa -del conte di Gondreville. Le più belle donne di Parigi, affrettatesi a -recarsi da lui, sulla fede di una diceria, vi facevano in quel momento -una gara di lusso, civetteria, abbigliamenti e bellezza. Orgogliosa -delle sue ricchezze, la banca vi sfidava gli splendidi generali ed i -grandi uffiziali dell'impero, recentemente rimpinziti di croci, titoli -e decorazioni. - -Questi grandi balli erano sempre occasioni colte dalle famiglie ricche -per produrvi le loro ereditiere agli occhi dei pretoriani di Napoleone, -nella folle speranza di cambiare le magnifiche loro doti contro un -incerto favore. Le donne che si credevano abbastanza forti della -sola loro beltà venivano a provarne la potenza. Là, come altrove, il -divertimento non era che una maschera. I volti sereni e ridenti, le -fronti calme nascondevano calcoli odiosi; le dichiarazioni d'amicizia -erano menzogne, e più di un personaggio diffidava meno de' suoi nemici -che degli amici. Queste osservazioni erano necessarie per spiegare -i fatti del piccolo imbroglio, soggetto di questa scena, per quanto -mitigata, dei costumi che regnavano allora nei saloni di Parigi. - -— Volgete un po' gli occhi verso quella colonna spezzata che porta un -candelabro, non vedete una giovine donna, pettinata alla Chinese? Là, -nell'angolo a sinistra. Essa ha delle campanule azzurre nel mazzo di -capelli castani che cadono a fiotti sulla sua testa. Non vedete? è così -pallida che la si crederebbe sofferente, è graziosa e molto piccina; -in questo momento volge la testa verso di noi; i suoi occhi azzurri, -tagliati a mandorla ed incantevolmente soavi, pajono fatti apposta -per piangere. Ma, guardate! ella si abbassa per guardare madama de -Vaudremont attraverso questo dedalo di teste sempre in moto, le cui -alte pettinature le intercettano la visuale. - -— Ah! ci sono, caro mio. Tu non avevi che a indicarmela come la più -bianca di tutte le donne che sono qui, e l'avrei riconosciuta; essa -ha la più bella carnagione ch'io abbia mai ammirata. Da qui ti sfido -a distinguere sul suo collo le perle che separano ognuno degli zaffiri -della sua collana. Ma essa deve avere della virtù o della civetteria, -giacchè è molto se i merletti del suo corsetto permettono di sospettare -la bellezza dei contorni Che spalle, che bianchezza di giglio! - -— Chi è? chiese, quello che aveva parlato per il primo. - -— Non lo so. - -— Aristocratico! volete dunque, Montcornet, tenervele tutte per voi? - -— Ti sta bene il burlarmi! rispose Montcornet sorridendo. Credi avere -il diritto di insultare un povero generale come me, perchè, rivale -fortunato di Soulanges, tu non fai una sola piroetta che non allarmi -madama di Vaudremont? Oppure è perchè io non sono arrivato che da un -mese nella terra promessa? Siete ben insolenti voi altri amministratori -che restate inchiodati sulle vostre sedie mentre noi siamo in mezzo -alle bombe. Via, signor referendario, lasciateci spigolare nel campo il -cui possesso precario non vi resta che al momento in cui noi altri lo -abbandoniamo. Che diamine! bisogna che tutti vivano! Amico mio, se tu -conoscessi i tedeschi, mi faresti, io credo, qualche servizio presso la -parigina che ti è cara. - -— Generale, poichè voi avete onorata della vostra attenzione questa -donna che vedo qui per la prima volta, abbiate la carità di dirmi se -l'avete vista a ballare. - -— Eh, mio caro Marziale, da dove vieni? Se ti mandano in ambasciata, -auguro male dei tuoi successi. Non vedi tre ranghi delle più intrepide -civette di Parigi fra essa e lo sciame dei ballerini che ronza sotto il -lampadario, e non hai avuto bisogno del tuo occhialetto per scoprirla -all'angolo di quella colonna, ove pare sepolta nell'oscurità, ad -onta delle candele che brillano sopra la sua testa? Fra essa e noi -scintillano tanti occhi e tanti diamanti, ondeggiano tante piume, tanti -merletti, fiori e treccie, che sarebbe un vero miracolo se qualche -ballerino potesse scorgerla in mezzo a questi astri. Come, Marziale, -non hai tu indovinata la moglie di qualche sottoprefetto della Lippe o -della Dyle, che viene a tentare di rendere prefetto il suo marito? - -— Oh! lo sarà, disse con vivacità il referendario. - -— Ne dubito, replicò il colonnello del corazzieri ridendo, sembra così -nuova all'intrigo come tu alla diplomazia. Scommetto, Marziale, che tu -non sai perchè si trova là. - -Il referendario guardò il colonnello dei corazzieri della guardia con -un'aria che dava a divedere altrettanta indifferenza quanta curiosità. - -— Ebbene, disse Montcornet continuando, ella sarà senza dubbio arrivata -alle nove precise, forse la prima, e probabilmente avrà imbarazzato -molto la contessa di Gondreville la quale non sa cucire due idee. -Respinta dalla padrona di casa, cacciata di sedia in sedia da qualche -nuova arrivata, fino nelle tenebre di questo cantuccio, ella vi si -sarà lasciata chiudere, vittima della gelosia di queste dame che non -avranno chiesto di meglio che seppellire così quella figura pericolosa. -Essa non avrà avuto amici per incoraggiarla a difendere la piazza -che ha dovuto occupare di tratto in prima linea; ognuna di queste -perfide danzatrici avrà intimato agli uomini della sua congrega di non -impegnare la nostra povera amica, sotto pena di terribili castighi. -Ecco, mio caro, come questi esseri così teneri e candidi in apparenza -avranno stretta la loro coalizione contro l'incognita; e ciò senza -che alcune di quelle donne si sia detto altro che: — Conoscete voi, -mia cara, quella piccola dama azzurra? To', Marziale, se tu vuoi -in un quarto d'ora essere soprafatto di occhiate lusinghiere e di -interrogazioni provocanti più che forse non ne riceverai in tutta la -tua vita, tenta di forzare la triplice barriera che difende la regina -della Dyle, della Lippe, o della Charente. Vedrai se la più stupida -di queste donne non saprà trovare al momento un'astuzia capace di -trattenere l'uomo più determinato a mettere in luce la nostra gemente -incognita. Non ti pare che abbia un po' l'aria di un'elegia? - -— Vi pare, Montcornet? sarebbe dunque una donna maritata? - -— Perchè non sarebbe vedova? - -— Sarebbe più attiva, disse ridendo il referendario. - -— Forse è una vedova il cui marito giuoca alla _bouillotte_, replicò il -bel corazziere. - -— Infatti dopo la pace, vi sono tante di queste vedove! rispose -Marziale. Ma, mio caro Montcornet, noi siamo due ingenui. Quella testa -manifesta ancora troppa innocenza, respira ancora troppa gioventù e -freschezza sulla fronte e intorno alle tempie, perchè sia una donna. -Che toni di carne vigorosi! nulla di logoro nei rilievi del naso. Le -labbra, il mento, tutto in questa figura è fresco come un bottone di -rosa bianca, benchè la fisionomia ne sia come velata dalle nubi della -tristezza. Cosa può far piangere questa giovinetta? - -— Le donne piangono tanto per poco, disse il colonnello. - -— Non so, riprese Marziale, ma ella non piange per essere là senza -ballare; il suo cordoglio non data da oggi; si vede che per questa sera -si è fatta bella con premeditazione. Essa ama già, lo scommetterei. - -— Bah! forse è la figlia di qualche principuccio di Germania; nessuno -le parla, disse Montcornet. - -— Ah! come è disgraziata una povera ragazza! replicò Marziale. Si può -avere più grazia e più finezza della nostra incognita? Ebbene, non -una delle megere che le stanno intorno, e che si dicono sensibili, le -rivolgerà la parola. Se parlasse, vedremmo se i suoi denti sono belli. - -— Oh, oh, tu bolli come il latte alla minima elevazione di temperatura! -gridò il colonnello, un po' piccato di trovare così presto un rivale -nel suo amico. - -— Come, disse il referendario, senza accorgersi dell'interrogazione del -generale, e dirigendo l'occhialino su tutte le persone che stavano loro -d'intorno, come! nessuno qui potrà nominarci questo fiore esotico? - -— Eh, sarà qualche damigella di compagnia, gli disse Montcornet. - -— Buono! una damigella di compagnia che porta zaffiri degni d'una -regina ed un abito di _malines_! Contatela ad altri, generale. Anche -voi non sareste molto forte in diplomazia se nei vostri apprezzamenti -passaste in un momento dalla principessa tedesca alla damigella di -compagnia. - -Il generale Montcornet fermò per il braccio un ometto grasso, i cui -capelli mezzo grigi e gli occhi intelligenti si vedevano nei vani di -tutte le porte e che si mischiava senza complimenti ai diversi gruppi, -nei quali era accolto con rispetto. - -— Gondreville, caro amico, gli disse Montcornet, chi è quella graziosa -donnina seduta laggiù sotto quell'immenso candelabro? - -— Il candelabro? Ravrio, mio caro, me ne ha dato il disegno Isabey. - -— Oh! ho già riconosciuto il tuo gusto ed il tuo fasto nel mobilio, ma -la donna? - -— Ah! non la conosco. Sarà senza dubbio un'amica di mia moglie. - -— O la tua amante, vecchio briccone. - -— No, parola d'onore! La contessa di Gondreville è la sola donna capace -di invitare persone che nessuno conosce. - -Ad onta di questa osservazione piena d'acrimonia, il grosso ometto -conservò sulle sue labbra il sorriso di soddisfazione interna che vi -aveva fatto nascere la supposizione del colonnello dei corazzieri. -Costui raggiunse in un gruppo vicino il referendario occupato, -ma inutilmente, a cercare notizie sulla sconosciuta. Lo prese pel -braccio e gli disse all'orecchio: — Mio caro Marziale, sta in guardia! -Madama di Vaudremont ti osserva da alcuni minuti con un'attenzione -deplorabile; è donna da indovinare, al movimento solo delle tue -labbra, ciò che tu mi dicesti; i nostri gesti sono già stati troppo -significativi, ella ne ha benissimo scoperta e seguita la direzione, ed -io la credo in questo momento più occupata di noi stessi della piccola -dama azzurra. - -— Vecchia astuzia di guerra, mio caro Montcornet. Del resto che -m'importa? Io sono come l'imperatore; quando faccio delle conquiste le -mantengo. - -— Marziale! la tua fatuità ha bisogno di una lezione. Come! borghese, -tu hai l'onore di essere il marito designato di madama de Vaudremont, -una vedova di ventidue anni, che ha la miseria di quattromila napoleoni -di rendita, di una donna che ti mette in dito dei diamanti belli come -questo, aggiunse prendendo la mano sinistra del referendario che -gliela abbandonò con compiacenza, ed hai ancora la pretesa di fare -il Lovelace, come se fossi colonnello e costretto a mantenere nelle -guarnigioni la riputazione militare! Ohibò! Ma rifletti dunque a tutto -ciò che puoi perdere. - -— Almeno non perderò la mia libertà, replicò Marziale con un riso -forzato. - -Gettò uno sguardo appassionato a madama de Vaudremont la quale non gli -rispose che con un sorriso pieno d'inquietudine, giacchè aveva visto il -colonnello esaminare l'anello del referendario. - -— Ascolta, Marziale, ripresa il colonnello, se tu volteggi intorno alla -mia giovane sconosciuta, io intraprenderò la conquista di madama de -Vaudremont. - -— Permesso, caro corazziere, ma voi non otterrete nulla, disse il -giovine referendario mettendo la nitida unghia del suo pollice sotto -uno del denti superiori, e cavandone un piccolo strepito motteggiatore. - -— Pensa che io sono celibe, riprese il colonnello, che la mia spada è -tutta la mia fortuna, e che sfidarmi così è mettere Tantalo a sedere -davanti ad un banchetto che divorerà. - -— Prrr! - -Questo insolente cumolo di consonanti fu la risposta alla provocazione -del generale. La moda di quel tempo obbligava un uomo a portare al -ballo i calzoni di casimiro bianco e le calze di seta. Questo grazioso -costume metteva in rilievo la perfezione delle forme di Montcornet, -allora in età di trentacinque anni, e che attirava gli sguardi per -l'alta statura obbligatoria nei corazzieri della guardia imperiale, -la cui bell'uniforme dava maggior risalto alla sua imponenza, ancora -giovane ad onta della pinguedine che doveva all'equitazione. I suoi -baffi neri completavano l'espressione franca di una faccia veramente -militare la cui fronte era larga e scoperta, il naso aquilino, la -bocca vermiglia. I modi di Montcornet, improntati di una certa nobiltà -dovuta all'abitudine del comando, potevano piacere ad una donna che -avesse avuto il buon senso di non fare di suo marito uno schiavo. Il -colonnello sorrise guardando il referendario, uno dei suoi migliori -amici di collegio, la cui piccola statura svelta l'obbligò, per -rispondere alla sua canzonatura, ad abbassare un po' l'amichevole sua -occhiatina. - -Il barone Marziale De la Roche-Hugon era un giovane provenzale -che Napoleone proteggeva e sembrava designare per qualche pomposa -ambasciata. Egli aveva sedotto l'imperatore con una compiacenza -italiana, col genio dell'intrigo, con quell'eloquenza da salone e -quella scienza dei modi che surrogano tanto facilmente le qualità -eminenti di un uomo solido. Benchè vivace e giovane, la sua figura -possedeva già lo splendore immobile della latta, una delle qualità -indispensabili ai diplomatici e che permette loro di nascondere -le proprie emozioni, di mascherare i sentimenti, se pure questa -impassibilità non annunzia in essi l'assenza di ogni emozione e la -morte dei sentimenti. - -Si può considerare il cuore dei diplomatici come un problema -insolubile, giacchè i tre più illustri ambasciatori dell'epoca si sono -segnalati per la persistenza nell'odio e per le affezioni romanzesche. -Tuttavia Marziale apparteneva a quella classe d'uomini capaci di -calcolare il loro avvenire in mezzo ai più ardenti piaceri; egli aveva -già giudicato il mondo ed occultata la sua ambizione sotto la fatuità -dall'uomo fortunato in amore, mascherando il suo talento sotto la -livrea della mediocrità, dopo aver osservato la rapidità con cui si -avanzavano le persone che davano un po' d'ombra al padrone. - -I due amici furono costretti a lasciarsi dandosi una cordiale stretta -di mano. Il ritornello che preveniva le dame di formare le quadriglie -di una nuova contradanza, cacciò gli uomini dal vasto spazio in cui -stavano discorrendo in mezzo alla sala. Questa rapida conversazione, -tenuta nell'intervallo che separa sempre le contradanze, ebbe luogo -davanti al camino del gran salone del palazzo Gondreville. Le domande e -risposte di questa chiacchierata, abbastanza comune in un ballo, erano -state come susurrate da ciascuno dei due interlocutori all'orecchio del -vicino. Tuttavia le girandole e i candelabri del camino spandevano sui -due amici una luce così abbondante, che le loro figure troppo vivamente -illuminate non poterono nascondere, malgrado la loro discrezione -diplomatica, l'impercettibile espressione dei loro sentimenti, nè -all'astuta contessa, nè alla candida sconosciuta. Questo spionaggio del -pensiero è forse per gli oziosi uno dei piaceri che trovano nel mondo, -mentre tante ingenue vittime vi si annojano senza osare di convenirne. - -Per comprendere tutto l'interesse di questa conversazione è necessario -raccontare un avvenimento che per invisibili legami andava a -congiungersi coi personaggi di questo piccolo dramma, allora sparsi nel -salone. Alle undici di sera circa, nel momento in cui le danzatrici -riprendevano i loro posti, la società del palazzo Gondreville aveva -veduto apparire la più bella donna di Parigi, la regina della moda, -la sola che mancasse a quella splendida riunione. Essa si faceva una -legge di non mai arrivare che nel momento in cui le sale offrivano -quel movimento animato che non permette alle donne di conservare -a lungo la freschezza del volto nè quello della toeletta. Questo -momento rapido è come la primavera del ballo. Un'ora dopo, quando -il piacere è passato, quando sopraggiunge la stanchezza, tutto vi è -logoro. Madama de Vaudremont non commetteva mai il fallo di restare -ad una festa per mostrarvi dei fiori languenti, dei ricci cadenti, -delle guarnizioni sciupate, con una figura simile a tutte quelle che, -incalzate dal sonno, non sempre lo ingannano. Essa si guardava bene di -lasciar vedere, come le sue rivali, la sua bellezza sonnolente; sapeva -sostenere abilmente la sua riputazione di civetteria, ritirandosi -sempre da un ballo altrettanto brillante come quando vi era entrata. -Le donne si dicevano all'orecchio con un sentimento d'invidia che -preparava e metteva tante toelette quanti balli vi erano in una sera. -Questa volta madama de Vaudremont non doveva essere padrona di lasciare -a suo capriccio il salone dove arrivava allora trionfalmente. Fermatasi -un istante sulla porta, gettò degli sguardi osservatori, benchè rapidi, -sulle donne, i cui abbigliamenti furono tosto studiati affine di -convincersi che il suo li eclisserebbe tutti. - -La celebre civetta si offerse all'ammirazione dell'adunanza, condotta -da uno dei più bravi colonnelli dell'artiglieria della guardia, un -favorito dell'imperatore, il conte di Soulanges. L'unione momentanea -e fortuita di questi due personaggi ebbe senza dubbio qualche cosa di -misterioso. Udendo annunziare il signor di Soulanges e la contessa di -Vaudremont, alcune donne che facevano tappezzeria si alzarono, e alcuni -uomini passati nella sala vicina si affollarono alle porte delta sala -principale. Uno di quei burloni, che non mancano mai in queste numerose -riunioni, vedendo entrare la contessa ed il suo cavaliere disse: — -«Ora le donne avevano altrettanta curiosità di contemplare un uomo -fedele alla sua passione, come gli uomini di esaminare una bella donna -difficile a conservare.» Benchè il conte di Soulanges, giovane di circa -trentadue anni, fosse dotato di quel temperamento nervoso che produce -nell'uomo le grandi qualità, le sue forme gracili e la sua tinta -pallida prevenivan poco in suo favore; i suoi occhi neri annunziavano -molta vivacità, ma in società era taciturno, e nulla in lui rivelava -uno di quei talenti oratorii che dovevano brillare alla destra nelle -assemblee legislative della Ristorazione. La contessa di Vaudremont, -donna alta, leggiermente pingue, d'una pelle splendida per bianchezza, -che portava bene la sua testolina, e possedeva l'immenso vantaggio di -inspirare l'amore colla gentilezza dei modi, era di quelle creature -che mantengono tutte le promesse fatte dalla loro bellezza. Quella -coppia, divenuta per alcuni momenti oggetto dell'attenzione generale, -non lasciò lungo tempo il campo alla curiosità di esercitarsi sul suo -conto. Il colonnello e la contessa pareva comprendessero perfettamente -che il caso li aveva messi in una posizione imbarazzante. Vedendoli -avanzarsi, Marziale si slanciò nel gruppo di uomini che occupava il -posto al camino, per osservare attraverso le teste che gli facevano -una specie di barriera, madama de Vaudremont coll'attenzione gelosa che -dà il primo fuoco della passione: una voce segreta sembrava dirgli che -il successo di cui s'inorgogliva era forse precario; ma il sorriso di -fredda cortesia con cui la contessa ringraziò il signor De Soulanges -ed il gesto che fece per congedarlo sedendosi presso madama de -Gondreville, distesero tutti i muscoli che la gelosia aveva contratti -sul suo volto. Tuttavia, vedendo in piedi a due passi dal canapè -sul quale trovavasi madama de Vaudremont, Soulanges, che pareva non -comprendere lo sguardo con cui la giovine civetta gli aveva detto che -essi rappresentavano l'uno e l'altra una parte ridicola, il provenzale -dalla testa vulcanica tornò ad aggrottare le nere sopraciglia che -ombreggiavano i suoi occhi azzurri, carezzò, per darsi un po' di -contegno, i ricci dei suoi capelli bruni, e senza tradire l'emozione -che gli faceva palpitare il cuore, sorvegliò il modo in cui si -conducevano la contessa ed il signor de Soulanges, pure scherzando coi -vicini; fu allora che strinse la mano al colonnello, il quale veniva a -rinnovare con esso la conoscenza; ma l'ascoltò senza intenderlo, tanto -era preoccupato. Soulanges gettò occhiate tranquille sulla quadrupla -fila di donne che incorniciava l'immenso salone del senatore, ammirando -quella decorazione di diamanti, di rubini, di perle, di manipoli d'oro -e di teste adorne il cui splendore faceva quasi impallidire i lumi -delle candele, il cristallo dei candelabri e le dorature. - -La calma noncurante del suo rivale fece perdere la bussola al -referendario. Incapace di moderare la segreta impazienza che lo -trasportava, Marziale si avanzò alla volta di madama de Vaudremont -per salutarla. Quando comparve il provenzale, Soulanges gli lanciò -uno sguardo torbido e stornò con atto impertinente la testa. Un grave -silenzio regnò nella sala in cui la curiosità era al colmo. Tutte le -teste tese presentavano i sentimenti più bizzarri; ognuno attendeva e -temeva uno di quegli scandali che le persone bene educate si guardano -sempre dal provocare. Tutto a un tratto la pallida figura del conte -divenne rossa come lo scarlatto delle sue pistagne, ed i suoi sguardi -si abbassarono d'un tratto a terra per non lasciare indovinare il -soggetto del suo turbamento. Vedendo la sconosciuta modestamente -situata al piede del candelabro, passò con aria triste dinanzi al -referendario e si rifugiò in una delle sale da giuoco. Marziale e -l'assemblea credettero che Soulanges gli cedesse pubblicamente il posto -per paura del ridicolo che si attacca sempre agli amanti detronizzati. -Il referendario rialzò fieramente la testa, guardò la sconosciuta, poi, -quando si assise con tutta disinvoltura presso madama de Vaudremont, -l'ascoltò con aria tanto distratta che non udì queste parole -pronunziate dalla civetta sotto il ventaglio: — Marziale, mi farete il -piacere di non portare questa sera l'anello che mi avete carpito. Ho -le mie ragioni, e ve le spiegherò fra breve, quando ci ritireremo. Mi -darete il braccio per andare dalla principessa di Wagram. - -— Perchè avete accettato il braccio del colonnello? chiese il barone. - -— Lo incontrai sotto il peristilio, ella rispose; ma lasciatemi, ci -guardano tutti. - -Marziale raggiunse il colonnello dei corazzieri. La piccola dama -azzurra divenne allora il vincolo comune dell'inquietudine che agitava -ad un tempo e così diversamente il corazziere, Soulanges, Marziale -e la contessa di Vaudremont. Quando i due amici si erano separati -lanciandosi la sfida che chiuse la loro conversazione, il referendario -mosse verso madama de Vaudremont e seppe collocarla nel mezzo della più -brillante quadriglia. Mercè quella specie d'ebrezza in cui una donna -è sempre immersa dalla danza, ed il moto del ballo in cui gli uomini -si mostrano col ciarlatanismo della toeletta, la quale non dà loro -minori attrattive che alle donne, Marziale credette potersi abbandonare -impunemente all'incanto che lo trascinava verso l'incognita. Se riuscì -a sottrarre all'attività inquieta degli occhi della contessa i primi -sguardi che gettò sulla dama azzurra fu ben tosto sorpreso in flagrante -delitto, e, se fece scusare una prima preoccupazione, non giustificò -l'impertinente silenzio che oppose più tardi alla più seducente delle -interrogazioni che una donna possa rivolgere ad un uomo: Mi amate -questa sera? Più egli era distratto, più la contessa si mostrava -stringente ed importuna. Mentre Marziale ballava, il colonnello andò -di gruppo in gruppo cercando notizie sulla giovine sconosciuta. Dopo -avere stancata la compiacenza di tutte le persone, ed anche quella -degli indifferenti, si decideva ad approfittare d'un momento in cui la -contessa di Gondreville pareva libera, per chiedere ad essa medesima -il nome di quella dama misteriosa, quando scoperse un leggiero vuoto -fra la colonna spezzata che sosteneva il candelabro e i due divani -che vi mettevano capo. Il colonnello approfittò del momento in cui la -danza lasciava vacante una parte delle sedie che formavano parecchie -linee fortificate difese da mamme o donne in età, ed imprese ad -attraversare quella palizzata coperta di scialli e fazzoletti. Cominciò -a complimentare le vedove; poi, di donna in donna, di galanteria in -galanteria finì per raggiungere presso l'incognita il posto vuoto. A -rischio d'impigliarsi nei grifoni e nei draghi dell'immenso candelabro, -si mantenne là sotto il fuoco della cera, con gran dispetto di -Marziale. Troppo astuto per interpellare di primo tratto la piccola -dama azzurra che aveva alla destra, il colonnello cominciò col dire -ad una signora, grande, abbastanza brutta, che era seduta alla sua -sinistra: — È questo, signora, un magnifico ballo! Che lusso! che -movimento! Parola d'onore, le donne sono tutte belle! Se voi non -ballate, gli è senza dubbio che non ne avete voglia. - -Questa insipida conversazione intavolata dal colonnello aveva per -iscopo di far parlare la sua vicina di destra, che, silenziosa e -preoccupata, non gli porgeva la menoma attenzione. L'ufficiale teneva -in riserva una quantità di frasi che dovevano finire con un: E voi -madama? sul quale contava molto. Ma ebbe una strana sorpresa vedendo -alcune lagrime negli occhi della sconosciuta, che pareva interamente -assorta in madama de Vaudremont. - -— La signora è senza dubbio maritata? arrischiò alla fine il colonnello -Montcornet con voce titubante. - -— Sì, signore, rispose l'incognita. - -— E vostro marito è qui senza dubbio? - -— Sì, signore. - -— E allora perchè restate a questo posto? forse per civetteria? - -L'afflitta sorrise tristamente. - -— Accordatemi l'onore, madama, di essere vostro cavaliere per la -contradanza che segue, e certo non vi ricondurrò qui. Vedo presso il -camino un posto vuoto, venite. Quando tanta gente ha tutta la smania -di dominare, e la follia del giorno è la monarchia, non capisco perchè -voi rifiutereste di accettare il titolo di regina del ballo, che pare -spetti alla vostra bellezza. - -— Signore, io non ballerò. - -L'intonazione secca delle risposte di quella donna era così -scoraggiante, che il colonnello si vide costretto ad abbandonare la -piazza. Marziale, che indovinò l'ultima domanda del colonnello ed il -rifiuto che gli toccava, si mise a sorridere e si accarezzò il mento -facendo brillare l'anello che aveva in dito. - -— Di che cosa ridete? gli disse la contessa de Vaudremont. - -— Dell'insuccesso del povero colonnello, che ha fatto un passo da -collegiale.... - -— Vi avevo pregato di togliervi l'anello, disse la contessa -interrompendolo. - -— Non l'avevo capito. - -— Se non capite nulla questa sera, sapete però veder tutto, replicò -madama de Vaudremont alquanto piccata. - -— Ecco un giovane che mostra un brillante molto bello, disse allora la -sconosciuta al colonnello. - -— Magnifico, egli rispose; quel giovine è il barone Marziale de la -Roche-Hugon, uno de' miei migliori amici. - -— Vi ringrazio d'avermi detto il suo nome, ella replicò; mi sembra -molto gentile. - -— Sì, ma è un po' leggiero. - -— Si direbbe che sia in buoni rapporti colla contessa di Vaudremont, -chiese la giovine signora interrogando cogli occhi il colonnello. - -— Nei migliori! - -La sconosciuta impallidì. - -— Via, pensò il militare, essa ama quel diavolo di Marziale. - -— Credevo che madama de Vaudremont fosse da tempo impegnata col signor -de Soulanges, soggiunse la giovin donna un po' rimessa dal cruccio -interno che aveva alterato lo splendore del suo viso. - -— Da otto giorni la contessa lo burla, rispose il colonnello. Ma dovete -aver visto quel povero Soulanges quando entrò; tenta ancora di non -credere alla sua sfortuna. - -— L'ho veduto, disse la dama azzurra. Poi aggiunse un: «signore, vi -ringrazio,» che equivaleva ad un congedo. - -In quel momento la contradanza stava per finire, e il colonnello, -deluso, non ebbe che il tempo di ritrarsi dicendosi a modo di -consolazione: — È maritata. - -— Ebbene! valoroso corazziere, esclamò il barone trascinando il -colonnello nel vano d'una finestra per respirarvi l'aria pura dei -giardini, a che punto siete? - -— È maritata, mio caro - -— E che cosa importa? - -— Oh diavolo! io sono un uomo costumato, e non voglio più rivolgermi -che alle donne le quali posso sposare. D'altronde, Marziale, mi ha -formalmente dimostrata l'intenzione di non ballare. - -— Colonnello, scommettiamo il vostro leardo contro cento napoleoni che -questa sera ballerà con me. - -— Accetto, disse il colonnello prendendo la mano del vagheggino. -Intanto vado a vedere Soulanges; egli forse conosce questa dama, che mi -parve si interessasse di lui. - -— Mio bravo, avete perduto, disse Marziale ridendo. I miei occhi si -sono incontrati coi suoi, e me ne intendo; Caro colonnello, non ve ne -avrete a male se ballerò con lei dopo il rifiuto che vi è toccato. - -— No, no, riderà bene chi riderà ultimo. Del resto, Marziale, io sono -bel giuocatore e buon nemico; vi prevengo che essa ama i diamanti. - -Ciò detto, i due amici si separarono. Il generale Montcornet si diresse -verso la sala da giuoco, ove vide il conte di Soulanges seduto ad un -tavolo di _bugliotta_. Benchè fra i due colonnelli non esistesse che -quell'amicizia banale che è determinata dai pericoli della guerra e -dai doveri del servizio, il colonnello dei corazzieri fu dolorosamente -colpito nel vedere il colonnello d'artiglieria, che conosceva per -uomo saggio, impegnato in una partita nella quale poteva rovinarsi. -I mucchi d'oro e di biglietti sparsi sul fatale tappeto attestavano -il furore del giuoco. Un circolo silenzioso d'uomini circondava i -giuocatori che erano al tavolo. Tutti si udivano pronunciare parole -come: _Passo, giuoco, tengo, mille luigi, tenuti_; ma guardando quei -cinque individui immobili pareva non parlassero che cogli occhi. Quando -il colonnello, spaventato dal pallore di Soulanges, s'avvicinò a lui, -il conte guadagnava. L'ambasciatore austriaco, un celebre banchiere, -si alzava completamente spogliato di somme considerevoli. Soulanges -divenne ancora più cupo e, raccogliendo una massa d'oro e di biglietti, -non contò nemmeno: un amaro dispetto increspo le sue labbra: pareva -minacciasse la fortuna invece di ringraziarla dei suoi favori. - -— Coraggio, gli disse il colonnello, coraggio Soulanges! Poi, credendo -di fargli un vero servizio strappandolo al giuoco. — Venite, aggiunse, -ho una buona notizia a darvi, ma ad una condizione. - -— Quale? chiese Soulanges. - -— Quella di rispondere a quanto vi chiederò. - -Il conte di Soulanges si alzò bruscamente, mise con aria incurante -quanto aveva guadagnato in un fazzoletto che aveva tormentato -convulsivamente, ed il suo viso era così stravolto, che nessun -giuocatore pensò di trovare fuori di proposito che si ritirasse. Anzi -i volti degli altri parvero rasserenarsi quando quella testa sgarbata e -triste non fu più nel cerchio luminoso che descriveva al di sopra della -tavola una lampada da _bugliotta_. - -— Questi diavoli di militari se la intendono come i ladri in fiera, -disse a voce alta un diplomatico della galleria prendendo il posto del -colonnello. - -Una sola figura smorta e stanca si volse verso il sopraggiunto, e gli -disse lanciandogli uno sguardo vivacissimo: — Chi dice militare, non -dice civile, signor ministro. - -— Mio caro, disse Montcornet a Soulanges attirandolo in un canto, -questa mattina l'imperatore ha fatto i vostri elogi e la vostra -promozione al maresciallato non è più dubbia. - -— Il padrone non ama l'artiglieria. - -— Sì, ma adora la nobiltà, e voi siete un ex! Il padrone, riprese -Montcornet, disse che quelli i quali si erano ammogliati a Parigi -durante la campagna non dovevano essere considerati come in disgrazia. -Ebbene? - -Il conte di Soulanges pareva non capir nulla di questo discorso. - -— Orsù, spero adesso, continuò il colonnello, che mi direte se -conoscete una graziosa donnina seduta ai piedi d'un candelabro... - -A quelle parole gli occhi del conte si animarono. Prese con tutta -violenza la mano del colonnello: — Mio caro generale, gli disse con -accento sensibilmente alterato, se altri fuori di voi mi facesse questa -domanda, gli spaccherei il cranio con questa massa d'oro. Lasciatemi, -ve ne prego. Questa sera ho più voglia di bruciarmi le cervella che... -Odio tutto ciò che vedo. Quindi parto. Questa gioja, questa musica, -queste faccie stupide che ridono mi assassinano. - -— Mio povero amico, riprese con voce dolce Montcornet, battendo -amichevolmente sulla mano di Soulanges; voi siete appassionato! Che -direste dunque se vi facessi sapere che Marziale pensa tanto poco a -madama de Vaudremont, da essere innamorato di quella damina? - -— Se le parla, gridò Soulanges balbettando per la rabbia, lo spianerò -come il suo portafogli, quand'anche quel balordo fosse nel circolo -dell'imperatore. - -E il conte cadde come annientato sulla poltrona verso la quale il -colonnello l'aveva condotto. Quest'ultimo si ritirò lentamente, -essendosi accorto che Soulanges era in preda ad una collera troppo -violenta perchè potessero calmarlo o gli scherzi o le cure di -un'amicizia superficiale. Quando il colonnello Montcornet rientrò nel -gran salone del ballo, madama de Vaudremont fu la prima persona che si -presentò agli occhi suoi, e notò sul suo volto, d'ordinario così calmo, -le traccie di un'agitazione mal celata. Vicino ad essa era vacante una -sedia; il colonnello andò a sedervisi. - -— Scommetto che avete dei dispiaceri, egli disse. - -— Un'inezia, generale. Vorrei essere via di qui; ho promesso di -assistere al ballo della granduchessa di Bug, e bisogna che prima vada -dalla principessa di Wagram. Il signor De la Roche-Hugon, che lo sa, si -diverte a civettare colle vedove. - -— Non è proprio questo il soggetto della vostra inquietudine, e -scommetto cento luigi che questa sera resterete qui. - -— Impertinente! - -— Ho dunque detto la verità? - -— Ebbene! che cosa penso? riprese la contessa dando un colpo di -ventaglio sulle dita del colonnello. Se lo indovinate, sono capace di -ricompensarvi. - -— Non accetto la sfida; avrei troppe probabilità favorevoli. - -— Presuntuoso! - -— Voi temete di vedere Marziale ai piedi... - -— Di chi? domandò la contessa ostentando sorpresa. - -— Di quel candelabro, rispose il colonnello mostrando la bella -incognita, e guardando la contessa con un'attenzione che la impacciava. - -— Avete indovinato, rispose la civetta celandosi il viso sotto il -ventaglio, col quale si mise a giuocare. La vecchia dama di Grandlieu, -che, come sapete, è maliziosa al pari di una scimia, riprese dopo -un momento di silenzio, mi ha detto poco fa che il signor De la -Roche-Hugon correva dei pericoli a corteggiare quella sconosciuta che -si trova qui come una guastafeste. Preferirei vedere la morte anzichè -questa figura crudelmente bella e pallida come una visione. È il mio -cattivo genio. Madama di Grandlieu, continuò dopo essersi lasciato -sfuggire un atto di dispetto, che non va al ballo se non per veder -tutto fingendo di dormire, mi ha terribilmente inquietata. Marziale mi -pagherà caro il tiro che mi giuoca. Tuttavia, generale, poichè è vostro -amico, impegnatelo a non darmi dei dispiaceri. - -— Ho veduto un uomo che si propone nientemeno che di bruciargli le -cervella se si rivolge a quella damina. Quell'uomo, madama, mantiene -la parola. Ma io conosco Marziale; siffatti pericoli sono altrettanti -incoraggiamenti. Vi ha di più: noi abbiamo scommesso... e qui abbassò -la voce. - -— Davvero? chiese la contessa. - -— Sul mio onore. - -— Grazie, generale, rispose madama de Vaudremont lanciandogli -un'occhiata piena di civetteria. - -— Mi farete l'onore di ballare con me? - -— Sì, ma la seconda contradanza. Durante questa voglio sapere dove può -finire questo intrigo, e sapere chi è quella piccola dama azzurra; ha -l'aria di una donna di spirito. - -Il colonnello, vedendo che madama di Vaudremont voleva restar sola, si -allontanò, soddisfatto di avere cominciato così bene il suo assedio. - -Si incontrano nelle feste alcune signore le quali, come madama di -Grandlieu, sono là al pari di vecchi marinai occupati sulla riva del -mare a contemplare i giovani marinai alle prese colle tempeste. In quel -momento madama di Grandlieu, che pareva interessarsi ai personaggi di -questa scena, potè facilmente indovinare la lotta a cui era in preda -la contessa. La giovine civetta aveva un bel farsi vento con grazia, -sorridere a tutti i giovani che la salutavano ed usare tutte le astuzie -di cui si serve una donna per occultare la sua emozione; la vedova, una -delle più perspicaci e maliziose duchesse che il secolo diciottesimo -avesse legate al decimonono, sapeva leggere nel suo cuore e nel suo -pensiero. La vecchia dama pareva conoscesse i movimenti impercettibili -che rivelano le affezioni dell'animo. La piega più leggiera di quella -fronte bianca e pura, il più insensibile trasalire delle guancie, i -moti delle sopraciglia, l'inflessione meno visibile delle labbra il -cui mobile corallo nulla poteva occultarle, erano per la duchessa come -lo scritto di un libro. Dal fondo della sua poltrona, che riempiva -completamente colla sua veste, la civetta emerita, chiacchierando -con un diplomatico che l'aveva ricercata per raccogliere gli aneddoti -ch'ella narrava così bene, ammirava sè stessa nella civettuola giovine; -le acquistò simpatia vedendola occultare così bene il suo dolore e -gli strazii del suo cuore. Madama de Vaudremont provava infatti tanto -dolore quanta era la gajezza che fingeva: aveva creduto di trovare in -Marziale un uomo di talento sul cui appoggio contava per abbellire la -sua vita con tutti gli incanti del potere; in quel momento riconosceva -un errore altrettanto crudele per la sua riputazione come pel suo -amor proprio. In lei, come in tutte le altre donne di quell'epoca, -la subitaneità delle passioni ne aumentava la vivacità. Le anime che -vivono molto e presto non soffrono meno di quelle che si consumano -in una sola affezione. La predilezione della contessa per Marziale -datava dalla vigilia, è vero; ma il più inetto dei chirurgi sa che la -sofferenza causata dall'amputazione di un membro vivo è più dolorosa -di quella di un membro ammalato. Nel gusto di madama de Vaudremont -per Marziale vi era dell'avvenire, mentre la sua passione precedente -era senza speranze ed avvelenata dai rimorsi di Soulanges. La vecchia -duchessa, che spiava il momento opportuno di parlare alla contessa, si -affrettò a congedare il suo ambasciatore; giacchè a fronte di amanti -in collera ogni altro interesse vien meno, anche per una donna in età. -Per impegnare la battaglia, madama de Grandlieu lanciò a madama de -Vaudremont un'occhiata sardonica che fece temere alla giovine civetta -di vedere il suo destino nelle mani della vedova. Vi sono sguardi da -donna a donna che somigliano alle fiaccole nello scioglimento d'una -tragedia. Bisogna aver conosciuto questa duchessa per apprezzare il -terrore che l'espressione del suo volto cagionava alla contessa. Madama -de Grandlieu era alta, ed i suoi lineamenti facevano dire di lei: ecco -una donna che ha dovuto esser bella! Si copriva le gote con tanto -belletto che le sue rughe quasi più non apparivano; ma, lontani dal -ricevere uno splendore fittizio da quel carmino carico, i suoi occhi -non erano che più appannati. Portava una gran quantità di diamanti -e si vestiva con abbastanza gusto per non cadere nel ridicolo. Il -suo naso appuntito faceva presentire l'epigramma. Una dentiera ben -disposta conservava alla sua bocca una smorfia d'ironia che ricordava -quella di Voltaire. Però la squisita cortesia dei suoi modi raddolciva -tanto il giro malizioso delle sue idee, che non la si poteva accusare -di malignità. Gli occhi grigi della vecchia dama si animarono; uno -sguardo trionfale, accompagnato da un sorriso che significava: — Ve -l'aveva pare promesso! — attraversò la sala e sparse l'incarnato della -speranza sulle gote pallide della giovine donna che gemeva a piedi -del candelabro. Questa alleanza fra madama de Grandlieu e l'incognita -non poteva sfuggire all'occhio esperto della contessa di Vaudremont, -che intravide un mistero e volle penetrarlo. In quel momento il barone -della Roche-Hugon, dopo di aver finito di interpellare tutte le anziane -senza poter conoscere il nome della dama azzurra, si rivolgeva, non -sapendo dove dare il capo, alla contessa di Gondreville, e non ne -riceveva che questa risposta poco soddisfacente: — È una dama che mi ha -presentata la vecchia duchessa di Grandlieu. Volgendosi per caso verso -la poltrona occupata dalla vecchia signora, il referendario sorprese -lo sguardo d'intelligenza lanciato all'incognita, e benchè da qualche -tempo non si trovasse in troppo buoni rapporti con lei, risolse di -abbordarla. Vedendo quel nabisso di barone che gironzava intorno alla -sua poltrona, la vecchia duchessa sorrise con una malignità sardonica -e guardò madama de Vaudremont con un'aria che fece sorridere il -colonnello Montcornet. - -— Se la vecchia zingara si atteggia all'amicizia, pensò il barone, gli -è che senza dubbio mi vuol giuocare qualche brutto tiro. — Madama, le -disse, mi dicono che siete incaricata di vegliare sopra un tesoro ben -prezioso. - -— Mi pigliate per un drago? chiese la vecchia dama. Ma di chi parlate? -aggiunse con una dolcezza di voce che fece rinascere in Marziale la -speranza. - -— Di quella damina sconosciuta che la gelosia di tutte queste civette -ha confinata laggiù. Voi senza dubbio conoscete la sua famiglia? - -— Sì, disse la duchessa, ma che volete farne di un'ereditiera di -provincia, maritata da qualche tempo, una giovane di buona nascita che -non conoscete, voi altri, essa non va in nessun luogo. - -— Perchè essa non balla? È tanto bella! Volete che stringiamo un -trattato di pace? Se vi degnate informarmi di tutto ciò che ho -interesse a sapere, vi giuro che la vostra domanda di restituzione del -bosco di Marigny pel demanio straordinario sarà caldamente appoggiata -presso l'imperatore. - -— Signore, rispose la vecchia dama con una ingannevole gravità, -conducetemi la contessa di Vaudremont. Vi prometto di rivelarle -il mistero che rende tanto interessante la vostra incognita. Ecco, -tutti gli uomini che sono alla festa sono giunti allo stesso grado -di curiosità di voi. Gli occhi si dirigono involontariamente verso -questo candelabro ove la mia protetta si è modestamente collocata; essa -raccoglie tutti gli omaggi che le si vollero rapire. Fortunato colui -che piglierà per ballerine! Qui si interruppe fissando la contessa -di Vaudremont con una di quelle occhiate che dicono così bene: Noi -parliamo di voi. Poi aggiunse: Penso che preferirete apprendere il nome -dell'incognita dalla bocca della vostra bella contessa piuttosto che -dalla mia? - -L'attitudine della duchessa era così provocante, che madama de -Vaudremont si alzò, venne presso a lei, si sedette sulla sedia che le -offerse Marziale, e senza fare attenzione a lui: — Indovino, madama, le -disse ridendo, che parlate di me; ma confesso la mia inferiorità, non -so se in bene o in male. - -Madama di Grandlieu strinse colla mano secca e rugosa la bella mano -della giovine donna e con un tono di compassione, le rispose a voce -bassa: — Povera piccina! - -Le due donne si guardarono. Madama de Vaudremont capì che Marziale era -di troppo, e lo congedò dicendo con aria imperiosa: Lasciateci! - -Il referendario, poco soddisfatto al vedere la contessa sotto il -fascino della pericolosa sibilla che l'aveva attirato presso di sè, le -lanciò uno di quegli sguardi d'uomo, potenti su un cuore cieco, ma che -appaiono ridicoli ad una donna quando comincia a giudicare colui di cui -si è invaghita. - -— Avreste la pretesa di scimiottare l'imperatore? disse madama di -Vaudremont volgendo a metà il capo per contemplare il referendario con -aria ironica. - -Marziale aveva troppa esperienza di mondo, troppa finezza e calcolo -per esporsi a romperla con una donna così bene accetta alla corte, ed -alla quale l'imperatore voleva dare marito; contava d'altronde sulla -gelosia che si proponeva di destare in lei come sul miglior mezzo per -indovinare il secreto della sua freddezza, e si allontanò tanto più -volontieri che in quel momento una nuova contradanza metteva tutti -in moto. Il barone parve cedesse il posto per le quadriglie, andò ad -appoggiarsi ai marmo d'una _console_, incrociò le braccia sul petto -e rimase tutto occupato del colloquio delle due dame. Di tratto in -tratto teneva dietro agli sguardi che ambedue gettarono a più riprese -sull'incognita. Paragonando allora la contessa a quella bellezza -nuova che il mistero rendeva così attraente, il barone si abbandonò -agli odiosi calcoli che fanno d'abitudine gli uomini fortunati in -amore: egli ondeggiava fra una fortuna da afferrare ed un capriccio -da accontentare: il riflesso dei lumi dava tale risalto alla sua -figura pensierosa e cupa sulle tappezzerie di moerro bianco alle quali -appoggiava i suoi capelli neri, che lo si sarebbe potuto paragonare a -qualche cattivo genio. Da lontano certo più di uno pensò: Ecco un altro -povero diavolo che non pare divertirsi molto! - -Colla spalla destra leggiermente appoggiata sullo stipite della porta -che si trovava fra la sala da ballo e quella del giuoco, il colonnello -poteva ridere in incognito sotto i suoi folti mustacchi, godere il -piacere di contemplare il tumulto del ballo; vedeva cento belle teste -turbinare ai capricci della danza; leggeva in alcune figure, come su -quelle della contessa e del suo amico Marziale, i segreti della loro -agitazione; poi, volgendo il capo, si chiedeva qual rapporto esistesse -fra l'aria triste del conte di Soulanges, sempre assiso sul divano, e -la fisionomia addolorata della dama incognita sul volto della quale -apparivano tratto tratto le gioje della speranza e le angoscie di -un terrore involontario. Montcornet era là come il re della festa, -trovava in quel quadro vivente l'intero panorama del mondo, e ne -rideva raccogliendo i sorrisi interessati di cento donne brillanti -e magnificamente abbigliate: un colonnello della guardia imperiale, -posto che corrispondeva al grado di generale di brigata, era certo -uno dei più bei partiti dell'esercito. Era all'incirca mezzanotte. -Le conversazioni, i giuochi, la danza, la civetteria, gli interessi, -le malignità ed i progetti, tutto arrivava a quel grado di calore che -strappa ad un giovane questa esclamazione: — Che bel ballo! - -— Mio angioletto, diceva madama di Grandlieu alla contessa, voi -siete in una età nella quale di falli io ne ho commessi parecchi. -Vedendovi testè soffrire mortalmente, mi venne in mente di darvi alcuni -caritatevoli avvisi. Commettere degli errori a ventidue anni, non è un -guastare il suo avvenire, lacerare la veste che si ha da portare? Mia -cara, noi non impariamo che molto tardi a servircene senza isdruscirla. -Continuate, cuor mio, a procurarvi dei nemici abili e degli amici -che non abbiano una linea di condotta, e vedrete che fior di vita -condurrete un giorno. - -— Ah! madama, una donna ha un gran da fare per essere felice, non è -vero? esclamò ingenuamente la contessa. - -— Mia piccina, alla vostra età bisogna saper scegliere fra i piaceri e -la felicità. Voi volete sposare Marziale, che non è abbastanza sciocco -per fare un buon marito, nè abbastanza appassionato per essere un -amante. Egli ha dei debiti, mia cara: è un uomo da mangiarsi la vostra -sostanza; ma questo non sarebbe nulla se vi procurasse la felicità. Non -vedete come è vecchio? Quest'uomo deve essere stato ammalato le tante -volte, ed ora fa le ultime armi. Fra tre anni sarà un uomo finito. -Comincierà l'ambizioso e forse riuscirà. Io non lo credo. Chi è poi? -un intrigante che può possedere a meraviglia lo spirito degli affari -e chiacchierare piacevolmente; ma è troppo presuntuoso per avere un -vero merito; non andrà lontano. D'altronde, guardatelo! Non si legge -sulla sua fronte che in questo momento non vede in voi una giovane -e bella donna, ma i due milioni che possedete? Egli non vi ama, cara -mia, vi calcola come un affare. Se volete maritarvi, prendete un uomo -più avanzato d'età, che goda riputazione e sia a metà del suo cammino. -Una vedova non deve trattare il proprio matrimonio come un capriccio -amoroso. - -In quel momento gli occhi delle due donne si fissarono sulla bella -figura del colonnello Montcornet. - -— Se volete rappresentare la difficile parte della civetta e non -maritarvi, riprese la duchessa con bonomia, ah! cara mia, saprete -meglio d'ogni altra accumulare le nubi d'una tempesta e dissiparla. Ma, -ve ne scongiuro, non prendete mai piacere a disturbare la pace delle -famiglie, a distruggerne l'unione, e la fortuna delle donne che sono -felici. Io, mia cara, l'ho rappresentata questa parte pericolosa. Oh! -mio Dio, per un trionfo dell'amor proprio si assassinano spesso delle -povere creature virtuose; giacchè, mia cara, donne virtuose ne esistono -realmente. Sono venuta qui per pregarvi. Sì, voi siete la causa della -mia comparsa in questa sala che puzza di popolo. Non ci sono degli -attori? Altre volte si ricevevano nel _boudoir_; ma in sala, ohibò! -Perchè mi guardate con aria tanto sbalordita? Ascoltatemi: se volete -burlarvi degli uomini, mettete in fiamme il cuore di quelli che non -hanno doveri da compire; gli altri non ci perdonano i disordini che -li hanno resi felici. Approfittate di questa massima dovuta alla mia -vecchia esperienza. Questo povero Soulanges, per esempio, al quale -avete fatto girare la testa!... ebbene, sapete su chi cadevano i vostri -colpi?... Egli è ammogliato da sei mesi, adorato da un'incantevole -creatura che egli ama e che inganna; essa vive nelle lagrime e nel più -doloroso silenzio. Soulanges ebbe a momenti dei rimorsi più crudeli -che non fossero dolci i suoi piaceri. E voi, furbetta, l'avete tradito. -Ebbene! venite a contemplare l'opera vostra! - -La vecchia duchessa prese la mano di madama de Vaudremont, e si -alzarono. - -— Ecco, le disse madama di Grandlieu mostrandole collo sguardo -l'incognita pallida e tremante sotto i bagliori del candelabro, ecco -la mia nipotina: la contessa di Soulanges oggi ha finalmente ceduto -alle mie istanze, ha acconsentito a lasciare la camera di dolore in cui -la vista del suo bambino non le arrecava che ben scarse consolazioni. -La vedete? vi sembra bella? ebbene, cara mia, giudicate di quello che -doveva essere quando la felicità spandeva la sua luce su quella figura. - -La contessa volse altrove in silenzio la testa e parve in preda a gravi -riflessioni. La duchessa la condusse fino alla porta della sala da -giuoco: poi, dopo avervi gettata un'occhiata, come se volesse cercarvi -qualcuno: — Ed ecco Soulanges, disse alla giovine civetta con un tono -di voce profondo. - -La contessa rabbrividì vedendo nell'angolo meno illuminato della sala -la figura pallida e contratta di Soulanges appoggiato ad una poltrona. -L'abbattimento delle membra e l'immobilità della fronte rivelavano -tutto il suo dolore; i giuocatori andavano e venivano dinanzi a lui -senza fargli più che tanta attenzione, come se non esistesse. Il -quadro che offrivano la moglie in lagrime ed il marito tetro e cupo, -separati l'uno dall'altra in mezzo a quella festa, come due metà di un -albero colpito dal fulmine, ebbe forse qualche cosa di profetico per la -contessa. Temette vedervi un'imagine delle vendette che l'avvenire le -serbava. Il suo cuore non era ancora abbastanza logoro: serrò la mano -della duchessa ringraziandola con uno di quei sorrisi che hanno una -certa grazia infantile. - -— Mia cara ragazza, le disse la vecchia all'orecchio, pensate bene che -noi sappiamo tanto respingere gli omaggi degli uomini come attirarli. — -È vostra, se non siete uno sciocco. - -Queste ultime parole furono susurrate da madama de Grandlieu -all'orecchio del colonnello Montcornet, mentre la bella contessa si -abbandonava alla compassione che le inspirava l'aspetto di Soulanges, -giacchè l'amava ancora abbastanza per volerlo restituire alla felicità. - -— Oh! come saprò pregarlo, disse a madama de Grandlieu. - -— Guardatevene bene, mia cara! esclamò la duchessa ritornando alla -sua poltrona; scegliete un buon marito e chiudete la porta a mio -nipote. Non offritegli neppure la vostra amicizia. Credetemi, ragazza -mia, una donna non riceve da un'altra donna il cuore di suo marito: è -cento volte più felice di credere d'averlo riconquistato ella stessa. -Conducendo qui mia nipote, credo averle dato un eccellente mezzo di -riguadagnare l'affezione di suo marito. Non vi chiedo che di ammaliare -il generale. - -E quando le mostrò l'amico del referendario, la contessa sorrise. - -— Ebbene, madama, sapete finalmente il nome di questa incognita? -domandò il barone con aria piccata alla contessa quando fu sola. - -— Sì, disse madama de Vaudremont guardando il referendario. - -Il suo volto esprimeva tanta astuzia quanta gajezza. Il sorriso che -spandeva la vita sulle sue labbra e sulle sue guancie, l'umida luce -degli occhi suoi, erano simili a quei fuochi fatui che ingannano -il viaggiatore. Marziale, che si credeva sempre amato, prese allora -quell'attitudine della quale si compiace tanto un uomo presso quella -che ama e disse con aria pretensiosa: — Non ve ne avrete a male, se -sembro tenerci molto a sapere quel nome? - -— E non ve ne avrete a male, replicò madama de Vaudremont, se per un -resto di amore non ve lo dico, e se vi proibisco di fare il più piccolo -passo verso quella giovine dama? Arrischiereste forse la vostra vita. - -— Madama, perdere il vostro favore non è più che perdere la vita? - -— Marziale, disse severamente la contessa, è madama di Soulanges. Suo -marito vi brucierebbe le cervella, se pure ne avete. - -— Ah, ah! replicò ridendo il vagheggino, il colonnello lascierà vivere -in pace colui che gli ha rapito il vostro cuore e si batterebbe per -sua moglie? Che inversione di principii! Ve ne prego, permettetemi di -ballare con quella piccola dama. Potrete così avere la prova del poco -amore che vi portava quel cuore di ghiaccio, giacchè se il colonnello -non trova di suo genio che io faccia ballare sua moglie dopo avere -tollerato che vi... - -— Ma ella ama suo marito. - -— Ostacolo di più che avrò il piacere di vincere. - -— Ah! disse la contessa con un sorriso amaro, voi ci punite egualmente -dei nostri errori e dei nostri pentimenti. - -— Non andate in collera, disse vivamente Marziale. Oh! ve ne prego, -perdonatemi. Via, non penso più a madama di Soulanges. - -— Meritereste bene che vi mandassi a lei. - -— Ci vado, disse il barone ridendo, e tornerò più innamorato che mai di -voi. La più bella donna del mondo non può impadronirsi di un cuore che -vi appartiene. - -— Vale a dire che volete guadagnare il cavallo del colonnello. - -— Ah! traditore, disse ridendo e minacciando col dito l'amico che -sorrideva. - -Il colonnello arrivò, il barone gli cedette il suo posto presso la -contessa cui disse in modo sardonico: Madama, ecco un uomo che si è -vantato di guadagnare le vostre buone grazie in una sera. - -Allontanandosi si applaudì di avere rivoltato l'amor proprio della -contessa e spacciato Montcornet; ma ad onta della sua finezza -abituale, non aveva capito l'ironia di cui erano piene le parole di -madama de Vaudremont, e non si accorse che ella aveva fatto verso il -suo amico tanta strada, quanta egli verso di lei, benchè inscienti -l'uno dell'altra. Nel momento in cui il referendario si avvicinava -farfalleggiando al candelabro sotto cui la contessa di Soulanges, -pallida e timida, non sembrava vivere che cogli occhi, suo marito -arrivò presso la porta della sala cogli sguardi scintillanti di -passione. La vecchia duchessa, attenta a tutto, si slanciò verso -suo nipote, gli chiese il suo braccio e la sua carrozza per uscire, -pretestando una noja mortale e lusingandosi di prevenire così un -deplorevole scandalo. Innanzi di partire fece un singolare segno -d'intelligenza a sua nipote, indicandole l'intraprendente cavaliere -che si preparava a parlarle, e questo segno pareva dirle: — Eccolo, -vendicati! - -Madama de Vaudremont sorprese l'occhiata della zia e della nipote, -una subitanea luce la illuminò, temette d'essere lo zimbello di quella -vecchia signora così dotta e così astuta nell'intrigo. - -A quel pensiero l'amor proprio di madama de Vaudremont provò forse -maggiore interesse della curiosità a trovare il filo di quell'intrigo. -La preoccupazione interna alla quale fu in preda non la lasciò padrona -di sè. Il colonnello, interpretando a favor suo l'indirizzo che si -rivelava nei discorsi e nei modi della contessa, divenne più ardente -e più insistente. I vecchi diplomatici svogliati, che si divertivano a -seguire le espressioni delle fisionomie, non avevano mai trovato tanti -intrighi cui tener dietro ed indovinare. Le passioni che agitavano -le due coppie diversificavano ad ogni passo in quelle sale animate, -riproducendosi con altre gradazioni su altre figure. Lo spettacolo di -tante passioni vive, di tutte queste lotte amorose, vendette dolci, -favori crudeli, sguardi infiammati, li richiamava con maggior vivezza -alla loro impotenza. Finalmente il barone aveva potuto sedersi vicino -alla contessa di Soulanges. I suoi occhi erravano furtivamente su -un collo fresco come la rugiada, profumato come un fiore di campo. -Ammirava da vicino le bellezze che da lungi l'avevano sbalordito. -Poteva vedere un piedino ben calzato, misurare coll'occhio un vitino -snello e grazioso. A quell'epoca le donne annodavano la cintura -dell'abito precisamente al di sotto del seno, ad imitazione delle -statue greche, moda spietata per le donne il cui busto avesse qualche -difetto. Gettando degli sguardi furtivi su quel seno, Marziale rimase -incantato della perfezione di forme della contessa. - -— Non avete ballato una sola volta questa sera, signora, egli disse con -voce dolce e lusinghiera; ritengo, non sarà per mancanza di cavaliere. - -— Non vado nel mondo, sono sconosciuta, rispose freddamente madama di -Soulanges che nulla aveva capito nello sguardo della zia. - -Marziale allora, per darsi un contegno, manovrò il bel diamante che -ornava la sua mano sinistra; le fiamme lanciate dalla pietra parvero -gettare una subita luce nell'anima della giovine contessa, che arrossì -e guardò il barone con una espressione indefinibile. - -— Amate il bello? chiese il provenzale, per tentare di riannodare la -conversazione. - -— Oh! molto, signore. - -A quella strana risposta i loro sguardi s'incontrarono. Il giovane, -sorpreso dall'accento penetrante che svegliò nel suo cuore una vaga -speranza, aveva tosto interrogato gli occhi della giovine signora. - -— Ebbene, madama, non è temerità da parte mia il proporvi di fare con -voi la prima contradanza? - -Un'ingenua confusione colorò in rosso le bianche gote della contessa. - -— Ma, signore, ho già rifiutato un ballerino, un militare. - -— Sarebbe quel gran colonnello di cavalleria che vedete laggiù? - -— Precisamente. - -— È mio amico, non temete di nulla. Mi accordate il favore che oso -sperare? - -— Sì, signore. - -Quella voce accusava un'emozione così nuova, così profonda che l'anima -logora del referendario ne fu scossa. Si sentì invaso dalla timidità -di un collegiale, si disorientò, la sua testa meridionale si infiammò, -volle parlare, le sue espressioni gli parvero sgraziate, al confronto -delle risposte spiritose ed acute di madama Soulanges. Fu buona -ventura per lui che la contradanza cominciasse. In piedi presso la sua -bella danzatrice si trovò più a posto. Per molti uomini la danza è un -modo di essere; spiegando le grazie del corpo ritengono di agire più -potentemente che collo spirito sul cuore delle donne. Il provenzale -voleva in quel momento usare tutti i suoi mezzi di seduzione. Aveva -condotta la sua conquista alla quadriglia. Mentre l'orchestra eseguiva -il preludio della prima figura, il barone provava un'incredibile -soddisfazione di orgoglio quando, passando in rivista le ballerine -collocate sulle fronti di quel formidabile quadrato, si accorse che -l'abbigliamento di madama di Soulanges sfidava perfino quello di -madama de Vaudremout, che per un caso, forse procurato, taceva col -colonnello il _vis-à-vis_ del barone e della dama azzurra. Gli sguardi -si fissarono un momento su madama de Soulanges, un mormorio lusinghiero -annunziava essere essa il soggetto del discorso di ogni cavaliere colla -sua ballerina. Le occhiate d'invidia e d'ammirazione si incrociavano su -di lei così vivamente, che la giovine donna, timida per un trionfo al -quale pareva volersi sottrarre, abbassò modestamente gli occhi, arrossì -e non fece che diventare più deliziosa. - -Non rialzò le pupille che per guardare il suo ballerino, inebriato, -come se avesse voluto scaricare su di lui la gloria di questi omaggi -e dirgli che preferiva il suo a tutti gli altri: mise dell'ingenuità -nella sua civetteria, o piuttosto parve abbandonarsi a quella prima -ammirazione dalla quale comincia l'amore con quella buona fede che -non si incontra se non nei cuori giovani. Quando ballò gli spettatori -poterono facilmente credere non spiegasse le sue grazie che per -Marziale; e, benchè modesta e nuova ai maneggi delle sale dorate, seppe -al pari della più consumata civetta alzare a proposito gli occhi su di -lui e abbassarli con una finta modestia. Quando le nuove leggi di una -contradanza, inventata dal ballerino Trenis, alla quale diede il suo -nome, condussero Marziale davanti al colonnello: — Ho guadagnato il tuo -cavallo, gli disse ridendo. - -— Sì, ma hai perduto ottanta mila lire di rendita, replicò il -colonnello mostrandogli madama de Vaudremont. - -— E che m'importa? rispose Marziale; madama di Soulanges vale dei -milioni. - -Alla fine di quella contradanza, più di un bisbiglio susurrò a più -di un orecchio. Le donne meno belle facevano della morale coi loro -ballerini a proposito dei vincolo nascente fra Marziale e la contessa -di Soulanges. Le più belle erano sbalordite da una tale facilità. -Gli uomini non concepivano la fortuna del piccolo referendario nel -quale non trovavano nulla di molto seducente. Alcune donne indulgenti -dicevano che non bisognava precipitare un giudizio sulla contessa; i -giovani sarebbero bene infelici se uno sguardo espressivo od alcuni -passi eseguiti con grazia fossero sufficienti per compromettere -una donna. Marziale solo conosceva la portata della sua felicità. -All'ultima figura, quando le dame della quadriglia vennero a fare il -molinello, le sue dita strinsero quelle della contessa, e gli parve -sentire attraverso la pelle fina e profumata dei guanti che le dita -della giovane rispondessero all'amoroso suo appello. - -— Madama, le disse nel punto in cui finì la contradanza, non tornate in -quell'angolo odioso dove avete finora seppellito la vostra figura e la -vostra toeletta. L'ammirazione è il solo profitto che possiate ritrarre -dai diamanti che ornano il vostro collo così bianco e le vostre treccie -così bene ordinate? Venite a fare una passeggiata nelle sale e godervi -della festa e di voi stessa. - -Madama de Soulanges seguì il suo seduttore, il quale pensava che gli -sarebbe più certamente appartenuta, se fosse riuscito a metterla in -pubblico. Ambedue fecero allora alcuni giri attraverso i gruppi, che -ingombravano le sale del palazzo. La contessa di Soulanges, inquieta, -si arrestava un momento prima di entrare in ciascuna sala, e non vi -penetrava se non dopo aver teso il collo per gettare uno sguardo su -tutti gli uomini. Questa paura, che colmava di gioja il referendario, -non pareva calmata se non quando egli aveva detto alla tremante sua -compagna: — Rassicuratevi, non c'è. Giunsero così fino ad un'immensa -galleria di quadri, situata in un'ala del palazzo, e donde si godeva in -anticipazione del magnifico aspetto di un desco preparato per trecento -persone. Siccome la cena stava per cominciare, Marziale trascinò la -contessa verso un gabinetto ovale che prospettava sui giardini, ove -i fiori più rari ed alcuni arbusti formavano un boschetto profumato -sotto brillanti tappezzerie azzurre. Il mormorio della festa la veniva -a morire. Entrandovi la contessa trasalì, e rifiutò ostinatamente di -seguirvi il giovane: ma dopo aver gettati gli occhi sopra uno specchio, -senza dubbio vi vide dei testimonii, giacchè andò a sedersi con -abbastanza disinvoltura sopra un'ottomana. - -— Questo gabinetto è delizioso, ella disse ammirando una tappezzeria -color del cielo tempestata di perle. - -— Tutto vi respira amore e voluttà, disse il giovane estremamente -commosso. - -Col favore della luce misteriosa che vi regnava guardò la contessa -e sorprese sulla sua fisionomia dolcemente agitata un'espressione -di imbarazzo, di pudore, di desiderio, che lo incantò. La giovine -donna sorrise, e quel sorriso sembrò ponesse una fine alla lotta dei -sentimenti che si urtavano nel suo cuore, prese col modo più seducente -la mano sinistra del suo adoratore, e ne levò l'anello sul quale aveva -fermata l'attenzione. - -— Il bel diamante! esclamò coll'ingenuo accento d'una giovinetta che -lascia travedere le lusinghe d'un primo tentativo. - -Marziale, commosso dalla carezza involontaria ma inebbriante che la -contessa gli aveva fatto levandogli il brillante, fissò su di lei -sguardi scintillanti come l'anello. - -— Portatelo, le disse, in ricordo di quest'ora celeste e per amore di... - -Essa lo contemplava con tale estasi, che egli non finì: le baciò la -mano. - -— Me lo regalate? ella disse con aria meravigliata. - -— Vorrei offrirvi il mondo intiero. - -— Non scherzate? rispose colla voce alterata da una soddisfazione -troppo viva. - -— Non accettate che il mio diamante? - -— Non me lo riprenderete mai? chiese. - -— Mai. - -Ella si mise l'anello in dito. Marziale, contando su una prossima -felicità, fece il gesto di passare la mano sul corpo della contessa, -che si alzò di botto, e disse con voce chiara, senza emozione di -sorta: — Signore, accetto questo diamante con tanto minor scrupolo, -inquantochè mi appartiene. - -Il referendario rimase interdetto. - -— Il signor di Soulanges lo prese non ha guari sulla mia tavoletta e mi -disse d'averlo perduto. - -— Siete in errore, madama, disse Marziale, piccato, l'ho avuto da -madama de Vaudremont. - -— Precisamente, replicò ella sorridendo. Mio marito si è fatto prestare -da me questo anello, l'ha regalato a lei, essa ve ne ha fatto un dono; -il mio anello ha viaggiato, ecco tutto. Questo anello mi insegnerà -forse tutto ciò che ignoro e mi apprenderà il segreto di piacer sempre. -Signore, riprese, se non fosse stato mio, siate certo che non avrei -arrischiato di pagarlo così caro, giacchè, a quanto si dice, una -giovane presso voi è in pericolo. Ma ecco, continuò facendo scattare -una molla nascosta sotto la pietra, vi sono ancora i capelli del signor -di Soulanges. - -E si slanciò nelle sale con tanta prestezza che pareva inutile tentare -di raggiungerla, e d'altronde Marziale confuso non era in vena di -proseguire l'avventura. Il riso di madama de Soulanges aveva trovato -un'eco nel gabinetto, in cui il giovine bellimbusto scorse fra due -arboscelli il colonnello e madama de Vaudremont che ridevano di tutto -cuore. - -— Vuoi il mio cavallo per correre dietro alla tua conquista? gli disse -il colonnello. - -La buona grazia con cui il barone sopportò le celie con cui -l'assalirono madama de Vaudremont e Montcornet gli valse la loro -discrezione su quella serata, nella quale il suo amico scambiò il -cavallo di battaglia con una donna giovine, ricca e bella. - -Mentre la contessa di Soulanges varcava l'intervallo che separa la -Chaussée d'Antin dal sobborgo San Germano, in cui dimorava, fu in -preda alle più vive inquietudini. Prima di abbandonare il palazzo di -Gondreville ne aveva percorse le sale senza incontrarvi nè sua zia nè -suo marito, partiti senza di lei. Dei terribili presentimenti vennero -allora a tormentare la sua anima ingenua. Testimonio discreto delle -sofferenze provate da suo marito dal giorno che madama de Vaudremont -l'aveva attaccato al suo carro, sperava che un prossimo pentimento le -avrebbe ricondotto lo sposo. Era quindi con una incredibile ripugnanza -che aveva acconsentito al piano concepito da sua zia, madama di -Grandlieu, ed in quel momento temeva di aver commesso un errore. - -Quella serata aveva rattristata la sua anima candida. Sgomentata da -principio dall'aria sofferente e cupa del conte di Soulanges, lo fu -ancora più dalla bellezza della sua rivale, e la corruzione del gran -mondo le stringeva il cuore. Passando sul Ponte Reale, buttò via i -capelli profanati che si trovavano sotto il diamante, già offerto come -pegno di puro amore. Pianse ricordando le vive sofferenze alle quali -era da lungo tempo in preda, e fremette pensando che il dovere delle -donne le quali vogliono ottenere la pace in casa le costringeva a -seppellire nel fondo del cuore angoscie crudeli come la sua. - -— Ahimè! diceva, come possono fare le donne che non amano? Dov'è la -sorgente della loro indulgenza? Io non posso credere, come dice mia -zia, che basti la ragione per sostenerle in tali abnegazioni. - -Sospirava ancora quando il suo servitore abbassò l'elegante -predella dalla quale si lanciò nel vestibolo del suo palazzo. Salì -precipitosamente le scale, e quando giunse nella sua camera, trasalì di -terrore vedendo suo marito seduto presso il camino. - -— Da quando, mia cara, andate al ballo senza di me, senza prevenirmi? -chiese con voce alterata. Sappiate che una donna senza suo marito è -sempre spostata. Voi eravate singolarmente compromessa nell'angolo -oscuro in cui vi eravate cacciata. - -— Oh mio buon Leone, ella disse con voce carezzevole, non ho potuto -resistere al piacere di vederti senza che tu mi vedessi. Mia zia mi ha -condotta a questo ballo, e vi sono stata ben fortunata. - -Queste parole disarmarono gli sguardi del conte della loro severità -fittizia, giacchè egli si era fatto a sè stesso vivi rimproveri udendo -il ritorno di sua moglie, che senza dubbio al ballo era stata informata -di una infedeltà che egli sperava averle occultata, e giusta il costume -degli amanti che si sentono in colpa tentava, movendo pel primo querela -alla contessa, di evitare la sua collera troppo giusta. Guardò in -silenzio sua moglie che gli parve più bella che mai. Felice di vedere -suo marito sorridente e di trovarlo a quell'ora in una camera dove da -qualche tempo veniva con minor frequenza, la contessa lo guardò così -teneramente che arrossì ed abbassò gli occhi. Questa clemenza inebbriò -tanto più Soulanges in quanto che succedeva ai tormenti che aveva -provati durante il ballo; prese la mano di sua moglie e la baciò per -riconoscenza; non si trova spesso della riconosoenza nell'amore? - -— Ortensia, che hai al dito che mi ha fatto tanto male alle labbra? -chiese ridendo. - -— Il mio diamante, che tu dicevi perduto ed io ho ritrovato. - -Il generale Montcornet non sposò madama de Vaudremont, ad onta della -buona intelligenza nella quale ambedue vissero per alcuni momenti, -giacchè essa fu una delle vittime dello spaventevole incendio che -rese eternamente celebre il balio dato dall'ambasciatore d'Austria, -in occasione del matrimonio dell'imperatore Napoleone colla figlia -dell'imperatore Francesco II. - - - - -L'ELISIR DI LUNGA VITA - - -AL LETTORE - -Nell'esordio della vita letteraria dell'autore un amico morto da tempo, -gli fornì il soggetto di questo studio che più tardi trovò in una -raccolta pubblicata verso il principio di questo secolo; e, secondo -le sue congetture, è una fantasia dovuta al Hoffmann di Berlino, -pubblicata in qualche almanacco di Germania e dimenticata nelle opere -di lui dagli editori. La Commedia Umana è abbastanza ricca d'invenzioni -per permettere all'inventore di confessare un innocente prestito; come -il buon La-Fontaine, egli del resto avrà trattato al modo suo e senza -saperlo un fatto già narrato. Questo non fu uno di quegli scherzi di -moda nel 1830, epoca in cui ogni autore _faceva dell'atroce_, per il -piacere delle ragazze. Quando sarete arrivato all'elegante parricidio -di Don Giovanni, cercate di indovinare la condotta che in circostanze -presso a poco simili terrebbero quegli onesti che, nel secolo -decimonono, prendono danaro a vitalizio sulla fede di un catarro, e -quelli che affittano una casa ad una vecchia per tutto il resto dei -suoi giorni. Risusciterebbero essi i loro assicurati? Desidererei -che dei pesatori giurati di coscienze esaminassero qual grado di -somiglianza può esistere fra Don Giovanni ed i padri che maritano le -loro figlie a motivo _delle speranze_. La società umana che, al dire -di alcuni filosofi, cammina nella via del progresso, considera come un -passo verso il bene l'arte di attendere la morte? Questa scienza ha -creato dei mestieri onorevoli, mediante i quali si vive della morte. -Lo stato sociale di certe persone è quello di sperare una morte; la -covano, accoccolandosi ogni mattina sopra un cadavere, e se ne fanno un -guanciale per la sera: sono i coadjutori, i cardinali, i sopranumerari, -i tontinieri, ecc. Aggiungetevi molte persone delicate, che hanno -premura di acquistare una proprietà il cui prezzo è superiore ai loro -mezzi, ma che stabiliscono logicamente ed a freddo le probabilità di -vita che restano ai loro padri od alle loro suocere, ottuagenarie o -settuagenarie, dicendo: — «Prima di tre anni erediterò necessariamente -e, allora....» Un omicida ci dà meno nausea di una spia. L'omicida -ha forse ceduto a un moto di pazzia, può pentirsi, riabilitarsi. -Ma la spia è sempre spia; è spia in letto, a tavola, camminando, di -giorno, di notte; è vile ogni minuto. Si può essere omicida come è -vile una spia? Eppure non ravvisate nella società una folla di esseri -indotti dalle nostre leggi, dai nostri costumi, dagli usi, a pensare -incessantemente alla morte dei loro, ad agognarla? - -Essi pensano ciò che vale una bara contrattando dei _cachemires_ per -le loro donne, salendo le scale di un teatro, desiderando di andare ai -_Bouffons_, sospirando una carrozza. Assassinano delle care creature, -incantevoli di innocenza, nel momento in cui la sera offrono loro da -baciare le fronti infantili dicendo: «Buona sera, papà!» Vedono ad -ogni momento degli occhi che vorrebbero chiudere e che si riaprono -ogni mattina alla luce come quelli di Belvidero in questo _studio_. -Dio solo sa il numero di parricidii che si commettono col pensiero! -Figuratevi un uomo che deve passare mille scudi di rendita vitalizia ad -una vecchia, e che ambedue vivono in campagna, separati da un ruscello, -ma abbastanza estranei l'uno all'altra, per potere odiarsi cordialmente -senza mancare a quelle convenienze umane che mettono una maschera sul -viso di due fratelli, di cui l'uno avrà il maggiorasco, l'altro una -legittima. Tutta la civiltà europea riposa sull'_eredità_ come sopra -un perno; sarebbe stoltezza sopprimerlo, ma non si potrebbe, come nelle -macchine che formano l'orgoglio della nostra epoca, perfezionare questa -ruota essenziale? - -Se l'autore ha conservato questa vecchia formola: _Al lettore_ in -un'opera in cui cerca di rappresentare tutte le forme letterarie, si -è per fare un'osservazione relativa ad alcuni studii ed in ispecie -a questo. Ognuna delle sue composizioni è basata su delle idee più o -meno nuove, la cui manifestazione gli sembra utile; può tenere alla -priorità di certe forme, di certi pensieri, che, di poi, sono passati -nel dominio letterario, e si sono talvolta volgarizzati. Le date della -primitiva pubblicazione di ciascun studio non devono dunque riuscire -indifferenti a quelli dei lettori che vorranno rendergli giustizia. - -La lettura ci procura amici sconosciuti, e quale amico è un lettore! -Abbiamo degli amici noti che non leggono una riga di nostro! L'autore -spera aver pagato il suo debito dedicando quest'opera DIIS IGNOTIS. - - . . . . . . . - -In un sontuoso palazzo di Ferrara, una sera d'inverno Don Juan -Belvidero, dava un festino ad un principe della casa d'Este. A -quell'epoca una festa era uno spettacolo meraviglioso che solo potevano -realizzare ricchezze da re o da gran signore. Sedute intorno ad un -tavolo illuminato da candele profumate, sette allegre dame scambiavano -dolci propositi fra ammirabili capi d'opera, i cui candidi marmi si -staccavano sulle pareti di stucco rosso e contrastavano coi ricchi -tappeti di Turchia. Vestite di seta, scintillanti d'oro e cariche -di pietre preziose che brillavano meno degli occhi loro, tutte -raccontavano energiche passioni, ma diverse come lo erano le loro -bellezze. Esse non differenziavano nè di parole nè di idee; l'aria, -uno sguardo, qualche gesto e l'accento servivano alle loro parole di -commentarii libertini, lascivi, melanconici o scherzosi. - -Una pareva dire: — La mia bellezza sa riscaldare il cuore gelato dei -vecchi. - -L'altra: — Amo restare sdrajata sui cuscini, per pensare con ebbrezza a -quelli che mi adorano. - -Una terza, novizia di queste feste, voleva arrossire: — In fondo -del cuore sento un rimorso, ella diceva. Sono cattolica ed ho paura -dell'inferno. Ma vi amo tanto, oh tanto, che posso sacrificarvi -l'eternità. - -La quarta, vuotando una tazza di vino di Chio, sclamava: — Viva -l'allegria! Ad ogni aurora io prendo una nuova vita. Dimentica del -passato, ebra ancora degli assalti della vigilia, tutte le sere -esaurisco una vita di felicità, una vita piena d'amore! - -La donna seduta presso Belvidero lo guardava con occhi infocati. Era -silenziosa. — Non mi affiderei ai _bravi_ per uccidere il mio amante, -se mi abbandonasse! Poi aveva riso; ma la sua mano convulsiva rompeva -una scatola d'oro da confetti, miracolosamente scolpita. — Quando sarai -tu granduca? dimandò la sesta al principe con una espressione di gioja -omicida fra i denti, e di delirio bacchico negli occhi. — E tu, quando -morrà tuo padre? disse la settima ridendo e gettando il suo mazzo a -Don Giovanni con un gesto inebriante di civetteria. Era una innocente -giovinetta, avvezza a scherzare con tutte le cose sacre. — Ah! non me -ne parlate, gridò il giovine e bello Don Juan Belvidero, non vi è al -mondo che un padre eterno, e sventura vuole che l'abbia io. - -Le sette cortigiane di Ferrara, gli amici di Don Giovanni ed il -principe stesso gettarono un grido d'orrore. Duecento anni dopo e -sotto Luigi XV la gente di buon gusto avrebbe riso di quella sortita. -Ma fors'anche sul principio di un'orgia le anime avevano ancora troppa -lucidità. Ad onta del fuoco delle candele, del grido delle passioni, -dell'aspetto dei vasi d'oro e d'argento, del fumo dei vini, ad onta -della contemplazione delle donne più incantevoli, vi era forse ancora, -nel fondo dei cuori, un po' di quella vergogna per le cose umane e -divine che lotta fino a tanto che l'orgia l'abbia annegata negli ultimi -fiotti d'un vino spumante. Tuttavia i fiori erano già appassiti, gli -occhi si inebetivano, e l'ubbriachezza guadagnava terreno, secondo -l'espressione di Rabelais, fino ai sandali. In quel momento di -silenzio, s'aprì una porta e, come al convito di Baldassare, Dio si -fece riconoscere; comparve sotto le sembianze di un vecchio domestico -dai capelli bianchi, dal passo tremante, dalle sopraciglia contratte; -entrò con aria triste, sprezzò con un'occhiata le corone, le tazze di -vermiglia, le piramidi di frutta, lo splendore della festa, la porpora -dei volti sbalorditi ed i colori dei cuscini su cui si affondavano le -candide braccia delle donne; finalmente gettò il lutto su quella follia -dicendo con voce cavernosa queste tristi parole: — Monsignore, vostro -padre è moribondo. Don Giovanni si alzò dicendo ai suoi ospiti un gesto -che può tradursi così: «Scusatemi, non sono cose che accadono tutti i -giorni.» - -La morte di un padre non sorprende spesso i giovan nel mezzo degli -splendori della vita, nel seno delle follie di un'orgia? La morte è -così subitanea ne' suoi capricci come una cortigiana nelle sue collere; -ma, più fedele, non ha mai ingannato alcuno. - -Quando Don Giovanni ebbe chiusa la porta della sala, camminò in -una lunga galleria altrettanto fredda quanto oscura, e si sforzò di -assumere un'apparenza teatrale; pensando alla sua parte di figlio aveva -buttata via col tovagliolo la mattana. La notte era nera. Il servitore -silenzioso che conduceva il giovine verso una camera mortuaria, faceva -scarsamente lume al suo padrone, di modo che la _morte_, ajutata dal -freddo, dal silenzio, dall'oscurità, per una reazione d'ubbriacatura -forse, potè insinuare alcune riflessioni nell'animo di questo -dissipatore, che interrogò la sua vita e divenne pensieroso come un -uomo sotto processo che s'incammina al tribunale. - -Bartolomeo Belvidero padre di Don Giovanni era un vecchio nonagenario -che aveva passata la maggior parte della sua vita nei traffichi -mercantili. Avendo spesso attraversati i magici paesi dell'Oriente, -aveva acquistate immense ricchezze e cognizioni, come egli diceva, più -preziose dell'oro e dei diamanti dei quali allora più non si curava. — -Preferisco un dente ad un rubino ed il potere al sapere, diceva qualche -volta sorridendo. Questo buon padre si compiaceva nell'udire Don -Giovanni raccontargli una scappata giovanile, e diceva con aria maligna -prodigandogli l'oro: Mio caro figlio, non fare altre sciocchezze che -quelle le quali ti divertiranno. — Era il solo vecchio che provasse -piacere a vedere un giovane; l'amor paterno lo illudeva nella -contemplazione di una vita così brillante. All'età di sessant'anni -Belvidero si era innamorato di un angelo di pace e di bellezza. -Don Giovanni era stato il solo frutto di questo tardo e passeggero -amore. Dopo quindici anni il buon uomo deplorava la perdita della -sua cara Juana. I numerosi suoi servitori e suo figlio attribuivano a -questo dolore del vecchio le singolari abitudini che aveva contratte. -Rifugiato nell'ala più incomoda del suo palazzo, Bartolomeo non ne -usciva che assai di rado, e Don Giovanni stesso non poteva penetrare -nell'appartamento di suo padre senza averne ottenuto il permesso. -Se questo volontario anacoreta andava e veniva nel palazzo, o per le -vie di Ferrara, pareva in cerca di cosa che gli mancasse; camminava -tutto impensierito, indeciso, preoccupato come un uomo in lotta con -un'idea o con un ricordo. Mentre il giovane dava delle feste sontuose, -ed il palazzo rimbombava degli scoppii della sua gioja, i cavalli -scalpitavano nelle corti e i paggi questionavano giocando ai dadi sui -gradini, Bartolomeo mangiava sette oncie di pane al giorno e beveva -dell'acqua. Se gli occorreva un po' di pollame, era per darne le ossa -ad un barbone nero, suo fedel compagno. Durante la malattia, se il -suono del corno e gli abbajamenti dei cani lo sorprendevano nel sonno, -si accontentava di dire: — Ah! è Don Giovanni che rincasa. - -Su questa terra non si era mai incontrato un padre così comodo e così -indulgente, quindi il giovane Belvidero, avvezzo a trattarlo senza -complimenti, aveva tutti i difetti dei fanciulli viziati; viveva con -Bartolomeo come una cortigiana capricciosa vive con un antico amante, -facendo passare un'impertinenza con un sorriso, vendendo il suo buon -umore e lasciandosi amare. Ricostruendo mentalmente il quadro dei -suoi anni giovanili, Don Giovanni si accorse che gli sarebbe stato -difficile trovare in difetto la bontà di suo padre. Sentendo in -fondo al cuore nascere un rimorso, nel momento in cui attraversava -la galleria, si sentì quasi spinto a perdonare a Belvidero d'aver -vissuto così a lungo. Tornava a sentimenti di pietà filiale, come un -ladro diventa uomo onesto per il possibile godimento di un milione -bene occultato. In breve il giovane attraversò le alte e fredde sale -che componevano l'appartamento di suo padre. Dopo aver provato gli -effetti d'un'atmosfera umida, respirata l'aria densa, l'odore stantìo -che esalava dalle vecchie tappezzerie e dagli armadii coperti di -polvere, si trovò nell'antica camera del vecchio, davanti a un letto -nauseabondo, presso un focolare quasi spento. Una lampada posta sopra -un tavolo di forma gotica, gettava a intervalli ineguali degli sprazzi -di luce più o meno forti sul letto e mostrava così la figura del -vecchio sotto aspetti sempre diversi. Il freddo fischiava attraverso le -finestre mal chiuse; e la neve sferzando i vetri produceva uno strepito -sordo. Questa scena faceva un contrasto così spiccato con quella che -Don Giovanni aveva lasciata, che non potè a meno di trasalire. Poi -ebbe freddo quando, avvicinandosi al letto, un barbaglio abbastanza -violento di luce, spinto da un soffio di vento, illuminò la testa di -suo padre; i lineamenti ne erano scomposti, la pelle aderente alle -ossa aveva delle tinte verdognole che la bianchezza del guanciale su -cui riposava il vegliardo rendeva ancora più orribili; contratta dal -dolore, la bocca semichiusa e priva di denti lasciava passare alcuni -sospiri la cui lugubre energia era sostenuta dagli urli della tempesta. -Ad onta di questi segni di distruzione, su quella testa splendeva un -carattere incredibile di potenza. Uno spirito superiore vi combatteva -la morte. Gli occhi, infossati dalla malattia, avevano una fissità -singolare. Pareva che Bartolomeo cercasse col suo sguardo di morente di -uccidere un nemico steso ai piedi del suo letto. Quello sguardo fisso e -freddo era tanto più spaventoso, in quanto che la testa restava in una -immobilità simile a quella dei cranii posti sulle tavole dei medici. -Il corpo, nettamente disegnato dalle coperte del letto, annunziava che -le membra del vecchio avevano la stessa rigidezza. Tutto era morto, -meno gli occhi. I suoni poi che uscivano dalla bocca avevano qualche -cosa di meccanico. Don Giovanni provò una certa vergogna di arrivare -al letto di suo padre morente conservando sul petto il mazzolino di una -cortigiana, e portandovi i profumi di una festa ed il sentore del vino. - -— Tu ti divertivi! sclamò il vecchio, vedendo suo figlio. - -Nello stesso momento la voce pura e leggiera d'una cantante che -rallegrava i convitati, fortificata dagli accordi della viola sulla -quale si accompagnava, dominò i rantoli dell'uragano, e risuonò fino -in quella funebre stanza. Don Giovanni voleva non intendere quella -selvaggia affermazione data a suo padre. - -Bartolomeo disse: — Non te ne faccio un carico, figliuol mio. - -Questa parola piena di dolcezza fece male a Don Giovanni, che non -perdonò a suo padre quella pungente bontà. — Che rimorso per me, padre -mio! gli disse ipocritamente. — Povero Juanino, rispose il morente con -voce sorda, sono sempre stato così buono con te, che tu non desidererai -la mia morte? — Oh, sclamò Don Giovanni, se fosse possibile rendervi -la vita dandovi una parte della mia! (Queste cose si possono sempre -dire, pensava lo scialacquatore; gli è come se offrissi il mondo alla -mia amante.) Appena finito il suo pensiero, il barbone abbajò. Quella -voce intelligente fece fremere Don Giovanni: credette di essere stato -compreso dal cane. — Sapeva bene, figlio mio, che potevo contare su -di te, gridò il moribonda Io vivrò. Va, tu sarai contento. Vivrò, -ma senza toglierti un giorno di quelli che ti appartengono. — Ha il -delirio, disse fra sè Don Giovanni. Poi aggiunse a voce alta: Si, caro -padre, voi vivrete certo, tanto come me, giacchè la vostra imagine sarà -continuamente nel mio cuore. — Non si tratta di questa vita, disse -il vecchio signore raccogliendo le sue forze per mettersi a sedere, -giacchè fu agitato da uno di quei sospetti che non nascono se non sotto -il capezzale dei morenti. Ascolta, figlio mio, continuò con una voce -affievolita da quest'ultimo sforzo, io non ho maggior voglia di morire -che tu non l'abbia di far senza innamorate, vino, cavalli, falconi, -cani ed oro. — Lo credo bene, pensò il figlio inginocchiandosi davanti -al letto e baciando una delle mani cadaveriche di Bartolomeo. Ma, -riprese a dire, padre mio, mio caro padre, bisogna sottomettersi alla -volontà di Dio! — Dio son io, replicò il vecchio brontolando. — Non -bestemmiate! gridò il giovane vedendo l'aria minacciosa che assunsero i -tratti di suo padre. Guardatevene bene; avete ricevuta rastrema unzione -ed io non potrei più consolarmi, se vi vedessi morire in peccato. — -Vuoi ascoltarmi? gridò il morente ringhiando. - -Don Giovanni tacque. Regnò un orribile silenzio. Attraverso i pesanti -fischi della neve, gli accordi della viola e la voce deliziosa -arrivarono ancora, deboli come lo spuntare del giorno. Il moribondo -sorrise. — Ti ringrazio di aver invitato delle cantanti, d'aver -condotto della musica. Una festa, delle donne giovani e belle, bianche -coi capelli neri! tutti i piaceri della vita. Falle restare, io sto per -rinascere. — Il delirio è al colmo, disse Don Giovanni. — Ho scoperto -un mezzo per risuscitare. Guarda! Cerca nel cassetto del tavolo, -l'aprirai spingendo una molla nascosta dal grifone. — Ci sono, padre -mio. - -— Là, bravo, prendi una boccettina di cristallo di rocca. - -— Eccola. — Ho impiegato venti anni a.... In quel momento il vecchio -sentì avvicinarsi la sua fine, e raccolse tutta la sua energia per -dire: appena avrò reso l'ultimo sospiro, mi strofinerai tutto con -quell'acqua, ed io risusciterò. — Ve n'è ben poca replicò, il giovane. - -Se Bartolomeo non poteva più parlare, aveva ancora la facoltà di -intendere e di vedere; a quelle parole volse la testa verso Don -Giovanni con un movimento spaventosamente brusco; il suo collo restò -torto come quello di una statua di marmo dal pensiero dello scultore -condannata a guardare da un lato: i suoi occhi ingranditi contrassero -una ributtante immobilità. Era morto, morto perdendo la sua sola, la -sua ultima illusione. Cercando un asilo nel cuore di suo figlio, vi -trovava una tomba più vuota di quella che di solito gli uomini fanno -ai loro morti. Quindi i suoi capelli furono sparpagliati dall'orrore, -ed il suo sguardo convulso parlava ancora. Era un padre che si levava -dal suo sepolcro per domandare vendetta a Dio! — To'! il buon uomo è -finito, esclamò Don Giovanni. - -Nella premura di presentare alla luce della lampada la boccetta -misteriosa, come un bevitore consulta la sua bottiglia alla fine del -pranzo, non aveva veduto imbianchire l'occhio di suo padre. Il cane -estatico contemplava alternativamente il padrone morto e l'elisir, come -Don Giovanni guardava tratto tratto suo padre e la fiala. La lampada -gettava delle fiamme ondeggianti. Il silenzio era profondo, la viola -muta. Belvidero trasalì credendo di vedere suo padre che si muoveva. -Intimidito dall'espressione fredda dei suoi occhi accusatori, li -chiuse, come avrebbe spinta una persiana mossa dal vento in una notte -d'autunno. Si tenne ritto, immobile, ingolfato in un mondo di pensieri. -Tutto ad un tratto uno strepito aspro, simile allo stridore di una -molla irrugginita, ruppe quel silenzio. Don Giovanni, sorpreso, per -poco non lasciò cadere la boccetta. Un sudore più freddo dell'acciajo -d'un pugnale, esci dai suoi pori. Un gallo di legno dipinto si alzò al -di sopra di un orologio e cantò tre volte. Era una di quelle macchine -ingegnose coll'ajuto delle quali i dotti di quell'epoca si facevano -svegliare all'ora fissata pei loro lavori. L'alba tingeva già in rosso -le finestre. Don Giovanni aveva passate dieci ore a riflettere. Il -vecchio orologio era più fedele al suo servizio ch'egli non lo fosse -nel compimento dei suoi doveri verso Bartolomeo. Quel meccanismo si -componeva di legno, di molle, di corde, di ruote, mentre egli aveva -quel meccanismo particolare all'uomo che chiamasi un cuore. Per non -esporsi più a perdere il misterioso liquore, lo scettico Don Giovanni -lo ricollocò nel cassetto della piccola tavola gotica. In quel momento -solenne udì nelle gallerie un sordo tumulto; erano voci confuse, risa -soffocate, passi leggieri, fruscii di seta, insomma lo strepito di una -allegra brigata che cerca di raccogliersi. - -La porta si aperse, ed il principe, gli amici di Don Giovanni, le sette -cortigiane, le cantatrici, apparvero nello strano disordine in cui si -trovano delle danzatrici sorprese dal chiarore del mattino, quando il -sole lotta colle fiamme delle candele che impallidiscono. Arrivavano -tutti per dare al giovine ereditiero le consolazioni d'uso. — Oh! oh! -il povero Don Giovanni avrebbe dunque presa sul serio questa morte? -disse il principe all'orecchio della Brambilla. — Ma suo padre era un -gran buon uomo, ella rispose. - -Le meditazioni notturne di Don Giovanni avevano impressa sui suoi -lineamenti un'espressione così singolare, che impose silenzio a -quel gruppo. Gli uomini restarono immobili. Le donne, i cui labbri -erano arsi dal vino, le cui gote erano chiazzate dai baci, si -inginocchiarono e si misero a pregare. Don Giovanni non potè a meno -di trasalire vedendo gli splendori, le gioje, le risa, i canti, la -gioventù, la bellezza, il potere, tutte le personificazioni della -vita, prosternarsi così davanti alla morte. Ma in questa adorabile -Italia, stravizzo e religione si accoppiavano allora così bene, che la -religione era uno stravizzo, lo stravizzo una religione. Il principe -strinse affettuosamente la mano a Don Giovanni, poi tutte le faccie -avendo formulata simultaneamente la stessa smorfia tra la tristezza -e l'indifferenza, quella fantasmagoria disparve lasciando vuota la -sala. Un bel quadro della vita! Discendendo le scale il principe disse -alla Roverbella: — Eh! chi avrebbe creduto Don Giovanni uno spaccone -d'empietà! Ama suo padre! — Avete osservato il cane nero? chiese la -Brambilla. — Eccolo immensamente ricco, soggiunse sospirando la Bianca -Cavatoline. — Che m'importa? sclamò la fiera Varenese, quella che aveva -spezzata la scatola da confetti. — Come? Che t'importa? esclamò il -duca. Coi suoi scudi adesso è altrettanto principe quanto lo sono io. - -Da principio Don Giovanni, agitato da mille pensieri, ondeggiò fra -diversi partiti. Dopo avere consultato il tesoro ammassato da suo -padre, tornò la sera nella camera mortuaria coll'anima gonfia di un -terribile egoismo. Trovò nell'appartamento tutte le persone della -casa occupate a disporre gli ornamenti del letto di parata sul quale -_fu monsignore_ doveva essere espostoli giorno dopo, in mezzo ad una -superba camera ardente, curioso spettacolo che tutta Ferrara doveva -venire ad ammirare. Don Giovanni fece un segno, ed i suoi uomini si -fermarono tutti, interdetti, tremanti. — Lasciatemi solo qui, disse con -voce alterata, non vi ritornerete che al momento in cui io uscirò. - -Quando non risuonarono più che debolmente i passi del vecchio servitore -che se ne andava per l'ultimo, Don Giovanni chiuse affrettatamente la -porta, e, sicuro d'essere solo, esclamò: — Proviamo! - -Il corpo di Bartolomeo era steso su una lunga tavola. Per togliere agli -occhi di tutti lo schifoso spettacolo di un cadavere che l'estrema -decrepitezza e la magrezza rendevano simile ad uno scheletro, gli -imbalsamatori avevano gettato sul corpo un drappo che l'avviluppava, -meno la testa. Quella specie di mummia giaceva nel mezzo della camera -ed il drappo, naturalmente morbido, ne disegnava vagamente le forme, ma -acute, stecchite, gracili. Il volto era già segnato da larghe chiazze -violacee che indicavano la necessità di completare l'imbalsamazione. Ad -onta dello scetticismo di cui era armato, Don Giovanni tremò sturando -la magica fiala di cristallo. Quando arrivò presso alla testa, fu -anzi costretto di attendere un istante, tanto tremava. Ma quel giovane -era stato di buon'ora sapientemente corrotto dai costumi d'una corte -dissoluta; una riflessione degna del duca d'Urbino venne a dargli un -coraggio eccitato da un vivo sentimento di curiosità; gli sembrava anzi -che il demonio gli avesse suggerito queste parole che rimbombarono nel -suo cuore: _Imbevigli un occhio!_ Prese un pannolino e dopo averlo con -parsimonia intinto nel prezioso liquore, lo passò leggiermente sulla -pupilla destra del cadavere. L'occhio si aperse. — Ah! ah! disse Don -Giovanni stringendo in pugno la boccetta, come noi stringeremmo in -sogno il ramo al quale siamo sospesi al di sopra di un precipizio. - -Vedeva un occhio pieno di vita, un occhio di fanciullo in una testa -da morto; la luce vi tremolava in mezzo ad un fluido giovanile e, -protetto da belle ciglia nere, scintillava simile a quei lumi isolati -che il viaggiatore vede in una campagna deserta nelle sere d'inverno. -Quell'occhio fiammeggiante pareva volesse slanciarsi su Don Giovanni, -e pensava, accusava, condannava, minacciava, giudicava, parlava. Vi -si agitavano tutte le passioni umane. Erano le preghiere più tenere; -una collera di re, poi l'amore di una giovinetta che chiede grazia -ai suoi carnefici; finalmente lo sguardo profondo che getta un uomo -nel salire l'ultimo gradino del patibolo. Scintillava tanta vita in -quel frammento di vita, che Don Giovanni spaventato rinculò, passeggiò -per la camera, senza osare di mirare quell'occhio che rivedeva sulle -pareti, sulle tappezzerie. La camera era seminata di punte piene di -fuoco, di vita, d'intelligenza. Dappertutto brillavano degli occhi che -gli abbajavano dietro. — Sarebbe risuscitato per altri cento anni, -gridò involontariamente quando, ricondotto davanti a suo padre da -un'influenza diabolica, contemplò quella scintilla luminosa. - -Tutto ad un tratto la pupilla intelligente si chiuse e si riaperse -subitanea, come quella di una donna che acconsente. Se una voce avesse -gridato: «Sì!» Don Giovanni non ne avrebbe provato maggior spavento. — -Che fare? pensò. — Sì, disse l'occhio ammiccando con una sorprendente -ironia. — Ah! ah! gridò Don Giovanni, v'è della stregoneria. E -s'avvicinò all'occhio per schiacciarlo. Una grossa lagrima rotolò sulle -guancie appassite del cadavere, e cadde sulla mano di Belvidero. — -Scotta, gridò egli sedendo. - -Questa lotta l'aveva estenuato come se, a somiglianza di Giacobbe, -avesse combattuto contro un angelo. - -Finalmente si alzò dicendo: — Purchè non si versi sangue! Poi, -raccogliendo quel tanto di coraggio che basta per essere vile, -schiacciò l'occhio, comprimendolo con un pannolino, ma senza guardarlo. -Si udì un gemito, inatteso, ma terribile. Il povero barbone spirava -urlando. — Che sia a parte del segreto? si domandò Don Giovanni -guardando la bestia fedele. - -Don Giovanni Belvidero passò per un figlio pio. Inalzò un monumento di -marmo bianco sulla tomba di suo padre, ed affidò l'esecuzione delle -sue statue ai più celebri artisti dell'epoca. Non fu perfettamente -tranquillo se non il giorno in cui la statua paterna, inginocchiata -davanti alla religione, impose l'enorme suo peso su quella fossa, -in fondo alla quale seppellì il solo rimorso che avesse sfiorato il -suo cuore nei momenti di fisica stanchezza. Inventariando le immense -ricchezze ammassate dal vecchio orientalista, Don Giovanni divenne -avaro; non aveva da provvedere a due vite umane? Il suo sguardo -profondamente scrutatore penetrò nel principio della vita sociale, ed -abbracciò tanto meglio il mondo, in quanto lo vedeva attraverso una -tomba. Analizzò gli uomini e le cose, per finirla in una volta col -passato rappresentato dalla storia, col presente raffigurato dalla -legge, coll'avvenire svelato dalla religione. Prese l'anima e la -materia, le gettò in un crogiuolo, non vi trovò nulla, e da allora -divenne _Don Giovanni_! - -Padrone delle illusioni della vita, si lanciò giovine e bello nella -vita, sprezzando il mondo, ma facendosene padrone. La sua felicità -non poteva essere quella felicità borghese che si pasce di un -_lesso_ periodico, d'un buon scaldaletto per l'inverno, d'una lampada -per la notte e di pantofole nuove ogni trimestre. No, egli non si -impadronì dell'esistenza come una scimia che afferra una noce, e senza -trastullarsi a lungo, spogliò saggiamente i volgari involucri del -frutto per gustarne la polpa saporita. - -La poesia ed i sublimi trasporti della passione umana non gli vennero -più tra i piedi. Non commise l'errore di quegli uomini potenti i -quali, imaginando talvolta che le piccole anime credano alle grandi, -si avvisano di scambiare gli alti pensieri dell'avvenire colla moneta -spicciola delle nostre idee vitalizie. Egli ben poteva come essi -camminare i piedi sulla terra, la testa nei cieli; ma amava meglio -stare seduto ed asciugare col suoi baci più di un labbro di donna -tenera, fresca e profumata; giacchè simile alla morte, dove passava -divorava tutto senza pudore, volendo un amore di possesso, un amore -orientale dai piaceri lunghi e focili. Non amando nelle donne che _la -donna_, si fece dell'ironia un abito naturale all'anima sua. Quando le -sue amanti si servivano di un letto per salire al cielo, ove andavano -a perdersi in un'estasi delirante, Don Giovanni ve le seguiva, grave, -espansivo, sincero quanto può esserlo uno studente tedesco. Ma diceva -io, quando la sua innamorata, folle, smarrita, diceva _noi_! Sapeva -mirabilmente lasciarsi trascinare da una donna. Era sempre abbastanza -forte per lasciarle credere che tremava come un giovine collegiale che -in un ballo dice alla sua prima ballerina: «Amate la danza?» Ma sapeva -anche ruggire a proposito, sfoderare la potente sua spada e sfracellare -i commendatori. V'era dello scherno nella sua semplicità e del riso -nelle sue lagrime, giacchè sapeva piangere come una donna quando -dice a suo marito: «Regalami carrozza e cavalli, o muojo tisica.» -Pei negozianti il mondo è una balla o una massa di biglietti in -circolazione; per la maggior parte dei giovani è una donna; per alcune -donne è un uomo; per certi individui è un salone, una consorteria, un -quartiere, una città; per Don Giovanni l'universo era lui. Modello di -grazia e di nobiltà, d'uno spirito seducente, attaccò la sua barca a -tutte le rive; ma facendosi condurre non andava che dove voleva essere -condotto. Più visse, più dubitò. Esaminando gli uomini indovinò spesso -che il coraggio era temerità; la prudenza poltroneria; la generosità -astuzia; la giustizia un delitto; la delicatezza una ingenuità; la -probità un'organizzazione; e per una fatalità singolare si accorse -che le persone veramente probe, delicate, giuste, generose, prudenti e -coraggiose, non godevano presso gli uomini considerazione di sorta. Che -gelido scherzo! si disse. Non viene da un Dio. Ed allora, rinunciando -ad un mondo migliore, non si levò mai il cappello udendo pronunciare -un nome e considerò i santi di pietra nelle chiese come opere d'arte. -In tal modo, comprendendo il meccanismo delle società umane, non -urtava mai troppo i pregiudizii, perchè non era tanto potente come il -carnefice; ma maneggiava le leggi sociali con quella grazia e quello -spirito così ben resi nella scena con Monsieur Dimanche. Fu infatti il -tipo del Don Giovanni di Molière, del Faust di Goethe, del Manfredo di -Byron o del Melmoth di Maturin. Grandi imagini tracciate dai più grandi -genii d'Europa, ed ai quali non mancarono gli accordi di Mozart come -forse la lira di Rossini. Imagini terribili che il principio del male, -esistente nell'uomo, fa eterne, e delle quali di secolo in secolo si -ritrovano alcuni esemplari; sia che questo tipo entri a trattare cogli -uomini incarnandosi in Mirabeau, sia che si accontenti di agire in -silenzio come Bonaparte, o di conglobare l'universo in un'ironia come -il divino Rabelais; oppure anco sia che rida degli esseri invece di -insultare le cose, come il maresciallo di Richelieu; e meglio ancora, -sia che si burli degli uomini e delle cose come il più celebre dei -nostri ambasciatori. Ma il genio profondo di Don Giovanni Belvidero -riassunse, in anticipazione, tutti questi genii. Si burlò di tutto. La -sua vita era uno scherno che comprendeva uomini, cose, instituzioni, -idee. Quanto all'eternità, aveva chiacchierato famigliarmente una -mezz'ora col papa Giulio II ed alla fine della conversazione gli disse -ridendo: — Se bisogna assolutamente scegliere, amo meglio credere a Dio -che al diavolo; la potenza unita alla bontà offre sempre più risorse -che il genio del male. — Sì un Dio, vuole che si faccia penitenza in -questo mondo... — Voi dunque pensate sempre alle vostre indulgenze? -rispose Belvidero. Ebbene! per pentirmi dei falli della prima mia vita, -ho in riserva tutta un'esistenza. — Ah! se intendi così la vecchiaja, -esclamò il papa, arrischii di essere canonizzato. — Dopo il vostro -inalzamento al soglio pontificio si può credere qualunque cosa. - -E se ne andarono a vedere gli operaj occupati a costruire l'immensa -basilica consacrata a san Pietro. — San Pietro è l'uomo di genio che ci -ha costituito il nostro doppio potere, disse il papa a Don Giovanni, e -merita questo monumento. Ma alle volte, di notte, penso che un diluvio -passerà la spugna su di ciò e bisognerà ricominciare... - -Don Giovanni ed il papa si misero a ridere: si erano intesi. Uno -sciocco sarebbe andato il giorno dopo a divertirsi con Giulio II da -Raffaello, o nella deliziosa villa Madama; ma Belvidero andò a vederlo -officiare pontificalmente per convincersi dei suoi dubbii. In un'orgia -La Rovere avrebbe potuto smentirsi e commentare l'Apocalisse. - -Ad ogni modo questa leggenda non fu intrapresa per fornire materiali a -quelli che volessero scrivere delle memorie sulla vita di Don Giovanni; -è destinata a provare agli uomini onesti che Belvidero non è morto nel -suo duello con una pietra, come vogliono far credere alcuni litografi. -Allorchè Don Giovanni Belvidero raggiunse l'età di 60 anni, venne a -stabilirsi in Ispagna. - -Là, nella sua tarda età, sposò una bella ed incantevole andalusa. Ma, -per calcolo, non fu nè buon padre, nè buon marito. Aveva osservato che -non siamo mai amati teneramente se non dalle donne delle quali non ci -curiamo più che tanto. Dona Elvira, santamente allevata da una vecchia -zia nel fondo dell'Andalusia, in un castello a poche leghe da San -Lucar, era tutta abnegazione e grazia. Don Giovanni indovinò che quella -giovinetta sarebbe donna da combattere lungamente una passione prima di -cedervi; sperò quindi poterla conservare virtuosa fino alla sua morte. -Fu uno scherzo serio, una partita a scacchi che voleva riservarsi di -giuocare negli ultimi suoi giorni. Forte di tutti gli errori commessi -da suo padre Bartolomeo, Don Giovanni risolse di far servire le -minime azioni della sua vecchiaja alla riescita del dramma che doveva -compiersi al suo letto di morte. Quindi la maggior parte delle sue -ricchezze restò sepolta nelle cantine del suo palazzo a Ferrara, ove -andava di raro. Quanto all'altra metà della sua sostanza, fu collocata -a vitalizio, per interessare alla durata della sua vita la moglie -ed i figli, specie di astuzia che suo padre avrebbe dovuto usare; -ma questa speculazione machiavellica non gli fu molto necessaria. -Il giovine Filippo Belvidero suo figlio divenne uno spagnuolo così -conscienziosamente religioso quanto suo padre era empio, in virtù forse -del proverbio: _a padre avaro figliuol prodigo_. L'abate di San Lucar -fu scelto da Don Giovanni per dirigere le conscienze della duchessa -di Belvidero e di Filippo. Questo ecclesiastico era un sant'uomo, -bello della persona, mirabilmente proporzionato, che aveva dei begli -occhi neri, una testa alla Tiberio, logorata dai digiuni, bianca di -macerazioni, e giornalmente tentato come lo sono tutti i solitarii. -Il vecchio signore sperava forse di potere uccidere anche un frate -prima di fluire la prima locazione della sua vita. Ma sia che l'abate -fosse abbastanza forte quanto poteva esserlo lo stesso Don Giovanni, -sia che Dona Elvira avesse più prudenza o virtù che la Spagna non -accordi alle donne, Don Giovanni fu costretto a passare i suoi ultimi -giorni come un vecchio curato di campagna senza scandali in casa. -Alle volte si divertiva a trovare il figlio o la moglie in fallo nei -doveri di religione, e voleva imperiosamente che eseguissero tutte le -obbligazioni imposte ai fedeli della corte di Roma. Finalmente non era -mai tanto felice come quando udiva il galante abate di San Lucar, Dona -Elvira e Filippo occupati a discutere un caso di conscienza. - -Intanto, ad onta delle cure prodigiose che il signor Don Giovanni -Belvidero metteva per la propria conservazione, i giorni della -decrepitezza arrivarono; con quell'età dolorosa vennero gli strilli -dell'impotenza, strilli tanto più strazianti, quanto più ricchi erano i -ricordi della sua bollente giovinezza, e della sua voluttuosa maturità. -Quest'uomo in cui l'ultimo grado dell'ironia era di impegnare gli -altri a credere alle leggi ed ai principii dei quali egli si burlava, -si addormentava la sera su un _forse_! Questo modello di buon genere, -questo duca, vigoroso in un'orgia, superbo alle corti, grazioso colle -donne, i cui cuori erano stati da lui torti come un villano torce -un laccio di vimini, quest'uomo di genio aveva un catarro ostinato, -una sciatica importuna, una gotta brutale. Vedeva che i suoi denti -l'abbandonavano, come alla fine di una serata, le dame più bianche, le -meglio abbigliate se ne vanno ad una ad una lasciando la sala deserta -e smobiliata. Finalmente le ardite sue mani tremarono, le sue svelte -gambe vacillarono, ed alla sera l'apoplessia gli serrò il collo colle -sue mani adunche e glaciali. Da quel giorno fatale divenne torbido e -duro. Accusava la devozione di suo figlio e di sua moglie, pretendendo -a volte che non gli prodigassero le loro cure toccanti e delicate -colla voluta tenerezza se non perchè aveva fatto vitalizio di tutta -la sua sostanza. Elvira e Filippo versavano allora lagrime amare e -raddoppiavano le carezze al malizioso vecchio la cui voce arrocata -si faceva affettuosa per dir loro: — Amici miei, mia cara moglie, -mi perdonate, non è vero? Io vi tormento un poco. Ahimè! Gran Dio! -come si servì di me per provare queste due creature celesti! Io, che -dovrei essere la loro gioja, sono il loro flagello. — Così li incatenò -ai piedi del suo letto, facendo loro dimenticare dei mesi intieri -di impazienza e di crudeltà con un'ora in cui per essi spiegava i -tesori sempre nuovi della sua grazia e di una falsa tenerezza. Sistema -paterno che gli riescì infinitamente meglio di quello che suo padre -aveva usato con lui. Finalmente arrivò a tal grado di malattia che per -metterlo a letto bisognava manovrarlo come una feluca che entra in un -canale pericoloso. Poi il giorno della morte arrivò. Questo brillante -e scettico personaggio, la cui Intelligenza sopraviveva sola alla più -terribile delle distruzioni, vide entrare un medico ed un confessore, -le sue due antipatie. Ma con essi fu gioviale. Non aveva per sè un lume -scintillante dietro il velo dell'avvenire? Su questa tela, di piombo -per gli altri, diafana per lui, le leggiere, incantevoli delizie della -gioventù scherzavano come ombre. - -Fu in una bella sera d'estate che Don Giovanni sentì l'avvicinarsi -della morte. Il cielo di Spagna era d'un'ammirabile purezza, gli -aranceti profumavano l'aria, le stelle distillavano luci vive -e fresche, la natura sembrava dargli dei pegni sicuri della sua -risurrezione; un figlio pietoso ed obbediente lo contemplava con amore -e rispetto. Verso le undici volle restar solo con quell'essere candido. -— Filippo, gli disse con una voce così tenera e così affettuosa che il -giovane trasalì e pianse di gioja. Mai quel padre inflessibile aveva -pronunciato; Filippo, in tal modo. — Ascoltami, figlio mio, continuò -il moribondo. Io sono un gran peccatore. Quindi, durante tutta la mia -vita ho pensato alla mia morte. Fui già l'amico del gran pontefice -Giulio II. Quell'illustre pontefice temette che l'eccessiva irritazione -dei miei sensi non mi facesse commettere qualche peccato mortale -nell'intervallo in cui avessi a morire e quello in cui avessi ricevuto -l'estrema unzione; mi regalò una fiala nella quale esiste l'acqua santa -già tempo scaturita dalla roccia nel deserto. Ho conservato il segreto -su questa dilapidazione del tesoro della chiesa, ma sono autorizzato a -rivelare questo mistero a mio figlio _in articulo mortis_. Troverete la -fiala nel cassetto di questa tavola gotica che non ha mai abbandonato -il capezzale del mio letto... Il prezioso cristallo potrà servirvi -ancora, mio amato Filippo. Giuratemi, per la vostra salute eterna, di -eseguire puntualmente i miei ordini. - -Filippo guardò suo padre. Don Giovanni era troppo al fatto dei -sentimenti umani per non morire in pace sulla fede di un tal sguardo. — -Tu meritavi un altro padre, aggiunse Don Giovanni. Oso confessarti che -nel momento in cui il rispettabile abate di San Lucar mi amministrava -il viatico, io pensava all'incompatibilità di due potenze così grandi -come il diavolo e Dio... — Oh! padre mio! — E riflettevo che quando -Satana farà pace, dovrà, se non vuol essere un gran miserabile, -stipulare il perdono dei suoi aderenti. Questo pensiero mi perseguita. -Andrai dunque all'inferno se tu, mio figlio, non adempi la mia volontà -— Ditemela subito, papà. — Appena avrò chiusi gli occhi, continuò Don -Giovanni dopo alcuni minuti, prenderai il mio cadavere, ancora caldo, -e lo stenderai su una tavola in mezzo a questa stanza. Poi spegnerai -questa lampada; deve bastare la luce delle stelle. Mi spoglierai dei -miei abiti; e mentre tu reciterai dei _pater_ e degii _ave_ sollevando -l'anima a Dio, avrai cura di umettare con quest'acqua santa i miei -occhi, le mie labbra, tutta la testa per prima, poi successivamente le -membra del corpo; ma, caro figlio mio, la potenza di Dio è così grande -che non dovrai stupirti di nulla! - -Allora Don Giovanni, che sentiva avvicinarsi la morte, aggiunse con -voce terribile: — Tieni ben franca la fiala. Poi spirò dolcemente nelle -braccia d'un figlio le cui lagrime abbondanti caddero sulla sua faccia -ironica e smorta. - -Era circa la mezzanotte quando Don Filippo Belvidero collocò il -cadavere di suo padre sulla tavola. Dopo averne baciata la fronte -minacciosa e i capelli grigi, spense la lampada. Il lume dolce prodotto -dal chiaro di luna, i cui riflessi bizzarri illuminavano la campagna, -permisero a Filippo di intravedere indistintamente il cadavere di suo -padre come qualche cosa di bianco in mezzo all'ombra. Il giovine imbibì -del liquore un pannolino, ed assorto nella preghiera unse fedelmente -quella testa sacra in mezzo ad un profondo silenzio. Intendeva, è vero, -dei fremiti indefinibili, ma li attribuiva agli scherzi del venticello -fra le cime degli alberi. Quando ebbe bagnato il braccio destro, si -sentì stringere fortemente il collo da un braccio giovane e vigoroso, -il braccio di suo padre! Gettò un grido straziante e lasciò cadere -la fiala che si spezzò. Il liquore svaporò. La gente del castello -accorse, munita di torcie. Quel grido li aveva spaventati e sorpresi, -come se la tromba del giudizio universale avesse scosso l'universo. -In un momento la camera fu piena di gente. La folla tremante vide Don -Filippo svenuto, ma tenuto fermo dal braccio potente di suo padre che -gli serrava il collo. Poi, cosa sopranaturale, gli astanti videro la -testa di Don Giovanni, giovane e bella come quella dell'Antinoo; una -testa dai capelli neri, dagli occhi brillanti, dalla bocca vermiglia -che si agitava spaventevolmente senza poter muovere lo scheletro cui -apparteneva. Un vecchio servo gridò: — Miracolo! E tutti gli spagnuoli -ripeterono: Miracolo! Troppo pia per ammettere i misteri della magia, -Dona Elvira mandò a cercare l'abate di San Lucar. Allorchè il priore -vide il miracolo cogli occhi proprii, risolse di approfittarne da uomo -di spirito e da abate che meglio non domandava di un aumento delle -sue rendite. Dichiarando tosto che il signor Don Giovanni sarebbe -infallibilmente canonizzato, decretò la cerimonia dell'apoteosi nel suo -convento, che d'allora in poi, disse, si chiamerebbe San-Juan-de-Lucar. -A quelle parole la testa fece un smorfia abbastanza comica. - -Il gusto degli Spagnuoli per siffatte solennità è così noto, che -non deve essere difficile credere alle baldorie religiose colle -quali l'abate di San Lucar celebrò la traslazione del _beato Don -Juan Belvidero_ nella sua chiesa. Alcuni giorni dopo la morte di -quell'illustre signore, il miracolo della sua imperfetta risurrezione -si era subitaneamente narrata di villaggio in villaggio in un raggio di -oltre cinquanta leghe attorno a San Lucar, ed era già uno spettacolo -vedere i curiosi per le strade; essi vennero da tutte le parti, -ingolositi da un _Te Deum_ cantato al chiarore delle fiaccole. L'antica -moschea del convento di San Lucar, meraviglioso edifizio inalzato -dai Mori e le cui volte udivano da tre secoli il nome di Gesù Cristo -sostituito a quello di Allah, non potè contenere la folla accorsa a -vedere la cerimonia. Stipati come formiche, gli hidalgos in mantello -di velluto, armati delle loro buone spade, stavano in piedi attorno ai -pilastri senza trovar posto da piegare le ginocchia, le quali non si -piegavano che là. Incantevoli paesane, i cui corsetti disegnavano le -vaghe forme, davano il braccio a vecchi coi capelli bianchi. Giovani -dagli occhi di fuoco si trovavano a fianco di vecchie signore in gala. -Poi erano coppie ansimanti di gioja, fidanzate curiose condotte dai -loro innamorati; sposi recenti; fanciulli timidi condotti a mano. -Tutta gente ricca di colori, brillante di contrasti, carica di fiori, -smaltata, che faceva un grazioso tumulto nel silenzio della notte. Le -ampie porte della chiesa si aprirono. Quelli che, venuti troppo tardi, -restarono di fuori, vedevano di lontano attraverso le porte aperte -una scena di cui le decorazioni vaporose delle nostre opere moderne -non saprebbero dare una debole idea. Devote e peccatori, premurose di -guadagnarsi le buone grazie di un nuovo santo, accesero in suo onore -migliaia di ceri in quella vasta chiesa, lumi interessati che davano -un magico aspetto al monumento. Le nere arcate, le colonne e i loro -capitelli, le cappelle profonde e brillanti d'oro e d'argento, le -gallerie, i rabeschi saraceni, i tratti più delicati di quella scultura -gentile, si disegnavano in quella luce sovrabbondante come le figure -capricciose che si formano in un braciere ardente. Era un oceano di -fuochi, dominato nel fondo della chiesa dal coro dorato ove sorgeva -l'altar maggiore, la cui pompa avrebbe rivaleggiato con quella del sole -nascente. - -Infatti lo splendore delle lampade d'oro, dei candelabri d'argento, -delle bandiere, dei pennoni, dei santi e degli _ex voto_ impallidiva -davanti alla cassa in cui si trovava Don Giovanni. Il corpo dell'empio -scintillava di pietre preziose, fiori, cristalli, diamanti, oro, piume -bianche come le ali di un serafino, e sostituiva sull'altare un quadro -di Cristo. Intorno a lui brillavano numerosi ceri che lanciavano -nell'aria onde di fuoco. Il buon abate di San Lucar, parato cogli abiti -pontificali, colla mitra tempestata di pietre preziose, il rocchetto, -il pastorale d'oro, sedeva re del coro, sopra una poltrona di un lusso -imperiale, nel mezzo di tutto il suo clero, composto d'impassibili -vecchi dai capelli d'argento, vestiti di fini camici e che lo -circondavano, simili ai santi confessori che i pittori aggruppano -intorno al Padre Eterno. Il gran cantore ed i dignitarii del capitolo, -decorati delle brillanti insegne della loro vanità ecclesiastica, -andavano e venivano in mezzo alle nubi d'incenso, simili agli astri che -circolano sul firmamento. Quando giunse l'ora del trionfo, le campane -destarono gli echi delle campagne, e quell'immensa assemblea lanciò -verso Dio il primo grido delle lodi col quale comincia il _Te Deum_, -grido sublimo! Erano voci pure e leggiere, voci di donne in estasi, -miste alle voci gravi e forti degli uomini, migliaja di voci così -potenti, che l'organo non ne dominò l'assieme ad onta dei muggiti delle -sue canne. Soltanto le note acute, giovanili, dei ragazzi del coro, -e le lunghe note di alcuni bassi, suscitarono delle idee graziose, -dipinsero l'infanzia e la forza, in quell'incantevole concerto di voci -umane confuse in un sentimento d'amore. — _Te Deum laudamus!_ - -Dal seno di quella cattedrale gremita di donne ed uomini inginocchiati, -il canto uscì simile ad una luce che scintilla d'un tratto nella -notte, ed il silenzio fu rotto come da un colpo di tuono. Le voci -si sollevarono colle nubi d'incenso che gettavano veli diafani ed -azzurrognoli sulle fantastiche meraviglie dell'architettura. Tutto -era ricchezza, profumo, luce, melodia. Nel punto in cui quella musica -d'amore e di riconoscenza si lanciò verso l'altare, Don Giovanni, -troppo galante per non ringraziare, troppo spiritoso per non capire la -burla, rispose con un riso terribile e si compose con dignità nella sua -cassa. Ma il diavolo avendo richiamato alla sua mente l'eventualità -che correva di essere preso per un uomo ordinario, un santo, un -Bonifacio, un Pantaleone, turbò quella melodia d'amore con un urlo -al quale si unirono le mille voci dell'inferno. La terra benediva, il -cielo malediva. La chiesa ne tremò sulle antiche fondamenta. — _Te Deum -laudamus!_ diceva l'assemblea. — Andate a tutti i diavoli, bestioni che -siete! Dio, Dio! _Carajos demonios_, animali, quanto siete stupidi col -vostro decrepito Dio! - -E un torrente d'imprecazioni si sprigionò come un torrente di lave -ardenti in una eruzione del Vesuvio. — _Deus Sabaoth, Sabaoth!_ -gridarono i cristiani. — Voi insultate la maestà dell'inferno, rispose -Don Giovanni, la cui bocca digrignava i denti. - -Poco dopo il braccio vivo potè passare al di sopra della cassa e -minacciò l'assemblea con gesti pieni di disperazione ed ironia. — Il -Santo ci benedisce, dissero le vecchie, i fanciulli ed i fidanzati, -gente credula. - -Ecco come spesso siamo delusi nelle nostre adorazioni. L'uomo superiore -si burla di quelli che lo complimentano, e complimenta qualche volta -quelli dei quali si burla in fondo al cuore. - -Nel momento in cui l'abate, prosternato davanti all'altare, cantava: -— _Sancte Johannes ora pro nobis!_ udì abbastanza distintamente: — -O minchione! — Che cosa succede lassù? gridò il sottopriore vedendo -moversi la cassa. — Il santo fa il diavolo, rispose l'abate. - -Allora quella testa viva si staccò violentemente dal corpo che non -viveva più e cadde sul cranio giallo del celebrante. — Ricordati di -donna Elvira, gridò la testa divorando quella dell'abate. - -Quest'ultimo gettò un grido orrendo che turbò la cerimonia. Tutti i -preti accorsero e circondarono il loro sovrano. — Imbecille, di' dunque -che vi è un Dio! gridò la voce nel momento in cui l'abate, morsicato -nel cervello, spirava. - - - - -LA BORSA - - -Per le anime facili alle espansioni vi è un'ora deliziosa che giunge -al momento in cui la notte non è fatta ed il giorno se n'è ito. La -luce crepuscolare getta allora le sue molli tinte od i suoi riflessi -bizzarri su tutti gli oggetti e favorisce una fantasticheria che si -sposa vagamente agli effetti di luce ed ombra. Il silenzio che regna -quasi sempre in quel momento lo rende specialmente caro agli artisti -che si raccolgono, si piantano ad alcuni passi dai loro lavori cui non -possono più attendere, e li giudicano inebriandosi dei soggetto il cui -intimo significato si appalesa allora alla seconda vista del genio. -Favoriti dal chiaroscuro i ripieghi materiali dell'arte per far credere -alla realtà scompajono completamente. Se si tratta di un quadro, le -persone che rappresenta, pare camminino e parlino: l'ombra si fa ombra, -il giorno è giorno, la carne è viva, gli occhi si muovono, il sangue -scorre per le vene, le stoffe hanno dei fruscii. L'imaginazione viene -in ajuto della naturalezza d'ogni particolare, e non si vedono più che -le bellezze dell'opera. A quell'ora l'illusione regna dispotica; forse -sorge colla notte; l'illusione non è per il pensiero una specie di -notte che noi popoliamo di sogni? - -L'illusione spiega allora le sue ali, trascina l'anima nel mondo -delle fantasie, mondo fertile di voluttuosi capricci, in cui l'artista -dimentica il mondo positivo, la vigilia, il domani, l'avvenire, tutto, -perfino le sue miserie, le buone come le cattive. In quell'ora magica -un giovine pittore, uomo di talento, e che nell'arte non vedeva che -l'arte, era salito sulla scala addoppiata che gli serviva a dipingere -una tela grande, alta, pressochè finita. Là, criticandosi, ammirandosi -in buona fede, abbandonandosi al corso dei suoi pensieri, si ingolfava -in una di quelle meditazioni che rapiscono l'anima e la fanno più -grande, accarezzandola e consolandola. Certo la sua fantasticheria -durò a lungo. La notte sopraggiunse. Sia ch'egli volesse discendere -dalla scala, sia che avesse fatto un movimento imprudente credendosi -sul tavolato, il fatto non gli permise un esatto ricordo del suo -accidente, cadde, battè la testa sopra uno sgabello, restò privo di -sensi e senza moto per un lasso di un tempo la cui durata non potè -conoscere. Una voce soave lo destò dalla specie di assopimento in cui -era immerso. Allorchè schiuse gli occhi, prontamente li richiuse sotto -l'impressione di una viva luce; ma attraverso il velo che avviluppava -i suoi sensi udì il bisbiglio di due donne e sentì la testa riposare -fra due giovani, timide mani Riprese in breve i sensi ed alla luce di -una di quelle lampade antiche, che diconsi _a doppia corrente d'aria_, -potè scorgere la più deliziosa testa di giovinetta che mai avesse -veduto, una di quelle teste che passano ben spesso per un capriccio -del pennello, ma che tutto ad un tratto realizzò per lui le teorie di -quel bello ideale che ogni artista si crea e dal quale ha origine il -suo talento. Il volto della sconosciuta apparteneva, per così dire, al -tipo tino e delicato della scuola di Proudhon, e possedeva pure quella -poesia che Girodet dava alle sue figure fantastiche. La freschezza, -delle tempie, la regolarità delle sopraciglia, la purezza delle linee, -la verginità fortemente scolpita in tutti i tratti di quella fisionomia -facevano della fanciulla una creazione perfetta. La taglia era svelta -e sottile, le forme delicate. I suoi abiti, benchè semplici e puliti, -non annunziavano nè ricchezza nè miseria. Ritornando in sè il pittore -espresse la sua ammirazione con uno sguardo di sorpresa e balbettò -confusi ringraziamenti. - -Trovò che la sua fronte era stata stretta con un fazzoletto, e ad onta -dell'odore particolare agli studi di pittore, riconobbe l'acre sentore -dell'etere, senza dubbio adoperato per farlo riavere dallo svenimento. -Poi finì per vedere una vecchia che rassomigliava alle marchese -dell'antico regime, e che teneva la lampada dando dei consigli alla -giovine sconosciuta. - -— Signore, rispose la giovinetta ad una delle domande fattele dal -pittore in quel momento in cui era tuttora nella confusione di idee -prodotte dalia caduta, mia madre ed io abbiamo udito il rumore del -vostro corpo sul pavimento, ci parve di udire un gemito. Il silenzio -susseguito alla caduta ci ha spaventate e ci siamo affrettate a -salire. Trovando la chiave alla porta ci siamo per buona sorte permesso -d'entrare, e vi abbiamo visto steso a terra senza movimento. Mia madre -andò a cercare quanto occorreva per fare una compressa e rianimarvi. -Voi siete ferito alla fronte, là, ve ne accorgete? - -— Adesso sì, egli disse. - -— Oh non sarà nulla, osservò la vecchia. La vostra testa, per buona -sorte, è caduta su questo mannichino. - -— Mi sento infinitamente meglio, rispose il pittore, non ho più altro -bisogno all'infuori d'una carrozza per restituirmi a casa. La portinaia -andrà a cercarmene una. - -Egli voleva rinnovare i suoi ringraziamenti alle due incognite, ma -ad ogni frase la vecchia l'interrompeva dicendo: — Domani, signore, -abbiate cura di applicarvi delle sanguisughe, o farvi fare un salasso, -bere qualche tazza di decotto vulnerario; curatevi, le cadute sono -pericolose. - -La giovinetta guardava di soppiatto il pittore ed i quadri dello -studio. Il suo contegno ed i suoi sguardi erano di una perfetta -decenza; la sua curiosità rassomigliava a distrazione ed i suoi occhi -sembravano esprimere quell'interesse che le donne prendono, con una -spontaneità tutta grazia, ad ogni nostra sfortuna. Le due sconosciute -alla presenza del pittore sofferente sembravano dimenticare le opere -sue. Allorchè egli le ebbe tranquillate sul proprio conto, uscirono -esaminandole con una sollecitudine priva ad un tempo di enfasi e di -famigliarità, senza fargli domande indiscrete nè cercare di inspirargli -il desiderio di conoscerle. Le loro azioni ebbero l'impronta di -una natura squisita e del buon gusto. I loro modi nobili e semplici -produssero dapprima poco effetto sul pittore; ma più tardi, quando -si risovvenne di tutte le circostanze di questo avvenimento, ne fu -vivamente colpito. Arrivando al piano inferiore a quello in cui si -trovava lo studio del pittore, la vecchia sclamò con dolcezza: — -Adelaide, tu hai lasciata aperta la porta. - -— Era per venire in mio soccorso, rispose il pittore con un sorriso di -riconoscenza. - -— Mamma mia, voi siete discesa appena adesso, replicò la giovinetta -arrossendo. - -— Volete che vi accompagniamo fino abbasso? disse la mamma al pittore. -La scala è scura. - -— Grazie, signora, mi sento molto meglio. - -— Tenetevi fermo alla sbarra. - -Le due donne restarono sul pianerottolo per far lume al giovane -ascoltando i suoi passi. - -Per comprendere tutto ciò che questa scena poteva avere di curioso e di -inatteso per il pittore, è d'uopo aggiungere che solo da alcuni giorni -egli aveva collocato il suo studio negli abbaini di quella casa, nel -luogo più oscuro e più pantanoso della via Suresne, quasi dirimpetto -alla chiesa della Maddalena, a due passi dal suo appartamento che -si trovava in via dei Campi Elisi. La celebrità che il suo talento -gli aveva acquistata, avendolo fatto uno degli artisti più cari alla -Francia, cominciava a non più sentire le strette del bisogno e godeva, -a dir suo, delle sue ultime miserie. Invece di andare a lavorare in uno -di quegli studii situati presso le barriere ed il cui modico affitto -era altra volta in rapporto colla modestia dei suoi guadagni, aveva -soddisfatto ad un desiderio che si rinnovava tutti i giorni evitando -una lunga corsa e la perdita di un tempo divenuto per lui più prezioso -che mai. Nessuno al mondo avrebbe inspirato tanto interesse come -Ippolito Schinner, se avesse acconsentito a farsi conoscere; ma egli -non confidava con leggierezza i segreti della sua vita. Era l'idolo -di una madre povera che l'aveva educato a costo delle più grandi -privazioni. La signorina Schinner, figlia d'un fittabile alsaziano, -non era mai stata maritata. La sua anima tenera era stata crudelmente -oltraggiata da un uomo ricco che non vantava troppa delicatezza -in fatto d'amore. Il giorno in cui, ancora ragazza, ed in tutto lo -splendore della sua bellezza, subì, a spese del suo onore e dei suoi -ideali, quella disillusione che ci colpisce così lentamente e così -presto, giacchè crediamo il più tardi possibile al male e ci sembra -arrivi sempre troppo presto, quel giorno fu un secolo di riflessioni, -e fu pure il giorno de' pensieri religiosi e della rassegnazione. -Ella rifiutò l'elemosina di colui che l'aveva ingannata, rinunziò al -mondo e si fece una gloria del suo fallo. Si dedicò tutta all'amore -materno chiedendogli le sue delizie in compenso dei godimenti sociali -cui rinunciava. Visse del suo lavoro accumulando nel figlio un -tesoro. Così, più tardi, un giorno, un'ora, la compensò dei lunghi -e lenti sacrificii della sua indigenza. All'ultima esposizione suo -figlio aveva ottenuto la croce della legione d'onore. Nei giornali, -unanimi in favore di un talento sconosciuto, risonavano ancora le lodi -sincere. Gli artisti stessi riconoscevano Schinner per un maestro ed i -negozianti coprivano d'oro i suoi quadri. - -A venticinque anni Ippolito Schinner, cui sua madre aveva trasmessa -l'anima sua di donna, aveva, meglio che mai, compresa la sua posizione -nel mondo. Volendo rendere a sua madre le gioje di cui l'aveva privata -la società per tanto tempo, viveva per lei, sperando, mercè la gloria e -la fortuna, di vederla un giorno felice, ricca, considerata, attorniata -dagli uomini più celebri. Schinner aveva quindi scelto i suoi amici -fra gli uomini più onorevoli e più distinti. Difficile nella scelta -delle sue relazioni, voleva sempre più inalzare la sua posizione, -già così elevata per il suo talento. Costringendolo alla solitudine, -questa madre dei grandi pensieri, il lavoro cui si era dedicato nella -sua gioventù l'aveva mantenuto nelle belle credenze che sono il decoro -del primi giorni della vita. La sua anima adolescente non sconosceva -alcuno di quei mille pudori che fanno del giovane un essere a sè il -cui cuore abbonda di felicità, di poesia, di speranze vergini, deboli -agli occhi dei disillusi, ma profonde perchè semplici. Era stato dotato -di quelle maniere dolci e gentili che si addicono così bene all'anima -e seducono anche quelli che non le comprendono. Era ben fatto. La sua -voce che partiva dal cuore ne palesava agli altri i nobili sentimenti, -ed attestava nell'accento una vera modestia, un certo candore. Chi lo -vedeva, si sentiva attratto a lui da una di quelle influenze morali -che i dotti non hanno ancora esaminate a fondo; essi vi troverebbero -qualche fenomeno di galvanismo, o l'azione di non so qual fluido e -formulerebbero i nostri sentimenti con certe proporzioni di ossigeno -e di elettricità. Questi particolari faranno forse comprendere alle -persone ardite per carattere ed agli uomini bene incravattati perchè, -durante l'assenza del portinaio che aveva mandato a cercare una -carrozza in fondo alla via della Maddalena, Ippolito Schinner non -fece alla portinaja interpellanza qualsiasi sulle due persone che gli -avevano dimostrato il loro buon cuore. Ma, quantunque egli rispondesse -con dei sì e dei no alle domande, naturali in simile circostanza, che -gli vennero rivolte da questa donna sul suo accidente e sull'intervento -officioso delle inquiline del quarto piano, non potè impedirle di -obbedire all'istinto dei portinaj: essa gli parlò delle due sconosciute -secondo gli interessi della sua politica ed i giudizii sotterranei -della portineria. - -— Ah! disse, è senza dubbio la signorina Leseigneur e sua madre! -Sono qui da quattro anni e non sappiamo ancora che cosa facciano. La -mattina, solo però fino a mezzodì, una vecchia servente, mezzo sorda, -e che non parla più di un muro, viene a far loro i servizii. La sera, -due o tre vecchi signori, decorati come voi, signore, di cui uno ha -carrozza e servitori ed al quale si danno da cinquanta mila lire circa -di rendita, vengono da lei e vi restano spesso molto tardi. Sono, del -resto, inquilini molto tranquilli, come voi, signore. E poi, economi, -vivono di nulla. Appena arriva una lettera, la pagano. È strano, -signore, la madre ha un nome diverso della figlia. Ah! quando vanno -alle Tuileries, la signorina è motto attraente, e non esce una volta -senza essere inseguita da giovinotti ai quali chiude la porta in -faccia, e fa bene. Il padrone di casa non permetterebbe. - -La carrozza era arrivata. Ippolito non volle saperne di più e tornò a -casa sua. Sua madre, cui raccontò la sua avventura, tornò a medicargli -la ferita e non gli permise di tornare il dì dopo allo studio. Sentito -un medico, vennero date diverse prescrizioni ed Ippolito restò in -casa per tre giorni. Durante questa reclusione la sua imaginazione -disoccupata gli ricordò con vivacità, e quasi a frammenti, i -particolari della scena che aveva avuto sotto gli occhi dopo il suo -svenimento. Il profilo della giovinetta si delineava nettamente sulle -tenebre della sua visione interna: rivedeva il volto appassito della -madre e sentiva ancora lo mani di Adelaide; ricordava un gesto, che -a primo tratto l'aveva poco colpito, ma le cui grazie squisite erano -messe in rilievo dal ricordo; poi venne un momento in cui i suoni d'una -voce melodiosa abbellita a distanza dalla memoria, si ripresentarono -d'un tratto, come oggetti che dal fondo dell'acqua emergono alla -superficie. Così, il giorno in cui gli fu permesso di riprendere i -suoi lavori, tornò per tempo al suo studio; ma la visita, che aveva -incontestabilmente il diritto di fare alle sue vicine; era la vera -causa della sua premura; dimenticava già i suoi quadri incominciati. - -Nel momento in cui una passione rompe i suoi ritegni, si trovano del -piaceri inesplicabili che comprendono quelli che hanno amato. Così -alcuni comprenderanno perchè ii pittore salì lentamente gli scalini del -quarto piano, ed avranno la chiave del segreto delle pulsazioni che si -succedettero nel suo cuore al momento in cui vide la porta bruna del -modesto appartamento abitato dalla signorina Leseigneur. Quella ragazza -che non portava il nome di sua madre aveva destate mille simpatie nel -giovine pittore; voleva vedere fra loro certe analogie di posizione -e le regalava le sventure della sua origine. Lavorando, Ippolito si -lasciò andare colla massima compiacenza a pensieri d'amore, e, per uno -scopo che non sapeva bene spiegarsi, fece molto strepito per obbligare -le due dame ad occuparsi di lui come egli si occupava di loro. Si -trattenne fino tardi nello studio, vi pranzò; indi verso le sette -discese dalle sue vicine. - -Nessun pittore di costumi ha osato iniziarci, forse per pudore, ai -secreti veramente curiosi di certe esistenze parigine, ai misteri di -quelle abitazioni d'onde escono toelette così fresche e così eleganti, -donne brillanti che, ricche in apparenza, lasciano in casa vedere -dappertutto i segni di una fortuna equivoca. Se la pittura è qui -disegnata con troppa franchezza, se vi trovate delle lungaggini, non ne -accusate la descrizione che forma, per così dire, corpo colla storia; -giacchè l'aspetto dell'appartamento abitato dalle due vicine ebbe una -grande influenza sui sentimenti e sulle speranze di Ippolito Schinner. - -La casa apparteneva ad uno di quei proprietarii in cui è insito un -orrore profondo per le riparazioni e gli abbellimenti, uno di quegli -uomini che considerano la loro posizione di proprietario parigino come -uno stato. Nella gran catena delle specie morali questa gente tiene -il mezzo fra l'avaro e l'usurajo. Ottimisti per calcolo, sono fedeli -allo _statu quo_ dell'Austria. Se parlate di smuovere un infisso od -una porta, di praticare la più necessaria delle innovazioni, i loro -occhi brillano, la loro bile si commuove, si impennano come cavalli -spaventati. - -Quando il vento ha rovesciato qualche comignolo dei loro camini, sono -ammalati e si privano di una serata al _Ginnasio_ od alla _Porta San -Martino_, a motivo delle riparazioni. Ippolito, che a proposito di -certi abbellimenti da praticare nel suo studio aveva avuto gratis -la rappresentazione di una scena comica col signor Molineux, non si -meravigliò delle intonazioni nere ed untuose, delle tinte oliacee, -delle macchie ed altri accessorii abbastanza disgustosi che decoravano -le stanze. Quelle stigmate di miseria non sono del resto senza poesia -agli occhi di un artista. - -La signorina Leseigneur venne ella stessa ad aprire la porta. Vedendo -il giovine pittore, lo salutò; poi, nello stesso tempo, con quella -destrezza parigina e con quella presenza di spirito che è un dono della -fierezza, si rivolse per chiudere la porta di una tramezza a vetri -attraverso la quale Ippolito avrebbe potuto vedere alcune biancherie -stese sopra corde al di sopra di fornelli economici, un vecchio letto -di cinghie, la bragia, il carbone, i ferri da stirare, la fontana -filtrante, il vasellame e tutti gli utensili necessarii all'economia -domestica di una casa ristretta. Alcune cortine di mussolina abbastanza -pulite nascondevano questo _cafarnao_, parola d'uso per designare -famigliarmente questa specie di laboratorio, del resto male illuminato -dalla scarsa luce presa a prestito da una corte vicina. Col rapido -colpo d'occhio degli artisti, Ippolito vide la destinazione, i mobili, -l'assieme e lo stato di questa prima camera divisa in due. La parte -rispettabile, che serviva contemporaneamente d'anticamera e di sala -da pranzo, era coperta da una vecchia tappezzeria color aurora ad -orli vellutati, senza dubbio fabbricata da Reveillon, i cui buchi -e le macchie erano stati accuratamente dissimulati mediante ostie -da suggellare. Delle incisioni che rappresentavano le battaglie -d'Alessandro, lavoro di Lebrun, ma colle cornici dalle dorature -scolorite, decoravano simmetricamente le pareti. Nel mezzo di questa -camera vi era un tavolo d'acajù massiccio, di forma antica e dagli orli -logori. Una piccola stufa, il cui tubo dritto o senza gomito era appena -visibile, si trovava dinanzi al camino il cui focolare conteneva un -armadio. - -Per uno strano contrasto, le sedie presentavano qualche traccia di -uno splendore passato: erano di acajù scolpito; ma il marocchino -rosso del sedere, i chiodi dorati e la passamanteria mostravano -cicatrici numerose come quelle dei vecchi sergenti della guardia -imperiale. Questa stanza serviva da museo a certe cose che non si -incontrano se non in tale specie di famiglie anfibie, oggetti senza -nome che partecipano ad un tempo al lusso ed alla miseria. Fra le -altre curiosità Ippolito vide un cannocchiale magnificamente ornato, -sospeso al di sotto del piccolo specchio verdastro che decorava il -camino. Per fare il pajo con questo strano mobile vi era tra il camino -e la tramezza una misera credenza dipinta in acajù, quello fra tutti -i legnami che meno si riesce a simulare. Ma il pavimento rosso e -sdrucciolevole, ma i logori tappetini collocati davanti alle sedie, -ma i mobili, tutto risplendeva per quella proprietà di manutenzione -che da un falso bagliore alle cose vecchie, meglio rilevandone i -difetti, l'età, i lunghi servizii. Regnava in quella stanza un sentore -indefinibile risultante dalle esalazioni del cafarnao mescolate -ai vapori della sala da pranzo ed a quelli della scala, benchè la -finestra fosse semiaperta e l'aria della strada agitasse le tende di -percallo, accuratamente distese, in modo da nascondere gli stipiti -in cui gli inquilini precedenti avevano segnata la loro presenza con -diverse incrostazioni, specie di affreschi domestici. Adelaide aprì -prontamente l'uscio dell'altra camera in cui introdusse il pittore -con certo piacere. Ippolito, che aveva già veduto presso sua madre -gli stessi sintomi d'indigenza, li osservava colla singolare vivacità -d'impressione che caratterizza i primi acquisti della nostra memoria, -ed entrò meglio che altri non l'avrebbe fatto nei particolari di -questa esistenza. Riconoscendo gli oggetti della sua età infantile, -questo buon giovine non sentì di questa miseria occultata disprezzo, nè -orgoglio del lusso che aveva conquistato per sua madre. - -— Ebbene, signore! spero che non sentirete più gli effetti della -vostra caduta? gli disse la vecchia, levandosi da una vecchia poltrona -collocata all'angolo del camino, e presentandogli una sedia. - -— No, signora. Vengo a ringraziarvi delle premure che mi avete usato, e -sopratutto la signorina che m'ha udito cadere. - -Dicendo questa frase, satura dell'adorabile stupidità che danno -all'anima i primi turbamenti dell'amor vero, Ippolito guardava la -giovinetta. Adelaide accendeva la lampada a doppia corrente d'aria, -allo scopo di far scomparire una candela inastata sopra una gran bugia -di rame e adorna di scanalature sporgenti per l'abbondanza dello scolo. - -Fece un lieve saluto, andò a riporre la bugia nell'anticamera, ritornò -per collocare la lampada sul camino e sedette presso sua madre, un -po' indietro del pittore, per poterlo guardare, con suo comodo dandosi -l'aria di essere occupatissima del contegno della lampada la cui fiamma -sotto l'influenza dell'umidità di un vetro sporco, gettava faville -dibattendosi con un lucignolo nero e mal tagliato. Vedendo il gran -specchio che ornava la caminiera, Ippolito vi gettò prontamente gli -occhi per ammirare Adelaide. La piccola astuzia della giovinetta non -servì dunque che ad imbarazzarli ambedue. Discorrendo colla signora -Leseigneur, giacchè Ippolito le dava a caso questo nome, esaminò la -sala, ma con prudenza e di soppiatto. Il focolare era così pieno di -ceneri, che si vedevano appena le figure egiziane degli alari in ferro. -Due tizzoni cercavano di riunirsi avanti un ceppo, interrato con tanta -cura come fosse il tesoro d'un avaro. Un vecchio tappeto d'Aubusson, -ben rattoppato, ben ripulito, logoro come l'abito di un invalido, non -copriva tutto il pavimento smorzandone appena il freddo. I muri avevano -per ornamento una tappezzeria rossastra che figurava una stoffa di -damasco a disegni gialli. Nel mezzo della parete opposta a quella in -cui si trovavano le finestre, il pittore vide una apertura segreta -e le pieghe fatte nella tappezzeria dalle due porte di un'alcova ove -senza dubbio andava a dormire la signora Leseigneur. Un canapè situato -dinanzi a questa apertura segreta la mascherava imperfettamente. In -faccia al camino v'era un tavolo d'acajù molto bello, i cui ornati -non mancavano nè di ricchezza nè di buon gusto. Un ritratto appeso al -di sopra rappresentava un militare d'alto grado: ma la scarsità della -luce non permise al pittore di distinguere a quale arma appartenesse. -Quell'orribile sgorbio pareva, del resto, fatto in China anzichè a -Parigi. Alle finestre alcune tende di seta rossa erano scolorite come -i mobili tappezzati in giallo e rosso che guarnivano questa sala a -doppio uso. Sul marmo del tavolo, una preziosa guantiera di malachite -sosteneva una dozzina di tazze da caffè magnificamente dipinte e -senza dubbio fatte a Sèvres. Sul camino troneggiava l'eterna pendola -dell'Impero, un guerriero che guida i quattro cavalli d'un carro la -cui ruota porta ad ogni raggio la cifra di un'ora. Le candele dei -candelabri erano gialle pel fumo, e ad ogni angolo dell'intelajatura -si vedeva un vaso di porcellana nel quale si trovava un mazzo di fiori -artificiali, pieni di polvere ed ammuffiti. Nel mezzo della stanza -Ippolito osservò un tavolo da giuoco in pieno assetto e delle carte -nuove. Per un osservatore vi era un non so che di desolante nello -spettacolo di questa miseria imbellettata come una vecchia che vuol far -dire il falso al suo viso. A questo spettacolo ogni uomo di buon senso -si sarebbe proposto in segreto e ili primo acchito questa specie di -dilemma: O queste due donne sono la stessa probità, o vivon d'intrighi -e di giuoco. Ma, vedendo Adelaide, un giovane puro come Schinner doveva -credere all'innocenza la più perfetta e dare le cause più onorevoli -all'incoerenza del mobilio. - -— Figlia mia, disse la vecchia alla giovinetta, ho freddo, fateci un -po' di fuoco e datemi il mio scialle. - -Adelaide andò in una camera attigua alla sala e ritornò portando a sua -madre uno scialle di cascemir che, nuovo, aveva dovuto essere di gran -valore, essendone indiani i disegni; ma, vecchio, senza freschezza e -tutto a rattoppi, armonizzava coi mobili. La signora Leseigneur vi si -avviluppò in modo assai artistico e coll'abilità di una vecchia che -vuol far credere alla verità delle sue parole. La giovinetta corse -lestamente al cafarnao e ritornò con una manciata di legna minuta che -gettò bravamente sul fuoco per riattizzarlo. - -Sarà molto difficile tradurre la conversazione che ebbe luogo fra -queste tre persone. Guidato dal tatto che si acquista colle disgrazie -provate dall'infanzia, Ippolito non osava permettersi la menoma -osservazione relativa alla posizione delle sue vicine, vedendo intorno -a sè i sintomi di un imbarazzo così mal celato. La più semplice -domanda sarebbe stata indiscreta, e non doveva essere fatta che -dopo un'amicizia già antica. Tuttavia il pittore era profondamente -preoccupato di questa miseria celata, la sua anima generosa ne -soffriva; ma sapendo ciò che ogni specie di pietà, anche la più amica, -può avere di offensivo, si trovava impacciato nel disaccordo che -esisteva fra i suoi pensieri e le sue parole. Le due donne parlarono -dapprima di pittura indovinando benissimo gli imbarazzi segreti che -produce una prima visita; esse forse li provavano e la natura dei loro -spirito fornì loro mille risorse per farli cessare. Interrogando il -giovine sui procedimenti materiali dell'arte sua, sui suoi studii, -Adelaide e sua madre l'incoraggiarono a discorrere. Gli indefiniti -i nonnulla della loro conversazione, animati dalla benevolenza, -condussero in modo affatto naturale Ippolito a fare alcune osservazioni -o riflessioni che dipingevano la natura dei suoi costumi e dell'animo -suo. I dispiaceri avevano prematuramente avvizzito il volto della -vecchia, che una volta senza dubbio era stata bella; ora non le -rimanevano più che i tratti salienti, i contorni, in una parola lo -scheletro di una fisionomia il cui insieme indicava una gran finezza, -molta grazia nel muovere gli occhi nei quali si trovava l'espressione -particolare alle dame dell'antica corte e che non si saprebbe definire. -Questi lineamenti, così fini, così delicati, potevano ben anche -denotare dei cattivi sentimenti, far supporre l'astuzia e l'inganno -femminile portato ad un alto grado di perversità anzichè mostrare -le delicatezze di un'anima bella. In fatto il volto delle donne ha -una cosa che mette in imbarazzo l'osservatore volgare, che cioè vi è -impercettibile la differenza fra la franchezza e la doppiezza, il genio -dell'intrigo e il genio del cuore. L'uomo dotato di vista penetrante -indovina queste gradazioni inafferrabili, prodotte da una linea più o -meno curva, da una fossetta più o meno marcata, da una sporgenza più o -meno tonda o prominente. - -L'apprezzamento di questi diagnostici è tutto riservato all'intuizione, -che sola può far scoprire quello che altri ha interesse ad occultare. -Il volto di questa signora era il _fac simile_ dell'appartamento -che abitava; pareva altrettanto difficile sapere se quella miseria -occultava dei vizii od un'alta probità, come il riconoscere se la -madre d'Adelaide era un'antica civetta abituala a lutto pesare, tutto -calcolare, tutto vendere, o una donna piena di nobiltà e di qualità -amabili. All'età di Schinner il primo movimento del cuore è di credere -al bene. Quindi, contemplando la fronte nobile e quasi sdegnosa di -Adelaide, guardando quegli occhi pieni d'anima e di pensieri, respirò, -per così dire, i soavi e modesti profumi della virtù. Nel mezzo della -conversazione colse il destro di parlare dei ritratti in generale, per -avere il diritto di e sa- minare l'orribile pastello di cui tutte le -tinte erano impallidite, e da cui era in gran parte caduta la polvere. - -— Senza dubbio voi avete affetto a questa pittura a motivo della -rassomiglianza, mie signore, giacchè il disegno è orribile, disse -guardando Adelaide. - -— È stato fatto a Calcutta in gran fretta, rispose la madre con voce -commossa. - -Contemplò lo schizzo informe con quell'abbandono profondo che deriva -dai ricordi di felicità quando si ridestano e piombano sul cuore come -una rugiada benefica alle cui fresche impressioni amiamo abbandonarci; -ma nell'espressione del volto della vecchia signora apparvero altresì -le traccie di un eterno cordoglio. Almeno il pittore volle interpretare -così l'attitudine o la fisionomia della sua vicina, presso la quale -andò a sedersi. - -— Madama, aggiunse, qualche tempo ancora, od i colori di questo -pastello saranno scomparsi. Il ritratto non esisterà più che nella -vostra memoria. Là voi vedrete una figura che vi è cara, gli altri -non ne capiranno più nulla. Volete permettermi di riportare quella -figura sulla tela? Vi sarà fissata più durevolmente che sulla carta. -Accordatemi, in grazia della nostra vicinanza, il piacere di farvi -questo servizio. Vi sono momenti in cui un artista ama sollevarsi dalle -sue grandi composizioni con lavori di minore portata: il rifare questa -tosta Rara per me una distrazione. - -La vecchia udendo queste parole trasalì, n Adelaide gettò sul pittore -uno di quelli sguardi concentrati che pajono uno zampillo dell'anima. - -Ippolito voleva appartenere alle sue due vicine con qualche vincolo -ed acquistarsi il diritto di mescolarsi alla loro esistenza. La sua -offerta rivolgendosi alle più vive affezioni del cuore, era la sola -che gli fosse possibile fare; accontentava il suo orgoglio d'artista, e -non aveva nulla d'offensivo per le due dame. Madama Leseigneur accettò -senza entusiasmo nè rammarico, ma con quella conscienza delle grandi -anime che sanno l'importanza dei vincoli che si stringono con simili -obbligazioni e che ne fanno un magnifico elogio, una prova di stima. - -— Si, ella disse; e quello dei capitani di vascello. Il signor De -Ruvilie, mio marito, è morto a Batavia in seguito ad una ferita -ricevuta in un combattimento contro un vascello inglese che incontrò -sulle coste d'Asia. Egli montava una fregata di cinquantasei cannoni -e la _Revenge_ era un vascello di novantasei. La lotta fu affatto -ineguale, ma egli si difese così coraggiosamente che vi durò Ano alla -notte e potè mettersi in salvo. Quando tornai in Francia, Bonaparte -non era ancora al potere, e mi fu rifiutata una pensione. Allorchè -ultimamente la sollecitai di nuovo, il ministro mi disse con durezza -che se il barone De Ruville fosse emigrato, l'avrei conservato! che -oggi sarebbe senza dubbio contrammiraglio; finalmente Sua Eccellenza -Ani per oppormi non so qual legge sulle prescrizioni. Questo passo, al -quale alcuni amici mi avevano spinta, non lo feci che per la mia povera -Adelaide. Ho sempre provato ripugnanza a stendere la mano in nome di un -dolore che toglie ad una donna la voce e le forze. Non amo questa stima -pecuniaria di un sangue versato irreparabilmente... - -— Mamma mia, la conversazione su questo soggetto ti fa sempre male. - -A queste parole d'Adelaide la baronessa Leseigneur De Rouville chinò la -testa e tacque. - -— Signore, disse la giovinetta ad Ippolito, io credevo che il lavoro -dei pittori in generale non facesse gran fracasso. - -A tale questione, Schinner arrossì pensando al rumore che aveva fatto. -Adelaide non insistè e gli risparmiò una bugia, alzandosi d'un tratto -allo strepito d'una carrozza che si fermava alla porta; passò nella sua -camera, dalla quale ritornò tosto con due candellieri dorati guerniti -di candele incominciate che prestamente accese, e senza attendere il -suono del campanello apri l'uscio della prima stanza di cui abbassò -la lampada. Il suono di un bacio ricevuto e dato rimbombò Ano nel -cuore di Ippolito. L'impazienza che il giovine provava di vedere colui -Che trattava così famigliarmente Adelaide non Ai soddisfatta tanto -presto. I sopraggiunti ebbero colla giovinetta una conversazione a -voce bassa che egli trovò molto lunga. Finalmente la signorina De -Rouville ricomparve seguita da due uomini, il cui abito, la fisionomia -e l'aspetto erano tutta una storia. In età di circa sessanta anni il -primo portava uno di quegli abiti, inventati credo da Luigi X VII! -allora regnante, o nel quale il più difficile problema abbigliativo era -stato risolto da un sarto che doveva restare immortale. Questo artista -conosceva, per certo l'arte delle transizioni che costituì tutto il -genio di quell'epoca politicamente così mobile. Non è forse merito -assai raro quello di saper giudicare i proprii tempi? - -Questo abito, che i giovani d'oggi possono ritenere una favola, non era -nè civile nè militare e poteva passare a volta a volta per militare e -per civile. Dei fiori di giglio ornavano le risvolte delle due falde -posteriori. - -I bottoni dorati erano pur essi a dori di giglio. Sulle spalle, due -striscio vuote aspettavano delle spalline inutili. Questi due sintomi -di milizia eran là come una petizione senza postilla. Nel vecchio, -sulla bottoniera del suo abito di panno turchino fiorivano diversi -nastri. Egli aveva senza dubbio in mano il suo tricorno guernito di -un nastro d'oro, giacchè i nivei ricci dei suoi capelli incipriati -non presentavano traccia della pressione d'un cappello. Pareva non -avesse più di cinquantanni e sembrava godere di una robusta salute. -Pure accusando il carattere leale e franco dei vecchi emigrati, la -sua fisionomia dinotava anche i costumi libertini e facili, le gaje -passioni e la noncuranza di quei moschettieri una volta così celebri -nei fasti della galanteria. I suoi gesti, il suo portamento, le sue -maniere, annunziavano che non voleva correggersi, nè del suo realismo, -nè della sua religione, nè dei suoi amori. - -Una figura veramente fantastica teneva dietro a queste pretensioso -_voltigeur de Louis XV_ (era il nomignolo dato dai bonapartisti -a questi nobili avanzi della monarchia) ma per ben dipingerla -bisognerebbe farne la parte principale del quadro di cui non è che un -accessorio. Figuratevi un individuo secco e magro, vestito come il -primo, ma che non ne era, per così dire, che il riflesso o l'ombra. -L'abito nuovo nell'uno era vecchio e sdruscito nell'altro. - -La cipria del capelli sembrava meno bianca nel secondo, l'oro dei fiori -di giglio meno splendente, i tentativi di spalline più disperati e più -raggrinzati, l'intelligenza più fiacca, la vita più di quella del primo -inoltrata preso il termine fatale. Finalmente, realizzava quel motto -di Rivarol su Champcenetz: «È il mio Chiaro di luna.» Egli non era che -il bis dell'altro, un bis pallido e meschino, giacchè correva fra i -due tutta la differenza che esiste fra la' prima e l'ultima tiratura -di una litografia. Questo vecchio muto fu un mistero pel pittore e -restò sempre un mistero. Il cavaliere — era cavaliere — non parlò e -nessuno parlò a lui. Era un amico, un parente povero, un uomo che si -attaccava al vecchio galante come una damigella di compagnia presso una -vecchia signora? Teneva il mezzo fra il cane, il pappagallo e l'amico? -Aveva salvato le sostanze o soltanto la vita del suo benefattore? Era -il _Trim_ di un altro capitano Tobia? Altrove, come dalla baronessa -De Rouville, eccitava la curiosità senza mai soddisfarla. Chi poteva, -sotto la Ristorazione, ricordarsi l'attaccamento che prima della -Rivoluzione legava questo cavaliere alla donna del suo amico, morta da -vent'anni? - -Il personaggio che pareva il più nuovo di questi due avanzi, si inoltrò -con galanteria verso la baronessa De Rouville, le baciò la mano, e -si sedette presso di lei. L'altro salutò e si collocò presso il suo -tipo, ad una distanza rappresentata da due sedie. Adelaide venne ad -appoggiare i gomiti sullo schienale della poltrona occupata dal vecchio -gentiluomo, imitando, senza saperlo, la posa che Guerin ha data alla -sorella di Didone nel celebre suo quadro. Benchè la famigliarità del -gentiluomo fosse quella di un padre, pel momento parve che le sue -libertà spiacessero alla giovinetta. - -— Ebbene, mi fai il broncio? disse gettando su Schinner uno di quegli -sguardi obliqui pieni di finezza e di malizia, sguardi diplomatici -la cui espressione tradiva la prudente inquietudine, la curiosità -cortese delle persone bene educate che vedendo uno sconosciuto sembra -domandino: — È dei nostri? - -— Ecco il nostro vicino, gli disse la vecchia mostrandogli Ippolito. Il -signore è un celebre pittore il cui nome vi deve essere noto malgrado -la vostra indifferenza per le arti. - -Il gentiluomo riconobbe la malizia della sua vecchia amica -nell'omissione del nome, e salutò il giovane. - -— Certamente, egli disse, ho inteso parlar molto dei suoi quadri -all'ultima esposizione. Il talento ha dei bei privilegi, signore, -aggiunse guardando il nastro rosso dell'artista. Questa distinzione, -che noi dobbiamo conquistare al prezzo del nostro sangue e di lunghi -servizii, voi l'ottenete da giovani; ma tutte le glorie sono sorelle, -aggiunse portando la mano alla sua decorazione di San Luigi. - -Ippolito balbettò alcune parole di ringraziamento, e ricadde nel -suo silenzio accontentandosi di rimirare con entusiasmo la bella -testa della giovinetta che l'aveva incantato. In breve si immerse -in quella contemplazione senza più pensare alla miseria profonda -dell'appartamento. Per lui il volto di Adelaide si staccava da -un'atmosfera luminosa. Rispose brevemente alle domande che gli furono -rivolte e che fortunatamente capì, grazie a una facoltà singolare -dell'anima nostra, il cui pensiero può, qualche volta, in certo modo -raddoppiarsi. A chi non è accaduto d'essere assorto in una meditazione -voluttuosa o triste, di ascoltarne nell'interno la voce ed assistere -ad una conversazione o ad una lettura? Ammirabile dualismo che spesso -ajuta a compatire i nojosi. Feconda e ridente la speranza gli versò -mille pensieri di felicità, e non volle più nulla osservare intorno -a sè. Dopo un certo lasso di tempo si accorse che la vecchia dama e -sua figlia giocavano col vecchio gentiluomo. Quanto al satellite di -colui, fedele alla sua condizione di ombra, si teneva in piedi dietro -l'amico, il cui giuoco lo preoccupava, rispondendo alle mute domande -che gli faceva il giuocatore con delle piccole smorfie approvative, che -ripetevano i movimenti interrogatorii dell'altra fisionomia. - -— Du Holga, perdo sempre, diceva il gentiluomo. - -— Scartate male, riprese la baronessa De Rouville. - -— Ecco tre mesi che non ho potuto guadagnarvi una partita sola, egli -riprese. - -— Ha gli assi il signor conte? domandò la vecchia dama. - -— Sì, ancora uno segnato, egli disse. - -— Volete che vi dia un consiglio? diceva Adelaide. - -— No, no, resta dinanzi a me. Perbacco! sarebbe perdere troppo il non -averti in faccia. - -Finalmente la partita finì. Il gentiluomo estrasse la sua borsa, -e gettando due luigi sul tappeto, non senza mal umore: — Quaranta -franchi, giusti come l'oro, disse. Eh diavolo! sono le undici! - -— Sono le undici, ripetè il personaggio muto guardando il pittore. - -Il giovine, intendendo questa parola un po' più distintamente di tutte -le altre, pensò che era tempo di ritirarsi. Ritornando allora nel -mondo delle idee volgari, trovò alcuni luoghi comuni per prendere la -parola, salutò la baronessa, sua figlia, i due sconosciuti, ed uscì in -preda alle prime felicità dell'amor vero, senza cercare di analizzare i -piccoli avvenimenti di quella serata. - -Il giorno dopo il giovine pittore provò il desiderio più violento di -rivedere Adelaide. Se avesse dato ascolto alla sua passione, sarebbe -andato dalle sue vicine fino dalle sei del mattino, arrivando allo -studio. Fu però ancora tanto ragionevole da attendere fin dopo mezzodì. -Appena credette poter presentarsi a madama De Rouville, discese, -suonò, ed arrossendo come una ragazza domandò timidamente il ritratto -del barone De Rouville alla signorina Leseigneur che era venuta ad -aprirgli. - -— Ma entrate, gli disse Adelaide che senza dubbio l'aveva udito -discendere dal suo studio. - -Il pittore la seguì, timido, sconcertato, non sapendo proferir parola -tanto la felicità lo rendeva stupido. Vedere Adelaide, udire il fruscio -della sua veste, dopo aver desiderato per tutta una mattina di essere -presso di lei, dopo essersi alzato cento volte dicendo: — Vado abbasso, -e non essere ancora disceso; era per lui vivere con tale esuberanza, -che simili sensazioni troppo prolungate gli avrebbero logorata l'anima. -Il cuore ha la potenza singolare di dare un prezzo straordinario ai -nonnulla. Che gioja non è per un viaggiatore il raccogliere un filo -d'erba, una foglia sconosciuta, se in quella ricerca ha rischiata la -vita. I nonnulla dell'amore sono così: la vecchia non era nella sala. -Quando la giovinetta vi si trovò sola col pittore, portò una sedia per -staccare il ritratto, ma accorgendosi che non poteva toglierlo via -senza mettere il piede sul tavolo, si volse ad Ippolito e gli disse -arrossendo: — Non sono abbastanza grande. Vorreste prenderlo voi? - -Un sentimento di pudore, rivelato dall'espressione della sua fisionomia -e dall'accento della sua voce, era il vero motivo della sua dimanda, -ed il giovine, così comprendendola, le gettò uno di quegli sguardi -intelligenti che sono il linguaggio più dolce dell'amore. Adelaide -vedendo che il pittore l'aveva indovinata, abbassò gli occhi per un -movimento di fierezza il cui segreto appartiene alle vergini. - -Non trovando una parola, e quasi intimidito, il pittore prese allora -il quadro, l'esaminò con gravità e mettendolo in luce presso la -finestra, se ne andò senza dir altro alla signorina Leseigneur che: -— Ve lo restituirò presto. Tutti e due in quel rapido istante avevano -provata una di quelle vive commozioni i cui effetti sull'animo possono -paragonarsi a quelli che produce un sasso gettato nel fondo di un lago. -Le riflessioni più dolci nascevano e si succedevano, indefinibili, -moltiplicate, senza meta, agitando il cuore come le rughe circolari che -piegano per lungo tempo l'onda diramandosi dal punto dove è caduto il -sasso. Ippolito tornò al suo studio, armato di quel ritratto. Il suo -cavalletto era già stato munito di una tela; una tavolozza era carica -di colori; i pennelli erano puliti, il luogo e l'ora opportuni. - -Quindi fino all'ora del pranzo lavorò al ritratto con quell'ardore che -gli artisti mettono nei loro capricci. Ritornò la sera stessa dalla -baronessa De Rouville, e vi rimase dalle nove alle undici. All'infuori -dei differenti soggetti di conversazione, quella sera somigliò -esattamente alla precedente. - -I due vecchi arrivarono alla stessa ora, ebbe luogo la stessa partita a -picchetto, dai giocatori furono dette le stesse frasi, la somma perduta -dall'amico di Adelaide fu dello stesso importo di quella perduta -il giorno prima; soltanto Ippolito, un po' più incoraggiato, osò -discorrere colla giovinetta. - -Passarono così otto giorni, durante i quali i sentimenti del pittore -e quelli di Adelaide subirono quelle deliziose e lente trasformazioni -che conducono le anime all'accordo perfetto. Di giorno in giorno lo -sguardo con cui Adelaide accoglieva l'amico era divenuto più intimo, -più confidente, più gajo, più franco; la sua voce, le sue maniere -ebbero qualche cosa di più molle, di più famigliare. Tutti e due -ridevano, discorrevano, si comunicavano i loro pensieri, parlando -di sè stessi coll'ingenuità di due fanciulli che nello spazio di un -giorno hanno stretta amicizia, come se si fossero veduti da tre anni. -Schinner giocava al picchetto. Ignorante e novizio, faceva naturalmente -l'alunnato e, come il vecchio, perdeva tutte le partite. Senza essersi -ancora confidato il loro amore, i due amanti sapevano di appartenersi -l'un l'altro. Ippolito aveva esercitato con fortuna il suo potere sulla -timida amica. Molte concessioni gli erano state fatte da Adelaide la -quale, timida e devota aveva di quei falsi malumori che l'amante meno -abile e la giovinetta più primitiva inventano e di cui si servono -di continuo, come i fanciulli viziati abusano del potere che loro -dà l'amore della madre. Ogni famigliarità era cessata fra il vecchio -ed Adelaide. La giovinetta aveva naturalmente compresa la tristezza -del pittore ed i pensieri occulti nelle pieghe della sua fronte, -nell'accento brusco delle poche parole che pronunciava allorchè il -vecchio baciava senza riguardo alcuno le mani od il collo di Adelaide. -Dal canto suo la signorina Leseigneur chiedeva al suo amante stretto -conto delle menome sue azioni. Era così infelice, così inquieta quando -Ippolito non veniva; sapeva così bene rimproverarlo per le sue assenze, -che il pittore cessò di trovarsi coi suoi amici e di andare in società. - -Adelaide lasciò trapelare la gelosia naturale alle donne udendo che -talvolta, uscendo da madama De Rouville alle undici, il pittore faceva -ancora delle visite e si recava nei saloni più brillanti di Parigi. Da -principio pretendeva che questo genere di vita fosse pernicioso alla -salute: poi trovò modo di dirgli, con quella profonda convinzione alla -quale danno tanta forza l'accento, il gesto, e lo sguardo d'una persona -amata: «Che un uomo obbligato a prodigare a più donne in una volta il -suo tempo e le grazie del suo spirito, non poteva essere oggetto di una -viva affezione.» Il pittore fu dunque condotto, tanto dal dispotismo -della passione che dalle esigenze di una fanciulla innamorata, a non -vivere che in quel piccolo appartamento in cui tutto gli piaceva. -Mai vi fu amore più puro e più ardente. Da una parte e dall'altra la -stessa fede, la stessa delicatezza, fecero crescere quella passione -senza l'ajuto dei sagrifizi coi quali molti cercano di provarsi il loro -amore. Fra essi esisteva uno scambio continuo di sensazioni dolci, -e non sapevano chi più ne dava e più ne riceveva. Una involontaria -tendenza rendeva sempre più stretta l'unione delle anime loro. Il -progresso di questo sentimento vero fu così rapido, che due mesi dopo -l'accidente cui il pittore doveva la felicità di avere conosciuta -Adelaide, la loro vita era diventata una vita sola. Cominciando dal -mattino la giovinetta udendo il passo del suo innamorato poteva dire -a se stessa: è là! Quando Ippolito tornava da sua madre, all'ora del -pranzo, non mancava mai di venire a salutare le sue vicine, e la sera, -all'ora solita, accorreva colla puntualità d'innamorato. La donna più -tirannica e più ambiziosa in amore non avrebbe quindi potuto fare -il menomo rimprovero al giovine pittore. Anche Adelaide godeva una -felicità, affatto pura ed illimitata vedendo realizzarsi in tutta la -sua estensione l'ideale che alla sua età è tanto naturale sognare. Il -vecchio gentiluomo veniva meno di frequente; il geloso Ippolito l'aveva -la sera sostituito al tappeto verde, nella sua costante sfortuna al -giuoco. Tuttavia, in mezzo alla sua felicità, pensando alla disastrosa -situazione di madama De Rouville, giacchè aveva avuto più di una prova -della sua miseria, non poteva spacciare un pensiero importuno. Già più -volte ritornando a casa si era detto: — Come! Venti franchi tutte le -sere! E non osava confessarsi i suoi sospetti odiosi. Impiegò due mesi -a fare il ritratto, e quando fu finito, verniciato, messo in cornice, -lo contemplò come una delle sue opere migliori. Madama la baronessa De -Rouville non gliene aveva più parlato. Era noncuranza o fierezza? Il -pittore non voleva spiegarsi questo silenzio. - -Fece con Adelaide il lieto complotto di mettere il ritratto al suo -posto durante la passeggiata che sua madre faceva ordinariamente alle -Tuileries. Adelaide salì sola, per la prima volta, allo studio di -Ippolito, col pretesto di vedere il ritratto nella luce favorevole -sotto la quale era stato dipinto. Restò muta ed immobile, in preda -ad una contemplazione deliziosa in cui fondevansi in un solo tutti i -sentimenti della donna. Non si riassumono essi tutti in una giusta -ammirazione dell'uomo amato? Allorchè il pittore, inquieto di quel -silenzio, si chinò per vedere la giovinetta, essa gli stese la mano, -senza poter dire una parola; ma due lagrime eranle cadute dagli occhi. -Ippolito prese quella mano, la coperse di baci, e per un momento si -guardarono in silenzio, essendo ambedue per confessarsi il loro amore -e non osandolo. Il pittore teneva nelle sue la mano d'Adelaide ed uno -stesso calore, uno stesso movimento loro appresero che i loro cuori -battevano ambedue colla stessa forza. Troppo commossa, la giovinetta si -allontanò dolcemente da Ippolito, e disse gettandogli un'occhiata piena -d'ingenuità: - -— Voi farete ben felice mia madre! - -— Che? vostra madre soltanto? egli domandò. - -— Oh, io lo sono anche troppo. - -Il pittore abbassò la testa e rimase silenzioso, stordito dalla -violenza dei sentimenti che l'accento di questa frase svegliò nel suo -cuore. Comprendendo allora tutto il pericolo di quella situazione, -essi discesero e misero il ritratto al suo posto. Ippolito pranzò -per la prima volta colla baronessa e con sua figlia. Fu festeggiato, -complimentato da madama De Rouville con una rara bonomia. Nella -sua tenerezza, tutta in lagrime, la vecchia dama volle baciarlo. La -sera, il vecchio emigrato, aulico camerata del barone De Rouville, -col quale aveva vissuto fraternamente, fece alle sue due amiche una -visita per annunziar loro che era stato nominato vice-ammiraglio. Le -sue navigazioni terrestri attraverso la Germania e la Russia gli erano -state contate come campagne navali. All'aspetto del ritratto strinse -cordialmente la mano al pittore ed esclamò: — In fede mia! benchè la -mia vecchia carcassa non valga la pena di essere conservata, darei ben -volontieri cinquecento pistole per vedermi così somigliante come il mio -vecchio Rouville. - -A questa proposta la baronessa guardò il suo amico e sorrise lasciando -scaturire dal suo volto i sintomi di una subita riconoscenza. Ippolito -credette indovinare che il vecchio ammiraglio voleva offrirgli il -prezzo dei due ritratti pagando il suo. La sua fierezza d'artista, -forse tanto come la sua gelosia, si offese di quell'idea e rispose: — -Signore, se fossi ritrattista non avrei fatto questo qui. - -L'ammiraglio si morse le labbra e si mise a giocare. Il pittore -restò presso Adelaide, che gli propose di fare una partita; accettò. -Giocando, osservò in madama De Rouville un ardore pel giuoco che lo -sorprese. Mai quella vecchia baronessa aveva dimostrato un desiderio -così ardente di guadagno, nè un piacere così vivo palpando le monete -d'oro del gentiluomo. Durante la serata, brutti sospetti vennero a -turbare la felicitò di Ippolito e gli inspirarono la diffidenza. Madama -De Rouville viveva dunque del giuoco? Non giocava essa in quel momento -per soddisfare qualche debito, o spinta da qualche necessità? Forse -non aveva pagato l'affitto. Quel vecchio pareva abbastanza fino per -lasciarsi prendere impunemente il danaro. Quale poteva dunque essere -l'interesse che lui, ricco, attirava in quella povera casa? Perchè una -volta era così famigliare con Adelaide, e perchè ad un tratto aveva -rinunziato ai privilegi acquistati, forse dovuti? Queste riflessioni -gli vennero involontariamente, e l'eccitarono ad esaminare con nuova -attenzione il vecchio e la baronessa. Fu malcontento delle loro arie -d'intelligenza e degli sguardi obliqui che gettavano su Adelaide e su -lui. «Mi ingannerebbero?» fu per Ippolito un'ultima idea, orribile, -demoralizzante, ed alla quale credette quel tanto che bastava per -esserne torturato. Volle restare dopo la partenza dei due vecchi per -confermare i suoi sospetti o dissiparli. Aveva cavata la sua borsa -per pagare Adelaide; ma, in preda ai suoi pensieri tumultuosi, mise la -borsa sulla tavola e cadde in una fantasticheria che durò poco; indi, -vergognandosi del suo silenzio, si alzò, rispose ad una interrogazione -banale fattagli da madama De Rouville e si avvicinò a lei per potere, -discorrendo, meglio esaminare quel vecchio volto. Uscì in preda a mille -incertezze. Appena aveva fatti alcuni gradini, si ricordò di avere -dimenticato il danaro sul tavolo e ritornò. - -— Vi ho lasciato la mia borsa? disse alla giovinetta. - -— No, rispose ella arrossendo. - -— La credeva là, egli riprese, mostrando il tavolo da giuoco; ma, -vergognoso per Adelaide e per la baronessa di non vedervela, le guardò -con aria inebetita che le fece ridere, impallidì e continuò tastando -il gilè: «Mi sono ingannato; l'ho senza dubbio.» Salutò ed uscì. In -uno dei lati di quella borsa vi erano quindici luigi, nell'altro degli -spiccioli. Il furto era così flagrante, così sfrontatamente negato, -che Ippolito non poteva più conservare dubbio sulla moralità delle -sue vicine. Si fermò sulla scala, la discese con pena: le gambe gli -tremavano, aveva le vertigini, sudava, gelava, e si trovava impotente -a lottare coll'atroce commozione cagionatagli dalla rovina di tutte le -sue speranze. In quel momento raccapezzò nella memoria una quantità di -osservazioni, futili in apparenza, ma che corroboravano i terribili -sospetti ai quali era stato in preda, e che servivano a riprova -della verità dell'ultimo fatto, aprendogli gli occhi sul carattere -e sulla vita di quelle due donne. Avevano dunque aspettato che fosse -consegnato il ritratto per rubare la borsa? Combinato, il furto era -ancora più odioso. Il pittore si ricordò, per sua sventura, che da -due o tre sere Adelaide, mentre sembrava esaminare con una curiosità -di ragazza il lavoro speciale della rete di seta usata, probabilmente -verificava il danaro contenuto nella borsa, con scherzi in apparenza -innocenti, ma che senza dubbio avevano lo scopo di spiare il momento -in cui la somma fosse abbastanza rilevante per essere sottratta. -— Il vecchio ammiraglio ha forse delle eccellenti ragioni per non -sposare Adelaide, ed allora la baronessa avrà cercato di... A quella -supposizione si fermò non completando nemmeno il suo pensiero che fu -distrutto da una riflessione assai giusta. — Se la baronessa, pensò, -spera di farmi sposare sua figlia, esse non m'avrebbero derubato. -Poi, per non rinunciare alle sue illusioni, al suo amore già così -saldamente radicato, tentò di cercare qualche giustificazione nel caso. -— La mia borsa sarà cascata per terra, diceva; sarà restata sulla mia -poltrona. Forse l'ho; sono tanto distratto! Si frugò convulsivamente e -non trovò la maledetta borsa. La sua memoria crudele gli raffigurava -tratto tratto la fatale verità. Vedeva distintamente la sua borsa -distesa sul tappeto; ma, non dubitando più del furto, scusava Adelaide, -dicendo che non si dovevano giudicare così lestamente i disgraziati. -Vi era senza dubbio un segreto in quell'azione così degradante. Non -voleva che quella fiera e nobile figura fosse una maschera. Tuttavia -queil'appartamento così miserabile gli parve spoglio della poesia -dell'amore che tutto abbellisce; lo vide sporco e indecente, lo -considerò come il simbolo di una vita intima senza nobiltà, disoccupata -e viziosa. I nostri sentimenti non sono, per così dire, scritti sulle -cose che ne circondano? Il mattino dopo si alzò senza aver dormito. -Il dolore del cuore, questa grave malattia morale, aveva fatto in lui -enormi progressi Perdere una felicità sognata, rinunziare a tutto un -avvenire, è un tormento più acuto di quello cagionato dalla rovina di -una felicità provata, per quanto sia stata completa: la speranza non -è forse migliore del ricordo? Le meditazioni in cui cade tutto ad un -tratto l'anima nostra sono allora come un mare senza sponde nel seno -del quale noi possiamo nuotare per un momento, ma in cui è necessario -che il nostro amore si anneghi e muoja. - -È una morte orribile. Non sono i sentimenti la parte più brillante -della nostra vita? Da questa morte parziale derivano in certe -organizzazioni delicate o forti le grandi rovine prodotte dalla -disillusione, dalle speranze e dalle passioni tradite. Così fu -del giovine pittore. Uscì per tempissimo, assorto nelle sue idee, -dimenticando tutto il mondo. Per un caso che non aveva nulla di -straordinario, incontrò uno dei suoi amici più intimi, camerata -di collegio e di studio, col quale aveva vissuto meglio che con un -fratello. - -— Ebbene, Ippolito, cos'hai? gli disse Francesco Souchet, giovine -scultore che aveva allora ottenuto il gran premio e doveva partire per -l'Italia. - -— Sono sfortunatissimo, rispose gravemente Ippolito. - -— Non è che un affare di cuore che ti possa dare affanno. Danaro, -gloria, considerazione, nulla ti manca. - -A poco a poco le confidenze cominciarono, ed il pittore confessò il suo -amore. Quando parlò della via Suresne e d'una giovinetta alloggiata -ad un quarto piano: — Alto là! gridò allegramente Souchet. È una -giovinetta che vedo tutte le mattine all'Assunzione ed alla quale fo la -corte. Sua madre è una baronessa! Ci credi tu alle baronesse alloggiate -al quarto piano? Brrr!... Ah! tu sei un uomo dell'età dell'oro; ma essa -ha una figura, un'aria che dicono tutto. Come! Non hai indovinato che -cosa è alla maniera con cui tiene il suo scialle? - -I due amici passeggiarono a lungo, e loro si unirono parecchi giovani -che conoscevano Souchet e Schinner. L'avventura del pittore, giudicata -di poca importanza, fu loro contata dallo scultore. - -— Ed anch'esso ha veduto quella ragazza! - -Furono osservazioni, risa, burle, fatte innocentemente e con tutto il -brio degli artisti, ma delle quali Ippolito soffriva orribilmente. -Un certo intimo pudore lo metteva in triste posizione vedendo il -segreto del suo cuore trattato con tanta leggierezza, la sua passione -lacerata, fatta in brandelli, una giovinetta sconosciuta e la cui vita -pareva così modesta, sottoposta a giudizii veri o falsi, pronunciati -con tanta indifferenza. Affettò di essere spinto da uno spirito -di contraddizione; chiese seriamente a ciascuno le prove delle sue -asserzioni, e gli scherzi ripresero da capo. - -— Ma, caro amico, hai veduto lo scialle della baronessa? diceva Souchet. - -— Hai seguito la piccina, la mattina, quando trotta all'Assunzione? -diceva Giuseppe Bridau, un birichino dello studio di Gres. - -— Ah! la madre ha, fra le altre virtù, un certo abito grigio che -considero come un tipo, disse Bixion, il caricaturista. - -— Ascolta, Ippolito, riprese lo scultore, vieni qui verso le quattro -ed analizza un po' gli andamenti della madre e della figlia. Se dopo -hai dei dubbii, ebbene! da te non si caverà mai nulla. Sarai capace di -sposare la figlia della tua portinaja. - -In preda ai sentimenti più opposti, il pittore abbandonò i suoi amici. -Adelaide e sua madre gli sembravano esseri superiori a queste accuse, -ed in fondo al cuore provava rimorso di avere sospettata la purezza di -quella giovane così semplice e così bella. - -Andò al suo studio, passò davanti alla porta dell'appartamento in cui -si trovava Adelaide, e provò il senso di dolore al cuore che non lascia -luogo ad esitanze. Amava la signorina De Rouville con tanta passione -che, ad onta del furto della borsa, l'adorava ancora. Il suo amore -era quello del cavaliere Des Grieux che ammira e purifica la sua bella -perfino sulla carretta che conduce alla prigione le donne perdute. — -Perchè il mio amore non la renderebbe la più pura di tutte le donne? -Perchè abbandonarla al male, al vizio, senza porgerle una mano amica? -Questa missione gli piacque. L'amore trae profitto da ogni cosa. Nulla -più seducente per un giovane che fare la parte del genio del bene -presso una donna. Vi è qualche cosa di romanzesco in tale impresa che -s'addice alle anime esaltate. Non è forse la massima devozione sotto -la forma più elevata, più gentile? Non vi è della grandezza nel sapere -che si ama abbastanza per amare ancora là ove l'amore degli altri si -estingue e muore? Ippolito si assise nel suo studio, contemplò il suo -quadro senza punto lavorarvi, non vedendo le figure che attraverso -alcune lagrime che gli ondeggiavano negli occhi, tenendo sempre la -tavolozza alla mano, avanzandosi verso la tela come per raddolcire -una tinta, ma non toccandola. La notte lo colse in quell'attitudine. -Svegliato dalla sua fantasticheria dall'oscurità, discese, incontrò -il vecchio ammiraglio sulle scale, gli gettò una triste occhiata -salutandolo, e fuggì. Aveva avuta l'intenzione di entrare dalle sue -vicine, ma l'aspetto del protettore d'Adelaide gli gelò il cuore e -fece svanire la sua risoluzione. Si chiese per la centesima volta quale -interesse poteva condurre quel vecchio libertino, ricco di ottantamila -lire di rendita, in quel quarto piano ove perdeva circa quaranta -franchi tutte le sere; e quell'interesse credette indovinarlo. Il -giorno dopo ed i seguenti Ippolito si ingolfò nel lavoro per cercare di -combattere la sua passione, colla foga delle idee e della concezione. -Riescì a mezzo. Lo studio lo consolò senza però arrivare a soffocare -i ricordi di tante ore carezzevoli passate presso Adelaide. Una sera, -nel lasciare il suo studio, trovò la porta dell'appartamento delle -due signore semichiusa. Vi era una persona in piedi nel vano della -finestra. La disposizione della porta e della scala non permettevano -al pittore di passare senza vedere Adelaide; la salutò freddamente, -lanciandole una occhiata indifferente; ma, giudicando dalle sue le -sofferenze di quella giovinetta, provò un sussulto interno nel pensare -all'amarezza che quello sguardo e quella freddezza dovevano gettare -in un cuore innamorato. Coronare le più dolci feste che mai abbiano -rallegrate anime pure con un dispetto di otto giorni, collo sprezzo -più profondo, più completo!... triste scioglimento! Forse la borsa -era stata trovata, e forse ogni sera Adelaide aveva aspettato il suo -amico. Questo pensiero così semplice, così naturale, fece provare -nuovi rimorsi all'innamorato. Si domandò se le prove d'attaccamento -che la giovinetta gli aveva date, se le incantevoli conversazioni, -improntate da un amore che l'aveva entusiasmato, non meritavano almeno -un'inchiesta, non valevano una giustificazione. Vergognandosi di aver -resistito per una settimana ai voti del cuore e trovandosi quasi reo -per quella lotta, la sera stessa andò da madama De Rouville. Tutti i -suoi sospetti, tutti i suoi cattivi pensieri, svanirono all'aspetto -della giovinetta pallida e dimagrata. - -— Mio Dio, che avete? le disse dopo avere salutata la baronessa. - -Adelaide non gli rispose, ma gli lanciò un'occhiata piena di -malinconia, un'occhiata triste, scoraggiata, che gli fece male. - -— Avete senza dubbio lavorato molto, disse la vecchia, siete cambiato. -Noi siamo la causa della vostra reclusione. Questo ritratto avrà -ritardato alcuni quadri importanti per la vostra riputazione. - -Ippolito fu felice di trovare una scusa così buona alla sua -indelicatezza. - -— Sì, disse, sono stato molto occupato, ma ho sofferto... - -A quelle parole Adelaide alzò la testa, guardò il suo amante, ed i suoi -occhi inquieti non gli rimproverarono più nulla. - -— Voi ci supponevate molto indifferenti a ciò che di bene e di male vi -può accadere? disse la vecchia. - -— Ebbi torto, egli rispose. Tuttavia vi sono dolori che non si -potrebbero confidare ad alcuno, nemmeno ad un sentimento meno recente -di quello di cui voi mi onorate... - -— La sincerità, la forza dell'amicizia non si devono misurare dal -tempo. Ho visto dei vecchi amici non scambiarsi una lagrima nella -sventura, disse la baronessa crollando la testa. - -— Ma che avete dunque? chiese il giovine ad Adelaide. - -— Oh! nulla, rispose la baronessa. Adelaide ha passato alcune notti -per finire un lavoro femminile e non ha voluto darmi ascolto quando le -dicevo che un giorno più un giorno meno poco importava... - -Ippolito non ascoltava. Vedendo quelle due figure così nobili, così -calme, arrossiva dei suoi sospetti ed attribuiva la perdita della sua -borsa a qualche caso inesplicabile. - -Quella serata fu deliziosa per lui, e fors'anche per lei. Vi sono -segreti che le anime giovani comprendono così bene! Adelaide indovinava -ciò che pensasse Ippolito. Senza volere confessare i suoi torti, il -pittore li riconosceva; ritornava alla sua amante più invaghito, più -affettuoso, cercando così di guadagnare un tacito perdono. - -Adelaide gustava gioje così perfette, così dolci, che non le parevano -pagate troppo con tutta la sciagura che aveva così crudelmente -straziato l'anima sua. - -L'accordo così vero dei loro cuori, quell'intimità piena di magia, fu -però turbata da una parola della baronessa De Rouville. - -— Facciamo la nostra partitina? ella disse, giacchè il mio vecchio -Kergarouët mi tiene il broncio. - -Questa frase risvegliò tutti i sospetti del giovine pittore, che -arrossì guardando la madre di Adelaide; ma non vide su quel volto che -l'espressione di una bonomia sincera; nessuna seconda intenzione ne -distruggeva la piacevolezza; la finezza non era perfida, la malizia -pareva dolce, e nessun rimorso ne alterava la calma. - -Allora si mise alla tavola da giuoco. - -Adelaide volle dividere la sorte del pittore, pretendendo che non -conoscesse il picchetto, ed avendo bisogno d'un socio. - -Madama De Rouville e sua figlia si fecero durante la partita dei -segni d'intelligenza che inquietavano tanto più Ippolito, inquantochè -guadagnava; ma poi alla fine un ultimo colpo rese i due amanti debitori -della baronessa. - -Volendo cercare delle monete nelle tasche, il pittore ritirò le mani da -sopra la tavola, ed allora vide davanti a sè una borsa che Adelaide vi -aveva fatto scivolare senza ch'egli se ne accorgesse; la povera ragazza -teneva l'antica, e per darsi contegno si occupava a cercarvi del danaro -per pagare sua madre. - -Il sangue di Ippolito affluì tutto al suo cuore con impeto sì grande -che fu sul punto di venir meno. - -La borsa nuova sostituita alla sua e che conteneva i suoi quindici -luigi, era ricamata in perle d'oro. - -I cappii, le nappine, tutto attestava il buon gusto di Adelaide, che -senza dubbio aveva esaurito il suo peculio negli ornamenti di quel -grazioso lavoro. - -Era impossibile dire con maggior delicatezza che il dono del pittore -non poteva essere ricompensato che con un attestato d'affezione. - -Quando Ippolito, soprafatto dalla felicità, volse gli occhi su Adelaide -e sulla baronessa, le vide tremanti di gioja e felici dell'amabile -soperchieria. - -Egli si trovò piccolo, meschino, babbeo; avrebbe voluto punirsi, -lacerarsi il cuore. - -Alcune lagrime gli spuntarono negli occhi, si alzò con un moto -irresistibile, prese Adelaide fra le braccia, la strinse al seno, le -rapì un bacio, poi, con una buona fede d'artista: - -— Ve la chiedo in moglie! sclamò guardando la baronessa. - -Adelaide gettava sul pittore degli sguardi mezzo corrucciati e madama -De Rouville, un po' sorpresa, cercava una risposta, quando la scena fu -interrotta dallo strepito del campanello. - -Il vecchio ammiraglio comparve seguito dalla sua ombra e dalla signora -Schinner. - -Dopo avere indovinato la causa dei dispiaceri che suo figlio aveva -inutilmente cercato di nasconderle, la madre di Ippolito aveva preso -informazioni su Adelaide da alcuno dei suoi amici. - -Giustamente allarmata dalle calunnie che pesavano su quella giovinetta -all'insaputa del conte di Kergarouët, il cui nome gli fu detto -dalla portinaja, era andata a narrarle al vice-ammiraglio, che nella -sua collera diceva di «voler andare a tagliare le orecchie a quei -furfanti.» Animato dalla sua bile, aveva comunicato alla signora -Schinner il segreto delle perdite volontarie che faceva al giuoco, -giacchè la fierezza della baronessa non gli lasciava che quel mezzo -ingegnoso per soccorrerla. - -Allorchè madama Schinner salutò madama De Rouville, questa guardò -il conte di Kergarouët, Ippolito, Adelaide, e disse colla grazia del -cuore: — Pare che questa sera siamo in famiglia. - - - FINE. - - - - -INDICE - - - Prefazione Pag. 3 - La pace domestica 7 - L'elisir di lunga vita 43 - La borsa 67 - - - - - -Nota del Trascrittore - -Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo -senza annotazione minimi errori tipografici. Per comodità di lettura -è stato aggiunto un indice a fine volume. - -*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK LA PACE DOMESTICA - L'ELISIR DI -LUNGA VITA - LA BORSA *** - -Updated editions will replace the previous one--the old editions will -be renamed. - -Creating the works from print editions not protected by U.S. copyright -law means that no one owns a United States copyright in these works, -so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the -United States without permission and without paying copyright -royalties. Special rules, set forth in the General Terms of Use part -of this license, apply to copying and distributing Project -Gutenberg-tm electronic works to protect the PROJECT GUTENBERG-tm -concept and trademark. Project Gutenberg is a registered trademark, -and may not be used if you charge for an eBook, except by following -the terms of the trademark license, including paying royalties for use -of the Project Gutenberg trademark. If you do not charge anything for -copies of this eBook, complying with the trademark license is very -easy. You may use this eBook for nearly any purpose such as creation -of derivative works, reports, performances and research. Project -Gutenberg eBooks may be modified and printed and given away--you may -do practically ANYTHING in the United States with eBooks not protected -by U.S. copyright law. Redistribution is subject to the trademark -license, especially commercial redistribution. - -START: FULL LICENSE - -THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE -PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK - -To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free -distribution of electronic works, by using or distributing this work -(or any other work associated in any way with the phrase "Project -Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full -Project Gutenberg-tm License available with this file or online at -www.gutenberg.org/license. - -Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project -Gutenberg-tm electronic works - -1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm -electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to -and accept all the terms of this license and intellectual property -(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all -the terms of this agreement, you must cease using and return or -destroy all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your -possession. If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a -Project Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound -by the terms of this agreement, you may obtain a refund from the -person or entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph -1.E.8. - -1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be -used on or associated in any way with an electronic work by people who -agree to be bound by the terms of this agreement. 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Hart was the originator of the Project -Gutenberg-tm concept of a library of electronic works that could be -freely shared with anyone. For forty years, he produced and -distributed Project Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of -volunteer support. - -Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed -editions, all of which are confirmed as not protected by copyright in -the U.S. unless a copyright notice is included. Thus, we do not -necessarily keep eBooks in compliance with any particular paper -edition. - -Most people start at our website which has the main PG search -facility: www.gutenberg.org - -This website includes information about Project Gutenberg-tm, -including how to make donations to the Project Gutenberg Literary -Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to -subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. diff --git a/old/65051-0.zip b/old/65051-0.zip Binary files differdeleted file mode 100644 index 3b57fd6..0000000 --- a/old/65051-0.zip +++ /dev/null diff --git a/old/65051-h.zip b/old/65051-h.zip Binary files differdeleted file mode 100644 index 4c39e46..0000000 --- a/old/65051-h.zip +++ /dev/null diff --git a/old/65051-h/65051-h.htm b/old/65051-h/65051-h.htm deleted file mode 100644 index d031ada..0000000 --- a/old/65051-h/65051-h.htm +++ /dev/null @@ -1,5711 +0,0 @@ -<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.1//EN" -"http://www.w3.org/TR/xhtml11/DTD/xhtml11.dtd"> - -<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it"> -<head> - <meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=utf-8" /> - <title> - La pace domestica; L'elisir di lunga vita; La borsa, di Honoré de Balzac - </title> - <link rel="coverpage" href="images/cover.jpg" /> - <style type="text/css"> -body {margin-left: 10%; margin-right: 10%;} - -p {margin-top: .5em; margin-bottom: 0em; line-height: 1.2; text-align: justify;} -.center {text-align: center; text-indent: 0;} - -div.booktitle {page-break-before: always; padding: 3em;} -div.titlepage {text-align: center; margin: 0 5%; padding: 2em 0; page-break-before: always; page-break-after: always;} -div.titlepage p {text-align: inherit;} -div.verso {text-align: center; padding-top: 2em; font-size: 95%; margin: 0 10%;} -div.verso p {text-align: inherit;} -div.somm {page-break-before: always; padding-top: 3em;} -div.chapter {page-break-before: always; padding-top: 3em;} -div.chapter h2 {page-break-before: avoid;} - -h1,h2,h3 {text-align: center; font-style: normal; -font-weight: normal; line-height: 1.5;} -h1 {font-size: 150%;} -h2 {font-size: 140%; margin-top: 1em; margin-bottom: 2em; page-break-before: avoid;} -h3 {font-size: 120%;} - -hr {width: 70%; margin-top: 1em; margin-bottom: 1em; margin-left: 15%; margin-right: 15%; clear: both;} -hr.mid {width: 50%; margin-left: 25%; margin-right: 25%;} -hr.minor {width: 20%; margin-left: 40%; margin-right: 40%;} -hr.silver {width: 90%; margin-left: 5%; margin-right: 5%; border-top: none; border-right: none; border-bottom: thin solid silver; border-left: none;} -.x-ebookmaker hr.silver {display: none;} - -.pagenum {position: absolute; right: 2%; font-style: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; font-size: 65%; text-align: right; color: #999999; background-color: #ffffff; clear: left;} - -.pad4 {margin-top: 4em;} -.pad2 {margin-top: 2em;} -.pad1 {margin-top: 1em;} - -.x-small {font-size: 70%;} -.small {font-size: 85%;} -.large {font-size: 115%;} -.x-large {font-size: 130%;} -.main-t {font-size: 200%; line-height: 1.5em;} -.g {letter-spacing: .2em;} -.smcap {font-variant: small-caps;} - -table {margin: auto; border-collapse: collapse;} -.indice {width: 80%; line-height: 1em; margin-top: 2em;} -.indice td {vertical-align: top; padding-left: 1.5em; text-indent: -1em;} -.indice td.pag {text-align: right; vertical-align: bottom; white-space: nowrap;} - -.tnote {background-color: #f7f1e3; color: #000; padding: 1em 1em 2em 1em; - margin: 3em 10%; font-family: sans-serif; font-size: 90%; page-break-before: always;} -.tntitle {text-align: center; text-indent: 0; padding: 1em; font-size: 120%; margin-bottom: 1em;} -.tnote p {padding: 0 1em;} -.covernote {visibility: hidden; display: none;} -.x-ebookmaker .covernote {visibility: visible; display: block;} - - </style> - </head> -<body> - -<div style='text-align:center; font-size:1.2em; font-weight:bold'>The Project Gutenberg eBook of La pace domestica - L'elisir di lunga vita - La borsa, by Honoré de Balzac</div> - -<div style='display:block; margin:1em 0'> -This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and -most other parts of the world at no cost and with almost no restrictions -whatsoever. 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Sonzogno. -</p> -<hr class="mid" /> -</div> - -<div class="somm"> -<hr /> -<p class="center x-large"><a href="#indice" id="indfront">INDICE</a></p> -<hr /> -</div> - -<div class="chapter"> -<p> -<span class="pagenum" id="Page_3">[3]</span> -</p> - -<h2 id="prefazione">PREFAZIONE</h2> -</div> - -<p> -Abbiamo già dato la biografia di Balzac, allorquando -si pubblicarono i volumi contenenti <i>Mercadet l'affarista, -Il lutto, Fisiologia del matrimonio, Gl'impiegati</i>. -Quale prefazione a questo volume che si sta pubblicando, -il quale contiene <i>La pace domestica, L'elisir di -lunga vita, La borsa</i>, reputiamo opportuno citare il -giudizio che dello stesso Balzac hanno pronunziato -quei due grandi luminari della letteratura francese, -che furono Vittor Hugo e Lamartine. -</p> - -<p> -Victor Hugo ha scritto: «Il nome di Balzac lascierà -una traccia luminosa alla nostra epoca ed a -quella che vi seguirà. Egli era dei primi fra i grandi, -dei più alti fra i migliori. Tutti i suoi libri ne formano -un solo, un libro vivo, luminoso, profondo, ove -si vede il viavai, il camminare, il moversi, con un -non so che di sgomento e di terribile, misto alla -realtà dell'intero nostro incivilimento contemporaneo; -un libro maraviglioso che il poeta intitolò <i>commedia</i> -e che avrebbe potuto intitolare <i>storia</i>; che -prende tutte le forme e tutti gli stili; che supera -Tacito e tocca Svetonio; che attraversa Beaumarchais -e giunge fino a Rabelais; un libro che è tutto osservazione -ed imaginazione; che prodiga il vero, l'intimo, -il borghese, il triviale, il materiale e che, in -certi momenti, attraverso tutte le realtà della vita -repentinamente e largamente strappate, lascia tutto -ad un tratto scorgere l'ideale più tetro e tragico. A -sua insaputa, il voglia o no, consenziente o no, l'autore -di quest'opera immensa e strana è della forte -stirpe degli scrittori rivoluzionarii. Egli va dritto alla -meta. Afferra pel corpo la società moderna; strappa -a tutti un brandello, agli uni l'illusione, agli altri la -speranza, a questo un grido, a quello una maschera; -fruga il vizio, disseca la passione, scruta, scandaglia -l'uomo, l'anima, il cuore, le viscere, il cervello, l'abisso -che ciascuno ha in sè.» -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_4">[4]</span> -</p> - -<p> -E Lamartine scrisse di lui: -</p> - -<p> -«I tre caratteri predominanti del talento di Balzac -sono: la verità, il patetico e la moralità. Bisogna aggiungervi -l'invenzione drammatica, che lo rende in -prosa eguale e spesso superiore a Molière. So che a -questa parola si leverà un grido di scandalo e di -sacrilegio da tutta la Francia; ma, senza punto detrarre -all'autore del <i>Misantropo</i> di ciò che la perfezione -del suo verso aggiunge all'originalità del suo -talento e proclamandolo, come tutti, incomparabile e -inimitabile, il mio entusiasmo per il gran commediografo -del secolo di Luigi XIV non mi renderà mai -ingiusto ed ingrato verso un altro, inferiore in locuzione; -eguale, se non superiore, in convinzione; pure -incomparabile in fecondità: Balzac! Quante volte leggendolo -e svolgendo con lui i prodigiosi ed inesauribili -meandri della sua inventiva, ho esclamato fra -me e me: «La Francia ha due Molière; il Molière -in versi e il Molière in prosa!» Balzac è anzitutto -il gran geografo delle passioni. Non so che istinto -rivelatore ed osservatore gli ha insegnato che i luoghi -e gli uomini sono vincolati da legami segreti; -che il tal sito è un'idea, la tal muraglia è un carattere, -e che per ben riuscire in un ritratto fa d'uopo -dipingere una camera. Quest'analogia e fedeltà stanno -ai suoi romanzi come il paesaggio alle grandi scene -del dramma. Gl'imbecilli si lagnano della minuziosità -apparente di descrizione; gl'intelligenti l'ammirano. -In lui tutto incomincia con un simile ambiente de' -suoi personaggi, prefazione dell'uomo. Anzi è appunto -in ciò ch'egli spiegò il maggior estro. Ecco, per esempio, -il principio di <i>Eugenia Grandet</i>, ecco l'avaro, -assai diversamente concepito da quello di Plauto, di -Terenzio e di Molière. La commedia di carattere va -fino al riso nelle caricature di questi grandi commediografi. -In Balzac va fino al pianto. Gli uni si burlavano -ridevolmente dell'avaro nel motto famoso: -Che fare in quella galera? L'altro fa detestare il -vizio e odiare il vizioso.» -</p> - -<div class="chapter"> -<p> -<span class="pagenum" id="Page_7">[7]</span> -</p> - -<h2 id="lapace">LA PACE DOMESTICA</h2> -</div> - -<p> -L'avventura riprodotta in questa scena accadde verso -la fine del mese di novembre 1809, nel punto in cui il -fuggitivo impero di Napoleone era all'apogeo del suo -splendore. Le fanfare della vittoria di Wagram rimbombavano -ancora nel cuore della monarchia austriaca. La -pace era segnata tra la Francia e la coalizione. I re ed -i principi vennero allora, come astri, a compire le loro -evoluzioni intorno a Napoleone, che si procurò la soddisfazione -di trascinarsi dietro l'Europa, magnifico saggio -della potenza che spiegò più tardi a Dresda. -</p> - -<p> -Mai, al dire dei contemporanei, Parigi aveva vedute -feste più belle di quelle che precedettero e seguirono il -matrimonio di questo sovrano con un'arciduchessa d'Austria, -mai nei giorni più splendidi dell'antica monarchia, -tante teste coronate accorsero sulle rive della Senna, e -mai l'aristocrazia francese fu ricca e brillante come allora. -I diamanti sparsi a profusione sulle acconciature, i -ricami d'oro e d'argento delle uniformi, fecero tale contrasto -coll'indigenza repubblicana, che sembrava vedere -le ricchezze del globo affluire nei saloni di Parigi. Un'ebbrezza -generale aveva come colpito questo impero d'un -giorno. Tutti i militari, senza eccettuare il loro capo, godevano -da ricchi improvvisati i tesori conquistati da un -milione d'uomini colle spalline di lana, le cui esigenze -erano soddisfatte con alcune aune di nastro rosso. A -<span class="pagenum" id="Page_8">[8]</span> -quell'epoca la maggior parte delle donne affettava quella -facilità di costumi e quel rilassamento della morale che -segnalò il regno di Luigi XV. Sia per imitare i modi della -monarchia caduta, sia che certi membri della famiglia -imperiale ne avessero dato l'esempio, come lo pretendevano -i <i>Frondeur</i> del sobborgo San Germano, è certo che -uomini e donne, tutti si lanciarono nei piaceri con una -intrepidità che pareva presagire la fine del mondo. Ma -v'era allora un'altra ragione di questa licenza. La passione -delle donne pei militari divenne una specie di frenesia -e combinava troppo bene colle viste dell'imperatore -perchè vi mettesse un freno. Le frequenti riprese -di guerra, che fecero somigliare ad armistizii tutti i trattati -conclusi da Napoleone, esponevano le passioni a scioglimenti -così rapidi quanto le decisioni del capo supremo -di questi kolbach, di questi dolman e di questi pennacchi, -che piacquero tanto al bel sesso. I cuori furono allora -nomadi come i reggimenti. Da un primo ad un -quinto bollettino della grande armata, una donna poteva -essere successivamente amante, sposa, madre e vedova. -Era la prospettiva d'una prossima vedovanza, quella di -una dotazione, o la speranza di portare un nome consegnato -alla storia, che rendeva così seducenti i militari? -Le donne furono trascinate verso di essi dalla certezza -che il segreto delle loro passioni sarebbe sepolto sui -campi di battaglia, e la causa di questo dolce fanatismo -si deve cercare nella nobile attrattiva che ha su di esse il -coraggio? Forse queste ragioni, che il futuro storico dei -costumi imperiali si divertirà senza dubbio a pesare, entravano -tutte per qualche cosa nella loro facilità ad abbandonarsi -agli amori. Checchè ne sia confessiamolo -gli allori coprirono allora molti falli, le donne cercarono -con ardore quegli arditi avventurieri, che loro parevano -vere sorgenti d'onori, di ricchezze e di piaceri, ed agli -occhi delle giovinette, una spallina, quel geroglifico futuro, -significava onore e libertà. Un tratto di quell'epoca -unica nel nostri annali e che la caratterizza, fu una passione -sfrenata per tutto ciò che brillava; mai non vi -furono tanti fuochi artificiali, mai il diamante raggiunse -sì alto valore. -</p> - -<p> -Gli uomini, avidi come le donne di quei ciottoli bianchi, -se ne impadronivano al pari di esse. Forse la necessità -di dare al bottino la forma più facile al trasporto, mise -<span class="pagenum" id="Page_9">[9]</span> -nell'armata i giojelli in voga. Un uomo non era tanto -ridicolo come lo sarebbe oggi, quando lo sparato della -sua camicia o le sue dita presentavano agli sguardi dei -grossi diamanti. Murat, uomo affatto orientale, diede l'esempio -di un lusso assurdo presso i militari moderni. -</p> - -<p> -Il conte di Gondreville, uno dei Luculli di quel Senato -conservatore che nulla conservò, non aveva protratta la -sua festa in onore della pace che per far meglio la corte -a Napoleone, sforzandosi di eclissare gli adulatori dai -quali era stato prevenuto. Gli ambasciatori di tutte le -potenze amiche della Francia col beneficio dell'inventario, -i personaggi più importanti dell'impero, perfino -alcuni principi, erano in quel momento riuniti nei saloni -dell'opulento senatore. La danza languiva; ognuno attendeva -l'imperatore, la cui presenza era stata promessa -dal conte. Napoleone avrebbe mantenuta la parola senza -la scena che scoppiò la sera stessa fra Giuseppina e lui, -scena che preludiò al divorzio di quegli augusti sposi. La -notizia di quell'avventura, allora tenuta segretissima, ma -che fu raccolta dalla storia, non pervenne alle orecchie -dei cortigiani, e non influì altrimenti che per l'assenza -di Napoleone sulla gajezza della festa del conte di Gondreville. -Le più belle donne di Parigi, affrettatesi a recarsi -da lui, sulla fede di una diceria, vi facevano in quel -momento una gara di lusso, civetteria, abbigliamenti e -bellezza. Orgogliosa delle sue ricchezze, la banca vi sfidava -gli splendidi generali ed i grandi uffiziali dell'impero, -recentemente rimpinziti di croci, titoli e decorazioni. -</p> - -<p> -Questi grandi balli erano sempre occasioni colte dalle -famiglie ricche per produrvi le loro ereditiere agli occhi -dei pretoriani di Napoleone, nella folle speranza di cambiare -le magnifiche loro doti contro un incerto favore. -Le donne che si credevano abbastanza forti della sola loro -beltà venivano a provarne la potenza. Là, come altrove, -il divertimento non era che una maschera. I volti sereni -e ridenti, le fronti calme nascondevano calcoli odiosi; le -dichiarazioni d'amicizia erano menzogne, e più di un -personaggio diffidava meno de' suoi nemici che degli -amici. Queste osservazioni erano necessarie per spiegare -i fatti del piccolo imbroglio, soggetto di questa scena, -per quanto mitigata, dei costumi che regnavano allora -nei saloni di Parigi. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_10">[10]</span> -</p> - -<p> -— Volgete un po' gli occhi verso quella colonna spezzata -che porta un candelabro, non vedete una giovine -donna, pettinata alla Chinese? Là, nell'angolo a sinistra. -Essa ha delle campanule azzurre nel mazzo di capelli -castani che cadono a fiotti sulla sua testa. Non vedete? -è così pallida che la si crederebbe sofferente, è graziosa -e molto piccina; in questo momento volge la testa verso -di noi; i suoi occhi azzurri, tagliati a mandorla ed incantevolmente -soavi, pajono fatti apposta per piangere. -Ma, guardate! ella si abbassa per guardare madama de -Vaudremont attraverso questo dedalo di teste sempre in -moto, le cui alte pettinature le intercettano la visuale. -</p> - -<p> -— Ah! ci sono, caro mio. Tu non avevi che a indicarmela -come la più bianca di tutte le donne che sono -qui, e l'avrei riconosciuta; essa ha la più bella carnagione -ch'io abbia mai ammirata. Da qui ti sfido a distinguere -sul suo collo le perle che separano ognuno degli -zaffiri della sua collana. Ma essa deve avere della virtù -o della civetteria, giacchè è molto se i merletti del suo -corsetto permettono di sospettare la bellezza dei contorni -Che spalle, che bianchezza di giglio! -</p> - -<p> -— Chi è? chiese, quello che aveva parlato per il -primo. -</p> - -<p> -— Non lo so. -</p> - -<p> -— Aristocratico! volete dunque, Montcornet, tenervele -tutte per voi? -</p> - -<p> -— Ti sta bene il burlarmi! rispose Montcornet sorridendo. -Credi avere il diritto di insultare un povero generale -come me, perchè, rivale fortunato di Soulanges, -tu non fai una sola piroetta che non allarmi madama di -Vaudremont? Oppure è perchè io non sono arrivato che -da un mese nella terra promessa? Siete ben insolenti -voi altri amministratori che restate inchiodati sulle vostre -sedie mentre noi siamo in mezzo alle bombe. Via, signor -referendario, lasciateci spigolare nel campo il cui possesso -precario non vi resta che al momento in cui noi altri lo -abbandoniamo. Che diamine! bisogna che tutti vivano! -Amico mio, se tu conoscessi i tedeschi, mi faresti, io -credo, qualche servizio presso la parigina che ti è cara. -</p> - -<p> -— Generale, poichè voi avete onorata della vostra attenzione -questa donna che vedo qui per la prima volta, -abbiate la carità di dirmi se l'avete vista a ballare. -</p> - -<p> -— Eh, mio caro Marziale, da dove vieni? Se ti mandano -<span class="pagenum" id="Page_11">[11]</span> -in ambasciata, auguro male dei tuoi successi. Non -vedi tre ranghi delle più intrepide civette di Parigi fra -essa e lo sciame dei ballerini che ronza sotto il lampadario, -e non hai avuto bisogno del tuo occhialetto per -scoprirla all'angolo di quella colonna, ove pare sepolta -nell'oscurità, ad onta delle candele che brillano sopra la -sua testa? Fra essa e noi scintillano tanti occhi e tanti -diamanti, ondeggiano tante piume, tanti merletti, fiori e -treccie, che sarebbe un vero miracolo se qualche ballerino -potesse scorgerla in mezzo a questi astri. Come, -Marziale, non hai tu indovinata la moglie di qualche sottoprefetto -della Lippe o della Dyle, che viene a tentare -di rendere prefetto il suo marito? -</p> - -<p> -— Oh! lo sarà, disse con vivacità il referendario. -</p> - -<p> -— Ne dubito, replicò il colonnello del corazzieri ridendo, -sembra così nuova all'intrigo come tu alla diplomazia. -Scommetto, Marziale, che tu non sai perchè si trova là. -</p> - -<p> -Il referendario guardò il colonnello dei corazzieri della -guardia con un'aria che dava a divedere altrettanta indifferenza -quanta curiosità. -</p> - -<p> -— Ebbene, disse Montcornet continuando, ella sarà -senza dubbio arrivata alle nove precise, forse la prima, -e probabilmente avrà imbarazzato molto la contessa di -Gondreville la quale non sa cucire due idee. Respinta -dalla padrona di casa, cacciata di sedia in sedia da qualche -nuova arrivata, fino nelle tenebre di questo cantuccio, -ella vi si sarà lasciata chiudere, vittima della gelosia -di queste dame che non avranno chiesto di meglio che -seppellire così quella figura pericolosa. Essa non avrà -avuto amici per incoraggiarla a difendere la piazza che -ha dovuto occupare di tratto in prima linea; ognuna di -queste perfide danzatrici avrà intimato agli uomini della -sua congrega di non impegnare la nostra povera amica, -sotto pena di terribili castighi. Ecco, mio caro, come questi -esseri così teneri e candidi in apparenza avranno -stretta la loro coalizione contro l'incognita; e ciò senza -che alcune di quelle donne si sia detto altro che: — Conoscete -voi, mia cara, quella piccola dama azzurra? To', -Marziale, se tu vuoi in un quarto d'ora essere soprafatto -di occhiate lusinghiere e di interrogazioni provocanti più -che forse non ne riceverai in tutta la tua vita, tenta di -forzare la triplice barriera che difende la regina della -Dyle, della Lippe, o della Charente. Vedrai se la più stupida -<span class="pagenum" id="Page_12">[12]</span> -di queste donne non saprà trovare al momento un'astuzia -capace di trattenere l'uomo più determinato a -mettere in luce la nostra gemente incognita. Non ti pare -che abbia un po' l'aria di un'elegia? -</p> - -<p> -— Vi pare, Montcornet? sarebbe dunque una donna -maritata? -</p> - -<p> -— Perchè non sarebbe vedova? -</p> - -<p> -— Sarebbe più attiva, disse ridendo il referendario. -</p> - -<p> -— Forse è una vedova il cui marito giuoca alla <i>bouillotte</i>, -replicò il bel corazziere. -</p> - -<p> -— Infatti dopo la pace, vi sono tante di queste vedove! -rispose Marziale. Ma, mio caro Montcornet, noi siamo -due ingenui. Quella testa manifesta ancora troppa innocenza, -respira ancora troppa gioventù e freschezza sulla -fronte e intorno alle tempie, perchè sia una donna. Che -toni di carne vigorosi! nulla di logoro nei rilievi del -naso. Le labbra, il mento, tutto in questa figura è fresco -come un bottone di rosa bianca, benchè la fisionomia ne -sia come velata dalle nubi della tristezza. Cosa può far -piangere questa giovinetta? -</p> - -<p> -— Le donne piangono tanto per poco, disse il colonnello. -</p> - -<p> -— Non so, riprese Marziale, ma ella non piange per -essere là senza ballare; il suo cordoglio non data da -oggi; si vede che per questa sera si è fatta bella con -premeditazione. Essa ama già, lo scommetterei. -</p> - -<p> -— Bah! forse è la figlia di qualche principuccio di -Germania; nessuno le parla, disse Montcornet. -</p> - -<p> -— Ah! come è disgraziata una povera ragazza! replicò -Marziale. Si può avere più grazia e più finezza della nostra -incognita? Ebbene, non una delle megere che le -stanno intorno, e che si dicono sensibili, le rivolgerà la -parola. Se parlasse, vedremmo se i suoi denti sono -belli. -</p> - -<p> -— Oh, oh, tu bolli come il latte alla minima elevazione -di temperatura! gridò il colonnello, un po' piccato di -trovare così presto un rivale nel suo amico. -</p> - -<p> -— Come, disse il referendario, senza accorgersi dell'interrogazione -del generale, e dirigendo l'occhialino su -tutte le persone che stavano loro d'intorno, come! nessuno -qui potrà nominarci questo fiore esotico? -</p> - -<p> -— Eh, sarà qualche damigella di compagnia, gli disse -Montcornet. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_13">[13]</span> -</p> - -<p> -— Buono! una damigella di compagnia che porta zaffiri -degni d'una regina ed un abito di <i>malines</i>! Contatela -ad altri, generale. Anche voi non sareste molto -forte in diplomazia se nei vostri apprezzamenti passaste -in un momento dalla principessa tedesca alla damigella -di compagnia. -</p> - -<p> -Il generale Montcornet fermò per il braccio un ometto -grasso, i cui capelli mezzo grigi e gli occhi intelligenti -si vedevano nei vani di tutte le porte e che si mischiava -senza complimenti ai diversi gruppi, nei quali era accolto -con rispetto. -</p> - -<p> -— Gondreville, caro amico, gli disse Montcornet, chi -è quella graziosa donnina seduta laggiù sotto quell'immenso -candelabro? -</p> - -<p> -— Il candelabro? Ravrio, mio caro, me ne ha dato il -disegno Isabey. -</p> - -<p> -— Oh! ho già riconosciuto il tuo gusto ed il tuo fasto -nel mobilio, ma la donna? -</p> - -<p> -— Ah! non la conosco. Sarà senza dubbio un'amica -di mia moglie. -</p> - -<p> -— O la tua amante, vecchio briccone. -</p> - -<p> -— No, parola d'onore! La contessa di Gondreville è la -sola donna capace di invitare persone che nessuno conosce. -</p> - -<p> -Ad onta di questa osservazione piena d'acrimonia, il -grosso ometto conservò sulle sue labbra il sorriso di soddisfazione -interna che vi aveva fatto nascere la supposizione -del colonnello dei corazzieri. Costui raggiunse in -un gruppo vicino il referendario occupato, ma inutilmente, -a cercare notizie sulla sconosciuta. Lo prese pel -braccio e gli disse all'orecchio: — Mio caro Marziale, sta -in guardia! Madama di Vaudremont ti osserva da alcuni -minuti con un'attenzione deplorabile; è donna da indovinare, -al movimento solo delle tue labbra, ciò che tu -mi dicesti; i nostri gesti sono già stati troppo significativi, -ella ne ha benissimo scoperta e seguita la direzione, -ed io la credo in questo momento più occupata di -noi stessi della piccola dama azzurra. -</p> - -<p> -— Vecchia astuzia di guerra, mio caro Montcornet. Del -resto che m'importa? Io sono come l'imperatore; quando -faccio delle conquiste le mantengo. -</p> - -<p> -— Marziale! la tua fatuità ha bisogno di una lezione. -Come! borghese, tu hai l'onore di essere il marito designato -<span class="pagenum" id="Page_14">[14]</span> -di madama de Vaudremont, una vedova di ventidue -anni, che ha la miseria di quattromila napoleoni di -rendita, di una donna che ti mette in dito dei diamanti -belli come questo, aggiunse prendendo la mano sinistra -del referendario che gliela abbandonò con compiacenza, -ed hai ancora la pretesa di fare il Lovelace, come se fossi -colonnello e costretto a mantenere nelle guarnigioni la -riputazione militare! Ohibò! Ma rifletti dunque a tutto -ciò che puoi perdere. -</p> - -<p> -— Almeno non perderò la mia libertà, replicò Marziale -con un riso forzato. -</p> - -<p> -Gettò uno sguardo appassionato a madama de Vaudremont -la quale non gli rispose che con un sorriso pieno -d'inquietudine, giacchè aveva visto il colonnello esaminare -l'anello del referendario. -</p> - -<p> -— Ascolta, Marziale, ripresa il colonnello, se tu volteggi -intorno alla mia giovane sconosciuta, io intraprenderò -la conquista di madama de Vaudremont. -</p> - -<p> -— Permesso, caro corazziere, ma voi non otterrete nulla, -disse il giovine referendario mettendo la nitida unghia -del suo pollice sotto uno del denti superiori, e cavandone -un piccolo strepito motteggiatore. -</p> - -<p> -— Pensa che io sono celibe, riprese il colonnello, che -la mia spada è tutta la mia fortuna, e che sfidarmi così -è mettere Tantalo a sedere davanti ad un banchetto che -divorerà. -</p> - -<p> -— Prrr! -</p> - -<p> -Questo insolente cumolo di consonanti fu la risposta -alla provocazione del generale. La moda di quel tempo -obbligava un uomo a portare al ballo i calzoni di casimiro -bianco e le calze di seta. Questo grazioso costume -metteva in rilievo la perfezione delle forme di -Montcornet, allora in età di trentacinque anni, e che attirava -gli sguardi per l'alta statura obbligatoria nei corazzieri -della guardia imperiale, la cui bell'uniforme dava -maggior risalto alla sua imponenza, ancora giovane ad -onta della pinguedine che doveva all'equitazione. I suoi -baffi neri completavano l'espressione franca di una faccia -veramente militare la cui fronte era larga e scoperta, il -naso aquilino, la bocca vermiglia. I modi di Montcornet, -improntati di una certa nobiltà dovuta all'abitudine del -comando, potevano piacere ad una donna che avesse -avuto il buon senso di non fare di suo marito uno schiavo. -<span class="pagenum" id="Page_15">[15]</span> -Il colonnello sorrise guardando il referendario, uno dei -suoi migliori amici di collegio, la cui piccola statura svelta -l'obbligò, per rispondere alla sua canzonatura, ad abbassare -un po' l'amichevole sua occhiatina. -</p> - -<p> -Il barone Marziale De la Roche-Hugon era un giovane -provenzale che Napoleone proteggeva e sembrava designare -per qualche pomposa ambasciata. Egli aveva sedotto -l'imperatore con una compiacenza italiana, col genio -dell'intrigo, con quell'eloquenza da salone e quella -scienza dei modi che surrogano tanto facilmente le qualità -eminenti di un uomo solido. Benchè vivace e giovane, la -sua figura possedeva già lo splendore immobile della -latta, una delle qualità indispensabili ai diplomatici e che -permette loro di nascondere le proprie emozioni, di mascherare -i sentimenti, se pure questa impassibilità non -annunzia in essi l'assenza di ogni emozione e la morte -dei sentimenti. -</p> - -<p> -Si può considerare il cuore dei diplomatici come un -problema insolubile, giacchè i tre più illustri ambasciatori -dell'epoca si sono segnalati per la persistenza nell'odio -e per le affezioni romanzesche. Tuttavia Marziale -apparteneva a quella classe d'uomini capaci di calcolare -il loro avvenire in mezzo ai più ardenti piaceri; egli -aveva già giudicato il mondo ed occultata la sua ambizione -sotto la fatuità dall'uomo fortunato in amore, mascherando -il suo talento sotto la livrea della mediocrità, -dopo aver osservato la rapidità con cui si avanzavano le -persone che davano un po' d'ombra al padrone. -</p> - -<p> -I due amici furono costretti a lasciarsi dandosi una -cordiale stretta di mano. Il ritornello che preveniva le -dame di formare le quadriglie di una nuova contradanza, -cacciò gli uomini dal vasto spazio in cui stavano discorrendo -in mezzo alla sala. Questa rapida conversazione, -tenuta nell'intervallo che separa sempre le contradanze, -ebbe luogo davanti al camino del gran salone del palazzo -Gondreville. Le domande e risposte di questa chiacchierata, -abbastanza comune in un ballo, erano state come -susurrate da ciascuno dei due interlocutori all'orecchio -del vicino. Tuttavia le girandole e i candelabri del camino -spandevano sui due amici una luce così abbondante, -che le loro figure troppo vivamente illuminate non poterono -nascondere, malgrado la loro discrezione diplomatica, -l'impercettibile espressione dei loro sentimenti, nè -<span class="pagenum" id="Page_16">[16]</span> -all'astuta contessa, nè alla candida sconosciuta. Questo -spionaggio del pensiero è forse per gli oziosi uno dei -piaceri che trovano nel mondo, mentre tante ingenue -vittime vi si annojano senza osare di convenirne. -</p> - -<p> -Per comprendere tutto l'interesse di questa conversazione -è necessario raccontare un avvenimento che per -invisibili legami andava a congiungersi coi personaggi -di questo piccolo dramma, allora sparsi nel salone. Alle -undici di sera circa, nel momento in cui le danzatrici -riprendevano i loro posti, la società del palazzo Gondreville -aveva veduto apparire la più bella donna di Parigi, -la regina della moda, la sola che mancasse a quella splendida -riunione. Essa si faceva una legge di non mai arrivare -che nel momento in cui le sale offrivano quel movimento -animato che non permette alle donne di conservare -a lungo la freschezza del volto nè quello della toeletta. -Questo momento rapido è come la primavera del -ballo. Un'ora dopo, quando il piacere è passato, quando -sopraggiunge la stanchezza, tutto vi è logoro. Madama -de Vaudremont non commetteva mai il fallo di restare -ad una festa per mostrarvi dei fiori languenti, dei ricci -cadenti, delle guarnizioni sciupate, con una figura simile -a tutte quelle che, incalzate dal sonno, non sempre lo ingannano. -Essa si guardava bene di lasciar vedere, come -le sue rivali, la sua bellezza sonnolente; sapeva sostenere -abilmente la sua riputazione di civetteria, ritirandosi -sempre da un ballo altrettanto brillante come quando vi -era entrata. Le donne si dicevano all'orecchio con un -sentimento d'invidia che preparava e metteva tante toelette -quanti balli vi erano in una sera. Questa volta madama -de Vaudremont non doveva essere padrona di lasciare -a suo capriccio il salone dove arrivava allora -trionfalmente. Fermatasi un istante sulla porta, gettò -degli sguardi osservatori, benchè rapidi, sulle donne, i -cui abbigliamenti furono tosto studiati affine di convincersi -che il suo li eclisserebbe tutti. -</p> - -<p> -La celebre civetta si offerse all'ammirazione dell'adunanza, -condotta da uno dei più bravi colonnelli dell'artiglieria -della guardia, un favorito dell'imperatore, il conte -di Soulanges. L'unione momentanea e fortuita di questi -due personaggi ebbe senza dubbio qualche cosa di misterioso. -Udendo annunziare il signor di Soulanges e la -contessa di Vaudremont, alcune donne che facevano tappezzeria -<span class="pagenum" id="Page_17">[17]</span> -si alzarono, e alcuni uomini passati nella sala -vicina si affollarono alle porte delta sala principale. Uno -di quei burloni, che non mancano mai in queste numerose -riunioni, vedendo entrare la contessa ed il suo -cavaliere disse: — «Ora le donne avevano altrettanta -curiosità di contemplare un uomo fedele alla sua passione, -come gli uomini di esaminare una bella donna -difficile a conservare.» Benchè il conte di Soulanges, -giovane di circa trentadue anni, fosse dotato di quel temperamento -nervoso che produce nell'uomo le grandi qualità, -le sue forme gracili e la sua tinta pallida prevenivan -poco in suo favore; i suoi occhi neri annunziavano -molta vivacità, ma in società era taciturno, e nulla in -lui rivelava uno di quei talenti oratorii che dovevano -brillare alla destra nelle assemblee legislative della Ristorazione. -La contessa di Vaudremont, donna alta, leggiermente -pingue, d'una pelle splendida per bianchezza, -che portava bene la sua testolina, e possedeva l'immenso -vantaggio di inspirare l'amore colla gentilezza dei -modi, era di quelle creature che mantengono tutte le -promesse fatte dalla loro bellezza. Quella coppia, divenuta -per alcuni momenti oggetto dell'attenzione generale, non -lasciò lungo tempo il campo alla curiosità di esercitarsi -sul suo conto. Il colonnello e la contessa pareva comprendessero -perfettamente che il caso li aveva messi in -una posizione imbarazzante. Vedendoli avanzarsi, Marziale -si slanciò nel gruppo di uomini che occupava il -posto al camino, per osservare attraverso le teste che -gli facevano una specie di barriera, madama de Vaudremont -coll'attenzione gelosa che dà il primo fuoco della -passione: una voce segreta sembrava dirgli che il successo -di cui s'inorgogliva era forse precario; ma il sorriso -di fredda cortesia con cui la contessa ringraziò il -signor De Soulanges ed il gesto che fece per congedarlo -sedendosi presso madama de Gondreville, distesero tutti -i muscoli che la gelosia aveva contratti sul suo volto. -Tuttavia, vedendo in piedi a due passi dal canapè sul -quale trovavasi madama de Vaudremont, Soulanges, che -pareva non comprendere lo sguardo con cui la giovine -civetta gli aveva detto che essi rappresentavano l'uno e -l'altra una parte ridicola, il provenzale dalla testa vulcanica -tornò ad aggrottare le nere sopraciglia che ombreggiavano -i suoi occhi azzurri, carezzò, per darsi un po' di -<span class="pagenum" id="Page_18">[18]</span> -contegno, i ricci dei suoi capelli bruni, e senza tradire -l'emozione che gli faceva palpitare il cuore, sorvegliò il -modo in cui si conducevano la contessa ed il signor de -Soulanges, pure scherzando coi vicini; fu allora che -strinse la mano al colonnello, il quale veniva a rinnovare -con esso la conoscenza; ma l'ascoltò senza intenderlo, -tanto era preoccupato. Soulanges gettò occhiate tranquille -sulla quadrupla fila di donne che incorniciava -l'immenso salone del senatore, ammirando quella decorazione -di diamanti, di rubini, di perle, di manipoli d'oro -e di teste adorne il cui splendore faceva quasi impallidire -i lumi delle candele, il cristallo dei candelabri e le -dorature. -</p> - -<p> -La calma noncurante del suo rivale fece perdere la -bussola al referendario. Incapace di moderare la segreta -impazienza che lo trasportava, Marziale si avanzò alla -volta di madama de Vaudremont per salutarla. Quando -comparve il provenzale, Soulanges gli lanciò uno sguardo -torbido e stornò con atto impertinente la testa. Un grave -silenzio regnò nella sala in cui la curiosità era al colmo. -Tutte le teste tese presentavano i sentimenti più bizzarri; -ognuno attendeva e temeva uno di quegli scandali -che le persone bene educate si guardano sempre dal -provocare. Tutto a un tratto la pallida figura del conte -divenne rossa come lo scarlatto delle sue pistagne, ed -i suoi sguardi si abbassarono d'un tratto a terra per non -lasciare indovinare il soggetto del suo turbamento. Vedendo -la sconosciuta modestamente situata al piede del -candelabro, passò con aria triste dinanzi al referendario e -si rifugiò in una delle sale da giuoco. Marziale e l'assemblea -credettero che Soulanges gli cedesse pubblicamente -il posto per paura del ridicolo che si attacca sempre agli -amanti detronizzati. Il referendario rialzò fieramente la -testa, guardò la sconosciuta, poi, quando si assise con -tutta disinvoltura presso madama de Vaudremont, l'ascoltò -con aria tanto distratta che non udì queste parole -pronunziate dalla civetta sotto il ventaglio: — Marziale, -mi farete il piacere di non portare questa sera l'anello -che mi avete carpito. Ho le mie ragioni, e ve le spiegherò -fra breve, quando ci ritireremo. Mi darete il braccio per -andare dalla principessa di Wagram. -</p> - -<p> -— Perchè avete accettato il braccio del colonnello? -chiese il barone. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_19">[19]</span> -</p> - -<p> -— Lo incontrai sotto il peristilio, ella rispose; ma lasciatemi, -ci guardano tutti. -</p> - -<p> -Marziale raggiunse il colonnello dei corazzieri. La piccola -dama azzurra divenne allora il vincolo comune -dell'inquietudine che agitava ad un tempo e così diversamente -il corazziere, Soulanges, Marziale e la contessa -di Vaudremont. Quando i due amici si erano separati -lanciandosi la sfida che chiuse la loro conversazione, -il referendario mosse verso madama de Vaudremont e -seppe collocarla nel mezzo della più brillante quadriglia. -Mercè quella specie d'ebrezza in cui una donna è sempre -immersa dalla danza, ed il moto del ballo in cui gli -uomini si mostrano col ciarlatanismo della toeletta, la -quale non dà loro minori attrattive che alle donne, Marziale -credette potersi abbandonare impunemente all'incanto -che lo trascinava verso l'incognita. Se riuscì a sottrarre -all'attività inquieta degli occhi della contessa i primi -sguardi che gettò sulla dama azzurra fu ben tosto sorpreso -in flagrante delitto, e, se fece scusare una prima -preoccupazione, non giustificò l'impertinente silenzio che -oppose più tardi alla più seducente delle interrogazioni -che una donna possa rivolgere ad un uomo: Mi amate -questa sera? Più egli era distratto, più la contessa si mostrava -stringente ed importuna. Mentre Marziale ballava, -il colonnello andò di gruppo in gruppo cercando notizie -sulla giovine sconosciuta. Dopo avere stancata la compiacenza -di tutte le persone, ed anche quella degli indifferenti, -si decideva ad approfittare d'un momento in cui -la contessa di Gondreville pareva libera, per chiedere ad -essa medesima il nome di quella dama misteriosa, quando -scoperse un leggiero vuoto fra la colonna spezzata che -sosteneva il candelabro e i due divani che vi mettevano -capo. Il colonnello approfittò del momento in cui la danza -lasciava vacante una parte delle sedie che formavano -parecchie linee fortificate difese da mamme o donne in -età, ed imprese ad attraversare quella palizzata coperta -di scialli e fazzoletti. Cominciò a complimentare le vedove; -poi, di donna in donna, di galanteria in galanteria -finì per raggiungere presso l'incognita il posto vuoto. -A rischio d'impigliarsi nei grifoni e nei draghi dell'immenso -candelabro, si mantenne là sotto il fuoco della -cera, con gran dispetto di Marziale. Troppo astuto per -interpellare di primo tratto la piccola dama azzurra che -<span class="pagenum" id="Page_20">[20]</span> -aveva alla destra, il colonnello cominciò col dire ad una -signora, grande, abbastanza brutta, che era seduta alla -sua sinistra: — È questo, signora, un magnifico ballo! -Che lusso! che movimento! Parola d'onore, le donne sono -tutte belle! Se voi non ballate, gli è senza dubbio che -non ne avete voglia. -</p> - -<p> -Questa insipida conversazione intavolata dal colonnello -aveva per iscopo di far parlare la sua vicina di destra, -che, silenziosa e preoccupata, non gli porgeva la menoma -attenzione. L'ufficiale teneva in riserva una quantità di -frasi che dovevano finire con un: E voi madama? sul -quale contava molto. Ma ebbe una strana sorpresa vedendo -alcune lagrime negli occhi della sconosciuta, che -pareva interamente assorta in madama de Vaudremont. -</p> - -<p> -— La signora è senza dubbio maritata? arrischiò alla -fine il colonnello Montcornet con voce titubante. -</p> - -<p> -— Sì, signore, rispose l'incognita. -</p> - -<p> -— E vostro marito è qui senza dubbio? -</p> - -<p> -— Sì, signore. -</p> - -<p> -— E allora perchè restate a questo posto? forse per -civetteria? -</p> - -<p> -L'afflitta sorrise tristamente. -</p> - -<p> -— Accordatemi l'onore, madama, di essere vostro cavaliere -per la contradanza che segue, e certo non vi ricondurrò -qui. Vedo presso il camino un posto vuoto, venite. -Quando tanta gente ha tutta la smania di dominare, -e la follia del giorno è la monarchia, non capisco -perchè voi rifiutereste di accettare il titolo di regina del -ballo, che pare spetti alla vostra bellezza. -</p> - -<p> -— Signore, io non ballerò. -</p> - -<p> -L'intonazione secca delle risposte di quella donna era -così scoraggiante, che il colonnello si vide costretto ad -abbandonare la piazza. Marziale, che indovinò l'ultima -domanda del colonnello ed il rifiuto che gli toccava, si -mise a sorridere e si accarezzò il mento facendo brillare -l'anello che aveva in dito. -</p> - -<p> -— Di che cosa ridete? gli disse la contessa de Vaudremont. -</p> - -<p> -— Dell'insuccesso del povero colonnello, che ha fatto -un passo da collegiale.... -</p> - -<p> -— Vi avevo pregato di togliervi l'anello, disse la contessa -interrompendolo. -</p> - -<p> -— Non l'avevo capito. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_21">[21]</span> -</p> - -<p> -— Se non capite nulla questa sera, sapete però veder -tutto, replicò madama de Vaudremont alquanto piccata. -</p> - -<p> -— Ecco un giovane che mostra un brillante molto -bello, disse allora la sconosciuta al colonnello. -</p> - -<p> -— Magnifico, egli rispose; quel giovine è il barone -Marziale de la Roche-Hugon, uno de' miei migliori amici. -</p> - -<p> -— Vi ringrazio d'avermi detto il suo nome, ella replicò; -mi sembra molto gentile. -</p> - -<p> -— Sì, ma è un po' leggiero. -</p> - -<p> -— Si direbbe che sia in buoni rapporti colla contessa -di Vaudremont, chiese la giovine signora interrogando -cogli occhi il colonnello. -</p> - -<p> -— Nei migliori! -</p> - -<p> -La sconosciuta impallidì. -</p> - -<p> -— Via, pensò il militare, essa ama quel diavolo di Marziale. -</p> - -<p> -— Credevo che madama de Vaudremont fosse da tempo -impegnata col signor de Soulanges, soggiunse la giovin -donna un po' rimessa dal cruccio interno che aveva alterato -lo splendore del suo viso. -</p> - -<p> -— Da otto giorni la contessa lo burla, rispose il colonnello. -Ma dovete aver visto quel povero Soulanges -quando entrò; tenta ancora di non credere alla sua sfortuna. -</p> - -<p> -— L'ho veduto, disse la dama azzurra. Poi aggiunse -un: «signore, vi ringrazio,» che equivaleva ad un congedo. -</p> - -<p> -In quel momento la contradanza stava per finire, e il colonnello, -deluso, non ebbe che il tempo di ritrarsi dicendosi -a modo di consolazione: — È maritata. -</p> - -<p> -— Ebbene! valoroso corazziere, esclamò il barone trascinando -il colonnello nel vano d'una finestra per respirarvi -l'aria pura dei giardini, a che punto siete? -</p> - -<p> -— È maritata, mio caro -</p> - -<p> -— E che cosa importa? -</p> - -<p> -— Oh diavolo! io sono un uomo costumato, e non voglio -più rivolgermi che alle donne le quali posso sposare. -D'altronde, Marziale, mi ha formalmente dimostrata l'intenzione -di non ballare. -</p> - -<p> -— Colonnello, scommettiamo il vostro leardo contro -cento napoleoni che questa sera ballerà con me. -</p> - -<p> -— Accetto, disse il colonnello prendendo la mano del -vagheggino. Intanto vado a vedere Soulanges; egli forse -conosce questa dama, che mi parve si interessasse di lui. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_22">[22]</span> -</p> - -<p> -— Mio bravo, avete perduto, disse Marziale ridendo. I -miei occhi si sono incontrati coi suoi, e me ne intendo; -Caro colonnello, non ve ne avrete a male se ballerò con -lei dopo il rifiuto che vi è toccato. -</p> - -<p> -— No, no, riderà bene chi riderà ultimo. Del resto, Marziale, -io sono bel giuocatore e buon nemico; vi prevengo -che essa ama i diamanti. -</p> - -<p> -Ciò detto, i due amici si separarono. Il generale Montcornet -si diresse verso la sala da giuoco, ove vide il -conte di Soulanges seduto ad un tavolo di <i>bugliotta</i>. Benchè -fra i due colonnelli non esistesse che quell'amicizia -banale che è determinata dai pericoli della guerra e dai -doveri del servizio, il colonnello dei corazzieri fu dolorosamente -colpito nel vedere il colonnello d'artiglieria, che -conosceva per uomo saggio, impegnato in una partita -nella quale poteva rovinarsi. I mucchi d'oro e di biglietti -sparsi sul fatale tappeto attestavano il furore del giuoco. -Un circolo silenzioso d'uomini circondava i giuocatori che -erano al tavolo. Tutti si udivano pronunciare parole come: -<i>Passo, giuoco, tengo, mille luigi, tenuti</i>; ma guardando -quei cinque individui immobili pareva non parlassero che -cogli occhi. Quando il colonnello, spaventato dal pallore -di Soulanges, s'avvicinò a lui, il conte guadagnava. L'ambasciatore -austriaco, un celebre banchiere, si alzava completamente -spogliato di somme considerevoli. Soulanges -divenne ancora più cupo e, raccogliendo una massa d'oro -e di biglietti, non contò nemmeno: un amaro dispetto increspo -le sue labbra: pareva minacciasse la fortuna invece -di ringraziarla dei suoi favori. -</p> - -<p> -— Coraggio, gli disse il colonnello, coraggio Soulanges! -Poi, credendo di fargli un vero servizio strappandolo al -giuoco. — Venite, aggiunse, ho una buona notizia a darvi, -ma ad una condizione. -</p> - -<p> -— Quale? chiese Soulanges. -</p> - -<p> -— Quella di rispondere a quanto vi chiederò. -</p> - -<p> -Il conte di Soulanges si alzò bruscamente, mise con -aria incurante quanto aveva guadagnato in un fazzoletto -che aveva tormentato convulsivamente, ed il suo viso -era così stravolto, che nessun giuocatore pensò di trovare -fuori di proposito che si ritirasse. Anzi i volti degli altri -parvero rasserenarsi quando quella testa sgarbata e triste -non fu più nel cerchio luminoso che descriveva al di sopra -della tavola una lampada da <i>bugliotta</i>. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_23">[23]</span> -</p> - -<p> -— Questi diavoli di militari se la intendono come i ladri -in fiera, disse a voce alta un diplomatico della galleria -prendendo il posto del colonnello. -</p> - -<p> -Una sola figura smorta e stanca si volse verso il sopraggiunto, -e gli disse lanciandogli uno sguardo vivacissimo: — Chi -dice militare, non dice civile, signor ministro. -</p> - -<p> -— Mio caro, disse Montcornet a Soulanges attirandolo -in un canto, questa mattina l'imperatore ha fatto i vostri -elogi e la vostra promozione al maresciallato non è più -dubbia. -</p> - -<p> -— Il padrone non ama l'artiglieria. -</p> - -<p> -— Sì, ma adora la nobiltà, e voi siete un ex! Il padrone, -riprese Montcornet, disse che quelli i quali si erano -ammogliati a Parigi durante la campagna non dovevano -essere considerati come in disgrazia. Ebbene? -</p> - -<p> -Il conte di Soulanges pareva non capir nulla di questo -discorso. -</p> - -<p> -— Orsù, spero adesso, continuò il colonnello, che mi -direte se conoscete una graziosa donnina seduta ai piedi -d'un candelabro... -</p> - -<p> -A quelle parole gli occhi del conte si animarono. Prese -con tutta violenza la mano del colonnello: — Mio caro -generale, gli disse con accento sensibilmente alterato, se -altri fuori di voi mi facesse questa domanda, gli spaccherei -il cranio con questa massa d'oro. Lasciatemi, ve -ne prego. Questa sera ho più voglia di bruciarmi le cervella -che... Odio tutto ciò che vedo. Quindi parto. Questa -gioja, questa musica, queste faccie stupide che ridono -mi assassinano. -</p> - -<p> -— Mio povero amico, riprese con voce dolce Montcornet, -battendo amichevolmente sulla mano di Soulanges; voi -siete appassionato! Che direste dunque se vi facessi sapere -che Marziale pensa tanto poco a madama de Vaudremont, -da essere innamorato di quella damina? -</p> - -<p> -— Se le parla, gridò Soulanges balbettando per la -rabbia, lo spianerò come il suo portafogli, quand'anche -quel balordo fosse nel circolo dell'imperatore. -</p> - -<p> -E il conte cadde come annientato sulla poltrona verso -la quale il colonnello l'aveva condotto. Quest'ultimo si -ritirò lentamente, essendosi accorto che Soulanges era in -preda ad una collera troppo violenta perchè potessero -calmarlo o gli scherzi o le cure di un'amicizia superficiale. -<span class="pagenum" id="Page_24">[24]</span> -Quando il colonnello Montcornet rientrò nel gran -salone del ballo, madama de Vaudremont fu la prima -persona che si presentò agli occhi suoi, e notò sul suo -volto, d'ordinario così calmo, le traccie di un'agitazione -mal celata. Vicino ad essa era vacante una sedia; il colonnello -andò a sedervisi. -</p> - -<p> -— Scommetto che avete dei dispiaceri, egli disse. -</p> - -<p> -— Un'inezia, generale. Vorrei essere via di qui; ho promesso -di assistere al ballo della granduchessa di Bug, e -bisogna che prima vada dalla principessa di Wagram. Il -signor De la Roche-Hugon, che lo sa, si diverte a civettare -colle vedove. -</p> - -<p> -— Non è proprio questo il soggetto della vostra inquietudine, -e scommetto cento luigi che questa sera resterete -qui. -</p> - -<p> -— Impertinente! -</p> - -<p> -— Ho dunque detto la verità? -</p> - -<p> -— Ebbene! che cosa penso? riprese la contessa dando -un colpo di ventaglio sulle dita del colonnello. Se lo indovinate, -sono capace di ricompensarvi. -</p> - -<p> -— Non accetto la sfida; avrei troppe probabilità favorevoli. -</p> - -<p> -— Presuntuoso! -</p> - -<p> -— Voi temete di vedere Marziale ai piedi... -</p> - -<p> -— Di chi? domandò la contessa ostentando sorpresa. -</p> - -<p> -— Di quel candelabro, rispose il colonnello mostrando -la bella incognita, e guardando la contessa con un'attenzione -che la impacciava. -</p> - -<p> -— Avete indovinato, rispose la civetta celandosi il viso -sotto il ventaglio, col quale si mise a giuocare. La vecchia -dama di Grandlieu, che, come sapete, è maliziosa al pari -di una scimia, riprese dopo un momento di silenzio, mi -ha detto poco fa che il signor De la Roche-Hugon correva -dei pericoli a corteggiare quella sconosciuta che si -trova qui come una guastafeste. Preferirei vedere la morte -anzichè questa figura crudelmente bella e pallida come -una visione. È il mio cattivo genio. Madama di Grandlieu, -continuò dopo essersi lasciato sfuggire un atto di -dispetto, che non va al ballo se non per veder tutto fingendo -di dormire, mi ha terribilmente inquietata. Marziale -mi pagherà caro il tiro che mi giuoca. Tuttavia, -generale, poichè è vostro amico, impegnatelo a non darmi -dei dispiaceri. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_25">[25]</span> -</p> - -<p> -— Ho veduto un uomo che si propone nientemeno che -di bruciargli le cervella se si rivolge a quella damina. -Quell'uomo, madama, mantiene la parola. Ma io conosco -Marziale; siffatti pericoli sono altrettanti incoraggiamenti. -Vi ha di più: noi abbiamo scommesso... e qui abbassò la -voce. -</p> - -<p> -— Davvero? chiese la contessa. -</p> - -<p> -— Sul mio onore. -</p> - -<p> -— Grazie, generale, rispose madama de Vaudremont -lanciandogli un'occhiata piena di civetteria. -</p> - -<p> -— Mi farete l'onore di ballare con me? -</p> - -<p> -— Sì, ma la seconda contradanza. Durante questa voglio -sapere dove può finire questo intrigo, e sapere chi è -quella piccola dama azzurra; ha l'aria di una donna di -spirito. -</p> - -<p> -Il colonnello, vedendo che madama di Vaudremont voleva -restar sola, si allontanò, soddisfatto di avere cominciato -così bene il suo assedio. -</p> - -<p> -Si incontrano nelle feste alcune signore le quali, come -madama di Grandlieu, sono là al pari di vecchi marinai -occupati sulla riva del mare a contemplare i giovani marinai -alle prese colle tempeste. In quel momento madama -di Grandlieu, che pareva interessarsi ai personaggi di -questa scena, potè facilmente indovinare la lotta a cui era -in preda la contessa. La giovine civetta aveva un bel -farsi vento con grazia, sorridere a tutti i giovani che la -salutavano ed usare tutte le astuzie di cui si serve una -donna per occultare la sua emozione; la vedova, una delle -più perspicaci e maliziose duchesse che il secolo diciottesimo -avesse legate al decimonono, sapeva leggere nel -suo cuore e nel suo pensiero. La vecchia dama pareva -conoscesse i movimenti impercettibili che rivelano le affezioni -dell'animo. La piega più leggiera di quella fronte -bianca e pura, il più insensibile trasalire delle guancie, -i moti delle sopraciglia, l'inflessione meno visibile delle -labbra il cui mobile corallo nulla poteva occultarle, erano -per la duchessa come lo scritto di un libro. Dal fondo -della sua poltrona, che riempiva completamente colla sua -veste, la civetta emerita, chiacchierando con un diplomatico -che l'aveva ricercata per raccogliere gli aneddoti -ch'ella narrava così bene, ammirava sè stessa nella civettuola -giovine; le acquistò simpatia vedendola occultare -così bene il suo dolore e gli strazii del suo cuore. -<span class="pagenum" id="Page_26">[26]</span> -Madama de Vaudremont provava infatti tanto dolore -quanta era la gajezza che fingeva: aveva creduto di trovare -in Marziale un uomo di talento sul cui appoggio -contava per abbellire la sua vita con tutti gli incanti del -potere; in quel momento riconosceva un errore altrettanto -crudele per la sua riputazione come pel suo amor -proprio. In lei, come in tutte le altre donne di quell'epoca, -la subitaneità delle passioni ne aumentava la vivacità. -Le anime che vivono molto e presto non soffrono -meno di quelle che si consumano in una sola affezione. -La predilezione della contessa per Marziale datava dalla -vigilia, è vero; ma il più inetto dei chirurgi sa che la sofferenza -causata dall'amputazione di un membro vivo è -più dolorosa di quella di un membro ammalato. Nel gusto -di madama de Vaudremont per Marziale vi era dell'avvenire, -mentre la sua passione precedente era senza -speranze ed avvelenata dai rimorsi di Soulanges. La vecchia -duchessa, che spiava il momento opportuno di parlare -alla contessa, si affrettò a congedare il suo ambasciatore; -giacchè a fronte di amanti in collera ogni altro -interesse vien meno, anche per una donna in età. Per -impegnare la battaglia, madama de Grandlieu lanciò a -madama de Vaudremont un'occhiata sardonica che fece -temere alla giovine civetta di vedere il suo destino nelle -mani della vedova. Vi sono sguardi da donna a donna -che somigliano alle fiaccole nello scioglimento d'una tragedia. -Bisogna aver conosciuto questa duchessa per apprezzare -il terrore che l'espressione del suo volto cagionava -alla contessa. Madama de Grandlieu era alta, ed i -suoi lineamenti facevano dire di lei: ecco una donna che -ha dovuto esser bella! Si copriva le gote con tanto belletto -che le sue rughe quasi più non apparivano; ma, -lontani dal ricevere uno splendore fittizio da quel carmino -carico, i suoi occhi non erano che più appannati. -Portava una gran quantità di diamanti e si vestiva con -abbastanza gusto per non cadere nel ridicolo. Il suo naso -appuntito faceva presentire l'epigramma. Una dentiera -ben disposta conservava alla sua bocca una smorfia d'ironia -che ricordava quella di Voltaire. Però la squisita -cortesia dei suoi modi raddolciva tanto il giro malizioso -delle sue idee, che non la si poteva accusare di malignità. -Gli occhi grigi della vecchia dama si animarono; uno -sguardo trionfale, accompagnato da un sorriso che significava: — Ve -<span class="pagenum" id="Page_27">[27]</span> -l'aveva pare promesso! — attraversò la sala -e sparse l'incarnato della speranza sulle gote pallide della -giovine donna che gemeva a piedi del candelabro. Questa -alleanza fra madama de Grandlieu e l'incognita non poteva -sfuggire all'occhio esperto della contessa di Vaudremont, -che intravide un mistero e volle penetrarlo. In -quel momento il barone della Roche-Hugon, dopo di aver -finito di interpellare tutte le anziane senza poter conoscere -il nome della dama azzurra, si rivolgeva, non sapendo -dove dare il capo, alla contessa di Gondreville, e -non ne riceveva che questa risposta poco soddisfacente: — È -una dama che mi ha presentata la vecchia duchessa -di Grandlieu. Volgendosi per caso verso la poltrona occupata -dalla vecchia signora, il referendario sorprese lo -sguardo d'intelligenza lanciato all'incognita, e benchè da -qualche tempo non si trovasse in troppo buoni rapporti -con lei, risolse di abbordarla. Vedendo quel nabisso di -barone che gironzava intorno alla sua poltrona, la vecchia -duchessa sorrise con una malignità sardonica e -guardò madama de Vaudremont con un'aria che fece -sorridere il colonnello Montcornet. -</p> - -<p> -— Se la vecchia zingara si atteggia all'amicizia, pensò -il barone, gli è che senza dubbio mi vuol giuocare qualche -brutto tiro. — Madama, le disse, mi dicono che siete -incaricata di vegliare sopra un tesoro ben prezioso. -</p> - -<p> -— Mi pigliate per un drago? chiese la vecchia dama. -Ma di chi parlate? aggiunse con una dolcezza di voce -che fece rinascere in Marziale la speranza. -</p> - -<p> -— Di quella damina sconosciuta che la gelosia di tutte -queste civette ha confinata laggiù. Voi senza dubbio -conoscete la sua famiglia? -</p> - -<p> -— Sì, disse la duchessa, ma che volete farne di un'ereditiera -di provincia, maritata da qualche tempo, una giovane -di buona nascita che non conoscete, voi altri, essa -non va in nessun luogo. -</p> - -<p> -— Perchè essa non balla? È tanto bella! Volete che -stringiamo un trattato di pace? Se vi degnate informarmi -di tutto ciò che ho interesse a sapere, vi giuro che la -vostra domanda di restituzione del bosco di Marigny pel -demanio straordinario sarà caldamente appoggiata presso -l'imperatore. -</p> - -<p> -— Signore, rispose la vecchia dama con una ingannevole -gravità, conducetemi la contessa di Vaudremont. Vi -<span class="pagenum" id="Page_28">[28]</span> -prometto di rivelarle il mistero che rende tanto interessante -la vostra incognita. Ecco, tutti gli uomini che sono -alla festa sono giunti allo stesso grado di curiosità di -voi. Gli occhi si dirigono involontariamente verso questo -candelabro ove la mia protetta si è modestamente collocata; -essa raccoglie tutti gli omaggi che le si vollero rapire. -Fortunato colui che piglierà per ballerine! Qui si -interruppe fissando la contessa di Vaudremont con una -di quelle occhiate che dicono così bene: Noi parliamo -di voi. Poi aggiunse: Penso che preferirete apprendere -il nome dell'incognita dalla bocca della vostra bella contessa -piuttosto che dalla mia? -</p> - -<p> -L'attitudine della duchessa era così provocante, che madama -de Vaudremont si alzò, venne presso a lei, si sedette -sulla sedia che le offerse Marziale, e senza fare attenzione -a lui: — Indovino, madama, le disse ridendo, -che parlate di me; ma confesso la mia inferiorità, non -so se in bene o in male. -</p> - -<p> -Madama di Grandlieu strinse colla mano secca e rugosa -la bella mano della giovine donna e con un tono -di compassione, le rispose a voce bassa: — Povera piccina! -</p> - -<p> -Le due donne si guardarono. Madama de Vaudremont -capì che Marziale era di troppo, e lo congedò dicendo -con aria imperiosa: Lasciateci! -</p> - -<p> -Il referendario, poco soddisfatto al vedere la contessa -sotto il fascino della pericolosa sibilla che l'aveva attirato -presso di sè, le lanciò uno di quegli sguardi d'uomo, -potenti su un cuore cieco, ma che appaiono ridicoli ad -una donna quando comincia a giudicare colui di cui si è -invaghita. -</p> - -<p> -— Avreste la pretesa di scimiottare l'imperatore? disse -madama di Vaudremont volgendo a metà il capo per contemplare -il referendario con aria ironica. -</p> - -<p> -Marziale aveva troppa esperienza di mondo, troppa finezza -e calcolo per esporsi a romperla con una donna -così bene accetta alla corte, ed alla quale l'imperatore -voleva dare marito; contava d'altronde sulla gelosia che -si proponeva di destare in lei come sul miglior mezzo -per indovinare il secreto della sua freddezza, e si allontanò -tanto più volontieri che in quel momento una nuova -contradanza metteva tutti in moto. Il barone parve cedesse -il posto per le quadriglie, andò ad appoggiarsi ai -<span class="pagenum" id="Page_29">[29]</span> -marmo d'una <i>console</i>, incrociò le braccia sul petto e rimase -tutto occupato del colloquio delle due dame. Di -tratto in tratto teneva dietro agli sguardi che ambedue -gettarono a più riprese sull'incognita. Paragonando allora -la contessa a quella bellezza nuova che il mistero rendeva -così attraente, il barone si abbandonò agli odiosi -calcoli che fanno d'abitudine gli uomini fortunati in amore: -egli ondeggiava fra una fortuna da afferrare ed un capriccio -da accontentare: il riflesso dei lumi dava tale -risalto alla sua figura pensierosa e cupa sulle tappezzerie -di moerro bianco alle quali appoggiava i suoi capelli neri, -che lo si sarebbe potuto paragonare a qualche cattivo -genio. Da lontano certo più di uno pensò: Ecco un altro -povero diavolo che non pare divertirsi molto! -</p> - -<p> -Colla spalla destra leggiermente appoggiata sullo stipite -della porta che si trovava fra la sala da ballo e quella -del giuoco, il colonnello poteva ridere in incognito sotto -i suoi folti mustacchi, godere il piacere di contemplare -il tumulto del ballo; vedeva cento belle teste turbinare -ai capricci della danza; leggeva in alcune figure, come -su quelle della contessa e del suo amico Marziale, i segreti -della loro agitazione; poi, volgendo il capo, si chiedeva -qual rapporto esistesse fra l'aria triste del conte di -Soulanges, sempre assiso sul divano, e la fisionomia addolorata -della dama incognita sul volto della quale apparivano -tratto tratto le gioje della speranza e le angoscie -di un terrore involontario. Montcornet era là come il -re della festa, trovava in quel quadro vivente l'intero panorama -del mondo, e ne rideva raccogliendo i sorrisi interessati -di cento donne brillanti e magnificamente abbigliate: -un colonnello della guardia imperiale, posto che -corrispondeva al grado di generale di brigata, era certo -uno dei più bei partiti dell'esercito. Era all'incirca mezzanotte. -Le conversazioni, i giuochi, la danza, la civetteria, -gli interessi, le malignità ed i progetti, tutto arrivava -a quel grado di calore che strappa ad un giovane -questa esclamazione: — Che bel ballo! -</p> - -<p> -— Mio angioletto, diceva madama di Grandlieu alla -contessa, voi siete in una età nella quale di falli io ne -ho commessi parecchi. Vedendovi testè soffrire mortalmente, -mi venne in mente di darvi alcuni caritatevoli -avvisi. Commettere degli errori a ventidue anni, non è -un guastare il suo avvenire, lacerare la veste che si ha -<span class="pagenum" id="Page_30">[30]</span> -da portare? Mia cara, noi non impariamo che molto tardi -a servircene senza isdruscirla. Continuate, cuor mio, a -procurarvi dei nemici abili e degli amici che non abbiano -una linea di condotta, e vedrete che fior di vita condurrete -un giorno. -</p> - -<p> -— Ah! madama, una donna ha un gran da fare per -essere felice, non è vero? esclamò ingenuamente la contessa. -</p> - -<p> -— Mia piccina, alla vostra età bisogna saper scegliere -fra i piaceri e la felicità. Voi volete sposare Marziale, che -non è abbastanza sciocco per fare un buon marito, nè abbastanza -appassionato per essere un amante. Egli ha dei -debiti, mia cara: è un uomo da mangiarsi la vostra sostanza; -ma questo non sarebbe nulla se vi procurasse la -felicità. Non vedete come è vecchio? Quest'uomo deve -essere stato ammalato le tante volte, ed ora fa le ultime -armi. Fra tre anni sarà un uomo finito. Comincierà l'ambizioso -e forse riuscirà. Io non lo credo. Chi è poi? un -intrigante che può possedere a meraviglia lo spirito degli -affari e chiacchierare piacevolmente; ma è troppo presuntuoso -per avere un vero merito; non andrà lontano. -D'altronde, guardatelo! Non si legge sulla sua fronte che -in questo momento non vede in voi una giovane e bella -donna, ma i due milioni che possedete? Egli non vi ama, -cara mia, vi calcola come un affare. Se volete maritarvi, -prendete un uomo più avanzato d'età, che goda riputazione -e sia a metà del suo cammino. Una vedova non -deve trattare il proprio matrimonio come un capriccio -amoroso. -</p> - -<p> -In quel momento gli occhi delle due donne si fissarono -sulla bella figura del colonnello Montcornet. -</p> - -<p> -— Se volete rappresentare la difficile parte della civetta -e non maritarvi, riprese la duchessa con bonomia, -ah! cara mia, saprete meglio d'ogni altra accumulare le -nubi d'una tempesta e dissiparla. Ma, ve ne scongiuro, -non prendete mai piacere a disturbare la pace delle famiglie, -a distruggerne l'unione, e la fortuna delle donne che -sono felici. Io, mia cara, l'ho rappresentata questa parte -pericolosa. Oh! mio Dio, per un trionfo dell'amor proprio -si assassinano spesso delle povere creature virtuose; -giacchè, mia cara, donne virtuose ne esistono realmente. -Sono venuta qui per pregarvi. Sì, voi siete la causa della -mia comparsa in questa sala che puzza di popolo. Non ci -<span class="pagenum" id="Page_31">[31]</span> -sono degli attori? Altre volte si ricevevano nel <i>boudoir</i>; -ma in sala, ohibò! Perchè mi guardate con aria tanto -sbalordita? Ascoltatemi: se volete burlarvi degli uomini, -mettete in fiamme il cuore di quelli che non hanno doveri -da compire; gli altri non ci perdonano i disordini -che li hanno resi felici. Approfittate di questa massima -dovuta alla mia vecchia esperienza. Questo povero Soulanges, -per esempio, al quale avete fatto girare la testa!... -ebbene, sapete su chi cadevano i vostri colpi?... Egli è ammogliato -da sei mesi, adorato da un'incantevole creatura -che egli ama e che inganna; essa vive nelle lagrime e -nel più doloroso silenzio. Soulanges ebbe a momenti dei -rimorsi più crudeli che non fossero dolci i suoi piaceri. -E voi, furbetta, l'avete tradito. Ebbene! venite a contemplare -l'opera vostra! -</p> - -<p> -La vecchia duchessa prese la mano di madama de Vaudremont, -e si alzarono. -</p> - -<p> -— Ecco, le disse madama di Grandlieu mostrandole -collo sguardo l'incognita pallida e tremante sotto i bagliori -del candelabro, ecco la mia nipotina: la contessa -di Soulanges oggi ha finalmente ceduto alle mie istanze, -ha acconsentito a lasciare la camera di dolore in cui la -vista del suo bambino non le arrecava che ben scarse -consolazioni. La vedete? vi sembra bella? ebbene, cara -mia, giudicate di quello che doveva essere quando la -felicità spandeva la sua luce su quella figura. -</p> - -<p> -La contessa volse altrove in silenzio la testa e parve -in preda a gravi riflessioni. La duchessa la condusse fino -alla porta della sala da giuoco: poi, dopo avervi gettata -un'occhiata, come se volesse cercarvi qualcuno: — Ed -ecco Soulanges, disse alla giovine civetta con un tono -di voce profondo. -</p> - -<p> -La contessa rabbrividì vedendo nell'angolo meno illuminato -della sala la figura pallida e contratta di Soulanges -appoggiato ad una poltrona. L'abbattimento delle -membra e l'immobilità della fronte rivelavano tutto il -suo dolore; i giuocatori andavano e venivano dinanzi a -lui senza fargli più che tanta attenzione, come se non -esistesse. Il quadro che offrivano la moglie in lagrime -ed il marito tetro e cupo, separati l'uno dall'altra in -mezzo a quella festa, come due metà di un albero colpito -dal fulmine, ebbe forse qualche cosa di profetico per -la contessa. Temette vedervi un'imagine delle vendette -<span class="pagenum" id="Page_32">[32]</span> -che l'avvenire le serbava. Il suo cuore non era ancora -abbastanza logoro: serrò la mano della duchessa ringraziandola -con uno di quei sorrisi che hanno una certa -grazia infantile. -</p> - -<p> -— Mia cara ragazza, le disse la vecchia all'orecchio, -pensate bene che noi sappiamo tanto respingere gli -omaggi degli uomini come attirarli. — È vostra, se non -siete uno sciocco. -</p> - -<p> -Queste ultime parole furono susurrate da madama de -Grandlieu all'orecchio del colonnello Montcornet, mentre -la bella contessa si abbandonava alla compassione che le -inspirava l'aspetto di Soulanges, giacchè l'amava ancora -abbastanza per volerlo restituire alla felicità. -</p> - -<p> -— Oh! come saprò pregarlo, disse a madama de -Grandlieu. -</p> - -<p> -— Guardatevene bene, mia cara! esclamò la duchessa -ritornando alla sua poltrona; scegliete un buon marito e -chiudete la porta a mio nipote. Non offritegli neppure la -vostra amicizia. Credetemi, ragazza mia, una donna non -riceve da un'altra donna il cuore di suo marito: è cento -volte più felice di credere d'averlo riconquistato ella -stessa. Conducendo qui mia nipote, credo averle dato un -eccellente mezzo di riguadagnare l'affezione di suo marito. -Non vi chiedo che di ammaliare il generale. -</p> - -<p> -E quando le mostrò l'amico del referendario, la contessa -sorrise. -</p> - -<p> -— Ebbene, madama, sapete finalmente il nome di questa -incognita? domandò il barone con aria piccata alla -contessa quando fu sola. -</p> - -<p> -— Sì, disse madama de Vaudremont guardando il referendario. -</p> - -<p> -Il suo volto esprimeva tanta astuzia quanta gajezza. Il -sorriso che spandeva la vita sulle sue labbra e sulle sue -guancie, l'umida luce degli occhi suoi, erano simili a -quei fuochi fatui che ingannano il viaggiatore. Marziale, -che si credeva sempre amato, prese allora quell'attitudine -della quale si compiace tanto un uomo presso quella che -ama e disse con aria pretensiosa: — Non ve ne avrete -a male, se sembro tenerci molto a sapere quel nome? -</p> - -<p> -— E non ve ne avrete a male, replicò madama de Vaudremont, -se per un resto di amore non ve lo dico, e se -vi proibisco di fare il più piccolo passo verso quella giovine -dama? Arrischiereste forse la vostra vita. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_33">[33]</span> -</p> - -<p> -— Madama, perdere il vostro favore non è più che perdere -la vita? -</p> - -<p> -— Marziale, disse severamente la contessa, è madama -di Soulanges. Suo marito vi brucierebbe le cervella, se -pure ne avete. -</p> - -<p> -— Ah, ah! replicò ridendo il vagheggino, il colonnello -lascierà vivere in pace colui che gli ha rapito il vostro -cuore e si batterebbe per sua moglie? Che inversione di -principii! Ve ne prego, permettetemi di ballare con quella -piccola dama. Potrete così avere la prova del poco amore -che vi portava quel cuore di ghiaccio, giacchè se il colonnello -non trova di suo genio che io faccia ballare -sua moglie dopo avere tollerato che vi... -</p> - -<p> -— Ma ella ama suo marito. -</p> - -<p> -— Ostacolo di più che avrò il piacere di vincere. -</p> - -<p> -— Ah! disse la contessa con un sorriso amaro, voi ci -punite egualmente dei nostri errori e dei nostri pentimenti. -</p> - -<p> -— Non andate in collera, disse vivamente Marziale. Oh! -ve ne prego, perdonatemi. Via, non penso più a madama -di Soulanges. -</p> - -<p> -— Meritereste bene che vi mandassi a lei. -</p> - -<p> -— Ci vado, disse il barone ridendo, e tornerò più innamorato -che mai di voi. La più bella donna del mondo -non può impadronirsi di un cuore che vi appartiene. -</p> - -<p> -— Vale a dire che volete guadagnare il cavallo del -colonnello. -</p> - -<p> -— Ah! traditore, disse ridendo e minacciando col dito -l'amico che sorrideva. -</p> - -<p> -Il colonnello arrivò, il barone gli cedette il suo posto -presso la contessa cui disse in modo sardonico: Madama, -ecco un uomo che si è vantato di guadagnare le vostre -buone grazie in una sera. -</p> - -<p> -Allontanandosi si applaudì di avere rivoltato l'amor -proprio della contessa e spacciato Montcornet; ma ad -onta della sua finezza abituale, non aveva capito l'ironia -di cui erano piene le parole di madama de Vaudremont, -e non si accorse che ella aveva fatto verso il suo amico -tanta strada, quanta egli verso di lei, benchè inscienti -l'uno dell'altra. Nel momento in cui il referendario si avvicinava -farfalleggiando al candelabro sotto cui la contessa -di Soulanges, pallida e timida, non sembrava vivere -che cogli occhi, suo marito arrivò presso la porta della -<span class="pagenum" id="Page_34">[34]</span> -sala cogli sguardi scintillanti di passione. La vecchia duchessa, -attenta a tutto, si slanciò verso suo nipote, gli -chiese il suo braccio e la sua carrozza per uscire, pretestando -una noja mortale e lusingandosi di prevenire così -un deplorevole scandalo. Innanzi di partire fece un singolare -segno d'intelligenza a sua nipote, indicandole l'intraprendente -cavaliere che si preparava a parlarle, e questo -segno pareva dirle: — Eccolo, vendicati! -</p> - -<p> -Madama de Vaudremont sorprese l'occhiata della zia e -della nipote, una subitanea luce la illuminò, temette d'essere -lo zimbello di quella vecchia signora così dotta e -così astuta nell'intrigo. -</p> - -<p> -A quel pensiero l'amor proprio di madama de Vaudremont -provò forse maggiore interesse della curiosità a -trovare il filo di quell'intrigo. La preoccupazione interna -alla quale fu in preda non la lasciò padrona di sè. Il colonnello, -interpretando a favor suo l'indirizzo che si rivelava -nei discorsi e nei modi della contessa, divenne -più ardente e più insistente. I vecchi diplomatici svogliati, -che si divertivano a seguire le espressioni delle -fisionomie, non avevano mai trovato tanti intrighi cui tener -dietro ed indovinare. Le passioni che agitavano le -due coppie diversificavano ad ogni passo in quelle sale -animate, riproducendosi con altre gradazioni su altre figure. -Lo spettacolo di tante passioni vive, di tutte queste -lotte amorose, vendette dolci, favori crudeli, sguardi infiammati, -li richiamava con maggior vivezza alla loro impotenza. -Finalmente il barone aveva potuto sedersi vicino -alla contessa di Soulanges. I suoi occhi erravano furtivamente -su un collo fresco come la rugiada, profumato -come un fiore di campo. Ammirava da vicino le bellezze -che da lungi l'avevano sbalordito. Poteva vedere -un piedino ben calzato, misurare coll'occhio un vitino -snello e grazioso. A quell'epoca le donne annodavano la -cintura dell'abito precisamente al di sotto del seno, ad -imitazione delle statue greche, moda spietata per le donne -il cui busto avesse qualche difetto. Gettando degli sguardi -furtivi su quel seno, Marziale rimase incantato della perfezione -di forme della contessa. -</p> - -<p> -— Non avete ballato una sola volta questa sera, signora, -egli disse con voce dolce e lusinghiera; ritengo, -non sarà per mancanza di cavaliere. -</p> - -<p> -— Non vado nel mondo, sono sconosciuta, rispose freddamente -<span class="pagenum" id="Page_35">[35]</span> -madama di Soulanges che nulla aveva capito -nello sguardo della zia. -</p> - -<p> -Marziale allora, per darsi un contegno, manovrò il bel -diamante che ornava la sua mano sinistra; le fiamme -lanciate dalla pietra parvero gettare una subita luce nell'anima -della giovine contessa, che arrossì e guardò il -barone con una espressione indefinibile. -</p> - -<p> -— Amate il bello? chiese il provenzale, per tentare di -riannodare la conversazione. -</p> - -<p> -— Oh! molto, signore. -</p> - -<p> -A quella strana risposta i loro sguardi s'incontrarono. -Il giovane, sorpreso dall'accento penetrante che svegliò -nel suo cuore una vaga speranza, aveva tosto interrogato -gli occhi della giovine signora. -</p> - -<p> -— Ebbene, madama, non è temerità da parte mia il -proporvi di fare con voi la prima contradanza? -</p> - -<p> -Un'ingenua confusione colorò in rosso le bianche gote -della contessa. -</p> - -<p> -— Ma, signore, ho già rifiutato un ballerino, un militare. -</p> - -<p> -— Sarebbe quel gran colonnello di cavalleria che vedete -laggiù? -</p> - -<p> -— Precisamente. -</p> - -<p> -— È mio amico, non temete di nulla. Mi accordate il -favore che oso sperare? -</p> - -<p> -— Sì, signore. -</p> - -<p> -Quella voce accusava un'emozione così nuova, così -profonda che l'anima logora del referendario ne fu scossa. -Si sentì invaso dalla timidità di un collegiale, si disorientò, -la sua testa meridionale si infiammò, volle parlare, -le sue espressioni gli parvero sgraziate, al confronto -delle risposte spiritose ed acute di madama Soulanges. -Fu buona ventura per lui che la contradanza cominciasse. -In piedi presso la sua bella danzatrice si trovò -più a posto. Per molti uomini la danza è un modo di essere; -spiegando le grazie del corpo ritengono di agire più -potentemente che collo spirito sul cuore delle donne. Il -provenzale voleva in quel momento usare tutti i suoi mezzi -di seduzione. Aveva condotta la sua conquista alla quadriglia. -Mentre l'orchestra eseguiva il preludio della prima -figura, il barone provava un'incredibile soddisfazione di -orgoglio quando, passando in rivista le ballerine collocate -sulle fronti di quel formidabile quadrato, si accorse che -<span class="pagenum" id="Page_36">[36]</span> -l'abbigliamento di madama di Soulanges sfidava perfino -quello di madama de Vaudremout, che per un caso, forse -procurato, taceva col colonnello il <i>vis-à-vis</i> del barone e -della dama azzurra. Gli sguardi si fissarono un momento -su madama de Soulanges, un mormorio lusinghiero annunziava -essere essa il soggetto del discorso di ogni cavaliere -colla sua ballerina. Le occhiate d'invidia e d'ammirazione -si incrociavano su di lei così vivamente, che la -giovine donna, timida per un trionfo al quale pareva volersi -sottrarre, abbassò modestamente gli occhi, arrossì -e non fece che diventare più deliziosa. -</p> - -<p> -Non rialzò le pupille che per guardare il suo ballerino, -inebriato, come se avesse voluto scaricare su di lui la gloria -di questi omaggi e dirgli che preferiva il suo a tutti -gli altri: mise dell'ingenuità nella sua civetteria, o piuttosto -parve abbandonarsi a quella prima ammirazione -dalla quale comincia l'amore con quella buona fede che -non si incontra se non nei cuori giovani. Quando ballò -gli spettatori poterono facilmente credere non spiegasse -le sue grazie che per Marziale; e, benchè modesta e nuova -ai maneggi delle sale dorate, seppe al pari della più consumata -civetta alzare a proposito gli occhi su di lui e abbassarli -con una finta modestia. Quando le nuove leggi -di una contradanza, inventata dal ballerino Trenis, alla -quale diede il suo nome, condussero Marziale davanti al -colonnello: — Ho guadagnato il tuo cavallo, gli disse -ridendo. -</p> - -<p> -— Sì, ma hai perduto ottanta mila lire di rendita, replicò -il colonnello mostrandogli madama de Vaudremont. -</p> - -<p> -— E che m'importa? rispose Marziale; madama di -Soulanges vale dei milioni. -</p> - -<p> -Alla fine di quella contradanza, più di un bisbiglio susurrò -a più di un orecchio. Le donne meno belle facevano -della morale coi loro ballerini a proposito dei vincolo -nascente fra Marziale e la contessa di Soulanges. -Le più belle erano sbalordite da una tale facilità. Gli uomini -non concepivano la fortuna del piccolo referendario -nel quale non trovavano nulla di molto seducente. Alcune -donne indulgenti dicevano che non bisognava precipitare -un giudizio sulla contessa; i giovani sarebbero -bene infelici se uno sguardo espressivo od alcuni passi -eseguiti con grazia fossero sufficienti per compromettere -una donna. Marziale solo conosceva la portata della sua -<span class="pagenum" id="Page_37">[37]</span> -felicità. All'ultima figura, quando le dame della quadriglia -vennero a fare il molinello, le sue dita strinsero -quelle della contessa, e gli parve sentire attraverso la -pelle fina e profumata dei guanti che le dita della giovane -rispondessero all'amoroso suo appello. -</p> - -<p> -— Madama, le disse nel punto in cui finì la contradanza, -non tornate in quell'angolo odioso dove avete finora -seppellito la vostra figura e la vostra toeletta. L'ammirazione -è il solo profitto che possiate ritrarre dai diamanti -che ornano il vostro collo così bianco e le vostre -treccie così bene ordinate? Venite a fare una passeggiata -nelle sale e godervi della festa e di voi stessa. -</p> - -<p> -Madama de Soulanges seguì il suo seduttore, il quale -pensava che gli sarebbe più certamente appartenuta, se -fosse riuscito a metterla in pubblico. Ambedue fecero allora -alcuni giri attraverso i gruppi, che ingombravano le -sale del palazzo. La contessa di Soulanges, inquieta, si -arrestava un momento prima di entrare in ciascuna sala, -e non vi penetrava se non dopo aver teso il collo per -gettare uno sguardo su tutti gli uomini. Questa paura, -che colmava di gioja il referendario, non pareva calmata -se non quando egli aveva detto alla tremante sua compagna: -— Rassicuratevi, non c'è. Giunsero così fino ad -un'immensa galleria di quadri, situata in un'ala del palazzo, -e donde si godeva in anticipazione del magnifico -aspetto di un desco preparato per trecento persone. -Siccome la cena stava per cominciare, Marziale trascinò -la contessa verso un gabinetto ovale che prospettava sui -giardini, ove i fiori più rari ed alcuni arbusti formavano -un boschetto profumato sotto brillanti tappezzerie azzurre. -Il mormorio della festa la veniva a morire. Entrandovi la -contessa trasalì, e rifiutò ostinatamente di seguirvi il -giovane: ma dopo aver gettati gli occhi sopra uno specchio, -senza dubbio vi vide dei testimonii, giacchè andò a -sedersi con abbastanza disinvoltura sopra un'ottomana. -</p> - -<p> -— Questo gabinetto è delizioso, ella disse ammirando -una tappezzeria color del cielo tempestata di perle. -</p> - -<p> -— Tutto vi respira amore e voluttà, disse il giovane -estremamente commosso. -</p> - -<p> -Col favore della luce misteriosa che vi regnava guardò -la contessa e sorprese sulla sua fisionomia dolcemente -agitata un'espressione di imbarazzo, di pudore, di desiderio, -che lo incantò. La giovine donna sorrise, e quel -<span class="pagenum" id="Page_38">[38]</span> -sorriso sembrò ponesse una fine alla lotta dei sentimenti -che si urtavano nel suo cuore, prese col modo più seducente -la mano sinistra del suo adoratore, e ne levò l'anello -sul quale aveva fermata l'attenzione. -</p> - -<p> -— Il bel diamante! esclamò coll'ingenuo accento d'una -giovinetta che lascia travedere le lusinghe d'un primo -tentativo. -</p> - -<p> -Marziale, commosso dalla carezza involontaria ma inebbriante -che la contessa gli aveva fatto levandogli il brillante, -fissò su di lei sguardi scintillanti come l'anello. -</p> - -<p> -— Portatelo, le disse, in ricordo di quest'ora celeste e -per amore di... -</p> - -<p> -Essa lo contemplava con tale estasi, che egli non finì: -le baciò la mano. -</p> - -<p> -— Me lo regalate? ella disse con aria meravigliata. -</p> - -<p> -— Vorrei offrirvi il mondo intiero. -</p> - -<p> -— Non scherzate? rispose colla voce alterata da una -soddisfazione troppo viva. -</p> - -<p> -— Non accettate che il mio diamante? -</p> - -<p> -— Non me lo riprenderete mai? chiese. -</p> - -<p> -— Mai. -</p> - -<p> -Ella si mise l'anello in dito. Marziale, contando su una -prossima felicità, fece il gesto di passare la mano sul -corpo della contessa, che si alzò di botto, e disse con -voce chiara, senza emozione di sorta: — Signore, accetto -questo diamante con tanto minor scrupolo, inquantochè -mi appartiene. -</p> - -<p> -Il referendario rimase interdetto. -</p> - -<p> -— Il signor di Soulanges lo prese non ha guari sulla -mia tavoletta e mi disse d'averlo perduto. -</p> - -<p> -— Siete in errore, madama, disse Marziale, piccato, -l'ho avuto da madama de Vaudremont. -</p> - -<p> -— Precisamente, replicò ella sorridendo. Mio marito si -è fatto prestare da me questo anello, l'ha regalato a lei, -essa ve ne ha fatto un dono; il mio anello ha viaggiato, -ecco tutto. Questo anello mi insegnerà forse tutto ciò che -ignoro e mi apprenderà il segreto di piacer sempre. Signore, -riprese, se non fosse stato mio, siate certo che -non avrei arrischiato di pagarlo così caro, giacchè, a -quanto si dice, una giovane presso voi è in pericolo. Ma -ecco, continuò facendo scattare una molla nascosta sotto -la pietra, vi sono ancora i capelli del signor di Soulanges. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_39">[39]</span> -</p> - -<p> -E si slanciò nelle sale con tanta prestezza che pareva -inutile tentare di raggiungerla, e d'altronde Marziale confuso -non era in vena di proseguire l'avventura. Il riso di -madama de Soulanges aveva trovato un'eco nel gabinetto, -in cui il giovine bellimbusto scorse fra due arboscelli -il colonnello e madama de Vaudremont che ridevano -di tutto cuore. -</p> - -<p> -— Vuoi il mio cavallo per correre dietro alla tua conquista? -gli disse il colonnello. -</p> - -<p> -La buona grazia con cui il barone sopportò le celie -con cui l'assalirono madama de Vaudremont e Montcornet -gli valse la loro discrezione su quella serata, nella -quale il suo amico scambiò il cavallo di battaglia con -una donna giovine, ricca e bella. -</p> - -<p> -Mentre la contessa di Soulanges varcava l'intervallo -che separa la Chaussée d'Antin dal sobborgo San Germano, -in cui dimorava, fu in preda alle più vive inquietudini. -Prima di abbandonare il palazzo di Gondreville -ne aveva percorse le sale senza incontrarvi nè sua zia -nè suo marito, partiti senza di lei. Dei terribili presentimenti -vennero allora a tormentare la sua anima ingenua. -Testimonio discreto delle sofferenze provate da suo -marito dal giorno che madama de Vaudremont l'aveva -attaccato al suo carro, sperava che un prossimo pentimento -le avrebbe ricondotto lo sposo. Era quindi con -una incredibile ripugnanza che aveva acconsentito al -piano concepito da sua zia, madama di Grandlieu, ed in -quel momento temeva di aver commesso un errore. -</p> - -<p> -Quella serata aveva rattristata la sua anima candida. -Sgomentata da principio dall'aria sofferente e cupa del -conte di Soulanges, lo fu ancora più dalla bellezza della -sua rivale, e la corruzione del gran mondo le stringeva -il cuore. Passando sul Ponte Reale, buttò via i capelli -profanati che si trovavano sotto il diamante, già offerto -come pegno di puro amore. Pianse ricordando le -vive sofferenze alle quali era da lungo tempo in preda, -e fremette pensando che il dovere delle donne le quali -vogliono ottenere la pace in casa le costringeva a seppellire -nel fondo del cuore angoscie crudeli come la sua. -</p> - -<p> -— Ahimè! diceva, come possono fare le donne che non -amano? Dov'è la sorgente della loro indulgenza? Io -non posso credere, come dice mia zia, che basti la ragione -per sostenerle in tali abnegazioni. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_40">[40]</span> -</p> - -<p> -Sospirava ancora quando il suo servitore abbassò l'elegante -predella dalla quale si lanciò nel vestibolo del -suo palazzo. Salì precipitosamente le scale, e quando -giunse nella sua camera, trasalì di terrore vedendo suo -marito seduto presso il camino. -</p> - -<p> -— Da quando, mia cara, andate al ballo senza di me, -senza prevenirmi? chiese con voce alterata. Sappiate che -una donna senza suo marito è sempre spostata. Voi eravate -singolarmente compromessa nell'angolo oscuro in -cui vi eravate cacciata. -</p> - -<p> -— Oh mio buon Leone, ella disse con voce carezzevole, -non ho potuto resistere al piacere di vederti senza che -tu mi vedessi. Mia zia mi ha condotta a questo ballo, e -vi sono stata ben fortunata. -</p> - -<p> -Queste parole disarmarono gli sguardi del conte della -loro severità fittizia, giacchè egli si era fatto a sè stesso -vivi rimproveri udendo il ritorno di sua moglie, che senza -dubbio al ballo era stata informata di una infedeltà che -egli sperava averle occultata, e giusta il costume degli -amanti che si sentono in colpa tentava, movendo pel -primo querela alla contessa, di evitare la sua collera -troppo giusta. Guardò in silenzio sua moglie che gli parve -più bella che mai. Felice di vedere suo marito sorridente -e di trovarlo a quell'ora in una camera dove da qualche -tempo veniva con minor frequenza, la contessa lo guardò -così teneramente che arrossì ed abbassò gli occhi. Questa -clemenza inebbriò tanto più Soulanges in quanto che succedeva -ai tormenti che aveva provati durante il ballo; -prese la mano di sua moglie e la baciò per riconoscenza; -non si trova spesso della riconosoenza nell'amore? -</p> - -<p> -— Ortensia, che hai al dito che mi ha fatto tanto male -alle labbra? chiese ridendo. -</p> - -<p> -— Il mio diamante, che tu dicevi perduto ed io ho ritrovato. -</p> - -<p> -Il generale Montcornet non sposò madama de Vaudremont, -ad onta della buona intelligenza nella quale ambedue -vissero per alcuni momenti, giacchè essa fu una -delle vittime dello spaventevole incendio che rese eternamente -celebre il balio dato dall'ambasciatore d'Austria, in -occasione del matrimonio dell'imperatore Napoleone colla -figlia dell'imperatore Francesco II. -</p> - -<div class="chapter"> -<p> -<span class="pagenum" id="Page_43">[43]</span> -</p> - -<h2 id="elisir">L'ELISIR DI LUNGA VITA</h2> -</div> - -<h3>AL LETTORE</h3> - -<p> -Nell'esordio della vita letteraria dell'autore un amico -morto da tempo, gli fornì il soggetto di questo studio -che più tardi trovò in una raccolta pubblicata verso il -principio di questo secolo; e, secondo le sue congetture, -è una fantasia dovuta al Hoffmann di Berlino, pubblicata -in qualche almanacco di Germania e dimenticata nelle -opere di lui dagli editori. La Commedia Umana è abbastanza -ricca d'invenzioni per permettere all'inventore -di confessare un innocente prestito; come il buon La-Fontaine, -egli del resto avrà trattato al modo suo e senza -saperlo un fatto già narrato. Questo non fu uno di quegli -scherzi di moda nel 1830, epoca in cui ogni autore <i>faceva -dell'atroce</i>, per il piacere delle ragazze. Quando sarete -arrivato all'elegante parricidio di Don Giovanni, cercate -di indovinare la condotta che in circostanze presso a -poco simili terrebbero quegli onesti che, nel secolo decimonono, -prendono danaro a vitalizio sulla fede di un catarro, -e quelli che affittano una casa ad una vecchia per -tutto il resto dei suoi giorni. Risusciterebbero essi i loro -assicurati? Desidererei che dei pesatori giurati di coscienze -esaminassero qual grado di somiglianza può esistere -fra Don Giovanni ed i padri che maritano le loro -figlie a motivo <i>delle speranze</i>. La società umana che, al -dire di alcuni filosofi, cammina nella via del progresso, -considera come un passo verso il bene l'arte di attendere -<span class="pagenum" id="Page_44">[44]</span> -la morte? Questa scienza ha creato dei mestieri -onorevoli, mediante i quali si vive della morte. Lo stato -sociale di certe persone è quello di sperare una morte; -la covano, accoccolandosi ogni mattina sopra un cadavere, -e se ne fanno un guanciale per la sera: sono i -coadjutori, i cardinali, i sopranumerari, i tontinieri, ecc. -Aggiungetevi molte persone delicate, che hanno premura -di acquistare una proprietà il cui prezzo è superiore ai loro -mezzi, ma che stabiliscono logicamente ed a freddo le -probabilità di vita che restano ai loro padri od alle loro -suocere, ottuagenarie o settuagenarie, dicendo: — «Prima -di tre anni erediterò necessariamente e, allora....» -Un omicida ci dà meno nausea di una spia. L'omicida -ha forse ceduto a un moto di pazzia, può pentirsi, riabilitarsi. -Ma la spia è sempre spia; è spia in letto, a tavola, -camminando, di giorno, di notte; è vile ogni minuto. -Si può essere omicida come è vile una spia? Eppure -non ravvisate nella società una folla di esseri indotti -dalle nostre leggi, dai nostri costumi, dagli usi, a pensare -incessantemente alla morte dei loro, ad agognarla? -</p> - -<p> -Essi pensano ciò che vale una bara contrattando dei -<i>cachemires</i> per le loro donne, salendo le scale di un teatro, -desiderando di andare ai <i>Bouffons</i>, sospirando una -carrozza. Assassinano delle care creature, incantevoli di -innocenza, nel momento in cui la sera offrono loro da -baciare le fronti infantili dicendo: «Buona sera, papà!» -Vedono ad ogni momento degli occhi che vorrebbero -chiudere e che si riaprono ogni mattina alla luce come -quelli di Belvidero in questo <i>studio</i>. Dio solo sa il numero -di parricidii che si commettono col pensiero! Figuratevi -un uomo che deve passare mille scudi di rendita -vitalizia ad una vecchia, e che ambedue vivono in -campagna, separati da un ruscello, ma abbastanza estranei -l'uno all'altra, per potere odiarsi cordialmente senza -mancare a quelle convenienze umane che mettono una -maschera sul viso di due fratelli, di cui l'uno avrà il -maggiorasco, l'altro una legittima. Tutta la civiltà europea -riposa sull'<i>eredità</i> come sopra un perno; sarebbe -stoltezza sopprimerlo, ma non si potrebbe, come nelle -macchine che formano l'orgoglio della nostra epoca, perfezionare -questa ruota essenziale? -</p> - -<p> -Se l'autore ha conservato questa vecchia formola: <i>Al -lettore</i> in un'opera in cui cerca di rappresentare tutte le -<span class="pagenum" id="Page_45">[45]</span> -forme letterarie, si è per fare un'osservazione relativa -ad alcuni studii ed in ispecie a questo. Ognuna delle sue -composizioni è basata su delle idee più o meno nuove, -la cui manifestazione gli sembra utile; può tenere alla -priorità di certe forme, di certi pensieri, che, di poi, sono -passati nel dominio letterario, e si sono talvolta volgarizzati. -Le date della primitiva pubblicazione di ciascun -studio non devono dunque riuscire indifferenti a quelli -dei lettori che vorranno rendergli giustizia. -</p> - -<p> -La lettura ci procura amici sconosciuti, e quale amico -è un lettore! Abbiamo degli amici noti che non leggono -una riga di nostro! L'autore spera aver pagato il suo -debito dedicando quest'opera <span class="smcap">Diis Ignotis</span>. -</p> - -<hr class="minor" /> - -<p class="pad2"> -In un sontuoso palazzo di Ferrara, una sera d'inverno -Don Juan Belvidero, dava un festino ad un principe della -casa d'Este. A quell'epoca una festa era uno spettacolo -meraviglioso che solo potevano realizzare ricchezze da -re o da gran signore. Sedute intorno ad un tavolo illuminato -da candele profumate, sette allegre dame scambiavano -dolci propositi fra ammirabili capi d'opera, i cui -candidi marmi si staccavano sulle pareti di stucco rosso -e contrastavano coi ricchi tappeti di Turchia. Vestite di -seta, scintillanti d'oro e cariche di pietre preziose che -brillavano meno degli occhi loro, tutte raccontavano energiche -passioni, ma diverse come lo erano le loro bellezze. -Esse non differenziavano nè di parole nè di idee; l'aria, -uno sguardo, qualche gesto e l'accento servivano alle loro -parole di commentarii libertini, lascivi, melanconici o -scherzosi. -</p> - -<p> -Una pareva dire: — La mia bellezza sa riscaldare il -cuore gelato dei vecchi. -</p> - -<p> -L'altra: — Amo restare sdrajata sui cuscini, per pensare -con ebbrezza a quelli che mi adorano. -</p> - -<p> -Una terza, novizia di queste feste, voleva arrossire: — In -fondo del cuore sento un rimorso, ella diceva. Sono -cattolica ed ho paura dell'inferno. Ma vi amo tanto, oh -tanto, che posso sacrificarvi l'eternità. -</p> - -<p> -La quarta, vuotando una tazza di vino di Chio, sclamava: — Viva -l'allegria! Ad ogni aurora io prendo una -nuova vita. Dimentica del passato, ebra ancora degli -<span class="pagenum" id="Page_46">[46]</span> -assalti della vigilia, tutte le sere esaurisco una vita di -felicità, una vita piena d'amore! -</p> - -<p> -La donna seduta presso Belvidero lo guardava con -occhi infocati. Era silenziosa. — Non mi affiderei ai -<i>bravi</i> per uccidere il mio amante, se mi abbandonasse! -Poi aveva riso; ma la sua mano convulsiva rompeva una -scatola d'oro da confetti, miracolosamente scolpita. — Quando -sarai tu granduca? dimandò la sesta al principe -con una espressione di gioja omicida fra i denti, e di -delirio bacchico negli occhi. — E tu, quando morrà tuo -padre? disse la settima ridendo e gettando il suo mazzo -a Don Giovanni con un gesto inebriante di civetteria. -Era una innocente giovinetta, avvezza a scherzare con -tutte le cose sacre. — Ah! non me ne parlate, gridò il -giovine e bello Don Juan Belvidero, non vi è al mondo -che un padre eterno, e sventura vuole che l'abbia io. -</p> - -<p> -Le sette cortigiane di Ferrara, gli amici di Don Giovanni -ed il principe stesso gettarono un grido d'orrore. -Duecento anni dopo e sotto Luigi XV la gente di buon -gusto avrebbe riso di quella sortita. Ma fors'anche sul -principio di un'orgia le anime avevano ancora troppa -lucidità. Ad onta del fuoco delle candele, del grido delle -passioni, dell'aspetto dei vasi d'oro e d'argento, del fumo -dei vini, ad onta della contemplazione delle donne più -incantevoli, vi era forse ancora, nel fondo dei cuori, un -po' di quella vergogna per le cose umane e divine che -lotta fino a tanto che l'orgia l'abbia annegata negli ultimi -fiotti d'un vino spumante. Tuttavia i fiori erano già -appassiti, gli occhi si inebetivano, e l'ubbriachezza guadagnava -terreno, secondo l'espressione di Rabelais, fino -ai sandali. In quel momento di silenzio, s'aprì una porta -e, come al convito di Baldassare, Dio si fece riconoscere; -comparve sotto le sembianze di un vecchio domestico dai -capelli bianchi, dal passo tremante, dalle sopraciglia contratte; -entrò con aria triste, sprezzò con un'occhiata le -corone, le tazze di vermiglia, le piramidi di frutta, lo -splendore della festa, la porpora dei volti sbalorditi ed -i colori dei cuscini su cui si affondavano le candide braccia -delle donne; finalmente gettò il lutto su quella follia -dicendo con voce cavernosa queste tristi parole: — Monsignore, -vostro padre è moribondo. Don Giovanni si alzò -dicendo ai suoi ospiti un gesto che può tradursi così: «Scusatemi, -non sono cose che accadono tutti i giorni.» -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_47">[47]</span> -</p> - -<p> -La morte di un padre non sorprende spesso i giovan -nel mezzo degli splendori della vita, nel seno delle follie -di un'orgia? La morte è così subitanea ne' suoi capricci -come una cortigiana nelle sue collere; ma, più fedele, non -ha mai ingannato alcuno. -</p> - -<p> -Quando Don Giovanni ebbe chiusa la porta della sala, -camminò in una lunga galleria altrettanto fredda quanto -oscura, e si sforzò di assumere un'apparenza teatrale; -pensando alla sua parte di figlio aveva buttata via col -tovagliolo la mattana. La notte era nera. Il servitore silenzioso -che conduceva il giovine verso una camera -mortuaria, faceva scarsamente lume al suo padrone, di -modo che la <i>morte</i>, ajutata dal freddo, dal silenzio, dall'oscurità, -per una reazione d'ubbriacatura forse, potè -insinuare alcune riflessioni nell'animo di questo dissipatore, -che interrogò la sua vita e divenne pensieroso come -un uomo sotto processo che s'incammina al tribunale. -</p> - -<p> -Bartolomeo Belvidero padre di Don Giovanni era un -vecchio nonagenario che aveva passata la maggior parte -della sua vita nei traffichi mercantili. Avendo spesso attraversati -i magici paesi dell'Oriente, aveva acquistate -immense ricchezze e cognizioni, come egli diceva, più -preziose dell'oro e dei diamanti dei quali allora più non -si curava. — Preferisco un dente ad un rubino ed il potere -al sapere, diceva qualche volta sorridendo. Questo -buon padre si compiaceva nell'udire Don Giovanni raccontargli -una scappata giovanile, e diceva con aria maligna -prodigandogli l'oro: Mio caro figlio, non fare altre -sciocchezze che quelle le quali ti divertiranno. — Era -il solo vecchio che provasse piacere a vedere un giovane; -l'amor paterno lo illudeva nella contemplazione -di una vita così brillante. All'età di sessant'anni Belvidero -si era innamorato di un angelo di pace e di bellezza. -Don Giovanni era stato il solo frutto di questo -tardo e passeggero amore. Dopo quindici anni il buon -uomo deplorava la perdita della sua cara Juana. I numerosi -suoi servitori e suo figlio attribuivano a questo -dolore del vecchio le singolari abitudini che aveva contratte. -Rifugiato nell'ala più incomoda del suo palazzo, -Bartolomeo non ne usciva che assai di rado, e Don Giovanni -stesso non poteva penetrare nell'appartamento di -suo padre senza averne ottenuto il permesso. Se questo -volontario anacoreta andava e veniva nel palazzo, o per -<span class="pagenum" id="Page_48">[48]</span> -le vie di Ferrara, pareva in cerca di cosa che gli mancasse; -camminava tutto impensierito, indeciso, preoccupato -come un uomo in lotta con un'idea o con un ricordo. -Mentre il giovane dava delle feste sontuose, ed il -palazzo rimbombava degli scoppii della sua gioja, i cavalli -scalpitavano nelle corti e i paggi questionavano giocando -ai dadi sui gradini, Bartolomeo mangiava sette -oncie di pane al giorno e beveva dell'acqua. Se gli occorreva -un po' di pollame, era per darne le ossa ad un barbone -nero, suo fedel compagno. Durante la malattia, se -il suono del corno e gli abbajamenti dei cani lo sorprendevano -nel sonno, si accontentava di dire: — Ah! è Don -Giovanni che rincasa. -</p> - -<p> -Su questa terra non si era mai incontrato un padre -così comodo e così indulgente, quindi il giovane Belvidero, -avvezzo a trattarlo senza complimenti, aveva tutti -i difetti dei fanciulli viziati; viveva con Bartolomeo come -una cortigiana capricciosa vive con un antico amante, -facendo passare un'impertinenza con un sorriso, vendendo -il suo buon umore e lasciandosi amare. Ricostruendo -mentalmente il quadro dei suoi anni giovanili, -Don Giovanni si accorse che gli sarebbe stato difficile -trovare in difetto la bontà di suo padre. Sentendo in -fondo al cuore nascere un rimorso, nel momento in cui -attraversava la galleria, si sentì quasi spinto a perdonare a -Belvidero d'aver vissuto così a lungo. Tornava a sentimenti -di pietà filiale, come un ladro diventa uomo onesto -per il possibile godimento di un milione bene occultato. -In breve il giovane attraversò le alte e fredde sale che -componevano l'appartamento di suo padre. Dopo aver -provato gli effetti d'un'atmosfera umida, respirata l'aria -densa, l'odore stantìo che esalava dalle vecchie tappezzerie -e dagli armadii coperti di polvere, si trovò nell'antica -camera del vecchio, davanti a un letto nauseabondo, -presso un focolare quasi spento. Una lampada posta sopra -un tavolo di forma gotica, gettava a intervalli ineguali -degli sprazzi di luce più o meno forti sul letto e -mostrava così la figura del vecchio sotto aspetti sempre -diversi. Il freddo fischiava attraverso le finestre mal -chiuse; e la neve sferzando i vetri produceva uno strepito -sordo. Questa scena faceva un contrasto così spiccato -con quella che Don Giovanni aveva lasciata, che -non potè a meno di trasalire. Poi ebbe freddo quando, -<span class="pagenum" id="Page_49">[49]</span> -avvicinandosi al letto, un barbaglio abbastanza violento -di luce, spinto da un soffio di vento, illuminò la testa -di suo padre; i lineamenti ne erano scomposti, la pelle -aderente alle ossa aveva delle tinte verdognole che la -bianchezza del guanciale su cui riposava il vegliardo -rendeva ancora più orribili; contratta dal dolore, la bocca -semichiusa e priva di denti lasciava passare alcuni sospiri -la cui lugubre energia era sostenuta dagli urli -della tempesta. Ad onta di questi segni di distruzione, -su quella testa splendeva un carattere incredibile di potenza. -Uno spirito superiore vi combatteva la morte. Gli -occhi, infossati dalla malattia, avevano una fissità singolare. -Pareva che Bartolomeo cercasse col suo sguardo -di morente di uccidere un nemico steso ai piedi del suo -letto. Quello sguardo fisso e freddo era tanto più spaventoso, -in quanto che la testa restava in una immobilità simile -a quella dei cranii posti sulle tavole dei medici. Il -corpo, nettamente disegnato dalle coperte del letto, annunziava -che le membra del vecchio avevano la stessa -rigidezza. Tutto era morto, meno gli occhi. I suoni poi -che uscivano dalla bocca avevano qualche cosa di meccanico. -Don Giovanni provò una certa vergogna di arrivare -al letto di suo padre morente conservando sul -petto il mazzolino di una cortigiana, e portandovi i profumi -di una festa ed il sentore del vino. -</p> - -<p> -— Tu ti divertivi! sclamò il vecchio, vedendo suo -figlio. -</p> - -<p> -Nello stesso momento la voce pura e leggiera d'una -cantante che rallegrava i convitati, fortificata dagli accordi -della viola sulla quale si accompagnava, dominò i -rantoli dell'uragano, e risuonò fino in quella funebre -stanza. Don Giovanni voleva non intendere quella selvaggia -affermazione data a suo padre. -</p> - -<p> -Bartolomeo disse: — Non te ne faccio un carico, figliuol -mio. -</p> - -<p> -Questa parola piena di dolcezza fece male a Don Giovanni, -che non perdonò a suo padre quella pungente -bontà. — Che rimorso per me, padre mio! gli disse ipocritamente. — Povero -Juanino, rispose il morente con -voce sorda, sono sempre stato così buono con te, che tu -non desidererai la mia morte? — Oh, sclamò Don Giovanni, -se fosse possibile rendervi la vita dandovi una -parte della mia! (Queste cose si possono sempre dire, -<span class="pagenum" id="Page_50">[50]</span> -pensava lo scialacquatore; gli è come se offrissi il mondo -alla mia amante.) Appena finito il suo pensiero, il barbone -abbajò. Quella voce intelligente fece fremere Don -Giovanni: credette di essere stato compreso dal cane. — Sapeva -bene, figlio mio, che potevo contare su di te, -gridò il moribonda Io vivrò. Va, tu sarai contento. Vivrò, -ma senza toglierti un giorno di quelli che ti appartengono. — Ha -il delirio, disse fra sè Don Giovanni. Poi -aggiunse a voce alta: Si, caro padre, voi vivrete certo, -tanto come me, giacchè la vostra imagine sarà continuamente -nel mio cuore. — Non si tratta di questa vita, -disse il vecchio signore raccogliendo le sue forze per -mettersi a sedere, giacchè fu agitato da uno di quei sospetti -che non nascono se non sotto il capezzale dei -morenti. Ascolta, figlio mio, continuò con una voce affievolita -da quest'ultimo sforzo, io non ho maggior voglia -di morire che tu non l'abbia di far senza innamorate, -vino, cavalli, falconi, cani ed oro. — Lo credo bene, -pensò il figlio inginocchiandosi davanti al letto e baciando -una delle mani cadaveriche di Bartolomeo. Ma, -riprese a dire, padre mio, mio caro padre, bisogna sottomettersi -alla volontà di Dio! — Dio son io, replicò il -vecchio brontolando. — Non bestemmiate! gridò il giovane -vedendo l'aria minacciosa che assunsero i tratti di -suo padre. Guardatevene bene; avete ricevuta rastrema -unzione ed io non potrei più consolarmi, se vi vedessi -morire in peccato. — Vuoi ascoltarmi? gridò il morente -ringhiando. -</p> - -<p> -Don Giovanni tacque. Regnò un orribile silenzio. Attraverso -i pesanti fischi della neve, gli accordi della viola -e la voce deliziosa arrivarono ancora, deboli come lo -spuntare del giorno. Il moribondo sorrise. — Ti ringrazio -di aver invitato delle cantanti, d'aver condotto della -musica. Una festa, delle donne giovani e belle, bianche -coi capelli neri! tutti i piaceri della vita. Falle restare, -io sto per rinascere. — Il delirio è al colmo, disse Don -Giovanni. — Ho scoperto un mezzo per risuscitare. Guarda! -Cerca nel cassetto del tavolo, l'aprirai spingendo -una molla nascosta dal grifone. — Ci sono, padre mio. -</p> - -<p> -— Là, bravo, prendi una boccettina di cristallo di rocca. -</p> - -<p> -— Eccola. — Ho impiegato venti anni a.... In quel momento -il vecchio sentì avvicinarsi la sua fine, e raccolse -tutta la sua energia per dire: appena avrò reso l'ultimo -<span class="pagenum" id="Page_51">[51]</span> -sospiro, mi strofinerai tutto con quell'acqua, ed io risusciterò. — Ve -n'è ben poca replicò, il giovane. -</p> - -<p> -Se Bartolomeo non poteva più parlare, aveva ancora -la facoltà di intendere e di vedere; a quelle parole volse -la testa verso Don Giovanni con un movimento spaventosamente -brusco; il suo collo restò torto come quello di -una statua di marmo dal pensiero dello scultore condannata -a guardare da un lato: i suoi occhi ingranditi contrassero -una ributtante immobilità. Era morto, morto -perdendo la sua sola, la sua ultima illusione. Cercando -un asilo nel cuore di suo figlio, vi trovava una tomba -più vuota di quella che di solito gli uomini fanno ai loro -morti. Quindi i suoi capelli furono sparpagliati dall'orrore, -ed il suo sguardo convulso parlava ancora. Era un -padre che si levava dal suo sepolcro per domandare -vendetta a Dio! — To'! il buon uomo è finito, esclamò -Don Giovanni. -</p> - -<p> -Nella premura di presentare alla luce della lampada -la boccetta misteriosa, come un bevitore consulta la sua -bottiglia alla fine del pranzo, non aveva veduto imbianchire -l'occhio di suo padre. Il cane estatico contemplava -alternativamente il padrone morto e l'elisir, come Don -Giovanni guardava tratto tratto suo padre e la fiala. La -lampada gettava delle fiamme ondeggianti. Il silenzio -era profondo, la viola muta. Belvidero trasalì credendo -di vedere suo padre che si muoveva. Intimidito dall'espressione -fredda dei suoi occhi accusatori, li chiuse, -come avrebbe spinta una persiana mossa dal vento in -una notte d'autunno. Si tenne ritto, immobile, ingolfato -in un mondo di pensieri. Tutto ad un tratto uno strepito -aspro, simile allo stridore di una molla irrugginita, -ruppe quel silenzio. Don Giovanni, sorpreso, per poco non -lasciò cadere la boccetta. Un sudore più freddo dell'acciajo -d'un pugnale, esci dai suoi pori. Un gallo di legno -dipinto si alzò al di sopra di un orologio e cantò tre -volte. Era una di quelle macchine ingegnose coll'ajuto -delle quali i dotti di quell'epoca si facevano svegliare -all'ora fissata pei loro lavori. L'alba tingeva già in -rosso le finestre. Don Giovanni aveva passate dieci ore -a riflettere. Il vecchio orologio era più fedele al suo -servizio ch'egli non lo fosse nel compimento dei suoi -doveri verso Bartolomeo. Quel meccanismo si componeva -di legno, di molle, di corde, di ruote, mentre egli -<span class="pagenum" id="Page_52">[52]</span> -aveva quel meccanismo particolare all'uomo che chiamasi -un cuore. Per non esporsi più a perdere il misterioso -liquore, lo scettico Don Giovanni lo ricollocò nel -cassetto della piccola tavola gotica. In quel momento solenne -udì nelle gallerie un sordo tumulto; erano voci -confuse, risa soffocate, passi leggieri, fruscii di seta, insomma -lo strepito di una allegra brigata che cerca di -raccogliersi. -</p> - -<p> -La porta si aperse, ed il principe, gli amici di Don -Giovanni, le sette cortigiane, le cantatrici, apparvero nello -strano disordine in cui si trovano delle danzatrici sorprese -dal chiarore del mattino, quando il sole lotta colle -fiamme delle candele che impallidiscono. Arrivavano tutti -per dare al giovine ereditiero le consolazioni d'uso. — Oh! -oh! il povero Don Giovanni avrebbe dunque presa -sul serio questa morte? disse il principe all'orecchio della -Brambilla. — Ma suo padre era un gran buon uomo, -ella rispose. -</p> - -<p> -Le meditazioni notturne di Don Giovanni avevano impressa -sui suoi lineamenti un'espressione così singolare, -che impose silenzio a quel gruppo. Gli uomini restarono -immobili. Le donne, i cui labbri erano arsi dal vino, le -cui gote erano chiazzate dai baci, si inginocchiarono e -si misero a pregare. Don Giovanni non potè a meno di -trasalire vedendo gli splendori, le gioje, le risa, i canti, -la gioventù, la bellezza, il potere, tutte le personificazioni -della vita, prosternarsi così davanti alla morte. Ma -in questa adorabile Italia, stravizzo e religione si accoppiavano -allora così bene, che la religione era uno stravizzo, -lo stravizzo una religione. Il principe strinse affettuosamente -la mano a Don Giovanni, poi tutte le faccie -avendo formulata simultaneamente la stessa smorfia -tra la tristezza e l'indifferenza, quella fantasmagoria disparve -lasciando vuota la sala. Un bel quadro della vita! -Discendendo le scale il principe disse alla Roverbella: -— Eh! chi avrebbe creduto Don Giovanni uno spaccone -d'empietà! Ama suo padre! — Avete osservato il cane -nero? chiese la Brambilla. — Eccolo immensamente ricco, -soggiunse sospirando la Bianca Cavatoline. — Che m'importa? -sclamò la fiera Varenese, quella che aveva spezzata -la scatola da confetti. — Come? Che t'importa? esclamò -il duca. Coi suoi scudi adesso è altrettanto principe quanto -lo sono io. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_53">[53]</span> -</p> - -<p> -Da principio Don Giovanni, agitato da mille pensieri, -ondeggiò fra diversi partiti. Dopo avere consultato il tesoro -ammassato da suo padre, tornò la sera nella camera -mortuaria coll'anima gonfia di un terribile egoismo. -Trovò nell'appartamento tutte le persone della casa occupate -a disporre gli ornamenti del letto di parata sul -quale <i>fu monsignore</i> doveva essere espostoli giorno dopo, -in mezzo ad una superba camera ardente, curioso spettacolo -che tutta Ferrara doveva venire ad ammirare. Don -Giovanni fece un segno, ed i suoi uomini si fermarono -tutti, interdetti, tremanti. — Lasciatemi solo qui, disse -con voce alterata, non vi ritornerete che al momento in -cui io uscirò. -</p> - -<p> -Quando non risuonarono più che debolmente i passi -del vecchio servitore che se ne andava per l'ultimo, Don -Giovanni chiuse affrettatamente la porta, e, sicuro d'essere -solo, esclamò: — Proviamo! -</p> - -<p> -Il corpo di Bartolomeo era steso su una lunga tavola. -Per togliere agli occhi di tutti lo schifoso spettacolo di -un cadavere che l'estrema decrepitezza e la magrezza -rendevano simile ad uno scheletro, gli imbalsamatori avevano -gettato sul corpo un drappo che l'avviluppava, meno -la testa. Quella specie di mummia giaceva nel mezzo -della camera ed il drappo, naturalmente morbido, ne disegnava -vagamente le forme, ma acute, stecchite, gracili. -Il volto era già segnato da larghe chiazze violacee che -indicavano la necessità di completare l'imbalsamazione. -Ad onta dello scetticismo di cui era armato, Don Giovanni -tremò sturando la magica fiala di cristallo. Quando -arrivò presso alla testa, fu anzi costretto di attendere un -istante, tanto tremava. Ma quel giovane era stato di -buon'ora sapientemente corrotto dai costumi d'una corte -dissoluta; una riflessione degna del duca d'Urbino venne -a dargli un coraggio eccitato da un vivo sentimento di -curiosità; gli sembrava anzi che il demonio gli avesse -suggerito queste parole che rimbombarono nel suo cuore: -<i>Imbevigli un occhio!</i> Prese un pannolino e dopo averlo -con parsimonia intinto nel prezioso liquore, lo passò leggiermente -sulla pupilla destra del cadavere. L'occhio -si aperse. — Ah! ah! disse Don Giovanni stringendo in -pugno la boccetta, come noi stringeremmo in sogno il -ramo al quale siamo sospesi al di sopra di un precipizio. -</p> - -<p> -Vedeva un occhio pieno di vita, un occhio di fanciullo -<span class="pagenum" id="Page_54">[54]</span> -in una testa da morto; la luce vi tremolava in mezzo ad -un fluido giovanile e, protetto da belle ciglia nere, scintillava -simile a quei lumi isolati che il viaggiatore vede -in una campagna deserta nelle sere d'inverno. Quell'occhio -fiammeggiante pareva volesse slanciarsi su Don -Giovanni, e pensava, accusava, condannava, minacciava, -giudicava, parlava. Vi si agitavano tutte le passioni umane. -Erano le preghiere più tenere; una collera di re, poi l'amore -di una giovinetta che chiede grazia ai suoi carnefici; -finalmente lo sguardo profondo che getta un uomo -nel salire l'ultimo gradino del patibolo. Scintillava tanta -vita in quel frammento di vita, che Don Giovanni spaventato -rinculò, passeggiò per la camera, senza osare di -mirare quell'occhio che rivedeva sulle pareti, sulle tappezzerie. -La camera era seminata di punte piene di fuoco, -di vita, d'intelligenza. Dappertutto brillavano degli occhi -che gli abbajavano dietro. — Sarebbe risuscitato per altri -cento anni, gridò involontariamente quando, ricondotto -davanti a suo padre da un'influenza diabolica, contemplò -quella scintilla luminosa. -</p> - -<p> -Tutto ad un tratto la pupilla intelligente si chiuse e -si riaperse subitanea, come quella di una donna che acconsente. -Se una voce avesse gridato: «Sì!» Don Giovanni -non ne avrebbe provato maggior spavento. — Che -fare? pensò. — Sì, disse l'occhio ammiccando con una -sorprendente ironia. — Ah! ah! gridò Don Giovanni, v'è -della stregoneria. E s'avvicinò all'occhio per schiacciarlo. -Una grossa lagrima rotolò sulle guancie appassite del -cadavere, e cadde sulla mano di Belvidero. — Scotta, gridò -egli sedendo. -</p> - -<p> -Questa lotta l'aveva estenuato come se, a somiglianza -di Giacobbe, avesse combattuto contro un angelo. -</p> - -<p> -Finalmente si alzò dicendo: — Purchè non si versi -sangue! Poi, raccogliendo quel tanto di coraggio che basta -per essere vile, schiacciò l'occhio, comprimendolo con -un pannolino, ma senza guardarlo. Si udì un gemito, inatteso, -ma terribile. Il povero barbone spirava urlando. — Che -sia a parte del segreto? si domandò Don Giovanni -guardando la bestia fedele. -</p> - -<p> -Don Giovanni Belvidero passò per un figlio pio. Inalzò -un monumento di marmo bianco sulla tomba di suo padre, -ed affidò l'esecuzione delle sue statue ai più celebri -artisti dell'epoca. Non fu perfettamente tranquillo se non -<span class="pagenum" id="Page_55">[55]</span> -il giorno in cui la statua paterna, inginocchiata davanti -alla religione, impose l'enorme suo peso su quella fossa, -in fondo alla quale seppellì il solo rimorso che avesse -sfiorato il suo cuore nei momenti di fisica stanchezza. Inventariando -le immense ricchezze ammassate dal vecchio -orientalista, Don Giovanni divenne avaro; non aveva da -provvedere a due vite umane? Il suo sguardo profondamente -scrutatore penetrò nel principio della vita sociale, -ed abbracciò tanto meglio il mondo, in quanto lo vedeva -attraverso una tomba. Analizzò gli uomini e le cose, per -finirla in una volta col passato rappresentato dalla storia, -col presente raffigurato dalla legge, coll'avvenire svelato -dalla religione. Prese l'anima e la materia, le gettò in -un crogiuolo, non vi trovò nulla, e da allora divenne <i>Don -Giovanni</i>! -</p> - -<p> -Padrone delle illusioni della vita, si lanciò giovine e -bello nella vita, sprezzando il mondo, ma facendosene padrone. -La sua felicità non poteva essere quella felicità -borghese che si pasce di un <i>lesso</i> periodico, d'un buon -scaldaletto per l'inverno, d'una lampada per la notte e -di pantofole nuove ogni trimestre. No, egli non si impadronì -dell'esistenza come una scimia che afferra una -noce, e senza trastullarsi a lungo, spogliò saggiamente i -volgari involucri del frutto per gustarne la polpa saporita. -</p> - -<p> -La poesia ed i sublimi trasporti della passione umana -non gli vennero più tra i piedi. Non commise l'errore di -quegli uomini potenti i quali, imaginando talvolta che le -piccole anime credano alle grandi, si avvisano di scambiare -gli alti pensieri dell'avvenire colla moneta spicciola -delle nostre idee vitalizie. Egli ben poteva come essi -camminare i piedi sulla terra, la testa nei cieli; ma amava -meglio stare seduto ed asciugare col suoi baci più di un -labbro di donna tenera, fresca e profumata; giacchè simile -alla morte, dove passava divorava tutto senza pudore, -volendo un amore di possesso, un amore orientale -dai piaceri lunghi e focili. Non amando nelle donne che -<i>la donna</i>, si fece dell'ironia un abito naturale all'anima -sua. Quando le sue amanti si servivano di un letto per -salire al cielo, ove andavano a perdersi in un'estasi delirante, -Don Giovanni ve le seguiva, grave, espansivo, -sincero quanto può esserlo uno studente tedesco. Ma diceva -io, quando la sua innamorata, folle, smarrita, diceva -<i>noi</i>! Sapeva mirabilmente lasciarsi trascinare da una -<span class="pagenum" id="Page_56">[56]</span> -donna. Era sempre abbastanza forte per lasciarle credere -che tremava come un giovine collegiale che in un ballo -dice alla sua prima ballerina: «Amate la danza?» Ma -sapeva anche ruggire a proposito, sfoderare la potente -sua spada e sfracellare i commendatori. V'era dello -scherno nella sua semplicità e del riso nelle sue lagrime, -giacchè sapeva piangere come una donna quando dice -a suo marito: «Regalami carrozza e cavalli, o muojo tisica.» -Pei negozianti il mondo è una balla o una massa -di biglietti in circolazione; per la maggior parte dei giovani -è una donna; per alcune donne è un uomo; per -certi individui è un salone, una consorteria, un quartiere, -una città; per Don Giovanni l'universo era lui. Modello -di grazia e di nobiltà, d'uno spirito seducente, attaccò la -sua barca a tutte le rive; ma facendosi condurre non -andava che dove voleva essere condotto. Più visse, più -dubitò. Esaminando gli uomini indovinò spesso che il coraggio -era temerità; la prudenza poltroneria; la generosità -astuzia; la giustizia un delitto; la delicatezza una -ingenuità; la probità un'organizzazione; e per una fatalità -singolare si accorse che le persone veramente probe, -delicate, giuste, generose, prudenti e coraggiose, non -godevano presso gli uomini considerazione di sorta. Che -gelido scherzo! si disse. Non viene da un Dio. Ed allora, -rinunciando ad un mondo migliore, non si levò mai -il cappello udendo pronunciare un nome e considerò i -santi di pietra nelle chiese come opere d'arte. In tal modo, -comprendendo il meccanismo delle società umane, non -urtava mai troppo i pregiudizii, perchè non era tanto -potente come il carnefice; ma maneggiava le leggi sociali -con quella grazia e quello spirito così ben resi nella -scena con Monsieur Dimanche. Fu infatti il tipo del Don -Giovanni di Molière, del Faust di Goethe, del Manfredo -di Byron o del Melmoth di Maturin. Grandi imagini tracciate -dai più grandi genii d'Europa, ed ai quali non mancarono -gli accordi di Mozart come forse la lira di Rossini. -Imagini terribili che il principio del male, esistente -nell'uomo, fa eterne, e delle quali di secolo in secolo si -ritrovano alcuni esemplari; sia che questo tipo entri a -trattare cogli uomini incarnandosi in Mirabeau, sia che -si accontenti di agire in silenzio come Bonaparte, o di -conglobare l'universo in un'ironia come il divino Rabelais; -oppure anco sia che rida degli esseri invece di insultare -<span class="pagenum" id="Page_57">[57]</span> -le cose, come il maresciallo di Richelieu; e meglio -ancora, sia che si burli degli uomini e delle cose -come il più celebre dei nostri ambasciatori. Ma il genio -profondo di Don Giovanni Belvidero riassunse, in anticipazione, -tutti questi genii. Si burlò di tutto. La sua vita -era uno scherno che comprendeva uomini, cose, instituzioni, -idee. Quanto all'eternità, aveva chiacchierato famigliarmente -una mezz'ora col papa Giulio II ed alla fine della -conversazione gli disse ridendo: — Se bisogna assolutamente -scegliere, amo meglio credere a Dio che al diavolo; -la potenza unita alla bontà offre sempre più risorse -che il genio del male. — Sì un Dio, vuole che si faccia -penitenza in questo mondo... — Voi dunque pensate -sempre alle vostre indulgenze? rispose Belvidero. Ebbene! -per pentirmi dei falli della prima mia vita, ho in -riserva tutta un'esistenza. — Ah! se intendi così la vecchiaja, -esclamò il papa, arrischii di essere canonizzato. — Dopo -il vostro inalzamento al soglio pontificio si può -credere qualunque cosa. -</p> - -<p> -E se ne andarono a vedere gli operaj occupati a costruire -l'immensa basilica consacrata a san Pietro. — San -Pietro è l'uomo di genio che ci ha costituito il nostro -doppio potere, disse il papa a Don Giovanni, e merita -questo monumento. Ma alle volte, di notte, penso che un -diluvio passerà la spugna su di ciò e bisognerà ricominciare... -</p> - -<p> -Don Giovanni ed il papa si misero a ridere: si erano -intesi. Uno sciocco sarebbe andato il giorno dopo a divertirsi -con Giulio II da Raffaello, o nella deliziosa villa -Madama; ma Belvidero andò a vederlo officiare pontificalmente -per convincersi dei suoi dubbii. In un'orgia La Rovere -avrebbe potuto smentirsi e commentare l'Apocalisse. -</p> - -<p> -Ad ogni modo questa leggenda non fu intrapresa per -fornire materiali a quelli che volessero scrivere delle memorie -sulla vita di Don Giovanni; è destinata a provare -agli uomini onesti che Belvidero non è morto nel suo -duello con una pietra, come vogliono far credere alcuni -litografi. Allorchè Don Giovanni Belvidero raggiunse -l'età di 60 anni, venne a stabilirsi in Ispagna. -</p> - -<p> -Là, nella sua tarda età, sposò una bella ed incantevole -andalusa. Ma, per calcolo, non fu nè buon padre, -nè buon marito. Aveva osservato che non siamo mai -amati teneramente se non dalle donne delle quali non ci -<span class="pagenum" id="Page_58">[58]</span> -curiamo più che tanto. Dona Elvira, santamente allevata -da una vecchia zia nel fondo dell'Andalusia, in un castello -a poche leghe da San Lucar, era tutta abnegazione -e grazia. Don Giovanni indovinò che quella giovinetta -sarebbe donna da combattere lungamente una passione -prima di cedervi; sperò quindi poterla conservare virtuosa -fino alla sua morte. Fu uno scherzo serio, una partita a -scacchi che voleva riservarsi di giuocare negli ultimi -suoi giorni. Forte di tutti gli errori commessi da suo -padre Bartolomeo, Don Giovanni risolse di far servire le -minime azioni della sua vecchiaja alla riescita del dramma -che doveva compiersi al suo letto di morte. Quindi la -maggior parte delle sue ricchezze restò sepolta nelle cantine -del suo palazzo a Ferrara, ove andava di raro. Quanto -all'altra metà della sua sostanza, fu collocata a vitalizio, -per interessare alla durata della sua vita la moglie ed i -figli, specie di astuzia che suo padre avrebbe dovuto usare; -ma questa speculazione machiavellica non gli fu molto -necessaria. Il giovine Filippo Belvidero suo figlio divenne -uno spagnuolo così conscienziosamente religioso quanto -suo padre era empio, in virtù forse del proverbio: <i>a padre -avaro figliuol prodigo</i>. L'abate di San Lucar fu scelto -da Don Giovanni per dirigere le conscienze della duchessa -di Belvidero e di Filippo. Questo ecclesiastico era un -sant'uomo, bello della persona, mirabilmente proporzionato, -che aveva dei begli occhi neri, una testa alla Tiberio, -logorata dai digiuni, bianca di macerazioni, e giornalmente -tentato come lo sono tutti i solitarii. Il vecchio -signore sperava forse di potere uccidere anche un frate -prima di fluire la prima locazione della sua vita. Ma sia -che l'abate fosse abbastanza forte quanto poteva esserlo -lo stesso Don Giovanni, sia che Dona Elvira avesse -più prudenza o virtù che la Spagna non accordi alle -donne, Don Giovanni fu costretto a passare i suoi ultimi -giorni come un vecchio curato di campagna senza scandali -in casa. Alle volte si divertiva a trovare il figlio o la -moglie in fallo nei doveri di religione, e voleva imperiosamente -che eseguissero tutte le obbligazioni imposte ai -fedeli della corte di Roma. Finalmente non era mai tanto -felice come quando udiva il galante abate di San Lucar, -Dona Elvira e Filippo occupati a discutere un caso di -conscienza. -</p> - -<p> -Intanto, ad onta delle cure prodigiose che il signor -<span class="pagenum" id="Page_59">[59]</span> -Don Giovanni Belvidero metteva per la propria conservazione, -i giorni della decrepitezza arrivarono; con quell'età -dolorosa vennero gli strilli dell'impotenza, strilli -tanto più strazianti, quanto più ricchi erano i ricordi -della sua bollente giovinezza, e della sua voluttuosa maturità. -Quest'uomo in cui l'ultimo grado dell'ironia era -di impegnare gli altri a credere alle leggi ed ai principii -dei quali egli si burlava, si addormentava la sera su -un <i>forse</i>! Questo modello di buon genere, questo duca, -vigoroso in un'orgia, superbo alle corti, grazioso colle -donne, i cui cuori erano stati da lui torti come un villano -torce un laccio di vimini, quest'uomo di genio aveva un -catarro ostinato, una sciatica importuna, una gotta brutale. -Vedeva che i suoi denti l'abbandonavano, come alla -fine di una serata, le dame più bianche, le meglio abbigliate -se ne vanno ad una ad una lasciando la sala deserta -e smobiliata. Finalmente le ardite sue mani tremarono, -le sue svelte gambe vacillarono, ed alla sera l'apoplessia -gli serrò il collo colle sue mani adunche e -glaciali. Da quel giorno fatale divenne torbido e duro. -Accusava la devozione di suo figlio e di sua moglie, pretendendo -a volte che non gli prodigassero le loro cure -toccanti e delicate colla voluta tenerezza se non perchè -aveva fatto vitalizio di tutta la sua sostanza. Elvira e Filippo -versavano allora lagrime amare e raddoppiavano le -carezze al malizioso vecchio la cui voce arrocata si faceva -affettuosa per dir loro: — Amici miei, mia cara moglie, -mi perdonate, non è vero? Io vi tormento un poco. -Ahimè! Gran Dio! come si servì di me per provare queste -due creature celesti! Io, che dovrei essere la loro -gioja, sono il loro flagello. — Così li incatenò ai piedi -del suo letto, facendo loro dimenticare dei mesi intieri -di impazienza e di crudeltà con un'ora in cui per essi -spiegava i tesori sempre nuovi della sua grazia e di una -falsa tenerezza. Sistema paterno che gli riescì infinitamente -meglio di quello che suo padre aveva usato con -lui. Finalmente arrivò a tal grado di malattia che per -metterlo a letto bisognava manovrarlo come una feluca -che entra in un canale pericoloso. Poi il giorno della -morte arrivò. Questo brillante e scettico personaggio, la -cui Intelligenza sopraviveva sola alla più terribile delle -distruzioni, vide entrare un medico ed un confessore, le -sue due antipatie. Ma con essi fu gioviale. Non aveva per -<span class="pagenum" id="Page_60">[60]</span> -sè un lume scintillante dietro il velo dell'avvenire? Su -questa tela, di piombo per gli altri, diafana per lui, le -leggiere, incantevoli delizie della gioventù scherzavano -come ombre. -</p> - -<p> -Fu in una bella sera d'estate che Don Giovanni sentì -l'avvicinarsi della morte. Il cielo di Spagna era d'un'ammirabile -purezza, gli aranceti profumavano l'aria, le stelle -distillavano luci vive e fresche, la natura sembrava dargli -dei pegni sicuri della sua risurrezione; un figlio pietoso -ed obbediente lo contemplava con amore e rispetto. Verso -le undici volle restar solo con quell'essere candido. — Filippo, -gli disse con una voce così tenera e così affettuosa -che il giovane trasalì e pianse di gioja. Mai quel -padre inflessibile aveva pronunciato; Filippo, in tal modo. — Ascoltami, -figlio mio, continuò il moribondo. Io sono -un gran peccatore. Quindi, durante tutta la mia vita ho -pensato alla mia morte. Fui già l'amico del gran pontefice -Giulio II. Quell'illustre pontefice temette che l'eccessiva -irritazione dei miei sensi non mi facesse commettere -qualche peccato mortale nell'intervallo in cui avessi a -morire e quello in cui avessi ricevuto l'estrema unzione; -mi regalò una fiala nella quale esiste l'acqua santa già -tempo scaturita dalla roccia nel deserto. Ho conservato -il segreto su questa dilapidazione del tesoro della chiesa, -ma sono autorizzato a rivelare questo mistero a mio figlio -<i>in articulo mortis</i>. Troverete la fiala nel cassetto di -questa tavola gotica che non ha mai abbandonato il capezzale -del mio letto... Il prezioso cristallo potrà servirvi -ancora, mio amato Filippo. Giuratemi, per la vostra salute -eterna, di eseguire puntualmente i miei ordini. -</p> - -<p> -Filippo guardò suo padre. Don Giovanni era troppo al -fatto dei sentimenti umani per non morire in pace sulla -fede di un tal sguardo. — Tu meritavi un altro padre, -aggiunse Don Giovanni. Oso confessarti che nel momento -in cui il rispettabile abate di San Lucar mi amministrava -il viatico, io pensava all'incompatibilità di due potenze -così grandi come il diavolo e Dio... — Oh! padre mio! — E -riflettevo che quando Satana farà pace, dovrà, se non -vuol essere un gran miserabile, stipulare il perdono dei -suoi aderenti. Questo pensiero mi perseguita. Andrai -dunque all'inferno se tu, mio figlio, non adempi la mia -volontà — Ditemela subito, papà. — Appena avrò chiusi -gli occhi, continuò Don Giovanni dopo alcuni minuti, -<span class="pagenum" id="Page_61">[61]</span> -prenderai il mio cadavere, ancora caldo, e lo stenderai -su una tavola in mezzo a questa stanza. Poi spegnerai -questa lampada; deve bastare la luce delle stelle. Mi spoglierai -dei miei abiti; e mentre tu reciterai dei <i>pater</i> e -degii <i>ave</i> sollevando l'anima a Dio, avrai cura di umettare -con quest'acqua santa i miei occhi, le mie labbra, -tutta la testa per prima, poi successivamente le membra -del corpo; ma, caro figlio mio, la potenza di Dio è così -grande che non dovrai stupirti di nulla! -</p> - -<p> -Allora Don Giovanni, che sentiva avvicinarsi la morte, -aggiunse con voce terribile: — Tieni ben franca la fiala. -Poi spirò dolcemente nelle braccia d'un figlio le cui lagrime -abbondanti caddero sulla sua faccia ironica e smorta. -</p> - -<p> -Era circa la mezzanotte quando Don Filippo Belvidero -collocò il cadavere di suo padre sulla tavola. Dopo -averne baciata la fronte minacciosa e i capelli grigi, -spense la lampada. Il lume dolce prodotto dal chiaro di -luna, i cui riflessi bizzarri illuminavano la campagna, permisero -a Filippo di intravedere indistintamente il cadavere -di suo padre come qualche cosa di bianco in mezzo -all'ombra. Il giovine imbibì del liquore un pannolino, ed -assorto nella preghiera unse fedelmente quella testa sacra -in mezzo ad un profondo silenzio. Intendeva, è vero, -dei fremiti indefinibili, ma li attribuiva agli scherzi del -venticello fra le cime degli alberi. Quando ebbe bagnato -il braccio destro, si sentì stringere fortemente il collo da -un braccio giovane e vigoroso, il braccio di suo padre! -Gettò un grido straziante e lasciò cadere la fiala che si -spezzò. Il liquore svaporò. La gente del castello accorse, -munita di torcie. Quel grido li aveva spaventati e sorpresi, -come se la tromba del giudizio universale avesse -scosso l'universo. In un momento la camera fu piena di -gente. La folla tremante vide Don Filippo svenuto, ma -tenuto fermo dal braccio potente di suo padre che gli -serrava il collo. Poi, cosa sopranaturale, gli astanti videro -la testa di Don Giovanni, giovane e bella come -quella dell'Antinoo; una testa dai capelli neri, dagli occhi -brillanti, dalla bocca vermiglia che si agitava spaventevolmente -senza poter muovere lo scheletro cui apparteneva. -Un vecchio servo gridò: — Miracolo! E tutti -gli spagnuoli ripeterono: Miracolo! Troppo pia per ammettere -i misteri della magia, Dona Elvira mandò a cercare -l'abate di San Lucar. Allorchè il priore vide il miracolo -<span class="pagenum" id="Page_62">[62]</span> -cogli occhi proprii, risolse di approfittarne da uomo -di spirito e da abate che meglio non domandava di un -aumento delle sue rendite. Dichiarando tosto che il signor -Don Giovanni sarebbe infallibilmente canonizzato, -decretò la cerimonia dell'apoteosi nel suo convento, che -d'allora in poi, disse, si chiamerebbe San-Juan-de-Lucar. -A quelle parole la testa fece un smorfia abbastanza comica. -</p> - -<p> -Il gusto degli Spagnuoli per siffatte solennità è così -noto, che non deve essere difficile credere alle baldorie -religiose colle quali l'abate di San Lucar celebrò la traslazione -del <i>beato Don Juan Belvidero</i> nella sua chiesa. -Alcuni giorni dopo la morte di quell'illustre signore, il -miracolo della sua imperfetta risurrezione si era subitaneamente -narrata di villaggio in villaggio in un raggio -di oltre cinquanta leghe attorno a San Lucar, ed era già -uno spettacolo vedere i curiosi per le strade; essi vennero -da tutte le parti, ingolositi da un <i>Te Deum</i> cantato -al chiarore delle fiaccole. L'antica moschea del convento -di San Lucar, meraviglioso edifizio inalzato dai Mori e -le cui volte udivano da tre secoli il nome di Gesù Cristo -sostituito a quello di Allah, non potè contenere la folla -accorsa a vedere la cerimonia. Stipati come formiche, -gli hidalgos in mantello di velluto, armati delle loro -buone spade, stavano in piedi attorno ai pilastri senza -trovar posto da piegare le ginocchia, le quali non si piegavano -che là. Incantevoli paesane, i cui corsetti disegnavano -le vaghe forme, davano il braccio a vecchi coi -capelli bianchi. Giovani dagli occhi di fuoco si trovavano -a fianco di vecchie signore in gala. Poi erano coppie ansimanti -di gioja, fidanzate curiose condotte dai loro innamorati; -sposi recenti; fanciulli timidi condotti a mano. -Tutta gente ricca di colori, brillante di contrasti, carica -di fiori, smaltata, che faceva un grazioso tumulto nel silenzio -della notte. Le ampie porte della chiesa si aprirono. -Quelli che, venuti troppo tardi, restarono di fuori, vedevano -di lontano attraverso le porte aperte una scena di -cui le decorazioni vaporose delle nostre opere moderne -non saprebbero dare una debole idea. Devote e peccatori, -premurose di guadagnarsi le buone grazie di un nuovo -santo, accesero in suo onore migliaia di ceri in quella -vasta chiesa, lumi interessati che davano un magico -aspetto al monumento. Le nere arcate, le colonne e i loro -capitelli, le cappelle profonde e brillanti d'oro e d'argento, -<span class="pagenum" id="Page_63">[63]</span> -le gallerie, i rabeschi saraceni, i tratti più delicati di -quella scultura gentile, si disegnavano in quella luce sovrabbondante -come le figure capricciose che si formano -in un braciere ardente. Era un oceano di fuochi, dominato -nel fondo della chiesa dal coro dorato ove sorgeva -l'altar maggiore, la cui pompa avrebbe rivaleggiato con -quella del sole nascente. -</p> - -<p> -Infatti lo splendore delle lampade d'oro, dei candelabri -d'argento, delle bandiere, dei pennoni, dei santi e degli -<i>ex voto</i> impallidiva davanti alla cassa in cui si trovava -Don Giovanni. Il corpo dell'empio scintillava di pietre -preziose, fiori, cristalli, diamanti, oro, piume bianche come -le ali di un serafino, e sostituiva sull'altare un quadro di -Cristo. Intorno a lui brillavano numerosi ceri che lanciavano -nell'aria onde di fuoco. Il buon abate di San Lucar, -parato cogli abiti pontificali, colla mitra tempestata di -pietre preziose, il rocchetto, il pastorale d'oro, sedeva re -del coro, sopra una poltrona di un lusso imperiale, nel -mezzo di tutto il suo clero, composto d'impassibili vecchi -dai capelli d'argento, vestiti di fini camici e che lo -circondavano, simili ai santi confessori che i pittori aggruppano -intorno al Padre Eterno. Il gran cantore ed i -dignitarii del capitolo, decorati delle brillanti insegne -della loro vanità ecclesiastica, andavano e venivano in -mezzo alle nubi d'incenso, simili agli astri che circolano -sul firmamento. Quando giunse l'ora del trionfo, le campane -destarono gli echi delle campagne, e quell'immensa -assemblea lanciò verso Dio il primo grido delle lodi col -quale comincia il <i>Te Deum</i>, grido sublimo! Erano voci -pure e leggiere, voci di donne in estasi, miste alle voci -gravi e forti degli uomini, migliaja di voci così potenti, -che l'organo non ne dominò l'assieme ad onta dei muggiti -delle sue canne. Soltanto le note acute, giovanili, -dei ragazzi del coro, e le lunghe note di alcuni bassi, -suscitarono delle idee graziose, dipinsero l'infanzia e la -forza, in quell'incantevole concerto di voci umane confuse -in un sentimento d'amore. — <i>Te Deum laudamus!</i> -</p> - -<p> -Dal seno di quella cattedrale gremita di donne ed uomini -inginocchiati, il canto uscì simile ad una luce che scintilla -d'un tratto nella notte, ed il silenzio fu rotto come -da un colpo di tuono. Le voci si sollevarono colle nubi -d'incenso che gettavano veli diafani ed azzurrognoli sulle -fantastiche meraviglie dell'architettura. Tutto era ricchezza, -<span class="pagenum" id="Page_64">[64]</span> -profumo, luce, melodia. Nel punto in cui quella -musica d'amore e di riconoscenza si lanciò verso l'altare, -Don Giovanni, troppo galante per non ringraziare, troppo -spiritoso per non capire la burla, rispose con un riso -terribile e si compose con dignità nella sua cassa. Ma il -diavolo avendo richiamato alla sua mente l'eventualità -che correva di essere preso per un uomo ordinario, un -santo, un Bonifacio, un Pantaleone, turbò quella melodia -d'amore con un urlo al quale si unirono le mille voci -dell'inferno. La terra benediva, il cielo malediva. La -chiesa ne tremò sulle antiche fondamenta. — <i>Te Deum -laudamus!</i> diceva l'assemblea. — Andate a tutti i diavoli, -bestioni che siete! Dio, Dio! <i>Carajos demonios</i>, animali, -quanto siete stupidi col vostro decrepito Dio! -</p> - -<p> -E un torrente d'imprecazioni si sprigionò come un torrente -di lave ardenti in una eruzione del Vesuvio. — <i>Deus -Sabaoth, Sabaoth!</i> gridarono i cristiani. — Voi insultate -la maestà dell'inferno, rispose Don Giovanni, la cui -bocca digrignava i denti. -</p> - -<p> -Poco dopo il braccio vivo potè passare al di sopra della -cassa e minacciò l'assemblea con gesti pieni di disperazione -ed ironia. — Il Santo ci benedisce, dissero le vecchie, -i fanciulli ed i fidanzati, gente credula. -</p> - -<p> -Ecco come spesso siamo delusi nelle nostre adorazioni. -L'uomo superiore si burla di quelli che lo complimentano, -e complimenta qualche volta quelli dei quali si burla in -fondo al cuore. -</p> - -<p> -Nel momento in cui l'abate, prosternato davanti all'altare, -cantava: — <i>Sancte Johannes ora pro nobis!</i> udì abbastanza -distintamente: — O minchione! — Che cosa succede -lassù? gridò il sottopriore vedendo moversi la cassa. — Il -santo fa il diavolo, rispose l'abate. -</p> - -<p> -Allora quella testa viva si staccò violentemente dal -corpo che non viveva più e cadde sul cranio giallo del -celebrante. — Ricordati di donna Elvira, gridò la testa -divorando quella dell'abate. -</p> - -<p> -Quest'ultimo gettò un grido orrendo che turbò la cerimonia. -Tutti i preti accorsero e circondarono il loro -sovrano. — Imbecille, di' dunque che vi è un Dio! gridò -la voce nel momento in cui l'abate, morsicato nel cervello, -spirava. -</p> - -<div class="chapter"> -<p> -<span class="pagenum" id="Page_67">[67]</span> -</p> - -<h2 id="borsa">LA BORSA</h2> -</div> - -<p> -Per le anime facili alle espansioni vi è un'ora deliziosa -che giunge al momento in cui la notte non è fatta ed il -giorno se n'è ito. La luce crepuscolare getta allora le -sue molli tinte od i suoi riflessi bizzarri su tutti gli oggetti -e favorisce una fantasticheria che si sposa vagamente -agli effetti di luce ed ombra. Il silenzio che regna -quasi sempre in quel momento lo rende specialmente -caro agli artisti che si raccolgono, si piantano ad alcuni -passi dai loro lavori cui non possono più attendere, e li -giudicano inebriandosi dei soggetto il cui intimo significato -si appalesa allora alla seconda vista del genio. Favoriti -dal chiaroscuro i ripieghi materiali dell'arte per -far credere alla realtà scompajono completamente. Se -si tratta di un quadro, le persone che rappresenta, pare -camminino e parlino: l'ombra si fa ombra, il giorno è -giorno, la carne è viva, gli occhi si muovono, il sangue -scorre per le vene, le stoffe hanno dei fruscii. L'imaginazione -viene in ajuto della naturalezza d'ogni particolare, -e non si vedono più che le bellezze dell'opera. A -quell'ora l'illusione regna dispotica; forse sorge colla -notte; l'illusione non è per il pensiero una specie di -notte che noi popoliamo di sogni? -</p> - -<p> -L'illusione spiega allora le sue ali, trascina l'anima nel -mondo delle fantasie, mondo fertile di voluttuosi capricci, -in cui l'artista dimentica il mondo positivo, la vigilia, -il domani, l'avvenire, tutto, perfino le sue miserie, -<span class="pagenum" id="Page_68">[68]</span> -le buone come le cattive. In quell'ora magica un giovine -pittore, uomo di talento, e che nell'arte non vedeva che -l'arte, era salito sulla scala addoppiata che gli serviva a -dipingere una tela grande, alta, pressochè finita. Là, criticandosi, -ammirandosi in buona fede, abbandonandosi al -corso dei suoi pensieri, si ingolfava in una di quelle meditazioni -che rapiscono l'anima e la fanno più grande, accarezzandola -e consolandola. Certo la sua fantasticheria durò -a lungo. La notte sopraggiunse. Sia ch'egli volesse discendere -dalla scala, sia che avesse fatto un movimento imprudente -credendosi sul tavolato, il fatto non gli permise un -esatto ricordo del suo accidente, cadde, battè la testa sopra -uno sgabello, restò privo di sensi e senza moto per -un lasso di un tempo la cui durata non potè conoscere. -Una voce soave lo destò dalla specie di assopimento in -cui era immerso. Allorchè schiuse gli occhi, prontamente -li richiuse sotto l'impressione di una viva luce; ma attraverso -il velo che avviluppava i suoi sensi udì il bisbiglio -di due donne e sentì la testa riposare fra due giovani, -timide mani Riprese in breve i sensi ed alla luce -di una di quelle lampade antiche, che diconsi <i>a doppia -corrente d'aria</i>, potè scorgere la più deliziosa testa di -giovinetta che mai avesse veduto, una di quelle teste che -passano ben spesso per un capriccio del pennello, ma -che tutto ad un tratto realizzò per lui le teorie di quel -bello ideale che ogni artista si crea e dal quale ha origine -il suo talento. Il volto della sconosciuta apparteneva, -per così dire, al tipo tino e delicato della scuola di -Proudhon, e possedeva pure quella poesia che Girodet -dava alle sue figure fantastiche. La freschezza, delle -tempie, la regolarità delle sopraciglia, la purezza delle -linee, la verginità fortemente scolpita in tutti i tratti di -quella fisionomia facevano della fanciulla una creazione -perfetta. La taglia era svelta e sottile, le forme delicate. -I suoi abiti, benchè semplici e puliti, non annunziavano -nè ricchezza nè miseria. Ritornando in sè il pittore espresse -la sua ammirazione con uno sguardo di sorpresa e balbettò -confusi ringraziamenti. -</p> - -<p> -Trovò che la sua fronte era stata stretta con un fazzoletto, -e ad onta dell'odore particolare agli studi di pittore, -riconobbe l'acre sentore dell'etere, senza dubbio adoperato -per farlo riavere dallo svenimento. Poi finì per -vedere una vecchia che rassomigliava alle marchese dell'antico -<span class="pagenum" id="Page_69">[69]</span> -regime, e che teneva la lampada dando dei consigli -alla giovine sconosciuta. -</p> - -<p> -— Signore, rispose la giovinetta ad una delle domande -fattele dal pittore in quel momento in cui era tuttora -nella confusione di idee prodotte dalia caduta, mia madre -ed io abbiamo udito il rumore del vostro corpo sul -pavimento, ci parve di udire un gemito. Il silenzio susseguito -alla caduta ci ha spaventate e ci siamo affrettate -a salire. Trovando la chiave alla porta ci siamo per buona -sorte permesso d'entrare, e vi abbiamo visto steso a terra -senza movimento. Mia madre andò a cercare quanto occorreva -per fare una compressa e rianimarvi. Voi siete -ferito alla fronte, là, ve ne accorgete? -</p> - -<p> -— Adesso sì, egli disse. -</p> - -<p> -— Oh non sarà nulla, osservò la vecchia. La vostra -testa, per buona sorte, è caduta su questo mannichino. -</p> - -<p> -— Mi sento infinitamente meglio, rispose il pittore, non -ho più altro bisogno all'infuori d'una carrozza per restituirmi -a casa. La portinaia andrà a cercarmene una. -</p> - -<p> -Egli voleva rinnovare i suoi ringraziamenti alle due incognite, -ma ad ogni frase la vecchia l'interrompeva dicendo: — Domani, -signore, abbiate cura di applicarvi delle -sanguisughe, o farvi fare un salasso, bere qualche tazza di -decotto vulnerario; curatevi, le cadute sono pericolose. -</p> - -<p> -La giovinetta guardava di soppiatto il pittore ed i quadri -dello studio. Il suo contegno ed i suoi sguardi erano -di una perfetta decenza; la sua curiosità rassomigliava -a distrazione ed i suoi occhi sembravano esprimere quell'interesse -che le donne prendono, con una spontaneità -tutta grazia, ad ogni nostra sfortuna. Le due sconosciute -alla presenza del pittore sofferente sembravano dimenticare -le opere sue. Allorchè egli le ebbe tranquillate sul -proprio conto, uscirono esaminandole con una sollecitudine -priva ad un tempo di enfasi e di famigliarità, senza -fargli domande indiscrete nè cercare di inspirargli il desiderio -di conoscerle. Le loro azioni ebbero l'impronta di -una natura squisita e del buon gusto. I loro modi nobili -e semplici produssero dapprima poco effetto sul pittore; -ma più tardi, quando si risovvenne di tutte le circostanze -di questo avvenimento, ne fu vivamente colpito. Arrivando -al piano inferiore a quello in cui si trovava lo studio del -pittore, la vecchia sclamò con dolcezza: — Adelaide, tu -hai lasciata aperta la porta. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_70">[70]</span> -</p> - -<p> -— Era per venire in mio soccorso, rispose il pittore con -un sorriso di riconoscenza. -</p> - -<p> -— Mamma mia, voi siete discesa appena adesso, replicò -la giovinetta arrossendo. -</p> - -<p> -— Volete che vi accompagniamo fino abbasso? disse -la mamma al pittore. La scala è scura. -</p> - -<p> -— Grazie, signora, mi sento molto meglio. -</p> - -<p> -— Tenetevi fermo alla sbarra. -</p> - -<p> -Le due donne restarono sul pianerottolo per far lume -al giovane ascoltando i suoi passi. -</p> - -<p> -Per comprendere tutto ciò che questa scena poteva -avere di curioso e di inatteso per il pittore, è d'uopo aggiungere -che solo da alcuni giorni egli aveva collocato -il suo studio negli abbaini di quella casa, nel luogo più -oscuro e più pantanoso della via Suresne, quasi dirimpetto -alla chiesa della Maddalena, a due passi dal suo -appartamento che si trovava in via dei Campi Elisi. La -celebrità che il suo talento gli aveva acquistata, avendolo -fatto uno degli artisti più cari alla Francia, cominciava -a non più sentire le strette del bisogno e godeva, -a dir suo, delle sue ultime miserie. Invece di andare -a lavorare in uno di quegli studii situati presso le -barriere ed il cui modico affitto era altra volta in rapporto -colla modestia dei suoi guadagni, aveva soddisfatto -ad un desiderio che si rinnovava tutti i giorni evitando -una lunga corsa e la perdita di un tempo divenuto per -lui più prezioso che mai. Nessuno al mondo avrebbe -inspirato tanto interesse come Ippolito Schinner, se avesse -acconsentito a farsi conoscere; ma egli non confidava con -leggierezza i segreti della sua vita. Era l'idolo di una madre -povera che l'aveva educato a costo delle più grandi -privazioni. La signorina Schinner, figlia d'un fittabile -alsaziano, non era mai stata maritata. La sua anima -tenera era stata crudelmente oltraggiata da un uomo -ricco che non vantava troppa delicatezza in fatto d'amore. -Il giorno in cui, ancora ragazza, ed in tutto lo splendore -della sua bellezza, subì, a spese del suo onore e dei suoi -ideali, quella disillusione che ci colpisce così lentamente -e così presto, giacchè crediamo il più tardi possibile al -male e ci sembra arrivi sempre troppo presto, quel giorno -fu un secolo di riflessioni, e fu pure il giorno de' pensieri -religiosi e della rassegnazione. Ella rifiutò l'elemosina -di colui che l'aveva ingannata, rinunziò al mondo e si -<span class="pagenum" id="Page_71">[71]</span> -fece una gloria del suo fallo. Si dedicò tutta all'amore -materno chiedendogli le sue delizie in compenso dei godimenti -sociali cui rinunciava. Visse del suo lavoro accumulando -nel figlio un tesoro. Così, più tardi, un giorno, -un'ora, la compensò dei lunghi e lenti sacrificii della sua -indigenza. All'ultima esposizione suo figlio aveva ottenuto -la croce della legione d'onore. Nei giornali, unanimi in -favore di un talento sconosciuto, risonavano ancora le -lodi sincere. Gli artisti stessi riconoscevano Schinner per -un maestro ed i negozianti coprivano d'oro i suoi quadri. -</p> - -<p> -A venticinque anni Ippolito Schinner, cui sua madre -aveva trasmessa l'anima sua di donna, aveva, meglio che -mai, compresa la sua posizione nel mondo. Volendo rendere -a sua madre le gioje di cui l'aveva privata la società -per tanto tempo, viveva per lei, sperando, mercè -la gloria e la fortuna, di vederla un giorno felice, ricca, -considerata, attorniata dagli uomini più celebri. Schinner -aveva quindi scelto i suoi amici fra gli uomini più onorevoli -e più distinti. Difficile nella scelta delle sue relazioni, -voleva sempre più inalzare la sua posizione, già -così elevata per il suo talento. Costringendolo alla solitudine, -questa madre dei grandi pensieri, il lavoro cui -si era dedicato nella sua gioventù l'aveva mantenuto -nelle belle credenze che sono il decoro del primi giorni -della vita. La sua anima adolescente non sconosceva -alcuno di quei mille pudori che fanno del giovane un -essere a sè il cui cuore abbonda di felicità, di poesia, -di speranze vergini, deboli agli occhi dei disillusi, ma -profonde perchè semplici. Era stato dotato di quelle maniere -dolci e gentili che si addicono così bene all'anima -e seducono anche quelli che non le comprendono. Era -ben fatto. La sua voce che partiva dal cuore ne palesava -agli altri i nobili sentimenti, ed attestava nell'accento -una vera modestia, un certo candore. Chi lo vedeva, si -sentiva attratto a lui da una di quelle influenze morali -che i dotti non hanno ancora esaminate a fondo; essi vi -troverebbero qualche fenomeno di galvanismo, o l'azione -di non so qual fluido e formulerebbero i nostri sentimenti -con certe proporzioni di ossigeno e di elettricità. -Questi particolari faranno forse comprendere alle persone -ardite per carattere ed agli uomini bene incravattati perchè, -durante l'assenza del portinaio che aveva mandato -a cercare una carrozza in fondo alla via della Maddalena, -<span class="pagenum" id="Page_72">[72]</span> -Ippolito Schinner non fece alla portinaja interpellanza -qualsiasi sulle due persone che gli avevano dimostrato -il loro buon cuore. Ma, quantunque egli rispondesse con -dei sì e dei no alle domande, naturali in simile circostanza, -che gli vennero rivolte da questa donna sul suo -accidente e sull'intervento officioso delle inquiline del -quarto piano, non potè impedirle di obbedire all'istinto -dei portinaj: essa gli parlò delle due sconosciute secondo -gli interessi della sua politica ed i giudizii sotterranei -della portineria. -</p> - -<p> -— Ah! disse, è senza dubbio la signorina Leseigneur -e sua madre! Sono qui da quattro anni e non sappiamo -ancora che cosa facciano. La mattina, solo però fino a mezzodì, -una vecchia servente, mezzo sorda, e che non parla -più di un muro, viene a far loro i servizii. La sera, due -o tre vecchi signori, decorati come voi, signore, di cui uno -ha carrozza e servitori ed al quale si danno da cinquanta -mila lire circa di rendita, vengono da lei e vi restano -spesso molto tardi. Sono, del resto, inquilini molto tranquilli, -come voi, signore. E poi, economi, vivono di nulla. -Appena arriva una lettera, la pagano. È strano, signore, -la madre ha un nome diverso della figlia. Ah! quando -vanno alle Tuileries, la signorina è motto attraente, e non -esce una volta senza essere inseguita da giovinotti ai -quali chiude la porta in faccia, e fa bene. Il padrone di -casa non permetterebbe. -</p> - -<p> -La carrozza era arrivata. Ippolito non volle saperne di -più e tornò a casa sua. Sua madre, cui raccontò la sua -avventura, tornò a medicargli la ferita e non gli permise -di tornare il dì dopo allo studio. Sentito un medico, vennero -date diverse prescrizioni ed Ippolito restò in casa per -tre giorni. Durante questa reclusione la sua imaginazione -disoccupata gli ricordò con vivacità, e quasi a frammenti, -i particolari della scena che aveva avuto sotto gli occhi -dopo il suo svenimento. Il profilo della giovinetta si delineava -nettamente sulle tenebre della sua visione interna: -rivedeva il volto appassito della madre e sentiva -ancora lo mani di Adelaide; ricordava un gesto, che a -primo tratto l'aveva poco colpito, ma le cui grazie squisite -erano messe in rilievo dal ricordo; poi venne un momento -in cui i suoni d'una voce melodiosa abbellita a distanza -dalla memoria, si ripresentarono d'un tratto, come oggetti -che dal fondo dell'acqua emergono alla superficie. -<span class="pagenum" id="Page_73">[73]</span> -Così, il giorno in cui gli fu permesso di riprendere i suoi -lavori, tornò per tempo al suo studio; ma la visita, che -aveva incontestabilmente il diritto di fare alle sue vicine; -era la vera causa della sua premura; dimenticava -già i suoi quadri incominciati. -</p> - -<p> -Nel momento in cui una passione rompe i suoi ritegni, -si trovano del piaceri inesplicabili che comprendono -quelli che hanno amato. Così alcuni comprenderanno -perchè ii pittore salì lentamente gli scalini del quarto -piano, ed avranno la chiave del segreto delle pulsazioni -che si succedettero nel suo cuore al momento in cui vide -la porta bruna del modesto appartamento abitato dalla -signorina Leseigneur. Quella ragazza che non portava -il nome di sua madre aveva destate mille simpatie nel -giovine pittore; voleva vedere fra loro certe analogie di -posizione e le regalava le sventure della sua origine. Lavorando, -Ippolito si lasciò andare colla massima compiacenza -a pensieri d'amore, e, per uno scopo che non -sapeva bene spiegarsi, fece molto strepito per obbligare -le due dame ad occuparsi di lui come egli si occupava -di loro. Si trattenne fino tardi nello studio, vi pranzò; -indi verso le sette discese dalle sue vicine. -</p> - -<p> -Nessun pittore di costumi ha osato iniziarci, forse per -pudore, ai secreti veramente curiosi di certe esistenze -parigine, ai misteri di quelle abitazioni d'onde escono toelette -così fresche e così eleganti, donne brillanti che, ricche -in apparenza, lasciano in casa vedere dappertutto i -segni di una fortuna equivoca. Se la pittura è qui disegnata -con troppa franchezza, se vi trovate delle lungaggini, -non ne accusate la descrizione che forma, per così -dire, corpo colla storia; giacchè l'aspetto dell'appartamento -abitato dalle due vicine ebbe una grande influenza -sui sentimenti e sulle speranze di Ippolito Schinner. -</p> - -<p> -La casa apparteneva ad uno di quei proprietarii in cui -è insito un orrore profondo per le riparazioni e gli abbellimenti, -uno di quegli uomini che considerano la loro posizione -di proprietario parigino come uno stato. Nella -gran catena delle specie morali questa gente tiene il -mezzo fra l'avaro e l'usurajo. Ottimisti per calcolo, sono -fedeli allo <i>statu quo</i> dell'Austria. Se parlate di smuovere -un infisso od una porta, di praticare la più necessaria -delle innovazioni, i loro occhi brillano, la loro bile si -commuove, si impennano come cavalli spaventati. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_74">[74]</span> -</p> - -<p> -Quando il vento ha rovesciato qualche comignolo dei -loro camini, sono ammalati e si privano di una serata al -<i>Ginnasio</i> od alla <i>Porta San Martino</i>, a motivo delle riparazioni. -Ippolito, che a proposito di certi abbellimenti da -praticare nel suo studio aveva avuto gratis la rappresentazione -di una scena comica col signor Molineux, non si -meravigliò delle intonazioni nere ed untuose, delle tinte -oliacee, delle macchie ed altri accessorii abbastanza disgustosi -che decoravano le stanze. Quelle stigmate di -miseria non sono del resto senza poesia agli occhi di un -artista. -</p> - -<p> -La signorina Leseigneur venne ella stessa ad aprire la -porta. Vedendo il giovine pittore, lo salutò; poi, nello -stesso tempo, con quella destrezza parigina e con quella -presenza di spirito che è un dono della fierezza, si rivolse -per chiudere la porta di una tramezza a vetri attraverso -la quale Ippolito avrebbe potuto vedere alcune biancherie -stese sopra corde al di sopra di fornelli economici, -un vecchio letto di cinghie, la bragia, il carbone, i ferri -da stirare, la fontana filtrante, il vasellame e tutti gli -utensili necessarii all'economia domestica di una casa ristretta. -Alcune cortine di mussolina abbastanza pulite nascondevano -questo <i>cafarnao</i>, parola d'uso per designare -famigliarmente questa specie di laboratorio, del resto -male illuminato dalla scarsa luce presa a prestito da una -corte vicina. Col rapido colpo d'occhio degli artisti, Ippolito -vide la destinazione, i mobili, l'assieme e lo stato -di questa prima camera divisa in due. La parte rispettabile, -che serviva contemporaneamente d'anticamera e di -sala da pranzo, era coperta da una vecchia tappezzeria -color aurora ad orli vellutati, senza dubbio fabbricata da -Reveillon, i cui buchi e le macchie erano stati accuratamente -dissimulati mediante ostie da suggellare. Delle -incisioni che rappresentavano le battaglie d'Alessandro, -lavoro di Lebrun, ma colle cornici dalle dorature scolorite, -decoravano simmetricamente le pareti. Nel mezzo -di questa camera vi era un tavolo d'acajù massiccio, di -forma antica e dagli orli logori. Una piccola stufa, il cui -tubo dritto o senza gomito era appena visibile, si trovava -dinanzi al camino il cui focolare conteneva un armadio. -</p> - -<p> -Per uno strano contrasto, le sedie presentavano qualche -traccia di uno splendore passato: erano di acajù scolpito; -ma il marocchino rosso del sedere, i chiodi dorati -<span class="pagenum" id="Page_75">[75]</span> -e la passamanteria mostravano cicatrici numerose come -quelle dei vecchi sergenti della guardia imperiale. Questa -stanza serviva da museo a certe cose che non si incontrano -se non in tale specie di famiglie anfibie, oggetti senza -nome che partecipano ad un tempo al lusso ed alla miseria. -Fra le altre curiosità Ippolito vide un cannocchiale -magnificamente ornato, sospeso al di sotto del piccolo -specchio verdastro che decorava il camino. Per fare il -pajo con questo strano mobile vi era tra il camino e la -tramezza una misera credenza dipinta in acajù, quello -fra tutti i legnami che meno si riesce a simulare. Ma il -pavimento rosso e sdrucciolevole, ma i logori tappetini -collocati davanti alle sedie, ma i mobili, tutto risplendeva -per quella proprietà di manutenzione che da un -falso bagliore alle cose vecchie, meglio rilevandone i difetti, -l'età, i lunghi servizii. Regnava in quella stanza un -sentore indefinibile risultante dalle esalazioni del cafarnao -mescolate ai vapori della sala da pranzo ed a -quelli della scala, benchè la finestra fosse semiaperta e -l'aria della strada agitasse le tende di percallo, accuratamente -distese, in modo da nascondere gli stipiti in cui -gli inquilini precedenti avevano segnata la loro presenza -con diverse incrostazioni, specie di affreschi domestici. -Adelaide aprì prontamente l'uscio dell'altra camera in -cui introdusse il pittore con certo piacere. Ippolito, che -aveva già veduto presso sua madre gli stessi sintomi d'indigenza, -li osservava colla singolare vivacità d'impressione -che caratterizza i primi acquisti della nostra memoria, -ed entrò meglio che altri non l'avrebbe fatto nei -particolari di questa esistenza. Riconoscendo gli oggetti -della sua età infantile, questo buon giovine non sentì di -questa miseria occultata disprezzo, nè orgoglio del lusso -che aveva conquistato per sua madre. -</p> - -<p> -— Ebbene, signore! spero che non sentirete più gli effetti -della vostra caduta? gli disse la vecchia, levandosi -da una vecchia poltrona collocata all'angolo del camino, -e presentandogli una sedia. -</p> - -<p> -— No, signora. Vengo a ringraziarvi delle premure che -mi avete usato, e sopratutto la signorina che m'ha udito -cadere. -</p> - -<p> -Dicendo questa frase, satura dell'adorabile stupidità che danno -all'anima i primi turbamenti dell'amor vero, Ippolito -guardava la giovinetta. Adelaide accendeva la lampada -<span class="pagenum" id="Page_76">[76]</span> -a doppia corrente d'aria, allo scopo di far scomparire -una candela inastata sopra una gran bugia di rame -e adorna di scanalature sporgenti per l'abbondanza dello -scolo. -</p> - -<p> -Fece un lieve saluto, andò a riporre la bugia nell'anticamera, -ritornò per collocare la lampada sul camino e -sedette presso sua madre, un po' indietro del pittore, per -poterlo guardare, con suo comodo dandosi l'aria di essere -occupatissima del contegno della lampada la cui fiamma -sotto l'influenza dell'umidità di un vetro sporco, gettava -faville dibattendosi con un lucignolo nero e mal tagliato. -Vedendo il gran specchio che ornava la caminiera, Ippolito -vi gettò prontamente gli occhi per ammirare Adelaide. -La piccola astuzia della giovinetta non servì dunque -che ad imbarazzarli ambedue. Discorrendo colla signora -Leseigneur, giacchè Ippolito le dava a caso questo -nome, esaminò la sala, ma con prudenza e di soppiatto. -Il focolare era così pieno di ceneri, che si vedevano -appena le figure egiziane degli alari in ferro. Due tizzoni -cercavano di riunirsi avanti un ceppo, interrato con tanta -cura come fosse il tesoro d'un avaro. Un vecchio tappeto -d'Aubusson, ben rattoppato, ben ripulito, logoro come -l'abito di un invalido, non copriva tutto il pavimento -smorzandone appena il freddo. I muri avevano per ornamento -una tappezzeria rossastra che figurava una stoffa di -damasco a disegni gialli. Nel mezzo della parete opposta -a quella in cui si trovavano le finestre, il pittore vide una -apertura segreta e le pieghe fatte nella tappezzeria dalle -due porte di un'alcova ove senza dubbio andava a dormire -la signora Leseigneur. Un canapè situato dinanzi a -questa apertura segreta la mascherava imperfettamente. -In faccia al camino v'era un tavolo d'acajù molto bello, -i cui ornati non mancavano nè di ricchezza nè di buon -gusto. Un ritratto appeso al di sopra rappresentava un -militare d'alto grado: ma la scarsità della luce non permise -al pittore di distinguere a quale arma appartenesse. -Quell'orribile sgorbio pareva, del resto, fatto in China anzichè -a Parigi. Alle finestre alcune tende di seta rossa -erano scolorite come i mobili tappezzati in giallo e rosso -che guarnivano questa sala a doppio uso. Sul marmo del -tavolo, una preziosa guantiera di malachite sosteneva una -dozzina di tazze da caffè magnificamente dipinte e senza -dubbio fatte a Sèvres. Sul camino troneggiava l'eterna pendola -<span class="pagenum" id="Page_77">[77]</span> -dell'Impero, un guerriero che guida i quattro cavalli -d'un carro la cui ruota porta ad ogni raggio la cifra di -un'ora. Le candele dei candelabri erano gialle pel fumo, -e ad ogni angolo dell'intelajatura si vedeva un vaso di -porcellana nel quale si trovava un mazzo di fiori artificiali, -pieni di polvere ed ammuffiti. Nel mezzo della -stanza Ippolito osservò un tavolo da giuoco in pieno assetto -e delle carte nuove. Per un osservatore vi era un -non so che di desolante nello spettacolo di questa miseria -imbellettata come una vecchia che vuol far dire il -falso al suo viso. A questo spettacolo ogni uomo di buon -senso si sarebbe proposto in segreto e ili primo acchito -questa specie di dilemma: O queste due donne sono la -stessa probità, o vivon d'intrighi e di giuoco. Ma, vedendo -Adelaide, un giovane puro come Schinner doveva credere -all'innocenza la più perfetta e dare le cause più onorevoli -all'incoerenza del mobilio. -</p> - -<p> -— Figlia mia, disse la vecchia alla giovinetta, ho freddo, -fateci un po' di fuoco e datemi il mio scialle. -</p> - -<p> -Adelaide andò in una camera attigua alla sala e ritornò -portando a sua madre uno scialle di cascemir che, -nuovo, aveva dovuto essere di gran valore, essendone -indiani i disegni; ma, vecchio, senza freschezza e tutto a -rattoppi, armonizzava coi mobili. La signora Leseigneur -vi si avviluppò in modo assai artistico e coll'abilità di -una vecchia che vuol far credere alla verità delle sue -parole. La giovinetta corse lestamente al cafarnao e ritornò -con una manciata di legna minuta che gettò bravamente -sul fuoco per riattizzarlo. -</p> - -<p> -Sarà molto difficile tradurre la conversazione che ebbe -luogo fra queste tre persone. Guidato dal tatto che si -acquista colle disgrazie provate dall'infanzia, Ippolito non -osava permettersi la menoma osservazione relativa alla -posizione delle sue vicine, vedendo intorno a sè i sintomi -di un imbarazzo così mal celato. La più semplice domanda -sarebbe stata indiscreta, e non doveva essere fatta -che dopo un'amicizia già antica. Tuttavia il pittore era -profondamente preoccupato di questa miseria celata, la -sua anima generosa ne soffriva; ma sapendo ciò che ogni -specie di pietà, anche la più amica, può avere di offensivo, -si trovava impacciato nel disaccordo che esisteva fra i -suoi pensieri e le sue parole. Le due donne parlarono -dapprima di pittura indovinando benissimo gli imbarazzi -<span class="pagenum" id="Page_78">[78]</span> -segreti che produce una prima visita; esse forse li provavano -e la natura dei loro spirito fornì loro mille risorse -per farli cessare. Interrogando il giovine sui procedimenti -materiali dell'arte sua, sui suoi studii, Adelaide -e sua madre l'incoraggiarono a discorrere. Gli indefiniti -i nonnulla della loro conversazione, animati dalla benevolenza, -condussero in modo affatto naturale Ippolito -a fare alcune osservazioni o riflessioni che dipingevano -la natura dei suoi costumi e dell'animo suo. I dispiaceri -avevano prematuramente avvizzito il volto della vecchia, -che una volta senza dubbio era stata bella; ora non le -rimanevano più che i tratti salienti, i contorni, in una -parola lo scheletro di una fisionomia il cui insieme indicava -una gran finezza, molta grazia nel muovere gli occhi -nei quali si trovava l'espressione particolare alle -dame dell'antica corte e che non si saprebbe definire. -Questi lineamenti, così fini, così delicati, potevano ben -anche denotare dei cattivi sentimenti, far supporre l'astuzia -e l'inganno femminile portato ad un alto grado di perversità -anzichè mostrare le delicatezze di un'anima bella. -In fatto il volto delle donne ha una cosa che mette in -imbarazzo l'osservatore volgare, che cioè vi è impercettibile -la differenza fra la franchezza e la doppiezza, il genio -dell'intrigo e il genio del cuore. L'uomo dotato di vista -penetrante indovina queste gradazioni inafferrabili, prodotte -da una linea più o meno curva, da una fossetta più -o meno marcata, da una sporgenza più o meno tonda o -prominente. -</p> - -<p> -L'apprezzamento di questi diagnostici è tutto riservato -all'intuizione, che sola può far scoprire quello che altri -ha interesse ad occultare. Il volto di questa signora era -il <i>fac simile</i> dell'appartamento che abitava; pareva altrettanto -difficile sapere se quella miseria occultava dei -vizii od un'alta probità, come il riconoscere se la madre -d'Adelaide era un'antica civetta abituala a lutto pesare, -tutto calcolare, tutto vendere, o una donna piena di -nobiltà e di qualità amabili. All'età di Schinner il primo -movimento del cuore è di credere al bene. Quindi, contemplando -la fronte nobile e quasi sdegnosa di Adelaide, -guardando quegli occhi pieni d'anima e di pensieri, respirò, -per così dire, i soavi e modesti profumi della -virtù. Nel mezzo della conversazione colse il destro di -parlare dei ritratti in generale, per avere il diritto di e sa- -<span class="pagenum" id="Page_79">[79]</span> -minare l'orribile pastello di cui tutte le tinte erano impallidite, -e da cui era in gran parte caduta la polvere. -</p> - -<p> -— Senza dubbio voi avete affetto a questa pittura a -motivo della rassomiglianza, mie signore, giacchè il disegno -è orribile, disse guardando Adelaide. -</p> - -<p> -— È stato fatto a Calcutta in gran fretta, rispose la -madre con voce commossa. -</p> - -<p> -Contemplò lo schizzo informe con quell'abbandono profondo -che deriva dai ricordi di felicità quando si ridestano -e piombano sul cuore come una rugiada benefica -alle cui fresche impressioni amiamo abbandonarci; ma -nell'espressione del volto della vecchia signora apparvero -altresì le traccie di un eterno cordoglio. Almeno il pittore -volle interpretare così l'attitudine o la fisionomia -della sua vicina, presso la quale andò a sedersi. -</p> - -<p> -— Madama, aggiunse, qualche tempo ancora, od i colori -di questo pastello saranno scomparsi. Il ritratto non -esisterà più che nella vostra memoria. Là voi vedrete una -figura che vi è cara, gli altri non ne capiranno più nulla. -Volete permettermi di riportare quella figura sulla tela? -Vi sarà fissata più durevolmente che sulla carta. Accordatemi, -in grazia della nostra vicinanza, il piacere di -farvi questo servizio. Vi sono momenti in cui un artista -ama sollevarsi dalle sue grandi composizioni con lavori -di minore portata: il rifare questa tosta Rara per me una -distrazione. -</p> - -<p> -La vecchia udendo queste parole trasalì, n Adelaide -gettò sul pittore uno di quelli sguardi concentrati che -pajono uno zampillo dell'anima. -</p> - -<p> -Ippolito voleva appartenere alle sue due vicine con -qualche vincolo ed acquistarsi il diritto di mescolarsi alla -loro esistenza. La sua offerta rivolgendosi alle più vive -affezioni del cuore, era la sola che gli fosse possibile fare; -accontentava il suo orgoglio d'artista, e non aveva nulla -d'offensivo per le due dame. Madama Leseigneur accettò -senza entusiasmo nè rammarico, ma con quella conscienza -delle grandi anime che sanno l'importanza dei vincoli -che si stringono con simili obbligazioni e che ne fanno -un magnifico elogio, una prova di stima. -</p> - -<p> -— Si, ella disse; e quello dei capitani di vascello. Il -signor De Ruvilie, mio marito, è morto a Batavia in seguito -ad una ferita ricevuta in un combattimento contro -un vascello inglese che incontrò sulle coste d'Asia. Egli -<span class="pagenum" id="Page_80">[80]</span> -montava una fregata di cinquantasei cannoni e la <i>Revenge</i> -era un vascello di novantasei. La lotta fu affatto -ineguale, ma egli si difese così coraggiosamente che vi -durò Ano alla notte e potè mettersi in salvo. Quando tornai -in Francia, Bonaparte non era ancora al potere, e mi -fu rifiutata una pensione. Allorchè ultimamente la sollecitai -di nuovo, il ministro mi disse con durezza che se -il barone De Ruville fosse emigrato, l'avrei conservato! -che oggi sarebbe senza dubbio contrammiraglio; finalmente -Sua Eccellenza Ani per oppormi non so qual legge -sulle prescrizioni. Questo passo, al quale alcuni amici mi -avevano spinta, non lo feci che per la mia povera Adelaide. -Ho sempre provato ripugnanza a stendere la mano -in nome di un dolore che toglie ad una donna la voce -e le forze. Non amo questa stima pecuniaria di un sangue -versato irreparabilmente... -</p> - -<p> -— Mamma mia, la conversazione su questo soggetto ti -fa sempre male. -</p> - -<p> -A queste parole d'Adelaide la baronessa Leseigneur De -Rouville chinò la testa e tacque. -</p> - -<p> -— Signore, disse la giovinetta ad Ippolito, io credevo -che il lavoro dei pittori in generale non facesse gran fracasso. -</p> - -<p> -A tale questione, Schinner arrossì pensando al rumore -che aveva fatto. Adelaide non insistè e gli risparmiò una -bugia, alzandosi d'un tratto allo strepito d'una carrozza -che si fermava alla porta; passò nella sua camera, dalla -quale ritornò tosto con due candellieri dorati guerniti di -candele incominciate che prestamente accese, e senza -attendere il suono del campanello apri l'uscio della prima -stanza di cui abbassò la lampada. Il suono di un bacio -ricevuto e dato rimbombò Ano nel cuore di Ippolito. L'impazienza -che il giovine provava di vedere colui Che trattava -così famigliarmente Adelaide non Ai soddisfatta -tanto presto. I sopraggiunti ebbero colla giovinetta una -conversazione a voce bassa che egli trovò molto lunga. -Finalmente la signorina De Rouville ricomparve seguita da -due uomini, il cui abito, la fisionomia e l'aspetto erano -tutta una storia. In età di circa sessanta anni il primo -portava uno di quegli abiti, inventati credo da Luigi X VII! -allora regnante, o nel quale il più difficile problema abbigliativo -era stato risolto da un sarto che doveva restare -immortale. Questo artista conosceva, per certo l'arte -<span class="pagenum" id="Page_81">[81]</span> -delle transizioni che costituì tutto il genio di quell'epoca -politicamente così mobile. Non è forse merito assai raro -quello di saper giudicare i proprii tempi? -</p> - -<p> -Questo abito, che i giovani d'oggi possono ritenere una -favola, non era nè civile nè militare e poteva passare a -volta a volta per militare e per civile. Dei fiori di giglio -ornavano le risvolte delle due falde posteriori. -</p> - -<p> -I bottoni dorati erano pur essi a dori di giglio. Sulle -spalle, due striscio vuote aspettavano delle spalline inutili. -Questi due sintomi di milizia eran là come una petizione -senza postilla. Nel vecchio, sulla bottoniera del -suo abito di panno turchino fiorivano diversi nastri. Egli -aveva senza dubbio in mano il suo tricorno guernito di -un nastro d'oro, giacchè i nivei ricci dei suoi capelli incipriati -non presentavano traccia della pressione d'un -cappello. Pareva non avesse più di cinquantanni e sembrava -godere di una robusta salute. Pure accusando il -carattere leale e franco dei vecchi emigrati, la sua fisionomia -dinotava anche i costumi libertini e facili, le gaje -passioni e la noncuranza di quei moschettieri una volta -così celebri nei fasti della galanteria. I suoi gesti, il suo -portamento, le sue maniere, annunziavano che non voleva -correggersi, nè del suo realismo, nè della sua religione, -nè dei suoi amori. -</p> - -<p> -Una figura veramente fantastica teneva dietro a queste -pretensioso <i>voltigeur de Louis XV</i> (era il nomignolo dato -dai bonapartisti a questi nobili avanzi della monarchia) -ma per ben dipingerla bisognerebbe farne la parte principale -del quadro di cui non è che un accessorio. Figuratevi -un individuo secco e magro, vestito come il primo, -ma che non ne era, per così dire, che il riflesso o l'ombra. -L'abito nuovo nell'uno era vecchio e sdruscito nell'altro. -</p> - -<p> -La cipria del capelli sembrava meno bianca nel secondo, -l'oro dei fiori di giglio meno splendente, i tentativi di -spalline più disperati e più raggrinzati, l'intelligenza più -fiacca, la vita più di quella del primo inoltrata preso il -termine fatale. Finalmente, realizzava quel motto di Rivarol -su Champcenetz: «È il mio Chiaro di luna.» Egli -non era che il bis dell'altro, un bis pallido e meschino, -giacchè correva fra i due tutta la differenza che esiste -fra la' prima e l'ultima tiratura di una litografia. Questo -vecchio muto fu un mistero pel pittore e restò sempre -<span class="pagenum" id="Page_82">[82]</span> -un mistero. Il cavaliere — era cavaliere — non parlò e nessuno -parlò a lui. Era un amico, un parente povero, un -uomo che si attaccava al vecchio galante come una damigella -di compagnia presso una vecchia signora? Teneva -il mezzo fra il cane, il pappagallo e l'amico? Aveva -salvato le sostanze o soltanto la vita del suo benefattore? -Era il <i>Trim</i> di un altro capitano Tobia? Altrove, come -dalla baronessa De Rouville, eccitava la curiosità senza -mai soddisfarla. Chi poteva, sotto la Ristorazione, ricordarsi -l'attaccamento che prima della Rivoluzione legava -questo cavaliere alla donna del suo amico, morta da vent'anni? -</p> - -<p> -Il personaggio che pareva il più nuovo di questi due -avanzi, si inoltrò con galanteria verso la baronessa De -Rouville, le baciò la mano, e si sedette presso di lei. -L'altro salutò e si collocò presso il suo tipo, ad una distanza -rappresentata da due sedie. Adelaide venne ad -appoggiare i gomiti sullo schienale della poltrona occupata -dal vecchio gentiluomo, imitando, senza saperlo, la -posa che Guerin ha data alla sorella di Didone nel celebre -suo quadro. Benchè la famigliarità del gentiluomo -fosse quella di un padre, pel momento parve che le sue -libertà spiacessero alla giovinetta. -</p> - -<p> -— Ebbene, mi fai il broncio? disse gettando su Schinner -uno di quegli sguardi obliqui pieni di finezza e di -malizia, sguardi diplomatici la cui espressione tradiva la -prudente inquietudine, la curiosità cortese delle persone -bene educate che vedendo uno sconosciuto sembra domandino: — È -dei nostri? -</p> - -<p> -— Ecco il nostro vicino, gli disse la vecchia mostrandogli -Ippolito. Il signore è un celebre pittore il cui nome -vi deve essere noto malgrado la vostra indifferenza per -le arti. -</p> - -<p> -Il gentiluomo riconobbe la malizia della sua vecchia -amica nell'omissione del nome, e salutò il giovane. -</p> - -<p> -— Certamente, egli disse, ho inteso parlar molto dei -suoi quadri all'ultima esposizione. Il talento ha dei bei -privilegi, signore, aggiunse guardando il nastro rosso -dell'artista. Questa distinzione, che noi dobbiamo conquistare -al prezzo del nostro sangue e di lunghi servizii, voi -l'ottenete da giovani; ma tutte le glorie sono sorelle, aggiunse -portando la mano alla sua decorazione di San -Luigi. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_83">[83]</span> -</p> - -<p> -Ippolito balbettò alcune parole di ringraziamento, e ricadde -nel suo silenzio accontentandosi di rimirare con -entusiasmo la bella testa della giovinetta che l'aveva incantato. -In breve si immerse in quella contemplazione -senza più pensare alla miseria profonda dell'appartamento. -Per lui il volto di Adelaide si staccava da un'atmosfera -luminosa. Rispose brevemente alle domande che -gli furono rivolte e che fortunatamente capì, grazie a una -facoltà singolare dell'anima nostra, il cui pensiero può, -qualche volta, in certo modo raddoppiarsi. A chi non è -accaduto d'essere assorto in una meditazione voluttuosa -o triste, di ascoltarne nell'interno la voce ed assistere ad -una conversazione o ad una lettura? Ammirabile dualismo -che spesso ajuta a compatire i nojosi. Feconda e -ridente la speranza gli versò mille pensieri di felicità, e -non volle più nulla osservare intorno a sè. Dopo un certo -lasso di tempo si accorse che la vecchia dama e sua figlia -giocavano col vecchio gentiluomo. Quanto al satellite di colui, -fedele alla sua condizione di ombra, si teneva in -piedi dietro l'amico, il cui giuoco lo preoccupava, rispondendo -alle mute domande che gli faceva il giuocatore -con delle piccole smorfie approvative, che ripetevano i -movimenti interrogatorii dell'altra fisionomia. -</p> - -<p> -— Du Holga, perdo sempre, diceva il gentiluomo. -</p> - -<p> -— Scartate male, riprese la baronessa De Rouville. -</p> - -<p> -— Ecco tre mesi che non ho potuto guadagnarvi una -partita sola, egli riprese. -</p> - -<p> -— Ha gli assi il signor conte? domandò la vecchia -dama. -</p> - -<p> -— Sì, ancora uno segnato, egli disse. -</p> - -<p> -— Volete che vi dia un consiglio? diceva Adelaide. -</p> - -<p> -— No, no, resta dinanzi a me. Perbacco! sarebbe perdere -troppo il non averti in faccia. -</p> - -<p> -Finalmente la partita finì. Il gentiluomo estrasse la sua -borsa, e gettando due luigi sul tappeto, non senza mal -umore: — Quaranta franchi, giusti come l'oro, disse. Eh -diavolo! sono le undici! -</p> - -<p> -— Sono le undici, ripetè il personaggio muto guardando -il pittore. -</p> - -<p> -Il giovine, intendendo questa parola un po' più distintamente -di tutte le altre, pensò che era tempo di ritirarsi. Ritornando -allora nel mondo delle idee volgari, trovò alcuni -luoghi comuni per prendere la parola, salutò la baronessa, -<span class="pagenum" id="Page_84">[84]</span> -sua figlia, i due sconosciuti, ed uscì in preda alle prime felicità -dell'amor vero, senza cercare di analizzare i piccoli -avvenimenti di quella serata. -</p> - -<p> -Il giorno dopo il giovine pittore provò il desiderio più -violento di rivedere Adelaide. Se avesse dato ascolto alla -sua passione, sarebbe andato dalle sue vicine fino dalle -sei del mattino, arrivando allo studio. Fu però ancora -tanto ragionevole da attendere fin dopo mezzodì. Appena -credette poter presentarsi a madama De Rouville, discese, -suonò, ed arrossendo come una ragazza domandò timidamente -il ritratto del barone De Rouville alla signorina -Leseigneur che era venuta ad aprirgli. -</p> - -<p> -— Ma entrate, gli disse Adelaide che senza dubbio -l'aveva udito discendere dal suo studio. -</p> - -<p> -Il pittore la seguì, timido, sconcertato, non sapendo -proferir parola tanto la felicità lo rendeva stupido. Vedere -Adelaide, udire il fruscio della sua veste, dopo aver -desiderato per tutta una mattina di essere presso di lei, -dopo essersi alzato cento volte dicendo: — Vado abbasso, -e non essere ancora disceso; era per lui vivere con tale -esuberanza, che simili sensazioni troppo prolungate gli -avrebbero logorata l'anima. Il cuore ha la potenza singolare -di dare un prezzo straordinario ai nonnulla. Che -gioja non è per un viaggiatore il raccogliere un filo -d'erba, una foglia sconosciuta, se in quella ricerca ha -rischiata la vita. I nonnulla dell'amore sono così: la vecchia -non era nella sala. Quando la giovinetta vi si trovò -sola col pittore, portò una sedia per staccare il ritratto, -ma accorgendosi che non poteva toglierlo via senza mettere -il piede sul tavolo, si volse ad Ippolito e gli disse -arrossendo: — Non sono abbastanza grande. Vorreste -prenderlo voi? -</p> - -<p> -Un sentimento di pudore, rivelato dall'espressione della -sua fisionomia e dall'accento della sua voce, era il vero -motivo della sua dimanda, ed il giovine, così comprendendola, -le gettò uno di quegli sguardi intelligenti che -sono il linguaggio più dolce dell'amore. Adelaide vedendo -che il pittore l'aveva indovinata, abbassò gli occhi per -un movimento di fierezza il cui segreto appartiene alle -vergini. -</p> - -<p> -Non trovando una parola, e quasi intimidito, il pittore -prese allora il quadro, l'esaminò con gravità e mettendolo -in luce presso la finestra, se ne andò senza dir altro -<span class="pagenum" id="Page_85">[85]</span> -alla signorina Leseigneur che: — Ve lo restituirò presto. -Tutti e due in quel rapido istante avevano provata una -di quelle vive commozioni i cui effetti sull'animo possono -paragonarsi a quelli che produce un sasso gettato nel -fondo di un lago. Le riflessioni più dolci nascevano e si -succedevano, indefinibili, moltiplicate, senza meta, agitando -il cuore come le rughe circolari che piegano per -lungo tempo l'onda diramandosi dal punto dove è caduto -il sasso. Ippolito tornò al suo studio, armato di quel ritratto. -Il suo cavalletto era già stato munito di una tela; -una tavolozza era carica di colori; i pennelli erano puliti, -il luogo e l'ora opportuni. -</p> - -<p> -Quindi fino all'ora del pranzo lavorò al ritratto con -quell'ardore che gli artisti mettono nei loro capricci. Ritornò -la sera stessa dalla baronessa De Rouville, e vi rimase -dalle nove alle undici. All'infuori dei differenti soggetti -di conversazione, quella sera somigliò esattamente -alla precedente. -</p> - -<p> -I due vecchi arrivarono alla stessa ora, ebbe luogo la -stessa partita a picchetto, dai giocatori furono dette le -stesse frasi, la somma perduta dall'amico di Adelaide fu -dello stesso importo di quella perduta il giorno prima; -soltanto Ippolito, un po' più incoraggiato, osò discorrere -colla giovinetta. -</p> - -<p> -Passarono così otto giorni, durante i quali i sentimenti -del pittore e quelli di Adelaide subirono quelle deliziose -e lente trasformazioni che conducono le anime all'accordo -perfetto. Di giorno in giorno lo sguardo con cui -Adelaide accoglieva l'amico era divenuto più intimo, più -confidente, più gajo, più franco; la sua voce, le sue maniere -ebbero qualche cosa di più molle, di più famigliare. -Tutti e due ridevano, discorrevano, si comunicavano i -loro pensieri, parlando di sè stessi coll'ingenuità di due -fanciulli che nello spazio di un giorno hanno stretta amicizia, -come se si fossero veduti da tre anni. Schinner giocava -al picchetto. Ignorante e novizio, faceva naturalmente -l'alunnato e, come il vecchio, perdeva tutte le partite. -Senza essersi ancora confidato il loro amore, i due -amanti sapevano di appartenersi l'un l'altro. Ippolito -aveva esercitato con fortuna il suo potere sulla timida -amica. Molte concessioni gli erano state fatte da Adelaide -la quale, timida e devota aveva di quei falsi malumori che -l'amante meno abile e la giovinetta più primitiva inventano -<span class="pagenum" id="Page_86">[86]</span> -e di cui si servono di continuo, come i fanciulli viziati -abusano del potere che loro dà l'amore della madre. -Ogni famigliarità era cessata fra il vecchio ed Adelaide. -La giovinetta aveva naturalmente compresa la tristezza -del pittore ed i pensieri occulti nelle pieghe della -sua fronte, nell'accento brusco delle poche parole che pronunciava -allorchè il vecchio baciava senza riguardo alcuno -le mani od il collo di Adelaide. Dal canto suo la -signorina Leseigneur chiedeva al suo amante stretto -conto delle menome sue azioni. Era così infelice, così inquieta -quando Ippolito non veniva; sapeva così bene rimproverarlo -per le sue assenze, che il pittore cessò di trovarsi -coi suoi amici e di andare in società. -</p> - -<p> -Adelaide lasciò trapelare la gelosia naturale alle donne -udendo che talvolta, uscendo da madama De Rouville alle -undici, il pittore faceva ancora delle visite e si recava -nei saloni più brillanti di Parigi. Da principio pretendeva -che questo genere di vita fosse pernicioso alla salute: -poi trovò modo di dirgli, con quella profonda convinzione -alla quale danno tanta forza l'accento, il gesto, e lo -sguardo d'una persona amata: «Che un uomo obbligato -a prodigare a più donne in una volta il suo tempo e le -grazie del suo spirito, non poteva essere oggetto di una -viva affezione.» Il pittore fu dunque condotto, tanto dal -dispotismo della passione che dalle esigenze di una fanciulla -innamorata, a non vivere che in quel piccolo appartamento -in cui tutto gli piaceva. Mai vi fu amore più -puro e più ardente. Da una parte e dall'altra la stessa -fede, la stessa delicatezza, fecero crescere quella passione -senza l'ajuto dei sagrifizi coi quali molti cercano -di provarsi il loro amore. Fra essi esisteva uno scambio -continuo di sensazioni dolci, e non sapevano chi più ne -dava e più ne riceveva. Una involontaria tendenza rendeva -sempre più stretta l'unione delle anime loro. Il progresso -di questo sentimento vero fu così rapido, che due -mesi dopo l'accidente cui il pittore doveva la felicità di -avere conosciuta Adelaide, la loro vita era diventata una -vita sola. Cominciando dal mattino la giovinetta udendo -il passo del suo innamorato poteva dire a se stessa: è -là! Quando Ippolito tornava da sua madre, all'ora del -pranzo, non mancava mai di venire a salutare le sue vicine, -e la sera, all'ora solita, accorreva colla puntualità -d'innamorato. La donna più tirannica e più ambiziosa in -<span class="pagenum" id="Page_87">[87]</span> -amore non avrebbe quindi potuto fare il menomo rimprovero -al giovine pittore. Anche Adelaide godeva una -felicità, affatto pura ed illimitata vedendo realizzarsi in -tutta la sua estensione l'ideale che alla sua età è tanto -naturale sognare. Il vecchio gentiluomo veniva meno di -frequente; il geloso Ippolito l'aveva la sera sostituito al -tappeto verde, nella sua costante sfortuna al giuoco. Tuttavia, -in mezzo alla sua felicità, pensando alla disastrosa -situazione di madama De Rouville, giacchè aveva avuto -più di una prova della sua miseria, non poteva spacciare -un pensiero importuno. Già più volte ritornando a casa -si era detto: — Come! Venti franchi tutte le sere! E non -osava confessarsi i suoi sospetti odiosi. Impiegò due mesi -a fare il ritratto, e quando fu finito, verniciato, messo -in cornice, lo contemplò come una delle sue opere migliori. -Madama la baronessa De Rouville non gliene -aveva più parlato. Era noncuranza o fierezza? Il pittore -non voleva spiegarsi questo silenzio. -</p> - -<p> -Fece con Adelaide il lieto complotto di mettere il ritratto -al suo posto durante la passeggiata che sua madre -faceva ordinariamente alle Tuileries. Adelaide salì sola, per -la prima volta, allo studio di Ippolito, col pretesto di vedere -il ritratto nella luce favorevole sotto la quale era stato dipinto. -Restò muta ed immobile, in preda ad una contemplazione -deliziosa in cui fondevansi in un solo tutti i sentimenti -della donna. Non si riassumono essi tutti in una -giusta ammirazione dell'uomo amato? Allorchè il pittore, -inquieto di quel silenzio, si chinò per vedere la giovinetta, -essa gli stese la mano, senza poter dire una parola; -ma due lagrime eranle cadute dagli occhi. Ippolito -prese quella mano, la coperse di baci, e per un momento -si guardarono in silenzio, essendo ambedue per confessarsi -il loro amore e non osandolo. Il pittore teneva nelle -sue la mano d'Adelaide ed uno stesso calore, uno stesso -movimento loro appresero che i loro cuori battevano ambedue -colla stessa forza. Troppo commossa, la giovinetta -si allontanò dolcemente da Ippolito, e disse gettandogli -un'occhiata piena d'ingenuità: -</p> - -<p> -— Voi farete ben felice mia madre! -</p> - -<p> -— Che? vostra madre soltanto? egli domandò. -</p> - -<p> -— Oh, io lo sono anche troppo. -</p> - -<p> -Il pittore abbassò la testa e rimase silenzioso, stordito -dalla violenza dei sentimenti che l'accento di questa frase -<span class="pagenum" id="Page_88">[88]</span> -svegliò nel suo cuore. Comprendendo allora tutto il pericolo -di quella situazione, essi discesero e misero il ritratto -al suo posto. Ippolito pranzò per la prima volta -colla baronessa e con sua figlia. Fu festeggiato, complimentato -da madama De Rouville con una rara bonomia. -Nella sua tenerezza, tutta in lagrime, la vecchia dama -volle baciarlo. La sera, il vecchio emigrato, aulico camerata -del barone De Rouville, col quale aveva vissuto fraternamente, -fece alle sue due amiche una visita per annunziar -loro che era stato nominato vice-ammiraglio. Le -sue navigazioni terrestri attraverso la Germania e la Russia -gli erano state contate come campagne navali. All'aspetto -del ritratto strinse cordialmente la mano al pittore -ed esclamò: — In fede mia! benchè la mia vecchia -carcassa non valga la pena di essere conservata, darei -ben volontieri cinquecento pistole per vedermi così somigliante -come il mio vecchio Rouville. -</p> - -<p> -A questa proposta la baronessa guardò il suo amico e -sorrise lasciando scaturire dal suo volto i sintomi di una -subita riconoscenza. Ippolito credette indovinare che il -vecchio ammiraglio voleva offrirgli il prezzo dei due ritratti -pagando il suo. La sua fierezza d'artista, forse tanto -come la sua gelosia, si offese di quell'idea e rispose: — Signore, -se fossi ritrattista non avrei fatto questo qui. -</p> - -<p> -L'ammiraglio si morse le labbra e si mise a giocare. Il -pittore restò presso Adelaide, che gli propose di fare una -partita; accettò. Giocando, osservò in madama De Rouville -un ardore pel giuoco che lo sorprese. Mai quella -vecchia baronessa aveva dimostrato un desiderio così ardente -di guadagno, nè un piacere così vivo palpando le -monete d'oro del gentiluomo. Durante la serata, brutti -sospetti vennero a turbare la felicitò di Ippolito e gli -inspirarono la diffidenza. Madama De Rouville viveva -dunque del giuoco? Non giocava essa in quel momento -per soddisfare qualche debito, o spinta da qualche necessità? -Forse non aveva pagato l'affitto. Quel vecchio -pareva abbastanza fino per lasciarsi prendere impunemente -il danaro. Quale poteva dunque essere l'interesse -che lui, ricco, attirava in quella povera casa? Perchè -una volta era così famigliare con Adelaide, e perchè ad -un tratto aveva rinunziato ai privilegi acquistati, forse -dovuti? Queste riflessioni gli vennero involontariamente, -e l'eccitarono ad esaminare con nuova attenzione il vecchio -<span class="pagenum" id="Page_89">[89]</span> -e la baronessa. Fu malcontento delle loro arie d'intelligenza -e degli sguardi obliqui che gettavano su Adelaide -e su lui. «Mi ingannerebbero?» fu per Ippolito -un'ultima idea, orribile, demoralizzante, ed alla quale credette -quel tanto che bastava per esserne torturato. Volle -restare dopo la partenza dei due vecchi per confermare i -suoi sospetti o dissiparli. Aveva cavata la sua borsa per -pagare Adelaide; ma, in preda ai suoi pensieri tumultuosi, -mise la borsa sulla tavola e cadde in una fantasticheria -che durò poco; indi, vergognandosi del suo silenzio, -si alzò, rispose ad una interrogazione banale fattagli -da madama De Rouville e si avvicinò a lei per potere, -discorrendo, meglio esaminare quel vecchio volto. -Uscì in preda a mille incertezze. Appena aveva fatti alcuni -gradini, si ricordò di avere dimenticato il danaro -sul tavolo e ritornò. -</p> - -<p> -— Vi ho lasciato la mia borsa? disse alla giovinetta. -</p> - -<p> -— No, rispose ella arrossendo. -</p> - -<p> -— La credeva là, egli riprese, mostrando il tavolo da -giuoco; ma, vergognoso per Adelaide e per la baronessa -di non vedervela, le guardò con aria inebetita che le fece -ridere, impallidì e continuò tastando il gilè: «Mi sono -ingannato; l'ho senza dubbio.» Salutò ed uscì. In uno -dei lati di quella borsa vi erano quindici luigi, nell'altro -degli spiccioli. Il furto era così flagrante, così sfrontatamente -negato, che Ippolito non poteva più conservare -dubbio sulla moralità delle sue vicine. Si fermò sulla -scala, la discese con pena: le gambe gli tremavano, aveva -le vertigini, sudava, gelava, e si trovava impotente a -lottare coll'atroce commozione cagionatagli dalla rovina -di tutte le sue speranze. In quel momento raccapezzò -nella memoria una quantità di osservazioni, futili in apparenza, -ma che corroboravano i terribili sospetti ai quali -era stato in preda, e che servivano a riprova della verità -dell'ultimo fatto, aprendogli gli occhi sul carattere e sulla -vita di quelle due donne. Avevano dunque aspettato che -fosse consegnato il ritratto per rubare la borsa? Combinato, -il furto era ancora più odioso. Il pittore si ricordò, -per sua sventura, che da due o tre sere Adelaide, -mentre sembrava esaminare con una curiosità di ragazza -il lavoro speciale della rete di seta usata, probabilmente -verificava il danaro contenuto nella borsa, con -scherzi in apparenza innocenti, ma che senza dubbio -<span class="pagenum" id="Page_90">[90]</span> -avevano lo scopo di spiare il momento in cui la somma -fosse abbastanza rilevante per essere sottratta. — Il vecchio -ammiraglio ha forse delle eccellenti ragioni per non -sposare Adelaide, ed allora la baronessa avrà cercato di... -A quella supposizione si fermò non completando nemmeno -il suo pensiero che fu distrutto da una riflessione -assai giusta. — Se la baronessa, pensò, spera di farmi -sposare sua figlia, esse non m'avrebbero derubato. Poi, -per non rinunciare alle sue illusioni, al suo amore già -così saldamente radicato, tentò di cercare qualche giustificazione -nel caso. — La mia borsa sarà cascata per -terra, diceva; sarà restata sulla mia poltrona. Forse l'ho; -sono tanto distratto! Si frugò convulsivamente e non -trovò la maledetta borsa. La sua memoria crudele gli -raffigurava tratto tratto la fatale verità. Vedeva distintamente -la sua borsa distesa sul tappeto; ma, non dubitando -più del furto, scusava Adelaide, dicendo che non si -dovevano giudicare così lestamente i disgraziati. Vi era -senza dubbio un segreto in quell'azione così degradante. -Non voleva che quella fiera e nobile figura fosse una -maschera. Tuttavia queil'appartamento così miserabile -gli parve spoglio della poesia dell'amore che tutto abbellisce; -lo vide sporco e indecente, lo considerò come -il simbolo di una vita intima senza nobiltà, disoccupata -e viziosa. I nostri sentimenti non sono, per così dire, -scritti sulle cose che ne circondano? Il mattino dopo si -alzò senza aver dormito. Il dolore del cuore, questa grave -malattia morale, aveva fatto in lui enormi progressi Perdere -una felicità sognata, rinunziare a tutto un avvenire, -è un tormento più acuto di quello cagionato dalla rovina -di una felicità provata, per quanto sia stata completa: -la speranza non è forse migliore del ricordo? Le -meditazioni in cui cade tutto ad un tratto l'anima nostra -sono allora come un mare senza sponde nel seno del -quale noi possiamo nuotare per un momento, ma in cui -è necessario che il nostro amore si anneghi e muoja. -</p> - -<p> -È una morte orribile. Non sono i sentimenti la parte -più brillante della nostra vita? Da questa morte parziale -derivano in certe organizzazioni delicate o forti le grandi -rovine prodotte dalla disillusione, dalle speranze e dalle -passioni tradite. Così fu del giovine pittore. Uscì per tempissimo, -assorto nelle sue idee, dimenticando tutto il -mondo. Per un caso che non aveva nulla di straordinario, -<span class="pagenum" id="Page_91">[91]</span> -incontrò uno dei suoi amici più intimi, camerata di -collegio e di studio, col quale aveva vissuto meglio che -con un fratello. -</p> - -<p> -— Ebbene, Ippolito, cos'hai? gli disse Francesco Souchet, -giovine scultore che aveva allora ottenuto il gran -premio e doveva partire per l'Italia. -</p> - -<p> -— Sono sfortunatissimo, rispose gravemente Ippolito. -</p> - -<p> -— Non è che un affare di cuore che ti possa dare affanno. -Danaro, gloria, considerazione, nulla ti manca. -</p> - -<p> -A poco a poco le confidenze cominciarono, ed il pittore -confessò il suo amore. Quando parlò della via Suresne -e d'una giovinetta alloggiata ad un quarto piano: — Alto -là! gridò allegramente Souchet. È una giovinetta -che vedo tutte le mattine all'Assunzione ed alla quale fo -la corte. Sua madre è una baronessa! Ci credi tu alle -baronesse alloggiate al quarto piano? Brrr!... Ah! tu sei -un uomo dell'età dell'oro; ma essa ha una figura, un'aria -che dicono tutto. Come! Non hai indovinato che cosa è -alla maniera con cui tiene il suo scialle? -</p> - -<p> -I due amici passeggiarono a lungo, e loro si unirono -parecchi giovani che conoscevano Souchet e Schinner. -L'avventura del pittore, giudicata di poca importanza, fu -loro contata dallo scultore. -</p> - -<p> -— Ed anch'esso ha veduto quella ragazza! -</p> - -<p> -Furono osservazioni, risa, burle, fatte innocentemente -e con tutto il brio degli artisti, ma delle quali Ippolito -soffriva orribilmente. Un certo intimo pudore lo metteva -in triste posizione vedendo il segreto del suo cuore trattato -con tanta leggierezza, la sua passione lacerata, fatta -in brandelli, una giovinetta sconosciuta e la cui vita pareva -così modesta, sottoposta a giudizii veri o falsi, pronunciati -con tanta indifferenza. Affettò di essere spinto -da uno spirito di contraddizione; chiese seriamente a ciascuno -le prove delle sue asserzioni, e gli scherzi ripresero -da capo. -</p> - -<p> -— Ma, caro amico, hai veduto lo scialle della baronessa? -diceva Souchet. -</p> - -<p> -— Hai seguito la piccina, la mattina, quando trotta all'Assunzione? -diceva Giuseppe Bridau, un birichino dello -studio di Gres. -</p> - -<p> -— Ah! la madre ha, fra le altre virtù, un certo abito -grigio che considero come un tipo, disse Bixion, il caricaturista. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_92">[92]</span> -</p> - -<p> -— Ascolta, Ippolito, riprese lo scultore, vieni qui verso -le quattro ed analizza un po' gli andamenti della madre -e della figlia. Se dopo hai dei dubbii, ebbene! da te non -si caverà mai nulla. Sarai capace di sposare la figlia della -tua portinaja. -</p> - -<p> -In preda ai sentimenti più opposti, il pittore abbandonò -i suoi amici. Adelaide e sua madre gli sembravano -esseri superiori a queste accuse, ed in fondo al cuore -provava rimorso di avere sospettata la purezza di quella -giovane così semplice e così bella. -</p> - -<p> -Andò al suo studio, passò davanti alla porta dell'appartamento -in cui si trovava Adelaide, e provò il senso di -dolore al cuore che non lascia luogo ad esitanze. Amava -la signorina De Rouville con tanta passione che, ad onta -del furto della borsa, l'adorava ancora. Il suo amore era -quello del cavaliere Des Grieux che ammira e purifica la -sua bella perfino sulla carretta che conduce alla prigione -le donne perdute. — Perchè il mio amore non la renderebbe -la più pura di tutte le donne? Perchè abbandonarla -al male, al vizio, senza porgerle una mano amica? -Questa missione gli piacque. L'amore trae profitto da -ogni cosa. Nulla più seducente per un giovane che fare -la parte del genio del bene presso una donna. Vi è qualche -cosa di romanzesco in tale impresa che s'addice alle -anime esaltate. Non è forse la massima devozione sotto -la forma più elevata, più gentile? Non vi è della grandezza -nel sapere che si ama abbastanza per amare ancora -là ove l'amore degli altri si estingue e muore? Ippolito -si assise nel suo studio, contemplò il suo quadro -senza punto lavorarvi, non vedendo le figure che attraverso -alcune lagrime che gli ondeggiavano negli occhi, -tenendo sempre la tavolozza alla mano, avanzandosi verso -la tela come per raddolcire una tinta, ma non toccandola. -La notte lo colse in quell'attitudine. Svegliato dalla -sua fantasticheria dall'oscurità, discese, incontrò il vecchio -ammiraglio sulle scale, gli gettò una triste occhiata -salutandolo, e fuggì. Aveva avuta l'intenzione di entrare -dalle sue vicine, ma l'aspetto del protettore d'Adelaide -gli gelò il cuore e fece svanire la sua risoluzione. Si -chiese per la centesima volta quale interesse poteva condurre -quel vecchio libertino, ricco di ottantamila lire di -rendita, in quel quarto piano ove perdeva circa quaranta -franchi tutte le sere; e quell'interesse credette indovinarlo. -<span class="pagenum" id="Page_93">[93]</span> -Il giorno dopo ed i seguenti Ippolito si ingolfò nel -lavoro per cercare di combattere la sua passione, colla -foga delle idee e della concezione. Riescì a mezzo. Lo -studio lo consolò senza però arrivare a soffocare i ricordi -di tante ore carezzevoli passate presso Adelaide. Una sera, -nel lasciare il suo studio, trovò la porta dell'appartamento -delle due signore semichiusa. Vi era una persona in -piedi nel vano della finestra. La disposizione della porta -e della scala non permettevano al pittore di passare senza -vedere Adelaide; la salutò freddamente, lanciandole una -occhiata indifferente; ma, giudicando dalle sue le sofferenze -di quella giovinetta, provò un sussulto interno nel -pensare all'amarezza che quello sguardo e quella freddezza -dovevano gettare in un cuore innamorato. Coronare -le più dolci feste che mai abbiano rallegrate anime -pure con un dispetto di otto giorni, collo sprezzo più profondo, -più completo!... triste scioglimento! Forse la borsa -era stata trovata, e forse ogni sera Adelaide aveva aspettato -il suo amico. Questo pensiero così semplice, così -naturale, fece provare nuovi rimorsi all'innamorato. Si -domandò se le prove d'attaccamento che la giovinetta -gli aveva date, se le incantevoli conversazioni, improntate -da un amore che l'aveva entusiasmato, non meritavano -almeno un'inchiesta, non valevano una giustificazione. -Vergognandosi di aver resistito per una settimana -ai voti del cuore e trovandosi quasi reo per quella lotta, -la sera stessa andò da madama De Rouville. Tutti i suoi -sospetti, tutti i suoi cattivi pensieri, svanirono all'aspetto -della giovinetta pallida e dimagrata. -</p> - -<p> -— Mio Dio, che avete? le disse dopo avere salutata la -baronessa. -</p> - -<p> -Adelaide non gli rispose, ma gli lanciò un'occhiata -piena di malinconia, un'occhiata triste, scoraggiata, che -gli fece male. -</p> - -<p> -— Avete senza dubbio lavorato molto, disse la vecchia, -siete cambiato. Noi siamo la causa della vostra reclusione. -Questo ritratto avrà ritardato alcuni quadri importanti -per la vostra riputazione. -</p> - -<p> -Ippolito fu felice di trovare una scusa così buona alla -sua indelicatezza. -</p> - -<p> -— Sì, disse, sono stato molto occupato, ma ho sofferto... -</p> - -<p> -A quelle parole Adelaide alzò la testa, guardò il suo -<span class="pagenum" id="Page_94">[94]</span> -amante, ed i suoi occhi inquieti non gli rimproverarono -più nulla. -</p> - -<p> -— Voi ci supponevate molto indifferenti a ciò che di -bene e di male vi può accadere? disse la vecchia. -</p> - -<p> -— Ebbi torto, egli rispose. Tuttavia vi sono dolori che -non si potrebbero confidare ad alcuno, nemmeno ad un -sentimento meno recente di quello di cui voi mi onorate... -</p> - -<p> -— La sincerità, la forza dell'amicizia non si devono -misurare dal tempo. Ho visto dei vecchi amici non scambiarsi -una lagrima nella sventura, disse la baronessa crollando -la testa. -</p> - -<p> -— Ma che avete dunque? chiese il giovine ad Adelaide. -</p> - -<p> -— Oh! nulla, rispose la baronessa. Adelaide ha passato -alcune notti per finire un lavoro femminile e non ha voluto -darmi ascolto quando le dicevo che un giorno più -un giorno meno poco importava... -</p> - -<p> -Ippolito non ascoltava. Vedendo quelle due figure così -nobili, così calme, arrossiva dei suoi sospetti ed attribuiva -la perdita della sua borsa a qualche caso inesplicabile. -</p> - -<p> -Quella serata fu deliziosa per lui, e fors'anche per lei. Vi -sono segreti che le anime giovani comprendono così bene! -Adelaide indovinava ciò che pensasse Ippolito. Senza volere -confessare i suoi torti, il pittore li riconosceva; ritornava -alla sua amante più invaghito, più affettuoso, -cercando così di guadagnare un tacito perdono. -</p> - -<p> -Adelaide gustava gioje così perfette, così dolci, che non -le parevano pagate troppo con tutta la sciagura che aveva -così crudelmente straziato l'anima sua. -</p> - -<p> -L'accordo così vero dei loro cuori, quell'intimità piena -di magia, fu però turbata da una parola della baronessa -De Rouville. -</p> - -<p> -— Facciamo la nostra partitina? ella disse, giacchè il -mio vecchio Kergarouët mi tiene il broncio. -</p> - -<p> -Questa frase risvegliò tutti i sospetti del giovine pittore, -che arrossì guardando la madre di Adelaide; ma non vide -su quel volto che l'espressione di una bonomia sincera; -nessuna seconda intenzione ne distruggeva la piacevolezza; -la finezza non era perfida, la malizia pareva dolce, -e nessun rimorso ne alterava la calma. -</p> - -<p> -Allora si mise alla tavola da giuoco. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_95">[95]</span> -</p> - -<p> -Adelaide volle dividere la sorte del pittore, pretendendo -che non conoscesse il picchetto, ed avendo bisogno d'un -socio. -</p> - -<p> -Madama De Rouville e sua figlia si fecero durante la -partita dei segni d'intelligenza che inquietavano tanto -più Ippolito, inquantochè guadagnava; ma poi alla fine -un ultimo colpo rese i due amanti debitori della baronessa. -</p> - -<p> -Volendo cercare delle monete nelle tasche, il pittore -ritirò le mani da sopra la tavola, ed allora vide davanti -a sè una borsa che Adelaide vi aveva fatto scivolare -senza ch'egli se ne accorgesse; la povera ragazza teneva -l'antica, e per darsi contegno si occupava a cercarvi del -danaro per pagare sua madre. -</p> - -<p> -Il sangue di Ippolito affluì tutto al suo cuore con impeto -sì grande che fu sul punto di venir meno. -</p> - -<p> -La borsa nuova sostituita alla sua e che conteneva i -suoi quindici luigi, era ricamata in perle d'oro. -</p> - -<p> -I cappii, le nappine, tutto attestava il buon gusto di -Adelaide, che senza dubbio aveva esaurito il suo peculio -negli ornamenti di quel grazioso lavoro. -</p> - -<p> -Era impossibile dire con maggior delicatezza che il -dono del pittore non poteva essere ricompensato che con -un attestato d'affezione. -</p> - -<p> -Quando Ippolito, soprafatto dalla felicità, volse gli occhi -su Adelaide e sulla baronessa, le vide tremanti di gioja e -felici dell'amabile soperchieria. -</p> - -<p> -Egli si trovò piccolo, meschino, babbeo; avrebbe voluto -punirsi, lacerarsi il cuore. -</p> - -<p> -Alcune lagrime gli spuntarono negli occhi, si alzò con -un moto irresistibile, prese Adelaide fra le braccia, la -strinse al seno, le rapì un bacio, poi, con una buona fede -d'artista: -</p> - -<p> -— Ve la chiedo in moglie! sclamò guardando la baronessa. -</p> - -<p> -Adelaide gettava sul pittore degli sguardi mezzo corrucciati -e madama De Rouville, un po' sorpresa, cercava -una risposta, quando la scena fu interrotta dallo strepito -del campanello. -</p> - -<p> -Il vecchio ammiraglio comparve seguito dalla sua ombra -e dalla signora Schinner. -</p> - -<p> -Dopo avere indovinato la causa dei dispiaceri che suo -figlio aveva inutilmente cercato di nasconderle, la madre -<span class="pagenum" id="Page_96">[96]</span> -di Ippolito aveva preso informazioni su Adelaide da alcuno -dei suoi amici. -</p> - -<p> -Giustamente allarmata dalle calunnie che pesavano su -quella giovinetta all'insaputa del conte di Kergarouët, -il cui nome gli fu detto dalla portinaja, era andata a -narrarle al vice-ammiraglio, che nella sua collera diceva -di «voler andare a tagliare le orecchie a quei furfanti.» -Animato dalla sua bile, aveva comunicato alla signora -Schinner il segreto delle perdite volontarie che faceva al -giuoco, giacchè la fierezza della baronessa non gli lasciava -che quel mezzo ingegnoso per soccorrerla. -</p> - -<p> -Allorchè madama Schinner salutò madama De Rouville, -questa guardò il conte di Kergarouët, Ippolito, Adelaide, -e disse colla grazia del cuore: — Pare che questa sera -siamo in famiglia. -</p> - -<p class="pad2 center large"> -<span class="smcap">Fine.</span> -</p> - -<div class="somm"> - -<h2><a id="indice" href="#indfront"> -INDICE</a></h2> - -<table class="indice" summary=""> - <tr> - <td>Prefazione</td> <td class="pag"><a href="#prefazione">Pag. 3</a></td> - </tr> - <tr> - <td>La pace domestica</td> <td class="pag"><a href="#lapace">7</a></td> - </tr> - <tr> - <td>L'elisir di lunga vita</td> <td class="pag"><a href="#elisir">43</a></td> - </tr> - <tr> - <td>La borsa</td> <td class="pag"><a href="#borsa">67</a></td> - </tr> -</table> - -<hr /> -</div> - -<div class="tnote"> -<p class="tntitle"> -Nota del Trascrittore -</p> - -<p> -Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione -minimi errori tipografici. Per comodità di lettura è stato aggiunto un indice a fine volume. -</p> - -<p class="covernote"> -Copertina creata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio. -</p> -</div> - -<div style='display:block; margin-top:4em'>*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK LA PACE DOMESTICA - L'ELISIR DI LUNGA VITA - LA BORSA ***</div> -<div style='text-align:left'> - -<div style='display:block; margin:1em 0'> -Updated editions will replace the previous one—the old editions will -be renamed. -</div> - -<div style='display:block; margin:1em 0'> -Creating the works from print editions not protected by U.S. copyright -law means that no one owns a United States copyright in these works, -so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the United -States without permission and without paying copyright -royalties. 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Redistribution is subject to the trademark -license, especially commercial redistribution. -</div> - -<div style='margin:0.83em 0; font-size:1.1em; text-align:center'>START: FULL LICENSE<br /> -<span style='font-size:smaller'>THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE<br /> -PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK</span> -</div> - -<div style='display:block; margin:1em 0'> -To protect the Project Gutenberg™ mission of promoting the free -distribution of electronic works, by using or distributing this work -(or any other work associated in any way with the phrase “Project -Gutenberg”), you agree to comply with all the terms of the Full -Project Gutenberg™ License available with this file or online at -www.gutenberg.org/license. -</div> - -<div style='display:block; font-size:1.1em; margin:1em 0; font-weight:bold'> -Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg™ electronic works -</div> - -<div style='display:block; margin:1em 0'> -1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg™ -electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to -and accept all the terms of this license and intellectual property -(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all -the terms of this agreement, you must cease using and return or -destroy all copies of Project Gutenberg™ electronic works in your -possession. If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a -Project Gutenberg™ electronic work and you do not agree to be bound -by the terms of this agreement, you may obtain a refund from the person -or entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8. -</div> - -<div style='display:block; margin:1em 0'> -1.B. “Project Gutenberg” is a registered trademark. It may only be -used on or associated in any way with an electronic work by people who -agree to be bound by the terms of this agreement. 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Information about the Mission of Project Gutenberg™ -</div> - -<div style='display:block; margin:1em 0'> -Project Gutenberg™ is synonymous with the free distribution of -electronic works in formats readable by the widest variety of -computers including obsolete, old, middle-aged and new computers. It -exists because of the efforts of hundreds of volunteers and donations -from people in all walks of life. -</div> - -<div style='display:block; margin:1em 0'> -Volunteers and financial support to provide volunteers with the -assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg™’s -goals and ensuring that the Project Gutenberg™ collection will -remain freely available for generations to come. In 2001, the Project -Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure -and permanent future for Project Gutenberg™ and future -generations. 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Information about Donations to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation -</div> - -<div style='display:block; margin:1em 0'> -Project Gutenberg™ depends upon and cannot survive without widespread -public support and donations to carry out its mission of -increasing the number of public domain and licensed works that can be -freely distributed in machine-readable form accessible by the widest -array of equipment including outdated equipment. Many small donations -($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt -status with the IRS. -</div> - -<div style='display:block; margin:1em 0'> -The Foundation is committed to complying with the laws regulating -charities and charitable donations in all 50 states of the United -States. Compliance requirements are not uniform and it takes a -considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up -with these requirements. 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